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Consorzio Vino Chianti 
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Giovanni Busi confermato presidente del Consorzio Vino Chianti: “Servono nuovi mercati, più promozione e un blocco pluriennale all'autorizzazione di nuovi impianti”
Nuovo mandato fino al 2028 per Busi, che rilancia: missioni in Africa e Sud America, stop a nuovi impianti per 5 anni e più risorse per la promozione. Ecco i nomi del nuovo consiglio
Firenze, 7 luglio 2025 – Il cda del Consorzio Vino Chianti ha confermato Giovanni Busi alla presidenza per un nuovo mandato che si concluderà nel 2028. Una scelta di continuità che arriva in un momento cruciale per l’intero comparto vitivinicolo, alle prese con il delicato equilibrio tra produzione, mercati e sostenibilità economica.
Nel corso della seduta, Busi ha tracciato le linee guida del nuovo triennio, ribadendo con forza che la riduzione delle rese – adottata per il 2025 con una contrazione del 20% – è una misura utile ma non sufficiente. “Tagliare la produzione può tamponare l’emergenza, ma non risolve il problema alla radice. Il nodo vero è la capacità di vendere, e per questo serve un cambio di passo nelle politiche di promozione: dobbiamo andare a cercare nuovi mercati, con investimenti strutturati e continui”.
Proprio in quest’ottica, il Consorzio è pronto a rafforzare la propria presenza internazionale con nuove azioni mirate. Tra le iniziative annunciate, spicca la prima missione promozionale in Nigeria, prevista per gennaio 2026, organizzata in collaborazione con Gambero Rosso. Si tratta di un debutto assoluto per la denominazione in questo continente, considerato sempre più strategico per la crescita dei consumi. A precedere la tappa africana sarà un’importante azione promozionale a San Paolo del Brasile, in programma per novembre 2025. Entrambe le iniziative si inseriscono in un piano di sviluppo commerciale che guarda con attenzione anche ad Asia e Sud America, territori in cui il Consorzio ha già avviato attività in passato e intende proseguire con maggiore intensità nei prossimi mesi.
Sul piano produttivo, Busi ha lanciato un messaggio chiaro alla Regione Toscana e al sistema vitivinicolo: serve un blocco pluriennale delle nuove autorizzazioni all’impianto di vigneti. “Il meccanismo attuale consente ogni anno un ampliamento dell’1% della superficie vitata regionale: parliamo di circa 600 ettari l’anno solo in Toscana. Un trend insostenibile in una fase in cui la domanda globale rallenta e il rischio di squilibri strutturali è elevato. Per questo chiediamo un piano di congelamento quinquennale delle nuove autorizzazioni, che permetta di riequilibrare l’offerta senza compromettere il futuro della denominazione”.
Altro punto critico è quello dei finanziamenti per la promozione. Busi ha sottolineato come l’attuale modello di accesso ai contributi pubblici penalizzi chi presenta progetti ambiziosi. “Oggi nei bandi regionali viene premiato chi chiede meno fondi, quando invece bisognerebbe incentivare le imprese e i consorzi a investire di più. Chiediamo alla Regione Toscana di aumentare il proprio cofinanziamento del 20% aggiuntivo rispetto ai fondi comunitari. È una condizione indispensabile per dare fiato alle aziende e costruire una strategia di medio-lungo periodo”.
Il nuovo presidente è stato eletto dal nuovo consiglio del Consorzio Vino Chianti, che a sua volta è stato eletto dall’assemblea ed è composto da Davide Ancillotti (Chiantigiane), Ritano Baragli (Cantina Sociale Colli Fiorentini), Rolando Bettarini (Fattoria di Piazzano), Luca Brunelli (Az. Agr. Martoccia), Cino Cinughi de’ Pazzi (Az. Cinughi De’ Pazzi Cino), Andrea Corti (Poggio al Chiuso), Moreno Auli Casucci (Cantina Montalbano Larciano), Angiolo Del Dottore (Cantina Senesi Aretini), Stefano Fantechi (Cantina Vicas), Leonardo Francalanci (Fattoria San Michele a Torri),Valentino Galgani (Cantina Vivito), Filippo Gaslini Alberti (Soc. Agr. Fondiaria S.A.F.T.), Bernardo Giannozzi (Fattorie Giannozzi), Gerardo Gondi (Marchesi Gondi), Bernardo Guicciardini Calamai (Castello di Poppiano), Giovanni Lucchesi (Ruffino),Anastasia Mancini (Azienda Buccianera),Luca Martelli (Cantina Vini Tipici dell’Aretino), Maurizio Masi (Cantine Bellini), Mario Mori (Cantina dell’Etruria), Mario Piccini (Piccini), Riccardo Pucci (Cantine Leonardo da Vinci), Filippo Rocchi (Fattoria Castelvecchio), Andrea Rossi (Vecchia Cantina di Montepulciano),Massimo Sensi (Sensi Vigne e Vini), Daniele Settesoldi (Marchesi Frescobaldi), Giovanni Trambusti (Chianti Trambusti),Alessandro Zanette (Gruppo Italiano Vini).

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07/07/2025, 13:21
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Dazi Usa, Consorzio Vino Chianti: “Inutile piangersi addosso, bene l’apertura di una trattativa da parte dell’Ue”
Il presidente Busi: “Apprezzabile la volontà dell’Europa di evitare il muro contro muro. Bisogna investire nelle nuove rotte per l’export: Sud America, Asia e Africa”

Firenze, 14 luglio 2025 - “Davanti alla possibilità di dazi fino al 30% sui prodotti agroalimentari italiani, incluso il vino, serve una reazione concreta e orientata al futuro. È inutile piangersi addosso: va vista come l’occasione per accelerare una nuova strategia di export, che punti su mercati alternativi e più stabili”.

A dirlo è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti docg, in relazione alla lettera del presidente Usa Donald Trump sui dazi che dovrebbero entrare in vigore dal 1 agosto e alla volontà dell’Unione Europea di avviare una trattativa.

“Apprezziamo l’orientamento dell’Unione Europea ad aprire una trattativa con gli Stati Uniti, mercato fondamentale per il vino italiano, senza innescare una guerra di dazi e controdazi – spiega Busi – ma non possiamo continuare a rincorrere gli annunci che arrivano da Oltreoceano e che cambiano ogni giorno. Serve una visione più ampia e strutturata”.

“Sud America, Asia e Africa rappresentano oggi rotte fondamentali per il futuro del vino italiano – prosegue Busi – e l’accordo tra Unione Europea e Mercosur può diventare una leva reale per lo sviluppo del nostro comparto”.

“Mercati come Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay – continua il presidente del Consorzio Vino Chianti – offrono grandi margini di crescita per un vino come il Chianti, simbolo della tradizione, della qualità e dei territori italiani”.

“Anche in Asia registriamo segnali positivi – sottolinea Busi – con una domanda crescente in paesi come Cina, Giappone, Vietnam e Thailandia: dobbiamo essere presenti in modo strutturato, con promozione e distribuzione mirate”.

“Non vanno trascurate Africa e India – aggiunge il presidente del Consorzio Vino Chianti – aree in cui il consumo di vino sta cominciando a diffondersi e dove possiamo posizionarci con prodotti di alta qualità e forte identità culturale”.

“Se da una parte è importante evitare il muro contro muro con gli Usa – conclude Busi – dall’altra è nostro compito costruire nuove opportunità. L’export del vino italiano ha bisogno di mercati diversificati e di una strategia europea solida, capace di accompagnare le imprese in un mondo che cambia”. ‎

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14/07/2025, 13:24
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Dazi Usa, Consorzio Vino Chianti: “Preoccupazione alta, ma attendiamo di capire i dettagli dell’accordo”
Il presidente Busi: “Il 15% sarebbe certamente meglio delle ipotesi avanzate di abusi, ma avrebbe comunque impatto molto pesante sul settore”

Firenze, 28 luglio 2025 - “Se confermato, il dazio del 15% avrebbe un impatto molto pesante per il nostro comparto. Non possiamo nascondere la preoccupazione”.

A dirlo è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, in relazione all’accordo commerciale siglato ieri tra Unione Europea e Stati Uniti d’America che prevede nuovi dazi al 15%.

“In questo momento - spiega Busi - dobbiamo stringere i denti e attendere di capire esattamente che cosa sia stato deciso: le notizie che arrivano sono frammentarie e servirà analizzare bene i dispositivi ufficiali e le modalità di applicazione”.

“Dalla prima lettura sembra che l’Europa abbia rinunciato a gran parte delle sue richieste. L’unica nota positiva che viene evidenziata oggi è che si era parlato di un possibile dazio al 30% e che quindi, in confronto, il 15% è una riduzione. Ma resta comunque un impatto pesante per le nostre aziende e per l’export del vino italiano”, conclude il presidente del Consorzio Vino Chianti.

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28/07/2025, 16:22
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Il Consorzio Vino Chianti per tre settimane in Cina: l’Academy 2025 in quattro tappe

Dal 22 agosto al 13 settembre il viaggio tra Guangzhou, Shanghai, Pechino e Chengdu per formare e aggiornare professionisti e comunicatori del vino. Il presidente Busi: “Mercato strategico per il nostro futuro”

Firenze, 1 agosto 2025 - Tre settimane in Cina per raccontare l’anima del Chianti docg e intrecciarla con le cucine e le culture locali. È questo lo spirito della Chianti Academy 2025, il format di formazione firmato Consorzio Vino Chianti che, dal 22 agosto al 20 settembre, toccherà quattro città chiave del mercato cinese: Guangzhou (22-23 agosto), Shanghai (29-30 agosto), Chengdu (5-6 settembre) e Pechino (12-13 settembre).

“Il mercato cinese rappresenta per noi una sfida e una grande opportunità – dice Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti –. Con la Chianti Academy vogliamo fare un passo in più rispetto alla semplice promozione: formiamo figure che possano diventare ambasciatori del nostro vino e raccontare la Toscana in modo autentico”.

Il programma combina lezioni frontali, degustazioni guidate e momenti di confronto: un racconto immersivo del Chianti docg che unisce vino e gastronomia. In ogni città ci saranno relatori di primo piano della scena vinicola cinese:

- a Guangzhou Jerry Chen, docente della scuola di formazione Asia Wine Service & Education Centre e titolare del diploma Wine & Spirit Education Trust (Wset);
- Shanghai Stephen Li, tra i primi cinesi a ottenere il diploma WSET e attivo nella formazione professionale da oltre dieci anni;
- a Chengdu Marshall Chen, manager del più grande centro di formazione sul vino del sud-ovest della Cina.
- a Pechino Jeff Gong, direttore di WineITA.com e sommelier certificato Associazione Italiana Sommelier (AIS);


La Chianti Academy è parte della strategia del Consorzio per consolidare la presenza del Chianti sui mercati internazionali: un progetto che ogni anno coinvolge buyer, giornalisti, operatori del trade e appassionati di alto profilo, favorendo il dialogo tra il vino toscano e le diverse tradizioni gastronomiche del mondo.

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01/08/2025, 12:24
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Il direttore del Consorzio Vino Chianti docg ricevuto dall’ambasciatore del Messico García de Alba

L'incontro a Roma per rafforzare i rapporti tra la denominazione toscana e un mercato in forte crescita. Galli Torrini: "Investire in formazione e costruire relazioni solide con i mercati emergenti è una strategia che paga nel tempo"

Roma, 5 agosto 2025 - L’ambasciatore del Messico in Italia, Carlos Eugenio García de Alba, ha ricevuto oggi nella sede diplomatica messicana a Roma il direttore del Consorzio Vino Chianti docg, Saverio Galli Torrini. Al centro del colloquio, le prospettive di collaborazione e promozione del Vino Chianti in uno dei Paesi più dinamici dell’America Latina.

“Il Messico rappresenta per il Chianti un mercato giovane ma in forte crescita, ricettivo verso i prodotti di qualità e capace di apprezzare la cultura che il nostro Vino porta con sé - ha detto Galli Torrini -. Con l’ambasciatore García de Alba abbiamo condiviso la volontà di proseguire e potenziare la collaborazione sia sul piano commerciale sia su quello culturale, favorendo iniziative di promozione e formazione rivolte agli operatori e ai consumatori messicani”.

I rapporti tra il Consorzio e il Messico non nascono oggi: già negli ultimi anni il Paese ha ospitato numerose iniziative firmate Chianti, tra cui la Chianti Academy Latam a Monterrey e, più recentemente, le sessioni di Puerto Vallarta e Cancun di qualche giorno fa, che ha visto coinvolti numerosi professionisti del settore in un percorso di formazione avanzata sulla denominazione. Un progetto che, fin dal 2014, ha fatto tappa sempre a a Cancun, Città del Messico e altre località strategiche, contribuendo a creare una solida rete di conoscenza e apprezzamento del Vino toscano.

“Investire in formazione e costruire relazioni solide con i mercati emergenti è una strategia che paga nel tempo – ha aggiunto Galli Torrini – perché non si tratta solo di esportare un prodotto, ma di portare nel mondo la storia, la qualità e l’identità del nostro territorio”.

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06/08/2025, 16:11
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