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Provincia Autonoma di Trento 
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Il bando promosso da Trentino Sviluppo punta all'internazionalizzazione delle imprese del settore ambientale con un percorso formativo e la nascita di una piattaforma condivisa

Le aziende green trentine puntano all'estero grazie ad un progetto integrato di filiera

È on-line il bando PIF-Progetto integrato di filiera promosso da Trentino Sviluppo che punta a sostenere la crescita e l'internazionalizzazione delle imprese green del territorio. Il percorso si svilupperà su una durata di circa otto mesi nel corso dei quali le imprese partecipanti potranno godere di un supporto personalizzato con la valutazione delle potenzialità di crescita e accesso ai mercati esteri, seminari di formazione multidisciplinari che vanno dalle strategie organizzative alla creazione di sinergie fino al marketing. Si lavorerà in particolare sui mercati di Germania, Svizzera, Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina con l’obiettivo di realizzare una piattaforma commerciale sinergica che metta a fattor comune le potenzialità espresse dalle singole aziende di eccellenza trentine. Le imprese interessate ad intraprendere questo percorso possono inviare la propria candidatura a Trentino Sviluppo entro il 28 aprile prossimo. Maggiori informazioni sul sito trentinosviluppo.it.

Tra gli ambiti di sviluppo delle imprese trentine c'è senza dubbio il settore green, con l'ideazione e la produzione di soluzioni amiche dell'ambiente e dalla grande spinta innovativa. Un campo di eccellenza e dal grande potenziale anche in relazione ai mercati esteri.
Va in questa direzione il bando PIF-Green promosso da Trentino Sviluppo e già on-line che punta a favorire la maturazione delle aziende trentine attive in questo settore e a stimolare percorsi di internazionalizzazione attraverso la creazione di una piattaforma di promozione condivisa.
La selezione è rivolta alle piccole e medie imprese con sede legale sul territorio provinciale attive nella realizzazione di prodotti per l'efficientamento energetico di edifici e impianti produttivi, tecnologie per il trattamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, costruzioni a basso impatto aziendale, materiali e componenti per l'edilizia ecosostenibile e soluzioni legate al campo del riciclo.
Le aziende saranno selezionate sulla base della loro solidità, delle azioni già intraprese propedeutiche a percorsi di internazionalizzazione e dell'adeguatezza a svolgere attività di commercializzazione all'estero.
Il percorso si svilupperà per una durata complessiva di circa 8 mesi nel corso dei quali le imprese partecipanti potranno godere di un supporto personalizzato con la valutazione delle potenzialità di crescita e accesso ai mercati esteri e di seminari di formazione multidisciplinari, dalle strategie organizzative alla creazione di sinergie e al marketing.
La scadenza del bando è il 28 aprile 2016. La modulistica e tutte le informazioni sulle modalità di presentazione della candidatura, i costi e i contatti utili sono disponibili sul sito www.trentinosviluppo.it

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18/03/2016, 8:11
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Sabato 19 e domenica 20 marzo nello spazio espositivo di via Briamasco lo stand PAT-FEM
L'agricoltura di montagna in un clima che cambia

La Provincia Autonoma di Trento e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige saranno presenti alla 70esima Mostra mercato dell'agricoltura di montagna, in programma sabato 19 e domenica 20 marzo a Trento, con uno stand dedicato all'agricoltura di montagna e ai cambiamenti climatici.

Lo stand ospiterà un percorso tematico dedicato alle relazioni tra meteorologia, climatologia e impatti dei cambiamenti climatici sulle produzioni, con particolare riguardo al Trentino e i visitatori troveranno pannelli espositivi, poster e materiale informativo sulle attività di formazione, ricerca e consulenza svolte dalla Fondazione Edmund Mach e le pubblicazioni della Provincia autonoma di Trento.
Sono previsti degli incontri: sabato 19 marzo, ore 15.00 incontro con Emanuele Eccel sul tema: "l'agricoltura amica del clima" - mitigazioni e adattamenti in un clima che cambia; domenica 20 marzo, ore 10.30 incontro con Giambattista Toller sul tema: i rilievi agro-meteorologici in Trentino; ore 15.00 incontro con Gabriele Chistè su "l'anno internazionale dei legumi: il ruolo dei legumi nelle rotazioni agrarie, quali possibilità per il Trentino".

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18/03/2016, 21:38
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L'assessore provinciale all'agricoltura interviene dopo il dibattito dell'altra sera a Cles
Frutticoltura e salute. Dallapiccola: "Siamo sulla buona strada"

"L'obiettivo è migliorare ancora di più, ma non va dimenticato che il Trentino ha già fatto enormi progressi per garantire un'agricoltura attenta alla salute e alla qualità della vita. Non abbassare la guardia ci richiama tutti ad affrontare il tema con rigore scientifico, senza creare allarmi ingiustificati". Lo afferma l'assessore provinciale all'agricoltura, Michele Dallapiccola che, prendendo spunto dal convegno "Ambiente è salute: esposizione cronica a pesticidi e DNA umano" ospitato l'altra sera a Cles, riassume in quattro punti il grande lavoro che da sempre la Provincia autonoma di Trento ha sviluppato nel campo della sostenibilità ambientale per le colture agricole. "Attenzione a come si effettuano le rilevazioni - aggiunge l'assessore -.Ciò che è stato riportato l'altra sera dal punto di vista scientifico ha un valore limitato già che si tratta di un reperto scientifico e considerazioni di carattere generale che per essere autorevoli debbono risultare ricomprese in un ambito di indagine epidemiologica seria. L'impegno metodico ci ha portato a dire che anche nell'ambito della Val di Non la casistica relativa a neoplasie e malattie professionali sono assolutamente riconducibili a livelli statistici analoghi in tutto il resto della provincia. Tuttavia questo ovviamente non ci permette di abbassare la guardia, anzi: proseguiremo nei controlli che ci siamo impegnati a realizzare con sistematicità, prendendo come riferimento non solo la provincia, ma anche altri territori delle Alpi".

Ma ecco punto per punto lo stato dell'arte.

1. Nuove regole per maggiori garanzie

Adottando il piano agronomico nazionale (PAN), abbiamo introdotto - in accordo con produttori e sindacati - un "supplemento di responsabilità" attraverso un articolato sistema di controllo e gestione dell'utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura. Ad esempio sono stati individuati come "punti sensibili" tutti i luoghi pubblici: qui in pratica le distanze che devono essere rispettate per l'aspersione dei farmaci sono maggiori che nel resto d'Italia. Si promuovono l'utilizzo di siepi e si introducono distanze più favorevoli agli abitanti anche per quanto riguarda le abitazioni civili e si introducono orari stringenti (praticamente solo notturni) in prossimità dei percorsi ciclabili. Si ricorda infine che tutti i mezzi per l'utilizzo dei farmaci sono sottoposti a revisione obbligatoria.

2. Lotta integrata, per usare sempre meno farmaci

In Trentino ci siamo sempre distinti - grazie all'autorevole presenza della Fondazione Edmund Mach e con la collaborazione dell'Istituto dell'associazione dei produttori di ortofrutta - per la particolare evoluzione del sistema di lotta integrata: accanto all'utilizzo di farmaci si collocano infatti azioni alternative come, ad esempio, la tecnica della "confusione sessuale"che altera il ciclo biologico di alcuni vettori parassiti. Questo impegno è testimoniato non solo dal numero dei controlli (890 campioni di frutti raccolti e analizzati nel 2015, a fronte dei circa 400 disposti annualmente dal Ministero della Salute sul territorio nazionale e dei circa 1600 dell'Efsa a livello europeo), ma soprattutto dai loro esiti. Nel 98,6 per cento dei casi di "presenza" il residuo rilevato è risultato inferiore del 50 per cento rispetto al limite ammesso dalla legislazione europea. A ridurre l'impiego degli insetticidi ha concorso e concorre anche la confusione sessuale, tecnica di controllo naturale degli insetti dannosi che nel periodo 2005 – 2014 ha visto crescere la superficie coltivata di applicazione da 1000 a 7000 ettari. Nello stesso periodo i residui di insetticidi sono diminuiti di circa 4 volte.

3. Lavorare insieme, con le migliori basi scientifiche per un'agricoltura sempre più sana.

A dieci anni dall'approvazione delle prime Linee guida per l'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari (2006), che rappresentarono la base per la predisposizione da parte dei Comuni dei rispettivi regolamenti, il Trentino vuole "fare di più". Il protocollo firmato in gennaio da Apot, FEM, e Provincia impegna i produttori, attraverso le loro organizzazioni, a fare proprie fin da subito le norme della "Produzione Integrata Volontaria", come definita dal PAN, con limitazioni volontarie che vanno oltre le normative esistenti e "la progressiva eliminazione dai disciplinari di produzione integrata di sostanze attive ritenute a rischio per la salute e per l'ambiente". Le stesse OP si impegnano anche ad investire adeguate risorse per la crescita professionale dei frutticoltori e dei viticoltori e ad attivare progetti di ricerca di tecniche innovative volte a migliorare il grado di sostenibilità delle rispettive filiere produttive. Per lo sviluppo di tali iniziative i produttori potranno contare, in particolare, sull'esperienza di livello internazionale della Fondazione Mach. Da ricordare infine l'obiettivo di eliminare il clorpiriphos anche dall’ortofrutta entro la prossima stagione, così come è già avvenuto (sottolineo: "già avvenuto") in viticoltura

4. Grande attenzione al biologico

Anche la Provincia appoggia la diffusione del metodo biologico, pur riconoscendo che in certe situazioni gioca a sfavore la frammentazione degli appezzamenti come una maggiore laboriosità del sistema in funzione di un nostro assetto aziendale molto legato ancora ad una dimensione familiare. Tuttavia oltre agli importanti incentivi presenti nel PSR per l'acquisto di macchine particolarmente adatte alle coltivazioni bio ed ai maggiori punteggi nelle graduatorie di attribuzione dei contributi proprio a coloro che intraprendono questo metodo di colturale vanno ricordati anche gli incontri specifici organizzati su questo tema ed una particolare passione con la quale l'Ufficio produzioni biologiche della Provincia porta avanti il compito che le è stato assegnato. Dal punto di vista operativo, uno specifico piano d'azione provinciale cerca di semplificare ed incentivare il sistema dei controlli in campo bio e di agevolare il riconoscimento dei biodistretti oltre che stimolare forme di collaborazione tra produttori e consumatori e incentivare la ricerca su varietà "resistenti" e metodi di coltivazione che riducano l'utilizzo dei farmaci e dei diserbanti.

"Siamo consapevoli che molto si deve ancora fare e che la popolazione va comunque informata e resa consapevole - conclude Dallapiccola - ma, dati alla mano e senza autoreferenzialitá, penso si possa davvero dire che siamo sulla strada giusta di un cammino lungo il quale il Trentino si trova a buon punto".

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20/03/2016, 23:01
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Ieri sera al Muse, l'incontro per la "Giornata internazionale delle foreste"

In Trentino boschi migliorati negli ultimi 60 anni

Il 21 marzo è la Giornata Internazionale delle Foreste. Per celebrare questa ricorrenza e fare il punto sulla situazione in Trentino, con una particolare attenzione al rapporto tra foreste e acqua, il Dipartimento territorio, agricoltura, ambiente, foreste, della Provincia autonoma di Trento ha organizzato ieri sera al Muse un incontro, in collaborazione con l'Università di Trento. Negli ultimi 60 anni i boschi in Trentino sono, per vari fattori, migliorati: questo in estrema sintesi il contenuto della relazione di Alessandro Wolynski, direttore dell'Ufficio pianificazione, selvicoltura ed economia forestale del Servizio foreste e fauna della Provincia.

Con un'economia più povera, ha evidenziato Wolynski, la pressione sui boschi era più elevata: si prelevava più materia prima di quanto prodotto e le modalità di gestione spesso non erano adeguate. Il risultato era un generale impoverimento di questa risorsa. In sessanta anni le cose sono molto cambiate e i boschi si sono arricchiti in volume e varietà di piante. Oggi il sistema economico legato alla silvicoltura ancora tiene in Trentino, a differenza di altre zone del territorio alpino; e questo è indice di equilibrio tra economia ed ecologia.
Sergio Tonolli, del Dipartimento Territorio, Agricoltura Ambiente, Foreste ha spiegato quale stretto rapporto esista tra il bosco e l'acqua che beviamo. L'acqua potabile in Trentino, ha detto, deriva soprattutto da sorgenti e in minor parte da pozzi e da acque superficiali (sorgenti: 86%, pozzi 10%, corpi idrici superficiali, 4%). Il Piano urbanistico provinciale prevede che tutti i punti di prelievo vengano tutelati attraverso aree di salvaguardia, fra cui le zone di protezione idrogeologica che rappresentano l’area di ricarica delle sorgenti. La copertura forestale di queste zone offre una maggiore protezione della qualità delle acque rispetto ad altri tipi di copertura del suolo. Le sorgenti del Trentino si collocano per l’80% circa nelle foreste, le quali a loro volta interessano il 60% circa del territorio provinciale.
Di fasce ripariali e qualità dell'acqua ha parlato Paolo Negri, dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente. La vegetazione riparia, è emerso, abbraccia i corsi d'acqua, creando corridoi ed habit utili per gli animali, a cui fornisce anche cibo, oltre che riparo; influisce sulla temperatura e sull'evaporazione, contribuisce a filtrare l'acqua e consolida le sponde, oltre ad avere un valore sociale e ricreativo, migliorando la fruibilità dell'ambiente.
Il professor Riccardo Rigon, ordinario di idrologia e costruzioni idrauliche al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, dell'ateneo trentino, ha parlato del ciclo idrologico, spiegando quale profonda interazione vi sia tra suolo, piante che lo coprono e dinamiche legate all'acqua. Il bosco contrasta il verificarsi di frane ed erosioni, riduce l'effetto delle piene e interagisce con la copertura nevosa. Mondo vegetale e ciclo idrologico si influenzano a vicenda nel produrre l’ambiente in cui viviamo. Al termine delle relazioni si è tenuta una tavola rotonda con Gianfranco Bazzoli (Dolomiti Energia), Stefano Moltrer (sindaco di Palù del Fersina e rappresentante del Consorzio dei Comuni), Annibale Salsa (antropologo all'Università di Genova, rappresentante della Scuola per il Territorio e il Paesaggio).

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22/03/2016, 18:24
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Il vicepresidente Olivi ha chiesto e ottenuto un maggiore impegno sulla stabilizzazione dei dipendenti

Mele in ipogeo: un accordo negoziale che sancisce più occupazione e un patto virtuoso fra agricoltura, innovazione e ricerca industriale

“Stabilizzazione dei dipendenti, con un aumento dei tempi indeterminati e un consolidamento di quelli determinati, e impegno a mantenere tutti i contratti di lavoro, pari a oltre 1.300, per le prossime cinque stagioni. È ciò che la Provincia autonoma di Trento ha chiesto e ottenuto con l'accordo negoziale che coinvolge il Consorzio Melinda e 9 Cooperative - ha commentato il vicepresidente Alessandro Olivi -. Vi è poi un altro valore aggiunto: con questo progetto di ricerca si realizza infatti un patto fino a qualche tempo fa difficile da immaginare, quello fra il settore agricolo primario e le politiche di innovazione industriale. Anche il futuro dell'agricoltura passa infatti necessariamente attraverso il ricorso all'attività di ricerca, attraverso un maggiore raccordo con le politiche dell'innovazione e della tecnologia. Credo che oggi si sia realizzato un virtuoso accordo fra l'agricoltura e la ricerca industriale. Del resto – prosegue il vicepresidente – sono ormai quattro anni che la Provincia autonoma di Trento segue da vicino il progetto sperimentale CIME, per la conservazione delle mele in celle frigo ipogee, tra l'altro premiato lo scorso autunno a Milano. CIME è davvero una novità a livello mondiale, per la capacità di sfruttare il potere isolante della roccia nella costruzione delle celle ad atmosfera controllata, che genera benefici e risparmi economici ed ambientali”.
Oggi pomeriggio in Provincia, il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi, assieme ai rappresentati sindacali di Cgil, Cisl e Uil e ai vertici del Consorzio Melinda e di 9 Cooperative dello stesso Consorzio, ha sottoscritto l'accordo negoziale. Le peculiarità di questo progetto sono: ricerca di modalità innovative di conservazione delle mele in ambiente ipogeo sfruttando le proprietà isolanti della Dolomia; “impianto pilota” situato ad una profondità di circa 250 metri dalla superficie soprastante per lo stoccaggio in ambiente ipogeo all'interno della galleria della Tassullo Materiali spa a Tuenetto; possibilità di estendere la volumetria delle celle ipogee utilizzando i risultati del progetto di ricerca; collaborazione con la Fondazione Edmund Mach; particolare attenzione ai livelli occupazionali con l'impegno da parte del Consorzio Melinda di mantenere gli attuali 1336 addetti inclusi gli stagionali, stabilizzando 10 unità lavorative e garantendo il mantenimento di 198 contratti a tempo indeterminato; ospitalità di 7 tirocinanti con lo strumento della Garanzia Giovani. CIME è realizzato in forma congiunta dalle 9 società Cooperative con una spesa complessiva ammessa ad agevolazione pari ad euro 2.828.074,76 ed un contributo previsto di euro 1.835.286,31.

La necessità di acquisire nuovi spazi per la conservazione delle mele ha spinto le Cooperative e il Consorzio Melinda a ricercare nuove soluzioni tecnologiche per il corretto stoccaggio. Tenuto conto della disponibilità dei vuoti di cava generati dall’attività estrattiva di un’industria situata nel territorio delle valli del Noce, attiva nell’estrazione mineraria, le Cooperative e il Consorzio Melinda hanno valutato la possibilità di frigoconservare le mele in ambiente ipogeo utilizzando i vuoti di cava. Il progetto di ricerca, oggetto dell'accordo sottoscritto in data odierna, riguarda appunto un “impianto pilota” situato ad una profondità di circa 250 metri dalla superficie soprastante (l'area è quella di Tuenetto di Predaia), dove si sviluppa un ambiente ideale per lo stoccaggio delle mele in ambiente ipogeo, sfruttando le proprietà isolanti della Dolomia: si tratta di una soluzione, tra l’altro, che permette di risparmiare il 50% di energia e di spazi superficie disponibili. L'acquisizione del know-how consente l’ulteriore estensione volumetrica delle celle ipogee, garantendo uno stoccaggio complessivo stimato in circa 50 mila tonnellate di mele. Il progetto è realizzato con la collaborazione della Fondazione Edmund Mach: a fronte di una spesa complessiva ammessa ad agevolazione pari a 2.828.074,76 euro, il contributo previsto è di 1.835.286,31 euro e sarà erogato in cinque annualità, previa verifica del rispetto degli impegni posti in capo alle società.
In sede di negoziazione sono stati chiesti al Consorzio Melinda precisi impegni a presidio degli attuali livelli occupazionale, sensibilizzando le imprese coinvolte anche sul fronte dell'occupazione giovanile. In particolare il Consorzio Melinda si è impegnato a mantenere per le prossime 5 stagioni di commercializzazione 1336 addetti fra contratti a tempo indeterminato, determinato e stagionali: 10 di questi ultimi saranno trasformati a tempo indeterminato. In totale i contratti a tempo indeterminato saranno 198, il Consorzio si è impegnato al loro mantenimento per le prossime 5 stagioni. Saranno inoltre ospitati, entro il 2018, 7 tirocinanti attivando lo strumento della Garanzia Giovani.
Le 9 società Cooperative e il Consorzio Melinda hanno assunto ulteriori impegni di radicamento sul territorio e finanziari, fra questi: mantenere le rispettive sedi legali, commerciali e produttive in Trentino per un periodo di 10 anni, versare in Trentino le imposte. Le 9 società Cooperative si sono inoltre impegnate a: svolgere in Provincia di Trento attività produttiva di beni o servizi connessa alla ricerca agevolata; non cedere i risultati della ricerca, oggetto di agevolazione, per un periodo di 5 anni dal termine del progetto di ricerca; raggiungere un livello di patrimonializzazione non inferiore al 25%; offrire piena collaborazione e ogni informazione utile per il monitoraggio dei risultati ottenuti dal progetto di ricerca. (at)

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23/03/2016, 22:56
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Approvati dalla Giunta anche i criteri per gli interventi di prevenzione. Presto anche le misure per i danni causati dai grandi predatori

Danni da fauna selvatica: così gli indennizzi

La Giunta provinciale ha approvato stamane, su proposta dell'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola, i criteri, le modalità e le procedure per la concessione degli indennizzi dovuti per i danni causati dalla fauna selvatica diversa dai grandi predatori (orso bruno, lupo e lince) alle colture agricole nonchè dei contributi previsti per gli interventi di prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica alle colture agricole. "Prossimamente, con un'altra delibera - annuncia Dallapiccola - provvederemo ad approvare anche i criteri relativamente ai danni prodotti dai grandi predatori quali orso, lupo e lince".

La delibera dà parziale attuazione all’art. 33 bis della legge provinciale 9 dicembre 1991, n. 24 “Legge provinciale sulla caccia”.

Indennizzi dei danni.

Per quanto riguarda gli indennizzi dei danni causati in particolare dagli ungulati, sono ritenuti agevolabili i danni alle coltivazioni agricole, esclusi quelli causati da avifauna. Non sono corrisposti indennizzi per i danni al patrimonio zootecnico e alla pescicoltura. L’importo minimo ammissibile a finanziamento non potrà essere inferiore a 2.000 euro per frutteti e vigneti o a 1.000 euro per tutte le altre colture.

Le domande devono essere presentate entro 60 giorni dal manifestarsi del danno. Gli indennizzi sono pari al 70% del danno accertato dal servizio provinciale competente in materia di agricoltura.

Iniziative di prevenzione.

Le domande di agevolazione possono essere presentate dal 1 gennaio al 30 giugno di ciascun anno. Sono beneficiari delle provvidenze gli agricoltori dotati di partita IVA agricola; forme associative tra imprese agricole nell’ottica di un approccio collettivo, tra cui i consorzi di bonifica, i consorzi di miglioramento fondiario di primo e secondo, le reti di imprese.

L’importo minimo ammesso a finanziamento non potrà essere inferiore a 2.000 euro. E’ stabilito il limite massimo di spesa ammessa ad agevolazione in 50.000 euro, elevato a 150.000 euro per domande presentate da forme associative di almeno tre imprese.

Sono stabiliti i seguenti livelli agevolativi:

•forme associative di imprese (nell’ottica di approccio collettivo)
60%
•giovani agricoltori di età inferiore a 40 anni alla data della domanda, beneficiari del premio di insediamento ed insediati da meno di 5 anni
50%
•altre imprese agricole


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25/03/2016, 21:34
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Approvate dalla Giunta provinciale una serie di modifiche al regolamento attuativo

Legge sulle foreste: introdotte nuove semplificazioni


Con una delibera firmata dall'assessore alle foreste Michele Dallapiccola, la Giunta provinciale ha provveduto oggi ad approvare una serie di modifiche a vari regolamenti attuativi della legge 11/2007 sulle foreste e la protezione della natura. “Con questo provvedimento – spiega Dallapiccola – si sono introdotti elementi di razionalizzazione e semplificazione dell’attività amministrativa e della pianificazione forestale.”






Le principali modifiche, tra tutte quelle inserite – aventi natura prettamente tecnica- sono le seguenti:

1) La modifica coordinata della legge e del regolamento in materia di disposizioni forestali (d.P.P. n. 8-66 del 2011) porta all’eliminazione, in particolare, delle autorizzazioni riguardanti:
•l’esercizio del pascolo in bosco;
•l’attraversamento delle zone boscate da parte di mandrie o greggi condotte al pascolo;
•l’esercizio del pascolo nelle aree pascolive in tempi e con modi difformi da quanto stabilito dalle disposizioni regolamentari o dai piani di gestione forestale aziendale;
•le autorizzazioni alla sostituzione di specie e all'estrazione della resina.

Viene, inoltre, ricondotta alla disciplina della SCIA, seppure semplificata, quanto attualmente disciplinato con l'istituto della DIA per i tagli delle piante.

2) Le modifiche apportate al regolamento concernente la pianificazione forestale, che riguardano principalmente l’adeguamento della disciplina del Piano Forestale e Montano (PFM). A seguito del passaggio da più piani forestali e montani ad un unico Piano quale strumento di pianificazione settoriale della Provincia si semplifica, quindi, la disciplina delle fasi partecipative e delle procedure per la redazione e l’approvazione del suddetto piano.

3) Viene infine introdotta una modifica alla disciplina della raccolta dei funghi introducendo ulteriori periodi per la raccolta dei funghi sul territorio provinciale. La denuncia per la raccolta dei funghi potrà quindi avere una valenza anche di 90 o di 180 giorni, oltre ai periodi di durata già previsti di 1, 3, 7, 15 e 30 giorni.


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31/03/2016, 22:01
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Approvato dalla Giunta in via preliminare su iniziativa dell'assessore Gilmozzi il nuovo disegno di legge

Stelvio: una governance decentrata e all'insegna della partecipazione

L'obiettivo è anche garantire la gestione unitaria a cui è ispirata la norma nazionale

Una governance del Parco dello Stelvio orientata al decentramento e alla più ampia partecipazione dei cittadini e dei soggetti istituzionali coinvolti, anche per garantire un fattivo contributo del Trentino alla gestione unitaria indicata dalla norma nazionale: questi i capisaldi del disegno di legge che disciplina l’organizzazione ed il funzionamento del territorio provinciale del Parco, approvato oggi in via preliminare dalla Giunta provinciale - su proposta dell'assessore competente Mauro Gilmozzi - In seguito all'entrata in vigore della norma di attuazione che sancisce il passaggio delle funzioni precedentemente esercitate dallo Stato alle Provincie autonome di Trento e di Bolzano e alla Regione Lombardia. "Abbiamo voluto avanzare una proposta di governance ispirata a al decentramento e alla partecipazione diffusa - sottolinea l'assessore Gilmozzi - , e ciò anche nella consapevolezza di quanto sia importante garantire la gestione unitaria del Parco indicata dalla normativa nazionale. Se Autonomia significa avvicinare i cittadini e le comunità alla gestione dei beni collettivi, questa proposta di governance riflette pienamente i principi e i valori della nostra specialità autonomistica".
Fra gli elementi salienti del disegno di legge, l'istituzione di un Comitato provinciale di coordinamento e indirizzo nel quale saranno rappresentate, oltre alla Provincia, le Comunità e le Amministrazioni comunali interessate, le Asuc e le associazioni protezionistiche. L'obiettivo più generale è di mettere non solo i soggetti interessati, ma tutta la popolazione, nella condizione di essere informata e di poter formulare proposte riguardanti la valorizzazione e la tutela del Parco.

Vediamo in sintesi i contenuti salienti della proposta normativa.

PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO

GESTIONE OPERATIVA

La Provincia esercita le funzioni amministrative connesse alla gestione del Parco nazionale dello Stelvio attraverso la struttura competente in materia di aree protette.

COMITATO PROVINCIALE DI COORDINAMENTO E DI INDIRIZZO

Per garantire un’adeguata partecipazione alle scelte strategiche del Parco, è istituito un apposito comitato, così composto:
1.un componente in rappresentanza della Provincia;
2.due componenti in rappresentanza del Comune di Pejo;
3.due componenti in rappresentanza del Comune di Rabbi;
4.un componente in rappresentanza del Comune di Pellizzano;
5.un componente in rappresentanza della comunità ricadente nel parco nazionale;
6.un componente in rappresentanza dei comuni proprietari di terreni ricompresi nel parco, diversi da quelli di cui alle lettere b), c) e d), designato congiuntamente dagli stessi;
7.un componente in rappresentanza delle ASUC e delle consortele presenti nel parco designato congiuntamente dai medesimi enti;
8.un componente designato a maggioranza dalle associazioni protezionistiche che costituiscono articolazioni provinciali di associazioni nazionali.

Il comitato, oltre a formulare indirizzi sui temi concernenti la gestione del Parco, è chiamato da un lato ad esprimere l’intesa sul Piano, sul Regolamento, sulla perimetrazione e sul programma degli interventi del parco nazionale, dall’altro a rilasciare pareri sulle altre questioni di interesse per il parco stesso.

PROCESSO PARTECIPATIVO

Il modello partecipativo, che prevede il coinvolgimento di comuni, comunità, ASUC, nonché dei portatori di interessi di categoria e di interessi diffusi, trova piena realizzazione nell’iter di approvazione del Piano, del regolamento e della perimetrazione del parco nazionale, che sono assoggettati alle medesime procedure.

Nella scelta di questo modello, anziché i consueti tavoli di partecipazione, si è optato per un innovativo percorso, attraverso il quale non solo i soggetti interessati, ma tutta la popolazione è posta nelle condizioni di essere informata e di formulare proposte inerenti la valorizzazione e la tutela del parco.

Le procedure partecipative sono gestite dalla Provincia mediante la propria struttura competente in materia di partecipazione.

PIANO DEL PARCO

Il Piano del parco nazionale sostituisce ad ogni livello i Prg, escluse alcune particolari zonizzazioni (insediamenti storici, aree urbane consolidate ed aree specificamente destinate all’insediamento), che restano di competenza dei Prg comunali, i quali devono comunque adeguarsi agli indirizzi del Piano di parco nazionale per le parti di territorio in esso ricadenti.

Il Piano del parco nazionale detta gli indirizzi anche per la predisposizione del Piano territoriale della comunità (Ptc), con riguardo al territorio compreso nel parco nazionale.

REGOLAMENTO E PERIMETRAZIONE DEL PARCO

Sono assoggettate sostanzialmente alle medesime procedure di approvazione del Piano del parco nazionale.

PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

La Giunta provinciale promuove la stipulazione di accordi con la comunità e i comuni interessati, allo scopo di definire gli indirizzi generali circa gli interventi di conservazione e valorizzazione da realizzare nel parco nazionale, anche in collaborazione con gli enti locali.

La Giunta provinciale, in coerenza con gli eventuali accordi stipulati e previa intesa con il comitato provinciale di coordinamento e di indirizzo, approva il programma degli interventi da realizzare nel parco.

ORGANI DI GESTIONE DEI PARCHI NATURALI PROVINCIALI

COMITATO DI GESTIONE

Tenuto conto del processo di fusione che ha interessato diversi comuni ricadenti nei parchi naturali provinciali, ci si è preoccupati di non alterare la rappresentatività dei comuni all’interno dei relativi comitati di gestione, stabilendo che per i comuni con superficie superiore ai 10.000 ettari siedano in comitato di gestione sei rappresentanti.

In questo modo si cambia la composizione del Comitato di gestione solo per il Parco di Paneveggio Pale di San Martino, per il quale si assicura una adeguata rappresentatività al nuovo Comune di Primiero San Martino di Castrozza.

GIUNTA ESECUTIVA

Con riferimento alla Giunta esecutiva dei parchi, sempre in omaggio al principio della rappresentatività, si è scelto di assicurare, per il Parco naturale provinciale Adamello Brenta, la necessaria presenza di almeno un rappresentante per il territorio ricadente nella Comunità Valle di Sole e, per il Parco naturale provinciale Paneveggio Pale di San Martino, di un rappresentante della Magnifica Comunità di Fiemme. In prima applicazione, le giunte esecutive dei parchi naturali provinciali sono integrate, con i rappresentanti eventualmente mancanti, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore di questa legge.


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Fuori TG, oggi alle 12.25 su Rai tre la diretta dalla Fondazione Mach

Fuori TG, lo spazio di approfondimento del Tg3 in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dedicherà la puntata di oggi, venerdì primo aprile, alla Fondazione Edmund Mach. La diretta è prevista alle 12.25 con la conduttrice Maria Rosaria De Medici che intervisterà il presidente Andrea Segrè. Il filo conduttore sarà la sostenibilità, tema che interessa trasversalmente le attività della Fondazione, da quelle formative a quelle di ricerca al trasferimento tecnologico.

Nel corso della puntata, della durata di 20 minuti, si parlerà di bioagrofarmaci, cioè di prodotti fitosanitari il cui principi attivo è un microorganismo o una sostanza naturale contro le malattie e gli insetti; si parlerà anche di “confusione vibrazionale” con la presentazione del prototipo messo a punto dai ricercatori per disturbare l'accoppiamento degli insetti dannosi. Spazio poi al laboratorio di chimica enologica che svolge molteplici attività a supporto della vitienologia trentina e nazionale, ma anche nel laboratorio degli isotopi stabili che rintraccia l'origine degli alimenti, per arrivare alla ricerca scientifica in ambito forestale. Completerà il quadro l'attività di formazione con le interviste a docenti e studenti sul tema foreste e viticoltura sostenibile. E la presenza, durante la diretta, di un ex studente che parlerà della propria esperienza formativa e lavorativa.


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Questo pomeriggio l'inaugurazione
Al via DonnAmbiente, un percorso al Muse fra arte e scienza

Si chiama DonnAmbiente, ed è una mostra artistica curata dalla Consigliera di Parità della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Muse, l’associazione trentina ArteInsieme e l’Istituto delle Arti Alessandro Vittoria. L'inaugurazione si è svolta questo pomeriggio al Muse, alla presenza del direttore del Muse Michele Lanzingher, della consigliera di Parità Eleonora Stenico, della ricercatrice Lucia Martinelli e dell'assessora provinciale alle pari opportunità Sara Ferrari. La mostra è anche un interessante esempio di "contaminazione": alle dieci artiste che hanno proposto i loro lavori, sui temi della vita, in ogni sua declinazione, della tutela dell'ambiente, della montagna, dell'acqua e così via, si sono affiancante, un un dialogo sempre fecondo e stimolante, dieci ricercatrici del Muse.
Artiste di tutte le età e di tutti i background,, dunque, in questa esperienza, alcune ancora studentesse, altre impegnate professionalmente anche in altri ambiti, che però non rinunciano all'espressione artistica, per mettere a fuoco le proprie emozioni e confrontarsi con il mondo.
La mostra, distribuita nelle varie sale del Muse, conformemente alle tematiche trattate dalle varie opere, sarà visitabile fino a domenica.

DonnAmbiente è nata con l’obiettivo di sostenere e valorizzare la presenza delle donne nelle diverse forme dell’espressione artistica, pittura, fotografia, istallazioni e quant'altro. Dieci artiste e dieci ricercatrici del Muse si sono dunque confrontate, fondendo professionalità, emozioni, esperienze e sensibilità. Dieci naturalmente anche le opere esposte, in diverse sale espositive del museo, che diventano stimolanti spazi di incontro fra arte e scienza. Questi i titoli e le autrici (tra parentesi le donne di scienza con cui le artiste hanno collaborato):

Seconda vita, Giovanna Bove (Ana Rodriguez-Prieto); Transito, Martina Dal Brollo (Elena Bertoni); Salviamo le api, Licia Marinchel (Maria Vittoria Zucchelli); Naturalmente libera, Loredana Giovanetti (Valeria Lencioni); am∙bièn∙te/, Veronica Rigotti (Maria Bertolini); Montagne, Silvia Gasperat (Claudia Barelli); Segni d’acqua, Daniela Giovannetti (Alessandra Franceschini); Dialogo con la terra, Mariangela Vesco (Samuela Caliari); Obsolescenza programmata, Francesca Ferrai (Lucia Martinelli); Belladonna, Stefania Simeoni (Serena Dorigotti).

"La costruzione di un museo partecipativo per noi è fondamentale - ha detto Lanzingher in apertura della cerimonia di inaugurazione - . In questo modo un museo smette di essere un luogo dove le cose vengono solo osservate, studiate, e conservate, diventando uno spazio 'attivo', dove si elabora il sapere e si costruisce un pezzo di società". Gli ha fatto eco la consigliera Stenico per la quale questa iniziativa "interattiva, intergenerazionale, intende valorizzare le donne che si cimentano in questi percorsi, favorendo l'incontro e il dialogo fra saperi diversi e diverse sensibilità". Non a caso, come spiegato da Martinelli, "lungo questo percorso sono anche nate delle amicizie", e a volte artiste e ricercatrici si sono metaforicamente "scambiate di posto".

"E' molto bello l'incontro fra contesti diversi, generazioni diverse, saperi diversi - ha sintetizzato l'assessora Ferrari - . Dimostra quanto sia sviluppata la capacità femminile di fare sperimentazione e innovazione. Le capacità che incontriamo in questa mostra non vanno date per scontate. Dobbiamo anzi sforzarci sempre di trovare dei momenti e dei contesti adeguati, come quello del Muse, dove valorizzarle. Occasioni come questa riescono a fare emergere talenti e competenze femminili, tanto nell'arte quanto nella scienza. Ed esempi così sono importanti, anche perché trasmettono forza, ricchezza, credibilità alle generazioni che verranno".

La mostra è visitabile negli orari di apertura del museo ed è inclusa nel biglietto di ingresso Muse:

martedì - venerdì: 10.00 – 18.00
sabato e domenica: 10.00 – 19.00

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05/04/2016, 20:54
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