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ASSALZOO 
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Roma, 18 settembre – Le risorse del Recovery Fund rappresentano una grande opportunità per favorire la ripresa italiana e per superare la grave crisi innescata dalla pandemia di CoVid-19. Anche per il settore agroalimentare i fondi europei del programma Next Generation Ue possono rappresentare un'occasione irripetibile per il rilancio dell'agricoltura e della zootecnia italiana, la cui importanza strategica per garantire la sicurezza alimentare e per dare impulso all'economia e all'occupazione del nostro Paese è emersa con grande evidenza in questo periodo di grave emergenza sanitaria.

È ora estremamente importante la predisposizione di un piano strategico di rilancio per sostenere gli investimenti delle filiere agricole e zootecniche, allo scopo di favorire un maggior grado di autoapprovvigionamento interno, che in questo periodo di crisi ha mostrato le sue gravi criticità: l'Italia dipende dall'estero per il 60% degli approvvigionamenti di materie prime vegetali, per oltre il 50% della carne bovina, per il 40% di quella suina, per quasi il 30% del latte e per il 75% del pesce. Si tratta di beni di prima necessità indispensabili a soddisfare la richiesta di generi alimentari dei consumatori italiani, ma che sono necessari anche a soddisfare la domanda, che proviene dai mercati internazionali, di eccellenze del Made in Italy alimentare.

Per tale ragione ASSALZOO - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici considera l'iniziativa dell'Unione europea un'occasione irripetibile per il futuro del nostro Sistema Paese ed è convinta che proprio dal settore agro-zootecnico-alimentare che rappresenta il 25% del PIL nazionale possa provenire un forte stimolo al rilancio delle attività produttive, dell'occupazione e dell'economia nazionale.

Con la trasmissione al Parlamento della proposta di linee guida per l'elaborazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Governo ha ora avviato una fase di confronto sul programma da finanziare con il Recovery Fund. Il piano conterrà i progetti di investimento e riforma nel solco di un disegno complessivo di transizione verso un'economia più sostenibile. E a questo riguardo un apporto significativo per questa transizione green non potrà che arrivare dal settore agro-alimentare-zootecnico.

Sebbene abbia resistito meglio di altri comparti economici all'impatto della crisi, il settore primario nazionale ha posto in evidenza tutti i suoi limiti e la fuoriuscita dalla crisi pandemica rappresenta un'occasione imperdibile per affrontare e risolvere quelle debolezze emerse nei mesi del lockdown, costituendo un'occasione di rilancio straordinaria per tutto il Paese ma soprattutto per le aree più svantaggiate, come quelle del Meridione, che offrono un potenziale enorme per lo sviluppo di una agricoltura e zootecnia sostenibili, necessario a far crescere la produttività interna e a ridurre la dipendenza dall'estero.

"Un profondo rinnovamento dell'agricoltura e della zootecnia italiana con un progetto per il suo rilancio nel breve e nel medio periodo non è dunque più rinviabile", sottolinea Marcello Veronesi, Presidente di ASSALZOO.

"Come più volte ha recentemente ribadito anche la Ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova - continua Veronesi - il settore agroalimentare svolge un ruolo strategico per la crescita economica nazionale. Tuttavia, affinché questo ruolo sia ancora più incisivo, è fondamentale superare le criticità che da troppo tempo lo penalizzano. Sono tre le direttrici lungo le quali investire le risorse del Recovery Fund a disposizione dell'Italia:

- produttività, far tornare la Dieta mediterranea al centro della tavola per il cittadino italiano di ogni ceto;

- innovazione, dare nuove valenze ai nostri prodotti;

- competitività, rafforzare la produzione agroalimentare di qualità e le eccellenze imprenditoriali nazionali, che hanno creato questi prodotti sempre più espressione di rapporti integrati dal campo alla tavola".

"Solo così l'Italia potrà essere più competitiva sui mercati internazionali, senza contare gli enormi benefici che ciò può determinare in termini di ripresa economica, di occupazione e di valorizzazione di tutte quelle aree che oggi soffrono una vera depressione economica nonostante abbiano tutte le potenzialità per favorire il rilancio e lo sviluppo di un sistema produttivo sostenibile e vitale per tutto il Sistema Paese", conclude il presidente di ASSALZOO.

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19/09/2020, 9:08
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Roma, 22 settembre – L’impatto della pandemia sulla filiera, le misure messe in campo per tutelare allevatori, produttori e trasformatori, le prospettive per la ripresa. Il nuovo numero di MANGIMI & ALIMENTI, rivista ufficiale di ASSALZOO - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, è dedicato al comparto suinicolo. L’approfondimento ha dato voce anche alle due regioni in cui questo segmento produttivo si concentra, con le interviste agli assessori all’Agricoltura di Lombardia ed Emilia-Romagna, Fabio Rolfi e Alessio Mammi. Dalle loro parole è emersa chiaramente la necessità di siglare un patto di filiera per imprimere una svolta decisiva che la suinicoltura aspetta ormai da tempo.

“Dobbiamo dare vita ad un’intesa di filiera, oggi troppo frammentata, che garantisca programmazione della produzione e costi certi nelle varie fasi”, ha detto Mammi. Un invito rilanciato anche da Rolfi “per condividere obiettivi a breve e medio periodo, con l’intento di sostenere il settore ripartendo il valore tra i diversi livelli”.

L’importanza di un’intesa del genere è stata sottolineata anche dagli altri protagonisti del comparto intervistati da MANGIMI & ALIMENTI, come Claudio Canali, presidente della Federazione suinicola nazionale di Confagricoltura, e Thomas Ronconi, presidente di Anas-Associazione nazionale Allevatori suini. Procedendo idealmente lungo la filiera, ecco il direttore di Assica, Davide Calderone, che ha parlato del valore di una forma di programmazione della produzione con cui poter soddisfare le esigenze di tutti gli operatori e prevenire il rischio di sovrapproduzione.

A valle della filiera, Stefano Fanti, direttore generale del Consorzio Prosciutto di Parma, ha infine richiamato l’attenzione sul ruolo del canale Horeca, la cui chiusura ha pesantemente condizionato il mercato delle Dop italiane.

La suinicoltura è stato uno dei settori zootecnici che più di altri ha risentito delle ripercussioni dell’emergenza sanitaria. L’entità di questo contraccolpo emerge dai dati contenuti negli articoli del professor Giuseppe Pulina e del professor Gabriele Canali, direttore del Centro di Ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza.

Una crisi epocale, che ha spinto gli operatori alla ricerca del dialogo e a una riflessione profonda sul futuro del settore suinicolo. Il nuovo numero monografico di MANGIMI & ALIMENTI è quindi un’occasione di confronto, un primo passo per un ripensamento non solo del comparto ma dell’intera zootecnia italiana. “Occorre un Piano di Sviluppo della zootecnia nazionale capace di individuare e indirizzare gli investimenti e di intercettare gli aiuti comunitari, che faccia leva su giovani, inclusione, digitalizzazione, green e ricerca, costruito sulle esigenze dei mercati, che abbia un concreto approccio alla sostenibilità e che permetta di recuperare efficienza e produttività a vantaggio di tutta la filiera”, scrive nel suo editoriale Marcello Veronesi, Presidente di ASSALZOO.

La rivista è scaricabile gratuitamente al sito mangimiealimenti.it.

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22/09/2020, 16:01
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Roma, 25 settembre – Cinque obiettivi per rendere la filiera zootecnica ancora più sostenibile grazie alla produzione di alimenti per animali: lotta al cambiamento climatico, contrasto all’antibiotico-resistenza, difesa della biodiversità, promozione dell’economia circolare e sostegno all’efficienza del sistema alimentare.

FEFAC, la Federazione tra i Produttori europei di Mangimi, ha adottato la Carta per la Sostenibilità dei mangimi 2030. In questo modo il settore mangimistico europeo vuole contribuire alla transizione verde delineata dalla nuova politica europea. “La Carta per la Sostenibilità dei mangimi è la proposta del comparto per accompagnare la messa a regime del Green Deal e della strategia Farm to Fork”, sottolinea Marcello Veronesi, presidente di ASSALZOO, l’Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici che è membro di FEFAC.

“Anche ASSALZOO ha fatto della sostenibilità il tema chiave del rinnovamento del settore. Con questo nuovo strumento tutti i produttori potranno far fronte alle sfide che l’Unione Europea ci pone relative alla definizione di un settore agro-alimentare-zootecnico in grado di garantire la sicurezza alimentare per tutti i cittadini europei nel pieno rispetto dell’ambiente”, continua Veronesi.

La Carta per la Sostenibilità dei mangimi 2030 è stata presentata oggi al congresso di FEFAC che si è tenuto il 24-25 settembre in modalità digitale e a cui è intervenuto il Commissario per la Salute Pubblica e la Sicurezza Alimentare Stella Kyriakides.

La Carta si aggiunge alle altre risorse che la Federazione, da sempre all’avanguardia in materia di politiche ambientali, ha messo a disposizione dei produttori per fornire soluzioni con cui rendere sostenibile la zootecnia europea.

Attraverso la produzione di alimenti per animali, la mangimistica vuole infatti contribuire a ridurre l’impatto ambientale e le emissioni inquinanti, per centrare l’obiettivo comunitario della neutralità climatica entro il 2050 stabilito dal Green Deal.

In linea con il proprio DNA i produttori aiuteranno l’intera filiera agro-alimentare-zootecnica a diventare ancora più rispettosa dell’ambiente.

Grazie a risorse nutrizionali efficienti, con cui garantire le migliori condizioni possibili di benessere e salute agli animali allevati, presupposto per ridurre ancora di più il ricorso ai farmaci al cui abuso è correlato il fenomeno dell’antibiotico-resistenza.

Nei processi produttivi si farà ampio ricorso all’economia circolare, da sempre tratto distintivo della mangimistica, sfruttando i co-prodotti dell’industria alimentare non più destinati al consumo umano. Inoltre, si incrementerà l’utilizzo di quelle materie prime prodotte in maniera responsabile nel rispetto della biodiversità.

Solo innovando i suoi sistemi produttivi la mangimistica europea potrà continuare a dare il suo apporto a un settore zootecnico e dell’acquacoltura resiliente e sostenere il suo contesto socio-economico.

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26/09/2020, 8:22
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Roma, 8 ottobre – Il conferimento del Premio Nobel per la Chimica a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna da parte dell’Accademia reale svedese delle Scienze dimostra – se ce ne fosse ancora bisogno – l’importanza dell’editing genetico. Le due ricercatrici sono state premiate per la scoperta della tecnica CRISPR/Cas9 che permette di modificare in modo selettivo il DNA. La possibilità di utilizzare queste ‘forbici genetiche’ apre la strada a una serie di applicazioni nel settore della medicina, dell’agricoltura e dell’industria.

ASSALZOO-Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici auspica che la lungimiranza scientifica dimostrata dall’accademia svedese possa essere condivisa anche dai legislatori europeo e italiano in merito alle decisioni normative sulla regolamentazione delle nuove tecniche di editing genetico.

“In particolare – sottolinea Marcello Veronesi, presidente di ASSALZOO – sarebbe opportuno per aumentare il valore ambientale delle nostre produzioni che il Parlamento dell’Unione europea rivedesse la scelta di equiparare la regolamentazione essenziale di queste nuove tecniche di ingegneria genetica alla normativa sui vecchi OGM”.

Lo strumento genetico messo a punto dalle due ricercatrici Premio Nobel rappresenta un’occasione decisiva per affrontare con più determinazione le sfide presenti e future che il settore agroalimentare ha davanti a sé a livello mondiale. Le nuove biotecnologie molecolari applicate alle piante possono infatti contribuire in maniera decisiva al potenziamento della capacità produttiva dei sistemi agricoli oltre che alla sostenibilità e alla difesa della biodiversità.

Auspichiamo che anche i decisori politici italiani, attraverso la conoscenza e una maggiore consapevolezza dei benefici che le tecniche di miglioramento genetico possono apportare al nostro Paese e alla nostra agricoltura, aprano una stagione favorevole a queste innovazioni.

Una rinnovata coscienza, un maggiore riconoscimento del ruolo della scienza e dell’innovazione permetterebbero, sin da subito, la possibilità di trasferire in campo – ritrovando un ruolo d’avanguardia anche in questo ambito per i ricercatori del nostro Paese – le sperimentazioni di editing genetico relative al comparto agricolo e alimentare.

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08/10/2020, 18:33
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Roma, 15 ottobre – Domani la comunità internazionale celebra la Giornata mondiale dell’Alimentazione voluta dalla FAO. Quest’anno la ricorrenza segna un importante anniversario, quello dei 75 anni dalla fondazione dell’agenzia dell’Onu e cade in un momento storico particolare – sottolineato dal recente Nobel per la Pace al World Food Programme – che vede tutt’ora il mondo insidiato da una grave pandemia che rischia purtroppo di amplificare il numero delle persone in povertà alimentare. Sono dunque 75 anni che la FAO porta avanti la sua missione, la lotta contro la fame nel mondo e l’impegno per garantire cibo nutriente, sicuro, sano e accessibile a una popolazione in crescita.

Un momento di riflessione che oggi chiama in causa diversi soggetti, a livello sia pubblico che privato, per contribuire tutti al raggiungimento degli obiettivi che la FAO si è posta per costruire un sistema alimentare più robusto e resiliente. Il settore della mangimistica ha un ruolo molto importante in questo e ASSALZOO - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici è pienamente consapevole del contributo fondamentale che il comparto può dare a un sistema alimentare e a una zootecnia in grado di fornire cibo a livelli adeguati, sostenibili e sicuri.

La grave emergenza sanitaria che stiamo vivendo e le misure restrittive che ne sono derivate, con il blocco di alcune attività produttive, hanno ostacolato in qualche misura l’azione della FAO, ma hanno anche fatto emergere con chiarezza l’importanza strategica e il ruolo fondamentale del settore agro-zootecnico-alimentare. Un’attività che in Italia, come altrove, è stata considerata essenziale e pertanto la produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti alimentari, pur nelle difficoltà generali, sono proseguite. Ogni segmento, grazie ai nostri food heroes della filiera agro-zootecnica-alimentare, compresa l’industria mangimistica, ha contribuito ad assicurare quotidianamente l’approvvigionamento di alimenti.

Il sistema alimentare di domani, dovrà essere capace di affrontare queste sfide e dovrà farlo in modo sempre più sostenibile. Le sfide che ci sottopone la FAO per aiutare a combattere la fame nel mondo e costruire un sistema resiliente sono da sempre le sfide dell’industria mangimistica, delle nostre aziende e filiere; siamo allineati sulle strategie per il settore privato, nel supporto alle piccole imprese per una maggiore sicurezza alimentare e per migliorare le condizioni di lavoro, così come nella condivisione delle conoscenze per condividere competenze e tecnologie, per una zootecnia e un’acquacoltura più sostenibili. L’obiettivo è di fornire carne, latte, uova e pesce accessibili a tutti i consumatori e soprattutto a quelle fasce di popolazione una volta escluse ma che oggi - coerentemente con gli obiettivi della FAO - grazie anche al ruolo strategico della mangimistica all’interno del settore zootecnico, possono avere accesso a prodotti di origine animale di qualità e con elevati standard di sicurezza.

Il rispetto dell’ambiente si garantisce con l’adozione di un modello produttivo compatibile con la tutela delle risorse naturali e l’industria mangimistica italiana va da tempo in questa direzione. Ne è un esempio il lancio della Carta per la Sostenibilità dei mangimi di Fefac, la Federazione europea dei Produttori di mangimi di cui ASSALZOO fa parte. Con l’adozione di nuove pratiche produttive il settore assisterà con ancora più determinazione la zootecnia nella sua attività e nella transizione green, promuovendo il benessere animale, consolidando il suo ruolo fondamentale per un’economia circolare all’interno del settore alimentare, innovando e sostenendo la produzione sempre più responsabile di materie prime.

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15/10/2020, 16:03
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Roma, 6 novembre – Le principali materie prime agricole per l’industria mangimistica, ovvero soia e cereali, hanno fatto registrare decisi aumenti dei prezzi, cresciuti, come nel caso della soia, di quasi il 30% in poche settimane. Dopo le forti oscillazioni già osservate tra marzo-aprile, con l’avvio del IV trimestre le quotazioni delle materie prime proteiche e dei cereali continuano a segnare incrementi costanti. Gli aumenti sono dovuti più al concorso di problematiche di carattere speculativo, a notizie su un ipotetico rilancio dei rapporti commerciali tra USA e Cina e a incertezze sul meteo in Sud America che non a reale carenza di prodotto sui mercati internazionali.

Una situazione che suscita la preoccupazione dell’industria mangimistica italiana per gli effetti a cascata che questa rischia di produrre sulla filiera agro-zootecnica-alimentare: “Queste oscillazioni – sottolinea Marcello Veronesi, presidente di ASSALZOO - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti zootecnici – sono una minaccia per la catena di valore perché impediscono la corretta gestione dei flussi produttivi con conseguenze sui consumi in un periodo già complicato dagli effetti della pandemia”.

Rischio lockdown – A questo scenario, sia in Italia che in Europa, si aggiungono i timori per il rischio che il nuovo lockdown possa pregiudicare nel nostro Paese, dopo aver compromesso il settore Horeca, uno dei periodi dell’anno più performanti per il settore agroalimentare, caratterizzato di regola da un incremento produttivo e dei consumi: “Gli sforzi di tutti devono essere convogliati nella stessa direzione, ovvero evitare di precipitare verso un secondo lockdown generalizzato che avrebbe un impatto pesantissimo sui consumi nel periodo delle festività natalizie, con gravi ricadute sulle filiere dei prodotti agroalimentari e zootecnici”, ricorda Veronesi.

Ruolo della mangimistica – La mangimistica italiana, essendo il settore al centro della filiera e anello di congiunzione tra materie prime e trasformazione industriale, è esposta tanto ai rischi degli aumenti di prezzo delle materie prime quanto a quelli legati alla riduzione dei consumi. “Fino a oggi, con grande impegno dei produttori, la mangimistica italiana è riuscita a svolgere una funzione calmierante dei prezzi. Lo sforzo, anche tramite il ricorso a materie prime alternative e a maggiore efficienza, è stato diretto a evitare la ricaduta degli aumenti delle materie prime sui prodotti finali. L’auspicio – evidenzia il presidente di ASSALZOO – è che tale sforzo sia compreso da tutta la filiera e che la mangimistica non debba far fronte a ulteriori pressioni dovute alle crescenti quotazioni delle materie prime”.

Mangiare italiano – In questo contesto di grande incertezza, uno degli effetti più evidenti e pericolosi è quello della caduta dei consumi interni anche a seguito della stretta anti-contagio dell’ultima settimana. “Oggi più che mai è necessario rivolgere un appello a tutti i soggetti della filiera, dai produttori alla GDO e a tutto il commercio, per far sì che ci sia una spinta propositiva a favore dei prodotti italiani. Solo rafforzando la produzione e l’inclinazione dei consumi nel segno del Made in Italy è possibile garantire la tenuta del sistema agroalimentare nazionale gravato dalla crisi di liquidità, dalla pressione dei prezzi e dal sensibile calo dei fatturati”, conclude Marcello Veronesi.

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06/11/2020, 18:26
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Roma, 15 dicembre – Per l'industria mangimistica italiana la sostenibilità è non solo una sfida ma un prerequisito di primaria importanza per il proprio mondo produttivo. Sono tre gli obiettivi che il settore si pone per coniugare, in modo ancora più efficace, la sua attività con il rispetto dell’ambiente; il raggiungimento di tali obiettivi ha nel Recovery Plan un’occasione unica di concretizzazione: il supporto alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica degli impianti produttivi; il miglioramento della sostenibilità degli approvvigionamenti; la promozione della ricerca scientifica e dell’alimentazione di precisione. “Come dimostrano le recenti affermazioni della Ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, la zootecnia è un elemento chiave per lo sviluppo del settore agroalimentare in Italia – sottolinea Marcello Veronesi, presidente di ASSALZOO-Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici – e pertanto un ulteriore impulso alla rivoluzione tecnologica della mangimistica diventa essenziale per la zootecnia davanti alle sfide della sostenibilità poste dal consumatore moderno e dall’Unione europea con il Green Deal e contenute nel Farm to Fork”.

“Solo attraverso il contributo di una mangimistica pienamente sostenibile e tecnologicamente avanzata è possibile concepire un sistema agro-zootecnico-alimentare in grado di soddisfare pienamente le esigenze del Pianeta, ovvero una produzione di carne, latte, formaggi, uova e pesce per migliorare l’alimentazione di una popolazione mondiale in crescita e con un’impronta ambientale ad impatto più possibile neutro”, aggiunge Veronesi.

Digitalizzazione e sviluppo tecnologico – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finanziato dalle risorse del Recovery Fund, ha l’ambizione di favorire la transizione digitale, oltre che green, del sistema produttivo. Un obiettivo che intercetta una tendenza in atto nel settore dell’alimentazione animale che negli anni ha già investito sull’impiego degli strumenti digitali, ma che non può prescindere da una loro ulteriore implementazione, possibile solo se esistono infrastrutture digitali adeguate su tutto il territorio nazionale. È necessario proseguire su questa strada per intercettare meglio le esigenze dei mercati di sbocco della produzione e renderla più efficiente, meglio tracciabile e migliorarne la programmazione: “Un modo che consente anche di consolidare il dialogo con gli allevatori, un tassello fondamentale per la creazione di filiere sempre più integrate e sostenibili”, ricorda Veronesi.

Sostenibilità e approvvigionamenti – La mangimistica è la cerniera tra mondo agricolo e zootecnia: valorizza una grande varietà di materie prime provenienti da altri circuiti alimentari e dalla produzione primaria per produrre alimenti di qualità, nutrienti e con elevati standard di sicurezza che consentono alla zootecnia di poter migliorare le sue performance ambientali. “L’impegno del settore mangimistico in questa direzione proseguirà, cercando anche di favorire la produzione locale, per cercare di ridurre la dipendenza dall’estero, ma anche con il crescente impiego di materie prime alternative e di co-prodotti nell’ottica dell’economia circolare, vale a dire esaltando ancor più un sistema produttivo che già identifica la mangimistica e che l’Ue vuole ulteriormente promuovere”, aggiunge Veronesi.

Ricerca scientifica e alimentazione di precisione – Il progresso scientifico può essere messo al servizio della sostenibilità del sistema agroalimentare in generale e della zootecnia in particolare. È l’esempio dell’alimentazione di precisione, un ambito in cui la ricerca è molto attiva e su cui la mangimistica punta da tempo per migliorare gli indici di conversione, favorire l’ottimizzazione delle risorse e ridurre il più possibile il ricorso ai farmaci: “Uno strumento che rende ancora più evidente il ruolo trainante della mangimistica per accrescere i livelli di sostenibilità e di efficienza della zootecnia nazionale, con un netto contributo al miglioramento della qualità delle produzioni zootecniche e alla tutela della salute e del benessere animale e che va nella direzione indicata dall’Ue di elevare le condizioni di benessere degli animali negli allevamenti e di conseguire un netto contrasto all’antibiotico-resistenza”, conclude Veronesi.

Il completamento della transizione sostenibile della mangimistica va collegato però a due altri elementi fondamentali: il primo è un deciso rilancio per lo sviluppo, attraverso politiche mirate a favorire gli investimenti e abbattere la burocrazia con l’inclusione dei giovani e delle aree marginali del Paese della zootecnia italiana, oggi non in grado di soddisfare la domanda di carni, latte e pesce; il secondo, che tale progetto venga ricompreso in un moderno aggiornamento della zootecnia italiana al fine di dar vita a filiere zootecniche sempre più integrate e trasparenti che abbandonino logiche speculative, che possano garantire l’italianità del prodotto in ogni passaggio della catena di valore e che siano in grado di assicurare una migliore programmazione delle produzioni.

Ma per fare ciò non è sufficiente portare avanti il dialogo con gli interlocutori usuali, ossia mondo politico, amministrazioni competenti, allevatori e trasformatori, ma occorre anche confrontarsi in maniera sempre più proficua con la GDO, che rappresenta la porta di accesso al consumatore e anch’essa garante ultimo della qualità e della sostenibilità delle produzioni.

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Roma, 14 gennaio – Il voto espresso ieri dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati è un netto passo indietro rispetto alla necessità di perseguire una revisione delle norme europee in materia di biotecnologie per il miglioramento genetico.

ASSALZOO-Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici è convinta del valore delle nuove tecniche di miglioramento genomico (NBT) e dei benefici che esse possono apportare al settore agroalimentare italiano ed europeo. Esprime, pertanto, la sua apprensione riguardo il voto in Commissione, in particolare alla luce della posizione positiva assunta invece dall’omologa commissione del Senato. Il 28 dicembre scorso questa ha espresso, infatti, parere favorevole agli schemi di decreto legislativo sul riordino delle norme fitosanitarie invitando il Governo a promuovere a Bruxelles un’iniziativa legislativa per disciplinare separatamente le nuove tecniche di miglioramento genomico NBT rispetto agli OGM.

L’attuale quadro legislativo europeo, secondo l’interpretazione della Corte di Giustizia Europea, prevede infatti che la disciplina degli OGM si applichi anche alle nuove biotecnologie per il miglioramento genetico. Tale decisione è stata assunta dalla stessa Corte il 25 luglio 2018 equiparando di fatto gli organismi geneticamente modificati alle varietà ottenibili grazie alle NBT. È fortemente auspicabile - in un momento nel quale sono sotto gli occhi di tutti i benefici della moderna ricerca scientifica applicata alle biotecnologie - che questa equiparazione venga velocemente superata mediante una necessaria revisione normativa, perché è grazie a queste tecniche che si possono ottenere innovazioni favorevoli e sicure offrendo uno strumento fondamentale per l’agricoltura sostenibile del futuro e per affrontare le sfide che ha di fronte, dai cambiamenti climatici alla qualità alla sicurezza degli approvvigionamenti alimentari.

L’Italia e l’Europa devono portare avanti questa battaglia per permettere alla ricerca di proseguire nelle sue sperimentazioni e per far sì che le innovazioni possano essere trasferite in campo. Ed è auspicabile che lo faccia da protagonista, riappropriandosi di quel ruolo di Paese all’avanguardia nella ricerca in agricoltura che ha avuto in passato ma che, nonostante le grandi competenze scientifiche, la vede ora in posizione di retrovia. Il Consiglio europeo ha infatti incaricato la Commissione Ue di presentare entro il 30 aprile 2021 uno studio sullo status delle nuove tecniche conformemente al diritto europeo a cui eventualmente far seguire una proposta legislativa.

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14/01/2021, 18:02
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Assalzoo, materie prime: “Anche nel 2021 non si arresta la corsa dei prezzi. Rischi per le filiere nazionali e i consumatori”:https://www.rivistadiagraria.org/news/assalzoo-materie-prime-anche-nel-2021-non-si-arresta-la-corsa-dei-prezzi-rischi-le-filiere-nazionali-consumatori/

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25/01/2021, 17:24
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CEREALI: REGISTRO DI CARICO E SCARICO
INUTILE PER I CONSUMATORI, ONEROSO PER LE AZIENDE

Roma, 25 gennaio 2021 - In una lettera al Ministero delle Politiche Agricole, le quattro Associazioni che rappresentano l’Industria della prima trasformazione e del commercio esprimono la loro contrarietà nei confronti del provvedimento, chiedendo correttivi nel decreto attuativo.

Il registro di carico e scarico dei cereali, introdotto nell’ultima Legge di Bilancio, è una misura di difficile applicazione e di scarsa utilità, per le aziende del settore e per i consumatori. E’ questa in sintesi la posizione che Carlo Licciardi, Presidente di ANACER, l’Associazione Nazionale Cerealisti, Marcello Veronesi, Presidente di ASSALZOO, l’Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, Marcello Del Ferraro, Presidente di ASSITOL, l’Associazione Italiana dell’Industria Olearia, e Cosimo De Sortis, Presidente di ITALMOPA, l’Associazione Industriali Mugnai d’Italia, hanno espresso in una lettera ufficiale, inviata all’On. Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio con l’interim del Ministero delle Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali, e al Sottosegretario Giuseppe L’Abbate.

In particolare, le Associazioni che rappresentano l’industria italiana della prima trasformazione e del commercio dei cereali, hanno osservato che “il registro di carico e scarico per la commercializzazione o la trasformazione di cereali e di sfarinati a base di cereali, si pone in palese contrasto con la riconosciuta necessità di una maggiore semplificazione”. Inoltre, si legge nella lettera, “introduce una nuova, duplice incombenza, particolarmente onerosa sotto il profilo economico e amministrativo ma anche assolutamente priva di un qualsiasi concreto beneficio per il consumatore”.

Per giunta, denunciano le quattro Associazioni, la norma è stata introdotta con un emendamento al Bilancio di Previsione dello Stato 2021, senza il coinvolgimento delle Associazioni interessate, cui non è stato consentito nemmeno di spiegare come tale misura, oltre ad essere incomprensibile negli obiettivi, risulti difficilmente applicabile nei contenuti.

“Non possiamo pertanto che augurarci - concludono le Associazioni - che sia previsto un contributo correttivo nella definizione delle modalità di applicazione della norma, contenute nel decreto attuativo che dovrebbe essere emanato dal Ministero entro l’inizio del mese di marzo”.

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25/01/2021, 17:25
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