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Confagricoltura 
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Confagricoltura Bologna, campagna bieticola in chiaro-scuro: superfici in calo, migliora la qualità
ma maltempo e insetti penalizzano la produzione

(Bologna, 31 ottobre 2025) “La campagna 2025 è stata contraddistinta da luci e ombre per la bieticoltura bolognese. Se da una parte la superficie coltivata è continuata a calare soprattutto a causa delle continue piogge e delle basse temperature climatiche che hanno reso inagibili gran parte dei terreni, dall’altra la qualità del prodotto ha mostrato un leggero recupero rispetto al passato. Le criticità restano però importanti e minano la sostenibilità economica e produttiva delle nostre aziende”.

Con queste parole Vittoria Maccolini, vicepresidente di Confagricoltura Bologna, analizza la campagna bieticola che si è da poco conclusa. La bieticoltura rappresenta storicamente un fiore all’occhiello dell’agricoltura bolognese, prima area produttiva in Italia con circa 5.500 ettari (dato 2025) e la presenza dell’unico produttore di zucchero 100% italiano, ossia la cooperativa di bieticoltori Coprob - Italia Zuccheri con sede a Minerbio.

Tornando alle analisi della campagna appena conclusa, le forti precipitazioni primaverili, che hanno ritardato o in alcuni casi addirittura impedito le semine allagando i terreni, hanno ridotto ulteriormente la superficie coltivata (già in calo per i problemi di sostenibilità economica paventati dalle aziende agricole) e di conseguenza la quantità finale del raccolto. Più soddisfacente, invece, è stata la qualità del prodotto, misurabile con la polarizzazione, ovvero il contenuto di zucchero presente all’interno che è un parametro fondamentale per la loro valorizzazione industriale. Da una prima indagine effettuata da Confagricoltura Bologna presso i propri soci questo valore è pari circa al 15%, in miglioramento rispetto al 12% dello scorso anno e al 14,2% del 2023, ma ancora al di sotto dei livelli 2020-2022, quando raggiungeva il 16,5%.

“Il segnale di recupero qualitativo fa sicuramente piacere ma non può che lasciarci molte recriminazioni su quella che sarebbe potuta essere la campagna con un meteo più favorevole - continua Maccolini -. Il maltempo di quest’anno, insieme ai terreni allagati dalle passate alluvioni e non ancora del tutto asciutti, ha causato ingenti danni e ha ancora una volta condizionato in negativo la produzione. Inoltre, ci sono stati grandi problemi causati dalle malattie fungine e soprattutto dagli insetti, come nel caso del lisso, coleottero che grazie anche alla potenza delle sue larve effettua delle erosioni fogliari semicircolari alle piante che possono seccarsi in maniera precoce. Purtroppo, le rigide regole dell’Unione Europea sull’utilizzo dei trattamenti fito-sanitari ci impediscono di contrastare in maniera adeguata il problema”.

Tra i soci di Confagricoltura che sono stati maggiormente colpiti dal lisso figura la Rebecchi MGD Società Agricola di Crevalcore di Daniele Rebecchi. “È una presenza costante e difficile da controllare: colpisce l’apparato fogliare e compromette lo sviluppo della radice. Con le attuali limitazioni sull’uso dei fitofarmaci e un solo trattamento consentito, diventa impossibile contenere davvero la malattia. Per cercare di arginare in parte il problema abbiamo deciso di provare la semina autunnale, aumentando leggermente gli ettari coltivati, perché in questo periodo dell’anno il lisso è meno invasivo, ma si tratta appunto di una prova”.

Anche nell’Imolese la situazione non è stata delle migliori. Alberto Gabaldo, dell’omonima società agricola con sede a Medicina, spiega come “quest’anno le semine sono state tardive e in molti casi compromesse. Dove si è riusciti a lavorare bene a fine febbraio, con meno piogge, i risultati sono stati discreti; ma chi ha seminato più avanti ha pagato un prezzo altissimo. Il rischio è che sempre più agricoltori decidano di spostarsi su altre tipologie di colture considerate più sicure, rinunciando così a quella bieticola che fino a poco tempo era uno dei fiori all’occhiello dell’intero territorio”.

Dalla zona di Malalbergo Luciano Bortolan della Società Agricola Bortolan racconta un’annata tra le più complesse: “Abbiamo seminato in terreni zuppi d’acqua, poi affrontato caldo e nuove piogge. Le nostre rese in campo così come la qualità sono state inferiori rispetto agli anni scorsi, e i prezzi restano troppo bassi per sostenere la filiera. Servono scelte tecniche più mirate, varietà più resistenti e un confronto più profondo tra chi produce e chi trasforma. Solo con dati condivisi possiamo ragionare davvero sul futuro della bieticoltura”.

Proprio su questo aspetto si giocherà molto del futuro della bieticoltura nel bolognese ma non solo. “Questa è una situazione che non può essere lasciata alla sola capacità di adattamento delle aziende agricole. Serve una politica di sostegno stabile, un quadro fitosanitario più equilibrato e una revisione da parte delle Istituzioni Europee delle regole sull’uso dei prodotti di difesa, che oggi limitano fortemente l’efficacia degli interventi contro patogeni come il lisso. È necessario - conclude Maccolini - un piano condiviso tra istituzioni, industria e agricoltori che punti su ricerca, assistenza tecnica e valorizzazione economica del prodotto. Solo così potremo garantire un futuro a una coltura che resta strategica per il territorio e per l’agroindustria nazionale”.


31/10/2025, 13:11
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Olivicoltura, il 27 novembre Confagricoltura Toscana mette a confronto gli esperti del settore su innovazione, ricerca e promozione
L’iniziativa 'Toscana & Agricoltura' alle 10.30 in diretta sul canale YouTube dell’associazione e su Italia 7. Presenti il presidente Bartolini Baldelli, Giliberti (Regione Toscana), i professori Vieri e Guercini (Unifi)



Firenze, 19 novembre 2025 – Innovazione, ricerca e promozione per superare le criticità del comparto ed ottimizzarne le potenzialità: è questo il focus dell'appuntamento di Confagricoltura Toscana dedicato all'olivicoltura. L'evento, intitolato "Olivicoltura: fra impresa e paesaggio", si terrà mercoledì 27 novembre 2025 alle 10.30, in diretta su Italia 7 (canale 19 del DTT) e in live streaming sul canale YouTube di Confagricoltura Toscana (https://www.youtube.com/@confagricolturatoscana2615).

La nuova puntata della rubrica "Toscana & Agricoltura" mira ad affrontare le sfide attuali di un settore strategico per l'economia ed il territorio, analizzando la ciclicità delle produzioni ed una variegata superficie olivata, al fine di identificare le strategie più efficaci per sostenere il prezioso valore del Made in Italy.

Dopo i saluti istituzionali di Carlo Bartolini Baldelli, presidente Confagricoltura Toscana, si terrà la tavola rotonda con la partecipazione di Marco Vieri, docente di Meccanica agraria Università degli Studi di Firenze, Gennaro Giliberti, Direzione Agricoltura e sviluppo rurale Regione Toscana, Simone Guercini, professore ordinario di Marketing Università degli Studi di Firenze, Coordinatore Scientifico del Laboratorio di Marketing Internazionale Fondazione Pin Prato.

"Fra tante olivicolture, tutte meritevoli di considerazione e supporto, quello che non dobbiamo fare è pensare di poter applicare un unico progetto valevole per ogni peculiarità – spiega Carlo Bartolini Baldelli, presidente di Confagricoltura Toscana.

L'Evo Toscano e non solo, è sinonimo di qualità e garanzia, ma abbiamo necessità, oltre quella di confermare la qualità delle produzioni, d'incrementarne la quantità per l'esigente mercato. La strada è chiara: dobbiamo puntare su una costante innovazione, ricerca e promozione. La qualità si può fare in molti modi, ma non possiamo dimenticare la sostenibilità economica e le leggi di mercato”.

“Gli investimenti strutturali – conclude Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana- sono la base per consolidare le nostre attività e recuperare il divario con quei paesi europei che negli ultimi 20 anni si sono decisamente impegnati nel migliorare le loro performance. Il 27 novembre sarà la giusta occasione per approfondire queste ataviche questioni”.


19/11/2025, 21:08
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Giunta regionale, Confagricoltura Toscana: “Benvenuti ai nuovi assessori. Ora si lavori con concretezza per il futuro dell’agricoltura toscana”



Firenze, 20 novembre 2025 – “Diamo un caloroso benvenuto al nuovo assessore all'agricoltura, Leonardo Marras: ora possiamo iniziare a lavorare con determinazione e piglio per le imprese agricole toscane”

A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana, Carlo Bartolini Baldelli, che saluta la nuova Giunta regionale presentata dal presidente Eugenio Giani.

“Mi auguro e sono convinto che sia possibile un proficuo rapporto, nel rispetto dei ruoli, tra l'assessore e la nostra associazione” aggiunge il presidente.

“L’importanza del comparto agricolo e di tutto ciò che ruota intorno ad esso è sotto gli occhi di tutti – prosegue Bartolini Baldelli –. L’impegno e i risultati delle aziende devono coinvolgere tutto il sistema affinché le ben radicate idee di qualità e sostenibilità possano continuare a far germogliare l’immagine della Toscana tutta. Con buon senso, garbo e determinazione, porremo sul tavolo i nostri intendimenti, frutto dell’esperienza e di una visione del futuro mai banale e sempre vincente”.

“Proseguiremo il confronto avviato in questi anni – sottolinea il presidente – portando al tavolo della Regione idee, criticità e proposte frutto dell’esperienza concreta delle aziende. L’obiettivo non cambia: qualità, sostenibilità vera, economica oltre che ambientale, ed una visione del futuro che permetta all’agricoltura toscana di restare un’eccellenza”.

Confagricoltura Toscana augura buon lavoro anche agli assessori Monia Monni e David Barontini, confidando in un proficuo rapporto anche con loro.

“Auspichiamo che l’avvio della nuova Giunta – conclude Bartolini Baldelli - segni una fase operativa veloce e pragmatica, perché il settore ha bisogno di risposte già oggi: dai mercati alla semplificazione, dalla gestione del territorio al sostegno alla competitività delle imprese. Noi siamo pronti con determinazione e spirito di squadra”.


20/11/2025, 22:05
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Olivicoltura, gli esperti del settore a confronto il 27 novembre

L’iniziativa 'Toscana & Agricoltura' organizzata da Confagricoltura Toscana è in programma alle 10.30 in diretta sul canale YouTube dell’associazione e su Italia 7. Presenti il presidente Bartolini Baldelli, Giliberti (Regione Toscana), i professori Vieri e Guercini (Unifi)



Firenze, 24 novembre 2025 – Innovazione, ricerca e promozione per superare le criticità del comparto ed ottimizzarne le potenzialità: è questo il focus dell'appuntamento di Confagricoltura Toscana dedicato all'olivicoltura. L'evento, intitolato "Olivicoltura: fra impresa e paesaggio", si terrà giovedì 27 novembre 2025 alle 10.30, in diretta su Italia 7 (canale 19 del DTT) e in live streaming sul canale YouTube di Confagricoltura Toscana (https://www.youtube.com/@confagricolturatoscana2615).

La nuova puntata della rubrica "Toscana & Agricoltura" mira ad affrontare le sfide attuali di un settore strategico per l'economia ed il territorio, analizzando la ciclicità delle produzioni ed una variegata superficie olivata, al fine di identificare le strategie più efficaci per sostenere il prezioso valore del Made in Italy.

Dopo i saluti istituzionali di Carlo Bartolini Baldelli, presidente Confagricoltura Toscana, si terrà la tavola rotonda con la partecipazione di Marco Vieri, docente di Meccanica agraria Università degli Studi di Firenze, Gennaro Giliberti, Direzione Agricoltura e sviluppo rurale Regione Toscana, Simone Guercini, professore ordinario di Marketing Università degli Studi di Firenze, Coordinatore Scientifico del Laboratorio di Marketing Internazionale Fondazione Pin Prato.

"Fra tante olivicolture, tutte meritevoli di considerazione e supporto, quello che non dobbiamo fare è pensare di poter applicare un unico progetto valevole per ogni peculiarità – spiega Carlo Bartolini Baldelli, presidente di Confagricoltura Toscana.

L'Evo Toscano e non solo, è sinonimo di qualità e garanzia, ma abbiamo necessità, oltre quella di confermare la qualità delle produzioni, d'incrementarne la quantità per l'esigente mercato. La strada è chiara: dobbiamo puntare su una costante innovazione, ricerca e promozione. La qualità si può fare in molti modi, ma non possiamo dimenticare la sostenibilità economica e le leggi di mercato”.

“Gli investimenti strutturali – conclude Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana- sono la base per consolidare le nostre attività e recuperare il divario con quei paesi europei che negli ultimi 20 anni si sono decisamente impegnati nel migliorare le loro performance. Il 27 novembre sarà la giusta occasione per approfondire queste ataviche questioni”.


24/11/2025, 16:23
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Olivicoltura, Confagricoltura Toscana: “Il tempo è scaduto, serve agire adesso per recuperare competitività”
Il presidente Bartolini Baldelli: “Non possiamo più attendere gli eventi. Innovazione, ricerca e promozione sono le nostre leve per ripartire”



Firenze, 27 novembre 2025 – “Abbiamo molte olivicolture, tutte da salvaguardare, ma quello che non dobbiamo fare è attendere gli eventi. Il tempo è scaduto. Serve agire tempestivamente per recuperare lo stallo degli ultimi lustri”.

A dirlo il presidente di Confagricoltura Toscana, Carlo Bartolini Baldelli, durante l’appuntamento “Olivicoltura: fra impresa e paesaggio”, promosso da Confagricoltura Toscana nell’ambito della rubrica “Toscana & Agricoltura” in diretta su Italia 7 e sul canale YouTube dell’associazione nel quale sono intervenuti anche Marco Vieri (Università di Firenze), Gennaro Giliberti (Regione Toscana) e Simone Guercini (Università di Firenze e Fondazione Pin), delineando criticità e possibili traiettorie di sviluppo.

“Abbiamo perso competitività soprattutto in termini di quantità – ha proseguito Bartolini Baldelli – e questo penalizza la nostra presenza sui mercati, che pure continuano a riconoscere all’Evo toscano una qualità superiore. L’innovazione e l’applicazione della ricerca non sono più un’opzione: sono indispensabili”.

“Una ricchezza da valorizzare - ha sottolineato il presidente - sono le nostre cultivar: oltre 110 varietà, molte delle quali con potenzialità ancora inespresse. La qualità dell’Evo toscano è indiscussa, ma va comunicata con continuità e precisione millimetrica. E serve conoscere meglio ciò che il consumatore oggi chiede, facendo sistema con la ristorazione”.

“L’olivo è un valore aggiunto identitario – ha ribadito Bartolini Baldelli – e deve esserlo anche in termini di redditività. Ogni area ha il suo modello produttivo: dall’intensivo alle zone marginali fino all’olivicoltura eroica, che resta un presidio fondamentale di biodiversità”.

“Sta a noi, come sistema, - ha concluso il direttore di Confagricoltura Toscana, Gianluca Cavicchioli - garantire un futuro solido al comparto. Gli investimenti strutturali sono imprescindibili se vogliamo recuperare il divario con quei Paesi che negli ultimi vent’anni hanno lavorato con continuità. Il confronto di oggi ci consegna una direzione chiara: visione, collaborazione e interventi concreti per riportare l’olivicoltura toscana al centro del mercato”.


27/11/2025, 14:07
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Fotovoltaico ed eolico nei paesaggi agricoli, Agriturist Toscana richiama all’equilibrio
Maccaferri: “Sì alle rinnovabili, ma servono pianificazione, buon senso e rispetto del paesaggio”
Firenze, 5 dicembre 2025 - “Alcune notizie di mega-progetti fotovoltaici o eolici in zone ad altissimo valore paesaggistico ci hanno allarmati. Condividiamo pienamente l’obiettivo di incrementare la produzione da fonti rinnovabili, ma riteniamo indispensabile procedere con equilibrio, pianificazione e soprattutto buon senso” dichiara Daniela Maccaferri, Presidente Agriturist Toscana. “La vera sostenibilità è quella che produce energia pulita rispettando la terra, il paesaggio e le persone. Solo così il cambiamento diventa valore aggiunto per i territori”.

La diffusione di impianti fotovoltaici e pale eoliche su terreni agricoli e paesaggi rurali di pregio paesaggistico, in nome delle energie rinnovabili, senza adeguata pianificazione, rischia di compromettere senza ritorno valori storici, culturali e produttivi costruiti in secoli di lavoro.

È bene ricordare che questi impianti, una volta installati, rappresentano vere e proprie “coltivazioni poliennali”. Per questo, definire aree idonee valutando le attività in essere diventa un nodo cruciale per far sì che il cambiamento sia il reale valore aggiunto per il territorio.

Occorre una regolamentazione chiara, condivisa e rispettosa dei luoghi, che sappia armonizzare l’innovazione con la tutela del patrimonio paesaggistico e agricolo. Non si tratta di opporsi al progresso, ma di evitare che la fretta e l’improvvisazione cancellino secoli di storia e lavoro nelle nostre campagne.

Esistono esempi virtuosi, dove antico e moderno convivono, dove l’energia pulita non diventa sinonimo di deturpazione. Ma serve volontà politica, sensibilità tecnica e partecipazione civica. Ogni scelta in materia di energia rinnovabile deve tenere conto delle ricadute sul territorio e del punto di vista delle comunità locali.

Solo attraverso un dialogo aperto e un processo partecipativo sarà possibile garantire una transizione energetica realmente condivisa, equa e duratura, trasformandola da fonte di conflitto in motore di sviluppo armonioso e consapevole per il nostro Paese.


05/12/2025, 13:24
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Confagricoltura Bologna: “Troppe ombre e poche luci nel 2025:
agricoltura sotto attacco con meno risorse, eccessi di burocrazia e poche certezze”

(Bologna, 16 dicembre 2025) “Il 2025 è stato un anno particolarmente difficile per l’agricoltura bolognese. Le imprese hanno dovuto affrontare un contesto segnato da forti incertezze economiche e produttive oltre che da un progressivo indebolimento delle politiche di sostegno e da un quadro normativo spesso instabile, che rende sempre più complesso programmare il futuro”.

È questo un riassunto amaro di fine 2025 tracciato da Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, che richiama con forza l’attenzione delle istituzioni europee, nazionali e regionali sulla necessità di un deciso cambio di passo per salvaguardare e rilanciare il settore primario.

Uno dei nodi centrali resta quello della politica agricola europea (PAC). “Dalla revisione delle priorità dell’Unione Europea arrivano segnali preoccupanti: la riduzione delle risorse destinate all’agricoltura e l’ipotesi di un fondo unico - da cui attingeranno altri settori produttivi creando così una competizione dannosa per il sistema primario - rischiano di penalizzare ulteriormente un settore già messo a dura prova. Anche per questo motivo abbiamo deciso di scendere in piazza giovedì 18 dicembre a Bruxelles insieme al Copa Cogeca, in concomitanza con il Consiglio Europeo, per difendere la stabilità della PAC – che di fatto è stata l’unica politica comune da parte dell’Unione Europea - e cercare così di difendere il futuro dell’agricoltura e anche di rimando il futuro di tutti. È necessario, infatti, sostenere il settore primario, capace di garantire a tutta Europa quella sicurezza alimentare spesso menzionata dai politici e che deve essere quindi difesa e tutelata, e non tagliare, destinando queste risorse ad altri settori” spiega Venturi in occasione dell’Aperitivo di Natale con la stampa tenutosi presso il Fienile Fluó a Bologna.

“A questa problematica si aggiunge inoltre una burocrazia sempre più complessa: oggi, per presentare una domanda di sostegno, un’azienda agricola di medie dimensioni deve produrre decine di pagine di documentazione, procedimenti lunghi e farraginosi che vanno inevitabilmente ad appesantire i costi e la mole di lavoro ordinaria già presente. Serve una semplificazione reale, non annunciata, perché così si allontanano le imprese dagli strumenti di supporto invece di accompagnarle”.

Sul fronte nazionale, Venturi evidenzia le criticità legate agli strumenti per l’innovazione e la digitalizzazione relative alla Legge di Bilancio presentata dal Governo, proprio dopo che negli ultimi anni erano arrivati importanti interventi a sostegno del settore da parte dell’Esecutivo. “L’agricoltura 4.0 e 5.0 rappresentano una leva strategica per la competitività, ma il tetto alle risorse disponibili e il divieto di compensazione dei relativi crediti d'imposta con i contributi INPS, stanno di fatto bloccando gli investimenti in queste innovazioni. È un danno enorme per il sistema agricolo e una grave ingiustizia, aggravata dall’introduzione di norme con effetto retroattivo, che hanno colpito chi aveva già pianificato interventi economici. Auspichiamo in merito un ripensamento da parte del Governo Meloni. Anche perché significherebbe restare indietro con i tempi e permettere ad altri Paesi nostri competitor di superarci in maniera importante in questo ambito”.

Gli scenari di grande incertezza a livello europeo ma anche italiano possono essere anche motivo di allontanamento da parte dei più giovani dal mondo agricolo ritardando così quel ricambio generazionale di cui ci sarebbe grande bisogno. “Servono politiche strutturali per i giovani, è inutile girarci intorno – sottolinea Venturi -. Non bastano bandi occasionali o contributi una tantum, è fondamentale fornire certezze per il futuro. Perché un giovane dovrebbe dedicarsi al mondo agricolo invece di perseguire altre strade professionali? Ecco il motivo per cui serve una strategia ben calibrata e che contenga al suo interno questi punti: formazione mirata, agevolazioni fiscali durature, accesso al credito e a un contesto normativo stabile. Solo così possiamo favorire davvero l’ingresso e la permanenza dei giovani in agricoltura, garantendo continuità e anche nuovi punti di vista alle imprese”.

Un tema di cui spesso si sente parlare e che potrebbe trovare terreno fertile tra i possibili giovani agricoltori è sicuramente il presidio delle zone di collina e di montagna, a patto che cambino le politiche attuali e si incentivi maggiormente l’attività in queste aree. “Qui l’agricoltura non è solo attività economica, ma è presidio del territorio, tutela ambientale e spesso e volentieri sicurezza per le comunità. Tutto questo però sta progressivamente venendo sempre meno per tanti motivi: i costi produttivi più elevati – basti pensare ai trasporti-, i problemi legati al dissesto idrogeologico così come quello della viabilità. Mancano inoltre spesso e volentieri i servizi essenziali come, ad esempio, la connessione internet in diverse località. Come può un gruppo di ragazzi decidere di investire in un’azienda agricola con annesso agriturismo - il cui trend quest’anno è stato fortunatamente positivo — dando vita a una forma di turismo esperienziale se manca il WI-FI nella struttura e non è possibile garantire questo servizio minimo ai propri ospiti, oppure se le infrastrutture sono così carenti? Per questo motivo - spiega Venturi - serve riconoscerne pienamente la multifunzionalità, che è una indispensabile fonte di integrazione del reddito degli agricoltori delle zone collinari e montane e che è in grado, contemporaneamente, di fornire servizi alla collettività migliori, individuando così una strategia giusta ed efficace per garantirne il totale rilancio”.

Restando sul tema degli agriturismi, Confagricoltura Bologna guarda con attenzione alla nuova legge regionale, attesa nei primi mesi del 2026 con la speranza che sappia intercettare le trasformazioni socioculturali che hanno interessato il settore. “L’agriturismo è una realtà in forte crescita, soprattutto nel bolognese. Si può sviluppare ulteriormente attraverso il modello dell’agriturismo diffuso, capace di alleggerire la pressione turistica sulle aree urbane”. Il territorio offre già diverse eccellenze e produzioni certificate e la nascita di nuove infrastrutture, come il primo frantoio bolognese nell’area di Zola Predosa, andrà così a rafforzare una rete di aziende con grandi potenzialità di attrattività.

Sul tema dell’urbanistica Confagricoltura Bologna aspetta invece un intervento della Regione sulla legge omonima, oggi spesso disattesa dai Comuni, molti dei quali non hanno ancora applicato il Piano Urbanistico Generale. “Un’urbanizzazione non governata – sottolinea Venturi – produce opere che frammentano la maglia fondiaria e aumentano la cementificazione, con effetti negativi sul bacino idrografico e sulle bonifiche, causando danni diretti alle aziende agricole”. L’Associazione continuerà inoltre a lavorare per rivedere la disciplina urbanistica nelle zone agricole e valorizzare il patrimonio edilizio rurale, oggi ancora sottoutilizzato.

Soffermandosi nello specifico sull’andamento delle filiere nel 2025, il quadro resta particolarmente complesso con alcune campagne che hanno sofferto molto i problemi climatici caratterizzate da periodi di forti piogge alternate alla siccità estiva come nel caso dei “cereali e delle barbabietole da zucchero che hanno registrato un’annata negativa, con prezzi bassi e produzioni molto al di sotto della media in quasi tutte le aree del territorio bolognese”. Fino allo scorso settembre il latte ha avuto un andamento positivo, incappando in difficoltà solo nell’ultimo periodo, mentre continua a soffrire ancora la pericoltura, colpita dagli effetti della cimice asiatica e da altre avversità. Buona invece l’annata vitivinicola, “la cui filiera resta alle prese con il rischio di nuovi dazi, che potrebbero incidere nuovamente sui mercati e sulle politiche di esportazioni di alcune cantine che in passato avevano investito sugli USA e che ora sono costrette a rivedere tutte le loro strategie” analizza Venturi.

Proprio riguardo i mercati internazionali Confagricoltura Bologna vuole porre l’attenzione sull’accordo Mercosur che rischia di colpire chi fa della qualità e dei controlli il proprio marchio di fabbrica. “Gli accordi commerciali devono essere sinonimo di concorrenza leale. Non possiamo permettere che agli agricoltori europei vengano richiesti standard sempre più stringenti in termini ambientali, sanitari e di sicurezza mentre si consente l’ingresso di prodotti provenienti da Paesi che non hanno le nostre stringenti regole produttive. Le regole di ingaggio devono essere uguali per tutti. Il Mercosur è sicuramente un’opportunità ma lo è se accompagnato da adeguate tutele per le produzioni europee e italiane”.

In conclusione, per Venturi l’anno che verrà dovrà essere per forza “quello della svolta decisiva per evitare che la situazione degeneri ancora di più. Ci aspettiamo che a Bruxelles vengano prese decisioni più equilibrate che definiscano così il ruolo strategico che l’agricoltura può e deve avere. Ai nostri politici - dai rappresentanti di Governo ai parlamentari e agli eurodeputati del territorio, fino alla Giunta regionale, ai consiglieri regionali e ai nostri amministratori comunali – chiediamo politiche stabili, risorse adeguate, strumenti realmente accessibili e una semplificazione amministrativa per le aziende agricole. Chiediamo a tutti loro una visione chiara e condivisa a sostegno dell’agricoltura, perché il rischio è quello di perdere intere filiere produttive. Vogliamo che l’agricoltura torni ad essere un motore economico, ambientale e sociale per il nostro territorio”.


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Ricerca scientifica: nuove strategie per prati e pascoli produttivi, sostenibili e resilienti



L’utilizzo di miscugli di sementi foraggeri composti da diverse specie di graminacee, leguminose e altre specie può aumentare la resa dei prati integrati nella rotazione colturale, riducendo la dipendenza dai fertilizzanti. È il risultato del progetto internazionale LegacyNet, a cui il Centro di Sperimentazione Laimburg ha preso parte con un sito sperimentale a Teodone (Brunico). La ricerca è stata presentata durante la decima edizione del Forum di Esperti in Agricoltura Montana dello scorso 12 dicembre 2025, che ha visto la partecipazione di circa 50 esperte e esperti di agricoltura montana.


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