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Marco
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Agricoltura, Confagricoltura Toscana: “Molte aziende ancora in attesa dei rimborsi per la peronospora 2023, almeno 300 quelle nostre associate” Il direttore Cavicchioli: “Un silenzio che grida ascolto. Serve attenzione vera, non solo burocrazia” Firenze, 6 giugno 2025. “Emergenza peronospora 2023, chi era costei? Scomparsa dai radar. Evaporata nel sistema informatico. Un’altra tegola, un nuovo interrogativo per tante imprese che non hanno ricevuto alcuna notizia”.
E' una provocazione quella che il direttore di Confagricoltura Toscana Gianluca Cavicchioli lancia per accendere i riflettori sul tema dei rimborsi per i danni provocati dalla peronospora nel 2023.
"Una questione che riguarda oltre 300 aziende agricole della Toscana nostre associate. Ma è indubbio che la stima è al ribasso rispetto all’intero panorama regionale. Ancora oggi senza risposte e senza riscontri veri - spiega Cavicchioli -. La questione di fondo non sono tanto gli importi promessi e ad oggi non corrisposti, pur a suo tempo previsti e annunciati per fronteggiare i gravi danni alle coltivazioni, ma il segnale di un evidente scollamento tra il sistema produttivo e quello amministrativo, tra chi lavora ogni giorno nei campi e un apparato che dovrebbe tutelarlo. Ogni opportunità è sempre ben accolta se può alleviare gli imprevisti. Ma ciò che conta davvero è la vicinanza concreta alle imprese. Il ‘compitino’, svolto con sufficienza, non serve: alimenta solo disagio, scontento, sfiducia”.
"Inutile girarci intorno - dice il direttore di Confagricoltura Toscana - la questione ritorna sulla gestione nazionale degli enti preposti all’erogazione dei sostegni destinati al comparto".
“Ogni giorno le aziende si rimboccano le maniche - prosegue Cavicchioli - ma questo silenzio grida ascolto. Alle imprese, ai contribuenti — giustamente — si chiede il rispetto rigoroso delle scadenze. Noi chiediamo pari attenzione ed equità nei comportamenti”.
Cavicchioli chiude con un appello alla trasparenza e alla buona comunicazione che superi i limiti della sola burocrazia digitale: “Cosa chiediamo? Informazioni. Notizie, anche piccole, che possano restituire fiducia e permettere alle aziende almeno un minimo di programmazione. Si parla tanto di intelligenza artificiale - dice Cavicchioli - forse basterebbe molto meno: un po’ più di attenzione e comunicazione umana”.
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06/06/2025, 19:38 |
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Marco
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AGRICOLTURA DIGITALE, LA RICHIESTA DI CONFAGRICOLTURA “FONDI PNRR E COESIONE UE PER ACCESSO ALLE RETI”
Il presidente di Confagricoltura Bologna Davide Venturi interviene al convegno organizzato dalla Fondazione Marconi: “Sostenibilità, produttività e accesso ai dati elementi essenziali per promuovere innovazione nel mondo agricolo. Ma senza investimenti per assicurare la connettività nelle campagne, si resta solo nelle buone intenzioni”. Bologna, 10 giugno 2025 – “L’agricoltura digitale non è solo una prospettiva di modernizzazione, è una condizione necessaria per garantire il futuro del settore agricolo. Ma la digitalizzazione ha bisogno di infrastrutture adeguate: senza una connettività capace di assicurare adeguata copertura anche alle coltivazioni, gli agricoltori non saranno nelle condizioni di promuovere in processi di innovazione tecnologica”. È questo il messaggio lanciato da Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, intervenuto alla tavola rotonda conclusiva del convegno “Agricoltura 4.0 > 5.0 – Agricoltura Digitale: Sfide e Opportunità”, organizzato dalla Fondazione Guglielmo Marconi nella storica sede di Villa Griffone a Pontecchio Marconi (BO). Nel corso dell’incontro, che ha riunito rappresentanti del mondo agricolo, accademico e istituzionale, Venturi ha ribadito il ruolo chiave dell’innovazione digitale per le imprese agricole: “Come già molte nostre aziende agricole stanno sperimentando, l’agricoltura digitale consente di ottimizzare l’uso delle risorse, dall’acqua ai fertilizzanti, migliorando l’efficienza economica, la sostenibilità ambientale e la tracciabilità lungo tutta la filiera. È uno strumento indispensabile in un contesto segnato da cambiamenti climatici e difficoltà nel reperire manodopera”. Confagricoltura, ha ricordato Venturi, è stata promotrice della proposta di credito d’imposta per gli investimenti in Agricoltura 4.0, un’iniziativa che ha contribuito a rafforzare la spinta all’adozione di tecnologie avanzate. “Ora dobbiamo guardare avanti, verso un’agricoltura 5.0, dove digitale e sostenibilità si integrano in un nuovo paradigma produttivo”, ha affermato il presidente di Confagricoltura Bologna. Un passaggio centrale dell’intervento di Venturi ha riguardato la gestione intelligente e integrata dei dati agricoli: “I dati sono una risorsa strategica, spesso ne disponiamo in quantità notevoli ma non siamo capaci di metterli in collegamento tra loro e di utilizzarli in maniera adeguata. Per questo riteniamo che l’interoperabilità tra sistemi sia fondamentale per rendere i dati sempre più utili alla gestione aziendale e per attivare davvero il potenziale dell’intelligenza artificiale in agricoltura”. In questa direzione, come sottolineato da Venturi, si inserisce il progetto HubFarm, piattaforma digitale in cloud sviluppata da Confagricoltura, che consente di superare la frammentazione degli strumenti informatici e di valorizzare le informazioni in modo operativo. Accanto al tema della digitalizzazione, il presidente di Confagricoltura Bologna ha richiamato con forza l’attenzione sul divario digitale nelle aree rurali: “La copertura delle reti WIFI resta troppo disomogenea, soprattutto nelle zone collinari e montane, che già affrontano sfide produttive più complesse. La banda larga è oggi parte integrante della competitività agricola: un trattore connesso, un sensore di campo, una centralina irrigua funzionano solo se c’è rete”. Per Confagricoltura Bologna, ha concluso il presidente, è essenziale che i fondi del PNRR e della politica di coesione europea siano utilizzati per colmare questo ritardo infrastrutturale. “I fondi del PNRR e della politica di coesione europea devono essere indirizzati a garantire connettività stabile e capillare. La digitalizzazione agricola ha bisogno di infrastrutture e di semplificazione, molte delle risorse già stanziate rischiano di restare inutilizzate se non si interviene sulla burocrazia e sulla frammentazione dei bandi”.
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10/06/2025, 21:18 |
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DANIELE MONTEMAGGI NUOVO PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA DI FORLÌ-CESENA E DI RIMINI DEFINITO IL NUOVO ASSETTO DELL’ASSOCIAZIONE, PUNTO DI RIFERIMENTO PER LE IMPRESE AGRICOLE DEL TERRITORIO Cambio al vertice di Confagricoltura Forlì-Cesena e di Rimini. L’Assemblea dei soci ha eletto il nuovo consiglio direttivo, che nella sua prima riunione ha nominato Daniele Montemaggi come nuovo presidente interprovinciale. Montemaggi prende il testimone da Carlo Carli, che ha guidato l’associazione negli ultimi otto anni: un periodo ricco di sfide e cambiamenti per il settore agricolo. Montemaggi, 62 anni, è titolare di un’impresa agricola a vocazione orticola a San Mauro Pascoli, socio di Orogel e consigliere della cooperativa Arpor, Presidente del Consorzio di produttori Orto dei Pascoli, che si impegna a valorizzare e promuovere prodotti orticoli, in particolare la lattuga. “Assumo questo incarico con grande senso di responsabilità e con l’orgoglio di rappresentare un mondo agricolo che, nonostante le difficoltà, continua a dimostrare resilienza, capacità innovativa e visione – ha dichiarato Montemaggi –. Confagricoltura è un presidio di libertà d’impresa, legalità e competenza tecnica. Lavoreremo per rafforzare ancora di più il ruolo dell’associazione come punto di riferimento per le aziende del territorio, valorizzando le filiere, promuovendo il ricambio generazionale e dando voce alle istanze degli agricoltori nei contesti istituzionali e negoziali”. Il presidente ha inoltre ringraziato Carlo Carli per gli importanti risultati raggiunti e per l’impegno dimostrato nel suo percorso all’interno di Confagricoltura. Il nuovo assetto dei vertici vede al fianco di Montemaggi i vicepresidenti Massimiliano Ceccarini, presidente della Consulta di Rimini, e Fabio Gardini, presidente della Consulta di Forlì. A completare la rappresentanza territoriale, Marcello Filippi è stato eletto presidente della Consulta di Cesena. “Nel consiglio direttivo e nei consigli territoriali abbiamo introdotto molti giovani imprenditori agricoli che con entusiasmo si sono messi in gioco per il bene del settore – ha sottolineato Montemaggi. – Abbiamo davanti anni di sfide importanti, ma con il supporto del direttore Luca Gasparini, del vicedirettore Francesco Pausini e di tutta la squadra di Confagricoltura di Forlì-Cesena e di Rimini, saremo in grado di rispondere alle esigenze delle aziende agricole, sia sul fronte dei servizi sia sul fronte della rappresentanza”.
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13/06/2025, 13:20 |
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AGRICOLTURA, INNOVARE PER RESTARE COMPETITIVI CONFAGRICOLTURA BOLOGNA: “ALLE AZIENDE SERVONO RISORSE, COMPETENZE E PREPARAZIONE PER COSTRUIRE IL FUTURO”
Dall’agricoltura di precisione alle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale in campo tra irrigazione e mezzi meccanici: il confronto sull’innovazione all’assemblea dell’Associazione degli agricoltori del territorio metropolitano bolognese. Il presidente Davide Venturi: “La transizione è una priorità, ma servono strumenti e competenze per renderla davvero accessibile alle imprese”.
Bologna, 13 giugno 2025 – L’innovazione in agricoltura è oggi più che mai un passaggio obbligato, ma per renderla concreta servono – oltre alle risorse adeguate - strumenti, formazione e accompagnamento strategico alle imprese agricole. È quanto emerso questa mattina all’assemblea pubblica di Confagricoltura Bologna dal titolo “Innovare per crescere. Crescere per durare”, tenutasi negli spazi di Grand Tour Italia a Bologna.
“Oggi innovare significa dare risposte concrete a sfide quali la sostenibilità ambientale, la competitività economica, la gestione del rischio climatico e la pressione del mercato globale – ha detto Vittoria Maccolini, vicepresidente di Confagricoltura Bologna, nella sua introduzione -. Tuttavia, se da un lato ci viene chiesto di inquinare meno, e riteniamo sia giusto, bisogna considerare come l’introduzione di nuove tecnologie in campo agricolo, per quanto necessaria, richieda sia risorse economiche che competenze tecniche e strategiche per applicarle in modo efficace. Le innovazioni in ambito meccanico con l’agricoltura 4.0, in ambito informatico e nella gestione dei dati con l’impiego dell’Intelligenza Artificiale e l’agricoltura 5.0, fino a quelle biotecnologiche e genetiche rappresentano una rivoluzione profonda per il settore, ma senza un sostegno strutturale e un’adeguata preparazione delle aziende, il rischio è quello di rallentare i processi di transizione e di minare la sostenibilità economica delle aziende” ha aggiunto Maccolini,
Dalla relazione di Cristina Tinelli, direttore area internazionale e Unione Europea di Confagricoltura, sono poi emersi gli attuali limiti di una politica comunitaria che, seppure abbia segnato un primo cambio di passo rispetto alla precedente legislatura improntata da un Green Deal fortemente penalizzante per il settore primario, ora deve tradurre in atti concreti i nuovi auspici più volte ribaditi dalla Commissione UE ma troppo spesso rimasti solo dichiarazioni di intenti. Soprattutto sul tema delle risorse da mettere a disposizione nella nuova Pac.
“L’innovazione in agricoltura non è solo una prospettiva di modernizzazione delle nostre aziende, ma una necessità per garantire il futuro del settore – ha sottolineato nel corso della tavola rotonda il presidente di Confagricoltura Bologna, Davide Venturi -. La nuova visione europea presentata dalla Commissione UE segna certamente una svolta, ma servono strumenti adeguati per assicurare competitività alle imprese e sostenibilità economica al settore. Occorrono ingenti risorse per affiancare il mondo agricolo nei percorsi di innovazione, dall’utilizzo delle tecnologie in campo ai processi di meccanizzazione che aiutano anche a risolvere la carenza di manodopera, dall’impiego dei big data alla digitalizzazione delle nostre coltivazioni. Peraltro, come ribadito pochi giorni fa al convegno della Fondazione Marconi, ci troviamo molto spesso anche privi delle infrastrutture indispensabili, dato che manca una connettività capillare nelle aree rurali”. Per questo, ha sottolineato Venturi, “chiediamo che l’UE inverta drasticamente la rotta, che dalle parole si passi ai fatti e si doti il settore agricolo delle risorse necessarie per accompagnare le aziende e l’intera filiera nella transizione tecnologica e digitale, con incentivi e strumenti finanziari adeguati. Auspichiamo di avere al nostro fianco in questa battaglia le Istituzioni locali insieme a parlamentari ed europarlamentari espressione del nostro territorio”.
Alla tavola rotonda sono poi intervenuti il direttore generale di Confagricoltura Roberto Caponi, il segretario generale di Irrigants d’Europe Adriano Battilani, la prof.ssa Roberta Martelli del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio e il presidente di Aretè Mauro Bruni.
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14/06/2025, 14:04 |
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Sicurezza sul lavoro, Cavicchioli (Confagricoltura Toscana): “Sempre alta l’attenzione delle imprese agricole, non solo d’estate” Il direttore dell’associazione: “Le alte temperature impegnano molto aziende e lavoratori, abbiamo una normativa all’avanguardia e sempre meno infortuni ogni anno. Ma dobbiamo necessariamente tendere ad infortuni zero: anche il più irrilevante è una sconfitta del sistema”
Firenze, 18 giugno 2025. “Prendiamo atto con attenzione le linee guida della Regione Toscana sui rischi legati alle alte temperature estive. Ma la sicurezza sul lavoro deve essere una priorità tutto l’anno, non solo nei mesi più caldi. Per le imprese agricole, sicurezza significa cultura, rispetto delle persone e responsabilità sociale”.
Così Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana, interviene sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, commentando le recenti raccomandazioni della Regione per la protezione dei lavoratori.
“Dobbiamo continuare a lavorare insieme – continua Cavicchioli – per costruire un sistema virtuoso che punti con decisione a un solo traguardo: l’infortunio zero. E questo obiettivo si raggiunge solo con un investimento concreto nella formazione e nella consapevolezza dei rischi”.
“Abbiamo una legislazione avanzata, tra le più complete a livello europeo – continua Cavicchioli –. E i dati ci dicono che, anno dopo anno, gli infortuni nel nostro comparto stanno diminuendo. Non possiamo parlare di successo, ma è la conferma che la strada intrapresa è quella giusta”.
“Serve un approccio pragmatico e costruttivo – conclude Cavicchioli –. La sicurezza non si garantisce solo con l’aumento delle sanzioni, ma con la responsabilizzazione, il dialogo e l’educazione continua. Come Confagricoltura Toscana continueremo a fare la nostra parte, con impegno e concretezza”.
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18/06/2025, 11:43 |
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MALTEMPO BOLOGNA, CONFAGRICOLTURA: “DANNI SOPRATTUTTO IN VALSAMOGGIA, SISTEMA ASSICURATIVO DA RIVEDERE”
(Bologna, 19 giugno 2025) Il forte temporale, caratterizzato da grandine e vento, che si è abbattuto nelle giornate di lunedì 16 e martedì 17 giugno a macchia di leopardo nell’Area Metropolitana di Bologna, in particolare modo nella zona della Valsamoggia, ha causato danni alle colture frutticole e cerealicole della zona, in parte già provate da un’annata climatica complessa. In particolare sono stati colpiti peschi, albicocchi e campi di foraggio. Il disagio degli agricoltori è stato accentuato anche dalle difficoltà assicurative, che ancora oggi mostrano limiti importanti nel garantire una reale copertura ai produttori.
“Non possiamo più parlare di eventi eccezionali: la frequenza e l’intensità dei fenomeni atmosferici estremi – come grandinate, bombe d’acqua, gelate fuori stagione – impongono una riflessione seria e una risposta strutturale da parte delle Istituzioni e dell’intero sistema assicurativo” commenta Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna. “Le attività a sostegno di una difesa attiva - mi riferisco ad esempio alle reti antigrandine o alle coperture mobili - hanno fatto il loro effetto nel prevenire guai ancora peggiori ma devono essere incentivati ancora di più dalle Istituzioni in tutti i modi possibili. È però evidente che quando si parla di determinate coltivazioni come il grano o il foraggio è impossibile costruire reti antigrandine ed è purtroppo consequenziale subire danni. A questo punto entrano in gioco le assicurazioni che devono essere in grado di supportare economicamente le aziende agricole”.
La situazione nell’ultimo periodo in tal senso non è cambiata particolarmente. Le assicurazioni agevolate, infatti, spesso non riescono a dare una copertura adeguata a chi subisce danni. In altri casi le procedure sono lunghe e complicate, inficiando notevolmente la sostenibilità dell’impresa agricola.
“Il sistema assicurativo attuale – continua Venturi – deve essere per forza di cosa rivisto e deve venire incontro alle reali richieste degli agricoltori. Le polizze sono spesso troppo costose - anche a causa degli insufficienti fondi a disposizione - con franchigie elevate e risarcimenti che arrivano tardi o che non coprono realmente il danno subito. Serve un modello assicurativo più flessibile, più equo e che venga incontro ai nuovi rischi climatici che come abbiamo visto sono purtroppo all’ordine del giorno. Per questo motivo invitiamo tutte le parti in causa ad ascoltare le nostre istanze e a provare collaborare alla costruzione di soluzioni più sostenibili. C’è il pericolo che ogni evento atmosferico possa mandare in crisi una singola filiera e che gli agricoltori si ritrovino senza aiuti per poter andare avanti. Scenari che, con un minimo di programmazione e strategia, potremmo evitare tutti insieme”
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19/06/2025, 12:22 |
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Il 27 giugno Confagricoltura Toscana e l'Ente Produttori Selvaggina ascoltano le aziende venatorie Appuntamento a Fiesole per discutere del ruolo degli istituti faunistici privati nell’ambito del nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale Il presidente Neri: “Le norme attuali spesso non tengono il passo con i cambiamenti che interessano il mondo venatorio”
Firenze, 20 giugno 2025. Un momento di confronto sulle sfide del nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale, in particolare per quanto riguarda la gestione e il futuro degli istituti faunistici privati. È questo l’obiettivo dell’incontro promosso da Confagricoltura Toscana insieme all’Ente Produttori Selvaggina della Toscana in programma giovedì 27 giugno a partire dalle 10 alla Fattoria di Maiano, a Fiesole. La chiusura dei lavori è prevista per le ore 12, seguita da un light lunch.
“L’importanza degli istituti faunistici privati come le aziende faunistico venatorie, le aziende agri-turistico venatorie e i centri di addestramento cani è indiscutibile dal punto di vista ambientale, economico e gestionale - spiega Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana -. Le opportunità per migliorarne la funzionalità e valorizzarne il contributo al territorio meritano un approfondimento serio e condiviso”.
“L’incontro vuole offrire uno spazio di discussione tecnica e politica sulle prospettive future del settore, alla luce della revisione del Piano regionale. La normativa attuale spesso non tiene il passo con i cambiamenti che interessano il mondo venatorio e la gestione faunistica. Servono idee chiare e determinazione per costruire un modello di sviluppo aggiornato - conclude Neri - capace di tenere insieme sostenibilità ambientale, tutela della biodiversità e gestione economica delle risorse”.
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20/06/2025, 12:21 |
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Caccia, Confagricoltura Toscana: “Serve un Piano Faunistico Venatorio che guardi al futuro” Il presidente Neri: “Ambiente e gestione devono essere al centro delle nuove regole”
Firenze, 27 giugno 2025 – “È tempo di voltare pagina. L’ambiente è cambiato, la normativa no: serve un Piano Faunistico Venatorio Regionale capace di guardare al futuro, con regole puntuali, flessibili e realmente aderenti alla realtà dei territori”.
A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, dopo l’incontro di oggi promosso insieme all’Ente Produttori Selvaggina alla Fattoria di Maiano, a Fiesole, che ha visto la partecipazione di numerosi tecnici faunistici e dei rappresentanti delle aziende venatorie.
“C’è stata grande unità di intenti tra Confagricoltura e EPS – sottolinea Neri – e forte è stata la richiesta di riconoscere nella gestione ambientale il primo obiettivo degli istituti faunistici. La sostenibilità e la valorizzazione del territorio devono essere al centro della nuova pianificazione”.
Tra i punti emersi con più forza, la necessità di un equilibrio gestionale tra istituti pubblici e privati, l’adeguamento delle norme alla situazione attuale, e l’apertura a nuove opportunità anche sul piano europeo, considerando la diminuzione del numero di cacciatori italiani e l’interesse crescente dall’estero.
“Siamo davanti a cambiamenti significativi: i mutamenti climatici, la presenza di specie nocive che minacciano la fauna piccola, la ridotta diffusione di selvaggina nobile, l’aumento di ungulati come cinghiali e caprioli. Tutto questo impone una revisione delle strategie e delle priorità – aggiunge il presidente –. È importante puntare ad una gestione che non guardi più al passato ma costruisca un sistema moderno, in grado di valorizzare anche le aziende venatorie toscane come elemento di promozione del territorio”.
Chiara infine la richiesta al mondo politico e tecnico: tempi certi, regole aggiornate, pari dignità e oneri tra pubblico e privato. “Aspettiamo da troppo tempo il nuovo Piano – ha conclude Neri – e non possiamo più permetterci norme superate che ostacolano chi ogni giorno si impegna nella tutela dell’ambiente e della biodiversità”.
Sul fronte della gestione del territorio, interviene anche Marco Franolic, direttore generale di EPS.
“Attendiamo con fiducia la nuova modifica alla legge 157 sulla gestione venatoria – afferma -. Le aziende faunistiche rappresentano uno strumento utilissimo per la gestione del territorio e per l’irradiazione della fauna. Il loro ruolo va riconosciuto e valorizzato all’interno di un sistema di gestione ambientale moderno ed efficace”.
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27/06/2025, 17:20 |
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Imprese, Confagricoltura Toscana: “Per avviare il Quaderno di campagna digitale serve un sistema che funzioni davvero” Il direttore Cavicchioli: “Non vogliamo altri ostacoli burocratici sulle spalle dei nostri associati”
Firenze, 30 giugno 2025 – “Dal 1° gennaio 2026 tutte le aziende agricole dovranno compilare il Quaderno di campagna in formato digitale, uno strumento che serve a registrare i trattamenti fitosanitari, l’uso dei fertilizzanti e altri interventi sui campi. Un adempimento utile, ma che rischia di trasformarsi nell’ennesimo problema tecnico per chi lavora in agricoltura”.
A dirlo Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana.
“Non è il principio a preoccuparci – spiega Cavicchioli – ma il fatto che troppo spesso dietro queste novità si nascondono piattaforme inaffidabili, rallentamenti continui, bug e blocchi che si ripercuotono sul lavoro quotidiano delle imprese”.
Confagricoltura Toscana chiede che, prima dell’entrata in vigore dell’obbligo, venga garantito un sistema stabile, intuitivo ed efficiente, che non scarichi sugli agricoltori le inefficienze della burocrazia.
“In un momento storico in cui si parla tanto di digitalizzazione e intelligenza artificiale – prosegue il direttore – è paradossale trovarsi ancora a fare i conti con strumenti che complicano invece di semplificare”.
Il timore è concreto: il Quaderno di campagna rischia di diventare un nuovo intralcio, anziché un’opportunità di trasparenza e ordine.
“Chiediamo con fermezza – conclude Cavicchioli – che il sistema sia pronto e funzionante. Le aziende agricole non possono essere penalizzate da errori informatici o ritardi non dipendenti da loro. Ci sia pure l’obbligo, ma ci siano anche le condizioni per rispettarlo”.
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30/06/2025, 16:09 |
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Caldo, Confagricoltura Bologna: “Bene ordinanza della Regione, attenzione e confronto per esigenze particolari del settore primario”
(Bologna, 2 luglio 2025) “Per Confagricoltura Bologna la salute e la sicurezza delle persone vengono prima di ogni altra cosa. Per questo motivo riteniamo giusta la decisione della Regione Emilia-Romagna di intervenire tramite un’ordinanza per sospendere, nella fascia oraria dalle 12.30 alle 16, le attività lavorative in quei settori che vedono i lavoratori più esposti alle temperature estremamente elevate, come agricoltura e florovivaismo”. Così Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, interviene a seguito dell’ordinanza contingibile e urgente emanata dalla Regione il 30 giugno con misure di prevenzione per l’attività lavorativa in condizioni di esposizione prolungata al sole. “Le nostre aziende agricole già da tempo sono organizzate per tutelare al meglio le lavoratrici e i lavoratori impegnati nelle attività delle campagne estive, tra chi utilizza mezzi con cabine climatizzate o dotati di coperture adeguate, fino a chi ha rimodulato gli orari di lavoro prediligendo le ore meno calde – continua Venturi -. È evidente che queste restrizioni imposte dalla Regione finiranno per creare alcuni problemi logistici, organizzativi e in alcuni casi anche produttivi, perché le aziende agricole devono fare i conti con il rispetto dei tempi delle colture e della relativa consegna dei prodotti. Si può fermare un cantiere edile per qualche ora o anche qualche giorno senza perdere alcunché, se invece si fermano le attività agricole nel periodo estivo per tempi prolungati, perlopiù nei momenti più decisivi di maturazione delle produzioni, si rischia di perdere parte del raccolto. Questo aspetto non può essere ignorato”. Per Venturi è ora importante tenere puntualmente monitorato l’andamento meteorologico e, se le condizioni miglioreranno con una mitigazione delle temperature, “arrivare alla revoca dell’ordinanza della Regione”. “Come Associazione di agricoltori – aggiunge il presidente di Confagricoltura Bologna - auspichiamo un confronto continuo con le Istituzioni per decidere insieme le strade da percorrere, garantendo al contempo la sicurezza degli operatori e la possibilità delle aziende agricole di svolgere le proprie attività senza perdere raccolti. In ottica futura potrebbe essere ragionevole prevedere bandi e incentivi mirati per le aziende che decidano di adottare soluzioni tecniche e organizzative per far fronte alle ondate di calore e tutelare ancora di più le condizioni di lavoro dei propri collaboratori. Il caldo estremo indotto dai cambiamenti climatici in periodi sempre più estesi - conclude Venturi – sta diventando una consuetudine, dovremo imparare a conviverci aiutando le aziende agricole a proseguire nelle loro attività”.
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02/07/2025, 17:25 |
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