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ASSALZOO 
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Roma, 20 marzo - ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i Produttori di Alimenti zootecnici, condivide appieno la richiesta dei rappresentanti europei dei produttori di materie prime affinché l’Unione europea intervenga per evitare gravi danni alla filiera agroalimentare in relazione all’emergenza nella gestione della pandemia di CoVid-19. Alle autorità europee si è rivolta Fefac, la Federazione dei Produttori europei di mangimi, assieme a Coceral e Fediol, in rappresentanza dei produttori di cereali e semi oleosi e di oli vegetali e alimenti proteici. È fondamentale che sia garantito nel continente l’approvvigionamento di materie prime e prodotti finiti e che la catena del Feed & Food non subisca interruzioni né disagi.

Il 16 marzo la Commissione europea ha presentato le Linee guida per la gestione delle Frontiere. Relativamente ai trasporti nel documento si sottolinea che le misure di controllo non devono pregiudicare la continuità delle attività economiche e che il libero trasporto dei beni è importantissimo per mantenere la disponibilità delle merci, soprattutto di quelle essenziali come quelle della filiera alimentare. Pertanto i Paesi non devono imporre alcuna restrizione alla loro circolazione. Fefac e le altre associazioni hanno chiesto inoltre di considerare gli alimenti zootecnici beni essenziali.

Riguardo alla circolazione delle merci e all’approvvigionamento di materie prime in Italia, ASSALZOO ha richiamato l’attenzione del Governo con una lettera firmata insieme ad Assitol, l’Associazione italiana dell’Industria olearia, ad Anacer, l’Associazione nazionale Cerealisti, e a Italmopa, in rappresentanza dell’industria molitoria. Le quattro organizzazioni chiedono un intervento urgente per scongiurare il rischio di un blocco del transito di merci da e per l’Italia e quindi preservare il rifornimento di beni per il settore agricolo e l’industria alimentare.

La lettera è rivolta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, alle ministre Teresa Bellanova, delle Politiche agricole alimentari e forestali, e Paola De Micheli, delle Infrastrutture e dei trasporti, e ai ministri Stefano Patuanelli, dello Sviluppo economico e Roberto Speranza, della Salute.

ASSALZOO, Anacer, Assitol e Italmopa hanno indicato ai rappresentanti del Governo le “difficoltà” che stanno emergendo in relazione al trasporto merci e di materie prime fondamentali per la produzione alimentare. Si tratta di beni essenziali anche per la fornitura di mangimi per gli animali da allevamento dai quali deriva la produzione di carne, latte, pesce e uova.

La questione è cruciale perché l’Italia acquista dall’estero poco meno del 60% di queste materie prime.

Per continuare a garantire un approvvigionamento sufficiente per la produzione, e dunque un’offerta adeguata di beni alimentari, le quattro organizzazioni chiedono al Governo di affrontare la questione a livello europeo, per definire misure armonizzate sul trasporto merci, di contattare direttamente i singoli Paesi Ue ed extra-Ue per evitare lo stop al transito di merci in entrata e uscita dall’Italia, e di organizzare quanto prima degli hub di scambio alle frontiere per il trasporto su gomma. In questo modo le merci potranno proseguire il viaggio per il Paese di destinazione con autisti locali.

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20/03/2020, 22:08
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Roma, 31 marzo - È stato firmato l’“Accordo quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata” che favorisce la stipula di contratti di filiera per il mais destinato all’alimentazione animale.

Al riguardo, ASSALZOO - in rappresentanza dell’industria mangimistica italiana - AMI, CIA, CONFAGRICOLTURA e COPAGRI - in rappresentanza dei produttori agricoli – ALLEANZA delle COOPERATIVE AGROALIMENTARI - in rappresentanza del mondo cooperativo – ASSOSEMENTI - in rappresentanza delle ditte sementiere - ORIGIN ITALIA - in rappresentanza dei Consorzi di Indicazioni Geografiche - esprimono grande soddisfazione per il risultato raggiunto.

L’Accordo Quadro sarà valido per le campagne cerealicole 2020, 2021 e 2022.

La firma del documento rappresenta un’ulteriore tappa del percorso avviato nel 2018 con la firma del Memorandum of Understanding sottoscritto per contrastare lo stato di forte crisi in cui imperversa la maiscoltura italiana e favorire la ripresa della coltivazione di una materia prima strategica per la zootecnia e la filiera agro-alimentare ed indispensabile per le produzioni di eccellenza del nostro Paese. Negli ultimi anni la produzione interna di granturco ha infatti registrato un pericoloso crollo delle superfici seminate di oltre il 50%, con una produzione che ha raggiunto un minimo storico.

L’Accordo Quadro si propone innanzitutto di ridare stimoli e fiducia alla produzione primaria di mais, per frenare la caduta produttiva e per sostenere la produzione di un cereale fondamentale per garantire le produzioni zootecniche del nostro Paese, da cui derivano anche gran parte delle eccellenze del Made in Italy agroalimentare, basti pensare a formaggi e salumi.

L'intento è quello di favorire il ripristino di un’adeguata capacità di approvvigionamento interno e di arginare, nel contempo, la forte dipendenza dall’estero che, nel solo 2019, ha portato il livello delle importazioni a raggiungere un picco storico di 6,4 milioni di tonnellate, valore che incide sulla bilancia commerciale per più di un miliardo di Euro.

Grazie all’Accordo Quadro sarà possibile programmare la produzione, con l’adozione di efficaci modelli contrattuali di filiera, e diversificare il rischio rispetto agli andamenti del mercato scegliendo tra diverse opzioni di fissazioni del prezzo. A tal fine tra le opzioni, se in accordo tra le parti, è prevista anche la possibilità di far riferimento a un prezzo di 195 Euro/t.

L’ “Accordo quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata” rappresenta un primo concreto impegno per promuovere una ripresa produttiva di mais in Italia, ma è fondamentale che la filiera non venga lasciata sola in un momento così difficile come quello che stiamo attraversando, anche a causa dell’emergenza coronavirus.

È di fondamentale importanza, pertanto, che questo sforzo venga supportato da un intervento pubblico specifico per il mais, ed è per tale ragione che tutta la filiera chiede ora l’impegno del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, affinché vari con urgenza misure che incentivino la produzione maidicola attraverso uno specifico aiuto ad ettaro sul modello dell'incentivo grano duro “de minimis”. Una misura, questa, indispensabile per consentire agli agricoltori italiani di compiere uno sforzo produttivo che consenta di recuperare quella necessaria capacità di autoapprovvigionamento di mais a garanzia e a beneficio di tutta la filiera agro-zootecnica-alimentare italiana.

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31/03/2020, 13:00
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Roma, 31 marzo - “L’Accordo Quadro per granturco da granella di filiera italiana certificata rappresenta uno strumento molto importante, non solo per il comparto mangimistico, ma per tutta la catena agro-zootecnica e alimentare italiana. Attraverso l’Accordo Quadro puntiamo infatti a contrastare la pericolosa deriva della produzione maidicola che procede ormai da circa dieci anni e ha costretto le nostre aziende – sempre più – a importare dall’estero. Nel 2019 la soglia d’importazione ha raggiunto quasi i 6,5 milioni di tonnellate di mais, vale a dire più del 50% del fabbisogno nazionale. Dobbiamo fare di tutto per ridare impulso alla produzione di una materia prima così fondamentale per l’intero settore agroalimentare nazionale”, dichiara Marcello Veronesi, Presidente di ASSALZOO (Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici), promotrice dell’Accordo Quadro valido per la gestione delle prossime tre campagne maidicole.

“Con questo strumento vogliamo favorire la stipula di contratti di secondo livello e di contratti di filiera – prosegue il presidente Veronesi – per interrompere la caduta della produzione e ridare fiducia alla produzione maidicola italiana. Obiettivo primario dell’accordo è ridurre le importazioni di mais, per il quale avevamo fino a pochi anni fa la completa autosufficienza produttiva e che oggi, con il crollo delle superfici seminate, non è più in grado di soddisfare la domanda proveniente dall’industria mangimistica per coprire le esigenze dell’allevamento zootecnico, ivi incluso quello destinato alle principali produzioni DOP, che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy alimentare e un valore aggiunto straordinario per l’immagine della nostra economia a livello mondiale”.

“La firma dell’Accordo Quadro, congiuntamente a tutti i protagonisti della filiera italiana, arriva – sottolinea Veronesi – in uno dei momenti più difficili della storia del dopoguerra, a testimonianza che, nonostante le grandi difficoltà per l’emergenza CoVid-19, l’industria mangimistica guarda avanti e continua a fare il suo lavoro per garantire la salute e il benessere degli animali allevati da cui dipendono la produzione di latte, carni, uova e pesce, per le esigenze dei nostri concittadini”.

“Nonostante il periodo drammatico che stiamo attraversando, e che condizionerà l’economia italiana nei prossimi mesi, le nostre aziende associate continuano a lavorare per la solidità produttiva del settore agroalimentare ed è in questa ottica che va inquadrato l’Accordo Quadro. Soltanto uniti possiamo costruire le basi per il futuro non solo della nostra maiscoltura, ma di tutta la filiera agro-alimentare”, conclude il Presidente ASSALZOO.

L’Accordo Quadro, firmato da ASSALZOO con le rappresentanze della produzione agricola – AMI, CIA, CONFAGRICOLTURA, COPAGRI – delle cooperative – ACI – dello stoccaggio – COMPAG e AIRES – dei sementieri – ASSOSEMENTI – e dei consorzi di tutela – ORIGIN ITALIA – rappresenta uno strumento importante a disposizione degli operatori di tutta la filiera maidicola, con la possibilità di trasferire all’agricoltore conoscenze di mercato e tecniche agronomiche, di programmare al meglio la produzione e di prevedere anche diverse modalità di definizione del prezzo che può essere agganciato alle quotazioni dei listini ufficiali oppure fissando, per una percentuale del contrattualizzato, a un prezzo predefinito.

In aggiunta l’industria mangimistica è disponibile a riconoscere ai produttori agricoli specifiche premialità per l’origine certificata della granella (italiana o da uno specifico areale), o quando risponda a disciplinari di sostenibilità o rispetti determinati parametri di qualità, soprattutto dal punto di vista igienico sanitario.

“Quello di ASSALZOO, e di tutti i firmatari dell’Accordo Quadro, è dunque un impegno serio per la difesa di un bene di primaria importanza per la zootecnia, incluse la produzioni di eccellenza con certificazioni Dop e Igp”, conclude Veronesi.

Va evidenziato, tuttavia, che in questa prima fase lo sforzo della filiera non sarà sufficiente e ASSALZOO auspica che questo venga affiancato da un intervento pubblico specifico a favore della coltivazione di mais, con un aiuto specifico alla coltivazione. Per tale ragione ci si augura che il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova, possa varare, quanto prima, a favore degli agricoltori, uno specifico incentivo ad ettaro sulla base di contratti di filiera, come già avviene per il settore del grano duro.

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31/03/2020, 16:06
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Roma, 1 aprile - “Il settore mangimistico accoglie con soddisfazione la decisione di destinare risorse per favorire la coltivazione di mais, con 11 milioni di euro, e soia, con 9 milioni di euro, nell’ambito dei contratti di filiera. Due materie prime strategiche per la filiera agro-zootecnia-alimentare nazionale. In particolare per il mais questa misura avalla e completa l’adozione dell’”Accordo Quadro per il granturco da granella da filiera italiana certificata”, sottoscritto dalla filiera maidicola, per rilanciare la maiscoltura nazionale e diminuire la dipendenza del settore agroalimentare dall’approvvigionamento estero”. Sono le parole di Marcello Veronesi, presidente di ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, all'indomani dell’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni sul decreto competitività delle filiere agroalimentari.

L’intervento si inserisce nel quadro delle misure messe a punto dalla Ministra Bellanova per contenere le ricadute economiche sul settore primario dell’emergenza coronavirus. Grazie all’intesa raggiunta ieri con le Regioni il Ministero potrà ora utilizzare i fondi della Legge di Bilancio 2020 anche per sostenere la coltivazione di mais, una coltura che sta attraversando una crisi pluriennale, con la riduzione delle superfici e della produzione e una caduta produttiva del 50%. La conseguenza diretta è stata un aumento delle importazioni che hanno raggiunto nel 2019 le 6,4 milioni di tonnellate con una perdita di 1,1 miliardi di euro per la nostra agricoltura.

L’intervento del Ministero si affianca ora all’Accordo Quadro sul mais siglato dalle principali organizzazioni in rappresentanza di tutte le fasi della filiera maidicola e che vede ASSALZOO tra i promotori principali. L’obiettivo di questo strumento è proprio incentivare la stipula di contratti di secondo livello e una maggiore integrazione fra tutti gli attori coinvolti, dai coltivatori ai mangimisti, dagli stoccatori ai produttori.

Come già avviene per il grano duro, ora anche per il mais sarà erogato un contributo di 100 euro per ettaro coltivato, sempre nell’ambito dei contratti di filiera. “Ringraziamo la Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova per la tempestività con cui ha dato seguito alle promesse sull’impegno a favore del comparto maidicolo ed esprimiamo un vivo apprezzamento anche per l’aiuto ai produttori di soia, altra materia prima fondamentale per l’approvvigionamento proteico del nostro Paese”, aggiunge Veronesi.

“Con questi stanziamenti si concretizza quell’intervento pubblico specifico auspicato da tutti gli operatori del settore. Gli incentivi a ettaro e l’Accordo Quadro insieme rappresentano due strumenti preziosi per aumentare e migliorare la produzione di mais certificato destinato alle filiere di eccellenza. Il granturco nazionale - ricorda il presidente di ASSALZOO - è infatti una risorsa fondamentale per gli allevamenti e la produzione zootecnica, da cui derivano latte, carni, uova e pesce, ogni giorno sulla tavola degli italiani e che diventa essenziale per i prodotti a denominazione di origine protetta, fiore all’occhiello del Made in Italy”.

Entrambi gli interventi, quello del settore pubblico e quello del settore privato, sono arrivati in un momento delicato per l’intera economia con la gestione dell’emergenza sanitaria da CoVid-19. Anche se per il settore agroalimentare è stata garantita, com’era necessario, la continuità produttiva, non sono mancate forti criticità, in particolare nel settore della logistica, che hanno messo allo scoperto le fragilità del sistema economico nazionale sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime agricole. Per questo motivo, per fronteggiare ulteriori situazioni di crisi, è importante che la maiscoltura italiana possa recuperare una capacità produttiva adeguata.

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01/04/2020, 16:54
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Roma, 22 aprile - In occasione della Giornata mondiale della Terra, Assalzoo (Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici) vuole ribadire l’impegno del settore per la difesa della salute del Pianeta.

Il settore mangimistico italiano, infatti, riveste da sempre un ruolo di prima linea in termini di sostenibilità delle produzioni e di contributo verso una zootecnia rispettosa dell’ambiente, assicurando un elevato grado nella gestione delle risorse disponibili e un’attenzione sempre maggiore alle condizioni di salute e benessere degli animali allevati, divenuti oggi un prerequisito fondamentale per la sicurezza e la qualità delle produzioni zootecniche.

Con quella del 2020, l’Earth Day-Giornata mondiale della Terra, che si tiene oggi 22 aprile, celebra la sua cinquantesima edizione. Il tema scelto per quest’anno è l’azione per il clima a fronte di quei cambiamenti epocali che si sono imposti, ormai nell’ultimo decennio, come una delle principali questioni del dibattito internazionale.

L’umanità ha davanti a sé una sfida, quella di proteggere la Terra dagli effetti degli sconvolgimenti climatici, un tema che richiama da vicino altre questioni, dall’aumento della popolazione mondiale all’utilizzo delle risorse naturali. Proprio su questo fronte, sulla corretta gestione e sull’ottimizzazione dell’impiego sostenibile di risorse disponibili e di materie prime, Assalzoo e tutta l’industria mangimistica sono impegnate in modo convinto ormai da diversi decenni, tanto che oggi la mangimistica è tra i settori con le migliori performance in termini di sostenibilità, con un valore notevole per tutta la filiera agroalimentare.

Quello dell’alimentazione animale può essere visto infatti come un settore ad alta efficienza circolare. Le aziende che producono mangimi - in un’ottica di corretto utilizzo e di valorizzazione delle risorse naturali disponibili - impiegano i co-prodotti e gli ex prodotti dell’industria agroalimentare. Oltre il 50% degli ingredienti impiegati dall’industria per la produzione mangimistica derivano proprio da altri processi di trasformazione della filiera agroalimentare.

Ciò permette di valorizzare molti co-prodotti delle lavorazioni delle industrie alimentari come le farine proteiche e le crusche, ma anche una quantità crescente di altri residui delle lavorazioni agroalimentari come quelli derivanti dalla lavorazione dello zucchero o della distillazione, o quelli derivanti dai prodotti da forno o dalla caseificazione, ecc., che, proprio grazie alla mangimistica, possono essere recuperati, potendo così essere reimmessi all’interno del circuito alimentare.

Un esempio virtuoso quello della circolarità della produzione mangimistica che viene messo in atto senza trascurare ma, anzi, elevando sempre gli standard di sicurezza alimentare, a beneficio dei prodotti alimentari di origine zootecnica che ne derivano come carne, latte, uova e pesce.

Un percorso in continua crescita, grazie a un’attività di ricerca ininterrotta, che permette non solo di ottimizzare i processi produttivi, ma anche di elaborare mangimi su misura in grado di gestire al massimo livello tutte le risorse disponibili per permettere agli allevatori di produrre di più utilizzando di meno e, soprattutto, riducendo al massimo gli sprechi.

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22/04/2020, 9:52
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Roma, 23 aprile - Dopo aver retto l’urto iniziale, il settore agroalimentare sta cominciando a pagare il prezzo della crisi dovuta alla diffusione del Coronavirus, alle misure restrittive adottate, tra cui la chiusura della ristorazione, e agli effetti sulle abitudini alimentari e di spesa dei consumatori.



Le conseguenze di questa grave situazione sono destinate a perdurare, non sappiamo per quanto tempo, condizionando il futuro di tutta l’economia italiana e quindi anche del settore alimentare.



Una sfida di proporzioni notevoli che preoccupa gli operatori agricoli, zootecnici e alimentari, ma che dobbiamo riuscire a trasformare in una opportunità per rilanciare l’impegno in difesa dell’italianità della filiera. Un impegno al quale anche Assalzoo (Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici) cerca di dare il proprio contributo, come dimostra in concreto anche la recente stipula dell’Accordo quadro sul granturco da granella di filiera italiana.



Assalzoo e l’industria mangimistica nazionale sono da sempre, infatti, al fianco degli allevatori italiani. I mangimi delle ditte associate utilizzati dagli allevatori italiani sono tutti prodotti in Italia, utilizzando e valorizzando per quanto possibile in primo luogo le materie prime italiane, pur restando ancora troppo elevata (60%) la dipendenza dall’estero.



Ed è soprattutto in questa fase di emergenza che dobbiamo fare tutti la nostra parte per garantire la solidità della filiera nazionale, valorizzando in via prioritaria le nostre produzioni agricole, zootecniche e alimentari, per sostenere i livelli di produzione e di occupazione, cercando di promuovere e favorire, con uno spirito di solidarietà nazionale, un percorso produttivo italiano che porti ad una revisione delle filiere per renderle più in linea con le aspettative del consumatore moderno e quindi più resilienti alle crisi.



Un invito che Assalzoo vuole estendere a tutti gli operatori della filiera, affinché si agisca tutti insieme e nella stessa direzione a sostegno delle produzioni nazionali, oggi in particolare difficoltà sia per la chiusura dei canali Ho.Re.Ca. e la diminuzione dell’export, sia per la l’approvvigionamento estero, soprattutto nei settori delle carni suine, bovine e ovine, del latte ed anche del pesce.



In questo momento di emergenza l’obiettivo deve essere quello di consolidare la filiera agro-zootecnica-alimentare italiana facendo crescere la quota da destinare alla trasformazione.



Proprio in quest’ottica e per contrastare la cronica dipendenza dell’Italia nell’approvvigionamento di materie prime, Assalzoo per prima, insieme ad altre dieci associazioni in rappresentanza della filiera cerealicola e delle nostre produzioni di eccellenza, ha promosso due importanti iniziative:

- la sottoscrizione di un Accordo quadro sul mais da granella di filiera italiana, con l’intento di rafforzare la produzione italiana e rendere l’agricoltura e la zootecnia meno vincolate alle forniture dall’estero;

- una lettera al Governo e al Parlamento, per chiedere un piano di emergenza con l’adozione di misure di incentivi diretti agli agricoltori per promuovere la produzione nazionale e ridurre la forte dipendenza dall’estero di materie prime arrivata al 60% del fabbisogno interno.



Per combattere le gravi difficoltà che il COVID-19 sta arrecando al nostro sistema produttivo e per garantire la sopravvivenza delle aziende, è necessario un intervento urgente delle nostre Istituzioni politiche e di Governo, con lo stanziamento di risorse straordinarie per sostenere la filiera agro-zootecnica-alimentare italiana, che ha una funzione strategica per garantire la sicurezza alimentare del Paese, ma è fondamentale anche che tutti gli attori della filiera sostengano responsabilmente prima di tutto le produzioni italiane, contenendo, ove possibile, il ricorso alle importazioni solo quando necessario a coprire le richieste e le esigenze del mercato.

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23/04/2020, 11:46
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Roma, 5 maggio - L’agroalimentare è stato uno dei settori che, sin dall’inizio dell’emergenza legata alla diffusione del coronavirus, ha continuato l’attività assicurando l’approvvigionamento alimentare al nostro Paese. Questo non ha però risparmiato il settore dalla crisi a causa delle pesanti restrizioni: i disagi maggiori sono arrivati dalla chiusura di bar, ristoranti, pizzerie, mense, ed in generale di tutte le attività del circuito Horeca con un vero e proprio crollo dei consumi fino a un meno 30%, cui si aggiunge la forte contrazione dell’export per analoghe misure adottate anche all’estero.

Il contraccolpo di questo stop è stato avvertito in modo notevole anche dalle filiere zootecniche. I comparti al momento più colpiti sono quello della carne suina, in crisi per il crollo della domanda soprattutto di prosciutti DOP, il settore latte, con la forte contrazione della domanda di latte fresco e latticini, il settore della carne bovina che vede difficoltà forti, con riferimento a molti tagli freschi, a cominciare da quelli più pregiati e una forte diminuzione del consumo di carne di vitello, e per finire al settore del pesce fresco, anch’esso in caduta libera. Tutti prodotti per i quali l’Horeca e l’export rappresentano una quota rilevante della domanda oggi senza sbocco.

A ciò deve aggiungersi anche il cambiamento significativo della domanda dei consumatori che si è riorientata verso prodotti con una shelf life più lunga, che ha contribuito alla riduzione della domanda di prodotti alimentari italiani, rischiando di mettere in ginocchio gli agricoltori e gli allevatori italiani e tutta la filiera che, responsabilmente, non hanno mai smesso di lavorare in questo periodo di grave emergenza.

Un vero e proprio paradosso, se si considera che il nostro Paese di regola non è autosufficiente per il fabbisogno interno di latte, carni e pesce e che, in situazioni normali, si è costretti ad importare notevoli quote di questi prodotti dall’estero per soddisfare la domanda interna e che oggi invece, a causa del riorientamento dei consumi, si sta mettendo in grave crisi le produzioni nazionali.

In attesa, pertanto, della ripartenza dei canali Horeca ed auspicando il ritorno a una, seppur, lenta normalità, allo stato attuale i punti vendita al dettaglio rappresentano l’unico canale di sbocco della produzione agro-zootecnico-alimentare di origine italiana. Per questo motivo ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, si rivolge alle catene della Grande Distribuzione Organizzata affinché lancino iniziative specifiche per promuovere e sostenere l’acquisto di prodotti lattiero-caseari e di carni e loro derivati 100% italiani.

L’emergenza ha modificato la fisionomia dei consumi, con il consolidarsi di nuove tendenze di acquisto. I supermercati e i piccoli esercizi di prossimità, anche con il potenziamento dei nuovi canali distributivi come le consegne a domicilio e l’e-commerce, hanno un ruolo di primo piano per i consumi alimentari. Per questo è fondamentale che sostengano la produzione agroalimentare, soprattutto di quelle filiere più indebolite dalla crisi.

Per questa ragione Assalzoo, da sempre al fianco e in difesa della filiera agroalimentare italiana, si rivolge alla Grande Distribuzione Organizzata e in generale a tutta la distribuzione, perché i punti vendita sposino questa visione con iniziative di promozione dei prodotti italiani. Campagne come quelle già avviate da alcuni gruppi vanno nella giusta direzione: favorire il consumo di prodotti che parlino italiano, che siano espressione della qualità, del territorio, della tradizione e del gusto italiano.

In questo modo sarà possibile tutti insieme superare la grave crisi che stiamo vivendo e continuare a garantire il futuro delle imprese agroalimentari del nostro Paese e che sono un’eccellenza e un traino dell’intera manifattura italiana e dell’economia nazionale.

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05/05/2020, 16:00
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Comunque anche l'ASSALZOO è composta da tanti furbi. Perché allora in passato gli è convenuto più comprare materie prime all'estero ad un minor prezzo, invece che continuare a comprare granaglie italiane? Non mi sta mica tanto bene che ora invitino ad aiutare i produttori italiani quando loro, da moltissimi anni, sono stati i primi ad approvigionarsi dall'estero.


06/05/2020, 12:45
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Roma, 22 maggio - Il 20 maggio la Commissione europea ha rilanciato l’impegno dell’Unione Europea per la difesa dell’ambiente con la comunicazione sulle due strategie, sulla Biodiversità e su Farm to Fork per la sostenibilità. L’azione dell’Ue si inserisce nel più ampio programma di lotta al cambiamento climatico per il quale è essenziale la creazione di un sistema alimentare sostenibile, che abbia un’impronta ambientale quanto più contenuta. In quest’ottica - sottolinea la Commissione - è necessario ridurre l’uso dei pesticidi e degli antibiotici, migliorare il benessere animale ma anche, secondo un approccio comprensivo, evitare lo spreco di cibo e promuovere l’adesione a diete più salutari.

Sono obiettivi ambiziosi che ASSALZOO, Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, in linea di principio, ritiene di condividere. La mangimistica italiana è infatti un anello della filiera agro-alimentare-zootecnica rispettoso dell’ambiente ed esempio concreto di economia circolare. Chi produce mangimi lo fa in modo efficiente, pulito, garantendo elevati standard di sicurezza e sfruttando una grandissima quantità di co-prodotti e residui di lavorazione delle industrie alimentari, che in tal modo vengono reinseriti nello stesso circuito alimentare per la produzione di cibi ad alto valore nutrizionale come carne, latte, uova e pesce ed indispensabili all’interno di una dieta equilibrata. È un settore al servizio non solo della zootecnia ma di tutta la filiera agroalimentare, che dà un contributo importante per la sostenibilità degli allevamenti e per elevare il grado di salute e benessere animale, prerequisiti indispensabili per la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari di origine animale.

Le linee guida della strategia della Commissione europea presentano lo spunto per una riflessione importante, ma non mancano di evidenziare alcuni aspetti critici. Sarà pertanto fondamentale assicurare una dialettica aperta e una valutazione scrupolosa in merito all’impatto che le strategie previste potrebbero avere, con la possibilità di meglio calibrarle per evitare che un progetto positivo possa determinare più elementi di debolezza che di positività, con il rischio non solo di fallire gli obiettivi ma di arrecare danno al sistema agroalimentare, e soprattutto a quello del nostro Paese.

Alcune delle strategie evidenziate destano infatti perplessità: come un sistema di etichettatura nutrizionale degli alimenti, che apra la strada al c.d. nutriscore, oppure una immotivata propensione a privilegiare stili alimentari orientati a limitare il consumo di prodotti di origine animale per prevenire l’obesità, che di fatto cozzano contro un modello di dieta tipicamente mediterranea apprezzata ma soprattutto ritenuta tra le più salutari al mondo.

Occorre evitare che un progetto di fondo condivisibile, possa invece generare ingiustificate ricadute negative sulla filiera agro-alimentare e zootecnica tipica delle nostre produzioni, così come possa rischiare di stravolgere stili di vita che assicurano un elevato standard di salute ai nostri consumatori.

ASSALZOO condivide il complessivo lavoro della rappresentanza zootecnica europea che ha come obiettivo migliorare quegli aspetti del piano carenti e in tal prospettiva sta collaborando con l’azione di Fefac – la Federazione europea dell’industria dell’alimentazione animale – ma auspica anche un forte impegno delle autorità nazionali affinché tutelino opportunamente il sistema agroalimentare e lo stile della dieta mediterranea.

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22/05/2020, 14:28
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Roma, 3 giugno - Oggi ASSALZOO, Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, è stata ricevuta in audizione alla Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato per l’esame del disegno di legge di delegazione europea del 2019. Il ddl, tra l’altro, riguarda anche l’applicazione del Regolamento UE 2016/429 in materia di sanità animale. In un confronto aperto e quanto mai costruttivo, l’Associazione ha sottolineato l’opportunità che la sua introduzione rappresenta per la disciplina del settore. Con questo regolamento si potrà finalmente semplificare una legislazione poco omogenea, alimentata negli anni anche da provvedimenti d’urgenza.


Il regolamento prevede l’armonizzazione delle misure di sorveglianza e controllo delle malattie infettive ed entrerà in vigore il 21 aprile 2021. Il regolamento dell’Unione europea rappresenta un’opportunità importante di semplificazione e riordino della materia; il provvedimento è infatti una sorta di Testo unico che modifica e abroga ben trentotto provvedimenti legislativi. Lo stesso spirito che l’Associazione auspica possa ispirare anche l’azione del legislatore italiano.

La normativa di recepimento dovrà infatti avere l’obiettivo di riordinare ed aggiornare la disciplina della sanità animale, come, ad esempio, riguardo alle malattie infettive emergenti, con l’auspicio di includere nella stessa disposizione anche le malattie non elencate nel regolamento comunitario.

In qualità di autorità competente, il Ministero della Salute, attraverso l’autorità veterinaria centrale, dovrà poter contare su un’organizzazione adeguata ed efficiente, sia a livello centrale che periferico. Nelle Regioni sarà necessario introdurre un responsabile del servizio veterinario referente per il coordinamento con il centro.

L’attività di semplificazione dovrà poi riguardare anche la raccolta delle informazioni attraverso una piattaforma unica che agevoli la condivisione dei dati, che elimini sovrapposizioni e che non preveda oneri agli operatori. E, infine, l’introduzione di una norma specifica che dia la possibilità di delegare alcuni controlli a veterinari non ufficiali.

In questo modo il comparto della sanità animale potrà dotarsi di un rinnovato quadro legislativo coerente con il nuovo volto assunto negli ultimi anni ispirato all’approccio One Health, grazie ai ripetuti interventi del Ministero della Salute.

Nel corso dell’audizione ASSALZOO ha anche illustrato la sua posizione in merito alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. Il suo recepimento dovrà accompagnarsi a un coordinamento della disciplina vigente. Sarebbe inoltre importante evitare di fissare un limite di fatturato alle aziende che dovranno rispettare le norme della direttiva, individuare l’autorità competente in materia in un’ottica di ulteriore semplificazione e integrare l’elenco delle pratiche vietate dal dettato europeo.

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03/06/2020, 15:20
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