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Confagricoltura 
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Agricoltura, Confagricoltura Toscana: “Molte aziende ancora in attesa dei rimborsi
per la peronospora 2023, almeno 300 quelle nostre associate”
Il direttore Cavicchioli: “Un silenzio che grida ascolto. Serve attenzione vera, non solo burocrazia”
Firenze, 6 giugno 2025. “Emergenza peronospora 2023, chi era costei? Scomparsa dai radar. Evaporata nel sistema informatico. Un’altra tegola, un nuovo interrogativo per tante imprese che non hanno ricevuto alcuna notizia”.

E' una provocazione quella che il direttore di Confagricoltura Toscana Gianluca Cavicchioli lancia per accendere i riflettori sul tema dei rimborsi per i danni provocati dalla peronospora nel 2023.

"Una questione che riguarda oltre 300 aziende agricole della Toscana nostre associate. Ma è indubbio che la stima è al ribasso rispetto all’intero panorama regionale. Ancora oggi senza risposte e senza riscontri veri - spiega Cavicchioli -. La questione di fondo non sono tanto gli importi promessi e ad oggi non corrisposti, pur a suo tempo previsti e annunciati per fronteggiare i gravi danni alle coltivazioni, ma il segnale di un evidente scollamento tra il sistema produttivo e quello amministrativo, tra chi lavora ogni giorno nei campi e un apparato che dovrebbe tutelarlo. Ogni opportunità è sempre ben accolta se può alleviare gli imprevisti. Ma ciò che conta davvero è la vicinanza concreta alle imprese. Il ‘compitino’, svolto con sufficienza, non serve: alimenta solo disagio, scontento, sfiducia”.

"Inutile girarci intorno - dice il direttore di Confagricoltura Toscana - la questione ritorna sulla gestione nazionale degli enti preposti all’erogazione dei sostegni destinati al comparto".

“Ogni giorno le aziende si rimboccano le maniche - prosegue Cavicchioli - ma questo silenzio grida ascolto. Alle imprese, ai contribuenti — giustamente — si chiede il rispetto rigoroso delle scadenze. Noi chiediamo pari attenzione ed equità nei comportamenti”.

Cavicchioli chiude con un appello alla trasparenza e alla buona comunicazione che superi i limiti della sola burocrazia digitale: “Cosa chiediamo? Informazioni. Notizie, anche piccole, che possano restituire fiducia e permettere alle aziende almeno un minimo di programmazione. Si parla tanto di intelligenza artificiale - dice Cavicchioli - forse basterebbe molto meno: un po’ più di attenzione e comunicazione umana”.

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06/06/2025, 19:38
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AGRICOLTURA DIGITALE, LA RICHIESTA DI CONFAGRICOLTURA
“FONDI PNRR E COESIONE UE PER ACCESSO ALLE RETI”

Il presidente di Confagricoltura Bologna Davide Venturi interviene al convegno organizzato dalla Fondazione Marconi: “Sostenibilità, produttività e accesso ai dati elementi essenziali per promuovere innovazione nel mondo agricolo. Ma senza investimenti per assicurare la connettività nelle campagne, si resta solo nelle buone intenzioni”.

Bologna, 10 giugno 2025 – “L’agricoltura digitale non è solo una prospettiva di modernizzazione, è una condizione necessaria per garantire il futuro del settore agricolo. Ma la digitalizzazione ha bisogno di infrastrutture adeguate: senza una connettività capace di assicurare adeguata copertura anche alle coltivazioni, gli agricoltori non saranno nelle condizioni di promuovere in processi di innovazione tecnologica”. È questo il messaggio lanciato da Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, intervenuto alla tavola rotonda conclusiva del convegno “Agricoltura 4.0 > 5.0 – Agricoltura Digitale: Sfide e Opportunità”, organizzato dalla Fondazione Guglielmo Marconi nella storica sede di Villa Griffone a Pontecchio Marconi (BO).

Nel corso dell’incontro, che ha riunito rappresentanti del mondo agricolo, accademico e istituzionale, Venturi ha ribadito il ruolo chiave dell’innovazione digitale per le imprese agricole: “Come già molte nostre aziende agricole stanno sperimentando, l’agricoltura digitale consente di ottimizzare l’uso delle risorse, dall’acqua ai fertilizzanti, migliorando l’efficienza economica, la sostenibilità ambientale e la tracciabilità lungo tutta la filiera. È uno strumento indispensabile in un contesto segnato da cambiamenti climatici e difficoltà nel reperire manodopera”.

Confagricoltura, ha ricordato Venturi, è stata promotrice della proposta di credito d’imposta per gli investimenti in Agricoltura 4.0, un’iniziativa che ha contribuito a rafforzare la spinta all’adozione di tecnologie avanzate. “Ora dobbiamo guardare avanti, verso un’agricoltura 5.0, dove digitale e sostenibilità si integrano in un nuovo paradigma produttivo”, ha affermato il presidente di Confagricoltura Bologna.

Un passaggio centrale dell’intervento di Venturi ha riguardato la gestione intelligente e integrata dei dati agricoli: “I dati sono una risorsa strategica, spesso ne disponiamo in quantità notevoli ma non siamo capaci di metterli in collegamento tra loro e di utilizzarli in maniera adeguata. Per questo riteniamo che l’interoperabilità tra sistemi sia fondamentale per rendere i dati sempre più utili alla gestione aziendale e per attivare davvero il potenziale dell’intelligenza artificiale in agricoltura”. In questa direzione, come sottolineato da Venturi, si inserisce il progetto HubFarm, piattaforma digitale in cloud sviluppata da Confagricoltura, che consente di superare la frammentazione degli strumenti informatici e di valorizzare le informazioni in modo operativo.

Accanto al tema della digitalizzazione, il presidente di Confagricoltura Bologna ha richiamato con forza l’attenzione sul divario digitale nelle aree rurali: “La copertura delle reti WIFI resta troppo disomogenea, soprattutto nelle zone collinari e montane, che già affrontano sfide produttive più complesse. La banda larga è oggi parte integrante della competitività agricola: un trattore connesso, un sensore di campo, una centralina irrigua funzionano solo se c’è rete”.

Per Confagricoltura Bologna, ha concluso il presidente, è essenziale che i fondi del PNRR e della politica di coesione europea siano utilizzati per colmare questo ritardo infrastrutturale. “I fondi del PNRR e della politica di coesione europea devono essere indirizzati a garantire connettività stabile e capillare. La digitalizzazione agricola ha bisogno di infrastrutture e di semplificazione, molte delle risorse già stanziate rischiano di restare inutilizzate se non si interviene sulla burocrazia e sulla frammentazione dei bandi”.

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10/06/2025, 21:18
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DANIELE MONTEMAGGI NUOVO PRESIDENTE
DI CONFAGRICOLTURA DI FORLÌ-CESENA E DI RIMINI
DEFINITO IL NUOVO ASSETTO DELL’ASSOCIAZIONE, PUNTO
DI RIFERIMENTO PER LE IMPRESE AGRICOLE DEL TERRITORIO
Cambio al vertice di Confagricoltura Forlì-Cesena e di Rimini. L’Assemblea dei soci ha eletto il nuovo consiglio direttivo, che nella sua prima riunione ha nominato Daniele Montemaggi come nuovo presidente interprovinciale. Montemaggi prende il testimone da Carlo Carli, che ha guidato l’associazione negli ultimi otto anni: un periodo ricco di sfide e cambiamenti per il settore agricolo.
Montemaggi, 62 anni, è titolare di un’impresa agricola a vocazione orticola a San Mauro Pascoli, socio di Orogel e consigliere della cooperativa Arpor, Presidente del Consorzio di produttori Orto dei Pascoli, che si impegna a valorizzare e promuovere prodotti orticoli, in particolare la lattuga.
“Assumo questo incarico con grande senso di responsabilità e con l’orgoglio di rappresentare un mondo agricolo che, nonostante le difficoltà, continua a dimostrare resilienza, capacità innovativa e visione – ha dichiarato Montemaggi –. Confagricoltura è un presidio di libertà d’impresa, legalità e competenza tecnica. Lavoreremo per rafforzare ancora di più il ruolo dell’associazione come punto di riferimento per le aziende del territorio, valorizzando le filiere, promuovendo il ricambio generazionale e dando voce alle istanze degli agricoltori nei contesti istituzionali e negoziali”.
Il presidente ha inoltre ringraziato Carlo Carli per gli importanti risultati raggiunti e per l’impegno dimostrato nel suo percorso all’interno di Confagricoltura.
Il nuovo assetto dei vertici vede al fianco di Montemaggi i vicepresidenti Massimiliano Ceccarini, presidente della Consulta di Rimini, e Fabio Gardini, presidente della Consulta di Forlì. A completare la rappresentanza territoriale, Marcello Filippi è stato eletto presidente della Consulta di Cesena.
“Nel consiglio direttivo e nei consigli territoriali abbiamo introdotto molti giovani imprenditori agricoli che con entusiasmo si sono messi in gioco per il bene del settore – ha sottolineato Montemaggi. – Abbiamo davanti anni di sfide importanti, ma con il supporto del direttore Luca Gasparini, del vicedirettore Francesco Pausini e di tutta la squadra di Confagricoltura di Forlì-Cesena e di Rimini, saremo in grado di rispondere alle esigenze delle aziende agricole, sia sul fronte dei servizi sia sul fronte della rappresentanza”.

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13/06/2025, 13:20
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AGRICOLTURA, INNOVARE PER RESTARE COMPETITIVI
CONFAGRICOLTURA BOLOGNA: “ALLE AZIENDE SERVONO RISORSE, COMPETENZE E PREPARAZIONE PER COSTRUIRE IL FUTURO”

Dall’agricoltura di precisione alle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale in campo tra irrigazione e mezzi meccanici: il confronto sull’innovazione all’assemblea dell’Associazione degli agricoltori del territorio metropolitano bolognese.
Il presidente Davide Venturi: “La transizione è una priorità, ma servono strumenti e competenze per renderla davvero accessibile alle imprese”.


Bologna, 13 giugno 2025 – L’innovazione in agricoltura è oggi più che mai un passaggio obbligato, ma per renderla concreta servono – oltre alle risorse adeguate - strumenti, formazione e accompagnamento strategico alle imprese agricole. È quanto emerso questa mattina all’assemblea pubblica di Confagricoltura Bologna dal titolo “Innovare per crescere. Crescere per durare”, tenutasi negli spazi di Grand Tour Italia a Bologna.

“Oggi innovare significa dare risposte concrete a sfide quali la sostenibilità ambientale, la competitività economica, la gestione del rischio climatico e la pressione del mercato globale – ha detto Vittoria Maccolini, vicepresidente di Confagricoltura Bologna, nella sua introduzione -. Tuttavia, se da un lato ci viene chiesto di inquinare meno, e riteniamo sia giusto, bisogna considerare come l’introduzione di nuove tecnologie in campo agricolo, per quanto necessaria, richieda sia risorse economiche che competenze tecniche e strategiche per applicarle in modo efficace. Le innovazioni in ambito meccanico con l’agricoltura 4.0, in ambito informatico e nella gestione dei dati con l’impiego dell’Intelligenza Artificiale e l’agricoltura 5.0, fino a quelle biotecnologiche e genetiche rappresentano una rivoluzione profonda per il settore, ma senza un sostegno strutturale e un’adeguata preparazione delle aziende, il rischio è quello di rallentare i processi di transizione e di minare la sostenibilità economica delle aziende” ha aggiunto Maccolini,

Dalla relazione di Cristina Tinelli, direttore area internazionale e Unione Europea di Confagricoltura, sono poi emersi gli attuali limiti di una politica comunitaria che, seppure abbia segnato un primo cambio di passo rispetto alla precedente legislatura improntata da un Green Deal fortemente penalizzante per il settore primario, ora deve tradurre in atti concreti i nuovi auspici più volte ribaditi dalla Commissione UE ma troppo spesso rimasti solo dichiarazioni di intenti. Soprattutto sul tema delle risorse da mettere a disposizione nella nuova Pac.

“L’innovazione in agricoltura non è solo una prospettiva di modernizzazione delle nostre aziende, ma una necessità per garantire il futuro del settore – ha sottolineato nel corso della tavola rotonda il presidente di Confagricoltura Bologna, Davide Venturi -. La nuova visione europea presentata dalla Commissione UE segna certamente una svolta, ma servono strumenti adeguati per assicurare competitività alle imprese e sostenibilità economica al settore. Occorrono ingenti risorse per affiancare il mondo agricolo nei percorsi di innovazione, dall’utilizzo delle tecnologie in campo ai processi di meccanizzazione che aiutano anche a risolvere la carenza di manodopera, dall’impiego dei big data alla digitalizzazione delle nostre coltivazioni. Peraltro, come ribadito pochi giorni fa al convegno della Fondazione Marconi, ci troviamo molto spesso anche privi delle infrastrutture indispensabili, dato che manca una connettività capillare nelle aree rurali”. Per questo, ha sottolineato Venturi, “chiediamo che l’UE inverta drasticamente la rotta, che dalle parole si passi ai fatti e si doti il settore agricolo delle risorse necessarie per accompagnare le aziende e l’intera filiera nella transizione tecnologica e digitale, con incentivi e strumenti finanziari adeguati. Auspichiamo di avere al nostro fianco in questa battaglia le Istituzioni locali insieme a parlamentari ed europarlamentari espressione del nostro territorio”.

Alla tavola rotonda sono poi intervenuti il direttore generale di Confagricoltura Roberto Caponi, il segretario generale di Irrigants d’Europe Adriano Battilani, la prof.ssa Roberta Martelli del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio e il presidente di Aretè Mauro Bruni.

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