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Confagricoltura 
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Agricoltura, Marchionne (Confagricoltura Toscana): “Da maggio 2020 costi dei prodotti agricoli più che raddoppiati”
Il direttore generale: “La Toscana può diventare un modello da seguire per lo sviluppo dei prossimi anni”

Firenze, 24 marzo 2022 - “I fatti della strettissima attualità dovuti alla guerra in Ucraina hanno peggiorato una situazione già critica. Da maggio 2020, infatti, abbiamo registrato un aumento complessivo dei costi dei prodotti agricoli del 54%, con i prezzi ai massimi livelli per il gas naturale e i fertilizzanti. Così come aumenti a doppia cifra anche per mangimi, energia elettrica e carburanti”. Lo ha dichiarato il direttore generale di Confagricoltura Toscana, Alessandro Marchionne, in un’intervista al Notiziario dell’Accademia dei Georgofili di cui è accademico onorario.

“L’Italia importa dall’Ucraina il 5% del grano tenero, il 15% di mais, il 40% di olio di semi – ha spiegato –, è necessario interrogarsi su come diventare un Paese più indipendente dal punto di vista energetico ed alimentare, mettendo in discussione, a questo punto, l’architettura appena costruita con il Green Deal di cui la nuova Pac (Politica agricola comune) ne rappresenta in parte lo spirito. Occorre fare affidamento sulla ricerca scientifica e tecnologica, e sulla formazione degli agricoltori”.

Ulteriori difficoltà che si sono palesate in un periodo già complesso, in cui l’agricoltura cercava di rilanciarsi dopo la crisi dovuta alla pandemia. “Questi due lunghi anni – ha aggiunto – hanno avuto un effetto su molti ambiti, non solo sanitario, ma verranno ricordati anche come acceleratori di sviluppo di concetti chiave come l’interdipendenza, la sostenibilità e la mobilità, riportando l’agricoltura al centro dello sviluppo dopo averla sempre considerata la ‘cenerentola’ tra i vari settori”. Uno sviluppo in cui proprio la Toscana può avere un ruolo chiave, “se riuscirà a valorizzare i propri asset, la varietà e qualità colturale, la coesistenza di aziende moderne e piccole realtà di nicchia e la presenza di importanti università e istituzioni pubbliche che abbiano la capacità di dialogare tutte tra loro. Ha tutte le potenzialità per diventare un modello da seguire su base nazionale, ma occorre una pianificazione strategica per ogni filiera agricola e non pensare giorno per giorno”.

Infine, Alessandro Marchionne ha fatto un bilancio sul suo primo mese da direttore generale di Confagricoltura Toscana. “Ciò che bisogna migliorare è la comunicazione, in modo da facilitare alle imprese l’accesso ai finanziamenti. Una delle ragioni per cui l’Italia non sfrutta adeguatamente i fondi europei sta proprio nel non mettersi nei panni del piccolo agricoltore che riceve certe comunicazioni dalla Regione e dalle organizzazioni confederali e, trovandole complesse, rinuncia a partecipare ai bandi. Uno dei miei obiettivi sarà proprio renderla più semplice e accessibile”.

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24/03/2022, 12:58
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Ungulati, Neri (Confagricoltura Toscana): “La politica non si nasconda, urgente modificare la legge sulla caccia”
Il presidente Marco Neri: “I danni ormai non sono più quantificabili, ma è un problema che i nostri politici potrebbero risolvere velocemente”

Firenze, 25 marzo 2022 - “La crisi dovuta ai due anni di pandemia, il dramma nel dramma rappresentato dalla siccità, l’aumento dei costi di produzione ormai raddoppiati: l’agricoltura ha di fronte una serie di criticità, ma c’è un problema, quello degli ungulati, che da anni crea danni enormi alle nostre aziende e che potrebbe essere risolto semplicemente attuando una modifica alla legge 157/92 che regolamenta la caccia, di cui si discute ormai da troppo tempo. Bisogna agire”. A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri.

“I danni alle attività agricole e all'ambiente – sottolinea Neri - hanno raggiunto livelli insostenibili”. C’è la necessità imminente di ristabilire un equilibrio nel rapporto tra l’agricoltura e la fauna, considerando la crescita della popolazione di quest’ultima.

“Danni che non sono nemmeno più quantificabili in maniera oggettiva perché in certe zone c’è stato un completo abbandono delle terre più colpite, e lì i numeri si sono abbassati. Invece c’è un gran bisogno di coltivare e la politica ha la responsabilità di mettere gli agricoltori nelle condizioni di tornare a seminare nei campi abbandonati a causa degli ungulati”.

“Motivo per cui la legge 157/92 deve essere modificata al più presto perché lontana dalla realtà e decisamente non attuale – prosegue il presidente di Confagricoltura Toscana -. Una normativa efficace dovrebbe considerare l’evoluzione della fauna così come quella dell’ambiente e delle aziende agricole. Se per risolvere alcuni problemi, come l’aumento vertiginoso dei costi di produzione dovuti alla situazione geopolitica, è necessario coinvolgere le sovrastrutture europee, in questo caso specifico dipende esclusivamente dalla volontà della politica italiana, che non si può più nascondere dietro a un dito: rispetto ad altre criticità questa può e dovrebbe essere risolta alla svelta”.

“Con l’attuale normativa – conclude Neri - le Regioni non hanno discrezionalità assoluta né potere di svincolarsi dai laccioli che impone la legge nazionale, e invece sarebbe necessario farlo per venire incontro alle esigenze particolari di ogni territorio. Un mutamento di fondo che consentirà alle Regioni di creare norme più specifiche, che non può più essere rimandato e al quale sarebbe favorevole anche il mondo venatorio”.

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25/03/2022, 20:00
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Siccità, l'allarme di Confagricoltura Toscana: “Raccolti a rischio, è dramma nel dramma”
Il presidente Marco Neri: “Con i costi di produzione raddoppiati situazione critica, serve l’aiuto delle istituzioni e della politica”


Firenze, 26 marzo 2022 - L’ultima giornata di vera pioggia nella nostra Regione risale a fine febbraio, a marzo invece abbiamo registrato livelli di siccità record e per gli agricoltori si è rivelata una catastrofe. “Lo definirei un dramma nel dramma, visto il periodo complesso che stavano già attraversando le nostre aziende, tra i tentativi di ripresa dal periodo pandemico e i costi di produzione che sono raddoppiati, complici anche le tensioni geopolitiche”. Così il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri commenta l’allarme lanciato dall’Autorità Idrica Toscana.

La situazione preoccupa a livello nazionale con numeri complicati che riguardano pure la rete idrica della nostra regione, anche se i modelli meteorologici sembrano dare speranza di pioggia per la prossima settimana. “È quello che speriamo - dice Neri - perché solo giorni di acqua continuativi possono mitigare gli attuali danni. Chi ha avuto la fortuna e la lungimiranza di fare le semine delle colture invernali con anticipo, prima delle piogge, può darsi che ne ricavi qualcosa se pioverà, chi ha seminato tardivamente, invece, rischia di avere gravi perdite e non si sa se sarà in grado di sviluppare il raccolto. È una situazione che ci tiene in apprensione e che proprio non ci voleva dopo tutto quello che abbiamo passato in questi anni”.

“Inoltre – aggiunge Neri – ci sono i vincoli dettati dalla Comunità europea e per gli agricoltori non è possibile cambiare colture a piacimento. Ad esempio, qualora il grano non nascesse, destinare i terreni ad altre semine: si rischiano delle sanzioni, secondo l’attuale Politica agricola comune (Pac). Servono norme più elastiche e la Pac è qualcosa che sicuramente andrà rivisto, è necessario un indirizzo di lungimiranza se davvero vogliamo tornare ad aumentare la capacità di produzione. Così com’è necessario che le istituzioni e la politica si riavvicinino agli agricoltori con aiuti tempestivi”.

“Si tratta di ulteriori perdite – conclude il presidente di Confagricoltura Toscana – in un periodo in cui i prezzi degli approvvigionamenti per semi e concimi, così come quelli della benzina che è sotto gli occhi di tutti, sono raddoppiati. Per uscirne dovranno essere prese decisioni nel rispetto di quel che dice la scienza e lavorando nel segno della sostenibilità, ma seguendo anche il buon senso dettato dall’economia per evitare conseguenze peggiori. C’è infine un problema che potrebbe essere risolto velocemente, con la modifica della legge 157/92, ed è quello degli ungulati per i quali i nostri politici dovrebbero attivarsi quanto prima”.

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26/03/2022, 18:51
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Agricoltura 4.0, ultrasuoni e un software per curare le viti
Si chiama “Kattivo” ed è nato dal partenariato tra due importanti aziende vitivinicole del Chianti,
l’agenzia formativa di Confagricoltura Toscana Erata, il Crea e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agrarie dell’Università di Firenze


Firenze, 31 marzo 2022 - Abbattere gli sprechi in vigna, curare le viti con meno fitofarmaci, risparmiare acqua e creare nuove occupazioni nel settore dell'agricoltura di precisione. Di tutto questo si è discusso al convegno finale del progetto 'Kattivo' per la messa a punto di una tecnologia all’avanguardia in grado di adattare gli irroratori di trattamenti fitosanitari alla dimensione della vite. L’agricoltura di precisione entra così nella campagna toscana, per tutelare al massimo la vite e garantire coltivazioni più sostenibili sia dal punto vista economico, per l’enorme riduzione degli sprechi di prodotti, che ambientale, con il drastico abbattimento delle emissioni.

Il convegno, alla Tenuta Ruffino di Bagno a Ripoli (Firenze), in via Poggio al Mandorlo, è servito dunque per fare il punto sul progetto nato dal partenariato tra Tenute Ruffino srl (capofila), la Società agricola San Felice spa, l’agenzia formativa di Confagricoltura Toscana Erata, il Crea e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agrarie dell’Università di Firenze (DAGRI). 'Kattivo' è finanziato dal Psr Toscana 2014-2020 (fondi Feasr).

Attraverso sensori ed ultrasuoni di ultima generazione, vengono misurati il volume e la densità della chioma della vite. Queste informazioni vengono trasmesse, attraverso un software, agli ugelli a portate differenti che regoleranno così la potenza e la dose della miscela in base alla dimensione della pianta. Il risultato della sperimentazione è un risparmio sensibile di fitofarmaci.

“Sono stati messi a punto degli atomizzatori capaci di ridurre le dosi di fitofarmaci irrorate nelle vigne – spiega Paolo Carnevali, agronomo della società milanese Ager, esperto in viticoltura di precisione e consulente per il progetto - Si passa dagli atomizzatori normali a quelli rateo-variabili, attraverso un kit di aggiornamento: dalla ricerca che è stata condotta abbiamo visto che i kit di aggiornamento funzionano come quelli tradizionali ma con un risparmio di volume di prodotto irrorato, intorno al 30% e dunque un notevole risparmio di acqua. Il trattamento è dunque più efficiente, sostenibile, inoltre garantisce una copertura dalle malattie”.

Chi ha macchinari non recenti, potrà comunque installare il kit di aggiornamento: “Il nostro obiettivo è questo - aggiunge Carnevali -. Non occorre sostituire la macchina, si può adattarla attraverso il kit”. Come è stato spiegato durante il convegno inoltre la diffusione su larga scala del progetto permetterà anche la creazione di nuovi posti di lavoro.

“Il progetto cerca di trovare delle soluzioni di adeguamento delle macchine attualmente in uso nelle aziende agricole per effettuare una irrorazione a rateo variabile, proporzionale alle esigenze della vegetazione - ha sottolineato Marco Vieri, professore ordinario di ingegneria agraria dell'Università di Firenze -. Questo comporta un risparmio di acqua e di risorse di prodotti chimici, che al momento non sono così compatibili con il green deal”.

“L'obiettivo è ridurre l'impegno dei fitofarmaci e l'impatto ambientale - ha detto Paolo Storchi, dirigente di ricerca del Crea -. Il lavoro serve a ottenere dei sistemi in grado di misurare lo spessore delle piante, come la densità delle foglie. Con la viticoltura di precisione possiamo realizzare l'intervento dove e quando necessario e nella dose adeguata”.

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31/03/2022, 16:43
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(Bologna, 9 aprile 2022) – Un'agricoltura di nuovo protagonista del territorio bolognese per offrire frutta e verdura locale, di qualità e sostenibile, in un’ottica di salvaguardia della biodiversità e di valorizzazione delle eccellenze produttive nostrane.

Alcune delle priorità segnalate più volte da Confagricoltura Bologna trovano ora un importante riscontro da parte dell’Amministrazione comunale felsinea, e in particolare dall’assessore Daniele Ara con delega all’Agricoltura.

“Ben vengano le aperture dell’assessore Ara. Finalmente la politica bolognese si accorge del ruolo fondamentale del settore primario dopo che, negli ultimi 30 anni, abbiamo osservato cattive politiche nazionali e locali che ci hanno a lungo penalizzato” - commenta Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna -. Nel nostro documento programmatico ‘In campis vita’ realizzato in occasione delle elezioni amministrative, avevamo più volte sottolineato quanto fosse importante che ristoranti e locali bolognesi valorizzassero maggiormente le produzioni locali, dal vino alla frutta passando per salumi e prodotti lattiero-caseari. Va in questa direzione la proposta dell’assessore Ara di realizzare una piattaforma logistica al Caab per rifornire la filiera del consumo fuori-casa; siamo pronti a sederci attorno ad un tavolo per darne attuazione, consapevoli che sia necessario organizzare una risposta strutturata da parte del mondo agricolo ad una domanda di prodotti che può riguardare anche importanti quantitativi”.

L’aumento dei costi delle materie prime, del carburante, di fertilizzanti e concimi – inasprito maggiormente dal conflitto in Ucraina – sta mettendo in forte difficoltà gli imprenditori agricoli bolognesi, alle prese anche con la siccità che impoverisce i terreni e incrementa i costi di produzione per la necessaria irrigazione. Proprio per questo Confagricoltura Bologna auspica una maggiore attenzione da parte delle Istituzioni locali.

“I 25mila pasti al giorno serviti nelle scuole bolognesi rappresentano un’altra opportunità molto importante per valorizzare le produzioni dei nostri agricoltori – aggiunge Garagnani – ma serve un progetto condiviso, di cui il Comune e la Città Metropolitana possono essere i capifila, per fare incontrare le diverse filiere, in questo caso ristorazione collettiva e aziende agricole. È fondamentale anche ragionare nuovamente sui vincoli urbanistici, che in molteplici occasioni hanno frenato le nostre attività produttive, special modo in collina - spesso invasa da una densità troppo elevata di ungulati, su cui si potrebbe ragionare per un progetto di carni selvatiche che dia un ritorno all'agricoltore. Serve quindi una riflessione sui disposti urbanistici previsti nel PTM e nel PUG del Comune di Bologna per coniugare la rivitalizzazione delle imprese agricole e le dotazioni aziendali. La mortificazione imprenditoriale delle aziende del territorio (soprattutto collinare) è frutto di una visione vincolistica che ne ha deteriorato le qualità produttive, marginalizzandole fino a determinarne la scomparsa. Se l'intenzione è quella di invertire la rotta, urge un approccio più ampio che evada dalle semplici enunciazioni e che si concretizzi in un nuovo progetto a favore di queste piccole ma vicine realtà aziendali”.

“Ci aspettiamo – sottolinea il presidente di Confagricoltura Bologna – che anche nelle politiche turistiche l’agricoltura possa avere un ruolo da protagonista, promuovendo pacchetti in grado di unire la visita alle bellezze della nostra città e dei nostri borghi ad attività esperienziali in agriturismi, fattorie didattiche, cantine vitivinicole, caseifici e in tutte quelle aziende agricole che possono raccontare un pezzo del nostro territorio”.

“Cogliamo con favore le proposte e le aperture dell’assessore Ara – conclude Garagnani – fiduciosi che alle dichiarazioni di intenti possano seguire progetti concreti, nella consapevolezza che la valorizzazione dell’agricoltura locale debba necessariamente passare dal coinvolgimento e dalla condivisione delle politiche con gli imprenditori agricoli e le loro rappresentanze. Troppo spesso tutto questo non è accaduto, ma siamo pronti a cogliere al balzo questo annunciato cambio di rotta”.

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09/04/2022, 17:03
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PNRR E MONDO AGRICOLO, GARAGNANI (CONFAGRICOLTURA):
"INDIRIZZARE LE RISORSE VERSO PROGETTI CONCRETI E FATTIBILI"

(Bologna, 21 aprile 2022) – "Abbiamo appena incassato la prima rata da 21 miliardi del PNRR e il Piano Nazionale Ripresa Resilienza è uno strumento che il Paese, e l'agricoltura, non deve sprecare: attraverso queste risorse è possibile coniugare quantità, qualità e sostenibilità delle produzioni agricole, spingere sulle infrastrutture necessarie al tessuto imprenditoriale italiano e evidenziare ulteriormente il ruolo green del settore primario grazie alla possibilità di produrre energia, un aspetto quantomai attuale nel contesto geopolitico che stiamo vivendo, dove per l’appunto la diversificazione del paniere energetico è all'ordine del giorno. Il PNRR sarà la vera sfida di quest'anno e per questo deve essere indirizzato verso progetti concreti e fattibili”.

È questo il commento di Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna, in occasione dell’evento “PNRR e Filiera Agroalimentare”, organizzato da Azione Bologna e tenutosi nel pomeriggio di oggi presso la Sala Marco Biagi in via Santo Stefano.

"Le risorse del PNRR serviranno a rilanciare la filiera agro-alimentare a Bologna e provincia. Le idee ci sono e sono molteplici. Bisogna ora capire se e come si potranno sviluppare insieme alle Istituzioni - prosegue Garagnani - L'agrivoltaico e il parco agrisolare sono due aspetti strategici: terreni marginali e strutture agricole possono essere dedicati alla produzione di energia verde, inoltre il biogas e bio metano hanno potenzialità enormi. In merito, sarà importante la strategia che vorrà adottare il nostro Governo, che ha deciso di limitare l’intensità massima di aiuto al 40% delle spese ammissibili relative al solo impianto di produzione di energia elettrica, ivi comprese le ulteriori infrastrutture ed impianti necessari al suo ordinario funzionamento. Servirebbe uno sforzo in più per incentivare maggiormente a seguire questo percorso. L’agricoltura ha tutte le carte in regola per essere protagonista della transizione ecologica: può continuare a produrre cibo in maniera sempre più sostenibile e responsabile, sviluppando però filiere circolari che diversificano il reddito degli imprenditori agricoli e supportano il Paese in questa delicata transizione”.

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21/04/2022, 20:01
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CONFAGRICOLTURA BOLOGNA E LA CASTANICOLTURA DEL FUTURO:
“AGGREGAZIONE TRA I PRODUTTORI PER SVILUPPARE IL COMPARTO”

(Bologna, 23 aprile 2022) – “I numeri parlano chiaro: l’Appennino Bolognese è tra gli areali castanicoli più importanti dell’Emilia Romagna, ma serve un’ulteriore aggregazione tra tutti i produttori di castagne e marroni per continuare a crescere e rispondere alla richiesta sempre più elevata che arriva dal mercato, dove i consumatori riconoscono e apprezzano questi prodotti del territorio”.

È questo il messaggio lanciato da Confagricoltura Bologna in occasione dell’evento “Noci e frutta a guscio in Emilia-Romagna” tenutosi sabato 23 aprile a Palazzo Re Enzo in occasione del Cibò, il Festival dei Sapori d’Italia.

I Consorzi dei Castanicoltori dell’Appennino Bolognese, dell’Alto Reno e di Castel del Rio hanno infatti prodotto oltre 4000 quintali tra castagne e marroni nel 2021. Si tratta di volumi rilevanti, anche se in calo del 43,60% rispetto al 2020.

“Purtroppo la produzione dello scorso anno è stata colpita duramente dall’andamento climatico sfavorevole, con i mesi estivi di totale siccità che hanno compromesso la campagna - spiega Marco Carboni, membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Castanicoltori Appenino Bolognese - Siamo però rimasti particolarmente soddisfatti per quanto riguarda la qualità delle castagne e dei marroni, che è stata di altissimo livello. Le prospettive per il futuro sono pertanto buone: c’è voglia di investire in questo comparto e di migliorare ulteriormente ogni singolo dettaglio, produttivo e organizzativo, per cercare di incrementare la produzione e promuovere la qualità espressa dai nostri castagneti”.

Una delle chiavi vincenti per raggiungere questo obiettivo è il ruolo dei Consorzi e delle diverse realtà capaci di aggregare produzione e offerta.

“Mai come in questo caso si può dire che è l’unione a fare la forza - commenta Claudio Cervellati, responsabile dell’Ufficio Forestazione di Confagricoltura Bologna - Siamo fortunati, nella nostra Provincia, ad avere diversi soggetti e tutti di grandissimo livello. I Consorzi hanno infatti la grande capacità di aiutare i giovani e i piccoli agricoltori nella loro crescita, fornendo tutte le conoscenze e gli strumenti necessari per poter tramandare questa attività. Sarà importante quindi che questi rapporti possano svilupparsi ulteriormente, continuando così quel percorso di crescita che pone ancora una volta Bologna e l’Emilia Romagna ai primi posti a livello nazionale”.

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24/04/2022, 14:01
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Latte, Confagricoltura Toscana: “Prezzi più bassi della media italiana e troppa disparità con prodotti a marchio: stalle a rischio chiusura"
Il presidente Marco Neri: “Anomalie aggravate da caro energia: servono soluzioni rapide, i produttori hanno già sofferto troppo"
Firenze, 25 aprile 2022. “Per il latte toscano gli allevatori percepiscono mediamente dai 36 ai 38 centesimi al litro, mentre nel resto d’Italia si toccano i 50 centesimi: è un’anomalia da correggere in fretta, se non vogliamo vedere chiudere le nostre stalle nell’arco dei prossimi mesi”. Lo afferma Marco Neri, presidente Confagricoltura Toscana, che aggiunge: “Accogliamo con piacere gli sforzi della grande distribuzione, che si è impegnata a riconoscere 3 centesimi in più al litro ai produttori, ma ancora non basta. Arrivare alla soglia del mezzo euro equivale alla sopravvivenza, sotto il settore va in crisi”.

La situazione è oggi ancora più drammatica a causa di una seconda importante discrasia. “Sugli scaffali dei supermercati interviene un altro fattore che alimenta lo squilibrio e penalizza i prodotti locali: il latte a marchio viene costantemente venduto sotto l’euro, spesso a 0,99 centesimi, mentre quello locale oscilla tra 1,60 e 2 euro al litro. Se non si lavora per una concreta e rapida parificazione dei prezzi, non ci potrà mai essere partita tra la grande distribuzione e le piccole filiere toscane”.

Il quadro si fa ancora più tetro se si aggiunge il caro energia determinato dal conflitto in Ucraina: “I produttori sono in grande affanno anche perché i costi sono triplicati, ma il prezzo del latte non viene rivalutato seriamente da anni. Se Regione e Governo non si impegnano per supportare davvero la filiera zootecnica, l’unica conclusione sarà la chiusura delle stalle, con una conseguente crisi occupazionale senza precedenti”.

Non solo, perché dalla tenuta complessiva del sistema dipendono molteplici e ulteriori segmenti. “In mancanza di misure correttive si preannuncia una sequela di effetti a cascata negativi, come la perdita pressoché totale di un circuito virtuoso composto da animali, prati messi a foraggio e prodotti tipici derivanti dal latte come i formaggi. Con il loro impegno gli allevatori toscani contribuiscono inoltre a ridurre lo spopolamento e il degrado dei nostri territori di campagna. Chi pensa che la crisi sarà delimitata - conclude Neri - si sbaglia quindi di grosso. Ecco perché il momento di intervenire è adesso”.

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25/04/2022, 14:57
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Gentili colleghi,
Confagricoltura Bologna richiede la modifica del Piano Territoriale Metropolitano (PTM) e l'uniformità con i Piani Urbanistici: le norme, allo stato attuale impediscono lo sviluppo e di valorizzazione dell'interno territorio, compreso quello rurale. Il tema è stato al centro del convegno "Ecosistemi agricoli e Piano Territoriale Metropolitano: letture critiche", tenutosi martedì 26 aprile a Bologna.

Di seguito e in allegato trovate il comunicato stampa, un’immagine del convegno e uno scatto di Marco Casali, vice-direttore di Confagricoltura Bologna.

Grazie per la collaborazione,

Daniele Mattioli
338.8691404


CONFAGRICOLTURA BOLOGNA: “STOP ALLA GIUNGLA DELLE REGOLE,
COSÌ SI BLOCCANO SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO”

Confagricoltura Bologna chiede la modifica del Piano Territoriale Metropolitano (PTM) e uniformità con i Piani Urbanistici dei Comuni.
“Le Amministrazioni impediscono agli agricoltori di intervenire ma chiedono le tasse su immobili inutilizzabili, così non può continuare”

(Bologna, 27 aprile 2022) – Stop alla “giungla urbanistica” tra Comuni e Città Metropolitana di Bologna che blocca la piena valorizzazione degli immobili rurali, non consentendo agli agricoltori di mettere a disposizione della comunità un patrimonio edilizio storico che può contribuire allo sviluppo a consumo zero di territorio.

È questa la forte richiesta avanzata da Confagricoltura Bologna nell’ambito del convegno “Ecosistemi agricoli e Piano Territoriale Metropolitano: letture critiche” tenutosi martedì 26 aprile, a Bologna nell’Aula Magna della Facoltà di Agraria in Viale Giuseppe Fanin. Tante le associazioni che hanno aderito all’iniziativa: Confedilizia Bologna, Copagri, Terra Viva Emilia-Romagna, CIA Imola, l’Ordine degli Agronomi e Forestali della Provincia di Bologna, l’Ordine dei Periti Agrari di Bologna e AITE (Associazione indipendente Ingegneri, Architetti, Dottori Agronomi, Geometri, Periti Industriali, Periti Agrari e Geologi)

“Ribadiamo fortemente la necessità di revisionare totalmente il Piano Territoriale Metropolitano (PTM), soprattutto per quanto concerne la tutela e la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale” ha spiegato Marco Casali, vice direttore di Confagricoltura Bologna.

“Patrimoni edilizi di proprietà degli agricoltori, come ad esempio le case coloniche, che devono essere riconosciuti e valorizzati, e non lasciati in un pericoloso stato di degrado e di abbandono perché bloccati dai vincoli urbanistici. Anzi - aggiunge Casali -“l’agricoltore deve pagare le tasse su questi immobili senza nemmeno poterli utilizzare. Insomma: le Amministrazioni pubbliche ne impediscono la valorizzazione con interventi edilizi, ma al contempo vogliono riscuotere. È necessario quindi un rapido cambiamento del Piano Territoriale Metropolitano”.

La modifica del Piano Territoriale Metropolitano (PTM) dovrà portare poi, in futuro, anche ad una uniformità attuativa attraverso l’adozione al livello Comunale di Piani Urbanistici Generali che abbiano appunto regole comuni. Ma per fare questo “è necessario prima eliminare i molteplici tratti del PTM che possono essere soggetti a interpretazioni diverse” - spiega Casali - “e in secondo vigilare sui PUG comunali affinché questa uniformità sia assicurata poi nei regolamenti operativi. Un lavoro non certo semplice ma necessario se vogliamo dotarci di strumenti che possano funzionare da qui fino al 2050”.

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27/04/2022, 11:03
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Vino, le congratulazioni di Confagricoltura a Lamberto Frescobaldi: “Persona di grande esperienza, è una garanzia”

Il presidente Marco Neri commenta l'elezione della nuova guida dell'Unione italiana vini: “Da parte nostra massima collaborazione”

Firenze, 4 maggio 2022 - “Congratulazioni e auguri di buon lavoro a Lamberto Frescobaldi, nuovo presidente di Unione italiana vini. E' una persona di grande esperienza, siamo molto soddisfatti”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri dopo l'elezione di Frescobaldi a nuovo presidente dell'Uiv. Eletto all'unanimità a Roma, il presidente della Marchesi Frescobaldi succede a Ernesto Abbona e sarà affiancato dai vicepresidenti Chiara Lungarotti (amministratore unico delle Cantine Lungarotti) e Sandro Sartor (AD Ruffino Group e regione Emea di Constellation Brands).

“Frescobaldi rappresenta una garanzia per l'intero settore - ha aggiunto Neri -. La sua elezione a presidente dell'Unione italiana vini porterà vantaggi a tutto il comparto. Da parte nostra la collaborazione sarà massima”.

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04/05/2022, 20:22
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