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Provincia Autonoma di Trento 
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Sabato e domenica prossimi la 67a edizione, stand istituzionale di Provincia e Fondazione Mach
ALLA MOSTRA DELL’AGRICOLTURA SPAZIO ALL’OLIVICOLTURA TRENTINA

La Provincia autonoma di Trento - e la Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all’Adige saranno presenti alla 67a Mostra mercato dell’agricoltura di montagna, in programma questo fine settimana a Trento, con un proprio stand, dedicato quest’anno al settore dell’olivicoltura trentina. All'inaugurazione della Mostra, sabato alle ore 11, interverrà anche l'assessore all'agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini.

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con i frantoi oleari del Trentino e si propone di mettere in evidenza la qualità, la salubrità e le proprietà salutistiche delle produzioni di olio extravergine di oliva del Trentino anche attraverso le azioni di animazione nello stand istituzionale.
L’olio extravergine di oliva rappresenta una delle produzioni agroalimentari trentine di eccellenza ed è valorizzata, tra l’altro, dalle certificazioni Dop Garda Trentino e dal metodo di produzione biologico. Tale produzione rappresenta un esempio di agricoltura sostenibile e di valorizzazione paesaggistica di un territorio anche a favore di altri settori economici quali quello turistico. La varietà storica di oliva presente nella zona dell'alto Garda è rappresentata dalla cultivar Casaliva.
All’interno dello stand i visitatori potranno partecipare a degustazioni ed illustrazioni guidate dell’olio extravergine di oliva trentino ed in particolare del prodotto di eccellenza, l'olio extravergine di oliva Dop Garda Trentino, inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tipici della nostra provincia. Nello stesso stand si troveranno inoltre informazioni e materiale divulgativo sulle attività di formazione, ricerca e consulenza svolte dalla Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all’Adige, nonché le pubblicazioni informative del Servizio Agricoltura riguardanti i prodotti agroalimentari tipici e tradizionali della provincia di Trento.

Dedicato in particolare ai bambini ed ai ragazzi sarà invece lo stand della Camera di commercio di Trento, dove i più giovani potranno mettere alla prova i propri sensi, fare esperienze, scoprire il valore delle diversità. Il programma di sabato 16 e domenica 17 marzo alle ore 11 e 16 prevede laboratori didattici sui formaggi, la frutta, i salumi e la verdura trentina, uno spazio per il disegno libero dedicato ai bambini, attività didattiche per riconoscere i prodotti tipici attraverso il tatto e l'olfatto con il "Gioco dei sensi", oltre ad un angolo del racconto dove sarà possibile ascoltare la storia "La Festa della signora Polenta" direttamente dalla voce dell’autrice Stefania De Carli alias Dina la contadina.

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Ieri sera alle Gallerie di Piedicastello il IV° appuntamento del ciclo "Incontri sul Paesaggio, riflessioni sul futuro del Trentino a partire dai progetti del Fondo del Paesaggio"
PAESAGGI SCAVATI: STRATEGIE DI TRASFORMAZIONI PER LE AREE ESTRATTIVE





Alle Gallerie di Piedicastello si è svolto il quarto incontro di un ciclo che ha finora trattato temi di grande interesse per la riqualificazione e valorizzazione del paesaggio trentino. Studi volti a supportare, anche, la pianificazione locale ora demandata alle Comunità di Valle. Dopo i progetti dedicati alla riqualificazione del nesso urbano Riva del Garda-Arco, alla riprogettazione dell'area di Zambana Vecchia, alla riorganizzazione dell'area del lago di Toblino, agli studi per la trasformazione delle aree agricole di versante a nuove tecniche produttive e alla riqualificazione delle aree artigianali del Trentino, ieri sera il focus è stato fatto sulle strategie di trasformazioni delle aree estrattive. Dopo l'introduzione con gli interventi dell'assessore Mauro Gilmozzi e di Patrizia Marchesoni (Fondazione Museo Storico) è stato presentato lo studio "Paesaggi Scavati", coordinato da Emanuela Schir dell'Università degli Studi di Trento. A fine presentazione una tavola rotonda coordinata da Giogio Tecilla si è confrontata sul tema "Le cave esaurite e nuove opportunità di paesaggio". Alla discussione hanno partecipato Chiara Bertoli (Comitato scientifico Step), Mauro Dallapiccola (presidente Comunità Alta Valsugana e Bersntol), Mariano Gianotti (presidente Distretto del Porfido e delle Pietre Trentine Srl), Aurelio Michelon (presidente Comunità Cembra), Luigino Peroni (sindaco di Ala). Contestualmente all'incontro organizzato da Provincia autonoma, Step (Scuola per il governo del territorio e del paesaggio) in collaborazione con la Fondazione Museo Storico, alle Gallerie di Piedicastello è stata allestita la mostra "Paesaggi scavati: dalla lettura alle strategie di trasformazioni" che rimarrà aperta fino al 1° aprile con orario 9-18 dal martedì alla domenica (lunedì chiuso)



“Il termine paesaggio, per noi, ha il significato di tradurre il concetto delle relazioni tra uomo e territorio - ha esordito Mauro Gilmozzi nell'introdurre la serata - queste relazioni esprimono una cultura, un ‘identità con lati positivi e negativi. Il concetto di paesaggio è dinamico non guarda solo al paesaggio ma alle trasformazioni che possiamo operare, è fatto anche delle scelte che noi operiamo. Nostro compito è immaginare una prospettiva del Trentino fra 20 o 30 anni. Il paesaggio che verrà è l’oggetto del nostro studiare e costruire. Sul piano istituzionale i contenuti del Pup sono elementi che emergono anche dallo studio che presentiamo. Ieri abbiamo avuto un interessantissimo incontro-confronto proprio su questi temi con i rappresentanti delle Comunità di Valle, ne è uscito un quadro positivo e ogni area di questo nostro Trentino, sta cercando di coordinare tutti i fattori del proprio territorio per poter elaborare un proprio piano territoriale che, passo dopo passo, comincia a portare avanti questi ragionamenti. Alla base di tutto un’idea di sviluppo che ha alcuni fattori che la supportano e la fanno crescere: c’è una scuola di formazione (il paesaggio che verrà deriva dalla cultura del popolo che lo abita), l’Osservatorio del Paesaggio che lavora per raccogliere documentazione, creare cultura e dibattito, abbiamo Trentino Sviluppo e altri soggetti che ci aiutano a mettere tanti elementi in rete. Che cosa vogliamo dalle Comunità? Vorremmo che ciascuna facesse emergere le quattro priorità e cominciasse a lavorarci. Il nostro intento è quello di proporre innovazione nel modo di riutilizzare i territori. Il tema di questa sera è proprio quello di trovare soluzioni innovative per confrontarci su idee generali che possono essere prese come spunto e adattate alle singole realtà. Quello a cui stiamo lavorando è un Trentino che guarda al futuro”.
Patrizia Marchesoni ha poi tracciato la storia delle Gallerie di Piedicastello e ha messo in luce che, dall’uso urbanistico originario (anni 70 del Novecento) - strada urbana frequentata da flussi di traffico enorme - è diventata, 30 anni dopo, luogo della memoria e della storia di Trento e del Trentino.
Quindi è cominciata la presentazione del progetto-studio coordinato da Emanuela Schir. L'architetto ha messo in luce che tutto è stato condotto con un approccio multidisciplinare, coinvolte 17 persone, di differente professionalità: 8 architetti (Emanuela Schir, Imma Jansana, Renato Bocchi, Juan Manuel Palerm Salazar, Elisa Beordo, Claudio Lorenzi, Barbara Plotegher, Christian Perenzoni), 5 ingegneri con competenze diverse (Daniele Cappelletti, Alessia Giovanardi, Matteo Del Buono, Alfredo Gaspari, Francesca Postal), 1 geologo (Giacomo Nardin), 2 agronomi (Alessandra Gomiero e Maurizio Bottura)e 1 fotografo (Paolo Sandri). “Sono necessarie alcune premesse che ci hanno accompagnato durante questa ricerca: non abbiamo pensato solo al recupero tradizionale per una riutizzazione di tipo, appunto tradizionale e non in tutte le situazioni dobbiamo pensare al ripristino ad attività conclusa ma possiamo pianificare il diverso uso attraverso un progetto preventivo La lettura delle cave è iniziata con l’area Monte Gorsa per poi pensare a delle strategie di riqualificazione e applicate sul sistema estrattivo di Pilcante di Ala”. La metodologia di ricerca usata ha riguardato tre macrotemi: il contesto, la forma e il processo. “Dall’analisi dovevamo riuscire a capire le criticità del sistema del Monte Gorsa. Criticità che abbiamo sempre associato a potenzialità.
L'analisi fatta dallo studio ha messo in primo piano le strategie per il recupero delle cave esaurite, la restituzione d'uso e di significato e la trasformazione sia delle cave esaurite sia di quelle in attività. Lo studio adottando un approccio multivalente ha voluto suggerire un "cambio di rotta" rispetto alla prassi corrente che giudica come elementi negativi e degradanti il frutto dell'attività estrattiva: il "ripristino-rinaturalizzazione" fedele allo status quo ante scavo, non è affatto l'unica metodologia per valorizzare i siti estrattivi dismessi o in attività. Lo studio analizzando il distretto del porfido fra Albiano, Lases, Fornace e l'altopiano di Pinè (con particolare riferimento al Monte Gorsa) e del contesto estrattivo di Ala-Pilcante, ha messo in luce come si possa ragionare, anche in campo di riqualificazione, valorizzazione dei patrimoni estrattivi, in una logica di sistema mettendo a valore le identità dei singoli territori. Ponendo in dialogo gli esistenti beni culturali (storico artistici, archeologici e architettonici per es. castello di Fornace, chiese di San Mauro e santo Stefano) e gli ecomusei (Argentario), piuttosto che realtà lacustri a vocazioni balneari (laghi di Santa Colomba, Lases, Pinè), con i "paesaggi scavati". Lo studio ha evidenziato come la presenza diffusa delle cave nel territorio, per esempio del Monte Gorsa, siano risorse importanti, non solo da un punto di vista economico, ma anche culturale e paesaggistico, laddove si sappiano sfruttare e porre in dialogo tutte le potenzialità del territorio.
Dopo l’intervento della coordinatrice Emanuela Schir si sono succeduti gli interventi di Renato Bocchi, Imma Jansama e Juan Manuel Palerm Salazar che hanno approfondito alcuni aspetti dello studio effettuato. Bocchi ha portato un’analisi “Nuovi cicli di vita per le “costellazioni” dei siti estrattivi del Trentino”, per mettere in evidenza quanto sia importante creare relazioni fra l’esistente della cava estrattiva e il resto del territorio: elementi culturali che possono legare il territorio e permette a chi ci abita o ai turisti di viverlo secondo una coerenza identitaria definita. Jansama ha messo in evidenza come, per esempio nella cava di Fornace, sia possibile riutilizzare quel territorio riportandolo a vigneto nei terrazzamenti che hanno, fra l’altro, un’esposizione molto favorevole. Lo studio ha messo in evidenza anche tutte le necessità per mantenere in vita il vigneto come, per esempio, un bacino per l’irrigazione del vigneto stesso. Salazar ha paragonato tre situazioni simili: una spagnola, una di una zona fra Catania e Messina e quella di San Mauro (cava) e ha posto l’accento sul fatto che l’architetto deve un po’ ripensare il suo modo di approcciarsi ai problemi, specie quando questi riguardano i movimenti di terra “perché non sta scritto da nessuna parte come ci si deve comportare nel caso del lavoro che riguarda la terra. Il paesaggio e il territorio sono due cose diverse e l’urbanistica e il paesaggio sono, altrettanto, due cose diverse. Bisogna rintracciare nuovi strumenti ‘indisciplinati’ - non disciplinati. E’ importante scegliere una strategia che, però, non deve essere vincolata urbanisticamente. Bisogna seguire la strategia di riqualificazione secondo quanto c’è. La terra è vincolata ad una teoria del scivolamento che non è stata accettata scientificamente fino ad alcuni anni fa: ora si comincia ad accettarla (dopo tutti i problemi di frane con tante e differenti cause)”.
Dalla tavola rotonda che ne è seguita è emerso l'apprezzamento per le ipotesi progettuali rappresentate e la volontà di utilizzare le indicazioni degli studi per le progettualità locali. L'assessore Mauro Gilmozzi ha ribadito che proprio questo era uno degli intenti del progetti studio del Fondo per il Paesaggio.
Se la fotografia, o meglio la rilevazione fotografica fatta nella fase iniziale di "Paesaggi Scavati", aiuta a raccontare il paesaggio delle cave dismesse o attive, la mostra allestita alle Gallerie aiuta a capire che le ferite o incisione prodotte dal lavoro estrattivo, possono essere elementi e forme di un certo valore estetico.

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Torna sabato al CTE di via Bomporto a Trento l'iniziativa promossa dall'Aprie
EDIFICI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE ED ENERGETICO AL "PREMIO APE"

Sabato 16 marzo, dalle ore 9,30, presso la Sala convegni del Centro Trentino Esposizioni di via Bomporto, in concomitanza con il salone DOMO e la Fiera dell’Agricoltura di San Giuseppe, si svolgerà la premiazione dei progetti partecipanti al Premio Ape 2013. Il “Premio Ape”, giunto ormai alla quarta edizione, ha origine nel progetto europeo ILETE ed ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare gli edifici realizzati in provincia con tecniche e metodologie che garantiscano il più basso impatto ambientale ed energetico.

Oltre che degli aspetti relativi alla prestazione energetico-ambientale, nella valutazione delle candidature si tiene però conto anche dei caratteri formali coerenti con le architetture e i materiali presenti sul territorio, delle innovazioni tecnologiche, dell’integrazione fra imprese e, non ultimo, degli aspetti di comunicazione e divulgazione del progetto ai fini didattici e formativi.
Al fine di valorizzare gli apporti dei vari attori, per ogni progetto vengono premiati sia i committenti che i progettisti e le imprese maggiormente rappresentative.
I progetti che hanno partecipato alla quarta edizione del concorso sono sette: uno è risultato vincitore e 2 sono segnalati per alcuni specifici aspetti, ossia per l’architettura e la comunicazione, e per l’energia.
Insieme all’APRIE, Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia, hanno collaborato allo svolgimento gli Ordini e Collegi professionali, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese, la sezione trentina dell’Associazione Nazionale Costruttori, il Distretto Tecnologico Trentino nonchè il prof. Paolo Baggio dell’Università e l’arch. Giorgio Tecilla della Provincia, esperto in materia paesaggistica.

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Anche scuole, associazioni culturali e di volontariato nella kermesse in programma a Rovereto dal 10 maggio prossimo
ARTINGEGNA, FIOCCANO LE ADESIONI: 71 LE AZIENDE ARTIGIANE ISCRITTE

Stufe e serramenti, domotica e pannelli solari, restauro di opere d’arte e mobili antichi, vestiti bio, tessuti, gioielli, souvenir e giocattoli ma anche, per i più golosi, dolci tipici ed i migliori prodotti dell’enogastronomia trentina. C’è di tutto tra le 71 imprese che saranno protagoniste di Artingegna 2013, la mostra biennale dedicata all’artigianato trentino di eccellenza che, dal 10 al 12 maggio prossimi, animerà il centro storico di Rovereto. Spazi espositivi, laboratori, stand, mostre, animazioni musicali e cinque aree tematiche dedicate a cibo, energia, benessere, casa e ambiente. Un ruolo di primo piano, nella manifestazione patrocinata in primis dall’Assessorato all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento, spetta anche alle scuole dove si forma il sapere artigiano, con otto centri professionali ed istituti superiori che hanno già dato la propria adesione.

«Il valore di questa iniziativa – sottolinea Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento – è quello di promuovere il sapere artigiano, valorizzando le eccellenze ed il patrimonio di innovazione e di creatività che esprimono oggi le piccole imprese. E di farlo in un contesto non artificiale, come potrebbe essere una tradizionale mostra fieristica, ma scegliendo un luogo vivo di relazioni qual è il centro storico di una città. Rovereto, città delle arti e dei mestieri, è il luogo che più rappresenta oggi questa connessione, sia per la sua storia che in proiezione futura».
Molte le imprese artigiane, provenienti da ogni parte del Trentino, che presenteranno i propri prodotti e servizi, frutto di un prezioso patrimonio di conoscenze professionali, creatività, capacità ed originalità. Le più rappresentate (30 ditte) sono le aziende che propongono prodotti e servizi nel settore edile, della bioedilizia e risparmio energetico. Seguono gli artigiani dell’arredo e design, ma anche oggettistica ed articoli regalo (11 ditte) e le aziende del settore alimentare (10 imprese), dal pane e dolci fino alla macelleria, salumeria e alla birra artigianale. Decisamente ben rappresentate, anche per la qualità e varietà dell’offerta, le sartorie, chi lavora tessuti o confeziona accessori di moda (7 ditte), chi si occupa di restauro d’opere d’arte o mobili antichi (4 ditte), gli editori (4 ditte) e chi produce gioielli (3 ditte).
Un ruolo da protagonista, in questa terza edizione di Artingegna, sarà assegnato alle scuole – otto gli istituti professionali e superiori partecipanti, affiancati da altrettanti maestri artigiani - vere “culle” dove il sapere si sposa con il saper fare, maturando risultati spesso sorprendenti. Ci saranno gli istituti tecnici “Fontana” e “Marconi”, il liceo artistico “Depero”, il liceo “Russel” di Cles, la scuola professionale “Opera Armida Barelli”, il Centro di formazione professionale “Veronesi” , la Scuola Alberghiera di Rovereto con il corso di Arte Bianca e il corso carpentieri dell’Enaip di Tione: porteranno laboratori, realizzazioni e progetti promossi in collaborazione con aziende ed enti del settore.
Non mancheranno infine gli enti di promozione turistica ed economica ma anche le associazioni culturali e di volontariato, che nello scenario di Artingegna porteranno un’impronta ispirata ai valori della tradizione e della solidarietà.
Il percorso espositivo interesserà il cuore della città, ovvero via Tartarotti, via Roma, via Rialto, via Portici e via Mercerie, con l’estensione delle vie confinanti. Saranno coinvolte anche Piazza Damiano Chiesa, Piazza Erbe, Piazza Malfatti, Piazza San Marco e tutta la Contrada della Terra. Negli stand, accanto alle produzioni artigianali, sarà possibile assistere alle dimostrazioni di particolari lavorazioni come quella del porfido, della ceramica, dei gioielli preziosi, e alla realizzazione dal vivo di dolciumi, pane, disegni e decorazioni varie.
Artingegna è un’iniziativa dell’Assessorato all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento, che ne è anche il principale patrocinatore, del Comune di Rovereto, della Comunità della Vallagarina e dell’Associazione artigiani e piccole imprese. Organizzano Trentino Sviluppo, Consorzio Rovereto InCentro e CEii Trentino.

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15/03/2013, 21:22
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Inaugurata con il presidente della Provincia Alberto Pacher la cantina di Aboud
PALESTINA: RINASCE GRAZIE AL TRENTINO IL "VINO DI CANA"

Inaugurata ieri nel villaggio palestinese di Aboud, presso Ramallah, una piccola cantina vinicola, nata grazie grazie al contributo del Trentino. Presente alla cerimonia il presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher, che aveva cominciato a seguire il progetto già all'epoca in cui era sindaco di Trento. Con lui il consigliere provinciale Michele Nardelli, referente dell'associazione Pace per Gerusalemme, il rappresentante dell'autorità palestinese in Italia, Ali Rashid, il presidente della cantina Pravis, Mario Zambarda, anche a nome dell'associazione Mezzaluna fertile e padre Ibrahim Faltas, frate francescano, già custode della basilica della natività di Betlemme e oggi responsabile economo della custodia di Terrasanta. A favorire il ritorno della coltivazione della vite e della produzione del vino in queste terre, pur fra mille difficoltà, la cantina salesiana di Cremisan, a Beit Jalla, che ha fatto rinascere, con il sostegno della Fondazione Mach, il "vino di Cana", che sta ottenendo consensi crescenti sul mercato. La visita prosegue oggi con incontri con le autorità del governo palestinese, fra cui il primo ministro Abu Mazen e il ministro all'agricoltura, e con la visita alla scuola agraria di Hebron.

Qui il vino lo si coltivava prima dell'arrivo dei romani, e lo si scambiava con il grano, i datteri, persino con le pietre preziose del lontano Oriente. Poi, per secoli, questa cultura è andata persa. Oggi essa prova a rinascere, pur se fra mille difficoltà, alcune davvero arude da comprendere, come il divieto, imposto da Israele a queste terre formalmente poste sotto l'amministrazione dell'autorità palestinese, di scavare pozzi per cercare l'acqua con cui irrigare le colture. La cantina di Aboud è un piccolo segnale. Nata dopo otto anni di progetti e di tentativi, produrrà quest'anno, si stima, circa 4000 bottiglie di "vino di Cana", destinate soprattutto ai pellegrini che visitano la Terrasanta. Non molte, ma abbastanza per dimostrare che dove c'è la volontà, e magari qualche aiuto dall'estero, le cose si muovono. Aboud è un villaggio di circa 2000 abitanti, per metà musulmani e per l'altra metà cristiani, abituati da sempre a convivere. Si dice che Santa Barbara fosse originaria di qui. Di certo, ci sono le chiese, e le memorie di quando le cantine per il vino erano grotte scavate nella roccia. La cantina di Aboud, gestita da una famiglia del posto, entra a far parte di una piccola rete di produttori e di esperienze che fa perno sulla piu' grande cantina dei salesiani di Cremisan. Con sede a Beit Jalla, presso Betlemme, Cremisan produce oggi circa 400.000 bottiglie di vino rosso all'anno e si avvale anche della collaborazione scientifica della Fondazione Mach, già Istituto di San Michele all'Adige, che, come noto, ha decodificato qualche anno fa il genoma della vite (del Pinot nero).
Ad accompagnare la delegazione trentina in questa prima parte della sua visita in Palestina una personalità d'eccezione, padre Ibrahim Faltas, che ha aperto al presidente Pacher le porte della Fondazione Giovanni Paolo II, a Betlemme, dove fra le altre cose si organizzano corsi di lingua italiana per studenti palestinesi, molto frequentati. Qui Pacher ha incontrato il responsabile per le iniziative di cooperazione internazionale dell'ambasciata italiana ed inoltre la sindaca di Betlemme, e anche questo è un piccolo indizio di come le cose a volte siano diverse rispetto alle idee che si coltivano "da lontano"' senza una conoscenza diretta dei contesti: in questo caso, abbiamo un primo cittadino donna, assurta a questo delicato ruolo attraverso una libera competizione elettorale e superando tutti gli altri candidati di sesso maschile.
Oggi la visita prosegue con una serie di incontri istituzionali per mettere a fuoco le coordinate delle collaborazioni future fra il Trentino e la Palestina, nel campo della cooperazione allo sviluppo e della costruzione di prospettive stabili di pace (i due aspetti, qui, sono strettamente legati). In agenda l'incontro con i ministri all'agricoltura e al lavoro con il presidente dell'autorita' palestinese Abu Mazen, ed incontri con volontari e tecnici della solidarietà internazionale targata "Trentino", di cui tutti, qui, sembrano apprezzare l'impegno. Il rientro a Trento è previsto per domenica sera.

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16/03/2013, 20:39
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La Provincia aderisce all'iniziativa promossa dall'assemblea delle Nazioni Unite annunciando un concorso fotografico per i giovani
PRIMA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE FORESTE: C'È ANCHE IL TRENTINO

Con i suoi 500 milioni di alberi (quasi mille per ogni abitante) e quasi il 60 per cento del suo territorio coperto da foreste, anche il Trentino aderisce alla prima Giornata internazionale delle foreste, proclamata per il 21 marzo dall'assemblea delle Nazioni Unite per celebrare l’importanza di tutti i tipi di foresta e degli alberi fuori della foresta, incoraggiando gli stati a promuovere attività sul ruolo delle foreste e degli alberi. Per celebrare la Giornata la Provincia autonoma di Trento bandirà un concorso fotografico su foreste e uomo nel Trentino di oggi (il bando sarà pubblicato entro 30 giorni) per giovani 15-25 anni.

Il bosco è una componente essenziale e caratterizza il paesaggio trentino, copre circa il 60% della superficie territoriale e contribuisce in modo sostanziale alla protezione del territorio da frane e alluvioni. Regola il ciclo dell’acqua, assorbe anidride carbonica contribuendo a mitigare il cambiamento climatico, filtra l’aria e regola il clima locale; produce la materia prima rinnovabile più importante, fornendo legno ed energia per le strategie di sviluppo sostenibile, alimentando una filiera produttiva locale importante e capace di futuro. Al tempo stesso costituisce un ecosistema di tipo naturale che funge da rifugio per moltissime specie animali e vegetali, gestito con tecniche vicine alla natura ed è una sede privilegiata di attività sportive e ricreative all’aria aperta.

Il bosco è tutto questo se gestito in modo corretto e sostenibile: la Provincia autonoma di Trento ha investito in questo settore, realizzando infrastrutture (strade forestali che permettono l’accesso sicuro ai boschi, opere di difesa dagli incendi, interventi finalizzati a rendere il bosco più stabile e capace di rinnovarsi naturalmente), promuovendo la meccanizzazione compatibile delle attività, rendendo il lavoro più appetibile e interessante per i giovani e sostenendo la formazione degli operatori e delle imprese. Nel corso degli ultimi 50 anni il bosco è aumentato in estensione (al ritmo di 700 ettari all'anno), consistenza, mescolanza e stabilità.

Le nuove sfide del settore forestale sono oggi rappresentate dall’emergere di una tendenza all’abbandono della gestione attiva a causa dei costi delle operazioni; dall’affermarsi di nuove formazioni sui terreni marginali abbandonati dall’agricoltura, spesso su proprietà frammentate e con titolari non interessati alla gestione del territorio; dall’opportunità di valorizzare la creazione di lavoro e ricchezza nelle filiere locali alimentate dalla produzione di legno ed energia; dalla necessità di coinvolgere maggiormente i proprietari, pubblici e privati, nella valorizzazione dei servizi prodotti dal bosco. Strumenti importanti in questa nuova situazione sono la legge forestale n. 11/2007, frutto di una completa revisione della normativa, e la certificazione forestale conseguita nel 2005 con un progetto con il Consorzio dei Comuni Trentini che ha portato alla costituzione dell’associazione regionale PEFC del Trentino e alla certificazione del 75 per cento della superficie forestale provinciale.

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20/03/2013, 21:08
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Dal 24 al 26 marzo a Düsseldorf con la presenza di 17 aziende
IL TRENTINO A «PROWEIN» 2013

Grazie alla collaborazione tra Consorzio Vini e Divisione Turismo e Promozione di Trentino Sviluppo, la vitivinicoltura provinciale sarà in mostra negli stand della Fiera di Düsseldorf, dal 24 al 26 marzo, in occasione della più importante rassegna enologica del nord Europa.

Dal 24 al 26 marzo la città di Düsseldorf ospita l'edizione 2013 di Prowein, una delle più importanti rassegne europee del settore enologico dedicata agli “addetti ai lavori”. Nella cittadina della Renania sono attesi da tutto il mondo oltre 4.500 espositori e più di 40.000 visitatori, con l'aggiunta di due ulteriori padiglioni rispetto alla scorsa edizione per oltre 500 nuovi espositori.

Il Trentino partecipa con 17 aziende in un'area di 312 metri quadrati realizzata e gestita grazie alla collaborazione tra Consorzio Tutela Vini del Trentino e Divisione Turismo e Promozione di Trentino Sviluppo.
Saranno presenti le aziende agricole Tenuta Maso Corno, Villa Corniole, Zanotelli, Zeni, Endrizzi, Gaierhof, Pisoni, Pravis, Cavit, il Gruppo La Vis, la Cantina di Aldeno, le Cantine Mezzacorona, Provinco e Revì e, infine, le distillerie Marzadro, G.Bertagnolli e Borgo Vecchio.
Tra le iniziative previste, vi sono quattro incontri di degustazione con due importanti giornalisti tedeschi del settore, Richard Grosche e Jeans Priewe, e un aperitivo all’interno dell’area Trentino rivolto a importatori buyer e giornalisti con la presenza dei produttori che spiegheranno i segreti della propria attività.
Ogni giorno inoltre un sommelier proporrà “flying tasting” e racconti del territorio con protagonisti i vini testimonial.
«Si tratta - commenta Paolo Manfrini, direttore della Divisione Turismo e Promozione di Trentino Sviluppo - di un appuntamento particolarmente importante non solo per la comprovata efficacia promozionale e commerciale di Prowein, ma anche perché è il primo in cui si misura la collaborazione, che ritengo ad oggi particolarmente proficua, tra Consorzio Vini e Trentino Sviluppo, con il Consorzio protagonista insieme ai produttori anche della promozione dell’enologia trentina e Trentino Sviluppo che offre supporto progettuale e operativo, così come programmato dalle politiche provinciali di settore».
Nella rassegna tedesca, a dare sostanza ai numeri di espositori e visitatori c'è la qualità delle presenze con la partecipazione di soli addetti ai lavori, buyers, stampa e critica specializzata, che fanno di Prowein il luogo per eccellenza dove mettere le basi per nuove partnership, consolidare sinergie, impostare contratti, presentarsi ad una vetrina autorevole e di ampio respiro.
Nell'edizione 2012 il 50% dei visitatori proveniva dal segmento internazionale all'ingrosso e al dettaglio specializzato, seguito dagli addetti al settore ristorazione: di questi circa l'80% è direttamente coinvolto nel processo decisionale di acquisto.

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21/03/2013, 20:44
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Fino a domenica 24 marzo la seconda parte della rassegna
I PRODOTTI TRENTINI FANNO CENTRO A “CIBO A REGOLA D'ARTE”

Ottimi riscontri per la promozione di Trentodoc nell’evento organizzato a Milano da Rcs - Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport dal 15 al 17 marzo e dedicato alla cultura del cibo, con la partecipazione dei giornalisti del gruppo, il coordinamento degli chef Davide Oldani e Carlo Cracco e la collaborazione dell’Istituto Trento Doc e di Trentino Sviluppo Turismo e Promozione. E ieri è partita la seconda rassegna che si chiuderà il 24 marzo.

Si è chiusa con ottimi riscontri e una significativa visibilità per Trentodoc e i prodotti trentini la prima "tranche" degli appuntamenti enogastronomici di “Cibo a regola d’arte”. Dal 15 al 17 marzo i saloni della Triennale di Milano hanno ospitato appassionati, ma anche addetti ai lavori e stampa specialistica, nella rassegna organizzata da Rcs - Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport. Presenze qualificate che rappresentano il vero valore aggiunto di questa manifestazione.
Grazie alla proficua collaborazione tra l’Istituto Trento Doc e la Divisione Turismo e Promozione di Trentino Sviluppo, Trentodoc – assieme ad altri prodotti del territorio come il Puzzone di Moena e il Vezzena degli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna, il Salmerino alpino, il Miele di melata d’abete e la Farina gialla di Storo – è stato protagonista di diversi appuntamenti in programma nelle tre giornate dell’evento. Innanzitutto nella “conversazione” sullo spumante metodo classico trentino, un momento divulgativo e di approfondimento che ha messo a confronto la stampa con alcuni produttori di bollicine trentine (rappresentativi di tutte le realtà, dalla piccola azienda agricola alla grande casa spumantistica, alla grande società cooperativa agricola), facendo emergere significative sfaccettature e aspetti qualificanti di questo mondo. Significativa la partecipazione della platea, così anche per gli aperitivi “stellati” a base Trentodoc, proposti dallo chef Davide Oldani e seguiti da un pubblico giovane e interessato e per il “totem”, l'installazione multimediale allestita nel Salone d’Onore della Triennale, con oltre 300 bottiglie delle 35 case spumantistiche presenti, che proponeva anche una parte video, con immagini del territorio e informazioni sul Trentodoc.
«È importante la nostra partecipazione a “Cibo a regola d'arte” - ha detto il presidente dell'Istituto Trento Doc Enrico Zanoni insieme a Paolo Manfrini direttore di Trentino Sviluppo Turismo e Promozione - perché si tratta di una manifestazione di prestigio che si lega a prodotti di eccellenza. Un altro motivo è che questo prodotto vuole rafforzare la propria presenza in una città importante come Milano, che rappresenta un bacino di consumo potenziale molto significativo».
Ora spazio alla seconda tranche della manifestazione, che proprio ieri ha preso il via proseguirà fino a domenica 24 marzo, negli spazi del Museo delle Scienze e della Tecnica. Trentodoc torna protagonista con un ricco programma: ogni sera sarà servito l'aperitivo “stellato" con le nostre bollicine di montagna e le ricette, preparate dallo chef Carlo Cracco, a base di prodotti trentini. In mescita ogni sera vi saranno sei etichette diverse, che verranno presentate nella lista vini ad uso del pubblico. Inoltre sono in programma quattro cene d'autore con Trentodoc nel menù, proposto in abbinamento al piatto di ingresso creato dallo chef, nonché la conversazione tutta al femminile (dedicata non a caso alla declinazione rosé del Trentodoc), oltre ad una degustazione condotta da Roberto Anesi, che mostrerà agli ospiti quali gusti e quali profumi sono in grado di sviluppare le bollicine trentine nella loro evoluzione nel tempo. In chiusura di rassegna, domenica alle 19, ecco una degustazione in cui le bollicine trentine saranno protagoniste accanto ad un vino friulano e ad uno pugliese.

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22/03/2013, 21:06
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Indicazioni tecniche confermate per melo, ciliegio, actinidia, susino, piccoli frutti, ortaggi, patata e mais da polenta
APPROVATI I DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA PER IL 2013

Con due determinazioni del dirigente del Servizio Agricoltura sono stati approvati in questi giorni i nuovi disciplinari di produzione integrata per il settore ortofrutticolo validi per il 2013. Essi riguardano le seguenti colture: melo, ciliegio, actinidia, susino, piccoli frutti, ortaggi, patata, mais da polenta. Le regole tecniche richiamate nei disciplinari rappresentano un sistema ormai consolidato, ed anche la versione 2013 degli stessi non presenta dunque sostanziali variazioni rispetto alle annate precedenti.

Secondo le procedure già definite anni orsono, nel 2005, il soggetto più rappresentativo del settore, in questo caso l'Associazione dei produttori ortofrutticoli trentini (Apot) presenta annualmente il disciplinare all’Amministrazione provinciale che lo valuta ed approva. Ottenuta l’approvazione, Apot ora provvederà alla sua gestione organizzando anche tutte le attività di controllo. Il disciplinare può essere adottato da tutti i produttori ortofrutticoli trentini, anche da quelli non associati in Apot. Per i non associati è necessario che entro il 31 maggio venga presentata specifica richiesta di adesione, rendendo così possibile l’inserimento dell’azienda nel piano annuale dei controlli.
Per quanto riguarda il melo, l’iter seguito è più complesso: prima dell’approvazione provinciale il disciplinare è stato sottoposto alla valutazione del Comitato produzione integrata istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ottenendo il parere di conformità alle Linee guida nazionali di produzione integrata. La conformità dei disciplinari alle Linee guida nazionali è il presupposto necessario per consentire l’erogazione alle aziende frutticole degli incentivi agroambientali previsti nell’Organizzazione comune di mercato (OCM) per il settore ortofrutticolo.

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29/03/2013, 22:07
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L'aggiornamento mensile di Meteotrentino
MARZO: NESSUN RECORD CLIMATOLOGICO MA PIOGGE IL DOPPIO DELLA MEDIA

Il mese appena trascorso non ha fatto segnare alcun record anche se mediamente è stato un po’ più freddo della media e le giornate con precipitazioni sono state il doppio della media. La temperatura media del mese registrata a Trento Laste è stata di 7°C, di 2 gradi inferiore alla media climatica (9,0°C).

Le precipitazioni cumulate mensili (124,2 mm) sono risultate più che doppie della media 1978-2005 (55,0 mm). Il numero di giorni piovosi (14 giorni) è pure risultato più del doppio del valore medio (6 giorni).

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03/04/2013, 19:59
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