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Istituto Espresso Italiano 
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Espresso Italiano: a Natale ricette speciali per la convivialità

L’Istituto Espresso Italiano propone i caffè di Natale da “servire” in tavola

Come “cucinare” con l’espresso durante le feste di Natale: non solo in tazza, ma anche nei dolci di fine pasto. L’Istituto Espresso Italiano (IEI) ha raccolto dai propri associati le migliori ricette a tema da fare anche a casa per rendere ancora più piacevole il periodo delle festività

Il rito del caffè e quello del Natale sono sempre stati uniti da un legame profondo, ovvero nel concedersi un momento di relax per se stessi e per chi ci vuole bene. Bere una tazzina, magari illuminati dalle luci dell’albero di Natale non è solo un’immagine familiare, ma anche un momento di convivialità e di condivisione da riscoprire e rivalutare. Soprattutto per la cultura italiana dove il caffè rappresenta ancora un rito irrinunciabile e di socialità che nel periodo natalizio assume un valore ancora più forte.

Il caffè espresso nella tradizione regionale italiana. Il caffè è uno degli elementi di cortesia e convivialità per eccellenza in Italia. “Ti aspetto per un caffè” è una frase che nasconde accoglienza, ma anche la scusa per fare affari, per avviare conversazioni e tanto altro. Il caffè è anche un elemento presente in molte tradizioni regionali italiane, realizzato con particolari attenzioni, soprattutto a Natale. Per esempio, con l’utilizzo di spezie come vaniglia, zenzero, anice stellato o cannella. Come da tradizione ormai, l’Istituto Espresso Italiano (IEI) ha raccolto dai propri soci alcune ricette inedite per celebrare uno dei prodotti made in Italy più conosciuti al mondo in maniera diversa dal solito.



Dall’espresso “special edition” a quello utilizzato come ingrediente nei dolci. Ed eccole le ricette dei soci dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) che per l’occasione hanno messo all’opera i propri specialisti per realizzare delle portate particolari utilizzando le loro migliori miscele. “Captain’s Coffee” è la proposta di Caffè Milani realizzata da Andrea Pinturi (brand ambassador) e Christian Olivari (barman): una “coccola” per festeggiare le feste in famiglia a base di miscela di Arabica Fine Cafè, sambuca, rum, panna con caramello salato e cannella. La ricetta di Costadoro è invece un “Tiramisù con panettone al caffè” realizzato da Cristian Tetro: il panettone Galup con gocce di cioccolato e crema al caffè Costadoro è una valida alternativa al tradizionale modo di mangiare il panettone. Sono invece Cantucci al cacao e caffè la proposta di Dersut Caffè realizzata da Kristel Cescotto riproponendo lo storico biscotto di Prato in chiave “caffeicola”. Un dolce al caffè è anche quello realizzato dal famoso “pastrychef”, Luca Montersino, chef ambassador di Filicori Zecchini. Si tratta di un Croccantino di riso soffiato e frutta secca, gelato al caffè, panna al pistacchio di Bronte abbinato all’Espresso 100 percento Arabica (certificato da IEI). Il Gruppo Cimbali con i Mumac Academy Trainers propone invece lo Spicy Mocha, uno speciale caffè con l’aggiunta di sciroppo alle spezie, crema di cioccolato, latte, cacao e cannella in polvere. Un panettone caffè e cioccolato bianco è la ricetta di Jolly Caffè realizzata da Olimpia Fat dell’Antico Forno Canu. Si tratta del tradizionale panettone con l’aggiunta di miele, pasta di arancia, cioccolato bianco e la miscela di Jolly Caffè. Per cominciare il pranzo di Natale invece Mokador, con Marco Cini, responsabile della formazione della Mokador Experience Academy, propone l’Espresso Tonic al Mirtillo, un aperitivo analcolico a base di tonica al mirtillo, caffè espresso e ghiaccio.



L’Istituto Espresso Italiano. L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.inei.coffee.

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30/11/2021, 17:14
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Espresso Italiano: a Natale ricette speciali per la convivialità
L’Istituto Espresso Italiano propone i caffè di Natale da “servire” in tavola

Come “cucinare” con l’espresso durante le feste di Natale: non solo in tazza, ma anche nei dolci di fine pasto. L’Istituto Espresso Italiano (IEI) ha raccolto dai propri associati le migliori ricette a tema da fare anche a casa per rendere ancora più piacevole il periodo delle festivit

Il rito del caffè e quello del Natale sono sempre stati uniti da un legame profondo, ovvero nel concedersi un momento di relax per se stessi e per chi ci vuole bene. Bere una tazzina, magari illuminati dalle luci dell’albero di Natale non è solo un’immagine familiare, ma anche un momento di convivialità e di condivisione da riscoprire e rivalutare. Soprattutto per la cultura italiana dove il caffè rappresenta ancora un rito irrinunciabile e di socialità che nel periodo natalizio assume un valore ancora più forte.

Il caffè espresso nella tradizione regionale italiana. Il caffè è uno degli elementi di cortesia e convivialità per eccellenza in Italia. “Ti aspetto per un caffè” è una frase che nasconde accoglienza, ma anche la scusa per fare affari, per avviare conversazioni e tanto altro. Il caffè è anche un elemento presente in molte tradizioni regionali italiane, realizzato con particolari attenzioni, soprattutto a Natale. Per esempio, con l’utilizzo di spezie come vaniglia, zenzero, anice stellato o cannella. Come da tradizione ormai, l’Istituto Espresso Italiano (IEI) ha raccolto dai propri soci alcune ricette inedite per celebrare uno dei prodotti made in Italy più conosciuti al mondo in maniera diversa dal solito.

Dall’espresso “special edition” a quello utilizzato come ingrediente nei dolci. Ed eccole le ricette dei soci dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) che per l’occasione hanno messo all’opera i propri specialisti per realizzare delle portate particolari utilizzando le loro migliori miscele. “Captain’s Coffee” è la proposta di Caffè Milani realizzata da Andrea Pinturi (brand ambassador) e Christian Olivari (barman): una “coccola” per festeggiare le feste in famiglia a base di miscela di Arabica Fine Cafè, sambuca, rum, panna con caramello salato e cannella. La ricetta di Costadoro è invece un “Tiramisù con panettone al caffè” realizzato da Cristian Tetro: il panettone Galup con gocce di cioccolato e crema al caffè Costadoro è una valida alternativa al tradizionale modo di mangiare il panettone. Sono invece Cantucci al cacao e caffè la proposta di Dersut Caffè realizzata da Kristel Cescotto riproponendo lo storico biscotto di Prato in chiave “caffeicola”. Un dolce al caffè è anche quello realizzato dal famoso “pastrychef”, Luca Montersino, chef ambassador di Filicori Zecchini. Si tratta di un Croccantino di riso soffiato e frutta secca, gelato al caffè, panna al pistacchio di Bronte abbinato all’Espresso 100 percento Arabica (certificato da IEI). Il Gruppo Cimbali con i Mumac Academy Trainers propone invece lo Spicy Mocha, uno speciale caffè con l’aggiunta di sciroppo alle spezie, crema di cioccolato, latte, cacao e cannella in polvere. Un panettone caffè e cioccolato bianco è la ricetta di Jolly Caffè realizzata da Olimpia Fat dell’Antico Forno Canu. Si tratta del tradizionale panettone con l’aggiunta di miele, pasta di arancia, cioccolato bianco e la miscela di Jolly Caffè. Per cominciare il pranzo di Natale invece Mokador, con Marco Cini, responsabile della formazione della Mokador Experience Academy, propone l’Espresso Tonic al Mirtillo, un aperitivo analcolico a base di tonica al mirtillo, caffè espresso e ghiaccio.



L’Istituto Espresso Italiano. L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.inei.coffee.

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30/11/2021, 17:16
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PACKSTYLE ADERISCE ALL’ISTITUTO ESPRESSO ITALIANO (IEI)
L’AZIENDA SPECIALIZZATA IN GRAFICA E PACKAGING SCEGLIE IEI PER RAFFORZARE LA PROPRIA PRESENZA NEL SETTORE DEL CAFFÈ

Si allarga la famiglia dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) e lo fa con una giovanissima azienda specializzata in packaging e grafica per il caffè. Un segnale importante che rappresenta la volontà di IEI di essere presente nella filiera dell’espresso italiano e allo stesso tempo i motivi di scelta da parte delle aziende di far parte di un gruppo che significa posizionamento di immagine e sviluppo di relazioni.

«Siamo entusiasti dell’adesione di Packstyle al nostro programma IEI Approved Product, è la prima volta che un produttore di packaging entra a fare parte del nostro gruppo. E’ per noi un fatto molto significativo perché il caffè è uno dei prodotti più delicati per quanto riguarda la conservazione degli aromi – ha commentato Carlo Odello, direttore generale dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) – Fin dal primo incontro abbiamo notato in Packstyle un dinamismo che si potrà concretizzare in azioni di ricerca congiunte sull’impatto dei diversi tipi di confezione sulla shelf-life del prodotto. Dalla sperimentazione che condurremo insieme ricaveremo dati estremamente interessanti”.

«Per noi di Packstyle entrare a far parte del progetto dell’Istituto Espresso Italiano è una scelta importante e si inserisce in modo coerente nella nostra strategia di posizionamento, che vede il mondo del caffè come uno dei principali mercati di sviluppo per la nostra offerta di prodotto e servizio – racconta Nicoletta Garbo, CEO di Packstyle - stiamo crescendo molto grazie a chi lavora caffè di pregio e necessita di soluzioni di packaging flessibile in linea con i propri standard qualitativi. La possibilità di basse tirature, velocità di stampa e gestione della multigrafica offerte da Packstyle sono la nostra risposta alle esigenze del settore del caffè. Essere la prima azienda nel settore del packaging a far parte di IEI ci permetterà di avvicinarci ancora di più alle aziende del settore e di sviluppare con loro una sinergia sempre maggiore».

Packstyle. Packstyle è un’azienda nata nel 2019 e specializzata nella produzione e personalizzazione di confezioni standup e piatte con tecnologia digitale. Ha sede a Romano d’Ezzelino in provincia di Vicenza e fa parte della Multinazionale Cimpress Plc, da oltre vent'anni presente sul mercato mondiale con i servizi di stampa digitale. Packstyle opera con clienti in tutta Europa grazie a due principali canali di vendita: il sito ecommerce www.packstyle.com attraverso il quale è possibile ordinare le buste e caricare i file grafici per la personalizzazione, e una rete di business developers, grazie alla quale sta sviluppando soluzioni dedicate per i mercati principali. Packstyle si caratterizza come un player unico nel mercato del packaging flessibile grazie alla stampa a partire dalle micro-tirature (50 copie), alla velocità del servizio (spedizioni in 6 giorni lavorativi) e alla gestione della multigrafica.

L’Istituto Espresso Italiano. L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.inei.coffee.

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22/12/2021, 18:54
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DALLA CORTE ENTRA A FAR PARTE DELL’ISTITUTO ESPRESSO ITALIANO (IEI)
L’AZIENDA MILANESE HA SCELTO IEI COME PARTNER PER L’ESPRESSO ITALIANO

Continua la crescita dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) grazie all’ingresso di una nuova azienda, la Dalla Corte di Milano che ha scelto IEI per supportare ancora con maggiore forza la propria missione. Un’altra importante realtà ha quindi aderito a IEI che da ormai diversi anni aggrega quasi quaranta aziende in rappresentanza di tutta la filiera dell’espresso.

«Lo sviluppo di IEI passa dall’aggregazione di realtà con prodotti raffinati e tecnologicamente avanzati, aziende che investono una parte rilevante delle proprie risorse intellettuali e finanziarie nello sviluppo di nuovi modelli e concetti – ha dichiarato Carlo Odello, direttore generale IEI – Dalla Corte è espressione proprio di queste caratteristiche e il suo ingresso in IEI aggiunge ulteriore valore al nostro progetto, permettendoci di ampliare il parco di attrezzature di alta gamma a favore dell’espresso di qualità».

«Sono orgoglioso di intraprendere questo percorso con IEI, una collaborazione che porterà sicuramente benefici e vantaggi ad ambo le parti. Come noi, IEI intraprende una politica di qualità, passione ed eccellenza, un modus operandi che attuiamo nel lavoro di tutti i giorni. Sono sicuro faremo grandi cose insieme, a partire dal 2022, un anno che ci auguriamo possa essere positivo per il nostro settore». Così Paolo Dalla Corte, presidente dell’azienda, ha commentato l’adesione a IEI.

Dalla Corte. Fondata nel 2001, Dalla Corte è un’azienda internazionale produttrice di macchine per caffè espresso semi-automatiche e di grinder on demand, la cui sede è situata poco fuori Milano. Tutte le macchine per espresso sono Made in Italy, realizzate utilizzando materiali di alta qualità. Dalla Corte ha creato Evolution nel 2001, la prima macchina per espresso con la tecnologia multi-boiler. Da allora, la tecnologia multi-boiler è la base di tutte le macchine in produzione. La combinazione di core technology e DC system (MCS - OCS - GCS) rende le macchine Dalla Corte ideali per caffetterie e catene, garantendo ripetibilità, costanza e un risultato sempre perfetto estrazione dopo estrazione, anche nei momenti di punta o di turnover elevato. Dal lancio del multi-boiler, alla Zero di oggi, Dalla Corte ha investito molto in ricerca, innovazione e tecnologia.

L’Istituto Espresso Italiano. L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 38 aziende aderenti con un fatturato aggregato di più di 700 milioni di euro. Maggiori info: www.iei.coffee.

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05/01/2022, 15:17
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L’ESPRESSO ITALIANO CERCA I SUOI VENDITORI
L’ISTITUTO ESPRESSO ITALIANO (IEI) HA CONDOTTO UNA INDAGINE SU UN CAMPIONE DI AZIENDE. IL DATO CHE EMERGE È CHE C’È NECESSITÀ DI FORZA LAVORO, SOPRATTUTTO NEL SETTORE VENDITE, MA È DIFFICILE TROVARE RISORSE QUALIFICATE
LUIGI MORELLO (PRESIDENTE IEI): «OCCORRE AVVICINARE IL MONDO SCUOLA A QUELLO LAVORO PER INCENTIVARE IL RICAMBIO GENERAZIONALE DELLE NOSTRE IMPRESE»

Il mondo del caffè ha bisogno di forza lavoro, ma la forza lavoro qualificata non si trova. Una contraddizione che emerge da una indagine che l’Istituto Espresso Italiano (IEI), realtà che raccoglie alcune tra le più importanti aziende italiane della filiera dell’espresso, ha condotto su un campione di soci. In particolare, mancherebbero figure professionali per incrementare le vendite in Italia e all’estero. Un problema questo che si presentava fin da prima del Covid-19, ma che con la pandemia si è acuito e reso sempre più importante per le tante imprese italiane del settore. «Un problema annoso è il collegamento scuola-lavoro, cioè un percorso di studi che avvicini e sia propedeutico all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro con una preparazione che dovrebbe coinvolgere gli istituti professionali così come le università - commenta il dato Luigi Morello, presidente dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) - il mondo dell’educazione e della formazione dovrebbe avere un filo diretto con tutti i settori e preparare gli studenti anche in funzione delle necessità di un mondo in veloce cambiamento, così come anche le aziende potrebbero essere più proattive in questo offrendo opportunità alle scuole/università per far conoscere e far partecipare i giovani attraverso attività e o progetti».

L’offerta non si incontra con la domanda. In sintesi, dall'indagine condotta dall'Istituto Espresso Italiano (IEI) sui propri soci, emerge che il settore sta cercando soprattutto risorse umane per potenziare il mercato nazionale, ma anche con un occhio di sviluppo verso l'export. Le figure che sono ricercate quindi sono soprattutto legate al mondo delle vendite. In particolare, le aziende del settore si aspettano da questi soggetti un ottimo livello di problem solving legato all'autonomia dell'incarico e a una spiccata capacità relazionale che non perda d'occhio gli orientamenti agli obiettivi. I principali canali di ricerca di questi soggetti sono quello legato alle scuole e università e quello dei network professionali (come, ad esempio, Linkedin) sempre più utilizzati dai professionisti e considerati un ottimo punto di incontro tra domanda e offerta. Tuttavia, dall'indagine sul campione emerge una maggiore difficoltà da parte delle aziende nell'individuare risorse all'altezza degli incarichi, almeno rispetto a dieci anni fa, e questo sarebbe dovuto da un lato alla mancanza di domanda di lavoro (complice forse anche l'attuale periodo storico), dall'altro alla preparazione dei singoli candidati, poco idonea rispetto alla richiesta del mercato del lavoro del comparto. «Il mondo dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) in particolare è fatto anche di molte PMI, che sono vicine al cambio generazionale e/o a una trasformazione obbligatoria per stare al passo con i tempi – conclude Morello - per attirare veri talenti anche nel nostro settore, che spesso è poco considerato, occorre offrire un percorso di carriera con tappe chiare e miglioramenti professionali certi sulla base di obiettivi raggiunti».

I motivi di questa problematica secondo le aziende. «Le aspettative dei candidati sono cambiate, non basta solo la leva economica per attrarre figure professionali di qualità, la reputazione dell’azienda è sempre di più una leva determinante per l’acquisizione delle risorse umane e talenti», spiega Fausta Colosimo, managing director di Trucillo. «Un’esigenza, quella di allargare il personale qualificato soprattutto nel mercato nazionale, in parte dovuta alla voglia delle aziende di andare “oltre confine” e di puntare a regioni nelle quali ancora sono meno presenti», aggiunge Pietro Manzini, sales manager Italia di Coind. «Lo studio, la preparazione, gli aggiornamenti sono fondamentali in qualsiasi settore ma il mondo invece è pieno di avventori travestiti da professionisti, quindi è importante che ci siano giovani che abbiano voglia di prepararsi», puntualizza Assunta Percuoco di Caffen. «La difficoltà maggiore consiste nell’attirare e scovare i candidati ideali in tempi rapidi e supportarli al meglio nel loro percorso di inserimento, per questo negli ultimi anni abbiamo scelto di puntare su giovani talenti a cui chiediamo passione e curiosità e a cui offriamo formazione continua», racconta Gaia Brunetti, responsabile risorse umane di Mokador. Se da un lato la forza giovane che arriva è scarsamente preparata, dall’altro ci sono aziende come Eureka che proprio sui giovani e la loro formazione scommettono da anni. «Se lo studio purtroppo rappresenta una lacuna nella preparazione professionale di certe figure, come quella della gestione delle vendite, occorre che le aziende comincino a investire in nuove leve e questo è quello che facciamo da anni», commenta il CEO di Eureka, Maurizio Fiorani. Stessa cosa che sta facendo la Club House: «Da sempre puntiamo sulla formazione delle professionalità in modo autonomo, selezionando giovani candidati privi di esperienza ma dall’elevato potenziale che vengono poi formati secondo le rispettive caratteristiche e necessità aziendali con strumenti quali tutoring e corsi di formazione» dice il suo CEO, Carlo Barbi. «Le competenze e il problem solving ovviamente sono caratteristiche fondamentali a seconda del ruolo che si sta cercando di coprire, ma soprattutto per noi è fondamentale trovare una persona con cui instaurare un rapporto di fiducia che possa durare a lungo nel tempo» è l’esperienza che racconta Alessandro Borea de La Genovese.

L’Istituto Espresso Italiano. L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 38 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.inei.coffee.

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20/01/2022, 15:31
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COLAZIONE AL BAR: L’EFFETTO COVID FRENA IL RITO TUTTO ITALIANO
L’ISTITUTO ESPRESSO ITALIANO (IEI), IN UN DIBATTITO INTERNO CON ASSOCIATI E PROFESSIONISTI DEL SETTORE, TRACCIA LE LINEE DI EVOLUZIONE DELLA COLAZIONE AL BAR, UN MOMENTO CHE SOFFRE, MA CHE CON QUALITÀ E INNOVAZIONE DI OFFERTA POTREBBE RECUPERARE
IL PREZZO DEL CAFFÈ? SE CORRISPONDE A QUALITÀ NON È UN MOTIVO DI RINUNCIA
CARLO ODELLO (DIRETTORE GENERALE IEI): «I BARISTI CON PIÙ VISIONE STANNO CONTRASTANDO IL CALO CON UN’OFFERTA DI QUALITÀ E UN SERVIZIO FLESSIBILE»

“Un caffè e una brioche, grazie”. Comincia così prima ancora di buongiorno la mattina degli italiani al bar. O almeno prima del Covid. Per molti è un rito, gli stranieri la gradiscono quando sono in Italia, è comunque da sempre un simbolo di socialità. La colazione al bar potrebbe essere un marchio di per sé e purtroppo, soprattutto nei due anni della pandemia, è una pratica che ha perso affezionati e che fa fatica a tornare ai numeri normali. In particolare, stando ai dati che FIPE ha divulgato a fine gennaio, la colazione al bar perderebbe in Italia circa 3 milioni di euro di fatturato al giorno.

Il dato è naturalmente legato alle restrizioni da Covid-19, ma secondo l’Istituto Espresso Italiano (IEI) queste potrebbero non essere l'unica causa della perdita di consumazioni nell'orario di colazione. IEI ha infatti promosso un confronto interno al settore tra aziende e professionisti (torrefattori, produttori di attrezzature, baristi e formatori) al fine di capire come, anche per via del Covid-19, sia cambiato questo rito. «Il calo delle colazioni è oggettivamente un fenomeno che preoccupa in quanto colpisce uno dei centri di profitto più rilevante per i baristi – commenta Carlo Odello, direttore generale dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) – Dal nostro confronto interno, dove abbiamo sondato la visione di decine di professionisti, è emerso che è davvero necessario investire sulla qualità del prodotto e del servizio, in particolare rendendo quest’ultimo ancora più flessibile per riconquistare almeno una parte di clientela».

Covid-19, prezzo della tazzina od offerta da migliorare, ecco i motivi del calo della colazione al bar. Per la maggior parte dei professionisti che hanno partecipato al dibattito organizzato da IEI è un dato di fatto che le colazioni al bar siano calate negli ultimi due anni. Paura di frequentare locali affollati, smart working, green pass obbligatorio, abitudine ormai di fare la colazione a casa (con magari l’acquisto di macchine per caffè di vario livello durante il lockdown) e per alcuni anche un turismo più mordi e fuggi, sarebbero le principali cause dell’allontanamento degli italiani dal banco del bar. Non sarebbe dunque il prezzo della tazzina del caffè a tenere lontano l’italiano dal bar. Il costo medio, attualmente, oscilla tra 1,10 e 1,30 euro a tazzina di espresso. Eppure, secondo quanto emerso dal dibattito interno, il cliente spesso nemmeno si chiede, nel rito della colazione, quanto costi un caffè o un cappuccino nel totale del conto finale. E anzi, proprio migliorando la qualità del prodotto finale in tazzina, pur con un lieve rincaro (tra i 10 e i 20 centesimi a tazza), si potrebbero vedere più italiani tornare a fare colazione al bar.

Torneranno gli italiani al rito della colazione al bar? E se sì come fare per attrarli nuovamente? Sono le risposte che IEI ha chiesto ai professionisti del settore per capire meglio come fare per invogliare anche la nuova generazione di consumatori, quelli meno abituati al rito di “ti offro un caffè” a praticare ancora la colazione al bar. «Sicuramente la questione Covid-19 ha influito molto sulla presenza, tuttavia riteniamo che il nostro format al momento sia corretto così come è impostato – spiega Daniela Giordani, titolare di un bar in provincia di Ravenna – Noi abbiamo continuato a dare disponibilità per le consegne a domicilio che facciamo a orari concordati con i clienti per lavorare sia con persone che non possono uscire oppure con lavoratori che non possono spostarsi dal luogo di lavoro». «Il consumatore finale deve essere invogliato ad entrare nel locale, a prescindere dal Covid, per cui senza stravolgere format o menù, ritengo che una luminosità e pulizia del bar siano la base minima per attirare i consumatori – dice Renato Bossi, consulente canale HoReCa – Inoltre c’è bisogno da parte dei nostri imprenditori di puntare sulla qualità delle miscele, della pasticceria, dell’accoglienza stessa». Quindi se il prezzo può anzi crescere al migliorare del servizio, maggiore propensione ad un’offerta professionale di qualità. «I locali potrebbero strutturare dei “pacchetti” con varie soluzioni di colazioni (che comprendano una bevanda con proposte dolci o salate in accompagnamento) tra cui il cliente può scegliere, oppure si potrebbero studiare abbonamenti e promozioni di fidelizzazione dei clienti e iniziative premianti – suggerisce Elisabetta Milani, marketing manager di Caffè Milani - Potrebbe essere utile perfezionare e ampliare l’offerta di caffetteria da asporto in modo da andare incontro alle esigenze di chi preferisce consumare la propria colazione all’aperto».

L’Istituto Espresso Italiano. L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 38 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.inei.coffee.

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CAPPUCCINO: LA BEVANDA PIÙ BEVUTA A COLAZIONE, UNA VERA E PROPRIA ICONA DEL MADE IN ITALY, HA UNA RICETTA CERTIFICATA
ITALIANA LA CAMPIONESSA MONDIALE DI LATTE ART, MANUELA FENSORE
L’ISTITUTO ESPRESSO ITALIANO (IEI), AUTORE DELLA RICETTA CERTIFICATA, PARLA DI UNO DEI PRODOTTI PIÙ CONSUMATI A COLAZIONE, OGGI IN DIVENIRE ANCHE GRAZIE A NUOVE TENDENZE

Non nasce in Italia, ma è comunque uno dei simboli del Made in Italy nel mondo. Così magico come lo è la leggenda della sua origine. Il Cappuccino deve il suo nome tendenzialmente alla somiglianza con il color marrone del saio dei frati minori cappuccini. Le sue origini, infatti, sono strettamente correlate alla diffusione dello stesso caffè in Europa e, in particolare, nell'Impero austriaco del XVII-XVIII secolo. Una leggenda molto diffusa lega il suo nome alla vicenda di un frate cappuccino, tal padre Marco d'Aviano, un presbitero friulano inviato nel settembre 1683 da papa Innocenzo XI a Vienna, con l'obiettivo di convincere le potenze europee a una coalizione contro gli Ottomani musulmani che la stavano assediando. Questi, in una caffetteria viennese, avrebbe "corretto" per la prima volta il gusto troppo forte del caffè con del latte, e la nuova bevanda sarebbe stata soprannominata kapuziner, ovvero «cappuccino» in tedesco.

La ricetta certificata (da IEI) per il cappuccino tradizionale. Secondo l’Istituto Espresso Italiano alla base del cappuccino ci deve sempre essere un espresso di qualità secondo i canoni definiti dalla certificazione sensoriale. Il Cappuccino Italiano Certificato si presenta quindi con un colore bianco, ornato da bordo marrone più o meno spesso nel cappuccino classico, con disegni che vanno dal marrone al nocciola nel cappuccino decorato. La crema ha maglie strette con occhiatura molto fine o assente. L’aroma è intenso in cui ai soffusi sentori di fiori e di frutta si aggiungono quelli più prestanti di latte, di tostato (cereali, caramello), cioccolato (cacao, vaniglia), e frutta secca. Sono assenti odori empireumatici e biochimici negativi. Il corpo è importante e si esprime con una sensazione suadente, di panna e di elevata percezione sferica, supportato da un rapporto bilanciato tra un amaro e un’acidità quasi impercettibili.

Dal latte vaccino a quello di soia, quanto (e come) il cappuccino fa bene alla salute. Il latte fresco intero vaccino è quello prediletto dai baristi, ma c’è anche la variante del “parzialmente scremato”, mentre tra le nuove tendenze ci sono quelli di origine vegetali, come la soia, o il cocco, già più utilizzati all’estero, ma in crescita anche in Italia. Quello del latte è in realtà uno degli elementi fondamentali, non solo per la riuscita sensoriale della tazza, ma anche per le venire incontro a eventuali intolleranze nei confronti del lattosio. «Eppure il cappuccino è una magia, una bevanda polifasica in cui convivono miriadi di molecole in un sistema instabile e quindi dinamico e sul suo rapporto con la nostra salute è stato scritto di tutto e il contrario di tutto», spiega Luigi Odello, presidente del comitato scientifico IEI. «In realtà i principi nutrizionali sono quelli apportati dai due componenti di base: l’espresso e il latte, quindi polifenoli, proteine, grassi, zuccheri, acidi, sali minerali, alcaloidi e via discorrendo – continua Odello – dunque, per persone che non hanno intolleranze specifiche, non può fare altro che bene. Il problema può nascere dalla qualità delle materie prime impiegate e dalla sua esecuzione». Per quanto riguarda il caffè, secondo Luigi Odello, eccessi di composti fenolici rilevabili in prodotti di basso prezzo possono portare a un aumento esponenziale di matrimoni con la caseina del latte rendendo meno digeribile il cappuccino. A questo contribuirebbe anche una cattiva preparazione, come il riscaldamento reiterato del latte o temperature troppo alte. «E’ proprio il caso di dire che la sostenibilità nutrizionale va di pari passo con quella sensoriale, perché, non dimentichiamolo, il cappuccino fa bene soprattutto per il piacere che è in grado di donare», conclude Luigi Odello.

Latte art, traino o moda? Uno dei fenomeni che negli ultimi anni hanno reso ancora più “appetibile” il cappuccino è quello della Latte Art, l’arte di decorare con dei pattern la crema del cappuccino, per esempio partendo da figure come cuore, tulip e rosetta. «Nella nostra esperienza la Latte Art ha dimostrato come in un semplice bar di quartiere si possano attirare tanti appassionati che finalmente prestano attenzione al tema della qualità del cappuccino – spiega la campionessa mondiale di Latte Art, Manuela Fensore – non solo, ma è un modo per ispirare tanti giovani che grazie a questa disciplina si formano e magari aprono dei locali propri, o vanno a lavorare in bar di tendenza». Latte Art inoltre non significa perdita di qualità del prodotto finale, continua infatti Manuela Fensore: «Decorare un buon cappuccino pensando a chi lo berrà è un modo per fidelizzare il nostro consumatore che a quel punto è anche disposto a pagare un prezzo superiore, il nostro compito è anche quello di valorizzare la qualità che mettiamo nella tazza».

L’Istituto Espresso Italiano. L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.inei.coffee.

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25/03/2022, 12:34
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ISTITUTO ESPRESSO ITALIANO (IEI): LUIGI MORELLO CONFERMATO ALLA PRESIDENZA DELL’ORGANIZZAZIONE CHE TUTELA ESPRESSO E CAPPUCCINO
ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLO IEI. BARBARA CHIASSAI CEO. MORELLO: “SARANNO TRE ANNI PER MIGLIORARE LA QUALITÀ CON RICERCA E FORMAZIONE”

Nuovo consiglio di amministrazione per l’Istituto Espresso Italiano (IEI), l’organizzazione che tutela l’espresso e il cappuccino italiani tramite una certificazione sensoriale unica nel settore del caffè. Per i prossimi tre anni sono stati nominati consiglieri Alessandro Borea, Renato Bossi, Barbara Chiassai, Luca Creti, Simone Devoto, Maurizio Fiorani, Luigi Morello, Carlo Odello, Luigi Odello, Assunta Percuoco, Carmen Stanziola, Carlotta Trombetta e Antonia Trucillo.

Riconfermato Luigi Morello come presidente e Barbara Chiassai come CEO. Gian Paolo Braceschi, già Responsabile della certificazione della qualità, assume il ruolo di direttore generale. “Abbiamo aumentato in modo importante la quota di giovani professionisti che siedono in consiglio, un dato molto positivo perché il caffè italiano necessita di una forte collaborazione tra diverse generazioni per potere competere soprattutto a livello internazionale – ha commentato Luigi Morello – Il nostro compito è da un lato continuare a lavorare sul miglioramento della qualità media al bar in Italia, dall’altro aiutare la filiera a valorizzare la qualità a un giusto prezzo, interagendo non solo con la parte produttiva ma soprattutto con il cliente finale e i giovani”.

L’espresso italiano: valore del Made in Italy in crescita costante. Chi consuma caffè espresso beve principalmente 1 o 2 tazzine al giorno (58%) e preferisce la mattina come momento di consumo: il 77% di chi beve caffè espresso lo fa tutti i giorni appena sveglio. A tracciare una mappa dei costi e degli usi che gli italiani sostengono e fanno della bevanda che ci tiene svegli, ci ha pensato Coffee Monitor, il primo focus dell’Osservatorio social monitoring di Nomisma sviluppato in collaborazione con Datalytics. Sul podio sale il caffè espresso, la principale tipologia di caffè scelta dagli italiani che hanno consumato la bevanda negli ultimi 12 mesi. E il consumo è un consumo abituale. L’espresso viene scelto dal 93% dei consumatori di caffè. Residuale la percentuale di chi predilige il caffè americano, orzo o altre tipologie di caffè (7%).

Il caffè espresso si beve al bar. Il 58% di chi beve caffè espresso lo fa per trovare la carica necessaria ad affrontare la giornata. Espresso non è tuttavia solo fonte di energia, chi lo beve lo fa anche per il gusto (51%) ed in parte per abitudine (30%). Il caffè espresso evoca nell’immaginario dei consumatori momenti di relax (53%), un piacere (47%), ma al contempo un rito, una tradizione (37%). Il consumo di caffè espresso non è relegabile in un solo luogo, prevale piuttosto una modalità di consumo “multi-luogo”, il bar resta comunque quello preferito, scelto dal 72% del target di riferimento.

L’Istituto Espresso Italiano. L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.inei.coffee.

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06/05/2022, 13:12
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CERTIFICAZIONE IEI: RANCILIO GROUP SCEGLIE L’ISTITUTO COME VALORE AGGIUNTO DEI PROPRI PRODOTTI IN ITALIA E ALL’ESTERO
L’ISTITUTO ESPRESSO ITALIANO (IEI) HA LANCIATO UN PROTOCOLLO DI CERTIFICAZIONE PER PRODOTTO E MACCHINARI AL FINE DI CERTIFICARE LA QUALITÀ DELLA FILIERA

Certificare per garantire la qualità del prodotto si in Italia che all’estero. Con questo presupposto Rancilio Group ha scelto l’Istituto Espresso Italiano (IEI) per dare un certificato di qualità ad alcuni dei prodotti messi nel mercato italiano e internazionale.

“La certificazione rilasciata dall’Istituto Espresso Italiano (IEI) è una garanzia di qualità, riconosciuta sia in Italia sia all’estero. Da oggi anche le nostre Classe 20 esporranno il marchio IEI e si aggiungono così ai prodotti Rancilio che rappresentano e tutelano la ricetta dell'espresso italiano nel mondo - ha dichiarato Luca Creti, Direttore Vendite Italia in Rancilio Group - Il ruolo di IEI è centrale nella definizione dell’espresso italiano, supera le interpretazioni, le abitudini di consumo, le mode del momento e contribuisce a definire l’espresso come una patrimonio del nostro paese. Come tutte le aziende aderenti a IEI, grazie al disciplinare e ai panel di assaggio, possiamo misurare e controllare il risultato dell’interazione tra le tecnologie che sviluppiamo per i nostri prodotti e la materia prima caffè. Da oggi anche le nostre Classe 20 sono qualificate IEI, sia nella versione SB con tecnologia Steady Brew sia nelle versioni ASB con sistema multi-boiler, e questo per noi è un motivo di orgoglio, un successo professionale, una garanzia in più che potremo offrire ai nostri clienti”.

L’Espresso Italiano Certificato. Alla base della certificazione dell’Istituto Espresso Italiano c’è il profilo dell'Espresso Italiano Certificato, elaborato in partnership con l'Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (IIAC) e il Centro Studi Assaggiatori. Grazie a una ricerca che ha coinvolto migliaia di consumatori, si sono definite le preferenze del pubblico in materia di espresso e confrontate con il giudizio degli esperti. Da questo processo è nato il profilo dell'Espresso Italiano Certificato che ha permesso di individuare una volta per tutte l'espresso perfetto, quello che non tradisce le aspettative del consumatore. L’espresso italiano perfetto è quindi una tazzina con circa 25 millilitri di caffè ornato da una crema consistente e di finissima tessitura, di color nocciola tendente al testa di moro, resa viva da riflessi fulvi. L'aroma deve essere intenso e ricco di note di fiori, frutta, cioccolato e pan tostato. In bocca l'espresso deve essere corposo e vellutato, giustamente amaro e mai astringente.

Rancilio Group è un'azienda internazionale che produce e commercializza macchine professionali per la preparazione di bevande a base di caffè espresso. Parte di ALI Group, una delle più importanti realtà nel mercato globale delle apparecchiature per la ristorazione, Rancilio Group è presente in più di 100 paesi con 7 filiali in Svizzera, Germania, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Australasia, Cina, 2 uffici commerciali in Russia, Giappone, 2 centri R&D e un network mondiale per le vendite e l’assistenza tecnica. Rancilio Group conta 4 brand che si rivolgono alle diverse esigenze del mercato e rappresenta uno dei principali operatori del settore Ho.Re.Ca. a livello mondiale. La gamma prodotto include le macchine per caffè espresso tradizionali Rancilio, le macchine per caffè espresso Rancilio Specialty per l'industria dello Specialty Coffee, i macinadosatori Rancilio Grindtec, le superautomatiche Egro e una linea Casa. www.ranciliogroup.com

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18/05/2022, 11:28
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COFFEE LOVERS: CRESCE IL NUMERO DI APPASSIONATI DI CAFFÈ, IN ITALIA E SOPRATTUTTO ALL’ESTERO
L’ISTITUTO ESPRESSO ITALIANO (IEI), HA VOLUTO APPROFONDIRE IL FENOMENO DEGLI AMANTI DEL CAFFÈ ATTRAVERSO L’ESPERIENZA (IN ITALIA E ALL’ESTERO) DI ALCUNE AZIENDE PARTNER

Tra i 20 e i 30 anni, con una scolarizzazione elevata, appassionato di food & wine, con capacità di spesa medio-alta. È in estrema sintesi il profilo del Coffee Lover, l’appassionato di caffè e di tutto il mondo che vi ruota intorno, che negli ultimi anni ha dimostrato di essere sempre più presente (in numeri) nei mercati internazionali. E oggi sempre più anche in Italia, grazie al lavoro svolto da tante aziende del settore in termini di diffusione della cultura del prodotto.

Il Coffee Lover visto con gli occhi delle imprese e degli addetti ai lavori. L’Istituto Espresso Italiano (IEI) ha voluto innanzi tutto chiedere ai propri partner e associati se si può parlare di “fenomeno”, così come lo è nel vino o in altri settori del food. Ebbene secondo l’esperienza condivisa gli amanti del caffè esistono e per lo più non c’entrano niente in maniera diretta con il mondo del caffè stesso. Sono soprattutto giovani professionisti, o prossimi alla laurea, che hanno una grande passione in generale per il wine & food e i viaggi. Stimolati soprattutto da eventi dedicati e momenti di divulgazione all’interno di caffetterie, quindi un fenomeno sviluppatosi soprattutto nell’ultimo decennio. Gli amanti del caffè si possono definire persone che amano identificarsi con il prodotto: gli piace berlo, seguono esperti e brand sulle piattaforme di social media, amano intrattenersi acquisendo informazioni. Una parte di questi Coffee Lovers frequenta anche brevi corsi di qualche ora per avere ancora più cognizione. Inoltre, ogni amante del caffè ha alcuni, se non addirittura multipli, strumenti per preparare il caffè a casa con diversi metodi, e ama provare caffè da varie torrefazioni e discutere con altri amanti del caffè on line. A questo proposito, sono numerose le pagine social dove gli amanti del caffè sfoggiano una foto del loro caffè o si mettono in mostra proprio con le loro tazze preferite.
Il ruolo delle aziende per stimolare questo “movimento” di appassionati. Secondo il sentiment delle aziende sentite dall’Istituto Espresso Italiano (IEI), la figura dell’appassionato è sempre più importante in un mondo di condivisione social. Rappresenterebbero infatti non solo dei consumatori “speciali”, ma dei veri e propri ambassador senza secondi fini e quindi ancora più credibili da parte dei propri followers. Ambasciatori non solo del brand unico, ma dell’espresso in generale. In particolare, tante aziende italiane stanno coltivando questo movimento di appassionati con attività interne o in collaborazione con partner. Lo fanno attraverso corsi (da brevi a seminari) in cui non solo si racconta la filiera, ma anche i tipi di miscele, il modo di degustare un caffè espresso e tutto quello che ne è la derivazione. Nello specifico, i corsi sensoriali sono un aspetto molto rilevante in questo lavoro di affiliazione degli appassionati perché di immediata comprensione.

L’Istituto Espresso Italiano. L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.inei.coffee.

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27/05/2022, 10:41
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