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Confagricoltura 
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IL CONVEGNO

Come creare reddito dall'olivicoltura:
problematiche e soluzioni per il settore

Mercoledì, 7 marzo

Accademia dei Georgofili, Logge Uffizi Corti, a Firenze

dalle 11 alle 17



Firenze, 5 marzo 2018 - Mercoledì 7 marzo, alle 11, presso l'Accademia dei Georgofili a Firenze, si terrà l'incontro dal titolo “Come creare reddito dall'olivicoltura italiana: l'alta qualità è l'unica soluzione ai problemi dell'olivicoltura?”, promosso da ANGA Toscana, Giovani Imprenditori Federalimentare, Cnr e Future Food Institute.

L'obiettivo della giornata è quello di rispondere alle tante domande degli imprenditori olivicoli italiani. Il loro settore si adopera infatti alla ricerca esasperata di qualità e reddito, anche se queste due strade seguono spesso direzioni opposte. Saranno presenti esperti e imprenditori della filiera olivicola.

Modera la prima parte della discussione: Raffaella Maria Maiorano, Presidente dei giovani di Confagricoltura

Relatori: Claudio Cantini (Invalsa – Cnr), Alessandra Gentile (Crea-Cnr), Maurizio Servili (Uniperugia), Giulio Scatolini (APROL Peurgia), Stefano Predieri (IBIMET-CNR) e Alessandro Leone (Università di Perugia).

Modera la seconda parte della discussione: Clemente Pellegrini, Presidente ANGA Toscana

Relatori: Giorgio Mori (TEM), Fiammetta Nizzi Grifi (Consorzio Olio DOP Chianti Classico), Michele Librandi (Tenuta Librandi Pasquale), Marco Vieri (Ingegneria Produzioni Viticole), Carla Colavita (Colavita Spa) e Marco Oreggia (Guida Flos Olei)

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05/03/2018, 17:01
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Olio, i giovani di Confagricoltura Toscana (Anga): “Produzione sotto minaccia, subito le stesse regole del vino e più controlli”

I giovani di Confagricoltura Toscana chiedono di costituire un OCM dell'olio, il modello contributivo che ha fatto il successo del settore vitivinicolo e che le istituzioni verifichino la rispondenza delle specifiche merceologiche dei prodotti in ingresso in Italia

Firenze 7 marzo 2018 - Più controlli sull'olio importato e un modello contributivo, quello OCM, che sostenga il settore olivicolo. Sono due le richieste che arrivano da ANGA Toscana per far fronte alle difficoltà crescenti che gli imprenditori dell'olio sono costretti ad affrontare nella nostra regione e più in generale in Italia. Si è discusso delle problematiche e delle possibili soluzioni durante il convegno “Come creare reddito dall'olivicoltura italiana: l'alta qualità è l'unica soluzione ai problemi dell'olivicoltura?”, promosso da ANGA, Giovani Imprenditori Federalimentare, Cnr e Future Food Institute, che si è tenuto oggi all'Accademia dei Georgofili, a Firenze.

L'olio italiano è sotto minaccia: costo del lavoro, oneri previdenziali e di sicurezza, tempi e costi burocratici massacranti. Così chi comincia o chi riprende a coltivare l’olivo in Italia è un atleta che corre con tanti fardelli nello zaino rispetto ai suoi concorrenti, sia nord africani sia spagnoli. Da due anni infatti sono caduti i dazi sull'importazione dell'olio dalla Tunisia. Una misura che ha portato a un calo della produzione locale che si trova a competere con un prodotto a basso costo. Fra i maggiori produttori figurano infatti la Spagna (1,20 milioni di tonnellate), la Tunisia (290 mila tonnellate), e soltanto dopo troviamo l’Italia (280 mila tonnellate). I giovani di Confagricoltura invitano le istituzioni a vigilare sui prodotti importati, e in particolare l'olio extra vergine d'oliva, per verificare la rispondenza ai parametri merceologici definiti dalla normativa comunitaria. Attualmente non esiste alcun obbligo di analisi ma solo una verifica dell'etichetta. “Non si tratta di una misura protezionista – afferma Clemente Pellegrini, Presidente di Anga Toscana – ma al contrario è una difesa etica che va a tutela del consumatore e di chi lavora in maniera corretta”.

L'altra misura lanciata è quella della creazione di un OCM olio. Proprio questo modello contributivo ha fatto il successo del mondo del vino in Italia. “Tale regime consentirebbe un’importante valorizzazione delle numerose indicazioni geografiche e denominazioni di origine presenti sul territorio nazionale – dice Clemente Pellegrini, Presidente di Anga Toscana – consentendo agli agricoltori di scaricare a terra il potenziale comunicativo ed evocativo del territorio italiano, da sempre un valore aggiunto a prescindere dei nostri prodotti”. Al convegno erano presenti esperti del settore olivicolo e imprenditori: “Soltanto la costruzione di una filiera di qualità che permetta di fare imprenditoria può preservare la coltivazione dell'olio, che ora è di fatto minacciata”, conclude Pellegrini.

"La qualità – ha dichiarato Raffaele Maria Maiorano, presidente dei Giovani di Confagricoltura – è un tema che abbiamo molto a cuore. Oggi siamo qui proprio per discutere questo importante aspetto della produzione, affrontandolo nei vari comparti produttivi, attraverso un supporto scientifico. Con il percorso delle filiere intelligenti, che abbiamo avviato incrementando il dialogo fra CNR e il CREA-AA con il mondo delle imprese agricole rappresentato da Confagricoltura e dai partner di Federalimentare, vogliamo arrivare ad una reale definizione del concetto di qualità per poi capire come mantenerlo anche per dare il giusto valore, in questo caso, all’olio extra vergine di oliva, un prodotto degno di essere portato sulla tavola non solo degli italiani e che deve poter dare anche il giusto reddito ai produttori” .

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07/03/2018, 16:18
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Dazi Usa, Confagricoltura Toscana: una guerra commerciale mette a rischio le nostre esportazioni agroalimentari

Firenze, 9 marzo 2018 - Le esportazioni agro-alimentari toscane sul mercato statunitense ammontano a circa 672 milioni di euro (dato 2017) ed interessano una molteplicità di prodotti tra cui le produzioni provenienti da coltivazioni di primaria importanza per l’agricoltura toscana tra cui la vite e l’olivo. Il comparto d’eccellenza teme ora una guerra commerciale scatenata a partire dai dazi su acciaio e alluminio decisi dal presidente Usa Trump e dalle scontate ritorsioni da parte dell’Unione europea.

“Qualità e competitività delle nostre produzioni hanno bisogno di un sistema di mercato aperto – precisa Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana – Servono regole multilaterali rigorose in termini di sicurezza alimentare, protezione dell’ambiente e tutela sociale. Le guerre commerciali non aiutano nessuno”.

Confagricoltura ha evidenziato che anche le importazioni di prodotti agricoli sono al centro delle indagini avviate dal dipartimento del commercio statunitense, per decidere sull'applicazione di dazi anti-dumping. Secondo i rappresentanti delle industrie californiane, il “dumping” sarebbe determinato in larga misura dagli aiuti della Pac (la politica agricola comune europea). La decisione finale è attesa nel prossimo mese di aprile.

"Ad essere chiamato direttamente in causa è il modello su cui poggia la Pac – puntualizza il presidente di Confagricoltura - Sono in discussione gli aiuti disaccoppiati che rientrano a tutti gli effetti nella cosiddetta “scatola verde”, regolata dalla normativa della Wto (Organizzazione mondiale del commercio), riguardante tutti i trasferimenti pubblici al settore agricolo che non distorcono gli scambi commerciali”.

“Le esportazioni agro-alimentari hanno fatto registrare negli ultimi anni significative percentuali di crescita, ma ogni guerra commerciale rallenta la ripresa economica su scala mondiale come già successo in seguito alle restrizioni commerciali tra Unione europea e Federazione Russa in seguito alla crisi ucraina”.

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09/03/2018, 20:02
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Lupo, Confagricoltura Toscana “Bene stanziamento fondi, ma non risolvono problema”

Firenze, 16 marzo 2018 - “Anche se in ritardo, accogliamo con favore lo stanziamento di fondi in favore degli allevatori colpiti dai lupi deciso dalla Regione. Questo però certo non risolve il problema che persiste in maniera forte soprattutto in alcune zone della Toscana, come a Grosseto, Siena, Arezzo e nel Mugello, dove i nostri allevatori sono alla mercé di questi animali, ormai fuori controllo.”

Così Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana commentando il bando della Regione Toscana per gli indennizzi dei danni dovuti all'attacco dei lupi avvenuti nel 2017

“Si tratta poi di un mero risarcimento del valore dell'animale, che non tiene conto del danno indiretto subito dall'allevatore. Gli attacchi dei predatori provocano infatti stress al bestiame con conseguenze di perdita di latte e aborti spontanei. Non è con il pagamento dei danni che il problema si risolve, gli agricoltori desiderano semplicemente fare il proprio mestiere, presidiando un territorio che ha sempre più bisogno di loro. Subire danni significa essere costretti ad abbandonare questo territorio, indipendentemente dai risarcimenti.”

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16/03/2018, 14:06
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Alberi caduti a Firenze, Confagricoltura “Basta buonismo e improvvisati esperti. E' finito il tempo della rendita, serve un veloce turn over”.

Firenze, 20 marzo 2018 - “E' finito il tempo in cui si viveva di rendita con alberature messe a dimora all'inizio del secolo scorso che hanno retto fino ad oggi ma che non hanno avuto un turn over corretto. Serve incrementare i controlli e procedere ad una veloce sostituzione per ogni esemplare a rischio. Non dobbiamo fare allarmismi, ma è giunto il momento di iniziare a pensare ad una pianificazione per sostituire tutte le alberature che ad oggi non hanno i requisiti per garantire la giusta sicurezza ai cittadini.”

Così Francesco Mati, presidente della sezione prodotto floroviviastica di Confagricoltura Toscana, all'indomani della caduta di un albero in via Machiavelli a Firenze.

“In questo l'amministrazione comunale deve intervenire con forza, non dedicando più tempo al confronto con chi, senza alcuna titolarità e conoscenza, si oppone a qualsiasi taglio di alberi delegittimando il parere di esperti che hanno dedicato la propria vita allo studio delle alberature urbane. Per fortuna questo incidente non si è trasformato in tragedia. Generalmente si usa dire: fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce, in questo caso anche un solo alberi che cade produce un rumore assordante.”

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20/03/2018, 22:42
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Allarme latte, Confagricoltura Toscana: "Prezzo minimo e costi elevati: chiude un'azienda leader"

CO-MI Agricoltura nei prossimi mesi cesserà la sua produzione in Mugello: da sola rappresenta il 10% del latte toscano per la Mukki. Subito un tavolo per prendere provvedimenti a salvaguardia dell'intero comparto

Firenze, 5 aprile 2018 - Anche i grandi non ce la fanno più: il prezzo del latte (oggi per i produttori 0,37 centesimi al litro) non basta a coprire i costi di produzione, soprattutto quest'anno che sconta l'annata 2017 messa in ginocchio a causa della siccità. Così nei prossimi mesi la CO-MI Agricoltura, una delle più importanti aziende produttrici di latte di tutta la Toscana, cesserà la produzione. A lanciare un nuovo allarme è Confagricoltura Toscana, preoccupata per la situazione in Mugello e per le sorti dell'intero comparto. Un bruttissimo segnale per tutto il settore che, dall'abolizione delle quote latte con la liberalizzazione del mercato europeo nel 2015, sta vivendo una crisi continua.

L'azienda CO-MI Agricoltura è uno dei primi fornitori di latte della Mukki. Da solo rappresenta il 10% del latte toscano destinata a quest'azienda, vale a dire 3 milioni di litri ogni anno su 36 milioni in totale. “La vicenda di quest'azienda ci preoccupa perché dice tanto sullo stato economico del settore: le aziende sono in enorme difficoltà – dice Giacomo Matteucci, referente area Mugello per Confagricoltura Toscana –. Questo andrà a influire non solo sullo sviluppo economico dell'area del Mugello ma anche sull'assetto paesaggistico e tradizionale di questa fetta di Toscana”.

Il rischio più generale è quello di avere una contrazione della produzione in tutta la regione, che conta 50 aziende e circa un migliaio di addetti compreso l'indotto. Sono circa 5 milioni di litri di latte destinati al “fresco” tutto l'anno, con oltre 15 milioni di euro di fatturato. “La nostra regione rischia di perdere una delle sue vocazioni territoriali – afferma Francesco Miari Fulcis, presidente Confagricoltura Toscana -. Non si tratta soltanto di un pericolo a livello economico, oggi dobbiamo difendere il comparto per evitare lo spopolamento delle montagne e tutti i problemi ad esso connessi. Dobbiamo tutti metterci attorno a un tavolo e cercare di salvaguardare questo importante settore”.

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05/04/2018, 20:45
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Florovivaismo, Mati (Confagricoltura Toscana): “Grazie al bonus, crescono gli investimenti su giardini privati”

Dalle prime rilevazioni si prevedono aumenti dal 5 al 10%. Il consiglio: “Prestare attenzione al cambio violento delle temperature”


Pistoia, 20 aprile 2018 - “Con questo cambio violento delle temperature, prestiamo più attenzione alle nostre piante e ai nostri fiori”. L’avvertimento arriva da Confagricoltura Toscana. “Siamo passati dall’inverno alla primavera inoltrata, quasi estate, con temperature che toccano anche i 30 gradi - osserva Francesco Mati, presidente sezione prodotto vivaistico di Confagricoltura Toscana - Una situazione che potrebbe incidere sulla fase delicata del risveglio e che richiede più cura per i nostri giardini, terrazzi e balconi”.

Come il tempo, anche la situazione del settore florovivaistico volge al bello. Crescono gli investimenti privati su giardini, terrazze e balconi. Una crescita che si auspica sia tra il 5 e il 10%, attribuita soprattutto all’introduzione del bonus verde, il provvedimento che prevede la detrazione del 36% fino ad un importo massimo di 5mila euro da distribuire in 10 anni.

Aumentano anche le esportazioni di fiori e piante in Toscana e si consolida il trend di crescita già delineato rispetto al 2017, con un più 11% che si distacca da una media nazionale del 6,4%

Una notizia più che positiva per un settore che solo a Pistoia vede impegnate oltre 1.300 aziende, 6 mila lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto, e con un fatturato di circa 700 milioni di euro, un terzo della Produzione Lorda Vendibile agricola di tutta la Toscana.

“I dati sulle esportazioni non sono ancora definitivi, ma la sensazione che tutto il settore sta avvertendo in maniera forte è di positività - spiega Francesco Mati - Non siamo ancora usciti definitivamente dalla crisi, ma le prime rilevazioni ci dicono che è in aumento anche il verde privato, grazie soprattutto al bonus verde, partito quest’anno in fase di sperimentazione. E’ un’iniziativa che sta dando risultati e, se si pensa alle condizioni del verde pubblico, un aumento non può che far bene all’ambiente e alla qualità dell’aria delle nostre città. Al momento - continua Mati - non abbiamo dati definitivi, anzi auspichiamo una maggiore collaborazione con gli organi preposti alla raccolta di informazioni e dati statistici per meglio organizzare e costruire politiche di rilancio del settore”

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20/04/2018, 18:44
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Ungulati, Confagricoltura: “Alle cabine di regia e ai tavoli di confronto invitate i cinghiali e i caprioli. Ora basta”

L'associazione di categoria chiede risarcimenti per intero dei danni diretti e indiretti e un intervento autorizzativo affinché chiunque sia munito di licenza di caccia possa salvare le proprie coltivazioni

Firenze, 27 aprile 2018 - Non bastano le recinzioni, come non bastano i tavoli di confronto e le cabine di regia. Gli ungulati in Toscana stanno devastando il lavoro degli agricoltori: “C’è chi pensa che per salvarli servano delle riunioni, noi ci siamo stufati delle chiacchiere - dice Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana - mentre la fatica quotidiana delle nostre imprese viene buttata all’aria senza alcun risarcimento”. Un attacco durissimo quello di Confagricoltura Toscana, lanciato dopo mesi di allarmi che non hanno prodotto alcun risultato e a fronte di danni enormi, che chiama in causa la Regione Toscana, i Comuni e gli ATC – Ambiti Territoriali di Caccia. Basti pensare che solo nella provincia di Siena, nel 2017, sono stati accertati danni da capriolo per oltre 3600 quintali di uva, pari a circa 290 mila euro.

L’unica soluzione che si prospetta è quella di misure drastiche: “Abbiamo bisogno di un intervento immediato autorizzativo affinché chiunque, munito di licenza di caccia, possa salvare le proprie coltivazioni dagli ungulati”, spiega Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana. Non solo, l'associazione di categoria chiede dei risarcimenti per intero dei danni diretti e indiretti provocati dagli ungulati. “È compito in primis della Regione Toscana intervenire subito dopo la fallimentare legge obiettivo che non ha portato i risultati sperati – continua il presidente –. Non si tratta di schierarsi dalla parte degli animali o dalla parte dell'agricoltura, qui si mette in discussione la conservazione di un equilibrio biologico che attualmente è minacciato”. L'associazione chiede infine il supporto di tutti i suoi associati per segnalare la presenza degli animali sul territorio e poter fare una stima sulla densità di ungulati.

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27/04/2018, 16:46
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Confcooperative, Fabrizio Tistarelli nominato presidente del settore Agroalimentare e Pesca
“Un progetto unico per dare più valore alla produzione di qualità"

Firenze, 3 maggio 2018 - Fabrizio Tistarelli sarà a capo del progetto unitario di Confcooperative sulla filiera dell’Agroalimentare e della Pesca. 54 anni, è presidente del Consorzio Produttori Latte Maremma dal 2005 e, grazie alla sua lunga esperienza, ha ricoperto diversi incarichi all’interno del mondo cooperativo e di Confcooperative.

La sua nomina si inserisce in un momento molto importante per il settore, con l’avvio di un progetto che coinvolge direttamente le Federazioni dedicate all’Agricoltura e alla Pesca. “Con questo progetto - spiega il neopresidente Tistarelli - vogliamo concentrare la nostra attività e tutte le nostre energie sul cibo e sulla sua produzione, su una filiera di valore che esalti le professionalità e soprattutto la qualità di ciò che viene prodotto”.

Una sinergia nuova, che necessita di una struttura adeguata, “dando spazio a tutti settori - precisa il presidente - e garantendone la giusta rappresentanza dei territori grazie a persone valide, con competenze specifiche”.

Tra le priorità del nuovo mandato, “c’è di sicuro la necessità di fare massa critica tra le varie cooperative, potenziare le connessioni che ci sono e crearne di nuove. Sedersi ai tavoli di concertazione istituzionali consapevoli dell’importanza che il mondo cooperativo ha per la nostra economia - continua Fabrizio Tistarelli - Quindi valorizzare sempre di più quello che le nostre realtà raccontano con la produzione di cibo: il lavoro delle persone, le tradizioni e la storia dei territori che rappresentiamo con la sana cooperazione, esaltando il valore aggiunto delle nostre produzioni che ci distinguono nettamente da chi nasconde dietro il nome cooperativa tutt’altro”.

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03/05/2018, 17:57
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Parla il presidente di sezione regionale florovivaistica Francesco Mati

Pm10,​​ Confagricoltura: “Anche la Toscana deve fare di più. Serve piano nazionale per riqualificazione verde pubblico”

Firenze, 18 maggio 2018 – “Anche la Toscana deve fare di più per abbassare il livello d'inquinamento nel nostro territorio. In questo momento, in cui la Commissione Europa ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia Europea per aver violato le norme europee antismog, non possiamo considerare virtuosa la nostra regione. Per riqualificare la qualità dell'aria nei nostri centri urbani le azioni mese in atto si stanno infatti rivelando non sufficienti.” E' quanto dichiarato da Francesco Mati, presidente sezione prodotto florovivaistico di Confagricoltura Toscana che commenta così la decisione della Commissione Europea si sanzionare l'Italia a causa della ripetuta violazione dei limiti UE per il particolato Pm10.

“Dobbiamo capire che molto del patrimonio arboreo presente lungo le strade urbane è arrivato a fine ciclo. Non è infatti più utile dal punto di vista della pulizia dell'aria e dell'assorbimento di Co2. Una situazione che rischia di trasformarsi anche in minaccia laddove le piante hanno ricevuto negli anni passati potature non corrette che possano mettere a rischio la stabilità della pianta stessa.”

“Quello che ora serve – spiega Mati - è un piano di riqualificazione nazionale per il verde pubblico. L'ammontare delle sanzioni in cui il nostro Paese rischia di incappare è sicuramente inferiore rispetto all'investimento necessario per riqualificare le nostre città aumentando la presenza di verde urbano in grado di limitare la presenza di Pm10. Più studi universitari, ad esempio, hanno provato la forte incidenza di una siepe posizionata in strada nell'assorbire i gas di scarico delle auto. Su tutto questo serve aprire quanto prima una riflessione.”

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18/05/2018, 16:58
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