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Provincia Autonoma di Trento 
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L’eccellenza vitivinicola del territorio incontra il nuovo Museo delle Scienze
TRENTODOC METODO CLASSICO DI MONTAGNA AL MUSE

Manca poco all’apertura del MUSE, prevista per sabato 27 luglio. L’Istituto Trento Doc sarà partner della nuova struttura, affiancando il museo in modo permanente attraverso diverse attività. Trentodoc sarà infatti “brindisi ufficiale” in occasione della cerimonia di apertura, con le etichette delle 39 case spumantistiche aderenti al marchio collettivo.

Nella lobby del museo, sarà ben visibile un totem dedicato al metodo classico trentino ideato dall’architetto Susanna Scarabicchi, con il quale si intende sottolineare il forte legame di questo vino con il proprio territorio, il Trentino, di cui è un testimone fortemente identificativo e allo stesso tempo distintivo. Anche il caffè del museo proporrà quotidianamente in mescita il Trentodoc, consentendo ai visitatori di degustare quattro etichette a turno fra le aziende spumantistiche.
Trentodoc è la prima Denominazione di Origine Controllata nata in Italia e la seconda al mondo assegnata ad un metodo classico, un vero e proprio ambasciatore del made in Italy.
«La ragione della presenza di Trentodoc sta nella ricerca dell’abbinamento fra eccellenze con la forte convinzione di fare sistema - spiega Enrico Zanoni, presidente Istituto Trento Doc - L’accordo con il MUSE rappresenta un impegno reciproco di promozione del territorio, una felice coincidenza di valori che siamo orgogliosi di poter presentare ai visitatori». A partire dal simbolismo della struttura, progettata e realizzata da Renzo Piano, un fiore all’occhiello dell’architettura italiana, il cui profilo richiama le Dolomiti. Trentodoc, è l’unico metodo classico al mondo che nasce in montagna, dove territorio e clima diventano condizioni fondamentali per la sua qualità e distintività, capaci di fare la differenza e di esaltarne le migliori qualità.
Ambiente, ricerca, biodiversità, sperimentazione sono gli elementi che tracciano il percorso del MUSE, così come quello del Trentodoc, metodo classico di precisione, che per essere stappato ha bisogno di tempo, cura, innovazione e ricerca. Anche l’attenzione verso la sostenibilità è un fattore importante: oggi, praticamente la totalità dei produttori presta attenzione all’ambiente adottando il protocollo di Produzione Viticola Integrata e i sistemi di confusione sessuale in vigna.
La partnership fra Trentodoc e MUSE è possibile anche grazie alla collaborazione della Divisione Turismo e Promozione di Trentino Sviluppo. (ac

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27/07/2013, 9:00
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Presentata stamattina, nell'ambito di "Cultura Informa", l'XI edizione in programma a Madonna di Campiglio dal 2 al 23 agosto
DA HEIDI ALLA LUNA: VIA AL FESTIVAL "MISTERO DEI MONTI"

«Da Heidi alla Luna» è il titolo dell'undicesima edizione del Festival d'alta quota «Mistero dei monti», presentato oggi al Teatro sociale di Trento nell'ambito di "Cultura Informa". Da un lato la montagna vista da Heidi, la piccola protagonista del celeberrimo anime ideato da Isao Takahata e disegnato da Hayao Miyazaki: una montagna tradizionale, incantata, ideale. Dall'altro la Luna, il satellite della Terra, simbolo della grande avventura dell'esplorazione dello spazio e di una direzione futura che per la montagna è invece tutta da costruire. Il Festival si terrà a Madonna di Campiglio dal 2 al 23 agosto.

Il programma si articola attraverso un dibattito che alterna tradizione e futuro: saranno ospiti il giornalista e scrittore Beppe Severgnini; il fondatore della rivista ALP Enrico Camanni; il “telecronista della Luna” Tito Stagno; il vicepresidente di Slow Food Italia Silvio Barbero. Non mancherà l'omaggio ad Heidi con una proiezione in quota all’alba del 17 agosto sul monte Spinale.

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30/07/2013, 22:36
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Presentato ieri a Canazei il programma di interventi di riqualificazione della Regina delle Dolomiti
LA MARMOLADA RITORNERÀ AD ESSERE UNA RISORSA PER FASSA E IL TRENTINO

La Marmolada ritornerà ad essere patrimonio diffuso e condiviso della valle di Fassa e del Trentino. Dopo anni di oblio, la Regina delle Dolomiti si appresta a vivere una nuova stagione, non solo turistica ma anche ambientale, grazie al programma di interventi per la riqualificazione, promosso dalla Provincia autonoma di Trento, della montagna simbolo della valle di Fassa e delle Dolomiti, oggi patrimonio dell’Unesco. La proposta è stata presentata ieri sera a Canazei dall’assessore all’urbanistica Mauro Gilmozzi e dai dirigenti generali Paolo Nicoletti (Turismo) e Romano Masè (Territorio, ambiente e foreste) agli amministratori di Canazei e della valle di Fassa. “Finalmente - ha sottolineato l’assessore Gilmozzi - discutiamo una soluzione definitiva per la Marmolada, grazie ad un
percorso partecipato, con Comuni e realtà locali (Università di Trento e Muse) e nazionali. Due i punti centrali: la messa in sicurezza della strada che da Canazei porta al passo Fedaia e la razionalizzazione degli impianti sciistici che - è bene sottolinearlo - non saranno aumentati di numero. Accanto ai due interventi principali si aggiungeranno iniziative per la valorizzazione della montagna sotto il profilo storico, ambientale e insediativo, in particolare al passo di Fedaia. La proposta della Provincia sarà ora discussa con gli amministratori locali e la Regione Veneto, prima della definitiva approvazione da parte della giunta provinciale.

La Marmolada del futuro porterà con sé un nuovo modello di sviluppo turistico, incardinato sulla presenza del ghiaccio, l’eccezionalità del paesaggio e del territorio, e il riconoscimento delle Dolomiti come patrimonio universale dell’Unesco.
Il nuovo programma di interventi di riqualificazione della Regina delle Dolomiti, presentato ieri a Canazei, individua gli interventi principali nella messa in sicurezza della strada di accesso al passo Fedaia e degli impianti di risalita. Alla riunione erano presenti tra gli altri il sindaco di Canazei, Mariano Cloch, e i consiglieri comunali; il presidente dell’Apt Val di Fassa, Enzo Iori; e la procuradora del Comun General de Fascia, Cristina Donei.
“L’obiettivo del piano di interventi - ha sottolineato l’assessore provinciale all'urbanistica, enti locali, personale, lavori pubblici e viabilità Mauro Gilomozzi - è di inserire la Marmolada in un contesto di turismo moderno, attento alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente. Il Piano è una mediazione, la migliore, che offre a Canazei e alla valle di Fassa nuove opportunità turistiche per un’area strategica. Abbiamo scelto un approccio più articolato, non solo sciistico, che partendo dal riconoscimento dell’Unesco, mira a comprendere la storia e i percorsi della Grande Guerra, le bellezze naturalistiche e la tradizione alpinistica”.
La riorganizzazione degli impianti permetterà il rifacimento degli attuali, ormai obsoleti e sotto utilizzati, con nuovi tronconi: la novità maggiore è l’unico punto di accesso sul versante trentino, dal Lago di Fedaia, individuato nella cabinovia Fedaia - Pian dei Fiacchi - Sass Bianchet. L’impianto si fermerà circa 300 metri dalla cima. Di qui sarà possibile raggiungere la sommità, Punta Rocca, mediante un percorso alpinistico (estate) o uno ski-weg (inverno), che consentirà il collegamento con gli impianti veneti di Punta Rocca e Sass de Mul.
“Il rifacimento degli impianti di risalita - ha spiegato Gilmozzi - passa attraverso la realizzazione del nuovo troncone Pian dei Fiacchi - Sass Bianchet, a cui corrisponde la chiusura del troncone che da Passo Fedaia porta al Sass de Mul. La scelta ci permetterà di avere un unico punto di accesso alla Marmolada, dal lago di Fedaia, che garantirà il collegamento con i caroselli sciistici e la necessità di tutelare da un punto di vista ambientale una montagna che è l’ultimo ghiacciaio dolomotico ed è patrimonio dell’Unesco”.
Il secondo intervento riguarda la viabilità con la messa in sicurezza della strada che da Canazei risale al passo di Fedaia. La sistemazione della strada sarà realizzata in due tranche: da Canezei al lago di Fedaia e dal lago all’omonimo passo. Il percorso stradale necessita di interventi urgenti per la messa in sicurezza, attraverso un sistema di gallerie, dal pericolo di valanghe. La prima tranche consentirà l’accesso ai nuovi impianti, mentre il secondo intervento prevede la realizzazione di una serie di gallerie lungo il lago che porteranno verso il passo e il Veneto.
Sempre al passo Fedaia i lavori del piano interesseranno l’intera area, così da garantire - ad esempio - il collegamento tra le diverse strutture ricettive; i parcheggi e la creazione di un punto informativo. L’ex rifugio Fedaia (oggi proprietà Enel) sarà adibito a Centro servizi. Il passo rivivrà grazie anche alla creazione del percorso ciclo-pedonale ad anello lungo la strada statale che costeggerà il bacino, mentre sarà prolungato il percorso pedonale lungo la diga e sua integrazione con la base di partenza dell’impianto per Sass Bianchet.
La Marmolada torna agli escursionisti, che potranno contare su una struttura principale: il Centro glaciologico di educazione alla montagna, ovvero un centro divulgativo, espositivo e di studio sugli aspetti glaciologici. La Regina delle Dolomiti sarà accessibile anche grazie ad una rete di sentieri. Il tracciato glaciologico a Pian dei Fiacconi permetterà il recupero di sentieri storici per la visita al ghiacciaio in sicurezza, a cui si affiancheranno itinerari geologici e geomorfologici, e postazioni di osservazione della marmotta e di altri esemplari della fauna dolomitica.
La storia, che in Marmolada ha scritto pagine importanti, sarà ricordata con il Museo della Grande guerra di Fedaia. Inoltre saranno recuperate la rete delle trincee e le Città di ghiaccio.
“Tutte le soluzioni del piano - ha concluso Gilmozzi - si integrano non solo con la Marmolada ma con il territorio, ad iniziare dal piano della mobilità che garantirà un nuovo collegamento con il passo Fedaia. Lo sforzo è quello di far emergere il valore ambientale e paesaggistico della Marmolada, andando così a riqualificare il turismo sia verso l’area veneta e che trentina, senza aumentare il carico antropico”.

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02/08/2013, 10:06
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Delegazione del Miur in visita al sistema trentino dell’alta formazione e della ricerca
“SAN MICHELE E’ UNA REALTA’ D’ECCELLENZA”

Nell’ambito della visita al sistema trentino dell’alta formazione e della ricerca, Emanuele Fidora, direttore generale della direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca presso il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, ha incontrato questa mattina, a San Michele all’Adige, presso la sala specchi dell’ex monastero agostiniano, i vertici della Fondazione Edmund Mach, e visitato alcune strutture d’eccellenza presenti nel campus.

Accompagnato dal collaboratore Antonio Pernice, e per quanto riguarda la Provincia autonoma di Trento, da Michele Tomasi, Michele Nulli e Fernando Guarino, il direttore generale Fidora si è complimentato con il presidente Francesco Salamini e con il direttore generale Mauro Fezzi riconoscendo San Michele come una realtà di eccellenza nel settore agroalimentare e ha garantito il suo interesse verso la partecipazione dell’ente ad iniziative di ricerca europee.

La visita aveva l’obiettivo di presentare le attività in corso a San Michele anche alla luce della recente indagine Anvur che ha visto primeggiare in Italia la Fondazione Mach in ben tre aree scientifiche e la discussione ha riguardato principalmente l’organizzazione della ricerca ma anche dell’istruzione professionale e universitaria, e del trasferimento tecnologico.
Al termine dell’incontro il commento del presidente Francesco Salamini: “Sono molto contento di questa visita che riconosce la presenza e il ruolo della Fondazione Mach nell’ambito italiano”. Esprime apprezzamento per l’esito dell’incontro anche il direttore generale Mauro Fezzi che aggiunge: “La visita ai laboratori ha evidenziato, oltre alla grande disponibilità in termini di attrezzature, anche la qualità e la giovane età del personale impiegato nelle attività, che costituiscono una scommessa per il futuro”.

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05/08/2013, 22:16
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La mostra sarà inaugurata venerdì 9 agosto ore 17.30 a Daone, presso Villa de Biasi
"QUATTRO PASSI NEL FIUME" CONNESSIONI DI PAESAGGI NELLA VALLE DEL CHIESE





Si intitola «Quattro passi nel fiume. Connessioni di paesaggi nella valle del Chiese» la nuova mostra realizzata dall'Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e dal Centro Studi Judicaria. Dopo l'analoga "Quattro passi nel fiume" dedicata al fiume Sarca, che aveva catalizzato l'attenzione di oltre 12.000 visitatori attraverso 5 sedi coinvolte e quasi 70 eventi correlati, una nuova esposizione itinerante propone diverse esperienze per avvicinarsi all’ecosistema fluviale ed approfondire la conoscenza del paesaggio, grazie anche alla collaborazione dell’Ecomuseo della Valle del Chiese - Porta del Trentino. I contenuti della mostra, che sarà inaugurata il 9 agosto alle 17.30 a Daone presso Villa De Biasi nell’ambito del Festival Storico "Altrotempo", sono stati illustrati oggi a Trento nel corso di una conferenza stampa dalla dirigente del settore informazione e monitoraggi dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, Chiara Defrancesco, dal presidente del Centro Studi Judicaria, Graziano Riccadonna, e dalla curatrice della mostra, Fiorenza Tisi.



«Quattro passi nel fiume» è un viaggio suggestivo che trae origine dalla sorgente del Chiese, il diciottesimo fiume italiano per lunghezza, fonte di vita fin dai tempi più antichi. Dalle particolarità geografiche a quelle geologiche, passando per storia, tecnologia e prodotti tipici, l’intento è quello di avvicinare i visitatori al grande patrimonio che il fiume rappresenta per la comunità. Si racconta come il fiume abbia inciso sul paesaggio e sulla dimensione sociale ed economica dei luoghi che attraversa. Strumenti interattivi, installazioni sensoriali e pannelli esplicativi con sorprendenti panorami accompagnano il visitatore alla scoperta del territorio: da quello incontaminato del più esteso ghiacciaio delle Alpi italiane a quello conquistato dall’uomo con le opere titaniche delle centrali idroelettriche.

Percorso espositivo
La narrazione si articola in 13 tappe, corrispondenti ad altrettanti exhibit. Si inizia con il "Paesaggio energetico", che illustra il bacino del Chiese, ricchissimo di acqua: oltre 60 sono affluenti e subaffluenti, 14 i laghetti, 4 i bacini idroelettrici, centinaia le sorgenti, senza dimenticare i ghiacciai dell’Adamello. Queste sono alcune risorse che il territorio del Chiese ci offre continuamente ma che dipendono anche dall’uso che ne facciamo: lo spreco dell’acqua e dell’energia elettrica e perfino l’uso della nostra auto hanno conseguenze sul Chiese e il suo paesaggio. "Movimenti cristallizzati" sono invece le formazioni geologiche che hanno dato origine alle rocce diverse.
Due gli exhibit sui "ghiacciai", per parlare del pericolo che stanno vivendo e del loro essere indispensabile risorsa delle Alpi e insostituibile riserva idrica per gran parte d’Europa. Secondo l’ultimo censimento (1989) i ghiacciai delle Alpi italiane sono 807 (di cui 101 glacionevati, cioè prossimi all’estinzione). Il complesso glaciale continuo più esteso è proprio quello dell’Adamello (18 km², di cui 5 nel bacino del Chiese). In particolare, nel gruppo dell’Adamello si contano 24 ghiacciai attivi. I ghiacciai sono una risorsa vulnerabile a causa del cambiamento climatico: la temperatura media in Trentino è aumentata di circa 1 °C dagli inizi del 1900 fino al 1990, poi ancora di 1 °C solo negli ultimi anni. Gli anni 2003 e 2005 sono stati particolarmente negativi per i ghiacciai trentini. Dalla seconda metà del 1800 è in atto una fase di contrazione che ha portato i ghiacciai italiani a perdere circa il 40% della loro superficie, di cui il 19% nei soli ultimi 20 anni.
La "Doccia acustica" propone un’esperienza di riconoscimento sonoro di movimenti lenti e impercettibili o improvvisi e catastrofici legati all'acqua. "Sport ed acqua in Valle del Chiese" presenta lo sport come modalità positiva per vivere il proprio tempo libero in completo relax. L’exhibit cilindrico chiamato "Buona condotta" illustra le vie forzate dell’acqua: in quota, infatti, le acque del bacino del Chiese sono subito incanalate in tre principali percorsi di condotte forzate e derivazioni. Le più importanti percorrono la Val di Daone e arrivano alla centrale di Cimego, dove confluiscono i due insiemi di derivazioni minori.
Nel "Tunnel dentro la centrale" è possibile assistere ad una proiezione di immagini storiche che ci portano nelle viscere della terra, indietro nel tempo, all’epopea della costruzione delle centrali idroelettriche: si racconta così come il fiume abbia inciso sul paesaggio e sulla dimensione sociale ed economica dei luoghi che attraversa. "L'intervista al fiume" propone una ripresa aerea con evidenziati due tratti di fiume, per i quali si cerca di capire se il fiume funziona. Il Chiese e suoi affluenti sono infatti ecosistemi che ospitano animali e piante, e che svolgono funzioni importanti per l’uomo: rispondendo ad alcune domande relative al territorio circostante, alla vegetazione riparia, alla diversità trasversale e longitudinale, è possibile ricavare un giudizio sulla funzionalità; più un fiume è eterogeneo e più significativa è la sua capacità di autodepurazione.
L’exhibit "L’acqua, una volta, scendendo" ci racconta della forza del Chiese, grazie ad immagini storiche retroilluminate. Le prime opere di regimazione idraulica risalgono al Medioevo nella piana di Storo e Darzo, ma vanno ricordate anche le piene del triennio 1756-1758, la catastrofe del 1906 e gli allagamenti del 1966. Vi sono poi i mulini idraulici e la fluitazione del legname.
"Il legno della Val Daone" presenta l'utilizzo dei boschi, ancora oggi in gran parte proprietà collettive, in nome delle antiche Regole oggi sostituite dalle A.S.U.C. (Amministrazioni Separate dei beni di Uso Civico) o dalle proprietà comunali.
"Acque, paesaggi e servizi ecosistemici" per ricordare che l'umanità trae beneficio da una moltitudine di risorse e processi che sono forniti e mantenuti da ecosistemi naturali. Da recenti studi è emerso che le risorse naturali mondiali e la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi sono in forte declino e destinate ad impoverirsi ancora più velocemente nei prossimi 50 anni.
"Ripartendo dal paesaggio" presenta la cartografia dell’intero bacino idrografico ed è anche uno strumento ludico e didattico: le sedute a forma di cubo sono anche le tessere di un puzzle da ricomporre. Infine "La polenta nella storia" per ricordare che le acque nel bacino del Chiese alimentano da secoli la produzione agricola, fra cui uno dei prodotti forse più famosi è la polenta, di cui viene presentata una breve storia.

Sede
Villa de Biasi
Via San Bartolomeo, 1
38080 Daone (TN)

Date di apertura
10 agosto - 15 settembre 2013

Orario di apertura
dal 10 al 25 agosto: 10-13 / 16-20
dal 26 agosto al 15 settembre: martedì - venerdì 16-20; sabato - domenica: 10-13 / 16-20
lunedì chiuso
Ingresso libero

Inaugurazione
venerdì 9 agosto ore 17.30, nell’ambito del Festival Storico "Altrotempo"
Seguiranno la presentazione del notiziario del Comune di Daone “Qui-Daone - speciale Storie di acqua” e una visita guidata a cura del consulente scientifico Rocco Scolozzi.

Conferenza
giovedì 12 settembre ore 20.30
“La qualità biologica delle acque del bacino del fiume Chiese”
a cura di Catia Monauni, biologa Appa

Visite guidate estive
11 e 22 agosto
per prenotazione e informazione sull’orario tel. 0465 901217
(Consorzio Turistico Valle del Chiese)

Visite guidate per le scuole
Durata 1 ora
per prenotazione tel. 0465 622137 - info@ecomuseovalledelchiese.it
(Ecomuseo Valle del Chiese)

Informazioni
Ecomuseo della Valle del Chiese
tel. 0465 622137
info@ecomuseovalledelchiese.it
www.ecomuseovalledelchiese.it

Consorzio Turistico Valle del Chiese
tel. 0465 901217
info@visitchiese.it
www.visitchiese.it

Villino Campi, Riva del Garda
tel. 0461 493763
villino.campi@provincia.tn.it
www.appa.provincia.tn.it

Enti promotori
Centro Studi Judicaria
Provincia Autonoma di Trento - Assessorato all’ambiente
Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente - Settore informazione e monitoraggi
Villino Campi Riva del Garda

Collaborazioni
Ecomuseo Valle del Chiese
Consorzio B.I.M. del Chiese
Consorzio Turistico Valle del Chiese
Parco Naturale Adamello - Brenta
Comune di Daone
Hydro Dolomiti Enel Srl - Trento

La mostra itinerante “Quattro passi nel fiume. Connessioni di paesaggi nella valle del fiume Chiese” è realizzata dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, in convenzione con il Centro Studi Judicaria, ed è curata da Fiorenza Tisi.

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06/08/2013, 20:01
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La Fondazione Mach ricorda le buone pratiche per evitare gli infortuni durante la raccolta
ECCO LE BUONE PRATICHE PER VENDEMMIA E RACCOLTA IN SICUREZZA

Si avvicina il momento della vendemmia e della raccolta della frutta e anche quest’anno la Fondazione Edmund Mach invita gli agricoltori a prestare particolare attenzione ai rischi che porta con sé questa delicata fase lavorativa.
I tecnici del Centro Trasferimento Tecnologico ricordano che la sicurezza nei luoghi di lavoro è sancita dal Decreto Legislativo 81/2008 e successive integrazioni ed è obbligatorio fornire ai lavoratori una precisa formazione in merito a tutte le fonti di rischio che possono essere presenti in azienda e vigilare che tutti i propri dipendenti (fissi, stagionali, familiari) applichino quanto previsto dalle norme legali in vigore. Seguono alcuni precisi rischi da valutare durante l’attività lavorativa.

RISCHIO MECCANICO

Se la trattrice non è dotata di cabina omologata antischiacciamento, mantenere sempre alzato l’arco di protezione, con gli spinotti inseriti. Le cinture di sicurezza vanno allacciate. Chi impiega carri raccolta o piattaforme, verifichi che tutte le dotazioni di sicurezza per gli operatori a bordo siano efficienti. Prestare particolare attenzione durante le manovre all’interno del cantiere di raccolta e non permettere a nessuno di trovarsi nel raggio di azione di qualsiasi mezzo. Non posizionare mai alcuna attrezzatura sotto eventuali cavi elettrici presenti. Verificare che le cuffie e le catenelle dei giunti cardanici siano integre. Non effettuare nessun intervento su macchine ed attrezzature con la presa di forza inserita. Evitare carichi eccessivi sui sollevatori idraulici (i cosiddetti “muletti”). Il muletto può essere impiegato solo per spostamenti all’interno dell’azienda e non per il trasporto su strada. Rimorchi di vario tipo: non devono superare la portata per la quale sono stati omologati (evitare sovraccarichi). Il carico deve essere stabile, quindi va legato.

RISCHIO CADUTE DALL’ALTO
Chi usa scale deve controllare l’integrità delle stesse ed il perfetto ancoraggio dei pioli, incastonati all’interno dei montanti. Devono esserci dispositivi antisdrucciolo, posti alle estremità inferiori (puntali). Indossare scarpe chiuse e con i lacci ben serrati. Non arrampicarsi mai sugli ultimi due pioli. Non salire o scendere con le spalle rivolte alla scala. Appoggiare la scala su rami ben solidi, assicurarsi che essa sia perfettamente stabile prima di salirvi, ancorarla in alto tramite una corda.

RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Evitare di spostare pesi eccessivi, non effettuare movimenti bruschi e non mantenere posizioni statiche per periodi troppo lunghi. Cambiare frequentemente le mansioni del personale, in maniera da sottoporre allo sforzo parti del corpo differenti durante il turno di lavoro. Tutto questo per proteggere il personale dai rischi relativi ad insorgenze di patologie dorso-lombari. Impiegare attrezzature meccaniche per spostare carichi particolarmente pesanti. Le donne devono sollevare pesi minimi.

RISCHIO CHIMICO
In raccolta questa tipologia di rischio di fatto non sussiste, in quanto va rispettato il tempo di carenza: è il periodo di tempo (espresso in giorni) che intercorre dalla data dell’ultimo trattamento fitosanitario al momento in cui è possibile iniziare la raccolta dei prodotti. Con il termine “giorno” si intendono 24 ore, quindi il conteggio va fatto iniziando dal giorno dopo l’ultimo trattamento.

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Proseguono gli incontri estivi con visita alle prove sperimentali della Fondazione Mach
MASO PART, GIOVEDÌ 8 AGOSTO PORTE APERTE AI FRUTTICOLTORI





La Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige organizza per giovedì 8 agosto, alle ore 8.30, in località Rupe di Mezzolombardo, le tradizionali “porte aperte a Maso delle Part”. Frutticoltura biologica, architettura degli impianti, forme di allevamento e nuove varietà saranno i quattro grandi temi dell’incontro promosso dal Centro Trasferimento Tecnologico.



La Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige organizza per giovedì 8 agosto, alle ore 8.30, in località Rupe di Mezzolombardo, le tradizionali “porte aperte a Maso delle Part”. Frutticoltura biologica, architettura degli impianti, forme di allevamento e nuove varietà saranno i quattro grandi temi dell’incontro promosso dal Centro Trasferimento Tecnologico.

Si tratta della tradizionale giornata di presentazione dell’attività condotta dagli sperimentatori di San Michele nei frutteti dell’azienda agricola che si occupa da più di 40 anni di ricerca sul melo. Un appuntamento che si ripete ogni anno e che sarà articolato con visite guidate per gruppi, in modo da consentire ai frutticoltori di seguire e approfondire tutte le tematiche illustrate.
Il programma prevede: ore 8.30 registrazione dei partecipanti, ore 8.45 saluto di apertura e presentazione della giornata, ore 9 formazione dei gruppi e inizio visita alle prove.
Frutticoltura biologica. Ticchiolatura: andamento del patogeno nel 2013 e collocazione dell'annata nella storia evolutiva degli ultimi trent'anni; gestione nella frutticoltura biologica e possibili trasferimenti delle esperienze nell'integrato; principali fitofagi del melo nell'evoluzione del 2013.
Architettura degli impianti e portinnesti: confronto tra le forme di allevamento spindle e bi-axe e confronto di diversi sistemi di potatura manuale; prove sulla stanchezza del terreno e prove portinnesti.
Forme di allevamento: vantaggi dell’allevamento a 2 o più assi; potatura meccanica estiva a lama semplice e invernale a finestre; utilizzo delle reti Alt’Carpo per il diradamento dei frutti; frutteto pedonabile e semi-pedonabile e prospettive di ulteriore meccanizzazione; diradamento meccanico, chimico ed integrato; alternative al diserbo chimico nella gestione del suolo.
Nuove varietà di melo resistenti alle principali patologie. Nella visita alle parcelle sperimentali saranno presentate alcune delle più promettenti accessioni in valutazione, ed in particolare i nuovi ottenimenti che hanno caratteri di rusticità e resistenza.

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A Mezzolombardo l’incontro con visite alle prove sperimentali della FEM
IL FRUTTETO DEL FUTURO? SOSTENIBILE, A PARETE E PEDONABILE

Le attività di sperimentazione della Fondazione Mach sono sempre più all’insegna della sostenibilità in agricoltura. In frutticoltura, come del resto anche in viticoltura, l’obiettivo è validare e diffondere un modello altamente “green” che richieda meno chimica e consenta di semplificare le operazioni colturali e la raccolta. Porte aperte e visite guidate, dunque, al “frutteto sostenibile” di Maso Part che ha chiamato a raccolta in questa edizione oltre 300 frutticoltori.

L’incontro, promosso dal Centro Trasferimento Tecnologico, ha affrontato quattro grandi tematiche: difesa, meccanizzazione, forme di allevamento e nuove varietà di mele, con una attenzione particolare alle esperienze di difesa in frutticoltura biologica.

Si tratta della tradizionale giornata di presentazione dell’attività condotta dagli sperimentatori di San Michele nei frutteti dell’azienda agricola che si occupa da più di 40 anni di ricerca sul melo. Un appuntamento che si ripete ogni anno e che sarà articolato con visite guidate per gruppi, in modo da consentire ai frutticoltori di seguire e approfondire tutte le tematiche illustrate.
“L’incontro consente agli operatori del settore di tenersi aggiornati e mantenere quel gap tecnologico che la forza dell’agricoltura trentina” ha spiegato il direttore generale Mauro Fezzi intervenuto col dirigente Michele Pontalti.

FORMA DI ALLEVAMENTO: COL SISTEMA “A PARETE” MENO CHIMICA IN CAMPAGNA
La forma di allevamento in parete è il fulcro intorno al quale ruotano le moderne tecniche oggi a disposizione per ridurre gli input di manodopera e chimica in frutticoltura. Nelle aziende sperimentali della Fondazione sono state sviluppate quelle conoscenze che stanno conquistando l’interesse di ricercatori e tecnici di tutto il mondo, e che riguardano la meccanizzazione del diradamento e del diserbo, della potatura estiva brachizzante ed invernale a finestre per favorire il rinnovo dei rami, l’uso delle reti polifunzionali, la rivoluzione nella distribuzione degli agrofarmaci, fino al frutteto pedonabile che non necessita di scale o carri raccolta.
Per quanto riguarda i problemi di riduzione della deriva e degli input chimici, lo studio dell’adattabilità degli impianti in parete alle irroratrici a tunnel con recupero della deriva, finora impiegate solo in viticoltura, pur con i limiti attuali degli impianti in Trentino, potrebbe rappresentare una risposta risolutiva per il futuro della frutticoltura. Le reti polifunzionali uniscono ad una difesa dalla grandine più economica dei tradizionali impianti antigrandine, anche un controllo efficace e puramente meccanico contro i più pericolosi insetti. Oltre a questo, se ben impiegate, le reti offrono persino interessanti vantaggi agronomici, tra i quali spicca la possibilità di regolare la carica dei frutti in modo assolutamente naturale.

ARCHITETTURA IMPIANTI E PORTAINNESTI: SPINDLE E BI-ASSE ADATTI AL TRENTINO
Dalle prove condotte a Maso Part “Spindle” e “Bi-asse” risultano forme di allevamento adatte agli impianti intensivi dell’areale frutticolo trentino. Queste tipologie di impianto richiedono una appropriata gestione capace di mantenere nel sesto prestabilito la pianta nel corso degli anni. L’adozione di diverse strategie di potatura manuale ha lo scopo di ottimizzare la performance del frutteto per ottenere produzioni sostenibili sia dal punto di vista produttivo che qualitativo.
La problematica legata al fenomeno della stanchezza dei terreni, connesso alla successione degli impianti negli anni della stessa specie, ha portato alla ricerca di portainnesti tolleranti o resistenti al reimpianto provenienti da diversi istituti nazionali e internazionali. L’introduzione di genotipi alternativi all’ormai consolidato M9 può portare a cambiamenti nella gestione della pianta sia per quanto riguarda la potatura che la forma di allevamento. Alcuni di questi portainnesti sono importanti perché resistenti a diversi patogeni e avversità atmosferiche; per tale ragione sono stati testati su più cultivar e in differenti zone per valutarne l’adattabilità al nostro territorio.

DIFESA: SOTTO LA LENTE PROVE DI CONTENIMENTO DELLA TICCHIOLATURA
Ampio spazio è stato dato alla ticchiolatura. Si è parlato del comportamento di questo patogeno osservato nel 2013 e le esperienze di contenimento concordate con i frutticoltori biologici del Trentino. Da diversi anni queste prove risultano interessanti anche per la produzione integrata, sia come strategia di contenimento della ticchiolatura, sia come prodotti utilizzati. Si è parlato della situazione scopazzi ed è stata sottolineata l’importanza di investire sullo sviluppo delle conoscenze e della formazione che sono basi essenziali nel costruire quel filo conduttore che fa del produrre il punto di incontro fra mondo del biologico e dell’integrato. L’Unità agricoltura biologica monitora i principali patogeni del melo e sviluppa alcuni fungicidi (polisolfuro, rameici, zolfi, bicarbonato di potassio) per il contenimento della ticchiolatura e gestisce un ettaro e mezzo di frutteto con il sistema biologico.

NUOVE VARIETA’: RIFLETTORI SU 43 ACCESSIONI PARTICOLARMENTE RESISTENTI
Le gravi infezioni di ticchiolatura avute nella primavera di quest’anno portano a valutare con maggior attenzione le possibilità d’impiego delle varietà resistenti. Nella visita alle parcelle sperimentali sono state presentate alcune delle più promettenti accessioni in valutazione, ed in particolare i nuovi ottenimenti che hanno caratteri di rusticità e resistenza.
Dal 1999 ad oggi, presso FEM, sono state sviluppate più di 400 diverse combinazioni d’incrocio, ottenendo oltre 100.000 semenzali. Dalla valutazione vegeto-pomologica, di circa 70.000 semenzali andati in produzione, sono state selezionate 360 accessioni con caratteri d’interesse, 43 delle quali con resistenza a ticchiolatura per la presenza del gene Vf. Altre accessioni sono caratterizzate dalla presenza di più geni di resistenza a ticchiolatura, geni di resistenza ad oidio e ad erwinia. Un numero limitato di accessioni presenta il carattere polpa rossa del frutto.

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09/08/2013, 22:13
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Venerdì 23 agosto alle 20.30 presso il Salone Imperiale al Passo della Mendola
"ENERGIA E SVILUPPO LOCALE DELLE ALPI" APPUNTAMENTO CON LUCA MERCALLI

Luca Mercalli, noto meteorologo della trasmissione di Rai 3 "Che Tempo che fa", venerdì 23 agosto alle 20.30, presso il Salone Imperiale al Passo della Mendola, parlerà di "Energia e sviluppo locale delle Alpi: un'opportunità per l'Alta val di Non". Sono previsti interventi di: Alessandro Olivi, assessore all’industria, artigianato, commercio e cooperazione della Provincia autonoma di Trento; Fabrizio Borzaga, sindaco di Ruffrè-Mendola; Adriano Marini, coordinatore del Patto Territoriale Alta Val di Non e sindaco di Malosco; Roberto Barbiero, dell'Osservatorio provinciale trentino sul Clima; Francesco Dellagiacoma, incaricato per la Convenzione delle Alpi della Provincia autonoma di Trento; Daniele Vettorato, coordinatore scientifico del "Progetto Energia Alta Val di Non" - EURAC Bolzano.

L'appuntamento, che vede il patrocinio di Ministero dell'Ambiente, Convenzione della Alpi e Cipra - Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, è organizzato dall'Eurac in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, i Comuni di Ruffrè-Mendola e Malosco e la Comunità Alta Val di Non.
La cittadinanza è invitata, l'ingresso è libero.

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18/08/2013, 20:27
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Il progetto della Magnifica Comunità e Accademia della Montagna per ottenere il marchio "Open"
LE BELLEZZE DEGLI ALTIPIANI CIMBRI ACCESSIBILI ANCHE AI DISABILI

Gli Altipiani Cimbri vogliono essere un territorio "accessibile", non solo per i disabili in carrozzina ma anche, ad esempio, per le mamme con passeggini. E' quanto si propone la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri che, assieme ad Accademia della Montagna del Trentino, ha promosso un progetto di Turismo Accessibile. Una scelta dettata dalla volontà di aumentare la competitività del territorio rivolgendosi ad un mercato che in Europa è stimato in circa 130 milioni di persone e che produce quasi 70 miliardi di euro di indotto all’anno.

Il progetto “Altipiani Cimbri Accessibili” si colloca all’interno del macro-progetto di Accademia denominato “Montagna Accessibile” e mira a rendere questo territorio fruibile a tutti ed a realizzare gli interventi necessari per eliminare le barriere, innanzitutto architettoniche, che spesso impediscono di godere appieno delle risorse e delle opportunità presenti.
Obiettivo del progetto "Altipiani Cimbri Accessibili”, approvato dalla Comunità di valle alla fine dello scorso mese di giugno, è quello di ottenere la certificazione Open e la realizzazione della prima fase dello stesso.

La prima fase costa di incontri territoriali per la condivisione del progetto e l’elaborazione del documento “Altipiani Cimbri accessibili”, un protocollo di intesa tra gli attori del territorio che definisce le azioni necessarie per ottenere il marchio Open.

Per un ambito territoriale come gli Altipiani Cimbri il turismo rappresenta uno dei principali comparti economici su cui puntare, su cui investire e per i quali sviluppare nuovi progetti. Tanto meglio se poi questi progetti si integrano bene con altri e se possono produrre positive ricadute anche per i residenti. Un’iniziativa che vedrà coinvolti progressivamente tutti gli attori locali impegnati per raggiungere inizialmente l’obiettivo del marchio Open Event, marchio di accessibilità riferito agli eventi, e poi il marchio Open Area (riferito alle destinazioni).

“Altipiani Cimbri Accessibili” è un progetto di ampio respiro che potrà produrre positive ricadute sia turistiche che sociali, a tutto vantaggio quindi anche dei residenti. A breve avrà avvio la prima fase di mappatura dei sentieri e dei percorsi pedonali per verificare il livello di accessibilità degli stessi e per individuare gli eventuali ostacoli, così da garantire poi la possibilità di fruire dei tracciati da parte di disabili in carrozzina ma anche di mamme con passeggini.

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19/08/2013, 20:13
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