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UNCAI- Unione Naz. Contoterzisti Agromeccanici e Industriali
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 70495 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
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Tassinari (UNCAI): “Investire negli agromeccanici è investire in competitività e sostenibilità” Professione, lavoro e tecnologia: l’Unione nazionale dei contoterzisti chiede misure concrete e l’istituzione dell’Albo nazionale per ridare competitività e dignità a un comparto decisivo per l’agricoltura italiana Roma, 14 ottobre 2025 – «Le imprese agromeccaniche stanno attraversando una fase di grande complessità: devono aiutare gli agricoltori ad adattarsi alle variazioni climatiche e a una riforma della PAC che potrebbe ridurre di oltre il 22% le risorse destinate al settore. Al tempo stesso devono fare i conti con la carenza di operatori qualificati e con margini sempre più ridotti, schiacciati dall’aumento dei costi energetici degli ultimi cinque anni». È il quadro tracciato da Aproniano Tassinari, presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali (UNCAI). In queste condizioni, a volte parlare di innovazione sembra un’utopia. Eppure, osserva Tassinari, «proprio l’innovazione è la chiave per restare competitivi». Il presidente UNCAI ricorda che le imprese agromeccaniche sono tra le realtà più dinamiche dell’agricoltura italiana, ma anche tra le più esposte all’assenza di politiche dedicate. Da qui l’appello al Governo a un intervento concreto su tre fronti: riconoscimento della professione, lavoro e innovazione. «L’agromeccanica non produce solo economie di scala – afferma – ma anche ecologie di scala, perché ottimizza l’uso delle risorse, riduce i consumi e limita gli sprechi. Ogni innovazione tecnologica applicata dai contoterzisti ha un effetto moltiplicatore ambientale». Per rispondere alla sfida tecnologica UNCAI chiede di rifinanziare i programmi di Transizione 4.0, anche utilizzando le risorse del PNRR non utilizzate, per sostenere investimenti in automazione, sensoristica, telemetria e intelligenza artificiale. «Le misure di credito d’imposta legate a Transizione 4.0 si sono rivelate efficaci e non presentano le criticità organizzative e di dotazione finanziaria evidenziati da altri provvedimenti». Secondo UNCAI, infatti, l’innovazione applicata dai contoterzisti genera vantaggi di produttività e sostenibilità: ottimizza l’uso delle risorse, riduce consumi e sprechi. Da qui la proposta di valorizzare i servizi agromeccanici anche come leva di sostenibilità e circolarità: «Spesso i contoterzisti si rivelano essere catalizzatori di economia circolare, chiudendo i cicli delle risorse e integrando le tecnologie digitali nelle filiere». UNCAI propone quindi anche incentivi dedicati come bonus per ettaro gestito da contoterzisti e il sostegno alla nascita di hub agromeccanici per aggregare servizi, logistica e formazione, aumentando efficienza e trasferimento tecnologico. Altro nodo cruciale è quello del lavoro. «Viviamo una vera emergenza di personale qualificato – avverte Tassinari –. Occorre rendere più attrattive le professioni agromeccaniche, alleggerendo la tassazione sugli aumenti contrattuali e sugli straordinari. È un modo per riconoscere il valore delle competenze di chi lavora in un mestiere che unisce meccanica, elettronica, informatica e agronomia». Alla base di tutto, però, resta una richiesta che UNCAI ribadisce con forza: l’istituzione dell’Albo nazionale dei contoterzisti agromeccanici. «L’Albo non è solo un atto formale – sottolinea Tassinari – ma il primo passo verso una nuova cultura del lavoro nei campi, più tecnologica, più sicura e capace di attrarre giovani». Con questo strumento, l’Italia potrebbe finalmente riconoscere e valorizzare un comparto che ogni giorno sostiene l’efficienza delle aziende agricole. «L’Albo – conclude Tassinari – darebbe alla categoria una rappresentanza stabile nei tavoli di politica agricola e nei bandi di finanziamento, e consentirebbe al nostro Paese di esportare un modello avanzato di gestione meccanizzata e sostenibile del lavoro agricolo. I contoterzisti sono il pilastro tecnologico dell’agricoltura moderna: rafforzarli significa rafforzare tutto il sistema agricolo italiano».
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| 14/10/2025, 15:22 |
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Marco
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Sicurezza nei campi: il tempo è scaduto UNCAI: “Ogni anno cento morti evitabili. Servono formazione, revisione e consapevolezza del rischio, non altri rinvii” Roma, 21 ottobre 2025 – C’è una strage che non fa rumore. Avviene lontano dalle prime pagine e dai numeri dell’industria, tra le colline e le pianure dove l’Italia coltiva il suo cibo. Cento, centocinquanta morti l’anno, quasi sempre la stessa dinamica: un trattore che si ribalta, un mezzo troppo vecchio, senza protezioni, e un lavoratore che non torna a casa. Di questo dramma si parla di rado. Le occasioni per alzare lo sguardo e affrontare davvero il problema sono poche. Una di queste sono gli Stati Generali sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, organizzati in Parlamento dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro: un momento raro di attenzione istituzionale. Secondo i dati INAIL, tra il 2015 e il 2019 si sono verificati 788 incidenti mortali in agricoltura, una media di 158 all’anno. Nel quinquennio successivo, 2019-2023, i decessi sono scesi leggermente a 740, cioè 145 ogni anno. Una riduzione minima, che non cambia la sostanza del problema: in agricoltura l’incidenza degli incidenti mortali è doppia rispetto alla media nazionale. La causa principale resta il ribaltamento del trattore, dovuto a pendenze eccessive, sovraccarichi, guasti ai freni o errori di manovra. A volte la fretta è una spada di Damocle, e in assenza di protezioni, l’esito è quasi sempre fatale. Eppure le soluzioni tecniche esistono da decenni: i ROPS (Roll-Over Protective Structure), cioè telai o cabine che creano un “volume di sicurezza” attorno all’operatore, e le cinture di sicurezza, che impediscono di essere sbalzati fuori in caso di incidente. Entrambi sono obbligatori per i mezzi nuovi e anche per quelli già in servizio. Tuttavia, nel Paese circolano ancora circa 600 mila trattori privi di ROPS e oltre un milione senza cinture di sicurezza. Il decreto del 2015 che avrebbe dovuto introdurre la revisione obbligatoria dei mezzi agricoli è rimasto inapplicato, in attesa del decreto attuativo. Una paralisi normativa che costa vite. “È inaccettabile che mentre si discute di intelligenza artificiale in agricoltura, ci siano ancora trattori che lavorano senza rollbar. Non servono nuove leggi, servono decisioni – afferma Aproniano Tassinari, presidente di UNCAI –. La revisione non è un aggravio burocratico ma una misura di civiltà. In Germania, da quando l’installazione dei ROPS è diventata obbligatoria nel 1969, i decessi per capovolgimento sono passati da 181 a circa dieci l’anno. Da noi, invece, la norma è ferma ai protocolli”. Dietro le cifre ci sono persone. Persone che ogni giorno affrontano terreni in pendenza, mezzi sovraccarichi, ore di lavoro lunghe e spesso solitarie. “La solitudine del lavoro agricolo non è solo un dato psicologico – aggiunge Roberto Scozzoli, direttore tecnico di UNCAI –. È anche una condizione che aumenta il rischio. Molti incidenti avvengono perché l’operatore è solo, non può chiedere aiuto, non ha strumenti di prevenzione né formazione adeguata. La sicurezza non è solo un rollbar montato: è la consapevolezza del rischio, la manutenzione costante dei mezzi, la capacità di valutare il terreno e le condizioni di lavoro”. Le ricerche mostrano un quadro preoccupante anche sul piano umano: il disagio psicologico tra gli agricoltori e agromeccanici è più alto che in qualsiasi altro settore produttivo. In alcuni Paesi europei esistono programmi di supporto e formazione dedicati, in Italia no. “Il disagio, l’ansia e la percezione di abbandono pesano anche sulla lucidità con cui si affrontano i rischi quotidiani – continua Scozzoli –. È un circolo vizioso che solo la formazione può spezzare: un’agricoltura che non investe in sicurezza investe, suo malgrado, in tragedie annunciate”. Oggi la prevenzione passa attraverso tre parole: formazione, revisione e responsabilità condivisa. UNCAI chiede che la sicurezza diventi parte integrante delle politiche agricole: revisione, incentivi per l’adeguamento dei trattori, loro rottamazione, corsi di formazione mirati per agricoltori e contoterzisti e campagne che parlino la lingua della concretezza. “Gli agromeccanici – conclude Tassinari – sono già parte della soluzione. Conoscono i macchinari, sanno valutare i rischi e possono essere il primo presidio di sicurezza nei territori. Ma serve un quadro normativo attuato e coerente. Ogni rinvio significa altre vittime, e non possiamo più permettercelo.” In agricoltura la tecnologia corre, ma la sicurezza resta indietro. E finché la manutenzione dei mezzi non diventerà una priorità reale, l’innovazione non potrà dirsi davvero al servizio di chi lavora la terra.
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| 21/10/2025, 21:30 |
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Marco
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CNEL e tutela territorio: anche i contoterzisti strategici Scozzoli, UNCAI: apprezzamento per la proposta del CNEL su consorzi di bonifica, acqua e territorio. Ma servono anche le imprese agromeccaniche tra i soggetti coinvolti Ravenna, 3 novembre 2025 – L’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali (UNCAI) esprime vivo apprezzamento per lo schema di legge approvato dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) in materia di consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue, che apre la strada a una governance più moderna, efficiente e condivisa delle risorse idriche. La proposta, che riconosce ai consorzi di bonifica un ruolo centrale nella prevenzione del dissesto idrogeologico e nella manutenzione del territorio, rappresenta – sottolinea UNCAI – un salvifico passo avanti verso una politica dell’acqua basata sulla competenza, la collaborazione e la manutenzione programmata. Tuttavia, nello schema di legge, al punto in cui si individuano i soggetti ai quali i consorzi di bonifica possono rivolgersi per l’esecuzione di lavori, servizi e forniture, vengono citati soltanto gli “imprenditori agricoli”. Una formulazione che, secondo UNCAI, rischia di escludere le imprese agromeccaniche, ossia quei contoterzisti che operano quotidianamente nella gestione e nella cura del territorio, e che non rientrano nella definizione giuridica di imprenditore agricolo ai sensi della normativa vigente. “Abbiamo prontamente segnalato al CNEL la necessità di affiancare espressamente gli imprenditori agromeccanici agli imprenditori agricoli nel testo di legge, così da evitare ambiguità interpretative o esclusioni involontarie, come già accaduto in passato in occasione, per esempio, dei crediti d’imposta per il caro energia”, spiega il presidente UNCAI, Aproniano Tassinari. Gli agromeccanici, prosegue Tassinari, “sono oggi operatori essenziali per la tutela del territorio e la prevenzione idrogeologica. I loro ambiti d’azione si estendono ai servizi forestali, alle potature e agli interventi di manutenzione idraulico-forestale, attività strettamente connesse a quelle dei consorzi di bonifica”. Il direttore tecnico di UNCAI, Roberto Scozzoli, commenta: “Accogliamo con favore l’iniziativa del CNEL e il principio di una gestione dell’acqua più integrata e lungimirante. È un passo importante, che valorizza la competenza tecnica dei consorzi di bonifica e apre nuove opportunità di collaborazione. Ma diamo per scontato che tra i soggetti coinvolti vengano riconosciuti anche gli operatori agromeccanici, il vero ponte operativo tra terra e acqua, tra l’agricoltura e la manutenzione del territorio”. UNCAI sottolinea che l’inclusione esplicita degli imprenditori agromeccanici non è una mera formalità, ma una garanzia di efficacia del provvedimento: senza di loro, la capacità operativa dei consorzi di bonifica rischierebbe di restare parziale, soprattutto nei momenti di emergenza o nei territori dove i mezzi agricoli in conto proprio non sono sufficienti. Durante l’alluvione in Romagna del 2023 – ricorda Scozzoli – furono proprio le imprese agromeccaniche associate ad Apimai Ravenna a intervenire in prima linea per il ripristino dei canali e la rimozione dei detriti. Un esempio concreto di come la sinergia tra pubblico e privato possa tradursi in sicurezza, efficienza e rapidità di intervento. “La gestione dell’acqua e del territorio – conclude Scozzoli – richiede oggi un approccio di rete: consorzi, tecnici, agricoltori e agromeccanici devono lavorare insieme, ciascuno con le proprie competenze. L’acqua non aspetta i tempi della burocrazia, e per questo serve una legge che includa tutti gli attori che, ogni giorno, garantiscono la funzionalità e la sicurezza del Paese”. UNCAI resta a disposizione del CNEL per ogni approfondimento tecnico e per contribuire, con la propria esperienza, al perfezionamento di una norma che può davvero segnare l’inizio di una nuova stagione di manutenzione intelligente del territorio.
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| 03/11/2025, 13:27 |
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Dall’Italia al Senegal: l’Africa vista da chi la vive davvero Piano Mattei: l’esperienza del contoterzista pavese Giovanni Bargigia dimostra che cooperazione e sviluppo sostenibile sul campo passano anche dai contoterzisti e dalle PMI, quando c'è conoscenza, fiducia e rispetto reciproco Roma, 5 novembre 2025 – Il Piano Mattei, nato con l'obiettivo di rafforzare il partenariato tra Italia e Africa, si concentra su progetti innovativi e sostenibili nei settori chiave dell'economia. Tuttavia, per garantire il successo a lungo termine e un impatto positivo su vasta scala, è fondamentale includere nel piano anche le imprese medio-piccole e i singoli imprenditori che già operano sul campo con passione e visione non predatoria e conoscenza diretta del territorio. Un esempio illuminante è quello di Giovanni Bargigia, presidente di Contoterzisti Uncai di Pavia, che da anni vive un’esperienza encomiabile in Senegal. In collaborazione con un socio locale, Mor Sylla, nel corso di vent'anni Bargigia ha acquistato circa 40 ettari di terreno vicino alla cittadina di Diana, a 30 chilometri da Saint Louis. Qui si coltiva riso, cereali locali e ortaggi (cipolle, patate, fagioli, peperoncini, agrumi, meloni, angurie), si allevano mucche da carne e capre ed è previsto anche uno spaccio per il pesce. Ogni cosa è destinata esclusivamente ai mercati della regione. Questo approccio differisce nettamente dalla strategia di alcune multinazionali, che spesso sfruttano migliaia di ettari per produrre beni destinati al commercio internazionale, a scapito dell’economia locale. Il modello di Bargigia ha il nome della sua azienda agricola senegalese, TFS - Terre Fertile Sarl, ed è innovativo e sostenibile: l’imprenditore ha realizzato un avanzato sistema di fertirrigazione a goccia di precisione sui suoi terreni, trasferendo conoscenze e competenze direttamente alle comunità locali. Inoltre, i lavoratori senegalesi sono spesso ospitati in Italia per formazione, acquisendo tecniche che poi riportano nel loro Paese d'origine. Questo scambio non solo migliora le capacità locali, ma crea un legame profondo basato su valori di onestà, inclusione e rispetto. Tra i progetti in cantiere c’è di avviare una collaborazione con le scuole locali per permettere agli alunni che lo desiderano di apprendere l’agricoltura direttamente in campo. “Quaranta ettari possono sembrare pochi rispetto alle vastità agricole africane, ma per il contesto del Senegal rappresentano una risorsa significativa”, afferma Bargigia. Non sorprende che nel giugno del ‘24 il ministro dell'Agricoltura senegalese, Mabouba Diagne, abbia visitato la sua azienda, definendola “un gioiello per il Paese”. Perché non aprire il Piano Mattei a imprenditori come Giovanni Bargigia? La sua storia dimostra che è possibile costruire relazioni autentiche con il continente africano, portando soluzioni tecnologiche e conoscenze utili, portando prima di tutto se stessi, lasciando un impatto tangibile e positivo. Inoltre, l'inclusione delle imprese medio-piccole nel Piano potrebbe rafforzare il concetto stesso di “sistema Paese” retto proprio da realtà imprenditoriali medio-piccole, mettendo in risalto il valore delle eccellenze italiane, non solo a livello industriale, ma anche umano. “Siamo perfettamente consapevoli che prima di tutto sia necessario formare i formatori e creare incentivi affinché chi si forma in Italia sia incoraggiato a tornare nel proprio Paese, arricchendo la comunità locale”, insiste Bargigia, forte della sua esperienza. Questo approccio rappresenta una strada percorribile per valorizzare la capacità imprenditoriale italiana e promuovere una crescita condivisa. Ampliare il Piano Mattei significherebbe riconoscere che il futuro dell'Africa non si costruisce solo con grandi investimenti, ma anche con il contributo sincero e personale di chi, come Bargigia,non solo ha già sviluppato un progetto agricolo sostenibile e innovativo nel paese africano, considera l'Africa una seconda casa.
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| 05/11/2025, 13:39 |
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Trattori in ritardo, fondi a rischio: l’allarme dei contoterzisti UNCAI La Gamba (Apiumai Padova UNCAI): “Serve una proroga immediata per chi ha già investito e rispettato le regole. I ritardi non possono azzerare mesi di lavoro e decine di migliaia di euro spesi” Roma, 7 novembre 2025 – C’è chi ha già firmato il contratto, versato l’acconto e perfino pagato ventimila euro di consulenze per la pratica. Ma il trattore o la mietitrebbia non arrivano. E così, molte imprese agromeccaniche rischiano di perdere il credito d’imposta del Piano Transizione 5.0 o il finanziamento del bando Innovazione di ISMEA, semplicemente perché i mezzi agricoli acquistati con queste agevolazioni non vengono consegnati entro i termini di legge. Il problema non è nuovo. Nel caso del credito d’imposta Transizione 5.0, la normativa prevede il completamento dell’investimento entro il 31 dicembre 2025 . E per “completato” si intende la “consegna effettiva del bene”, non certo l’ordine firmato o il pagamento dell’acconto. La normativa prevede inoltre la possibilità di presentare la perizia asseverata entro il 28 febbraio 2026, validità solo se il bene è materialmente consegnato entro l’anno. Meno stringenti in tempi per i vincitori del Bando ISMEA. In questo caso l’investimento deve essere concluso e rendicontato entro dodici mesi dalla ricezione della Pec con la data della concessione del contributo. Se la maggior parte dei beneficiari l’ha ricevuta tra agosto e settembre, c’è chi ha avuto la comunicazione lo scorso marzo. Per questi il rischio che il mezzo agricolo finanziato non arrivi in tempo è molto alta, e il contributo atteso da alcuni contoterzisti UNCAI supera i 180mila euro. Gli attuali tempi attuali di produzione e logistica dei costruttori rischiano, quindi, di tagliare fuori numerosi contoterzisti e aziende agricole . “Abbiamo imprese che hanno fatto tutto in regola: hanno partecipato al bando ISMEA o alla 5.0, ottenuto le approvazioni, firmato i contratti e avviato gli ordini. Ma i mezzi non arrivano, e non per colpa loro”, spiega Francesco La Gamba, direttore di Apiumai Padova, associazione aderente a UNCAI. “Non si può pretendere che le imprese rispettino scadenze impossibili quando l’industria non è in grado di consegnare. È necessario un intervento urgente del Governo per prorogare i termini. Gli agromeccanici stanno investendo in tecnologie sostenibili e digitali, esattamente ciò che i programmi pubblici intendono incentivare. Ora rischiano di essere puniti per averci creduto”, ribadisce La Gamba. Il confronto con il Bando PNRR Meccanizzazione Agricola, dedicato soprattutto alle attrezzature, dove le consegne stanno avvenendo regolarmente e non si segnalano ritardi dimostra che questa volta il problema non è la burocrazia, ma i tempi dell’industria meccanica, che dopo l’incremento di ordini fatica a rispettare le tempistiche. Per evitare un danno economico e legale a chi ha investito, UNCAI chiede al Ministero dell’agricoltura e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di prorogare almeno fino al 30 giugno 2026 la data ultima per la consegna dei mezzi finanziati o agevolati e di riconoscere validi gli ordini formalizzati e gli acconti versati come prova dell’avvio dell’investimento. “Non chiediamo sconti o scorciatoie”, conclude La Gamba, “solo che venga applicato un principio di equità. Chi ha investito nell’innovazione non può essere penalizzato per responsabilità non sue”.
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| 07/11/2025, 11:18 |
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La forza del contoterzismo per una produttività sostenibile UNCAI e i contoterzisti ad Agritechnica 2025: innovazione, autonomia e professionalità per l’agricoltura del futuro. Tassinari: “Tecnologia, conoscenza e libertà d’impresa per guidare l’agricoltura verso il futuro” Hannover, 13 novembre 2025 – L’Europa è la casa dei contoterzisti più esigenti del mondo. Da questa esigenza - prima di tutto una cultura del fare bene e del fare meglio - nasce la spinta al progresso che ad Hannover si percepisce in ogni padiglione. Agritechnica 2025, con oltre 2.800 espositori da 52 Paesi, non è soltanto la più grande fiera mondiale delle macchine agricole: è un sismografo dell’innovazione, capace di registrare ogni vibrazione del cambiamento tecnologico e umano che attraversa l’agricoltura contemporanea. «Qui si respira innovazione e progresso – osserva da Hannover Alessandro Aprili, di ConfaVerona UNCAI –. Dopo la battuta d’arresto del Green Deal, per noi contoterzisti Agritechnica è l’occasione per riprendere con decisione il nostro cammino verso la produttività sostenibile, cioè quell’“intensificazione sostenibile” che tiene insieme tutti i significati della parola sostenibilità: economica, sociale e ambientale. Solo così il pianeta avrà un futuro». Sul palcoscenico tedesco risuonano ancora le eco delle rivolte dei trattori europei contro un Green Deal percepito come soffocante. Movimenti nati senza la regia delle grandi organizzazioni agricole, spontanei ma profondamente consapevoli: hanno segnato un risveglio, ricordando che la sostenibilità non si impone dall’alto con burocrazie statiche o dogmi ideologici. Deve germogliare dal basso, dall’esperienza concreta di chi ogni giorno lavora la terra. Tra gli stand di Hannover si afferma con chiarezza un nuovo principio guida: “Sustainable Productivity Growth”, crescita della produttività sostenibile. È un paradigma che non contrappone più economia e ambiente, ma li valuta insieme. La produttività diventa una misura del buon uso delle risorse, della tutela della biodiversità e del contributo alla sicurezza alimentare globale. E per raggiungere questi obiettivi occorre saper collaborare, creando reti tra istituzioni, industria, accademia e campo. «Ma la produttività – precisa Aprili – deve e resterà sempre la prima voce per importanza nel bilancio di un’azienda agricola. Su quella si fonda la possibilità di investire, innovare e produrre qualità, quantità e sicurezza. Dobbiamo garantire autonomia al settore. Industria, agromeccanici e agricoltori non possono aspettare l’azione della politica o della Commissione europea: devono, come hanno già fatto in passato, prendere l’iniziativa per definire insieme il futuro dell’agricoltura». Un concetto che Aproniano Tassinari, presidente UNCAI, ribadisce con forza: «Ad Hannover si respira il potere dell’innovazione e si riconosce la direzione da seguire. Il progresso tecnologico può e deve combinarsi con un uso efficiente e intelligente delle risorse, soprattutto umane. È questa la via per aprire nuovi mercati, garantire redditività e contribuire all’adattamento climatico». Ma Tassinari lancia anche un monito: «Finora l’Unione europea ha regolamentato intelligenza artificiale e gestione dei big data senza considerare nella sua interezza la complessità delle molteplici strade che il digitale può tracciare. Digitale e AI non aprono una sola via: la mediazione consiste nel saper scegliere e accompagnare quella più adatta ai terreni, ai territori e alle nostre aziende agricole. Per questo servono nuovi canali di raccordo tra istituzioni, industria, mondo accademico e campo, capaci di testare, adattare e rendere operativa l’innovazione prima che diventi norma». Oggi la sfida si gioca su tre fronti interconnessi: digitalizzazione e Intelligenza Artificiale, automazione totale con sistemi intelligenti capaci di autoapprendimento, e efficienza energetica sostenibile, dal campo fino ai sistemi di post-raccolta e insilaggio. La regolazione deve essere alleata dell’innovazione, non un freno: e per farlo occorrono mediatori capaci di tradurre la tecnologia in strumenti realmente applicabili sul campo. Per UNCAI, il messaggio di Agritechnica 2025 è netto: la sostenibilità non è l’opposto dell’efficienza, ma il risultato di una recta ratio facibilium agromeccanica - una rinnovata e rafforzata professionalità per ettaro lavorato, dove conoscenza, competenza e tecnologia si intrecciano. «In un’Europa ancora divisa tra regole e libertà, tra piani verdi e libertà d’impresa, il contoterzismo si conferma la chiave di volta che tiene insieme produttività, responsabilità e sapere», conclude Tassinari. Una forza silenziosa ma decisiva, che trasforma l’innovazione in progresso reale.
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| 13/11/2025, 17:18 |
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Nuovo bando “anti-emissioni” in favore degli agromeccanici lombardi Regione Lombardia apre il bando per le imprese agromeccaniche iscritte all’Albo regionale. UNCAI e FLIMA sottolineano l’importanza della continuità e invitano a rendere annuali gli interventi per massimizzare le economie di scala ambientali Milano, 17 novembre 2025 – Regione Lombardia riapre il sostegno alle imprese agromeccaniche con un nuovo bando da 1,2 milioni di euro per finanziare tecnologie in grado di ridurre le emissioni e migliorare la gestione degli effluenti zootecnici. Un intervento atteso dal settore, già annunciato in primavera e ora reso possibile dalla copertura finanziaria individuata negli ultimi mesi. l provvedimento conferma una linea di continuità inaugurata dieci anni fa con la creazione dell’Albo regionale degli agromeccanici. Era il 18 febbraio 2015 quando, all’assemblea di Apima Cremona, l’allora assessore Gianni Fava presentò lo strumento che avrebbe permesso alla Lombardia di riconoscere e definire con precisione il ruolo degli agromeccanici, rendendo possibile l’attivazione di misure dedicate. Da allora, l’Albo è diventato il perno di una politica regionale stabile e progressiva. Con il nuovo intervento salgono a tre i bandi del settore agricoltura attraverso i quali, negli ultimi anni, le imprese iscritte all’Albo hanno potuto accedere a risorse mirate: quello che aprirà il 2 dicembre, insieme ai bandi del 2023 e del 2021. La misura prevede contributi a fondo perduto fino al 40%, con un massimale di 300.000 euro per impresa, per l’acquisto di attrezzature per la distribuzione intelligente degli effluenti, sistemi di analisi dei nutrienti, software per la localizzazione dei trattamenti e impianti per la gestione del digestato. «Regione Lombardia conferma una visione coerente e lungimirante – commenta Fabrizio Canesi, direttore dei Contoterzisti lombardi UNCAI-FLIMA –. L’Albo, costruito insieme dieci anni fa, continua a produrre risultati concreti e consente alle imprese di programmare investimenti che rafforzano competitività e sostenibilità». Un giudizio condiviso dal presidente FLIMA, Clevio Demicheli: «Le tecnologie finanziate permettono un uso più razionale dei nutrienti, una gestione evoluta degli effluenti e una riduzione delle emissioni. La Regione ha mantenuto l’impegno e dimostrato continuità verso una categoria ormai riconosciuta come strategica per l’efficienza del sistema agricolo». Dal fronte nazionale, il presidente UNCAI, Aproniano Tassinari, guarda oltre il singolo bando e sottolinea il valore del modello lombardo: «Quando una Regione definisce con precisione chi sono le imprese agromeccaniche tramite un Albo, riesce anche a costruire misure realmente efficaci. Oggi la frequenza degli interventi dedicati è mediamente biennale, ma per sfruttare appieno le grandi economie di scala ambientali generate dagli agromeccanici chiediamo che i bandi diventino annuali. E che la Lombardia si faccia promotrice di questo approccio anche presso le altre Regioni». Secondo UNCAI e FLIMA, continuità degli strumenti, riconoscimento della categoria e programmazione stabile restano i tre fattori decisivi per accompagnare l’agricoltura lombarda verso una transizione che unisca innovazione, riduzione delle emissioni e sostenibilità economica delle imprese.
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| 17/11/2025, 22:47 |
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Agromeccanici, gli “artigiani dell’ambiente” che mancano Non solo motore produttivo ma costruttori di paesaggi resilienti. Tassinari: «Senza il loro riconoscimento nella legge del CNEL sui consorzi di bonifica si indebolisce la prevenzione idrogeologica proprio mentre il consumo di suolo cresce a ritmo record» Roma, 21 novembre 2025 – In un momento storico in cui il tema del suolo entra di diritto tra le priorità delle politiche ambientali europee e nazionali, l’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali (UNCAI) chiede che venga finalmente riconosciuto il ruolo strategico delle imprese agromeccaniche: non semplici fornitori di servizi agricoli, ma attori chiave della rigenerazione territoriale e della prevenzione del degrado. «Gli agromeccanici rappresentano una risorsa essenziale. Sono l’anello di congiunzione tra la politica ambientale e la sua attuazione sul campo», dichiara il presidente UNCAI, Aproniano Tassinari. Con competenze professionali e dotazioni tecnologiche avanzate, sono veri Artigiani dell’Ambiente: operatori che ogni giorno trasformano obiettivi e norme in interventi concreti. Dalla gestione del verde alla sistemazione idraulico-forestale, dalla manutenzione dei canali alla messa in sicurezza del territorio, fino alle emergenze – come dimostrato nell’alluvione in Romagna del 2023 – la loro operatività è un presidio ambientale diffuso. Per questo UNCAI esprime forte rammarico per la mancata integrazione, nella proposta di legge sui consorzi di bonifica approvata dal CNEL, della figura dell’imprenditore agromeccanico tra i soggetti con cui i consorzi possono stipulare convenzioni per lavori idraulico-forestali. Il testo, infatti, al comma 8 cita esclusivamente le “aziende agricole”. «Una scelta che esclude proprio le imprese più attrezzate e professionalmente idonee a gestire interventi complessi e vitali», puntualizza Tassinari. UNCAI ricorda che l’imprenditore agromeccanico, ai sensi della normativa vigente, non è un imprenditore agricolo: la mancata citazione esplicita limita la capacità operativa dei consorzi, mentre il Paese affronta un rischio idrogeologico sempre più frequente. «È incomprensibile ignorare la nostra specificità», aggiunge Tassinari. «Per proteggere il suolo servono mezzi professionali e chi sa usarli. Se si continua a confondere agromeccanici e agricoltori, si depotenzia l’azione preventiva proprio quando la prevenzione è l’unica arma efficace contro la crisi climatica. Non è un dettaglio normativo: è una scelta che incide sulla sicurezza territoriale». UNCAI proseguirà l’azione istituzionale affinché gli Artigiani dell’Ambiente siano riconosciuti come soggetti pienamente titolati a contribuire alla sicurezza del territorio. «Gli agromeccanici sono costruttori di equilibri ambientali: conoscono i suoli, le loro fragilità, le dinamiche dell’acqua e della vegetazione», sottolinea il direttore tecnico UNCAI, Roberto Scozzoli. «Sono artigiani del paesaggio: potano, piantano, consolidano, puliscono, ripristinano, mantengono permeabilità e microambienti. E operano non solo nei contesti agricoli. Le loro competenze li rendono fondamentali lungo le spiagge dei nostri litorali e anche per la rinaturalizzazione di aree industriali, commerciali e logistiche, che dovrebbero essere incluse dalla funzione ecosistemica. Se agli agricoltori è chiesto di contribuire alla salute del suolo, lo stesso deve valere per chi il suolo, non lo coltiva ma lo trasforma e talvolta lo consuma». UNCAI invita le istituzioni nazionali, e in particolare il CNEL, a correggere una distorsione che rischia di indebolire l’intero sistema della prevenzione ambientale e dell’intervento emergenziale. Riconoscere la dimensione ambientale dell’impresa agromeccanica significa valorizzare competenze indispensabili e mettere il Paese nelle condizioni di rispondere con efficacia alle sfide climatiche. Se vogliamo suoli sani entro il 2050, territori più resilienti e paesaggi capaci di assorbire gli impatti del clima che varia, occorre mettere al centro chi lavora davvero terra, acqua e infrastrutture verdi. Gli agromeccanici non sono solo motore produttivo: sono un presidio ambientale. APPROFONDIMENTO Agromeccanici e Territorio Gli imprenditori agromeccanici rappresentano l'anello di congiunzione essenziale tra la politica ambientale e la sua attuazione sul campo: Sistemazioni Idrauliche e forestali: intervengono su corsi d’acqua, argini e canali per la pulizia, la bonifica, la creazione di microambienti e il ripristino dell'officiosità idraulica, attività cruciali per la prevenzione del dissesto idrogeologico. Gestione emergenziale: la loro preparazione si è dimostrata fondamentale nelle emergenze, come nell'alluvione in Romagna del 2023, dove sono stati in prima linea. Rigenerazione del paesaggio: sono in grado di costruire condizioni di equilibrio fra attività produttiva e salute ambientale, intervenendo con un approccio operativo e concreto sul terreno.
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Marco
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Contoterzista, primo dispositivo di sicurezza in agricoltura Ogni anno in agricoltura si registrano circa 145 incidenti mortali, il doppio rispetto agli altri settori. Molti potrebbero essere evitati con trattori più sicuri e operatori professionali: è qui che entra in gioco il contoterzista Roma, 27 novembre 2025 – I dati INAIL sugli incidenti in agricoltura parlano chiaro: tra il 2019 e il 2023 si sono registrati 740 infortuni mortali, una media di 145 ogni anno, con un’incidenza doppia rispetto agli altri settori. Questa realtà impone una risposta su due fronti: accelerare il rinnovo delle flotte e incoraggiare il ricorso a contoterzisti qualificati. Il principale fattore di rischio mortale in agricoltura resta il ribaltamento del trattore, spesso dovuto a pendenze elevate, sovraccarichi o errori di manovra. A questa dinamica si somma la diffusione di mezzi non a norma: si stimano circa 600.000 trattori ancora privi di ROPS (Roll-Over Protective Structure) e oltre un milione senza cinture di sicurezza. In un contesto in cui il parco macchine nazionale è mediamente obsoleto, la normativa sulla revisione dei mezzi agricoli è ferma dal 2015 e il mercato dell’usato continua a crescere (quasi 60.000 trattori di seconda mano venduti ogni anno), la professionalità del contoterzista agromeccanico diventa il primo e più efficace presidio di sicurezza. Non solo un servizio, ma un elemento strutturale della prevenzione in campo. Gran parte degli incidenti coinvolge infatti macchine datate, spesso con oltre 40 anni di servizio e prive dei dispositivi di protezione richiesti dagli standard moderni. Da qui l’importanza degli operatori professionali, che lavorano con mezzi aggiornati e adottano procedure rigorose. La ricerca sta sviluppando soluzioni innovative. Come spiega Roberto Scozzoli, direttore tecnico UNCAI, «si stanno sperimentando strutture di protezione più evolute e sistemi di rilevazione ostacoli basati sull’intelligenza artificiale». Ma la tecnologia da sola non basta: serve qualcuno in grado di usarla correttamente. È proprio l’incrocio tra innovazione e competenza che rende il contoterzismo professionale un fattore decisivo di sicurezza. La dinamica economica del settore genera un circolo virtuoso: chi, come attività principale, offre servizi agromeccanici deve rimanere competitivo e quindi investe in macchine moderne, in manutenzione accurata e in formazione continua. Tutti elementi che riducono in modo significativo il rischio di infortuni. Lo conferma il coordinatore nazionale UNCAI, Fabrizio Canesi: «I contoterzisti sono spinti a investire in tecnologie di ultima generazione e in aggiornamento professionale costante. La professionalità non è un optional: è l’unica garanzia di operare con mezzi efficienti e operatori preparati, riducendo drasticamente i rischi per chi lavora». Canesi sottolinea inoltre l’impegno delle associazioni UNCAI nell’organizzare percorsi formativi e di aggiornamento, spesso in collaborazione con gli Istituti Agrari o costruttori di mezzi agricoli, per assicurare che le competenze siano sempre allineate con l’evoluzione tecnologica del settore. Questo percorso di professionalizzazione trova il suo completamento nella richiesta di un riconoscimento formale della categoria attraverso l’Albo nazionale degli Agromeccanici. Il presidente UNCAI, Aproniano Tassinari, ribadisce il valore strategico di questo strumento: «L’Albo degli Agromeccanici deve diventare una realtà nazionale, replicando le esperienze regionali già consolidate». L’Albo non è solo un elemento identitario, ma una garanzia di qualità e sicurezza: consente di identificare gli operatori che rispettano standard tecnici e professionali, confermando la loro capacità di gestire mezzi complessi, operazioni integrate e flussi di dati dell’agricoltura di precisione. Tassinari conclude indicando la direzione da seguire: «La promozione della salute e sicurezza in agricoltura passa da informazione, formazione e assistenza alle aziende. Le iniziative di prevenzione dimostrano che investire nella competenza e nel riconoscimento professionale è la via maestra per proteggere la vita in campo aperto».
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| 27/11/2025, 16:11 |
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Marco
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APIMAI Ravenna celebra 80 anni Una storia di ripartenza, dalle macerie del 1945 all’alluvione del 2023 fino alle sfide dell’agricoltura 5.0: l’assemblea dell’associazione ravennate rilancia la proposta di un Albo professionale nazionale e propone una Fondazione territoriale per preservare la cultura agricola ravennate Milano Marittima (RA), 4 dicembre 2025 – Si è tenuta presso il Palace Hotel di Milano Marittima la celebrazione per l’80° anniversario di APIMAI Ravenna, un evento che ha radunato oltre 350 ospiti tra imprenditori, rappresentanti istituzionali e partner di filiera. L’assemblea, organizzata in un momento cruciale di ripartenza per il territorio dopo l’alluvione del 2023, è stata definita dal Presidente del Consorzio APIMAI Servizi, Roberto Fantoni, come un ponte tra storia e futuro, sottolineando che «la vera sfida per il futuro non è prevederlo, ma contribuire a costruirlo». La giornata ha visto la partecipazione di numerose figure di rilievo, tra cui il Prefetto di Ravenna Raffaele Ricciardi, l’Assessore all’Agricoltura di Ravenna Barbara Monti, il Vice Commissario alla ricostruzione Gianluca Loffredo, il Segretario Generale di Federacma Gianni Di Nardo, Lorenzo Iuliano di Federunacoma e Fabrizio Canesi, Coordinatore Nazionale UNCAI. In apertura il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, ha lanciato in video un messaggio chiave: gli agromeccanici rappresentano una vera e propria “eccellenza della nostra terra”, un pilastro oggi chiamato a fronteggiare sfide sempre più complesse. A dare il via ai lavori è stato il direttore di APIMAI, Roberto Scozzoli, che ha riavvolto il nastro della memoria fino al 16 aprile 1945: «L’associazione nacque per una necessità impellente, ovvero l’enorme bisogno di approvvigionarsi di grano e rimettere i terreni in produzione». Scozzoli ha evidenziato come l’evoluzione del servizio, pur mantenendo le radici storiche, abbia richiesto un aumento radicale dell’efficienza e della «conoscenza necessaria per ettaro coltivato». Proiettando il lavoro associativo nel futuro, Scozzoli ha lanciato una proposta strategica: la creazione di una Fondazione agricola per il territorio di Ravenna. Un progetto ambizioso che vedrebbe APIMAI collaborare con i sindacati agricoli e gli organi istituzionali locali con l’obiettivo di preservare, valorizzare e rendere attuale la cultura agricola locale. Il cuore politico dell’assemblea ha riguardato l’iter legislativo per l’Albo Nazionale degli Agromeccanici. Aproniano Tassinari, Presidente UNCAI, ha ribadito l’importanza del riconoscimento: «L’Albo Nazionale vuole essere una garanzia di qualità, trasparenza e competenza». Tassinari ha anche sottolineato il ruolo degli agromeccanici nel portare economie di scala non solo nelle aziende, ma anche nella gestione del territorio: «La vostra capacità di leggere i territori supera i confini della singola azienda agricola per abbracciare orizzonti più ampi, essenziali per la tutela dell’ambiente». Sui tempi di approvazione è intervenuto l’On. Davide Bergamini, che ha portato un aggiornamento fondamentale: «Le commissioni alla Camera hanno dato parere positivo e il Ministero ha trovato i fondi. Confido che in primavera il testo arrivi in aula». L’istituzione dell’Albo risponde a un duplice imperativo: difesa della categoria con percorsi professionali chiari, essenziali per contrastare la concorrenza sleale; funge da potente catalizzatore per le nuove generazioni. Il tema dei giovani e della formazione è stato centrale. Donato Rossi, delegato di giunta nazionale di Confagricoltura per le politiche agromeccaniche, dopo aver ricordato il rapporto di partenariato tra UNCAI e Confagricoltura, ha sintetizzato: «Smart e digital farming non sono slogan, ma il sistema attuale di fare agricoltura. Il contoterzista crea il trait d’union tra agricoltura e ambiente, garantendo sostenibilità e ricambio generazionale». L’Albo, con le sue caratteristiche 4.0 e 5.0, unite alla garanzia di accesso a bandi e formazione specifica, ne farà lo strumento chiave per attrarre i giovani. Su questo ha concluso il Presidente di APIMAI Ravenna, Roberto Tamburini: «C’è bisogno di gente specializzata. I giovani sono la nostra forza, ma occorre dare loro opportunità concrete, non raccontare favole. Dobbiamo difendere il nostro futuro, tutti insieme». ARTICOLO COMPLETO Milano Marittima (RA), 4 dicembre 2025 – Non è solo un compleanno, ma un ponte tra la memoria e il futuro. L’assemblea per l’80° anniversario di APIMAI Ravenna ha celebrato un traguardo dal forte valore simbolico, sottolineato anche dalla solida moneta di bronzo regalata a tutti i 350 ospiti presenti al Palace Hotel di Milano Marittima. L’evento ha allineato la storia dei contoterzisti ravennati a un percorso di continua ripartenza, parallelo a quello vissuto dal Paese dopo il secondo conflitto mondiale. A riavvolgere il nastro della memoria è stato il direttore Roberto Scozzoli, commentando un emozionante video storico. «Le origini risalgono al 16 aprile 1945 – ha ricordato Scozzoli – quando 16 contoterzisti si recarono dal notaio, aprendo poi l’ingresso ad altri 24 colleghi. L’associazione nacque per una necessità impellente: c’era un enorme bisogno di approvvigionarsi di grano e di rimettere i terreni in produzione». Dall’aratura all’erpicatura, fino alla sistemazione dei fossi presenti nel primo tariffario storico, l’evoluzione è stata radicale: «I servizi sono rimasti gli stessi nella sostanza, ma è cambiata radicalmente l’efficienza e la conoscenza necessaria per ettaro coltivato. Oggi vediamo le stesse famiglie fondatrici ancora presenti, vive attraverso l’impegno di figli e nipoti». La celebrazione non si è limitata alla nostalgia. «La vera sfida per il futuro non è prevederlo, ma contribuire a costruirlo», ha affermato Roberto Fantoni, presidente del Consorzio APIMAI Servizi, lanciando un messaggio di proattività. In perfetta sintonia con lo spunto offerto da Fantoni, anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, si è espresso sul tema in un videomessaggio. De Pascale ha definito gli agromeccanici una vera e propria "eccellenza della nostra terra", riconoscendo che questo pilastro è oggi chiamato a fronteggiare sfide sempre più complesse e per questo merita un sostegno concreto. Su questa scia si è inserita la proposta forte lanciata da Scozzoli: la creazione di una Fondazione agricola per il territorio di Ravenna. Un progetto che veda APIMAI collaborare con i sindacati agricoli e gli organi istituzionali locali con un obiettivo preciso: preservare la cultura agricola del territorio, valorizzarla e renderla attuale con una visione strategica. La necessità di una struttura culturale e operativa così forte nasce anche dalla consapevolezza del ruolo cruciale che i contoterzisti svolgono per la coesione sociale, emerso prepotentemente dopo la tragica alluvione del 2023. Il Prefetto Raffaele Ricciardi, portando una testimonianza personale in quanto “nipote di contadini” e avendo nel DNA il “valore della terra”, ha reso omaggio alla fatica del lavoro agricolo, simboleggiato dall’immagine della “terra è bassa”, e ha definito il contoterzista un attore indispensabile “per la crescita di comunità e territorio”. Il Prefetto ha poi evidenziato il contributo fondamentale offerto durante l’emergenza alluvione, sia dal punto di vista personale sia da quello tecnico e meccanico, e ha concluso: «Quando un’associazione di categoria mantiene vivo un territorio fa in modo che non ci siano sacche di povertà e problemi per sicurezza pubblica, dove c’è lavoro, solidarietà le cose vanno bene per tutti». Gianluca Loffredo (Vice Commissario alla ricostruzione) ha definito l’operato degli agromeccanici nell’emergenza alluvionale «una forma di partenariato pubblico-privato spontaneo», capace di dare risposte immediate laddove la pubblica amministrazione faticava ad arrivare. L’Assessore all’Agricoltura di Ravenna Barbara Monti ha ribadito: «L’agricoltura non è solo economia, è geopolitica e sicurezza della comunità». Il cuore politico dell’assemblea ha toccato l’istituzione dell’Albo professionale, un passaggio ormai improcrastinabile per dare forma giuridica a una figura sempre più fondamentale. La stessa proposta di una Fondazione agricola ravennate si basa su una profonda consapevolezza di dover fare un passo nella verso una più consapevole professionalità e modernità in agricoltura. Aproniano Tassinari (Presidente UNCAI) ha toccato le corde dell’orgoglio di categoria: «Apimai ha dimostrato che la parola "agromeccanici" non è solo un’etichetta... L’Albo Nazionale non è un sogno lontano, ma una garanzia di qualità, trasparenza e competenza». Tassinari ha parlato delle economie di scala che gli agromeccanici portano anche nella gestione del territorio non solo nelle aziende agricole: «La vostra capacità di leggere i territori supera i confini della singola azienda agricola per abbracciare orizzonti più ampi, essenziali per la tutela dell’ambiente». Sul tema legislativo è intervenuto l’On. Davide Bergamini, portando ottime notizie: «Le commissioni alla Camera hanno dato parere positivo e il Ministero ha trovato i fondi. Confido che in primavera il testo arrivi in aula». È in corso una proficua interlocuzione tra Cai Agromec e Uncai per rendere l’Albo uno strumento comune. «L’istituzione dell’Albo risponde a un duplice imperativo. Da un lato, stabilisce percorsi professionali chiari, essenziali per contrastare la concorrenza sleale nel settore. Dall’altro, l’Albo funge da potente catalizzatore per le nuove generazioni: le sue caratteristiche 4.0 e 5.0, unite alla garanzia di accesso a bandi e formazione specifica, ne fanno lo strumento chiave per attrarre i giovani verso l’agricoltura del futuro». Subito dopo, Fabrizio Canesi, coordinatore nazionale UNCAI, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di semplificazione e parità normativa: «La categoria deve essere equiparata agli agricoltori su temi specifici come, per fare un esempio di oggi, la gestione digitalizzata dei rifiuti. Ridurre gli oneri burocratici ed evitare regole differenziate per le stesse attività aumenterebbe l’attrattività del settore per i giovani». Il futuro è tecnologico. Gianni Di Nardo (segretario generale di Federacma) ha evidenziato come le officine dei rivenditori di mezzi agricoli cerchino ormai «camici bianchi» e non più solo meccanici, mentre Lorenzo Iuliano dell’Ufficio tecnico di Federunacoma, ha ammonito: «La guida automatica e la tecnologia non servono per fare dirette social, ma per monitorare i dati che sempre più numerosi sono raccolti in campo dalle macchine». Donato Rossi, delegato di giunta nazionale di Confagricoltura per le politiche agromeccaniche, dopo aver ricordato che il rapporto di partenariato tra UNCAI e Confagricoltura si è affermato come un unicum nel sistema sindacale italiano, ha sintetizzato: «Smart e digital farming non sono slogan, ma il sistema attuale di fare agricoltura. Il contoterzista crea il trait d’union tra agricoltura e ambiente, garantendo sostenibilità e ricambio generazionale». A chiudere l’assemblea è stato il presidente di APIMAI Ravenna, Roberto Tamburini, con un appello accorato e pragmatico: «C’è bisogno di gente specializzata. I giovani sono la nostra forza, ma occorre dare loro opportunità concrete, non raccontare favole. Se siamo qui dopo 80 anni è perché abbiamo fatto tutto il possibile per essere all’avanguardia. Dobbiamo difendere il nostro futuro, tutti insieme».
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| 04/12/2025, 17:47 |
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