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Provincia Autonoma di Trento 
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Venerdì 22 febbraio alle 14.30 presso la Federazione provinciale degli allevatori in via delle Bettine a Trento
IL LEGNAME TRENTINO DI PREGIO RITORNA ALL'ASTA

Dopo il successo dello scorso anno si rinnova venerdì 22 febbraio alle 14.30, presso la sede della Federazione provinciale degli allevatori in via delle Bettine a Trento, l’appuntamento con l’asta del legname trentino di pregio, organizzata dalla Camera di Commercio in collaborazione con il Servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento.

Sebbene l’evento sia rivolto principalmente agli operatori di settore, che hanno l’opportunità di acquistare lotti di materiale nobile per la realizzazione di opere di particolare valore, la partecipazione all’asta è aperta a chiunque sia interessato all’acquisto di legname trentino dalle elevate caratteristiche qualitative. A differenza della prima edizione andranno all’incanto non solo singoli tronchi, ma anche lotti minimi (2-6 tronchi) con materiale della stessa specie e provenienza.
Ci saranno essenze pregiate, come l’abete rosso - anche con caratteristiche di risonanza - il larice, il pino cembro, l’abete bianco, il pino silvestre e l’olmo: nel complesso oltre 130 tronchi suddivisi in lotti proposti da Comuni, ASUC, Agenzia provinciale delle foreste demaniali e privati. Nell’ampio piazzale della Federazione provinciale degli allevatori in via delle Bettine gli operatori avranno modo di verificare direttamente il grado di qualità dei tronchi, di valutarne le caratteristiche e le possibilità d’impiego, e successivamente di formulare l’offerta economica ritenuta più soddisfacente. Come nell’edizione precedente, i materiali sono stati accuratamente selezionati e risultano nella quasi totalità certificati PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification Schemes).
L’iniziativa trae spunto da una formula commerciale molto diffusa in Paesi dalla lunga tradizione forestale, come la Germania, dove le aste di pregio assumono i contorni di una vera e propria festa della comunità, che ne rinsalda lo spirito di appartenenza. Si ricorda poi che fin dagli anni Novanta la Camera di Commercio di Trento, in collaborazione con gli enti locali (ASUC-Amministrazioni separate dei beni di uso civico e Comuni), partecipa all’allestimento delle aste periodiche del legname comune trentino per incentivarne la commercializzazione.
Tutte le informazioni di dettaglio sulle specie e sulle quantità in asta sono disponibili sul sito www.legnotrentino.it. In occasione dell’apertura dell’asta interverranno Adriano Dalpez, presidente della Camera di commercio di Trento, Marino Simoni, presidente del Consorzio dei Comuni trentini, Romano Masè, dirigente generale del Dipartimento territorio ambiente e foreste della Provincia autonoma di Trento, Paolo Kovatsch, sostituto dirigente dell'Agenzia provinciale delle foreste demaniali e Silvano Rauzi, presidente della Federazione provinciale allevatori.

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18/02/2013, 20:49
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In val Poschiavo nel Cantone dei Grigioni ABBATTUTO IERI IN SVIZZERA L'ORSO M13

L'orso M13 è stato abbattuto ieri in val Poschiavo, in territorio svizzero, dove era sconfinato dal Trentino dopo essere stato radiocollarato, nel 2011, dai tecnici della Provincia autonoma di Bolzano in collaborazione con quelli trentini (e nuovamente dai tecnici svizzeri nel 2012). L'orso - uno degli esemplari rientranti nel progetto europeo di ripopolamento denominato Life Ursus - aveva già manifestato comportamenti problematici in Trentino, e per questo era tenuto sotto controllo dal personale del Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento. Spostatosi in Svizzera nel 2012, era stato avvistato per la prima volta in val Poschiavo, nel cantone dei Grigioni, nel luglio scorso, proveniente dalla zona di Tirano. Negli ultimi mesi erano stati segnalati alle autorità elvetiche numerosi attacchi, soprattutto a pecore e arnie, danneggiamenti di fabbricati, incursioni anche nei pressi di abitazioni e scuole.

L'annuncio dell'abbattimento dell'orso è stato dato dalle autorità cantonali e federali, secondo le quali l'animale, avendo ormai perso la ogni forma di timidezza verso gli esseri umani e cercando sistematicamente il cibo nelle zone abitate, era ormai divenuto un pericolo. "Nell’autunno e dopo il letargo - si legge nella nota diramata stamane dal Dipartimento costruzioni, trasporti e foreste dei Grigioni, che ha indetto una conferenza stampa a Coira - il plantigrado era ormai diventato un pericolo per la sicurezza delle persone: si era infatti sovente spinto fino nei centri abitati alla ricerca di cibo, aveva inseguito di giorno delle persone e non mostrava più alcun timore, nonostante le ripetute azioni di dissuasione. L’abbattimento è stato eseguito conformemente alla Strategia Orso Svizzera".
"L’orso M13 - si legge ancora - era stato munito nell’ottobre 2011 e in seguito nel giugno 2012 di un radiocollare e, negli ultimi mesi, si aggirava regolarmente nel Cantone dei Grigioni. Nella regione di Poschiavo si è spinto sempre più sovente fino nei centri abitati alla ricerca di cibo e senza mostrare alcun timore dell’uomo, anche dopo il letargo. Le ripetute azioni di dissuasione volte ad allontanarlo dai villaggi non si sono rivelate efficaci. L’orso non ha modificato il proprio comportamento. Dopo che a partire da ottobre 2012 si era spinto sempre più sovente nelle zone abitate, i responsabili a livello federale e del Cantone dei Grigioni hanno deciso di farlo rientrare nella categoria degli orsi problematici e, di conseguenza, di tenere conto in modo particolare del rischio che esso costituiva per la sicurezza delle persone. Il radiocollare ha consentito di sorvegliare da vicino M13. Dopo che nel novembre 2012 era entrato in un’abitazione alla ricerca di cibo e che al termine del letargo si è avvicinato di giorno a persone senza dimostrare alcun timore è stato dichiarato pericoloso per la sicurezza delle persone. Conformemente alla 'Strategia Orso Svizzera', l’abbattimento era inevitabile".

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21/02/2013, 15:35
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Oltre 200 persone all’asta di legname di pregio: VENDUTO IL 95% DEI TRONCHI IN ASTA

Più di 200 persone hanno gremito questo pomeriggio il piazzale della Federazione trentina degli allevatori per visionare direttamente gli oltre 130 tronchi suddivisi in 40 lotti posti in vendita nella seconda edizione dell’asta trentina di legname di pregio, organizzata da Camera di Commercio I.A.A. di Trento e dal Servizio foresta e fauna della Provincia. Oltre a molti operatori di settore, fra cui soprattutto imprese di trasformazione del legno ed artigiani, erano presenti anche numerosi scultori e liutai provenienti da fuori provincia per acquistare legno nobile da impiegare nell’ambito della propria professione.

Il presidente delle Federazione provinciale degli allevatori, Silvano Rauzi, che ha ospitato l’asta, ha ricordato con commossa partecipazione l’importanza economica del bosco nella vita delle valli trentine ed in particolare nella storia della propria infanzia. “Le foreste non hanno in Trentino solo una funzione paesaggistica e di tutela dell’ambiente – gli ha fatto eco Mauro Leveghi, segretario generale della Camera di commercio di Trento – ma anche un significato economico. L’asta del legname di pregio è un’opportunità unica per diffondere una maggiore sensibilità fra gli operatori sia in fase di selezione sia in fase di lavorazione della materia prima per creare prodotti a maggior valore aggiunto. La Camera di Commercio di Trento è impegnata fin dal 1994 nella promozione del legno provinciale tramite l’allestimento delle aste di vendita e oggi anche tramite una efficace comunicazione via internet”.

Un appello alla necessità di una maggiore collaborazione fra enti proprietari - che in Trentino sono soprattutto enti pubblici - per superare la frammentarietà della proprietà boschiva, è stato lanciato da Marino Simoni, presidente del Consorzio dei comuni trentini. Simoni ha ricordato che uno dei maggiori vanti delle foreste trentine è la certificazione della gestione, primo passo per una filiera in grado di garantire l’utente finale sulla qualità della materia legnosa.
“In Trentino sono 300 mila gli ettari di bosco, circa il 60% della superficie provinciale per un valore di circa 50 milioni di metri cubi di massa, con un accrescimento di un milione di metri cubi l’anno e un’utilizzazione di soli 500 mila metri cubi annui”. Così Romano Masè, dirigente generale del Dipartimento territorio ambiente e foreste della Provincia, ha sintetizzato i numeri di questa risorsa ricordando che la silvicoltura, l’agricoltura e la zootecnia sono i tre punti di forza della qualità ambientale del nostro territorio.

La proclamazione dei vincitori dell’asta è stata preceduta da un intervento di Paolo Kovatsch, sostituto dirigente dell'Agenzia provinciale delle foreste demaniali, che ha richiamato l’attenzione sul ruolo di difesa idrogeologica delle foreste e di Enrico Tonezzer, agronomo forestale, sull’andamento del mercato del legno comune in provincia. In particolare Tonezzer, che dispone dei dati di vendita in asta del legname comune fin dal 1994, anno dal quale la Camera di commercio di Trento ha avviato l’organizzazione delle vendite all’imposto su strada, ha sottolineato come negli ultimi anni si commercializzino con questa modalità circa 85.000 mc annui di legname per un valore della produzione medio di circa 6,5 milioni di Euro.

Un grande contributo al successo delle aste è stato offerto dal 2009 dal portale www.legnotrentino.it., gestito anch’esso dall’Ente camerale che registra punte di 6 mila visitatori a mese. Una soddisfazione per la Camera di Commercio di Trento che è stata sottolineata anche dal vice presidente Gabriele Calliari, intervenuto all’evento.
Nel complesso nell’ambito dell’evento è stato venduto il 95% del legno in asta con un rialzo medio rispetto al prezzo base del 25%, che nel caso del pino cembro e del larice ha raggiunto il 50%. Completamente esauriti i lotti di abete rosso di risonanza.
Il successo dell’iniziativa conferma come l’asta del legno di pregio costituisca una forma efficace di valorizzazione dell’eccellenza boschiva trentina e di diffusione di una maggiore consapevolezza dell’importanza, non solo paesaggistica, ma anche economica dei nostri boschi.

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22/02/2013, 21:00
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Situazione positiva e in miglioramento ma non mancano le criticità
L'AMBIENTE IN TRENTINO: PRESENTATO IL 7° RAPPORTO


Il dato generale che emerge dal nuovo Rapporto sullo stato dell’ambiente della provincia di Trento – realizzato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e presentato oggi dal presidente Alberto Pacher e dai vertici dell'Appa – è una situazione ambientale del Trentino nel complesso positiva e in tendenziale miglioramento, con diversi punti di forza, benché non manchino alcuni elementi di criticità. "Dal Rapporto - ha affermato Pacher - emerge il ritorno positivo che interventi anche piccoli possono avere sulla qualità dell'ambiente". Ad illustrare nel dettaglio i contenuti del Rapporto sono stati, in particolare, la dirigente del settore informazione e monitoraggio dell'Appa Chiara Defrancesco, la direttrice Laura Boschini e il funzionario Marco Niro.

Dei 78 indicatori utilizzati nel Rapporto (giunto alla settima edizione), il 53,8% presenta una situazione giudicata intermedia o incerta, il 35,9% una situazione positiva e il restante 10,3% una situazione negativa. Degli stessi indicatori è stato preso in considerazione, oltre alla situazione presente, anche il trend rispetto al passato: la maggior parte (38,5%) presenta una situazione in miglioramento, il 19,2% è costante e il 16,7% in peggioramento; un 17,9% presenta invece un andamento variabile/oscillante, mentre nel 7,7% dei casi non è stato possibile fare confronti col passato per assenza di dati confrontabili.
Entrando nel merito delle principali tematiche, e in estrema sintesi, le buone notizie riguardano soprattutto la riduzione delle emissioni in atmosfera di tutti gli inquinanti monitorati, la qualità complessivamente buona delle acque superficiali e sotterranee, la costante riduzione della produzione di rifiuti urbani e l’aumento della loro differenziazione (oltre il 71 % nel 2012), il progressivo incremento degli interventi per il risparmio energetico e per la diffusione dell’energia rinnovabile, nel quadro della lotta al surriscaldamento climatico, per la quale la Provincia si è recentemente dotata di importanti strumenti normativi e istituzionali.
Le principali criticità, invece, sono relative alle concentrazioni in atmosfera urbana superiori ai limiti di legge di polveri sottili, biossidi di azoto e ozono, alla qualità delle acque lacustri (complessivamente sufficiente), alla crescita dei rifiuti speciali prodotti e del loro smaltimento in discarica, al perdurante gap con l’obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e alla manifestazione di segnali di surriscaldamento climatico sul territorio (aumento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai).

Obiettivi e destinatari
Il principale obiettivo del Rapporto è quello di fornire ai soggetti interessati un quadro d’insieme sintetico, completo e significativo dello stato di salute dell’ambiente trentino, che permetta di valutarlo su basi scientifiche e rigorose. Destinatario principale è il decisore pubblico, ma, come scrive il presidente Alberto Pacher nella sua presentazione al testo, il Rapporto “è destinato anche agli imprenditori, alle associazioni, agli istituti di ricerca e, volendo uscire dalla cerchia degli addetti ai lavori, agli stessi cittadini”.

Metodo
In linea con il precedente Rapporto del 2008, anche la settima edizione sviluppa e presenta la sua analisi seguendo il modello PSR (Pressioni - Stato - Risposte), secondo il quale gli sviluppi di natura economica e sociale sono i fattori di fondo che esercitano pressioni (P) sull’ambiente, le cui condizioni (S) cambiano di conseguenza. Questo ha degli impatti sulla salute umana e sugli ecosistemi, per cui vengono richieste risposte (R) da parte della società.
Per rappresentare in maniera chiara e sintetica e per quantificare, quando possibile, ciascun elemento della catena PSR, gli autori del Rapporto hanno fatto ricorso a un variegato set di indicatori ambientali, in tutto 78. Il Rapporto ha avuto come obiettivo l’aggiornamento dei dati al 31 dicembre 2011. Per taluni indicatori, non è stato possibile ottenere dati aggiornati a quella data, mentre per altri è stato invece possibile ottenere un aggiornamento successivo.

Un Rapporto “sostenibile”
Novità di questa edizione è la scelta di pubblicare il Rapporto esclusivamente in versione elettronica, sul sito web dell’APPA (www.appa.provincia.tn.it/rapporto_ambiente_2012), riducendo in questo modo, e coerentemente con i contenuti e gli obiettivi della pubblicazione, gli impatti ambientali connessi alla stampa. Ognuno dei 23 capitoli è consultabile direttamente a schermo, oppure può essere scaricato dall’utente in formato .pdf ed eventualmente stampato.

Contesto normativo e programmatico
Predisposto per la prima volta nel 1989 – facendo della Provincia autonoma di Trento una delle amministrazioni in Italia con la più lunga tradizione nel campo della reportistica ambientale – il settimo Rapporto si colloca, come il precedente del 2008, in un contesto normativo e programmatico ben orientato allo sviluppo sostenibile, che risulta oggi strutturato e maturo grazie agli atti approvati negli ultimi dieci anni, che un apposito capitolo del Rapporto (il numero 17, intitolato appunto “Programmazione”) sintetizza efficacemente. Tra le principali novità più recenti, l’approvazione del Patto per lo Sviluppo Sostenibile (2013) e del Piano Energetico Provinciale (2013).

Struttura
Il Rapporto offre un quadro molto vasto e diversificato dello stato dell’ambiente trentino, essendo diviso in 23 capitoli contenuti in tre parti. La prima parte è costituita da 10 capitoli (dall’1 al 10) dedicati all’analisi delle principali pressioni esercitate sull’ambiente dalle principali attività umane (demografia, settori economici, energia, turismo, trasporti, consumi), nonché a specifici fattori di pressione (produzione di rifiuti, rumore, radiazioni). La seconda parte, costituita da 6 capitoli (dall’11 al 16), è dedicata alle condizioni dell’ambiente in senso stretto e ai suoi elementi: natura e biodiversità, clima, aria, acqua, suolo, con la novità di un capitolo dedicato ai rischi ambientali. La terza parte si compone di 7 capitoli (dal 17 al 23) che analizzano le risposte in atto e quelle possibili per la costruzione di relazioni sostenibili tra ambiente e società: programmazione, cultura ambientale, ricerca, spesa ambientale, con le novità di un capitolo dedicato alle autorizzazioni e valutazioni ambientali, uno ai controlli ambientali e uno agli strumenti di sostenibilità.

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04/03/2013, 21:31
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Alle ore 20.45 la presentazione del Rapporto orso 2012 e il punto sulla presenza di lince e lupo
ORSO: DOMANI SERA IL PUNTO AL MUSEO DELLE SCIENZE

Nell'ambito degli "Incontri al museo per parlare di fauna" domani, mercoledì 6 marzo, alle 20.45 presso l'Aula magna del Museo delle Scienze di Trento, in via Calepina, il Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento presenterà un aggiornamento sullo stato della popolazione degli orsi e sulle attività in atto, nonché il punto sulle presenze di lince e lupo. Nell'occasione sarà illustrato e distribuito il "Rapporto orso 2012".

Torna domani l'ormai tradizionale appuntamento per aggiornare il pubblico sull'evoluzione della popolazione di orsi che gravita nel Trentino e nelle regioni limitrofe. Quanti e quali orsi sono stati accertati, dove gravitano, quanti nuovi nati e quanti individui scomparsi sono stati registrati, qual è l'evoluzione della loro interazione con l'uomo e cosa viene fatto per gestirla, sono alcune delle domande che troveranno una risposta.
Il quadro, che sarà illustrato da Claudio Groff del Servizio Foreste e Fauna, è contenuto nel nuovo "Rapporto orso 2012", documento giunto alla sua quinta edizione, curato dall'Ufficio Faunistico del Servizio Foreste e Fauna della Provincia, con la collaborazione del Museo delle Scienze. L’aggiornamento riguarderà però anche la lince ed il lupo che pure sono segnalati sul territorio provinciale.
La pubblicazione, che sarà in distribuzione mercoledì sera, ed i cui contenuti saranno anticipati per la stampa mercoledì stesso in formato PDF sul sito www.orso.provincia.tn.it, ha un duplice scopo: fornire al pubblico un'informazione corretta, aggiornata e dettagliata sullo status della popolazione di orsi che gravita in Trentino e nelle regioni adiacenti, e registrare in maniera precisa ed analitica un insieme di dati per renderne possibile l'utilizzo da parte degli addetti ai lavori.
Il Rapporto fotografa un ulteriore incremento della presenza del plantigrado e della relativa gestione, anche attraverso una maturazione della capacità operativa di strutture ed addetti. Dunque una stagione che registra un nuovo successo sul piano biologico, ma che ha segnato anche l'ingresso della gestione in una fase più critica, che impone dei cambiamenti e degli adeguamenti di strategia.
Questo in un quadro nel quale non può essere dimenticata da un lato la valenza generale
della presenza dell'orso e dei grandi carnivori, dall'altro la necessità di trovare un equilibrio tra la presenza di questi affascinanti animali e quella dell'uomo.
Tra le scelte operate rimane comunque imprescindibile la volontà di rendere disponibili, nel modo più trasparente e completo, le esperienze, i dati e le conoscenze via via raccolte.
Sette i capitoli nei quali è diviso il "Rapporto orso 2012", più due ormai tradizionali appendici relative alla presenza in provincia della lince e del lupo. Dati e cifre riguardano il monitoraggio, l'indennizzo e la prevenzione dei danni, la gestione delle emergenze, la comunicazione, la formazione del personale, il raccordo sovraprovinciale e nazionale, nonché le ricerche e convegni prodotti su questa tematica.

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05/03/2013, 20:52
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In corso monitoraggi per accertare l'eventuale diffusione della malattia nel Basso Sarca
A CAVEDINE NUOVO FOCOLAIO DI CANCRO BATTERICO DELL'ACTINIDIA

L'Ufficio Fitosanitario rende noto che un nuovo focolaio di cancro batterico dell'actinidia è stato registrato a Cavedine.

Indicazioni ai produttori sulla difesa preventiva sono state tempestivamente fornite dai tecnici della Fondazione Edmund Mach. Il nuovo focolaio è stato accertato nei pressi di Cavedine dove, in un frutteto, i tecnici di zona hanno trovato alcune piante con sintomi evidenti di cancro batterico dell'actinidia (PSA).
Le analisi eseguite successivamente hanno confermato la diagnosi dei tecnici. Il frutteto è comunque isolato, ma sono in corso monitoraggi da parte dell'Ufficio Fitosanitario per verificare l'eventuale diffusione della malattia nel Basso Sarca. Indicazioni ai produttori sulla difesa preventiva con formulati a base di rame sono state tempestivamente fornite dai tecnici del Centro Trasferimento Tecnologico della FEM.

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06/03/2013, 22:12
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Presentato il Rapporto Orso 2012
ORSO, LUPO E LINCE: ECCO QUANTI SONO E COME VIVONO IN TRENTINO

La popolazione trentina di orsi stimata nel 2012 è compresa tra 43 e 48 esemplari. Il numero minimo di 43 è una valutazione certa, mentre quello massimo di 48 costituisce una valutazione probabilistica. 17 esemplari sono adulti, 11 giovani e 15 cuccioli. 34 dei 43 esemplari certamente presenti hanno gravitato solo sul territorio trentino, 2 tra Trentino e stati/province limitrofe, 2 in provincia di Bolzano, 2 in Veneto e 3 in Lombardia. Le femmine hanno gravitato su di un territorio di 1.052 kmq, interamente in provincia, i maschi su un’area molto più vasta di oltre 19.000 kmq entro la quale si sono mossi anche i giovani in dispersione. Sono questi i dati riportati nel Rapporto Orso 2012, predisposto dal Servizio Foreste e fauna della Provincia e presentato ufficialmente ieri sera al Museo di Scienze Naturali di Trento. Nel Rapporto si parla però anche della lince e del lupo.

Ecco, in sintesi, i contenuti del Rapporto.

ORSO
La riproduzione
Nel 2012 è stata accertata la presenza di 7 cucciolate per un totale di 16 cuccioli. Le analisi genetiche hanno consentito di individuare il sesso di 9 dei 16 cuccioli: 7 maschi e 2 femmine. Sono quindi 34 le cucciolate accertate oggi in Trentino negli ultimi undici anni, e almeno 69 gli orsi nati (33 maschi, 25 femmine, 11 indeterminati). Sono 14 le femmine e 5 i maschi che si sono riprodotti nel periodo 2002-2012. Il numero medio di cuccioli per parto è pari a 2,06.

Orsi mancanti
Sono considerati "mancanti" gli orsi certamente o molto probabilmente non più presenti all'interno della popolazione in quanto rinvenuti morti, uccisi, emigrati, ridotti in cattività o non rilevati geneticamente almeno negli ultimi due anni. A fine 2012 gli orsi mancanti erano 31 (14 morti, 2 ridotti in cattività, 2 emigrati, 13 non rilevati geneticamente almeno negli ultimi due anni). Dei 14 orsi morti, 5 sono cuccioli, 6 giovani e 3 adulti. Le cause di morte sono riconducibili a cause naturali in 4 casi, cause sconosciute in 3 casi e cause umane in 7 casi. I tassi di sopravvivenza (annua) aggiornati al 2012 sono pari al 81,8% per i cuccioli, al 92,9% per i giovani e al 91,3% per gli adulti.

Danni
Nel 2012 sono stati attribuiti all'orso 191 danni. Sono stati complessivamente liquidati 97.800,29 euro. Oltre il 70% dei danni sono attribuibili a soli 4 esemplari (Daniza, JJ5, M6 e M2).

Gestione delle emergenze
Nel corso del 2012 la squadra di emergenza è stata attivata 37 volte. L'attività della squadra si è limitata prevalentemente al presidio e all'informazione della popolazione e solo in 7 casi ha avuto un contatto visivo con l'orso, in 6 dei quali gli operatori hanno effettuato azione di dissuasione diretta sull'animale con munizioni in gomma o con i cani da orso.

LINCE
L'unico esemplare di lince certamente presente in provincia di Trento a partire dal 2008 (il maschio denominato B132) proviene dalla piccola popolazione svizzera del Canton S. Gallo. In considerazione dell'esaurimento del radiocollare applicato nella primavera del 2011 si è proceduto alla ricattura dell'esemplare il 14 febbraio 2012. Attraverso il monitoraggio dei suoi spostamenti è stato possibile individuare alcune delle sue prede: 10 caprioli, 3 camosci, 1 cervo. B132 ha frequentato per gran parte del 2012 il territorio occupato anche negli anni scorsi, rappresentato dal Gruppo di Brenta e dal Monte Gazza. A partire dalla metà di novembre la lince ha abbandonato il proprio areale tradizionale spostandosi in direzione sud-ovest fino a raggiungere i monti in destra Chiese posti al confine con la provincia di Brescia, dove è rimasta fino ad oggi. Rimane l’unico esemplare la cui presenza è accertata in Trentino.

LUPO
Per il terzo anno consecutivo è stato possibile documentare la presenza del lupo sul territorio provinciale. In particolare sono stati almeno 4 i lupi che hanno gravitato in Trentino e/o in territori immediatamente limitrofi. Si conferma innanzitutto la presenza del lupo maschio M24 in alta val di Non, rilevato per la prima volta in Trentino in 13 aprile 2010. Invece al giovane lupo maschio radiocollarato in Slovenia (denominato "Slavc"), arrivato sui Monti Lessini nella zona confinante con la provincia di Verona nell’aprile 2012 dopo un formidabile spostamento di oltre 1000 km, si è aggiunta una femmina proveniente dalla popolazione italiana. La conferma della formazione della prima coppia di lupi presente sul territorio provinciale e su quello veronese si è avuta nel mese di ottobre, grazie alle indagini genetiche condotte sui campioni organici rinvenuti sul territorio. Un ulteriore esemplare di sesso femminile proveniente dalla popolazione italiana è stato rinvenuto morto avvelenato nel mese di agosto sul versante veronese dei monti Lessini.

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07/03/2013, 21:09
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Sospeso oggi dalla Giunta provinciale il piano di vaccinazione antirabbica per le volpi, non sono più obbligatorie le vaccinazioni per i cani
RABBIA SILVESTRE: IL TRENTINO È ZONA INDENNE


Il Trentino è di nuovo zona indenne dalla rabbia: oggi la Giunta provinciale, su indicazione dell'assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi, ha preso atto che la bontà delle attività condotte fra il 2010 e il 2012 con i piani di emergenza per la vaccinazione antirabbica per via orale delle volpi hanno portato all'eradicazione della malattia. A due anni dall'ultimo caso di rabbia accertato non sussiste più l'obbligo di vaccinazione per cani, gatti e furetti al seguito di persone dirette anche temporaneamente nel territorio della Provincia autonoma di Trento, nonché di cani di proprietà di residenti ed animali condotti in alpeggio. L'esecutivo ha comunque deciso, vista la situazione a rischio presente nei Paesi balcanici, di mantenere un efficace piano di sorveglianza passiva per escludere la circolazione del virus della rabbia sul territorio provinciale anche in futuro.

Il Piano di sorveglianza passiva, teso ad escludere la circolazione del virus della rabbia sul territorio provinciale, prevede la raccolta da parte del personale addestrato delle carcasse di volpi e di mustelidi (faine, tassi, martore, ecc.) rinvenute sul territorio provinciale e il loro invio, per le necessarie analisi, al laboratorio della Sezione di Trento dell’Istituto Zooprofilattco sperimentale delle Venezie. L’Azienda provinciale per i servizi sanitari garantirà, con la collaborazione del personale individuato dal Dipartimento Territorio ambiente e foreste, lo svolgimento coordinato di queste attività individuando le modalità più opportune e idonee. L’Azienda Sanitaria è tenuta ad inviare una relazione semestrale al competente Servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza, nella quale saranno riportati i risultati delle analisi condotte e sarà valutata la sufficiente copertura territoriale del monitoraggio messo in atto.

Sintesi dell'attività svolta
Nel mese di ottobre 2008, a distanza di 13 anni dall’ultimo focolaio, il Centro di referenza nazionale per la rabbia dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie ha segnalato la positività per rabbia in due volpi provenienti dalla Provincia di Udine, delle quali una aveva morso una persona del luogo. Questo evento ha portato a riconsiderare la necessità di riprendere l’attività di vaccinazione orale delle volpi.
Successivamente, si sono verificati nuovi casi di rabbia silvestre, pertanto, la Regione Friuli Venezia Giulia ha disposto un secondo intervento vaccinale straordinario e quindi un terzo nel mese di settembre 2009 ampliando ulteriormente l’area di vaccinazione. Nonostante questi primi tre interventi, l’epizoozia rabida si è estesa ad aree non vaccinate a sud ovest del territorio regionale.
Dall’ottobre 2008 sono stati 41 i casi di rabbia diagnosticati nella regione Friuli Venezia Giulia (37 volpi, 2 tassi, 1 capriolo, 1 cane).
Nel novembre 2009 si è poi registrato, in provincia di Belluno, una positività alla rabbia di un cane di proprietà non vaccinato, a cui sono seguiti altri sei casi.
L’Unità di crisi centrale, viste le raccomandazioni pervenute al Ministero del Lavoro, della salute e delle Politiche sociali, ha ritenuto necessario programmare urgentemente un intervento di vaccinazione orale delle volpi che interessasse oltre che il territorio colpito dall’infezione anche il territorio posto 50 chilometri avanti il fronte di avanzamento.
In Trentino si è dato corso, nel dicembre 2009, al primo “Piano di emergenza di vaccinazione antirabbica per via orale delle volpi”. Le esche vaccinali sono state distribuite con mezzi aerei (n. 20-30 esche per kmq) e poi anche manualmente come intervento di completamento. Alle attività di vaccinazione orale è seguito il monitoraggio post vaccinazione con prelievo attivo delle volpi ed analisi di laboratorio per rilevare la presenza di tetraciclina nell’osso mandibolare (marker per l’assunzione) e per verificare l’efficacia della vaccinazione.
Al fine di poter monitorare l’avvenuta assunzione delle esche da parte delle volpi il personale messo a disposizione dal Dipartimento risorse forestali e montane della Provincia ha individuato sei “distretti di controllo”, di un kmq di superficie, sui quali sono state depositate manualmente delle esche per permettere il monitoraggio dell’assunzione delle stesse.
Ulteriori campagne di vaccinazione di emergenza sono state condotte nei periodi aprile 2010 - giugno 2010 e agosto 2010 - settembre 2010, a cui sono seguite due campagne ordinarie condotte nel corso degli anni 2011 e 2012 (primaverili e autunnali).
Le prime campagne straordinaria di vaccinazione (dicembre 2009 – giugno 2010), hanno visto coinvolto direttamente il Nucleo Elicotteri della Protezione civile della Provincia per un impegno complessivo di circa 141 ore di volo. La protezione civile ha inoltre messo a disposizione, per tutto il periodo in cui sono state svolte attività di vaccinazione, la cella frigo presso il deposito di Lavis, per permettere il mantenimento della giusta temperatura delle esche (-18° C) ed un tempestivo rifornimento delle esche agli elicotteri.
Le attività di vaccinazione hanno interessato complessivamente circa 30.000 kmq, comprendenti anche il territorio della Provincia di Bolzano, parte della regione del Veneto e parte della Regione Friuli Venezia Giulia. Al fine di monitorare adeguatamente tali attività l’Istituto Zooprofilattico delle Venezia, che ha coordinato in sintonia con il Ministero della Salute e le Autorità locali gli aspetti organizzativi e gestionali della crisi, ha tracciato le mappe di distribuzione e le linee di volo per consentire una omogenea distribuzione delle esche vaccinali. Sistemi satellitari di rilevamento hanno poi permesso di registrare i singoli lanci per poi verificare l’effettiva copertura vaccinale sul territorio.
La bontà delle attività condotte ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati sono stati evidenziati nel corso della riunione dell’Unità di Crisi dell’8 novembre 2012, nel corso della quale si è stabilito che le “misure adottate hanno portato all’eradicazione della malattia” e quindi sono “venuti meno i presupposti per il mantenimento delle aree a rischio delle aree a rischio di malattia nelle Regioni e province autonome coinvolte”; questo anche in considerazione del fatto che sono trascorsi due anni di vaccinazione dall’ultimo caso accertato. A partire dal 14 febbraio 2013 (due anni dall'ultimo caso di rabbia accertato), non sussiste quindi più l'obbligo di vaccinazione per cani, gatti e furetti al seguito di persone dirette anche temporaneamente nel territorio della Provincia autonoma di Trento, nonché di cani di proprietà di residenti ed animali condotti in alpeggio.
Si è comunque deciso, tenuto conto dell’attuale situazione a rischio presente nei Paesi balcanici, di mantenere un piano di vaccinazione orale antirabbico delle volpi sul territorio della Regione Friuli Venezia Giulia in una fascia di territorio lungo il confine italo-sloveno.

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08/03/2013, 21:21
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LE FORESTE NELLE POLITICHE DI SVILUPPO RURALE

"Il settore forestale nella Politica agricola comune 2014-2020”: questo il tema che venerdì 15 marzo 2013 sarà al centro di un seminario tecnico promosso dal Servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento presso la sala Calepini della Camera di commercio.

Anche se il legno non rientra fra i prodotti agricoli considerati nella politica agricola dell’UE e se il settore forestale rappresenta in termini finanziari meno del 10% dell’importo complessivo, il Programma di Sviluppo Rurale è divenuto uno strumento essenziale della politica forestale delle regioni rurali europee: la riduzione delle risorse pubbliche (e quindi delle disponibilità per gli incentivi) e la necessità di notificare comunque tutte le forme di aiuti di stato hanno fatto sì che questo strumento divenisse importante per tutte le regioni (per molte è l’unico strumento di sostegno nel settore forestale).
Il Programma ha grande rilevanza anche perché il settore ambientale contiene misure per la conservazione della biodiversità e la gestione delle aree Natura 2000 (28% del territorio).
Il Regolamento per lo Sviluppo Rurale 2014-2020 è in fase di definizione: la Commissione ha elaborato una proposta sulla quale il Parlamento Europeo, che deve approvare la proposta di regolamento, ha presentato numerosi emendamenti.
L’incontro presenta pertanto molti motivi di interesse e di attualità. Ne parleranno tre interlocutori particolarmente qualificati: l’europarlamentare e membro della Commissione agricoltura Herbert Dorfmann, Guido Castellano della Commissione Europea, Direzione Generale Agricoltura, e Luca Cesaro dell'INEA, principale consulente del Ministero dell’Agricoltura per lo Sviluppo Rurale.

Per partecipare ai lavori – che inizieranno alle ore 9.15 per concludersi alle ore 13 – è necessario registrare il proprio nominativo presso la segreteria del Servizio Foreste e fauna:
Tel. 0461 495984
Mail: luisa.casapiccola@provincia.tn.it

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11/03/2013, 22:55
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Colloquio telefonico tra il presidente Alberto Pacher e il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro
ROGO DELLA CITTÀ DELLA SCIENZA, IL TRENTINO TENDE LA MANO A NAPOLI

"L'attacco alla cultura e ai luoghi che con la ricerca e la sperimentazione offrono anche prospettive di sviluppo e crescita, è quanto di più vile possa esistere. Per questo anche il Trentino non può certo rimanere indifferente a quanto successo pochi giorni fa, a Napoli, dove un devastante incendio ha distrutto la Città della Scienza, vanto non solo della Campania ma dell'intero Paese". E' a partire da questa riflessione, condivisa in una lunga conversazione telefonica con Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, che Alberto Pacher, presidente della Provincia autonoma di Trento, ha ribadito l'impegno del mondo della cultura e della ricerca trentina al fianco delle istituzioni campane e dei lavoratori della Città della Scienza.

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