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Confagricoltura 
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PAC, CONFAGRICOLTURA: DAL VERTICE ITALIA-FRANCIA-SPAGNA SEGNALI POSITIVI, MA IL BUDGET AGRICOLO

DEVE ESSERE MANTENUTO IN TERMINI REALI

“Per mantenere in Europa una politica agricola forte è necessario un budget adeguato”. Lo ribadisce Confagricoltura, al termine del vertice tra i ministri delle Politiche agricole Mario Catania e i ministri dell’Agricoltura di Francia, Stéphane Le Foll, e Spagna, Miguel Arias Cañete.

“E’ positivo – commenta Confagricoltura – che in una fase importante del negoziato si sia trovata una linea di convergenza tra i tre Paesi, ma il mantenimento dei trasferimenti in valore corrente non è sufficiente, perché comporta un taglio in termini reali della spesa. Anche se il clima a Bruxelles non è dei migliori sul lato finanziario, l’agricoltura non può essere l’unica rubrica che subisce tagli.”

Apprezzabile per Confagricoltura il tentativo di recuperare posizioni sul fronte della redistribuzione delle risorse per i pagamenti diretti a favore dei Paesi con importi medi ad ettaro più bassi.

In linea con la posizione dell’Organizzazione agricola l’orientamento dei tre ministri sul greening, che deve essere semplificato, anche in considerazione della specificità delle colture arboree. Così come è condivisibile l’intenzione di spostare in avanti l’unificazione dei pagamenti a salvaguardia dei diritti storici.

Sui diritti di impianto dei vigneti, infine, Confagricoltura ribadisce la necessità di ottenere una proroga del sistema, anche se con alcune modifiche, come si sta effettivamente negoziando.

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16/10/2012, 19:37
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CRISI, CONFAGRICOLTURA: INVESTIRE IN AGRICOLTURA PER VINCERE LA SFIDA ALIMENTARE MONDIALE

“Quella alimentare è ormai una sfida per tutto il pianeta e va gestita a livello globale.” Lo ribadisce Confagricoltura al termine del Meeting interministeriale che si è svolto questa mattina alla Fao sulle tensioni sui mercati mondiali delle materie prime agricole e la volatilità dei prezzi, in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione.

Confagricoltura ricorda che l’indice dei prezzi delle commodities agricole nel mondo (il Food Price Index), a settembre è ancora cresciuto e si è portato ormai a livelli vicini a quelli della “crisi” del 2008. Ma soprattutto le quotazioni stanno oscillando tantissimo con una volatilità che mina la fiducia delle imprese. Una situazione dei mercati internazionali tesa, su cui pesano le condizioni climatiche e che determina anche difficoltà di approvvigionamento soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, che non riescono a garantire cibo sufficiente ai loro abitanti; tant’è che oggi, benché in calo, come denuncia la Fao, abbiamo ancora circa 870 milioni di persone sottonutrite, un numero inaccettabile e inquietante.

“Sono due facce della stessa medaglia, l’agricoltura, che non vanno però confuse – sottolinea Confagricoltura -. Un conto è la questione ‘fame nel mondo’, su cui è primariamente impegnata la FAO, assieme alle agenzie specializzate delle Nazioni Unite, un altro è il tema più complessivo dell’instabilità dei mercati mondiali delle materie prime agricole affrontato negli ultimi mesi soprattutto dal G20. Sarebbe il caso di separare questi due temi, anche perché si rischiano confusioni di obiettivi e strumenti delle varie politiche. E di governance appunto.”

Occorre, quindi, a parere dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, intervenire con un’agenda che impegni soggetti politici, istituzioni, ma anche le imprese con un partenariato pubblico-privato. Portando avanti politiche per incentivare la produzione agricola, puntando sulla ricerca e le nuove tecnologie; stabilizzare le quotazioni e, quindi i redditi dei produttori; favorire la conoscenza e la trasparenza dei mercati, con regole il più possibile condivise su scala globale.

“Non è un percorso semplice – conclude Confagricoltura -, per la difficoltà dei problemi da superare, ma soprattutto perché si tratta di una gestione necessariamente globale ed oggi, proprio nell’era della globalizzazione, complice anche la crisi economico-finanziaria generalizzata, è difficile per gli Stati delegare ad organismi sovranazionali “spicchi” di propria sovranità. Ma è forse ormai ineludibile procedere in tale direzione come ha anche auspicato il Ministro dell’agricoltura francese Le Foll che ha chiesto di ''costruire una governance a livello mondiale sulle questioni agricole e alimentari'”. Un appello senz’altro condivisibile e che merita di essere preso in considerazione.

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16/10/2012, 19:37
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DDL STABILITÀ, CONFAGRICOLTURA: “VANNO BENE NUOVE NORME PER RECUPERARE LE MULTE DEL LATTE, PURCHÈ CI SIA LA VOLONTA’ DI APPLICARLE”

“La previsione normativa del ddl Stabilità, al vaglio delle Camere, di riattivare le procedure per recuperare le multe latte dovute dai produttori inadempienti e che ancora non risultano né pagate né rateizzate può contribuire a creare le auspicate situazioni di equità e trasparenza applicativa della disciplina comunitaria in materia di quote latte”. Lo sottolinea Confagricoltura, che ha sempre sollecitato procedure chiare, finalizzate ad assicurare il rispetto delle regole. “Non bastano però le norme – aggiunge - ci deve essere una altrettanto chiara e decisa volontà di applicarle”.

“Troppo spesso negli anni - osserva l’Organizzazione delle imprese agricole – pur in presenza di regole chiare, la loro gestione titubante ed incerta ha consentito ad uno sparuto gruppo di produttori (non più di 800 su di un panorama complessivo composto da 37.000 stalle) di ignorare le norme europee, costringendo la Commissione a dar corso a procedure d'infrazione nei confronti del nostro Paese. E obbligando, tra l’altro, gli allevatori ad operare in un mercato quantitativamente drogato da produzioni ottenute al di fuori delle norme”.

In attesa di poter vedere le proposte convertite in legge e l’amministrazione impegnata ad ogni livello per assicurarne il rispetto, Confagricoltura auspica che si proceda con tempestività, come previsto da tempo, al ritiro alle aziende inadempienti delle quote aggiuntive assegnate in applicazione della legge 33/2009.

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17/10/2012, 18:44
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CRISI, CONFAGRICOLTURA: L’AGRIBUSINESS RILANCIA IL MADE IN ITALY.

Dal riso su misura per i giapponesi, alla birra fatta con le lenticchie, le nuove idee degli imprenditori agricoli per l’estero
“Dalla crisi si esce anche stimolando fantasia e immaginazione, puntando su nuovi prodotti, cercando mercati alternativi, aumentando l’export. Valorizzando il “made in Italy”, ma non solo”. Lo sottolinea Confagricoltura evidenziando l’apporto fondamentale che le imprese agricole stanno dando alla crescita e allo sviluppo del Paese.

“La situazione dei consumi interni non offre possibilità di miglioramento a breve termine - dice Confagricoltura - e si sta accentuando il processo di integrazione e internazionalizzazione, per compensare, con l’export, la flessione del mercato nazionale”.

I recenti dati diffusi dall’Istat sul commercio estero parlano chiaro: le esportazioni dei prodotti agricoli, nel mese di agosto, sono cresciute a doppia cifra su base tendenziale (+ 11,4% rispetto ad agosto 2011), permettendoci di recuperare il calo del primo quadrimestre. L’export agroalimentare, inoltre, ad agosto è aumentato del 10,4%, contro l’8,4 dell’export nazionale complessivo. E nei primi otto mesi dell’anno del 6,2%, contro il 4,6% del totale.

“Segnali incoraggianti - aggiunge Confagricoltura - che dovrebbero spingere a rafforzare e rendere più competitivo un comparto che ormai rappresenta quasi il 10 per cento del valore delle esportazioni complessive del nostro Paese”.

Qualità, tipicità, territorio, sono i tratti distintivi del nostro “made Italy”, un grande marchio, anche quando non si lega a prodotti che fanno parte della nostra tradizione. Un marchio che ha permesso a molti imprenditori agricoli di cimentarsi in nuove stimolanti avventure.

TECNO–VIVAISMO PER GERMOGLI DA ESPORTAZIONE
Le piante che crescono nei vivai di molte aziende ortofloricole in Europa e nel mondo hanno origine italiana. Germogli che nascono in un’azienda di Treviso, il “Gruppo Padana”, dove due fratelli, Giorgio e Paolo Gazzola, hanno messo a punto una tecnologia all’avanguardia per la produzione in serra di giovani piante destinate prevalentemente all’esportazione. Un vero e proprio laboratorio, dove la ricerca è in continua evoluzione e l’innovazione fa da padrona. Numeri da capogiro: 170.000 mq di serre coperte in vetro, 52.000 mq in film plastico, un vivaio di 34.000 mq, 200 dipendenti, 50 agenti in tutto il mondo. Duemila le varietà di piante allevate. Centocinquantamilioni le giovani piantine vendute nel 2011, con l’obiettivo di arrivare a 500 milioni nel 2015.

CAVIALE, BRESCIA BATTE RUSSIA E IRAN
Il più grande allevamento di storioni del mondo, leader nella produzione di caviale, è un’azienda bresciana, l’Agroittica Lombarda. Qui si producono ogni anno 24 tonnellate di uova nere, di cui 20 vanno all’estero, il doppio dell’export combinato dei due Paesi leader nella produzione di caviale, Russia e Iran. Un primato che fa bene all’ambiente, visto che gli storioni sono una specie protetta, minacciata dall’estinzione a livello globale, e che ha fatto meritare all’azienda la certificazione “Friend of the sea”, ma anche all’agribusiness del nostro Paese (10 milioni di euro l’anno di fatturato). Il caviale “made in Italy” è apprezzato in tutti i Paesi del mondo per la sua altissima qualità. “Viaggia” in prima classe sulle linee aeree Lufthansa e Singapore Airline e presto arriverà anche in Russia.

IL RISO GIAPPONESE TARGATO “MADE IN ITALY”
Si fa a Italia, in un gruppo di aziende risicole delle province di Pavia, Vercelli e Novara, tutto il riso Yume commercializzato dalla multinazionale Japan Food Corporation in Europa in Russia e nei Paesi del Golfo. I giapponesi hanno scelto il nostro Paese, per suo microclima, le condizioni dei terreni, ma soprattutto per la professionalità e l’esperienza dei nostri imprenditori risicoli, per coltivare il prodotto principe della cucina orientale, sempre più diffusa nel mondo, non potendolo esportare dal proprio Paese. Capofila del progetto Aldo Gregotti, risicoltore di Mortara (PV), titolare dell’azienda La Chiappona, 80 ettari coltivati a riso, di cui 60 di qualità Yume. Un esempio di internazionalizzazione “a rovescio” che impegna ormai oltre 500 ettari di terreni per una produzione complessiva di quasi 1000 tonnellate di riso giapponese “made in Italy”.

FARRO, CICERCHIE E LENTICCHIE PER LA “TIPICA” BIRRA UMBRA
Oltre ai tre prodotti leader del “made in Italy”agroalimentare, olio, vino e pasta, anche birra. Si diversifica e si cresce anche così, senza tradire le proprie origini. E’ il caso del Gruppo Farchioni, di Montefalco in Umbria, marchio storico di olio extravergine di oliva. Produttori di vino, ma soprattutto cerealicoltori, da qualche anno hanno cominciato a fare birra artigianale, la “Mastri Birrai Umbri”. Un milione e mezzo di bottiglie che vengono commercializzate sia attraverso la grande distribuzione, sia attraverso il circuito horeca, utilizzando gli stessi canali di vendita degli altri prodotti del gruppo. Birra rigorosamente italiana, o meglio umbra: malto, luppolo, farro, cicerchie e lenticchie, tutto coltivato nella regione.



CAMPI SPORTIVI MADE IN PUGLIA
Come trasformare uno svantaggio in opportunità? Cosa fare di una zona paludosa all’interno del complesso aziendale, praticamente inutilizzabile? Produrre tappeti erbosi in zolle. L’idea è venuta a Pierluigi Strada, imprenditore agricolo in provincia di Taranto, titolare dell’azienda “Pratoplà”, la più importante realtà meridionale per la produzione di prati pronti per giardini ed impianti sportivi. Nei terreni alluvionali del lago D’Anice, bonificati negli anni ’20, oggi ci sono 4000 mq di prato a zolle di graminacee particolarmente resistenti e adattabili a temperature diverse, di altissimo livello di qualità. Un’attività nata quasi per gioco, per integrare quella agricola tradizionale e quella agrituristica, che si è rivelata un ottimo business.

DA SIRACUSA ORTOFRUTTA CHIAVI IN MANO
Patate fresche pulite, tagliate ed imbustate pronte da cuocere. Frutta sbucciata e tagliata in bicchieri e vaschette, facile da mangiare. La gente non ha più tempo da dedicare alla cucina. Così, dopo essersi laureato alla Luiss, Nino Campisi, decide di mettere a frutto i suoi studi di marketing e di rivoluzionare l’azienda ortofrutticola di famiglia, a Siracusa, puntando tutto sulla IV gamma, particolarmente apprezzata dal consumatore. Oggi a 26 anni, e’ amministratore delegato di “Quelli dei campi”, uno dei marchi più conosciuti in questo segmento di mercato. E ora con la nuova linea “Avanti frutta” sta conquistando supermercati, bar, villaggi vacanze.

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19/10/2012, 13:30
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FATTORIE DIDATTICHE: IN CRESCITA DOMANDA E QUALITA’. SEMPRE PIU’ VISITE NEL PERIODO AUTUNNALE

Agriturist (Confagricoltura): “Dall’agricoltura un grande contributo all’educazione alimentare ed ecologica delle nuove generazioni.
Ma imparano anche gli adulti…”.


Visite in costante crescita per la rete delle “Fattorie didattiche”, che conta in Italia oltre 2.500 aziende agricole, un terzo delle quali svolge anche servizi agrituristici di alloggio e ristorazione. Lo rende noto Agriturist (Confagricoltura), evidenziando che la Regione più attiva è l’Emilia Romagna (330 offerte), seguita dal Piemonte (285) e dalla Campania (278).

Agriturist osserva come la domanda delle scuole, prima concentrata soprattutto nel periodo primaverile, si stia ora distribuendo nell’intero arco dell’anno. Tendenza peraltro confermata da uno studio condotto nella provincia di Forlì-Cesena (da tempo all’avanguardia nel settore), dove il 17% delle visite didattiche dell’anno interessa il periodo settembre-dicembre, e il 16% il periodo gennaio-marzo.

Nell’anno scolastico 2012-2013 - secondo una stima di Agriturist - gli studenti che le scuole coinvolgeranno in progetti didattici legati all’agricoltura saranno poco più di un milione, con un incremento del 3% rispetto allo scorso anno. Prevalgono le visite di mezza giornata (61%), su quelle di una intera giornata (35%) o di più giorni (4%). Principali frequentatrici delle “Fattorie didattiche” sono le scuole elementari (44%), seguite dalle materne (25%), dalle medie (15%) e dalle superiori (5%). I centri estivi accolgono un 2% di ragazzi. Imparare “in fattoria” piace anche agli adulti (9%), con visite di gruppi organizzati e partecipazioni individuali (anche di stranieri) a corsi di cucina, degustazioni guidate, osservazioni naturalistiche, avviamento all’equitazione.

Nella maggior parte dei casi, la visite “in fattoria” fanno parte di un progetto formativo interdisciplinare, sviluppato in aula nell’arco di tutto l’anno scolastico, che affronta, in modo particolare, i temi dell’alimentazione e della natura. L’offerta didattica delle aziende agricole è sempre più diversificata e creativa, con laboratori che spaziano dalla stalla all’apicoltura, dal prato al bosco, dall’osservazione degli insetti all’orto biologico, dal pane al formaggio, dalle erbe aromatiche all’educazione del gusto e dell’olfatto, dall’argilla al vimini, dalle risorse rinnovabili alla gioielleria naturale.

Fra le iniziative più importanti e consolidate del settore, da segnalare “Scatta il verde, vieni in campagna!” che Agriturist propone, ormai da 21 anni, in provincia di Alessandria, arrivata quest’anno a coinvolgere 24 aziende agricole, con la partecipazione della Centrale del Latte di Alessandria e Asti (laboratorio “Buono come il latte”) e del Molino di Castellazzo Bormida (laboratorio “Al Molino, dal chicco alla farina”).

Particolarmente dedicate ai temi della natura e della ecosostenibilità, sono le aziende agricole che partecipano al progetto “Fattorie del Panda”, certificate dal WWF in collaborazione con Federparchi, Agriturist e le altre associazioni agrituristiche nazionali.

Attraverso le “Fattorie didattiche” - conclude Agriturist - il mondo agricolo consolida il proprio decisivo contributo alla formazione culturale delle nuove generazioni, soprattutto in materia di educazione alimentare e rispetto della natura.

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19/10/2012, 17:25
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Commercio, art. 62. Guidi (Confagricoltura):
“PIU’ ATTENZIONE AD ALCUNI COMPARTI”

“Un provvedimento utile per gli agricoltori rischia di creare problemi ad alcuni comparti importanti come, ad esempio, florovivaismo e zootecnia. L’estensione, a questi ed altri settori, delle norme che dal 24 ottobre prossimo regoleranno i contratti di cessione dei prodotti alimentari, infatti, non ha tenuto conto delle dinamiche di specifici mercati, soprattutto nelle contrattazioni internazionali. Rischiamo di far crollare la competitività delle nostre aziende, perché saranno preferiti fornitori di altri Paesi che operano con condizioni più flessibili”. Così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi interviene sull’articolo 62.

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20/10/2012, 7:19
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CONTRAFFAZIONE, CONFAGRICOLTURA: “ CI AUGURIAMO SI CONCRETIZZI PRESTO LA NUOVA AGENZIA EUROPEA CONTRO IL MERCATO DEL FALSO”

“La contraffazione comporta un danno all’agroalimentare di 1,1 miliardi di euro. Una vera e propria aggressione alle produzioni del nostro Paese che crea una perdita economica e d’immagine enorme, che vale quasi 40.000 posti di lavoro del settore”. Lo ha detto Confagricoltura, commentando la ricerca realizzata dal Censis per il ministero dello Sviluppo Economico sull`impatto del mercato del falso sul sistema-Paese.

“La contraffazione – spiega Confagricoltura - è un fortissimo attacco al sistema agricolo e a tutto l'agribusiness che rappresentano oltre il 15% del Pil del Paese e garantiscono più del 10% dell’occupazione nazionale”.

Per combattere il fenomeno, sarà fondamentale il previsto organismo per la lotta all’agro pirateria, che Confagricoltura si augura assuma le caratteristiche di un’agenzia di intelligence in grado di effettuare i controlli e perseguire i colpevoli. Serve anche un intervento, in sede WTO, per tutelare il sistema comunitario delle indicazioni geografiche, degli standard tecnici in campo ambientale e sociale.

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22/10/2012, 19:41
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LEGGE STABILITÀ, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “L’AUMENTO DELL’IVA RIDURRA’ ULTERIORMENTE I CONSUMI GIA’ AL MINIMO STORICO”

“L’aumento dell’Iva previsto dalla legge Stabilità deprimerà ancor più i consumi e genererà problemi in modo particolare al settore agroalimentare dove si assiste, per la prima volta, ad una riduzione dei consumi di oltre il 6%. Un dato veramente preoccupante che non è controbilanciato dalla riduzione della pressione fiscale”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi in relazione alle osservazioni odierne del presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, secondo il quale l'incremento dell'Iva interesserà l'80% della spesa per i beni di consumo delle famiglie.

“Giovannini – ha proseguito il presidente di Confagricoltura – ha evidenziato che la riduzione d'imposta media per famiglia, previsto dalla legge Stabilità, è di circa 240 euro. Troppo poco per generare una ripresa dei consumi. Viene da dire che il gioco non vale la candela. Converrebbe, forse, rimandare la riduzione fiscale a quando ce la potremo permettere, reintroducendo le agevolazioni che sono state abrogate”.

“Non colgo segnali di ripresa a breve termine – ha concluso Mario Guidi - camminando tra la gente si percepisce ancora una gravissima difficoltà e soprattutto un timore, perché anche gli elementi introdotti dal disegno di legge di stabilità generano nella società civile dei dubbi, e il timore non è il veicolo giusto per una ripresa economica. Solo quando si riuscirà a ricreare un clima di fiducia si potrà parlare di ripresa”.

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23/10/2012, 18:09
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RINNOVATO IL CPL PER GLI OPERAI AGRICOLI PER LA PROVINCIA DI ROMA: TRATTATIVA RESPONSABILE IN MOMENTO DI CRISI

Nella mattinata di oggi è stato firmato presso Confagricoltura di Roma – Unione Provinciale Agricoltori, l’accordo per il rinnovo del CPL operai agricoli e florovivaisti per la Provincia di Roma.

Ne danno annuncio Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura di Roma, David Granieri, Presidente della Coldiretti di Roma e Massimo Biagetti, Direttore della CIA di Roma, sottolineando “il senso di responsabilità che ha qualificato l’intera trattativa, sia da parte dei sindacati dei lavoratori sia da parte delle Organizzazioni datoriali, nonostante le difficoltà che, a livello nazionale, stanno caratterizzando l’attuale fase economica”.

Nel merito, l’accordo, che rappresenta un’ulteriore dimostrazione delle buone relazioni sindacali che caratterizzano il settore, conferma l’assetto fortemente decentrato della contrattazione agricola e pone le basi per lo sviluppo di un sistema di relazioni bilaterali coerente con le recenti innovazioni legislative in materia.

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24/10/2012, 17:06
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COMMERCIO, ART. 62. CONFAGRICOLTURA: “ENTRANO IN VIGORE LE NUOVE DISPOSIZIONI MA ANDRANNO PERFEZIONATE PERCHÉ I TERMINI DI PAGAMENTO CREANO PROBLEMI A COMPARTI AGRICOLI IMPORTANTI”

Oggi entrano in vigore le disposizioni previste dall’art. 62 del decreto legge 24 gennaio 2012 sui rapporti all’interno della filiera e sui termini di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli e alimentari.

Confagricoltura valuta l’art. 62 un provvedimento utile per gli agricoltori, di cui ha approvato i principi ispiratori, ma che andrà rivisto perché, per quanto riguarda i termini di pagamento, non tenendo conto del ciclo produttivo agricolo e degli acquisti interni ai settori, crea problemi ad alcuni comparti importanti come, ad esempio, florovivaismo e zootecnia. Anche quello vitivinicolo rischia di entrare in sofferenza con una norma che entra in vigore proprio nel momento clou della vendemmia.

“Adesso – spiega l’Organizzazione - un produttore che acquista una piantina, o del mangime, e fa crescere la pianta o l'animale, si troverà nella situazione di dover pagare a 60 giorni ma poi a rivendere a distanza di mesi”.

“Inoltre – aggiunge Confagricoltura - non si sono considerate appieno le dinamiche di specifici mercati, soprattutto nelle contrattazioni internazionali. Si rischia così di far crollare la competitività delle aziende, perché saranno preferiti fornitori di altri Paesi che operano con condizioni più flessibili”.

Confagricoltura ha quindi chiesto che la norma venga perfezionata e si proceda a tutelare gli anelli più deboli della filiera.

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24/10/2012, 17:32
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