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Orto con metodo Fukuoka, discussione PRATICA 
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Non sono Pallinof ma provo a risponderti anch'io.
Siccome tu dovrai trarne profitto la monocultura arborea e l'unica che ti consente di limitare eventuali danni. Anche se tratterai al minimo le piante vi sono delle necessità che richiedono trattamenti subito dopo la fioritura o subito prima. Se non hai una monocoltura rischieresti di andare a rovinare le altre essenze che non abbiano lo stesso periodo di fioritura magari colpendole, anche involontariamente , proprio nel periodo di fioritura. Se tu facessi la massima attenzione ti richiederebbe comunque più viaggi e piu predisposizioni del cantiere.
La soletta puoi sempre romperla dopo passando con caterpilla e ripper sul fianco del filare. Le radici non necessariamente seguono una verticale perfetta

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Ciao!
Alessandro


26/01/2010, 18:17
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alessandro, mica è sempre detto.
io possiedo circa 800 piante di olivo che non hanno mai visto nessun tipo di trattamento, ad eccezione della potatura annuale.
la zona è quella del trevi DOC (PG) in collina.
unico intervento: diradamento della chioma per eliminare umidità ecc ecc...

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Sapere Aude


26/01/2010, 18:24
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alessandrovinassa ha scritto:
Non sono Pallinof ma provo a risponderti anch'io.
Siccome tu dovrai trarne profitto la monocultura arborea e l'unica che ti consente di limitare eventuali danni. Anche se tratterai al minimo le piante vi sono delle necessità che richiedono trattamenti subito dopo la fioritura o subito prima. Se non hai una monocoltura rischieresti di andare a rovinare le altre essenze che non abbiano lo stesso periodo di fioritura magari colpendole, anche involontariamente , proprio nel periodo di fioritura. Se tu facessi la massima attenzione ti richiederebbe comunque più viaggi e piu predisposizioni del cantiere.
La soletta puoi sempre romperla dopo passando con caterpilla e ripper sul fianco del filare. Le radici non necessariamente seguono una verticale perfetta

Ciao Alessandro buon per te che riesci a fare reddito con la monocoltura di olivi o frutteto specializzato, ma forse non fai bene i conti economici?????
Ti ricordo che la coltivazione fukuoka non prevede trattamenti di sorta e neppure lavorazioni del terreno per rispettare le radici, che sono il cervello della pianta, e tutti gli organismi che gli fanno compagnia nel terreno.
Possibile che nessuno voglia discutere di bilancio energetico???
Eppure tutti noi lo facciamo involontariamente quando ci sediamo a tavola, cioè preferiamo mangiare quegli alimenti che ci offrono più energia di quella che noi impieghiamo per la loro digestione. Tutti i viventi, se vogliono continuare a vivere, sono costretti a fare i conti con il bilancio energetico di ciò che si nutrono e spesso delle azioni che svolgono. Se noi consideriamo il terreno un organismo vivente, allora dobbiamo applicare la stessa legge se vogliamo mantenere la fertilità naturale del suolo che ci permette di ottenere prodotti sani e costanti nel tempo.
Meditate gente e vedrete che la cosa è molto più semplice di quanto appaia.
Un saluto a tutti e uno particolare a Federico.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


27/01/2010, 10:35
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grazie Pallino, uno di questi giorni ti vengo a trovare, nel frattempo invio un pò di foto del mio ultimo orto sperimentale, con metodo semi-sinergico:

questo è il pezzo di terreno soggetto all'esperimento, nessuna lavorazione meccanica, niente di niente.
Immagine

coperto poi con cartoni per pacciamatura e innaffiato con acqua:
Immagine

successivamente coperto con spesso strato di paglia, circa 15 cm e annaffiato con abbondante acqua (sarebbe stato meglio compost tea):
Immagine

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Sapere Aude


27/01/2010, 10:44
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a titolo esemplificativo ma non esaustivo, uno dei metodi per la semina in un letto del genere...
visto che il periodo è quello dell'aglio....ho seminato l'aglio! :mrgreen:
si fanno degli spazi fra la paglia:
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si fanno dei buchi sul cartone:
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e si mette un pò di terriccio:
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si aggiunge il seme:
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e infine si copre con altro terriccio:
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Sapere Aude


27/01/2010, 10:49
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visto che c'ero e visto che un mio vicino doveva buttar via delle balle di paglia di 3-4 anni fà, ho costruito una compostiera (da ultimare) con le balle di paglia, usando del terreno /humus che avevo messo da parte in anni di sfalci del pratino e piante del giardino dei miei genitori & dintorni:

Immagine
Immagine

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Sapere Aude


27/01/2010, 10:52
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Però non mi dire che sei biologico perchè quel cartone è fatto con il petrolio.... Poi ha vernice e altre porcherie varie....
Avevo capito frutta antica e non Olivi. Io olivi ne ho 1.

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Ciao!
Alessandro


27/01/2010, 12:39
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contributo di Marina Magnani tratto dal "Giornale dell'Ateneo" dell'Università di Pisa dell'11 dicembre 2009.

Un bilancio energetico consente di mettere a confronto i sistemi di coltivazione biologica e quelli convenzionali. L'Università di Pisa è fra le poche in Italia, insieme a Firenze, ad essere impegnata in questo genere di ricerche, il cui esito ha evidenziato che le coltivazioni biologiche sono più efficienti nell'uso delle risorse energetiche del pianeta rispetto a quelle convenzionali.

Al Centro di Ricerca "Enrico Avanzi" dell'Università di Pisa la sperimentazione è in corso dal 2001: 12 ettari per il biologico e 12 per il sistema convenzionale, 24 in tutto coltivati a grano duro e tenero, mais, favino e girasole. "Quello che calcoliamo - spiega Marco Mazzoncini neodirettore del Centro - è un vero e proprio bilancio energetico con flussi in entrata e in uscita. Nel conto rientrano, ad esempio, il gasolio usato per le trattrici o l'energia che serve per produrre i diserbanti e gli insetticidi. Se consideriamo le sole energie non rinnovabili, per le coltivazioni tradizionali servono circa 21.000 megajoule per ettaro all'anno mentre nel caso del biologico ne occorrono solo 12.000, con un risparmio di circa il 50 per cento in termini di energia immessa nel sistema".

Per quanto riguarda le coltivazioni convenzionali ad incidere nel conto energetico è soprattutto la chimica, ovvero concimi, antiparassitari e diserbanti. Numeri alla mano il consumo energetico medio del sistema convenzionale analizzato arriva a 14.103 megajoule annui per ettaro mentre per il biologico si attesta a soli 5.279, con un risparmio quindi superiore al 60%. Uno scarto minore si verifica nel caso di utilizzo di macchinari, che incide per 7.004 megajoule annui per ettaro nell'agricoltura convenzionale, rispetto ai 6.625 di quella biologica. Questo riguardo agli input. Nel caso del cosiddetto output (l'energia contenuta nella coltura), il biologico registra invece una lieve flessione. La produzione di energia, sia quella destinata al mercato sia i residui, è di 153.739 magajoule annui per ettaro nel caso dell'agricoltura convenzionale contro i 126.512 di quella biologica, con un calo di circa il 20 per cento a svantaggio del biologico.

Nell'ipotesi estrema di convertire al biologico tutte le coltivazioni mondiali si avrebbe dunque un'agricoltura meno dipendente dalla fonti di energia fossile ma, di contro, anche una produzione minore. "In effetti - continua Mazzoncini - il minor output nel caso del biologico è un dato che abbiamo riscontrato, sebbene in alcune annate le differenze siano state del tutto irrilevanti. Il punto è che comunque il biologico, pur avendo una produzione minore, utilizza l'energia immessa in modo più efficiente. Nel caso del biologico 1 megajoule di energia produce poco più di 1 kg di prodotto, come media di tutte le colture presenti nell'avvicendamento, mentre nel sistema convenzionale se ne ottengono in media 0.3 kg. L'indice di produttività energetica è quasi quattro volte superiore nel caso dell'agricoltura biologica".

Pensare al biologico, al di là dei dati, presuppone una sorta di rivoluzione copernicana in agricoltura che rimetta al centro la natura, il rispetto dell'ambiente e del suo equilibrio. "Ci sono due estremi - ricorda Mazzoncini - da un lato l'agricoltura intensiva, dall'altro quella biologica. Pensare che l'adozione dell'uno o dell'altro possa portare alla soluzione dei problemi della fame nel mondo è un'illusione". "L'agricoltura intensiva - conclude Mazzoncini - è spesso la strada più praticata, ma come indicano gli ultimi dati della FAO gli 'affamati 'nel mondo sono cresciuti del 9% nell'anno in corso, arrivando a 1,02 miliardi, il livello più alto dal 1970. La questione dunque è molto più complessa e forse quello di cui abbiamo bisogno è proprio un cambio radicale di paradigma che, a partire dall'agricoltura, coinvolga il sistema distributivo e l'intera filiera produttiva".

Marina Magnani

Marina Caterina Magnani è giornalista pubblicista dal 2004. Si occupa prevalentemente di divulgazione scientifica e collabora da alcuni anni con il Giornale dell'Ateneo dell'Università di Pisa.

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Alessandro


27/01/2010, 12:39
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alessandrovinassa ha scritto:
Però non mi dire che sei biologico perchè quel cartone è fatto con il petrolio.... Poi ha vernice e altre porcherie varie....
Avevo capito frutta antica e non Olivi. Io olivi ne ho 1.



allora, il cartone è fatto con carta riciclata o cellulosa:
http://www.youtube.com/watch?v=Jb4ehi1k9yk

non ci sono vernici, ma inchiostri e non ci sono metalli pesanti.
http://www.italiaimballaggio.it/italiai ... matir.html
inoltre si parla di max 100 parti per milione...
una cifra talmente piccola che è trascurabile (considera che normalmente gli inquinanti si misurano in grammi/litro)

a livello di bilancio energetico è molto più low-profile del biologico industriale.

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Sapere Aude


27/01/2010, 12:51
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Senza fare il sofista anche se la spiegazione dice "in parte reciclati" la carta ha comunque produzione industriale e non è fatta con spinaci bio ;) Inoltre c'è la colla che a meno che non l'abbia fatta tu non potrai mai sapere con che cosa è fatta. Si parla di inchiostro ma è un metodo dolce per chiamare la vernice. A meno che i cartoni non derivano da un uso prettamente alimentare, ma deve essere scritto, i loro consumatori usano prodotti più economici e sicuramente tra l'inchiostro in quanto tale e la vernice sintetica c'è una bella diversità di costo. Se vuoi utilizzare cartoni usa quelli da derivazione alimentare che non hanno materiali pericolosi.
Comunque sia "L’articolo 11 della direttiva EC 94/62, recepita a livello nazionale dal Decreto Ronchi, indica i livelli totali di concentrazione di Cadmio, Cromo esavalente, Piombo e Mercurio presenti negli imballaggi o nei loro componenti; tali valori, espressi come contenuto globale di metalli, sono riportati nella tabella 3. I criteri con cui sono stati individuati questi limiti si fondano su principi di salvaguardia dell’ambiente.
I metalli sono eventualmente presenti negli imballaggi che confluiscono normalmente in discariche pubbliche, negli impianti di incenerimento o che, purtroppo abbastanza spesso, vengono abbandonati nell’ambiente, nel suolo, o immessi nelle acque superficiali. In altre parole, esiste un rischio di inquinamento possibile, anche se non necessariamente reale, che riguarda:
le emissioni in atmosfera come polvere, il suolo e di conseguenza le falde acquifere, le acque superficiali"
Per farti un'esempio la zona denominata "basse di stura" a Torino ha subito un aumento graduale della tolleranza degli inquinanti e cioè cosi come da decreto Ronchi sono stati alzati di almeno il triplo ( visto di persona le analisi ). Questo perchè non sarebbe stato possibile depurare ufficialmente l'acqua della Stura che è altamente inquinata di cromo esavalente essendo in quella zona le falde variabili tra i 4 e 6 metri senza contare che il fiume stesso passa a ridosso dei luoghi. Questo per dire di non fidarti delle disposizioni che si alzano e abbassano a seconda delle necessità
Non è una gara ma una constatazione. Nelle cassette bio ad esempio è vietata carta comune in quanto essa ha troppe sostanze "sospette".

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Alessandro


07/02/2010, 21:20
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