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ASSALZOO 
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Roma, 4 giugno 2020 - “Con l’applicazione congiunta delle premialità derivanti dall’‘Accordo Quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata’ e dall’incentivo previsto dal Ministero delle Politiche agricole, da questa campagna di commercializzazione, i produttori italiani di mais potranno percepire premialità aggiuntive rispetto al normale prezzo di mercato per il prodotto raccolto”. Lo sottolineano le organizzazioni firmatarie e promotrici dell’Accordo Quadro, pienamente operativo e siglato dalla filiera maidicola nazionale composta da Assalzoo in rappresentanza dell’industria mangimistica italiana, AMI, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e Copagri per i produttori agricoli, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari per il mondo cooperativo, Compag e AIRES per gli stoccatori e per gli essiccatori, Assosementi per le ditte sementiere, e Origin Italia per i Consorzi di Indicazioni Geografiche.

“Grazie anche alla firma da parte della filiera di questo Accordo Quadro, il Mipaaf ha emanato il decreto ministeriale per la competitività delle filiere, fortemente richiesto e sostenuto dalle stesse organizzazioni firmatarie dell’intesa, con il quale è stato stabilito un incentivo di 100 euro ad ettaro a favore degli agricoltori che coltiveranno mais sulla base di tale accordo”, proseguono le organizzazioni firmatarie, ricordando che “l’Accordo Quadro rappresenta una strada fortemente voluta dalla filiera, come primo passo verso un rilancio della coltivazione italiana di mais, cereale che in pochi anni ha registrato un crollo del 50% delle superfici seminate”.

“L’Accordo è nato per favorire la stipula di contratti di filiera per il mais destinato all’alimentazione animale per le prossime tre campagne maidicole, con l’obiettivo di risollevare una produzione divenuta insufficiente per le esigenze dell’allevamento italiano, la cui importanza è fondamentale per le produzioni zootecniche e per il Made in Italy agroalimentare. L’intesa prevede, a beneficio degli agricoltori, l’applicazione di specifiche premialità per la granella di origine certificata e, qualora concordata tra le parti, per la sostenibilità e/o per specifiche caratteristiche qualitative del mais raccolto, che vanno ad aggiungersi al prezzo di acquisto che le parti potranno decidere di fissare in base a due diverse opzioni, scegliendo di legarlo all’andamento delle quotazioni delle borse merci oppure fissando un prezzo definito”, ricordano Assalzoo, AMI, Cia, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Aires, Assosementi e Origin Italia.

“Si tratta di una grande opportunità, che consente ai produttori italiani di mais di recuperare margini di competitività, con lo scopo di favorire una ripresa della produzione italiana di questo cereale, indispensabile per garantire una alimentazione di qualità agli allevamenti nazionali da latte e da carne e, soprattutto, per garantire i circuiti di eccellenza, per i quali il mais di origine italiana è una materia prima ad oggi irrinunciabile”, aggiungono le organizzazioni firmatarie e promotrici dell’Accordo Quadro.

“Per tali ragioni, e vista la scadenza imminente della Domanda Unica 2020, tutte le organizzazioni firmatarie chiedono che AGEA emani al più presto la circolare applicativa con le indicazioni specifiche per accedere al nuovo contributo ministeriale e garantire la più ampia adesione da parte di tutti i produttori”, concludono Assalzoo, AMI, Cia, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Aires, Assosementi e Origin Italia.

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04/06/2020, 18:49
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Roma, 24 giugno 2020 - Si consolida ancora la produzione di mangimi in Italia. Nel 2019 il settore ha fatto registrare un nuovo aumento dell’output di oltre l’1%, superando abbondantemente quota 14,6 milioni di tonnellate di prodotto. Lo stato di salute del comparto, il primo anello della filiera agro-alimentare-zootecnica, è confermato anche dal rafforzamento degli investimenti fissi lordi, saliti a 110 milioni di euro, e dal miglioramento della bilancia commerciale. Sono alcuni dei dati relativi ai principali indicatori economici dell’industria italiana di alimenti composti resi noti da ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, in occasione della sua assemblea annuale il 24 giugno a Roma. L’evento si è svolto, sotto la presidenza di Marcello Veronesi, in videoconferenza nel rispetto delle disposizioni anti-CoVid-19.

“Siamo reduci da un periodo eccezionale di emergenza sanitaria che si è trasformata in una crisi economica dalle rilevanti ripercussioni sul settore agroalimentare – ricorda Veronesi. Una circostanza di fronte alla quale l’industria mangimistica si è presentata con una situazione solida, come dimostrano i dati relativi alla produzione, agli investimenti e al fatturato del 2019. Pur se con preoccupazione, ciò ha permesso ai nostri associati di poter affrontare con resilienza l’ennesima sfida posta dal mercato, a seguito della grave straordinarietà imposta dalla pandemia, dimostrando ancora una volta l’indispensabile ruolo che la mangimistica occupa nella filiera agro-zootecnica-alimentare italiana”.

Negli ultimi anni la produzione di mangimi è risultata in costante aumento. Le stime per il 2019 indicano un livello produttivo di 14.659.000 tonnellate con un incremento dell’1,3% rispetto alle 14.475.000 tonnellate dell’anno precedente. L’industria ha raggiunto un fatturato complessivo di 7,575 miliardi di euro (+2,2% rispetto a 7,410 mld del 2018). Di questi 5,135 mld derivano dai mangimi composti, 835 milioni dalle premiscele e 1,6 mld dal pet-food. Tutti indicatori in crescita rispetto al valore registrato nel 2018.

Nel 2019 le imprese del settore mangimistico italiano hanno aumentato gli acquisti di capitale portando il livello degli investimenti fissi lordi da 105 a 110 milioni di euro (+4,7%). Stabile il numero degli occupati, una platea di 8.000 lavoratori, e del costo del lavoro (+1,2%, quando nel 2018 la variazione era del +1,1%).

L’Italia, infine, ha reso ancora più solida la sua presenza sui mercati internazionali di alimenti per animali. La tendenza espansiva, avviata ormai circa dieci anni fa, è proseguita anche nel 2019 con un incremento delle esportazioni che supera il 4% (da 725 a 755 milioni di euro) e un calo dell’1,4% delle importazioni (da 841 a 830 milioni di euro). Questo ha portato a un’importante contrazione del saldo commerciale estero di ben 41 milioni di euro, passando da -116 a -75 mil di €.

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24/06/2020, 15:11
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Roma, 24 giugno 2020 - Con un incremento della produzione superiore a quello complessivo del totale mangimistico, l’avicoltura si conferma un segmento essenziale per la mangimistica italiana. Numeri positivi anche per i bovini, mentre risulta stabile la produzione di mangimi per la suinicoltura. Male, invece, dopo anni di incrementi continui, la fornitura di alimenti per l’acquacoltura con un marcato calo di output. È questo, in estrema sintesi, il quadro della produzione di mangimi per i diversi comparti zootecnici nel 2019 delineato nel corso dell’assemblea annuale di ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, che si è svolta in videoconferenza il 24 giugno.

“Complessivamente la produzione di mangimi composti ha mostrato una buona capacità di tenuta nel 2019 rispetto all’anno precedente”, sottolinea il presidente Marcello Veronesi. “E questo è di sicuro un indice del buono stato di salute del settore mangimistico italiano, capace di soddisfare la domanda proveniente dalle principali filiere zootecniche. Le uniche riduzioni – prosegue – , in alcuni casi anche piuttosto consistenti, hanno riguardato gli allevamenti delle specie minori ai quali è riservato meno del 7% rispetto alla produzione complessiva nazionale”.

A fronte di un incremento dei livelli produttivi per l’intera industria mangimistica dell’1,3%, il comparto dei volatili ha fatto segnare un incremento dell’1,8% rispetto al 2018. L’avicoltura, che intercetta oltre il 40% della produzione totale, ha visto salire l’output da 5.870.000 a 5.975.000 tonnellate, recuperando abbondantemente la leggera flessione dell’anno precedente (in cui aveva accusato un calo del -0,8%). Tra le diverse specie i numeri migliori li hanno fatti registrare le galline ovaiole (+2,7%) ma anche i tacchini (+2%) e i polli da carne (+1,2%). Unico segno meno per gli altri volatili (-1,8%).

Stabile il secondo comparto per quota parte sul totale della produzione, ovvero la suinicoltura, a cui è destinato il 25,5% del totale di mangimi prodotti. Tra il 2018 e il 2019 l’incremento è stato contenuto nel +0,4%, da 3.731.000 a 3.745.000 tonnellate.


Molto meglio è andato il settore bovino, che tallona la suinicoltura con il 23,7% della produzione totale di mangimi. Anche per questi allevamenti il progresso produttivo è stato maggiore di quello generale, con un aumento del 2% (da 3.399.000 a 3.467.000 tonnellate). Superiore al valore medio il dato delle vacche da latte (+2,4%) mentre per i bovini da carne il rialzo è stato più contenuto, pari all’1,5%. Meno bene i bufali che, dopo il trend positivo degli ultimi anni, hanno accusato un decremento del 3%.

Tra gli altri animali, i numeri peggiori in assoluto sono quelli dell’acquacoltura e del settore equino con, rispettivamente, una flessione di ben il 7,2% e il 7,6% della produzione di mangimi. Ottima invece la performance degli ovini (+4,4%) e delle altre specie (+8,5%). Sotto l’1%, infine, l’aumento della produzione di alimenti per gli animali da compagnia.

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24/06/2020, 15:14
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Roma, 24 giugno 2020 – Il 2019 è stato un buon anno per la mangimistica italiana sia a livello di produzione che economico. Ora però, per superare la crisi innescata dal Covid-19, serve una filiera zootecnica più integrata che sappia valorizzare al meglio la produzione agroalimentare nazionale. Per Marcello Veronesi, presidente di ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, la grave crisi dei consumi ed economica scaturita dal coronavirus rende necessario un patto fra tutti i componenti della filiera per una nuova fase del settore agro-zootecnico-alimentare nello scenario post-Covid-19. “Accanto all’impegno dell’industria mangimistica è necessario realizzare un vero e proprio coordinamento di tutta la filiera al fine di trasformare la crisi che stiamo vivendo in un’occasione di rilancio dell’agricoltura, della zootecnia e delle produzioni alimentari italiane”, sottolinea Veronesi intervenuto all’assemblea annuale dell’Associazione.

Quello che si è svolto a Roma è stato un evento speciale per ASSALZOO che proprio nel 2020 festeggia il 75° anniversario della sua fondazione. La ricorrenza cade in un momento eccezionale su cui pesa uno stato di forte incertezza. Pur non essendo tra i più colpiti, il settore agroalimentare nel suo complesso ha comunque mostrato alcune gravi fragilità, prima fra tutte quella della food security e dell’approvvigionamento delle materie prime. Un aspetto che non si può continuare a sottovalutare e che deve essere affrontato e risolto, con l’impegno di tutte le componenti della filiera e con le Istituzioni. ASSALZOO ne è convinta, tanto che si è fatta promotrice dell’Accordo Quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata, sottoscritto da altre nove Associazioni al fine di incentivare la produzione di mais in Italia. “Un esempio - è l’auspicio di Veronesi - che speriamo possa essere seguito anche in altri settori a supporto dei nostri agricoltori, dei nostri allevatori e di tutta la filiera agroalimentare italiana. Per una ripresa dobbiamo essere tutti noi per primi a promuovere, valorizzare e sostenere la produzione agricola nazionale”.

La firma dell’Accordo Quadro dimostra l’efficacia del dialogo tra i rappresentanti della filiera, la cui integrazione rappresenta la sfida principale per l’intero settore, sempre con l’obiettivo di aumentare la produzione nazionale e limitare la dipendenza dai mercati esteri. In questo senso ASSALZOO ha partecipato ad altri tavoli di confronto con i settori suinicolo, lattiero-caseario e cunicolo, ma questo dialogo deve consolidarsi per raggiungere una vera e propria intesa di filiera per favorire le produzioni del nostro Paese: “Dobbiamo farci promotori con tutte le sue componenti, dal produttore primario alle industrie di trasformazione fino alla distribuzione organizzata, di innovare, rendere competitivo e valorizzare il made in Italy alimentare, perché tutti insieme si punti all’impiego e al consumo e alla promozione all’estero di materie prime e di prodotti italiani. Un impegno che, tra l’altro, ci consentirebbe anche di arrivare già preparati a quanto indicato nel Farm to Fork dalla stessa UE, orientata alla promozione di sistemi a ‘filiera corta’ per incentivare e valorizzazione il territorio e il saper fare italiano”, evidenzia con decisione Veronesi.

La terza sfida per l’agroalimentare di domani travalica idealmente i confini nazionali. È la sfida della sostenibilità che l’Unione europea vuole vincere con l’adozione della nuova strategia Farm to Fork all’interno del Green Deal. Per la mangimistica è un’occasione per affermare con ancora più forza e per valorizzare il suo contributo alla tutela dell’ambiente in quanto modello efficiente di economia circolare. “Con FEFAC sono già stati affrontati tanti aspetti e forniti strumenti per supportare le aziende e promuovere, anche a livello istituzionale, l’importante ruolo del settore mangimistico nella riduzione dell’impatto ambientale dell’allevamento. A livello nazionale ASSALZOO sta mettendo a punto una strategia che riguarda la specifica realtà del nostro Paese, per evidenziare che la mangimistica è e sarà all’altezza di questa sfida”, conclude Veronesi.

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24/06/2020, 15:16
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Roma, 25 giugno 2020 – Vendite in aumento per carne e formaggi, boom di uova e netta contrazione per latte e pesce. Nelle settimane di emergenza sanitaria per la diffusione di CoVid-19, i consumatori hanno modificato il loro carrello della spesa: tra gli alimenti di origine animale sono soprattutto le carni ad aver fatto segnare un buon andamento, con un incremento delle vendite sia in termini di volume che di valore. L’analisi dei consumi nel corso della pandemia è riferita in modo particolare alla sola GDO ed è stata oggetto dell’intervento di Marco Limonta, Business Inside Director di IRI, all’Assemblea annuale di ASSALZOO, Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, svoltasi in modalità di videoconferenza a Roma il 24 giugno.



La tendenza all’aumento delle vendite dei prodotti “confezionati di Largo consumo” nella GDO ha cominciato a manifestarsi già a febbraio. Considerando solo questi beni, il trend nella Fase 1 ha toccato l’8,9% tra il 17 febbraio e il 3 maggio, un valore più che doppio rispetto alla crescita del fatturato complessivo della GDO (inclusi quindi i beni di general merchandise e quelli a peso variabile). A partire dal 4 maggio l’aumento è stato invece del 5,9% (3,7% quello generale). Sia nella Fase 1 (17 feb-3 mag.) che nella Fase 2 (dal 4 mag.) molti reparti del Largo consumo confezionato hanno segnato incrementi a doppia cifra rispetto allo scorso anno delle vendite in valore. Tra questi la carne confezionata calibrata, con aumenti del 24,9% e del 15,5% nelle due fasi.



Nel progressivo a maggio, la tendenza alla crescita delle vendite dei prodotti di origine animale nasconde andamenti molto positivi per alcuni e flessioni per altri. Molto sostenuto quello della carne, che ha fatto segnare un aumento maggiore della media di tutti i freschi (pari al 3,1%): +4,5% per i volumi venduti, sfiorando le 300.000 tonnellate. Sotto la media i salumi, a +2,8% con 88.000 t vendute. Grande balzo in avanti per wurstel e precotti, con 15.000 t e un aumento che supera il 23%. Molto bene anche i formaggi, con 207.000 t di venduto e un aumento del 12,2%. Il segno meno caratterizza invece latte e panna fresca, giù del 3,7% (150.000 t vendute) e il pesce, in calo del 2,3% (50.000 t vendute).



«La pandemia ha stravolto le dinamiche di acquisto», sottolinea Marco Limonta di IRI. «I consumatori, rinviando la fase di elaborazione dei piatti a casa, si sono rivolti in particolar modo ai prodotti più basilari e questo, ad esempio, ha penalizzato la gastronomia. Inoltre, per le necessità dovute alle disposizioni anti-CoVid in particolar modo nella prima fase dell’emergenza, si sono rivolti ai prodotti take away tra le corsie dei punti vendita della GDO. Questo – continua l’esperto – ha premiato in particolare le carni, già tagliate e confezionate, e i formaggi, anche se in misura minore, mentre il comparto dei salumi ne ha risentito».



Sul fronte dei fatturati – sempre considerando il progressivo a maggio – la spinta in quasi tutte le categorie arriva dal rialzo dei prezzi. Le vendite della carne hanno fruttato un valore di 2,56 miliardi di euro (+7,8% a fronte di un aumento del 3,1% dei prezzi) mentre per i salumi questo ha quasi raggiunto 1,6 miliardi di € (+7% e prezzi in aumento del 4%). Anche per il fatturato c’è stato un rialzo molto positivo per wurstel e precotti (86 milioni di €; crescita del 28,9% e prezzi a +4,6%).



Grandi protagoniste della spesa in pandemia le uova, con 284 milioni € di vendite – un aumento di quasi il 25% – e prezzi in rialzo del 2,4%. Nel lattiero-caseario, abbondantemente sopra i 2 miliardi di € le vendite dei formaggi, con un incremento del 13% (prezzi pressoché stabili a +0,7%) mentre è stagnante la variazione percentuale delle vendite di latte e panna fresca, a 242 milioni € a fronte di un aumento dei prezzi di quasi il 4%. Male il pesce: le vendite in valore scendono dell’1,8% fermandosi a 662 milioni € con prezzi in leggera risalita dello 0,5%.



Se si considera un periodo più ampio, ovvero il progressivo fino al 7 giugno, si nota un certo riassestamento del valore delle vendite nelle principali categorie di alimenti zootecnici. Per la carne il valore si stabilizza a +6,4%; vicino quello dei formaggi: +6,2%. Mentre i salumi sono su un terreno negativo: -1,2%. La pescheria chiude con un calo dello 0,9%. La cesura tra la Fase 1 e la Fase 2 è stata decisiva: «La tendenza alla crescita – spiega Limonta – si è normalizzata con il passare delle settimane. La ripresa della circolazione e il recupero dei normali comportamenti di acquisto hanno fatto sì che una parte di crescita si riducesse perché il consumatore ha ripreso ad acquistare altrove, fuori dalla GDO e così l’incremento delle vendite della carne nella Fase 2 si è attenuato mentre per il pesce c’è stata una tendenza diversa, con una maggiore penalizzazione nella Fase 1 e un recupero nella Fase 2».

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25/06/2020, 16:41
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Roma, 7 luglio 2020 – Con la diffusione delle istruzioni operative da parte di Agea sulle modalità con cui richiedere gli aiuti per la coltivazione di mais, legumi e soia, si consolida la strategia di rilancio della maiscoltura italiana alla quale ASSALZOO-Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici sta lavorando da tempo. Grazie all’Accordo quadro per il mais dello scorso marzo, gli agricoltori che avranno stipulato un contratto di filiera potranno infatti accedere agli 11 milioni di euro di contributi stanziati dal ministero delle Politiche agricole alimentari forestali con il ‘decreto competitività’.

Il decreto è stato adottato lo scorso 3 aprile per promuovere la sottoscrizione dei contratti di filiera tra i produttori agricoli e gli altri attori della catena di valore. Il Fondo per la competitività delle filiere agricole, istituito dal Ministero, prevede l’erogazione di 20 milioni di euro complessivi per due anni a sostegno della filiera maidicola e delle proteine vegetali (legumi e soia). Per il mais lo stanziamento di 11 milioni sarà diviso in due tranche di 5 milioni per quest’anno e di 6 milioni per il prossimo. Per la campagna 2020 l’aiuto è di100 euro per ogni ettaro coltivato a mais nel limite di 50 ettari.

I contributi sono stanziati in favore degli agricoltori che hanno stipulato contratti di filiera, o che li stipuleranno nei prossimi mesi dal momento che le domande potranno essere presentate tra il 1° e il 16 ottobre. In particolare il contratto, di durata almeno triennale, deve essere sottoscritto direttamente o tramite consorzi, cooperative e organizzazioni di produttori riconosciute, con le imprese di trasformazione e/o commercializzazione, ma anche con centri di stoccaggio e/o altri soggetti della fase di commercializzazione già legati da un contratto con l’industria di trasformazione.

L’Accordo quadro per il mais da granella, promosso da ASSALZOO e sottoscritto da altre nove organizzazioni della filiera, favorisce proprio la stipula di questo tipo di contratto. L’intesa prevede infatti che le industrie mangimistiche possono stipulare con i centri di stoccaggio privati o le cooperative un contratto di secondo livello per l’approvvigionamento di mais nazionale con origine certificata. Il mais sarà utilizzato principalmente per la produzione di mangimi per animali da latte o da carne che rientrano nel circuito delle Dop.

Contratti di questo tipo permettono inoltre alle aziende zootecniche di rispettare la normativa europea. Il regolamento Ue n. 664/2014 prevede infatti che, per le produzioni certificate, i mangimi che non provengono dalle zone geografiche delimitate non possono eccedere il 50% della sostanza secca utilizzata ogni anno. Grazie ai contratti di filiera, invece, le aziende mangimistiche potranno fornire agli allevamenti una materia prima con provenienza certificata dagli areali Dop.

Emerge, pertanto, in tutta la sua utilità il valore dell’Accordo quadro, una risorsa per gli agricoltori per concludere contratti di filiera e, infine, accedere agli aiuti del ministero. L’effetto è moltiplicatore: i produttori possono beneficiare sia delle premialità previste dall’accordo che dei contributi pubblici a sostegno di una coltura fondamentale per tutto il sistema agro-zootecnico italiano.

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07/07/2020, 15:42
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Roma, 10 luglio 2020 – Si consolida la collaborazione tra ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. I due enti hanno firmato un nuovo accordo per la formazione e lo sviluppo del settore mangimistico in materia di sicurezza alimentare dopo quello del 2017. L’intesa è stata siglata dal presidente dell’Associazione, Marcello Veronesi, e dal direttore generale facente funzioni dell’Istituto zooprofilattico, Angelo Ferrari.

“La promozione di iniziative di carattere tecnico-scientifico in favore delle imprese mangimistiche è un punto centrale della missione di ASSALZOO”, sottolinea Veronesi. “L’accordo con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta va proprio in questa direzione, quella del potenziamento delle basi scientifiche dell’attività produttiva e, quindi, in definitiva, dello sviluppo del settore mangimistico. Aver rinnovato l’intesa conferma la validità dell’operazione avviata tre anni fa, nonché l’efficacia della partnership tra il settore privato e quello pubblico”, aggiunge il presidente. “Grazie a un dialogo sempre più proficuo con l’istituto, le aziende associate potranno perfezionare e aggiornare le loro conoscenze in materia di ricerca e innovazione tecnologica, un ambito di cui ASSALZOO riconosce e rivendica la centralità”, conclude Veronesi.

Il partner dell’Associazione sarà ancora una volta il Centro di Referenza per la Sorveglianza e il controllo degli Alimenti per animali (CReAA), istituito nel 2003 presso l’Istituto zooprofilattico con sede a Torino. È la struttura che si occupa della gestione del rischio sanitario dei prodotti destinati all’alimentazione animale. L’intesa con ASSALZOO si concretizzerà con l’organizzazione di incontri formativi rivolti agli operatori del settore. Il centro potrà così mettere a disposizione l’esperienza quasi ventennale nel campo della ricerca e del supporto analitico, mentre l’Associazione fornirà tutte le informazioni riguardanti la produzione di alimenti per animali, le dinamiche del settore zootecnico e le problematiche correlate all’applicazione delle normative.

“Con questo accordo strategico realizziamo un grande gioco di squadra che mette insieme le forze produttive e della ricerca”, evidenzia Angelo Ferrari. “L’auspicio è che la nuova intesa possa permettere di intercettare in maniera ancora più precisa le necessità e le richieste del comparto produttivo e dare, pertanto, un contributo scientifico rilevante non solo per la formazione degli operatori. L’obiettivo finale è quello di migliorare l’intera filiera agro-zootecnica che deve rappresentare un’asse portante del sistema produttivo nazionale, come è emerso chiaramente in questi mesi di emergenza sanitaria. Lavoreremo insieme ad ASSALZOO per affrontare i problemi reali del settore e capire dove intervenire. Inoltre – conclude il direttore generale – grazie a questa collaborazione potremo far sentire ancora più forte la nostra voce a livello europeo”.

L’intesa tra ASSALZOO e l’Istituto zooprofilattico entrerà in vigore alla scadenza del precedente accordo e durerà cinque anni. Ogni anno sarà predisposto un protocollo per le attività pianificate. L’attività congiunta di CReAA e ASSALZOO sarà organizzata da un comitato di collegamento.

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Roma, 14 luglio 2020 – Con l’intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-Regioni è ormai in dirittura d’arrivo il decreto del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali contenenti le misure a sostegno delle filiere zootecniche. Un fondo da 90 milioni di euro a beneficio dei comparti più colpiti dalla crisi economica correlata alla pandemia di CoVid-19. “Si tratta di una boccata di ossigeno vitale per il settore agro-alimentare-zootecnico italiano che accogliamo con favore”, è il commento di Marcello Veronesi, presidente di ASSALZOO, Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici.

“Una misura che gli allevatori aspettavano da tre mesi – continua Veronesi – e che permetterà di ottenere liquidità in comparti in grave sofferenza. Tuttavia non possiamo considerarla uno strumento sufficiente per il rilancio del settore: servono altri interventi per far ripartire i consumi interni e per risollevare l’export nazionale”.

Le filiere zootecniche destinatarie di questo provvedimento saranno, in base alle indicazioni emerse, la suinicoltura, il settore ovicaprino, quello cunicolo e quella del vitello da carne. Per la filiera del latte bufalino sono stati stanziati ulteriori 2 milioni in aggiunta alle risorse già definite ad aprile.

Come ha ribadito la ministra Teresa Bellanova sono i comparti che hanno subito gravissime ripercussioni dalla crisi economica in atto e che non godono di aiuti strutturali adeguati. Gli allevatori hanno dovuto scontare la riduzione della domanda di animali da macellare e il rallentamento delle attività di trasformazione correlate alla chiusura del canale Horeca. Di conseguenza hanno dovuto sostenere maggiori costi nei propri allevamenti. Questo processo non ha risparmiato il settore delle Dop e dei prodotti premium dell’agroalimentare italiano.

Le risorse stanziate dal Ministero saranno ripartite su due linee di finanziamento.

La prima riguarda aiuti alla macellazione di suini, vitelli, ovicaprini e conigli, per complessivi 63 milioni di euro e con un tetto massimo di 100.000 euro per azienda agricola.

La seconda, per complessivi 25 milioni di euro, è destinata a finanziare l’ammasso privato per 90 giorni, di carni di vitello e di prosciutti DOP. “Proprio quest’orizzonte temporale rende incerti gli effetti della misura definita dal decreto ministeriale”, evidenzia Veronesi. “Al termine di questi 90 giorni i prodotti ritirati dovranno essere reimmessi sul mercato con il rischio che la situazione generale di queste filiere si ripresenti nelle stesse condizioni di oggi. Sono pertanto necessari ulteriori provvedimenti che possano completare questo primo intervento del Ministero delle Politiche agricole, in particolare sul fronte della domanda domestica e di un convinto sostegno all’export”, conclude il presidente di ASSALZOO.

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14/07/2020, 15:25
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Roma, 4 agosto 2020 – “Per il rinnovo del CCNL il nostro obiettivo principale è mantenere il livello occupazionale anche nelle filiere ad alta intensità di manodopera tipica delle filiere zootecniche. Obiettivo che non può prescindere dal prendere consapevolezza della grave crisi economica in cui versa il Paese”, così il Presidente di ASSALZOO, Marcello Veronesi, commentando l’accordo siglato il 31 luglio da alcune associazioni.

“L’accordo, siglato solo da tre Associazioni, non può essere considerato il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro dell’industria alimentare - prosegue Veronesi - si tratta, infatti, di un accordo che vincola solo le associazioni firmatarie e le imprese ad esse aderenti. Un accordo da cui prendiamo totalmente le distanze alla luce del mancato rispetto del Patto della fabbrica e degli aumenti unilaterali che non trovano un corrispettivo per la parte datoriale. Un accordo che da un lato viola la libertà negoziale aziendale andando a modificare i termini degli accordi aziendali, e dall’altro, prevedendo anche un ulteriore aumento retributivo di 30 euro per le aziende prive di contrattazione di secondo livello, penalizza eccessivamente le piccole e medie imprese, che rappresentano la maggioranza del tessuto produttivo nazionale”.

Fare parte di un sistema vuole dire rispettarne le regole, a partire dal Patto della Fabbrica siglato nel 2018 da Confindustria e dalle organizzazioni sindacali nazionali.

Come già dichiarato da Federalimentare, nel suo ruolo di coordinatrice, i sindacati hanno respinto la proposta avanzata dai datori di lavoro, una proposta coerente con la situazione di crisi in cui versano i vari segmenti dell’industria alimentare correlata alla pandemia di CoVid-19.

Anche l’industria mangimistica, pur avendo garantito la continuità produttiva nei mesi del lockdown, ha inevitabilmente subito ripercussioni correlate al crollo dei consumi fuori casa con la chiusura del canale Horeca e al ridimensionamento dell’export nazionale, un settore per cui gli effetti della crisi saranno ancora più tangibili nella seconda fase dell’anno.

ASSALZOO conferma la volontà di proseguire la trattativa negoziale al fianco di Federalimentare per siglare un nuovo accordo per il settore in grado di tutelare le aziende ed i lavoratori in questa difficile situazione congiunturale.

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04/08/2020, 13:12
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Roma, 5 agosto 2020 – Un sistema agro-alimentare-zootecnico più sostenibile, produttivo e competitivo non può prescindere dal contributo della ricerca e dell’innovazione. ASSALZOO, Associazione nazionale tra i Produttori di Alimenti zootecnici, è da sempre a favore della ricerca scientifica e sostiene ogni valida iniziativa che possa promuovere il rilancio e il trasferimento dell’innovazione tecnologica a vantaggio di tutti gli attori della filiera, grandi e piccoli. Da ultima la lettera aperta inviata da Aissa, l’Associazione italiana delle Società scientifiche agrarie, alla Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova.

ASSALZOO condivide la riflessione contenuta nella lettera sul valore della ricerca e sul ruolo che la comunità scientifica può svolgere in collaborazione con il legislatore per assicurare un futuro più prospero al settore agroalimentare italiano. La pandemia di CoVid-19 ha nuovamente messo al centro del dibattito pubblico la scienza, riassegnandole il ruolo che le spetta, ovvero quello di risorsa al servizio dei decisori politici.

Il messaggio di Aissa, sottoscritto dai presidenti delle ventidue società scientifiche affiliate e dai componenti del Consiglio di Presidenza, individua diversi profili di criticità in relazione ai quali anche ASSALZOO ha manifestato nel recente passato le stesse preoccupazioni.

Sono anni ormai che l’Italia ha perso terreno nei confronti degli altri Stati più avanzati, sia europei che extraeuropei, in termini di competitività delle produzioni agricole. Un gap tecnologico che può essere colmato solo potenziando l’innovazione e la ricerca, come spiega Aissa. Grazie alle ultime conquiste della scienza, come ad esempio le nuove biotecnologie, si possono rinnovare processi e prodotti, aumentare la sostenibilità con benefici soprattutto a livello ambientale, ridurre i costi di produzione, riorganizzare le filiere, financo tutelare il Made in Italy e le produzioni tradizionali del nostro Paese.

L’integrazione dell’innovazione nei sistemi produttivi può inoltre dare un contributo determinante a una più razionale gestione delle risorse disponibili, riducendo gli sprechi e implementando modelli di economia circolare, di cui l’industria mangimistica è pioniera per vocazione attraverso l’impiego in alimentazione animale di tantissimi co-prodotti dell’industria alimentare.

L’iniziativa di Aissa coincide, inoltre, con un momento particolare per il settore agroalimentare dell’UE, che deve affrontare due dossier chiave: una PAC fortemente influenzata dal Green Deal e dalla strategia Farm to Fork, e l’utilizzo delle risorse del Recovery Fund. L’Italia si presenta con un sistema primario in affanno, che nel corso dell’emergenza ha manifestato tutte le sue criticità. Un settore con output domestico in calo e dipendente dall’estero per l’approvvigionamento di materie prime per circa il 60% del fabbisogno interno. Un gap per colmare il quale non è possibile fare a meno dell’innovazione che la ricerca scientifica può mettere a disposizione. ASSALZOO, pertanto, appoggia con forza e convinzione l’appello di Aissa di sostenere la ricerca per il recupero, strategico, della produzione primaria nazionale.

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05/08/2020, 13:44
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