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ISMEA Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare 
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Agroalimentare sempre più protagonista negli scambi commerciali

Share in crescita nel decennio per cibi e bevande sui flussi di esportazione nazionali complessivi.
Oggi il webinar ISMEA-RRN sul made in Italy: vini, pasta, tabacco, dolci da ricorrenza e pizze, spumanti, formaggi stagionati e conserve di pomodoro tra i prodotti di punta.

Negli ultimi dieci anni il valore delle esportazioni di cibi e bevande è quasi raddoppiato (+81%), passando dai 33,5 miliardi del 2013 a 60,7 miliardi del 2022. In pratica, come si evince dall’analisi di ISMEA presentata oggi nell’evento on line “le sfide globali del made in Italy agroalimentare” le spedizioni di prodotti agroalimentari sono aumentate in valore al ritmo di quasi il 7% all’anno, a fronte di un incremento più contenuto delle esportazioni complessive (+5,4%).
Il settore non solo si è rivelato più dinamico, ma anche più resiliente quando, nel 2020, con lo scoppio della pandemia, le relative restrizioni sanitarie e l’interruzione delle catene di fornitura globali, è riuscito comunque a mettere a segno una crescita (+3,2%), in controtendenza rispetto al resto dell’economia (-9,1% la contrazione dei flussi in uscita complessivi).

I comparti di punta del made in Italy agroalimentare

Dei 24 comparti merceologici che compongono i flussi di scambio complessivi, appena sei di essi (bevande, derivati dei cereali, latte e derivati, preparazioni di ortaggi e frutta, frutta, e altre preparazioni alimentari) catturano più di due terzi del valore complessivo e pesano singolarmente più del 5% sulle esportazioni totali.
A crescere di più nel periodo 2017-21 sono stati: altre preparazioni alimentari, che comprendono salse, sughi, minestre e gelati (+9,1% medio annuo); derivati dei cereali (+7,8%); latte e derivati (+8,2%). Inferiore alla media è stata invece la crescita di frutta (+1,2%), ortaggi (+4,1%) derivati ortofrutticoli (+4,9%) e carni (+2,5%).

A un livello più disaggregato, nel Rapporto si analizza un gruppo di venti prodotti distintivi del made in Italy, che con quasi 28 miliardi di euro, rappresenta il 53% del valore totale dell’export agroalimentare nel 2021. I primi cinque in termini di valore sono vini in bottiglia, paste alimentari secche, tabacco lavorato, formaggi stagionati e prodotti della panetteria e pasticceria (specificamente rappresentati soprattutto dai dolci da ricorrenza e dalle pizze). Nel quinquennio si distinguono per i maggiori tassi di crescita, oltre al tabacco lavorato (+30%) - la cui forte crescita si deve a un accordo commerciale del 2016 tra il governo italiano e una multinazionale giapponese - cialde e cialdine (+16%) e paste alimentari farcite (+11%); ma anche formaggi grattugiati, formaggi freschi e latticini e prodotti della pasticceria e panetteria, con aumenti superiori al 9%.

I dati dell’ultimo biennio forniscono indicazioni interessanti e in parte inattese. Nel 2020, nonostante la chiusura quasi completa dei canali Horeca in tutto il mondo, le esportazioni di alcuni prodotti agroalimentari nazionali sono cresciute moltissimo rispetto all’anno precedente: le variazioni della pasta, del riso, delle passate di pomodoro e delle polpe, ma anche dell’olio e dei formaggi freschi, dimostrano che il consumo all’estero del cibo made in Italy non è solo legato alle occasioni speciali e ai pasti fuori casa, ma ormai fa parte delle abitudini quotidiane in molte aree del mondo. Più legate alle sorti dell’Horeca e alle occasioni conviviali, e quindi penalizzate nel 2020, sono state le esportazioni di vini in bottiglia, spumanti, formaggi stagionati, acque minerali, caffè e in misura minore i prodotti della panetteria e pasticceria, ma tutte nel 2021 hanno recuperato la perdita dell’anno precedente.

Anche nel 2022, pasta, formaggi freschi e grattugiati, pomodori pelati, polpe e passate, riso, caffè, acque minerali e spumanti sono tra i prodotti che registrano i maggiori aumenti delle esportazioni, con variazioni in valore comprese tra il +19,4% degli spumanti e il +38,4% della pasta, e variazioni positive anche delle quantità esportate.

Nel webinar organizzato da ISMEA nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, sono intervenuti Maria Chiara Zaganelli - Direttore generale ISMEA, Fabio Del Bravo - Responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale, Luca Giavi - Direttore Consorzio di tutela della DOC Prosecco, Sandra Sangiuolo – responsabile marketing export di Conserve Italia, Massimiliano Del Core - Presidente Organismo Interprofessionale Ortofrutta Italia, Antonio Galtieri - Vicepresidente Assalzoo e Amministratore della Specialmangimi Galtieri Spa. L’incontro è stato moderato dal prof. Fabrizio De Filippis.

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27/04/2023, 16:24
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ISMEA al Macfrut 2023

Il 3 maggio alle 12.30 conferenza stampa di lancio della campagna di promozione sulla frutta in guscio targata MASAF-ISMEA.
Il 4 maggio alle 10.00 workshop “La comunicazione di successo dell’ortofrutta italiana DOP IGP”


Riflettori accesi sulla frutta in guscio e sulle Ig ortofrutticole in questa edizione del Macfrut: nocciole, noci, castagne, mandorle, pistacchi, carrube ma anche alcune delle eccellenze a marchio DOP e IGP del settore sono infatti oggetto di una serie di iniziative di promozione e informazione, che animeranno le giornate di fiera nello spazio espositivo riservato al Ministero dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste e a ISMEA.

Si parte il 3 maggio con la Conferenza stampa di lancio della Campagna di promozione dei prodotti della filiera della Frutta in guscio, prevista alle ore 12.30 presso il padiglione D5 stand 027-067. Nel corso della conferenza, che prevede la partecipazione anche del Sottosegretario di Stato MASAF Luigi D’Eramo e del celebre nutrizionista Giorgio Calabrese, verrà inquadrato il ruolo economico della filiera, chiariti gli obiettivi e le azioni della campagna e presentate le creatività che personalizzano anche gli stand dei rappresentanti dei prodotti ospitati all’interno dello spazio espositivo ISMEA-MASAF.

In coda alla conferenza è previsto uno showcooking con degustazione di preparazioni dolciarie a base di nocciole, noci, castagne, mandorle, pistacchi e carrube condotta dal giovane pasticcere influencer Luca Perego, in arte LuCake (oltre 540 mila follower su Instagram, tra i 100 under 30 più influenti secondo Forbes nella categoria Social media).

Ma non solo frutta in guscio, il nutrito calendario di degustazioni guidate, showcooking e masterclass coinvolgerà anche alcune produzioni ortofrutticole a indicazione geografica come la Mela della Val di Non, la Mela dell’Alto Adige, l’Arancia Rossa di Sicilia, l’Arancia di Ribera, la Patata della Sila, la Patata di Bologna e la Cipolla Rossa di Tropea. I rappresentanti dei rispettivi consorzi racconteranno il 4 maggio alle ore 10.00 nell’ambito del workshop “La comunicazione di successo dell’ortofrutta italiana DOP IGP”, organizzato dalla Rete Rurale Nazionale, le loro best practices nelle attività di promozione e comunicazione.

Il seminario offrirà l’occasione per fornire una fotografia sulle dimensioni i trend e le prospettive del comparto e per conoscere alcuni dei progetti di comunicazione di prodotti ortofrutticoli a IG che hanno avuto un riscontro positivo sul posizionamento e sull’ampliamento del mercato. Interverranno Patrizio Giacomo La Pietra - Sottosegretario di Stato MASAF, Fabio Del Bravo - ISMEA, Andrea Fedrizzi - Consorzio di Tutela della DOP Mela Val di Non, Silvia Sitta - Consorzio di Tutela Patata Bologna DOP, Gerardo Diana - Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP, Hannes Tauber - Consorzio Mela Alto Adige IGP, Giuseppe Laria - Consorzio di Tutela Cipolla Rossa di Tropea Calabria, Pietro Tarasi - Consorzio di Tutela della Patata della Sila IGP.

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28/04/2023, 11:22
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un forte legame della produzione con il territorio, ad esempio, la produzione di nocciole è localizzata essenzialmente in Campania, Lazio e Piemonte; quella di mandorle in Puglia e Sicilia, quella di pistacchio in alcune aree specifiche della Sicilia (Bronte e Raffadali); mentre la produzione di noci e castagne è diffusa in areali che vanno dal sud al nord dello Stivale. Lo stretto legame con il territorio ha portato al riconoscimento di diversi marchi a indicazione geografica (DOP e IGP) ma il successo economico di questi prodotti è stato fino ad ora parziale, in quanto ostacolato da alcuni limiti insiti nella struttura stessa di questa filiera. Il principale utilizzo della frutta in guscio – in particolare nocciole, mandorle e pistacchi – riguarda l’industria dolciaria e agroalimentare in genere; mentre per castagne e noci si ha una prevalenza del consumo tal quale.
Per loro stessa natura, i prodotti del comparto intercettano naturalmente la crescente domanda di alimenti salutari ad elevato contenuto nutrizionale facendo registrare una tendenza di crescita negli acquisti. Per tutti i prodotti si registra, tuttavia, un deficit della produzione nazionale rispetto al fabbisogno interno e ciò spiana la strada all’importazione di ingenti quantitativi di prodotto dall’estero, come avviene ad esempio per le nocciole turche, cilene, georgiane e azere, per i pistacchi di Usa e Iran, per le mandorle di Usa e Spagna, per le noci di Spagna e Usa e per le castagne di Turchia, Portogallo e Spagna. Tutto ciò si traduce in importazioni per circa 1,4 miliardi di euro all’anno e un pesante passivo della bilancia commerciale dell’Italia che ammonta a circa 700 milioni di euro.
È evidente quindi che esiste una grande opportunità di aumentare il potenziale produttivo dell’Italia tenendo ben presente però i limiti determinati dalle caratteristiche pedoclimatiche dei nostri territori che non sempre si adattano alle diverse specie. Allo stesso tempo è necessario non sottovalutare la minaccia insita in un mercato internazionale gestito da grandi player in grado di influenzare il livello del prezzo mondiale.

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04/05/2023, 6:51
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Macfrut 2023, imparare dalle best practices a comunicare l’ortofrutta italiana DOP e IGP


Comunicare bene per crescere meglio. Questo in sintesi il significato del workshop “La comunicazione di successo dell’ortofrutta italiana DOP IGP” che si è tenuto oggi, giovedì 4 maggio, nell’ambito di Macfrut 2023. Organizzato da ISMEA in collaborazione con Origin Italia nell’ambito della Rete Rurale Nazionale, l’iniziativa ha puntato i riflettori sui trend e le prospettive del settore e, in particolare, su alcune best practices del comparto che si sono distinte per le attività di promozione e comunicazione.

Obiettivo degli organizzatori, creare uno stimolo alla crescita per nuove realtà di un settore che vanta un numero elevato di marchi Dop e Igp, come evidenziato anche dal saluto del Sottosegretario di Stato MASAF Patrizio Giacomo La Pietra che ha posto l’accento sulla volontà del Governo di “valorizzare le nostre Indicazioni Geografiche del settore agroalimentare, all'interno del quale recita un ruolo primario il comparto ortofrutticolo che vanta moltissimi marchi Dop e Igp e una impareggiabile varietà produttiva, frutto della grande eterogeneità del territorio italiano”.

Eterogeneità confermata anche dalla panoramica presentata da Fabio Del Bravo di ISMEA che ha fatto anche un focus sulle prospettive future di un comparto con notevoli potenzialità di crescita anche a livello di comunicazione. E proprio di comunicazione si è parlato subito dopo, con le best practices presentate come modello positivo da parte di realtà che hanno scelto strategie comunicative capaci di far emergere l’identità del loro prodotto.

E così la mela della Val di Non diventa la mela buona ma anche sostenibile perché rispetta la natura e riduce i consumi idrici ed energetici, come ha evidenziato Andrea Fedrizzi del Consorzio di Tutela della DOP Mela Val di Non. Mentre la Patata di Bologna DOP è il prodotto unico di un territorio speciale come raccontato da Silvia Sitta del Consorzio di Tutela Patata Bologna DOP. Sempre il territorio è al centro della campagna proposta da Pietro Tarasi, Consorzio di Tutela della Patata della Sila IGP, relativa alla promozione della “patata di montagna” risultata tra le più note in Italia. Turismo e promozione di visite ai meleti sono i punti forti della comunicazione della Mela Alto Adige IGP raccontata da Hannes Tauber del Consorzio Mela Alto Adige IGP. Mentre sceglie la propria valorizzazione come parte integrante di una cornice più ampia, fatta di storia, cultura e architettura, la ”rossa che fa anche bene alla salute” illustrata da Gerardo Diana, Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP. A chiudere il cerchio di questi interessanti interventi, Giuseppe Laria del Consorzio di Tutela Cipolla Rossa di Tropea Calabria che ha sottolineato l’importanza del successo nella comunicazione per l’affermazione e la notorietà di un prodotto.


Hanno chiuso questa bella carrellata di prodotti, una serie di showcooking e masterclass anche di altre eccellenze dell’ortofrutta DOP IGP .

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04/05/2023, 13:32
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Agroalimentare bio: gli acquisti segnano il passo nel 2022

+0,5% sul 2021, ma si riduce il peso del bio: 3,6 euro su 100 euro di spesa alimentare contro i 3,9 nel 2021.


Dopo aver ceduto il 4,6% nel 2021, le vendite di alimenti e bevande biologiche hanno spuntato lo scorso anno una crescita dello 0,5%, inferiore alle aspettative soprattutto in un contesto fortemente inflattivo (+9,1% la crescita dei prezzi dell’agroalimentare nel 2022). Nello stesso anno, sottolinea l’ISMEA nel report "Biologico: gli acquisti alimentari delle famiglie” la spesa complessiva dell’agroalimentare è salita del 6,4% ed è la prima volta che il biologico diverge in negativo dall’andamento complessivo del settore. Per effetto di queste dinamiche, si riduce l’incidenza del biologico sul totale della spesa agroalimentare: con 3,66 miliardi di fatturato nel canale domestico nel 2022, il peso del bio scende al 3,6%
contro il 3,9% del 2021.

L’analisi per categorie evidenzia ancora una crescita delle vendite nei comparti zootecnici, dove peraltro il biologico ha un grado di diffusione limitato: carni (+3,7%), salumi (+3,6%), latte e derivati (+5,3%), ittico (+3,1%). Al contrario, cedono gli acquisti nei comparti più rappresentativi come frutta (-2%), ortaggi (-0,8%) pasta e derivati dei cereali (-3,4%), in controtendenza rispetto all’andamento delle omologhe categorie convenzionali. Anche il vino biologico, dopo il positivo trend degli ultimi anni e il crescente interesse dimostrato dal consumatore, ripiega su un -3,7%, in un contesto di generale contrazione di acquisti di vino tra gli scaffali della Gdo (-1,6%).

Relativamente alla distribuzione geografica degli acquisti, oltre il 60% delle vendite bio sono concentrate nel Nord anche se i segnali più incoraggianti si registrano nell’Italia centrale (+2,8%). In riferimento invece ai canali di acquisto, il supermercato resta quello prevalente sebbene in lieve contrazione dei fatturati (-0,2%), in un contesto di forte crescita dei discount, le cui vendite hanno sfiorato i 300 milioni di euro (+16%). Continuano a perdere terreno i negozi specializzati che registrano vendite più contenute di oltre 55 milioni di euro e uno share in riduzione dal 25 % del 2021 al 23% del 2022.

Gli elementi principali dell’analisi saranno motivo di confronto nell’ambito del workshop “Le prospettive del biologico nel 2023-2027” organizzato dalla Rete Rurale nazionale l’11 maggio alle ore 10. Nel seminario si parlare parlerà soprattutto della strategia di sviluppo del settore agricolo nel Piano Strategico della Pac 2023-2027. Il PSP italiano destina infatti una grande attenzione alla produzione biologica come testimoniato dalle ingenti risorse allocate e sarà dunque necessario discutere sull’individuazione di strumenti necessari per rinvigorire il mercato nazionale al consumo lavorando soprattutto sull’aggregazione e distribuzione dell’offerta. Per maggiori informazioni e per l’iscrizione all’evento vai su https://www.reterurale.it/flex/cm/pages ... gina/24786

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10/05/2023, 11:26
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Fondo AgriCat, pubblicato il Rapporto ISMEA sulla sperimentazione del 2022

La simulazione, effettuata sulla base del modello di intervento proposto dal MASAF, porta a stimare nel 2022 una spesa per indennizzi di 312 milioni di euro, di cui 220 milioni a favore delle aziende agricole colpite da siccità. Nel 2022 il bilancio tecnico del Fondo, liquidando anche i danni da gelo e alluvione, avrebbe chiuso con un residuo attivo di circa 38 milioni di euro, calcolato su una provvista annuale di 350 milioni.

Preservare il reddito aziendale nel contesto dei fenomeni atmosferici avversi, crescenti per frequenza e con effetti sempre più incisivi e catastrofici. Una sfida difficile per tutti i soggetti coinvolti. Per le compagnie di assicurazione, che vedono peggiorare gli indicatori economici della gestione tecnica, per i riassicuratori, disincentivati dagli squilibri dei “ratio” finanziari ad assumersi quote di portafoglio di rischio, e per gli agricoltori, consapevoli dell’importanza di acquisire competenze nel risk management in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici.

L’anno scorso, secondo le stime riportate nel Rapporto ISMEA sull’attività di sperimentazione 2022 del Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali - AgriCat, l’impatto sulle colture dovuto ai soli eventi siccità, gelo e brina e alluvione ha determinato una perdita economica a carico delle aziende agricole di 5,62 miliardi di euro, per lo più nei comparti cerealicolo, delle ortive e delle frutticole, ma con una sostanziale perequazione a livello di macro ripartizioni geografiche.

L’esercizio sperimentale, condotto da ISMEA nelle province e per i prodotti individuati dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura 2022, descritto e argomentato nei contenuti metodologici e tecnico-operativi nel Rapporto (circa 400 pagine, comprensive di schede tecniche), ha consentito di verificare l’intero ciclo di funzionamento del Fondo AgriCat, attivo dallo scorso gennaio. Sono state testate, in particolare, le fasi di monitoraggio degli eventi catastrofali, di valutazione dei danni e di gestione dei sinistri, compresa la verifica di non sovra compensazione con altri strumenti di gestione del rischio, in particolare con le polizze assicurative, come previsto dalla normativa comunitaria. L’attività è stata svolta con la collaborazione degli organismi di difesa territoriali operativi nelle province test e con il supporto dei coordinamenti nazionali Asnacodi e Coordifesa.

L’accordo ISMEA-ANIA, per l’interscambio dei bollettini di perizia con le compagnie di assicurazione, ha consentito di monitorare oltre 16.000 appezzamenti, di cui un migliaio oggetto di osservazioni dirette effettuate con sopralluoghi e perizie in campo da un team di esperti incaricati da ISMEA. La sperimentazione è stata condotta attraverso l’acquisizione dei dati in modalità georeferenziata, con tecniche di sovrapposizione mappale (overlapping) e mediante analisi post processing realizzate in ambiente QGIS.

Gli esiti della simulazione sull’operatività del Fondo AgriCat, effettuata secondo il modello di intervento di “primo rischio” proposto dal MASAF, integrati con le valutazioni sui danni quantitativi ai raccolti per tutto il territorio nazionale, hanno consentito di elaborare un prospetto di bilancio tecnico del Fondo da cui emerge, nel 2022, un residuo attivo di 38,4 milioni di euro, calcolato su una provvista annuale di 350 milioni.

Il Fondo, nel 2022, avrebbe erogato indennizzi per un totale di 311,6 milioni di euro, di cui 219,9 milioni versati alle aziende agricole colpite da siccità, 4,6 milioni erogati per perdite di raccolto dovute all’evento gelo e brina e altri 86,4 milioni per danni riconducibili all’effetto combinato gelo-siccità. Rispetto ai fenomeni alluvionali, che nel 2022 hanno interessato alcune province delle Marche, si registrano infine risarcimenti per un ammontare di 685mila euro.

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12/05/2023, 13:04
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ISMEA, FIPE e AssoBio sono lieti di invitarti all’appuntamento “Il biologico nella ristorazione commerciale - Scenario evolutivo, performance, ruolo, spazi di mercato” il 26 maggio alle ore 10,00 a Roma presso Fipe-Confcommercio - Sala Abbascià in P.zza Giuseppe Gioacchino Belli, 2.

L’evento è dedicato a delineare gli scenari nel canale HORECA per il settore biologico a partire dai risultati di un’indagine condotta da ISMEA in collaborazione con Fipe-Confcommercio presso un campione rappresentativo degli oltre 268 mila bar e ristoranti attivi sul territorio nazionale.
In un contesto che vede affermarsi tra i driver di consumo degli italiani l’attenzione al benessere e la tutela dell’ambiente, l’indagine fornisce una stima dell’incidenza del biologico nel fuori casa, stimolando il dibattito tra produttori, associazioni e ristoratori che prenderanno parte alla tavola rotonda.

Interverranno Pietro GASPARRI (MASAF), Roberto ZANONI (AssoBio), Antonella GIULIANO (ISMEA), Michele MANELLI (Salcheto Srl), Massimo LORENZONI (BiotoBio Srl), Daniela GAZZINI (ViVi Bistrot), Luciano SBRAGA (Centro Studi FIPE), Maria Grazia MAMMUCCINI (Federbio), Fabio DEL BRAVO (ISMEA).

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17/05/2023, 10:19
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aprile in occasione della Giornata della Ristorazione” ha concluso.

"Siamo molto soddisfatti di questo risultato. Ringraziamo ISMEA per aver investito in questo studio e FIPE per la preziosa collaborazione fornita”, ha commentato Roberto Zanoni, Presidente AssoBio. “Il lavoro che stiamo presentando, analizza in modo approfondito un settore importante, sia da un punto di vista economico, che culturale e dimostra quanto i consumi biologici si stiano affermando in canali come bar, ristoranti, hotel a testimonianza della sempre maggiore attenzione da parte dei consumatori verso prodotti che salvaguardano ambiente, salute e benessere. Auspichiamo che questa ricerca possa essere aggiornata nel tempo in maniera costante per monitorare un canale di vendita e un mercato in forte espansione".

“ISMEA rileva e analizza da anni le principali dinamiche degli acquisti alimentari domestici degli italiani, con riferimento sia ai prodotti convenzionali sia al segmento del bio”, ha commentato Fabio Del Bravo, Responsabile della Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di ISMEA. “Per la prima volta questa indagine qualitativa, resa possibile grazie alla collaborazione con Fipe-Confcommercio, ci ha dato l’opportunità di allargare il nostro sguardo anche al fuori casa, un filone di indagine estremamente interessante, che speriamo di poter approfondire ulteriormente con analisi periodiche. In un contesto che vede un fisiologico rallentamento della crescita dei consumi di alimenti biologici tra le mura domestiche, dopo i tassi di incremento significativi a cui per anni il bio ci aveva abituato, il monitoraggio dell’Horeca, anche su aspetti di natura prettamente qualitativa può fornire, infatti, preziosi elementi per orientare le scelte della politica e della filiera”.

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26/05/2023, 13:55
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Carrello della spesa più caro dell’8,6% nel primo trimestre 2023

La spesa per gli alimenti e bevande è costata agli italiani quasi due miliardi di euro in più rispetto allo scorso anno, a fronte però di una riduzione delle quantità acquistate. È quanto emerge in sintesi dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio ISMEA-NielsenIQ sugli acquisti alimentari domestici relativa al primo trimestre di quest’anno.

L’inflazione, seppur in rallentamento su base annua, continua a rimanere su valori particolarmente sostenuti soprattutto nel settore alimentare, dove ISTAT certifica un +12,6% a marzo. In questo contesto l’incremento medio dello scontrino dell’8,6% indicato da ISMEA riflette una contrazione delle quantità acquistate e l’adozione di strategie volte al risparmio, soprattutto da parte dei nuclei a basso reddito, senza particolari differenze tra Nord, Centro e Sud della Penisola.

Secondo l’analisi, tra le diverse tipologie di famiglie acquirenti sono quelle con figli adolescenti (le cosiddette maturing families) a fare i maggiori sacrifici. Per loro l’aumento dello scontrino rimane sotto al 2% ma il carrello si svuota di quasi il 13% delle quantità. Di contro i nuclei familiari molto giovani (pre-family) e gli anziani senza figli a carico riducono solo di pochissimo i volumi acquistati, con esborsi maggiori rispettivamente del 7% e dell’11%.

Tra i vari canali distributivi, il discount con uno share che ha superato il 20%, è quello in cui si registra il maggior scostamento tra aumento della spesa (+8%) e riduzione in volume degli acquisti (-8%), a conferma del fatto che sono le famiglie basso spendenti a subire maggiormente le conseguenze del carovita.

Analizzando le diverse categorie, nel primo trimestre, la spesa risulta in aumento per tutti i comparti alimentari con incrementi a doppia cifra per uova (+20%), latte e derivati (+18%), derivati dei cereali (+13%) e lievemente inferiori per le carni (+9%). Nel reparto ortofrutta la spesa cresce di oltre il 3% con variazioni dei prezzi correlati anche a fattori meteorologici e dinamiche produttive che rendono difficile una lettura generalizzata. Gli acquisti di oli vegetali crescono del 5% ma il confronto avviene su un 2022 segnato da rincari record, trainati dall’olio di semi (+52% il prezzo di quello di girasole). Il comparto delle bevande registra un incremento di spesa complessivo dell’8,5% al quale contribuiscono soprattutto le bevande analcoliche, in un contesto di spesa invariata e contrazioni in quantità per i vini e di rialzi della spesa inferiori alla media e riduzione in volume delle birre. Per i prodotti ittici, dopo un 2022 in forte flessione, torna a crescere la spesa, trainata questa volta proprio dal segmento del fresco che era stato il più penalizzato nella scorsa stagione. Il pesce fresco infatti è l’unica voce a registrare un recupero dei volumi (+2%) che, associato all’incremento dei prezzi, fa crescere la spesa del 6,7%. A fronte di ciò, importanti rinunce dei consumatori hanno interessato sia i prodotti ittici surgelati che le conserve ittiche.

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15/06/2023, 16:41
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Emergenza Alluvione: dal 3 luglio attivi i prestiti ISMEA a tasso zero per le PMI agricole e della pesca

Dalle ore 12.00 di lunedì 3 luglio sarà possibile presentare le domande per il Prestito MIA (Misura Intervento Alluvione), il nuovo intervento di ISMEA finalizzato ad assicurare alle imprese agricole e della pesca, colpite dai recenti eventi alluvionali, la liquidità per tutti i processi inerenti al ciclo produttivo.
Possono accedere alla misura le PMI agricole e della pesca con sede legale o operativa o con superfici aziendali nei territori individuati dal decreto legge 1° giugno 2023, n.61.

Il Prestito MIA è erogato a tasso zero: oggetto di rimborso sarà quindi la sola quota capitale mentre gli oneri finanziari saranno azzerati mediante la concessione di un contributo in de minimis.
La durata è fissata in cinque anni e il rimborso ha luogo mediante il pagamento di 12 rate trimestrali a partire dal 27° mese dall’erogazione.
Il prestito MIA è assistito da cambiale agraria e correlato al 50% del fatturato 2022 della PMI, con un limite massimo di 30 mila euro per singola impresa.

La domanda potrà essere presentata esclusivamente in forma telematica sul portale dedicato (https://strumenti.ismea.it/) dalle ore 12.00 del 3 luglio e successivamente dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 17.00. Le domande saranno istruite secondo l'ordine cronologico di presentazione, fino ad esaurimento della dotazione finanziaria complessiva, pari a 15 milioni di euro.
I contratti di prestito, attivabili anche a distanza, dovranno essere firmati entro il 30 novembre 2023.

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26/06/2023, 18:04
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