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Confagricoltura 
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Gli ungulati hanno provocato danni per 3,5 milioni di euro all'agricoltura

Ungulati, la denuncia di Confagricoltura: “In Toscana oltre 400mila capi, secondi solo dopo Austria”

Miari Fulcis: “Regione e Governo devono intervenire subito con un piano specifico”



Perugia, 4 aprile 2019 - “Qui siamo all'emergenza ungulati e quindi chiediamo alle istituzioni e in primo luogo alla Regione di muoversi per risolverla o dovremmo dire addio a molte imprese e a molti posti di lavoro” l'allarme lanciato da Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana, a margine dell'incontro “Coltiviamo l'Appennino centrale: risorse e criticità” organizzato oggi a Perugia da Confagricoltura Umbria, non lascia spazio a molte interpretazioni.

«Nel 2017, sono stati conteggiati danni per 3.500.000 euro alle colture - denuncia il presidente di Confagricoltura Toscana - Con oltre 400.000 capi, la Toscana è seconda solo all'Austria per il record di presenze e per una densità quattro volte superiore alla media europea, secondo la nostra Organizzazione. Occorre fare qualcosa e farlo in fretta. C'è da predisporre finché siamo in tempo un vero e proprio piano di interventi specifici che riporti le popolazioni di cinghiali, caprioli e cervi a numeri equilibrati che non danneggino, come invece avviene oggi, l'ecosistema e le nostre colture».

Parole risuonate nelle orecchie dei rappresentanti istituzionali presenti come l'assessore all'agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi.

«Abbiamo chiesto all'assessore regionale Remaschi di tenere distinta l'attività imprenditoriale degli agricoltori da quella dei cacciatori - precisa Fulcis -. Le nostre finalità non coincidono. Loro vogliono portare avanti un'attività prettamente ludica, noi vogliamo salvare posti di lavoro all'interno delle nostre aziende».

Ma Confagricoltura ha avanzato specifiche richieste al Governo e alla Regione Toscana anche sul futuro dell'agricoltura sull'Appennino.

«La Toscana, con un milione e 200 mila ettari di bosco, è la regione d'Italia con la più alta superficie boscata - ha spiegato Miari Fulcis. - È importante quindi che il Governo si attivi per semplificare le procedure legate alle attività boschive e per intervenire rapidamente nelle zone in cui ci sono emergenze».

«L'Appennino è una risorsa fondamentale per le nostre aziende agricole. Per questo dobbiamo rimettere al centro le attività boschive, sia in termini di redditività che di tutela ambientale» ha concluso il presidente di Confagricoltura Toscana.

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04/04/2019, 22:20
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La crisi coinvolge tutto l'ortofrutta e impone tagli ai prezzi con punte del 20%
Ortofrutta, mele toscane: i consumi rallentano e calano fino al 12%
Per Confagricoltura Toscana i produttori adesso rischiano di non esaurire le scorte


Firenze, 12 aprile 2019– Travolge anche la Toscana il rallentamento dei consumi nel comparto ortofrutticolo registrato in tutta Italia e denunciato già dalla grande distribuzione organizzata.

«La nostra regione si è certamente difesa meglio, ma non è rimasta immune al calo della domanda e alla conseguente diminuzione del valore del prodotto in questi primi quattro mesi dell'anno» spiegaAntonio Tonioni, presidente della sezione Ortofrutta di Confagricoltura Toscana.

A farne le spese è soprattutto la frutticoltura che ha registrato un calo generale del 10% nelle vendite, con un conseguente abbassamento dei prezzi tra il 15 e il 20% rispetto al 2018.

«A preoccupare i produttori toscani sono soprattutto le mele raccolte nel 2018 e stoccate nei magazzini» aggiunge Tonioni. «Le nostre mele sono uniche in quanto a proprietà organolettiche e a qualità, per questo ci aspettavamo un buon andamento delle vendite. Cosa che non è avvenuta. Le scorte negli impianti frigo, infatti, sono decisamente superiori alla media».

Le caratteristiche del prodotto toscano, quindi, non hanno impedito il calo della domanda. «Anche se le mele top di gamma non hanno subito grandi variazioni, nei consumi del prodotto di fascia media abbiamo registrato un -9% e addirittura un -12% in quello di fascia bassa» aggiunge Tonioni.

I prossimi mesi saranno decisivi per tirare le somme, ma intanto i produttori sono davanti a un bivio. «Dovremo capire se sarà più strategico abbassare ulteriormente i prezzi per incentivare il consumo o se rischiare di rimanere con il prodotto invenduto nei magazzini. Una cosa è certa, e va a vantaggio del consumatore, che potrà trovare sul mercato mele eccellenti a prezzi migliori» conclude Tonioni.

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12/04/2019, 15:33
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In controtendenza, la richiesta da parte della comunità musulmana continua ad aumentare

A Pasqua, il 15% in meno di agnello sulle tavole toscane

L'allarme degli allevatori di Confagricoltura: «Siamo costretti a svendere la nostra carne pregiata e di qualità»



Firenze, 18 aprile 2019– A Pasqua, sempre meno agnelli sulle tavole toscane. Il calo è già stato stimato intorno al 15%.

«Le richieste rimangono più o meno stabili nelle zone di campagna, ma nei centri abitati più grandi e nelle città, la tradizione dell'agnello pasquale è sempre meno praticata» spiega Angela Saba, Presidente della sezione Ovicaprini di Confagricoltura Toscana. «In alcune aziende i capi non sono stati addirittura ritirati e molti allevatori, per tutelarsi, hanno accettato di vendere con largo anticipo ai commercianti, che poi hanno provveduto a congelarli in attesa delle festività».

La consueta impennata degli acquisti last minute da parte dei consumatori, non salva di certo la situazione, i ricavi degli allevatori rimangono al palo.

«Ogni anno che passa, siamo costretti a vendere ai grossisti a prezzi sempre più bassi, anche in occasione di questa Pasqua, i nostri margini perdono più del 20 %» spiega ancora Saba. «Chi ha venduto in questi giorni lo ha fatto a una media di 3,50 euro al chilo, ma chi si è mosso più di un mese fa ha dovuto abbassare il prezzo a 2,50 euro. Prezzi ridicoli per una carne pregiata e di grande valore nutrizionale».

«La situazione degli allevatori nella nostra regione è allo stremo» spiega ancora Saba. «In Toscana, negli allevamenti, concentrati soprattutto in Maremma, la situazione è preoccupante. Ogni anno chiudono più di 50 aziende, ne sono rimaste circa 1200, che nel giro di breve, se l’andamento non cambierà - tra predazione, prezzo del latte in picchiata e incremento dell’import di carne da fuori - scompariranno, trascinandosi dietro tutto un indotto che dà da mangiare a tantissime famiglie».

Altro fenomeno negativo, quello della sostituzione delle razze autoctone con pecore di razze straniere. «Per ridurre i costi di gestione, si passa a razze che solitamente vengono allevate solo a stabulazione fissa, nelle stalle e non al pascolo, con conseguenze pesanti sulla biodiversità e sull’ambiente. Il pascolo brado non inquina e permette la conservazione del territorio a differenza dell’allevamento intensivo che fortunatamente ad oggi non ha mai preso vita nella nostra regione, ma che diventerà l’unica alternativa alla scomparsa della pastorizia tradizionale» denuncia ancora Saba.

Eppure, molti studi attestano le qualità della carne ovina. «I nostri agnelli, che vengono allevati con il solo latte materno, liberi e senza alcun tipo di alimentazione forzata, producono una carne tra le migliori che possano esistere in commercio, una carne che sotto l’aspetto nutrizionale non ha controindicazioni, ricca di acidi grassi buoni e adatta a tutti».

Unica nota positiva: è in forte aumento la richiesta che proviene dal mondo musulmano, grande consumatore, per motivi religiosi, di carne ovina. «Ormai una bella fetta di mercato circa un 20% della nostra produzione segue questo canale di vendita» conclude Saba. «Una conseguenza della società che cambia, alla quale guardiamo con molto interesse, visto che genera un consumo costante, distribuito su tutto l'anno e non concentrato nelle festività natalizie e pasquali come è per la maggior parte degli italiani. Credo tuttavia che sia molto importante invertire questo trend, con un consumo consapevole che faccia riflettere tutti senza seguire mode insensate che stanno distruggendo interi comparti produttivi. Mangiare sano è un diritto e la conoscenza un obbligo».

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19/04/2019, 13:19
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In Toscana, una perturbazione così non si vedeva dal 1957
Maltempo, l'allarme degli agricoltori: «Se stanotte scendiamo di nuovo sotto zero, sarà il disastro»
Miari Fulcis: «Dalle viti agli olivi, passando per il settore ortofrutticolo: le produzioni non si salveranno»

Firenze, 6 maggio 2019– In Toscana è allarme gelo e la tensione è altissima tra gli agricoltori. Dopo le nevicate a bassa quota di ieri, gli occhi ora sono puntati sulle temperature delle prossime ore. «Se stanotte la colonnina di mercurio scenderà di nuovo sotto lo zero, sarà un disastro» afferma Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana.

Le temperature in picchiata stanno mettendo in serio pericolo tutto il settore agricolo. Un'anomalia climatica, che non si verificava dal 6 maggio 1957 e che torna esattamente dopo 62 anni rischiando di colpire duramente le produzioni toscane nel momento più delicato, quello delle fioriture e delle germogliazioni.

«Se la perturbazione di origine artica nelle ore notturne non ci darà una tregua, tutte le nostre coltivazioni saranno danneggiate in maniera irreparabile. Questo significa chenon solo perderemo le produzioni ortofrutticole, ma che anche viti e olivi subiranno le conseguenze del gelo in una fase cruciale del loro sviluppo. E i produttori si ritroveranno in ginocchio».

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06/05/2019, 14:13
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Ungulati, Tar sospende caccia in braccata, Confagricoltura Toscana “Così si uccide l'agricoltura”

Firenze, 15 maggio 2019 - “Leggiamo con stupore che il TAR della Toscana sospende in via cautelare la principale attività di controllo e contenimento dei cinghiali prevista dalla legge obiettivo ignorando completamente la prima finalità della legge, cioè quella di tutelare le attività antropiche compresa quella agricola ed i valori ambientali e di Biodiversità della nostra regione. Così si uccide l'agricoltura.”

E' quanto dichiarato da Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana che commenta così la decisione del TAR della Toscana di sospendere il piano triennale di controllo del cinghiale nella parte in cui consente la caccia in braccata.

“Si abbandonano così – spiega Miari Fulcis - tutti i migliori propositi per conservare in Toscana agricoltura, lavoro, ambiente, paesaggio, sicurezza. Come sempre succede, hanno più forza un manipolo di idealisti fuori dalla realtà anziché perseverare obiettivi che possano permettere un corretto equilibrio e valorizzazione delle nostre eccellenze. Auspichiamo che la sospensiva abbia vita breve e che si ritorni ad una visione più generale e corretta del vivere e produrre nella nostra regione.” Conclude Miari Fulcis.

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15/05/2019, 16:30
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Elezioni europee, appello di Confagricoltura ai neoparlamentari toscani: “Lo sviluppo rurale e le emergenze che colpiscono gli agricoltori devono essere al centro dell’attenzione dell’Europa”

Firenze, 28 maggio 2019 - “Lo sviluppo rurale, l'innovazione e le problematiche dell’agricoltura siano al centro dell’attenzione dell’Europa a partire dalle due emergenze che mettono in seria difficoltà i nostri agricoltori: la massiccia presenza di ungulati e le aggressioni del lupo”. L’appello ai neo parlamentari europei eletti in Toscana arriva dal presidente di Confagricoltura Toscana, Francesco Miari Fulcis.

Miari Fulcis mette in evidenza l’importanza che avrà la prossima Commissione agricoltura che dovrà gestire il processo di riforma della politica agricola comune (PAC), che dovrà rimettere al centro dell'attenzione le esigenze delle zone di collina e montagna, il loro ammodernamento e sviluppo per poter continuare a garantire il rafforzando del ruolo degli imprenditori anche come realizzatori e innovatori del nostro straordinario paesaggio.

“Il percorso è ancora lungo – aggiunge Miari Fulcis - ma le trattative sono, di fatto, già iniziate e sarebbe utile indicare con chiarezza quelle che sono le aspettative dell’Italia e delle Regioni italiane. Da parte nostra credo sia importante far emergere le criticità di un settore che ha eccellenze e qualità ma che ha anche bisogno di una maggiore cura. Chiediamo la stessa attenzione per l’economia delle zone rurali anche al presidente della Città Metropolitana di Firenze Dario Nardella”.

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28/05/2019, 20:06
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Confagricoltura Toscana: «Le aziende ora rischiano di perdere gli investimenti fatti»
Agricoltura, il maltempo ha distrutto mille quintali di ciliegie toscane

Le piogge di questi giorni stanno impedendo i trapianti di pomodori, meloni e angurie. Mentre nelle vigne il clima pazzo ha già provocato un ritardo di tre settimane nello sviluppo delle infiorescenze. Nei campi allagati, impossibile fare anche i necessari trattamenti antiparassitari

Firenze, 30 maggio 2019 - La pioggia incensante caduta in queste settimane e, con particolare violenza, in questi ultimi giorni, sta mettendo in serio pericolo le colture toscane e la disponibilità di alcuni prodotti. Nei campi allagati, dove non si riesce a lavorare e i trattori affondano nel fango, si registrano già i primi danni. «Il maltempo non ci permette di effettuare i trapianti di pomodoro, melone e anguria. E questo, oltre a determinare un calo della produzione futura, impone fin da subito alle aziende agricole la perdita degli investimenti sostenuti per acquistare le piantine da mettere a dimora» spiega Antonio Tonioni, presidente della sezione Ortofrutta di Confagricoltura Toscana.
Le cose non vanno meglio sul fronte delle colture già avviate, in particolare quelle del settore frutta. «L'eccessiva umidità di questo periodo ha fatto prolificare gli afidi, che attaccano i germogli, e le malattie fungine, che “macchiano il prodotto” causando una perdita del suo valore sul mercato» prosegue Tonioni.
C'è un frutto che più di ogni altro in Toscana ha risentito del maltempo. È la ciliegia, coltura tra le più diffuse nella nostra regione. La varietà precoce, quella cioè che matura proprio in questo periodo, è stata fortemente danneggiata. «Le piogge hanno colpito i frutti staccandoli dalla pianta: abbiamo perso qualcosa come circa mille quintali di ciliegie. L'annata della varietà precoce è ormai compromessa» denuncia il presidente Tonioni.
Più passano i giorni, più la preoccupazione sale. Un'altra settimana di pioggia e sarà davvero difficile recuperare il tempo perso fin qui. Soprattutto per la viticoltura. «In tutta la Toscana si registra un ritardo di circa tre settimane nello sviluppo delle infiorescenze delle viti. Ancora è presto per fare previsioni sulla prossima vendemmia, ma di certo viviamo un momento di grande difficoltà» precisa Francesco Colpizzi, presidente della sezione Vitivinicoltura di Confagricoltura Toscana.

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31/05/2019, 15:29
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"Ora è il momento del castagno, del girasole, del millefiori"
Miele toscano, dimezzata la produzione di miele di acacia
Confagricoltura Toscana: “La speranza è che il bel tempo dei prossimi giorni si mantenga: serve compensare la scarsa produzione primaverile”

Firenze, 7 giugno 2019 – La produzione miele di acacia quest’anno ha avuto un tracollo (si parla di oltre il 50 per cento rispetto alla produzione consueta) a causa del maltempo che ha danneggiato la fioritura, ma ora la speranza degli agricoltori è rivolta alle altre fioriture, in particolare quelle di castagno e di girasole che servono alla produzione di ottime qualità di miele toscano.

“Soprattutto le grandinate che si sono avute nei mesi primaverili hanno danneggiato la fioritura delle acacie – spiega Confagricoltura Toscana con Gianluca Ghini, che fa parte anche dell’associazione toscana apicoltori – ma le basse temperature e la pioggia hanno anche impedito che le api uscissero all’esterno delle arnie per un lungo periodo. Il meteo purtroppo è ancora incerto ma per gli oltre 5mila apicoltori toscani sarebbe fondamentale una tregua dalle piogge perché è ora il momento della produzione di miele di altre fioriture, del castagno nell’Aretino, del girasole nella Valdichiana, del millefiori, e sarebbe fondamentale compensare la scarsa produzione primaverile”.

In attesa dell’arrivo dell’estate gli agricoltori stanno però valutando se chiedere lo stato di calamità: “In molte zone non è stato ancora possibile procedere alle semine del grano, del girasole, del tabacco. La situazione inizia a farsi allarmante, chi ha seminato ha in buona parte i campi sottacqua, se il bel tempo non si stabilizza anche l’annata rischia di essere compromessa”, commenta Ghini.

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07/06/2019, 15:16
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Pistoia, arrestati i ladri dei vivai. Mati (Confagricoltura): “Un grazie all’Arma dei Carabinieri dai vivaisti”

Il presidente sezione prodotto floroviviastico Confagricoltura Toscana: “Così lo Stato dimostra che è concretamente al fianco di chi lavora e fa impresa”

Pistoia, 12 giugno 2019 - “Vorrei far arrivare a nome di tutte le aziende florovivaistiche un sentito ringraziamento all’Arma dei Carabinieri e al colonnello Comandante Provinciale Gianni Fedeli per l’arresto dei malviventi che rubavano nei vivai del pistoiese” così Francesco Mati, presidente sezione prodotto florovivaistico Confagricoltura Toscana, commenta i tre arresti effettuati a Pistoia che hanno sgominato una banda dedita ai furti nelle aziende vivaistiche della zona.

“Vanno ringraziati - spiega Mati - per il lavoro svolto sul territorio sia da un punto di vista di controllo che di intelligence. E’ una grande soddisfazione sapere che al di là degli allarmismi c’è chi opera spesso nel silenzio e sotto traccia per assicurare alla giustizia perché in questa maniera i Carabinieri e il Comandante Fedeli hanno dimostrato che c’è uno Stato che fa rispettare la legge, che è presente e sta al fianco di chi lavora e fa impresa”.

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12/06/2019, 18:25
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Confagricoltura promuove l'introduzione di colture innovative
Girasole, lino e crambe: l’agricoltura toscana del futuro con il progetto SIC OLEAT

Il direttore Mentessi: ”L’obiettivo è diversificare i sistemi colturali e aumentare il reddito degli agricoltori in modo sostenibile"

Firenze, 19 giugno 2019 - Introdurre nuove colture oleaginose in Toscana, per utilizzi innovativi e sostenibili. E' l'obiettivo di SIC OLEAT: ottenere, attraverso la spremitura meccanica a freddo, oli vegetali di elevata qualità per utilizzi più diversi, dalla cosmetica ai lubrificanti, sia per il settore alimentare che industriale.

SIC OLEAT, finanziato dal bando per Progetti Integrati di Filiera della Regione Toscana, è stato presentato al Centro di Ricerche Agro-ambientali “E. Avanzi” dell’Università degli Studi di Pisa. Insieme a Confagricoltura Toscana, in qualità di capofila ci sono l’azienda di trasformazione Savi Italo, due aziende agricole toscane, Musu e Pian dei Volpi, e l’ente di ricerca Università di Pisa – CiRAA.

Girasole “alto” ed “altissimo” oleico, lino e crambe, sono queste le coltivazioni da potenziare o avviare completamente in Toscana.
"L’introduzione di colture alternative ha lo scopo di diversificare i sistemi colturali e permettere lo sviluppo di nuovi prodotti in rapporto ai nuovi modelli di domanda, anche in un’ottica di filiera integrata sul territorio - afferma il direttore di Confagricoltura Toscana, Marco Mentessi - Parliamo di colture alternative da introdurre negli avvicendamenti tradizionalmente occupati dai cereali, per aumentare e diversificare il reddito degli agricoltori toscani, nel rispetto di pratiche agricole sostenibili"

Gli oli vegetali ottenibili da girasole, lino e crambe, infatti, sono caratterizzati da un elevato valore nutraceutico e salutistico, che li rende particolarmente interessanti per un mercato in grande crescita in Italia: +7% annuo secondo stime QuintilesIMS Italia.

Il girasole è la coltura più conosciuta e coltivata in Toscana (quasi 23mila ettari nel 2018, fonte Istat), ma sono molti gli spazi di mercato ancora disponibili soprattutto per le varietà innovative “alto” ed “altissimo oleico”: basti pensare che mentre in Francia queste rappresentano ben il 62% delle coltivazioni totali di girasole, in Italia siamo fermi al 35%.

Meno diffuso il lino, con solo 300 ettari coltivati nel 2018 (fonte Istat), anche se la sua introduzione soprattutto in sistemi di agricoltura biologica può essere un’importante opportunità per gli agricoltori toscani vista la crescente richiesta da parte del mercato europeo.

Totalmente sconosciuto è infine il crambe il cui olio ottenuto dalla spremitura dei semi è molto interessante per numerose utilizzazioni industriali, soprattutto nel settore cosmetico. Per questo motivo è attualmente oggetto di sperimentazione in tutta Europa.

Il progetto SIC OLEAT prevede ulteriori iniziative divulgative, a cura di Confagricoltura Toscana, che accompagneranno l’avanzamento delle attività sperimentali di coltivazione, estrazione ed analisi comparate degli oli ottenuti.

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19/06/2019, 16:39
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