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ISMEA Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare 
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Al via il monitoraggio ISMEA delle giacenze di Parmigiano Reggiano

In occasione dell’assemblea dei consorziati del Parmigiano Reggiano, il 21 dicembre scorso, è stato annunciato l’avvio dell’attività di monitoraggio degli stock di prodotto, che il consorzio del Parmigiano Reggiano realizzerà con il supporto tecnico di ISMEA che gestirà la piattaforma informatica per la raccolta dei dati.

Il progetto nasce nel quadro degli interventi di programmazione dell’offerta introdotti dalla normativa comunitaria e nazionale, quale strumento conoscitivo fondamentale a supporto delle filiere dei prodotti a Indicazione Geografica per accompagnare la gestione dell’equilibrio del mercato. L’implementazione dell’attività di monitoraggio delle giacenze di prodotto è infatti prevista nell’attuale Piano di regolazione dell’offerta del Parmigiano Reggiano al fine di assicurare la gestione del Piano stesso e il rispetto dei vincoli stabiliti dalla normativa.

La scelta del Consorzio del Parmigiano Reggiano di impostare l’attività tramite uno strumento gestito da ISMEA risponde alle esigenze di garantire al progetto le migliori competenze tecniche e metodologiche nazionali, assicurando al contempo agli operatori massima terzietà e riservatezza - garantiti dalla natura pubblicistica di ISMEA, dalla sua totale indipendenza ed estraneità all’andamento del mercato - nella gestione di dati e informazioni commercialmente sensibili. La piattaforma informatica definita assieme a ISMEA consentirà agli operatori di inserire i dati in forma anonima affinché possano essere elaborati in maniera aggregata per fornire agli addetti ai lavori informazioni periodiche sui livelli e l’andamento delle giacenze, utili a una migliore programmazione dell’offerta.

“Questo progetto innovativo avviato con ISMEA - ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano - ci permette di aggiungere un tassello fondamentale per rendere più precise e affidabili le valutazioni degli scenari e, di conseguenza, le scelte sul Piano regolazione offerta. Non è utile solo per il Consorzio del Parmigiano Reggiano, ma rappresenta un modello apripista per tutti i prodotti con tempi lunghi di maturazione e stagionatura. ISMEA offre sia le migliori competenze in materia di raccolta e analisi dei dati economici, sia, per la sua natura di ente pubblico, le massime garanzie in termini di riservatezza. Ci teniamo a ringraziare non solo l’Istituto per l’attenzione che ha voluto dedicarci, ma anche gli operatori della filiera che hanno fatto squadra per trovare una risposta concreta ed efficace nell’interesse di tutti. Siamo certi che questo sarà uno strumento prezioso a supporto delle loro imprese”.

“Siamo lieti di essere al fianco del Consorzio di tutela di uno dei prodotti simbolo dell’agroalimentare italiano: il Parmigiano Reggiano - ha dichiarato Il Direttore Generale di ISMEA Maria Chiara Zaganelli, attraverso uno strumento semplice ma efficace che servirà a gestire uno degli aspetti più delicati della programmazione dell’offerta come il monitoraggio puntuale delle giacenze e che va ad arricchire il set di servizi ISMEA rivolti alle filiere Dop e Igp. L’Istituto opera, infatti, da molti anni al fianco dei Consorzi di tutela delle Indicazioni Geografiche, svolgendo sistematicamente l’attività di raccolta ed elaborazione di dati sulle produzioni certificate, che è andata a consolidarsi ulteriormente attraverso la messa a punto di specifici osservatori, indagini e report, anche on demand”.

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23/12/2023, 21:04
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Fondo per l'innovazione in agricoltura. Zaganelli “Ancora una volta da ISMEA istruttorie in tempi record”

A meno di un mese dall’avvio del Fondo Innovazione 2023, sono state istruite 1106 domande, delle 1800 convalidate dalla piattaforma, e in queste ore stanno partendo le comunicazioni degli esiti alle PMI interessate, per un valore complessivo di contributi concessi di oltre 69 milioni di euro, pari a più del 90% dei 75 milioni di euro disponibili per il 2023.

Lo rende noto ISMEA, riferendosi ai contributi rivolti alle aziende agricole, ittiche e agro-meccaniche per sostenere il rinnovamento della dotazione tecnologica del settore, previsti dal Fondo innovazione.

“Ancora una volta l'Istituto è stato chiamato a uno sforzo straordinario e ha messo a disposizione i suoi uffici, potenziando anche l’organico, per portare a termine in tempi record il complesso iter istruttorio – ha sottolineato Il Direttore Generale di ISMEA Maria Chiara Zaganelli. L’obiettivo è quello di chiudere velocemente la prima edizione del Fondo e aprire subito il capitolo 2024 per dare la medesima opportunità a chi non ha partecipato o è rimasto escluso dall’avviso del 2023”.

Cosa è il Fondo Innovazione

Il Fondo innovazione, le cui modalità attuative sono state definite con Decreto interministeriale 9 agosto 2023, agevola investimenti finalizzati all'incremento della produttività delle imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché delle imprese agromeccaniche, attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la digitalizzazione e l'utilizzo di soluzioni robotiche, di sensoristica e di piattaforme con infrastrutture 4.0. Il tutto finalizzato anche al risparmio dell'acqua, alla riduzione delle sostanze chimiche e all'utilizzo dei sottoprodotti. Possono essere ammesse alle agevolazioni le PMI agricole, ittiche e agro-meccaniche, attive da almeno due anni, che effettuano investimenti compresi tra una soglia minima di 70 mila euro (10 mila per il settore ittico) e un massimo di 500 mila euro. L'intensità del contributo varia a seconda del settore di operatività dell'impresa e dell'ammontare dell'investimento. Per le PMI agricole e della pesca è riconosciuta la possibilità di fruire della garanzia gratuita ISMEA fino all'80% del valore nominale dell'eventuale finanziamento bancario.
La dotazione finanziaria complessiva del Fondo ammonta a 225 milioni distribuiti nel triennio 2023-2025. Nel 2023 sono a disposizione i primi 75 milioni, di cui 10 riservati alle zone colpite dalle alluvioni di maggio 2023.

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23/12/2023, 21:05
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La frutta in guscio protagonista al SIGEP di Rimini con la campagna targata Masaf - ISMEA

Quattro giorni di masterclass con i maestri della pasticceria e gelateria. Presentato oggi dal Ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida il provvedimento che istituisce il titolo di “Maestro dell’arte della cucina italiana”.

Il SIGEP fa quest’anno da palcoscenico alla frutta in guscio nazionale, grazie alla campagna di promozione promossa dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e gestita da ISMEA.

Una quattro giorni di masterclass con degustazione, condotte da ISMEA e dal maestro Federico Anzellotti, in cui maestri pasticceri e gelatieri di fama internazionale danno vita a straordinarie creazioni a base di noci, nocciole, castagne, mandorle, pistacchi e carrube, rigorosamente di provenienza nazionale. Insieme ai maestri pasticceri, le masterclass vedono la partecipazione attiva di alcune OP di frutta in guscio che contribuiscono con le loro testimonianze a valorizzare questo settore strategico per la pasticceria italiana.
L’iniziativa fa parte della campagna di promozione “Frutta in guscio. Dentro c’è l’Italia” che muove dall’esigenza di fare sistema tra le piccole realtà che contraddistinguono il settore, moltiplicando le occasioni di confronto, scambio e aggregazione tra gli operatori della filiera, con l’obiettivo di valorizzare e incentivare queste produzioni.

Un settore, quello della frutta in guscio, che vale attualmente circa 300 milioni di euro, alla fase agricola, ma che ha importanti prospettive di sviluppo in Italia. Ogni anno il nostro Paese importa ingenti quantitativi di frutta in guscio per far fronte al fabbisogno dell’industria dolciaria, in grande espansione sui mercati esteri. Anche sul fronte domestico, i prodotti della filiera stanno beneficiando dell’interesse crescente dei consumatori verso gli alimenti salutari a elevato contenuto nutrizionale, che si è tradotto nel 2023 in una positiva tendenza degli acquisti a volume della categoria, in controtendenza rispetto alla generale contrazione degli acquisti agroalimentari.

La campagna targata Masaf-ISMEA muove appunto dalla consapevolezza delle grandi potenzialità di questo settore, a tutt’oggi ancora fortemente concentrato negli areali produttivi storici, e la cui espansione, grazie all’interesse dell’industria nazionale a valorizzare la materia prima di provenienza italiana, potrebbe costituire un’opportunità per molti imprenditori agricoli lungo la Penisola.

All’interno del ricco palinsesto di iniziative dell’area espositiva del Ministero dell’agricoltura e dell’ISMEA, alle 12 di oggi si è tenuto il Talk tra il Ministro Francesco Lollobrigida e il Maestro Iginio Massari, incentrato sul provvedimento che istituisce il riconoscimento “Maestro dell’arte della cucina italiana”, che ha da poco concluso l’esame in commissione alla Camera. Conferito annualmente a coloro che si siano distinti nel campo della gastronomia, pasticceria e gelateria, il premio è un ulteriore tassello in quel progetto di valorizzazione dell’eccellenza del Made in Italy agroalimentare che il Ministero sta portando avanti.

“Ismea è un'agenzia importantissima del nostro Ministero dell'Agricoltura e della sovranità alimentare – ha dichiarato il Ministro Lollobrigida. Insieme al Commissario Proietti e al direttore Zaganelli, stiamo lavorando per rafforzare ulteriormente il ruolo e i servizi di questo Istituto nel settore agroalimentare, tra i quali trovano posto anche le Campagne di promozione a supporto delle nostre eccellenze, come appunto questa sulla frutta in guscio. Come spiegava il maestro Iginio Massari, i prodotti non sono tutti uguali: le nocciole delle Langhe, le mandorle d’Avola o i pistacchi di Bronte, per citarne solo alcuni, hanno una loro distintività che proviene dal legame con quello specifico territorio e da una qualità che va adeguatamente riconosciuta e valorizzata. Lo slogan e il visual che abbiamo lanciato per questa campagna “Frutta in guscio. Dentro c’è l’Italia” sta a rimarcare proprio questo concetto. Ogni frutto porta dietro l’unicità di una cultura inimitabile e inconfondibile, fatta di qualità e di saper fare che tutto il mondo ci riconosce”.

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22/01/2024, 18:40
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Siglato il rinnovo del protocollo d’intesa tra la Guardia di Finanza e ISMEA

È stato rinnovato oggi, a Roma, il Protocollo d’Intesa che disciplina i rapporti di collaborazione tra la Guardia di Finanza e lSMEA.
A sottoscriverne i contenuti, il Capo di Stato Maggiore del Comando Generale del Corpo, Gen. C.A. Leandro Cuzzocrea e il Commissario straordinario di ISMEA, Avv. Livio Proietti.
Si consolida così una sinergia già, da tempo, in essere tra le due Istituzioni e destinata a rafforzarsi ulteriormente per effetto dell’odierno memorandum.
Con il rinnovo dell’intesa, infatti, si punta al potenziamento del partenariato G. di F./ISMEA che, dai comparti agricolo e agroalimentare, viene ora esteso anche alla tutela della proprietà intellettuale, con l’obiettivo di far emergere casi di contraffazione o di violazione dei diritti d’autore, know-how produttivi nonché di marchi e brevetti.
Seguendo uno schema ormai collaudato, la collaborazione troverà concreta attuazione in costanti scambi informativi che permetteranno alla Componente Speciale della Guardia di Finanza di approfondire dati, notizie e altre informazioni qualificate, sviluppare progetti operativi e attivare i Reparti territoriali del Corpo per i riscontri investigativi “sul campo”.
Ma l’accordo siglato oggi contempla anche iniziative rivolte alla crescita professionale del personale di entrambe le Istituzioni, prevedendo la possibilità di organizzare momenti di confronto per lo scambio di best practice e di specifici corsi di formazione e aggiornamento.
A beneficiare della nuova e più strutturata forma di collaborazione, l’efficacia delle azioni a tutela dei comparti agricolo e agroalimentare nazionali, destinatari di interventi rilevanti, finanziati anche con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

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13/02/2024, 15:07
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ISMEA, insediato il Consiglio di Amministrazione
Presidente Livio Proietti
Maria Chiara Zaganelli Direttore Generale

Roma, 3 aprile 2024
Si è tenuta oggi la riunione di insediamento del Consiglio di Amministrazione di ISMEA, presieduto dall’Avv. Livio Proietti, nominato Presidente dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare con Decreto del Presidente della Repubblica del 22 febbraio 2024.

Nella seduta odierna, l’Avv. Gaia Morelli, già membro del precedente CdA, e il Dott. Alessandro Beduschi, Assessore all’agricoltura della Regione Lombardia, nominati consiglieri del Consiglio di Amministrazione ISMEA con Decreto ministeriale n. 111261 del 6 marzo 2024, hanno deliberato, su proposta del Presidente, la nomina a Direttore Generale dell’Avv. Maria Chiara Zaganelli, riconfermata nel ruolo, e a Vicepresidente dell’Avv. Gaia Morelli.

“Sono onorato di assumere la Presidenza di ISMEA”, ha dichiarato Livio Proietti nel dare un caloroso benvenuto ai componenti del Consiglio di amministrazione. “Un Istituto - ha proseguito - strategico per il settore agroalimentare italiano che ho avuto modo di conoscere a fondo e di guidare durante la mia gestione da Commissario straordinario, apprezzandone la credibilità costruita negli anni e l’assoluta qualità del management e delle risorse umane che lo compongono”.

“Ringrazio il Presidente Proietti e i Consiglieri per la fiducia nuovamente accordatami - ha dichiarato Maria Chiara Zaganelli. Al termine di una gestione commissariale che ha consentito il rafforzamento strategico dell'Istituto con l’adozione del nuovo Statuto, siamo oggi pronti ad affiancare il Ministero con il dovuto impegno e la necessaria determinazione, continuando a offrire i nostri strumenti e a dare risposte concrete alle imprese del settore agroalimentare italiano”.

Con l’insediamento del Consiglio di Amministrazione, che resterà in carica per quattro anni, e la nomina del Direttore Generale, l’ISMEA porta a compimento il processo di riorganizzazione.

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03/04/2024, 14:07
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ISMEA, nuova liquidità alle imprese con la Cambiale Ortofrutta
Credito immediato per 19,3 milioni di euro a tasso agevolato; beneficiarie le Pmi agricole del settore ortofrutticolo


Roma, 5 aprile 2024

Aprirà alle ore 12 dell’8 aprile 2024 lo sportello telematico per la compilazione delle domande relative al prestito cambiario ortofrutta, la nuova di linea di credito ISMEA, per complessivi 19,3 milioni di euro, dedicata alle piccole e medie imprese agricole operanti nel settore ortofrutticolo, introdotta con la legge di Bilancio 2024.

La cambiale ortofrutta fornirà liquidità alle PMI dell’ortofrutta con finanziamenti di importo fino al 50% dei ricavi registrati dal richiedente nel 2022 e comunque entro la soglia di 30 mila euro, con durata di cinque anni, di cui due di preammortamento, rate trimestrali posticipate e conseguente inizio del rimborso a 27 mesi dalla data di erogazione. Il prestito è concesso a tasso agevolato, con abbattimento fino ad azzeramento degli interessi dovuti, nei limiti della capienza degli aiuti “de minimis” di ciascun beneficiario.

Sarà possibile compilare e presentare le domande dalle ore 12.00 dell’8 aprile 2024 fino alle ore 12.00 del 22 aprile 2024.
Le domande di accesso saranno istruite secondo l'ordine cronologico di presentazione, fino ad esaurimento della dotazione complessiva.

Ad eccezione del primo giorno di apertura (dalle ore 12.00 alle ore 18.00) e dell’ultimo giorno di chiusura (dalle ore 9.00 alle ore 12.00), lo sportello telematico all’indirizzo, https://strumenti.ismea.it rimarrà aperto nei giorni feriali (dal lunedì al venerdì) dalle ore 9.00 alle ore 18.00.

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05/04/2024, 10:08
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ISMEA: il comparto vitivinicolo vale 1/3 del mercato assicurativo agricolo agevolato, ma il futuro è nel mix di strumenti e nella “difesa attiva”

Al Vinitaly il convegno “Misure attive e passive di gestione del rischio nella filiera uva da vino”


Roma, 15 aprile 2024 - Delle oltre 241.000 imprese vitivinicole italiane, quasi 27.000 (l’11%) sono assicurate contro i rischi meteoclimatici, realtà che in termini di superfici rappresentano però un più significativo 30% degli ettari complessivamente vitati (673.000 circa). Un comparto che concentra oltre un terzo del mercato assicurativo agricolo agevolato specifico delle coltivazioni vegetali, con polizze che cumulano un valore di circa 2,3 miliardi di euro, pari ad oltre il 50% della Plv del settore.

Numeri - illustrati oggi da Ismea, al convegno Vinitaly “Misure attive e passive di gestione del rischio nella filiera uva da vino” - che confermano l’importanza del comparto vitivinicolo in termini di adesione agli strumenti di risk management e che allo stesso tempo evidenziano la necessità di salvaguardare patrimonio e capitale circolante di un asset di assoluto rilievo per l’agroalimentare italiano, grazie a un giro d’affari alla produzione di poco meno di 14 miliardi di euro (oltre il 10% del fatturato agrifood) e ai quasi 8 miliardi di esportazioni, con le cantine italiane che muovono fuori dai confini nazionali i volumi in assoluto più elevati a livello mondiale.

Dal punto di vista territoriale, nel 2023 l’aumento del 2% del numero delle aziende vitivinicole assicurate nelle regioni settentrionali non ha compensato il calo registrato nel resto d’Italia, rispettivamente del 9% nel Centro e del 18% nel Mezzogiorno, con il dato nazionale che ha fatto segnare pertanto una contrazione del 4,9% sul 2022.

II Nord copre poco meno dell’80% dei valori assicurati in Italia, con il ruolo-pivot del Veneto (40,4%), prima regione vitivinicola a livello nazionale, seguito dal Friuli-Venezia Giulia (11,5%); nelle regioni centrali, con circa il 10% di quota, è la Toscana a fare la parte del leone (7,8%), mentre al Sud, Isole comprese (10,7%), il primato va alla Puglia, con il 6,7% dei valori complessivamente assicurati.

“Permangono, oltre a un evidente squilibrio territoriale, i problemi legati alla necessità, da parte delle aziende vitivinicole, di dover fronteggiare la scarsa attenzione ai rischi fitosanitari da parte delle compagnie assicurative, per la mancanza di una storia sinistri necessaria a una corretta tariffazione” ha dichiarato Camillo Zaccarini Bonelli Dirigente ISMEA, moderatore della tavola rotonda, precisando anche che “per questa ragione le aziende, essenzialmente del nord Italia, che hanno puntato su un mix di strumenti di risk management hanno potuto beneficiare di una migliore protezione, affiancando, se possibile, a una polizza contro i rischi climatici una copertura fitosanitaria con l’adesione, anche questa agevolata, grazie ai contributi Ue e nazionali, ad esempio di un fondo di mutualizzazione. Tanto più se si considera che nel 2023 la vendemmia in Italia, scesa ai minimi da 76 anni, ha accusato gravi perdite di resa per le conseguenze della peronospora e delle grandinate.”

Nell’ambito del convegno è stato più volte sottolineato il circolo virtuoso che si innesca con una corretta strategia della prevenzione e gestione del rischio, di supporto anche all’accesso al credito, con la naturale propensione delle banche a valorizzare, nelle metriche valutative dei clienti da finanziare, le aziende che mettono in campo investimenti in tal senso.

“Dobbiamo favorire con le risorse della Pac una più stretta sinergia fra coperture assicurative e mutualistiche e strumenti di difesa attiva, come reti anti grandine, droni e sensori, che limitano anche i costi per la sottoscrizione delle polizze”, ha dichiarato il Presidente dell’ISMEA Livio Proietti, intervenuto al convegno, nel ricordare che “l’ISMEA, che gestisce la Banca dati sui rischi in agricoltura, garantisce un costante supporto alle istituzioni sulle tematiche della gestione del rischio, anche con dati e informazioni necessari agli scambi di conoscenze e alla prevenzione dei rischi da parte delle aziende, esposte oggi più che in passato agli effetti dei cambiamenti climatici.”

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15/04/2024, 17:21
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Vinitaly, accordo ISMEA-AITE
L’iniziativa punta a fornire una base metodologica di supporto al sistema dei dati sull’enoturismo


Verona, 16 aprile 2024 - È stata presentata oggi al Vinitaly la prima indagine sull’enoturismo, frutto del protocollo d’intesa tra ISMEA e AITE, l’Associazione italiana turismo enogastronomico. Un’esperienza, quella del turismo del vino, che coinvolge 13,4 milioni di enoturisti italiani, il 64,5% dei viaggiatori, rappresentando un’attrazione anche gli stranieri, americani e europei in particolare.

L’indagine illustrata nell’ambito del convegno” In viaggio tra vigne e cantine: numeri, profili e tendenze dell'enoturista italiano” ha evidenziato che il livello di soddisfazione degli enoturisti italiani è molto alto. Tre enoturisti su quattro si dichiarano soddisfatti soprattutto per la qualità del servizio in occasione delle visite in cantina e delle altre iniziative, per i rapporti con la comunità locale e per le modalità di prenotazione delle esperienze proposte. Più tiepido il giudizio dei giovani. Nel cluster degli under 24 sono stati indicati margini di miglioramento soprattutto in merito alla qualità del servizio, alla facilità di prenotazione e al reperimento di informazioni, in una percezione da nativi digitali evidentemente influenzata da un utilizzo più spinto di Internet e dei social network.

Per Livio Proietti, Presidente di ISMEA “l’obiettivo dell’intesa è mettere sotto la lente di ingrandimento le principali variabili qualitative e quantitative dell’enoturismo italiano, un segmento rilevante del sistema vitivinicolo nazionale che lega prodotti e territori, contribuendo anche al successo del made in Italy. L’enoturismo, come anche l’agriturismo, comparto che l’Istituto monitora ormai da diversi anni, rappresenta un’importante leva di marketing, preservando l’attrattività delle aree rurali sempre più soggette a fenomeni di spopolamento”.

“Il comparto enoturistico – ha aggiunto Roberta Garibaldi, Presidente di AITE - rappresenta ormai un fenomeno rilevante in termini economici e in ulteriore crescita per i ricavi delle aziende italiane del vino. Il livello raggiunto dall’enoturismo è tale da richiedere una vera e propria analisi scientifica strutturata, per poter delineare i flussi in ingresso e colmare il gap tra il desiderio del turista e la reale fruizione e per realizzare progetti di sistema, accompagnando il turismo rurale e gli investimenti pubblici e privati necessari per rilanciare occupazione e creare ricchezza. Si sta andando verso una definizione di enoturista standardizzata in base al lavoro tra UNWTO e OIV che accompagnerà queste ricerche”.

D’altro canto, se ci sono le cantine la vacanza si allunga. I dati evidenziano che la maggior parte dei turisti (circa il 50% tra quelli generici, quasi il 55% tra quelli legati al mondo del vino) si trattengono nei luoghi di vacanza per 2/3 giorni, andando oltre il “mordi e fuggi”: il 31% indica una durata di 4 giorni o più, valore che sale per gli enoturisti al 38%. Tra i wine lover, la metà ha visitato una o due cantine, il 36% almeno tre strutture, ma si osservano valori anche più alti nella classe tra 25 e 34 anni di età.

Che l‘enoturismo sia un forte stimolo per lo sviluppo dell’intero settore vitivinicolo lo ha evidenziato anche Giorgio Del Grosso, Capo del dipartimento di statistica e trasformazione digitale dell’OIV, intervenuto al convegno con un video messaggio. “L’enoturismo – ha spiegato - è un driver di sviluppo locale e rurale e uno strumento di diversificazione del reddito. Per questo motivo è stato introdotto come terzo pilastro del nostro attuale piano strategico. La necessità di poter disporre di dati accurati, affidabili e comparabili a livello internazionale ci ha spinto a siglare nel 2021 un protocollo d‘intesa con Un Tourism, l’Agenzia delle Nazioni unite che si occupa di turismo, con l’obiettivo di sviluppare una metodologia comune per misurare l’impatto economico di questo importante settore”.

Il turismo legato al vino - ha evidenziato la relazione introduttiva di Tiziana Sarnari esperta del settore di ISMEA - si dimostra ancora più vitale per le cantine in annate meno fortunate come quella appena trascorsa, in cui alla lieve battuta d’arresto dell’export, si associa una stagnazione della domanda domestica. Un 2023 che passerà alla storia per una vendemmia particolarmente scarsa, la più leggera dal Dopoguerra, con 38,3 milioni di ettolitri, in calo del 23,2% sui volumi 2022, ma che ha visto il nostro Paese, unico tra i grandi player del vino, ridurre al minimo le perdite oltre frontiera (1% in volume e -0,8% in valore nel 2023, a fronte dei dati ben più negativi di Spagna e Francia).

L’incontro è stato anche l’occasione per riunire i principali protagonisti del settore dell’enoturismo italiano, e raccontare una realtà in continua evoluzione in Italia, con una rete di oltre 500 comuni a vocazione vitivinicola associati a Città del vino, quasi 90 strade del vino e dei sapori che si snodano lungo l’intero territorio nazionale. Un settore a trazione anche femminile, come ha ricordato Donatella Cinelli Colombini, Past President Associazione Donne del vino, a cui si deve l’ideazione della fortunata iniziativa Cantine aperte, con le donne che “prenotano più degli uomini e sono le protagoniste della winery Hospitality”. Alla tavola rotonda, moderata da Fabio del Bravo - ISMEA, hanno partecipato anche Martina Centa, UIV - Unione Italiana Vini, AGIVI-Cantina Roeno, Nicola D’Auria, Presidente Movimento turismo del vino, Walter Massa, Presidente della Federazione delle Strade del Vino e dei Sapori del Piemonte, Marco Montanaro, Direttore Generale Federvini e Angelo Radica, Presidente di Città del vino.

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ISMEA: vigne e cantine spingono sull’innovazione. Cresce la propensione a investire anche nei prossimi 5 anni.

Presentato al Vinitaly lo studio ISMEA “L’innovazione come motore della competitività e della sostenibilità della filiera vitivinicola: l’approccio delle cooperative”. Contributi di Pomarici (Università di Padova), Rigotti (Confcooperative), Nannetti (Gruppo Terre Cevico), Nicolato (Cantine Vitevis), Di Fabio (Cantina Tollo) e Piccoli (WineMeridian).


Roma, 18 aprile 2024 - Le incertezze del quadro economico e geopolitico mondiale, tra crisi sanitarie e climatiche, shock energetico, inflazione ed extra costi, non hanno spento la voglia di innovazione delle aziende vitivinicole italiane. Tre su quattro hanno messo mano al portafoglio nel quinquennio 2017-2021 per rinnovare le strutture e ammodernare impianti e processi, dovendo comunque rinunciare, il più delle volte, a una parte delle iniziative programmate. Ma una percentuale ancora maggiore (il 78%) si è dichiarata propensa a investire anche nei prossimi 5 anni, nonostante la situazione resti piuttosto critica sul piano degli equilibri dei rapporti internazionali.
È quanto emerso dallo studio sull’innovazione nel settore vitivinicolo, realizzato da ISMEA nell’ambito delle iniziative della Rete Rurale Nazionale della Pac e presentato al Vinitaly in occasione del Convegno “L’innovazione come motore della competitività e della sostenibilità della filiera vitivinicola: l’approccio delle cooperative”.

L’indagine, condotta nel 2022 su un campione di197 aziende vitivinicole e approfondita con focus group presso alcune realtà cooperative del settore, ha evidenziato anche la presenza di ostacoli alla realizzazione di investimenti nell’innovazione. Tra questi, la ridotta dimensione delle imprese (45%), l’incertezza sui benefici degli investimenti (25%), il quadro di instabilità del mercato (24%), le difficoltà di accesso al credito (22%) e ai fondi comunitari (22%) e l’onerosità degli investimenti (22%).

Gli investimenti hanno puntato soprattutto alla tecnologia, con l’introduzione in azienda di nuove soluzioni agritech e di applicazioni di agricoltura digitale. Il 38% del campione ha dichiarato di avere investito nella sensoristica per il monitoraggio e la gestione delle colture e per l’ottimizzazione degli input, oltre che in sistemi di monitoraggio da remoto o di prossimità con l’impiego di droni, in robot e altri macchinari per l’automazione, in software gestionali amministrativi e di supporto alle attività tecniche e agronomiche. L‘aspetto organizzativo, sempre in relazione agi investimenti, ha riguardato il 18% degli intervistati, che ha sviluppato anche modelli basati su reti di impresa e introdotto in azienda piani di ricerca e sviluppo, mentre il 7% ha optato per investimenti a livello di prodotto/processo, compresa l’introduzione di nuove tecniche di lavorazione del suolo, l’irrigazione, la concimazione, la gestione dei reflui aziendali o l’introduzione di nuove varietà, oltre all’attivazione di canali di vendita diretta, fisici e on line.

Tra le innovazioni che orienteranno gli investimenti nel prossimo futuro trovano spazio la genetica, con lo sviluppo di nuove varietà resistenti e tecniche di evoluzione assistita in campo (TEA), ambiti ritenuti dagli imprenditori intervistati fondamentali per il futuro della vitivinicoltura, anche in vista dell’introduzione di nuove normative a livello europeo per la riduzione dell’utilizzo della chimica in vigneto. Rimarrà alto l’interesse verso la sensoristica avanzata, con l’Internet of Things (IoT) già attualmente in uso, che sarà di supporto alla gestione quotidiana del vigneto nell’immediato futuro, soprattutto in affiancamento all’automazione e all’informatizzazione. Emerge anche l’interesse a investire in soluzioni di intelligenza artificiale da impiegare nei processi produttivi aziendali e in campo, per lo studio e l’analisi dei dati in ottica predittiva e di riduzione degli sprechi.

Ma la grande trasformazione che sta avvenendo sul piano legislativo, della localizzazione delle produzioni, del mercato e della domanda di vino (stili di vita, approcci al cibo, gusti e nuovi modelli di consumo), spinge a considerare l’innovazione non solo sul piano tecnologico, ma anche come elemento di supporto per le analisi dei flussi commerciali e lo studio del consumatore e del mercato, mediante sistemi di data analysis e applicazioni nel campo delle neuroscienze e del neuromarketing.

L’incontro, moderato da Fabio Piccoli, Direttore WineMeridian, ha visto le relazioni introduttive di Tiziana Sarnari (ISMEA) e di Eugenio Pomarici dell’Università di Padova. Si è tenuta a seguire una tavola rotonda con la partecipazione di Luca Rigotti, Presidente settore vino Confcooperative e Presidente della cantina/cooperativa Mezzacorona, Marco Nannetti, Responsabile Affari generali Gruppo Terre Cevico, Silvano Nicolato, Presidente Cantine Vitevis e Andrea Di Fabio, Direttore Generale di Cantina Tollo.

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