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Confagricoltura 
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Petti, Confagricoltura Toscana: “A rischio la filiera produttiva del pomodoro maremmano”
Il 50% del prodotto realizzato in Toscana arriva dalla Maremma. Il presidente Neri: “Serve maggiore valorizzazione e ridurre la marginalità sulla distribuzione”

Firenze, 28 aprile 2021 - “La frode che ha riguardato l'azienda Petti è il chiaro segnale che il pomodoro maremmano deve essere valorizzato ancora di più di quanto non sia stato fatto fino ad oggi”. Così Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, sulla vicenda che ha coinvolto l’azienda toscana che utilizza parte del prodotto da industria coltivato in Maremma. “Se confermato dalla indagini, il comportamento dell’azienda è assolutamente da stigmatizzare e mette ancora più in evidenza come l’aumento della domanda di questo prodotto renda necessario una maggiore valorizzazione, anche economica, del pomodoro maremmano. Il consumatore deve scegliere non solo in funzione del prezzo, ma della qualità. Se ci fosse una minore marginalità sulla distribuzione e commercializzazione forse riusciremo a tutelarlo ancora di più”.

In Toscana sono coltivati a pomodoro circa 2000 ettari, il 50% dei quali in Maremma ed il resto tra le province di Livorno e Pisa e il Mugello. Per coltivarlo in provincia di Grosseto si spendono mediamente dai 5 ai 7mila euro per ettaro, con una resa di 850 quintali. “Se lo si pagasse, come avveniva nel 2017, 82 euro alla tonnellata, non sarebbe più conveniente la sua coltivazione. Con l’avvento di Petti, vi è stata una crescita del prezzo all’origine fino ai 105-120 euro e dunque ad una redditività più elevata, ma ancora non sufficiente a garantire i margini giusti per gli agricoltori. Spero - conclude Neri . che ipotesi di reato come quelle contestate alla azienda livornese non frenino e non pregiudichino in qualche modo la trasformazione toscana, perché si rischierebbe di interrompere una filiera importante per l’economia toscana e la sostenibilità economica e ambientale”.

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28/04/2021, 10:38
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Cavalieri lavoro, Giannozzi “Congratulazioni a Manetti, premiato impegno per agricoltura toscana”
Il presidente dell'Unione Agricoltori di Firenze: “Fondamentale il suo lavoro all’interno della associazione”

Firenze, 1 giugno 2021 – “Esprimo le mie più vive congratulazioni a Giovanni Manetti per la recente nomina a Cavaliere del lavoro”. Così Luca Giannozzi, presidente dell'Unione Agricoltori di Firenze, a poche ore dall'annuncio dell’onorificenza assegnata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Giovanni Manetti.

“Oltre che come proprietario dell'azienda vinicola Fontodi e presidente del consorzio del vino Chianti Classico, ci tengo a ricordare l'impegno di Giovanni Manetti all'interno dell'Unione Agricoltori di Firenze, di cui è delegato. In questo riconoscimento, sono certo, c'è molto del suo impegno per la valorizzazione delle eccellenze toscane, per la tutela dell'ambiente e per la difesa di un comparto strategico per la nostra regione”.

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01/06/2021, 21:14
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Agriturismi, l’allarme: “In Toscana manca il 15% del personale stagionale”
Confagricoltura: “Lo Stato incentivi il lavoro, non solo i sussidi”

Firenze, 2 giugno 2021 - I clienti ci sono, ora mancano i lavoratori. Gli agriturismi toscani hanno inaugurato la stagione estiva e stanno cominciando ad accogliere nuovamente i turisti, anche stranieri, ma sono in cerca di personale stagionale: all'appello, secondo le stime di Confagricoltura Toscana, manca il 10-15%, circa 2000 persone tra cuochi, camerieri, addetti alle pulizie o all'accoglienza.

“Siamo in difficoltà: gli agriturismi, come le attività alberghiere e quelle di ristorazione, hanno problemi a reperire personale stagionale: probabilmente è l'effetto del reddito di cittadinanza, molti preferiscono percepire il sussidio che lavorare” commenta Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana. “Servirebbero maggiori incentivi per incoraggiare i giovani al lavoro”.

Fino a due anni fa il personale stagionale qualificato e formato, per lo più locale, era molto ambito, “conteso” tra gli agriturismi, ma era reperibile. Quest'anno, forse grazie anche alla maggiore domanda in alcuni settori come la ristorazione, c'è maggior bisogno di incrementare il personale, ma gli annunci sui social, gli uffici di collocamento, e anche il passaparola hanno pochi riscontri. “A rischio sono i servizi offerti; se manca personale vengono per forza di cose ridotti”.

A risentirne sono soprattutto le strutture della costa. “Gli agriturismi di campagna possono contare sul personale utilizzato anche in inverno per i lavori di agricoltura” spiega Daniela Maccaferri, presidente Agriturist Toscana, associazione che fa capo a Confagricoltura e conta circa 400 agriturismi nella regione. “La Toscana risente meno del problema di altre regioni italiane, ma anche qui manca un po' personale qualificato : gli stage con le scuole hanno subito un rallentamento e agli annunci di lavoro che facciamo rispondono in pochi. Il lavoro ci sarebbe, mancano i lavoratori. Ma siamo ottimisti: vogliamo lavorare e ripartire”.

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02/06/2021, 18:54
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Agricoltura, Confagricoltura Toscana: "La Regione bocci il biodinamico"

Il presidente Marco Neri: "Seguiamo l'esempio della Puglia, il settore non ha bisogno di metodi privi di certificazioni e validità scientifiche"

Firenze, 10 giugno 2021 - "Sarebbe giusto che anche la Regione Toscana si esprimesse contro l'agricoltura biodinamica. Siamo di fronte a una pratica altamente discutibile, del tutto priva di certificazioni come invece possiede il settore biologico. Seguiamo l'esempio della Puglia, prima regione a bocciare questa tecnica. Il biodinamico non si base su validità scientifiche, ma su metodi al limite dello spirituale. Un approccio di lavoro che inevitabilmente ha sollevato già discussioni in tutto il panorama nazionale. La scelta del Parlamento di accostare l'agricoltura biologica a quella biodinamica è una scelta che non possiamo ad oggi condividere". Questa la posizione di Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana.

"E' chiaro che anche il nostro comparto per crescere necessità costantemente di nuove tecniche e investimenti che permettano di ottimizzare i raccolti e al tempo stesso tutelare il suolo. Il rispetto dell'ambiente è un parametro fondamentale verso cui da tempo ci stiamo muovendo. Proprio per questo è importante che le risorse vengano indirizzate verso azioni concrete e metodi di cui sia già stata dimostrata l'efficacia. La politica deve, anche in una forma di garanzia verso i consumatori, essere garante delle produzioni locali. Il biologico è regolamentato ed esistono certificazioni che sanciscono i metodici di lavorazione e i relativi controlli. La Toscana - conclude Neri - che nel mondo agricolo rappresenta un'eccellenza sotto molte sfaccettature e deve sapersi distinguere anche attraverso questa scelta".

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10/06/2021, 16:50
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Comunicato congiunto Uncai Confagricoltura.png
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

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Roma, 17 giugno 2021


CONFAGRICOLTURA E UNCAI RINSALDANO I RAPPORTI TRA AGRICOLTORI E CONTOTERZISTI. PRESENTATO IL PROGETTO NORMATIVO PER L’AGROMECCANICA

“La sfida dell’innovazione tecnologica e del rilancio dell’agricoltura 4.0 la si vince assieme, agricoltori e contoterzisti. Riorganizzare il sistema agromeccanico è un interesse comune”. Lo ha detto Donato Rossi, delegato della Giunta di Confagricoltura per i rapporti tra agricoltori e contoterzisti, al convegno “Le aziende agromeccaniche tra presente e futuro”. L’incontro è stato organizzato da Confagricoltura e Uncai e trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube dell’associazione delle imprese agricole.

Il convegno è stata l’occasione per la presentazione ufficiale della proposta di Legge Uncai dell’istituzione di un albo nazionale degli agromeccanici, incardinato nei pilastri della formazione, della professionalità, della sicurezza e della certificazione del lavoro e dei processi.

“Serve una disposizione normativa che – ha spiegato il presidente Uncai Aproniano Tassinari – riconosca la professionalità degli imprenditori agromeccanici per lo svolgimento sia di servizi conto terzi, sia agroambientali, venendo incontro quindi anche agli obiettivi della strategia Farm to Fork e della futura Pac con gli eco-schemi e la domanda sempre più diffusa d tracciabilità”.

“Il contoterzista - ha aggiunto Tassinari – è una figura centrale e radicata all’interno dei territori dove lavora, con ricadute positive sia sulla qualità delle lavorazioni, sia sull'ambiente, sia sulla società. È un professionista orientato al cliente, che garantisce sempre la massima sicurezza nei cantieri di lavoro, rapidità di intervento, cura per le risorse ambientali affidategli, aggiornamento dell'offerta di servizi con il costante rinnovo di macchinari e tecnologie, concordando con gli agricoltori gli investimenti da attuare. Il progetto legislativo, che sottoponiamo all’attenzione delle forze politiche, vuole proprio favorire la collaborazione e la crescita del sistema agricolo e agromeccanico”.

“Ridurre la burocrazia è un obiettivo fondamentale – ha osservato il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, in collegamento video -. Disponibile a parlare dell’albo professionale. Con il PNRR arriveranno fondi importanti per l’innovazione tecnologica anche nel settore agricolo ed agromeccanico”. Anche dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera Maria Spena è stato espresso impegno a studiare con attenzione una nuova figura giuridica per il contoterzista.

I settori agricolo ed agromeccanico indubbiamente vanno supportati nei processi di rinnovamento in essere, con strumenti finanziari e agevolazioni. E nel convegno si è parlato anche di investimenti ed innovazione.

“Siamo impegnati attivamente perché si concretizzi un processo di incentivazione agli investimenti – ha dichiarato il direttore generale Francesco Postorino -. Il credito d’imposta lo abbiamo fortemente voluto ma non ci fermiamo; adesso stiamo lavorando alla sua ‘bancabilità’, che è uno strumento ulteriore per agevolare chi vuole investire e innovare. Abbiamo chiesto poi che il ‘Bonus Sud’ possa essere utilizzato anche per le macchine agricole. Il settore agromeccanico sta lavorando con noi e ci supporta, perché siamo convinti che sono leve importanti”.

“Per la riforma della Pac auspichiamo che possano esserci i margini per definire una buona intesa, altrimenti – ha concluso il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. bisogna avere il coraggio di dire meglio un non accordo che un accordo fatto male. Nel Recovery Plan ci sono risorse importanti anche per il rinnovamento del parco macchine. Bisogna superare le contraddizioni. Il futuro che si sta delineando sui campi agricoli, che il PNRR supporta o dovrebbe supportare, è un futuro da innovatori, da imprenditori e non certo da imprenditori cassintegrati che potrebbe volere Bruxelles”.

Confagricoltura e Uncai hanno posto in evidenza come, in media, il 65% delle operazioni agricole siano eseguite da contoterzisti. La percentuale sale notevolmente in caso di interventi di precisione (70%) e raccolta dei cereali (98%). Il comparto genera un volume d'affari di oltre 4 miliardi di euro, considerando le sole imprese agromeccaniche professionali, a cui si aggiunge quello di 3,2 miliardi delle aziende agricole che svolgono lavorazioni conto terzi in forma connessa.

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17/06/2021, 17:16
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Agricoltura, Confagricoltura: “Diamo spazio alla ricerca per una produzione più sostenibile"

Firenze, 30 giugno 2021 - “Non dobbiamo produrre di più ma meglio e soprattutto sprecare di meno grazie ai sistemi di rigenerazione.” A sostenerlo Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana che, prendendo spunto dalla legge sul biologico, al vaglio della Camera, ribadisce l’importanza di rendere il sistema dell’agroalimentare più sostenibile e tale da favorire la transizione ecologica, evitando lo sfruttamento intensivo dei terreni, come avviene in alcune parti del mondo, dove si abbattono intere foreste o si distruggono ecosistemi.

“Concetti - sostiene - che hanno permeato le scelte dell’ Europa ove all’interno della riforma della Pac, è previsto il raggiungimento del 25% della superficie agricola coltivata a biologico entro il 2030, contro il 7% del 2020”.

“Il nuovo Ddl, in approvazione, - continua Neri - è un passaggio importante perché rafforza anche la politica da noi da tempo sostenuta, relativa alla valorizzazione delle Dop e delle IGP, di cui il biologico è un valore aggiunto che permette anche la loro valorizzazione.”

Per Neri si tratta dunque di una scelta di campo. “Adesso occorrono scelte decise, perché in un momento in cui le coltivazioni intensive hanno creato problemi significativi, oggi ci troviamo di fronte ad un percorso che deve aiutare e garantire anche il consumatore. L’impegno delle aziende agricole e della Regione Toscana deve essere rivolto anche a questo, a sostenere il settore delle produzioni biologiche integrate e dare spazio alla ricerca perché si possa comprendere con maggiore puntualità anche pratiche agronomiche più specifiche”

“Sul biodinamico, - prosegue - ritengo che sia una attività, da ricomprendere in quelle biologiche. Pertanto vale la pena di aprire un confronto scevro da posizione preconcette. Confronto che, anche con il contributo della comunità scientifica, dia modo di valorizzare produzioni, ancorché di nicchia, ma presenti sul mercato. Le tecniche convenzionali, come pure il biologico e il biodinamico, offrono modalità di produzione che valorizzano il made in Italy. D’altro canto anche la nostra associazione annovera al suo interno aziende prestigiose che utilizzano queste tecniche e che raggiungono standard qualitativi elevatissimi, creando prodotti che valorizzano le produzioni italiane dell’agroalimentare nel mondo. Concludo con l’auspicio che la nuova legge sul biologico nasca con lo spirito di difendere determinate produzioni, senza generare ulteriori distinguo.”

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30/06/2021, 16:12
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Ortofrutta, in Toscana -70% di pesche, albicocche e susine
Le gelate di primavera hanno danneggiato la frutta estiva. I pomodori subiscono invece la concorrenza degli orti di casa


Firenze, 21 luglio 2021 – Un calo della produzione medio del 70% con punte anche del 100%. La Toscana fa i conti con il raccolto della frutta estiva: le gelate di marzo e soprattutto di aprile, quando la temperatura è scesa in una notte anche a 9 gradi sotto zero, hanno danneggiato pesantemente le coltivazioni di pesche, pesche noci, albicocche e susine. “In alcuni casi è andato perduta la metà del raccolto, in altri la totalità. Il valore medio di calo è del 70%” spiega Antonio Tonioni, presidente della sezione prodotto ortofrutta di Confagricoltura Toscana. “La produzione di frutta estiva è stata compromessa dalle gelate della scorsa primavera soprattutto quella dell'8 aprile: è stata anomala, causata una corrente di aria fredda dal Nord Europa e ha provocato danni su tutto il territorio regionale ma a macchia di leopardo, più in collina che in pianura”. Così ora sul mercato si trova poca frutta toscana: albicocche pesche e susine arrivano soprattutto dal Sud Italia e dalla Spagna. Diminuendo l'offerta sono aumentati leggermente anche i prezzi.

Dal gelo si sono salvati meloni e angurie, che in primavera erano ancora in serra o in tunnel. “Dopo una fase molto positiva a giugno, il mercato di questi prodotti però sta attraversando una fase negativa caratterizzata da un sovraffollamento di produzione: a quella toscana si aggiungono e quelle di altre regioni, che sono arrivate sul mercato nello stesso momento”. Il risultato è una diminuzione dei prezzi, soprattutto delle angurie “generiche”. “In alcuni casi, prevelentemente nella grande distribuzione, i prezzi sono così bassi che non coprono i costi di produzione, trasporto e intermediazione. Questa corsa al ribasso rischia di danneggiare ulteriormente le aziende ortofrutticole e favorire al contrario il lavoro "nero” mette in guardia Tonioni, che lancia un appello a non “portare il prezzo dei prodotti sotto la copertura dei costi di produzione, per evitare che a pagarne le conseguenze siano i produttori”.

Per quanto riguarda i prodotti di fine agosto settembre e ottobre, per le pere si stimano danni medi tra il 50 e il 70%, per le mele fra il 30% e il 40% (con punte del 70%). Tra gli ortaggi, la produzione di pomodori rischia di subire invece un altro fenomeno: la “concorrenza” degli orti privati. “Dall'anno scorso assistiamo a un aumento delle autoproduzioni e i pomodori, insieme alle zucchine, sono gli ortaggi preferiti per l'orto di casa” spiega ancora Tonioni.
“E' un'abitudine che ha aspetti positivi perché fa capire al consumatore il lavoro che sta dietro alla coltivazione di ortaggi e gratifica, ma comporta un calo dei prezzi sul mercato”.
A fronte di danni subiti per le gelate e nonostante le ripetute richieste di sgravi contributivi sui costi di manodopera e canali convenzionati per accesso al credito avanzate da Confagricoltura Toscana al governo, i produttori toscani non hanno ricevuto agevolazioni.
“Dopo la tempesta di luglio 2019, le gelate del 2020 e la maxi gelata di quest'anno, le aziende sono in forte difficoltà, hanno costi fissi di produzione che rimangono invariati, ma non possono contare su altrettanti guadagni e hanno problemi di liquidità: devono essere aiutate ad arrivare al raccolto 2022, per non compromettere anche quello” conclude Tonioni.

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21/07/2021, 12:17
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VIOLENTA GRANDINATA NEL BOLOGNESE: INGENTI PERDITE DI RACCOLTO

Colpite le zone di Altedo, Baricella e Malalbergo, con chicchi di ghiaccio del diametro di 5 centimetri. L’imprenditore agricolo Luciano Bortolan: “I danni di ieri non si ripercuotono solo sul presente ma anche in ottica futura, rischiando di mandare all’aria il lavoro di mesi e mesi”

(Bologna, 27 luglio 2021) – L’ondata di maltempo che ha colpito l’Emilia si è abbattuta anche nel Bolognese, dove nella giornata di ieri piogge intense e violente grandinate hanno causato danni alle produzioni agricole. Danni che, come emerge da una prima ricognizione di Confagricoltura Bologna, si sono registrati soprattutto sulla zona nord-orientale della provincia di Bologna, vicino al confine con il territorio di Ferrara, in particolar modo nelle località di Altedo, Baricella e Malalbergo.

Sono state colpite principalmente le coltivazioni ortofrutticole, compresi diversi ettari di meleti e pereti. Solo le reti anti-grandine hanno evitato che le perdite fossero ancora più ingenti. I grossi chicchi di ghiaccio, con un diametro fino a 5 centimetri, hanno causato danni anche ai campi di mais e di soia presenti sul territorio.

“Purtroppo le perdite sono davvero importanti e hanno colpito tutta questa zona”, commenta Luciano Bortolan, imprenditore della Società Agricola Bortolan, associata a Confagricoltura Bologna. “Quando sono due mesi che non piove è normale che avvengano disastri come quello che è accaduto ieri. Danni come questi non si ripercuotono solo sul presente ma anche in ottica futura, rischiando di mandare all’aria il lavoro di mesi e mesi”.

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27/07/2021, 13:13
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Foreste, Confagricoltura: Più risorse e meno burocrazia per le attività forestali toscane
Alla Regione un documento in 5 punti con le proposte per rilanciare le attività forestali

Grosseto, 3 agosto 2021 – Incentivare la valorizzazione e la conservazione dei boschi e delle attività forestali, sostenere lo sviluppo della pioppicoltura, snellire la burocrazia, creare un'unica agenzia regionale, implementare la qualificazione delle imprese e la formazione degli operatori. Sono queste in sintesi le proposte di Confagricoltura Toscana alla Regione Toscana per il rafforzamento e il rilancio del settore forestale toscano: sono contenute in un documento, elaborato dal gruppo legno e foreste della confederazione, consegnato dal presidente Marco Neri alla vicepresidente della Regione Stefania Saccardi, durante un incontro tenutosi a Grosseto, per discutere delle problematiche del comparto, che in Toscana conta oltre un milione di boschi, sviluppa una rilevante attività economica e sociale, coinvolge migliaia di proprietari, oltre 250 imprese attive registrate e più di 2000 addetti.



“Quella forestale è un'attività che deve essere preservata e sostenuta”, afferma Neri. “La nostra regione è da sempre all'avanguardia in questo, ma chiediamo un ulteriore sforzo istituzionale, a partire dalla semplificazione e sburocratizzazione nel rapporto con la pubblica amministrazione”.



Confagricoltura Toscana propone di incentivare le risorse al sostegno della valorizzazione economica e della conservazione dei boschi e delle attività forestali attraverso il Piano di Sviluppo Rurale e il Piano Europeo di rilancio next generation-Pnrr nazionale; di approfondire lo studio di fattibilità di sostegno con il nuovo Psr alla sviluppo della pioppicoltura toscana; di semplificare i processi di rilascio delle autorizzazioni attraverso l’aggiornamento del Regolamento Forestale compreso il superamento delle doppie richieste (forestale e paesaggistica) con una sola; di migliorare la governance degli enti delegati anche attraverso un processo riformatore di un'unica agenzia regionale; infine, di implementare la qualificazione delle imprese e la formazione degli operatori del settore, ad alto rischio di sicurezza , al fine di contrastare forme di lavoro irregolari e di prevenire fenomeni sociali di comunità di lavoratori stranieri che non si integrano.



La vice presidente Stefania Saccardi ha rilevato “quanto sia importante il metodo concertativo nei rapporti fra istituzioni e associazioni di rappresentanza delle imprese per capire i veri problemi e rispondere con politiche attive di sviluppo” e in virtù del suo modo di interpretare la politica attraverso il continuo confronto con la gente e gli operatori protagonisti dello sviluppo si è resa “disponibile a partecipare a un incontro con i proprietari e le imprese del settore che con tanta fatica e sacrificio lavorano tutti i giorni a sviluppare questa millenaria attività forestale che ha generato e prodotto l’attuale bellezza delle foreste toscane e del suo splendido paesaggio valore aggiunto dell’ambiente toscano.”


03/08/2021, 11:49
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FRUTTA DI STAGIONE IN PROMOZIONE A PREZZI IRRISORI,
L’ALLARME DI CONFAGRICOLTURA BOLOGNA:
“UNA PROCEDURA NON CORRETTA CHE SVILISCE IL PRODOTTO”


(Bologna, 4 agosto 2021) – “Campagne promozionali con frutta e verdura proposta a pochi centesimi o addirittura regalata rappresentano una politica commerciale completamente sbagliata, che svilisce il prodotto, il quale viene percepito dal consumatore con un valore ancora più basso di quello che si può trovare abitualmente in vendita, spesso e volentieri già scontato. Tutto questo è un affronto al duro lavoro degli agricoltori”.

La dura analisi arriva da Confagricoltura Bologna. L’associazione accende i fari sui volantini di alcune insegne della distribuzione moderna, che nelle ultime settimane hanno lanciato promozioni con le angurie a 1 centesimo il chilo oppure con gli stessi frutti regalati ai consumatori a fronte di una spesa minima di 20 euro.

Di grande rilevanza è la testimonianza dell’imprenditore agricolo Thomas Malaguti, titolare dell’Azienda Agricola Malaguti di San Matteo della Decima. “Oramai è diventata una consuetudine che si ripete da diverso tempo e che vede l’intero sistema devalorizzato. Noi che vendiamo il prodotto al dettaglio a 1 euro al chilo, perché per realizzarlo ci sono costi importanti a monte, passiamo come dei ladri che se ne vogliono approfittare. Non è assolutamente giusto”.

Malaguti prende poi in considerazione la marginalità. “Se queste catene distributive vendono le angurie a 1 centesimo, a quale prezzo le hanno acquistate? Quanto riconoscono realmente, da un punto di vista economico, al produttore? Sono tutte domande che meritano risposta, anche perché si tratta di merce altamente deperibile, che deve essere venduta in pochi giorni”.


04/08/2021, 16:18
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