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Roma, 13 marzo – È con estremo favore che Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) accoglie l’iniziativa del Sottosegretario del Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Sovranità alimentare (MASAF), Senatore Patrizio Giacomo La Pietra, volta a superare le criticità emerse nell’applicazione della normativa su “Granaio Italia”.
Su iniziativa del Sottosegretario si è tenuto oggi un tavolo, al quale hanno preso parte tutti gli attori della filiera cerealicola italiana coinvolti dalla norma, per trovare soluzioni condivise e procedere il più rapidamente possibile all’applicazione del registro cereali, con l’obiettivo comune di evitare un aggravio degli oneri a carico delle aziende e di semplificare dal punto di vista burocratico gli adempimenti per gli operatori appartenenti ad una filiera produttiva e commerciale che si trova alla base di una larga fetta dell’agroalimentare italiano.
Il Sottosegretario, nel rivendicare la bontà della norma che garantisce maggiore trasparenza sulla provenienza dei cereali di produzione nazionale, ha sottolineato l’intento di voler ottimizzare la norma per realizzare al meglio lo scopo prioritario della legge che resta quello di effettuare un accurato monitoraggio delle produzioni cerealicole nazionali.
Assalzoo vede in questa iniziativa, tanto a livello formale che a livello sostanziale, un esempio di quanto sia importante il confronto tra mondo produttivo e mondo istituzionale e auspica che una tale forma di dialogo e approccio di risoluzione dei problemi possa diventare una proficua consuetudine anche per il futuro.
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14/03/2024, 15:03 |
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Marco
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Assalzoo, un 2023 positivo: sale la produzione, cresce l’occupazione. Contratto lavoratori e investimenti, due elementi di spinta per il futuro Brescia, 29 maggio – Torna sopra la soglia delle quindici milioni di tonnellate la produzione mangimistica. Aumenta il volume degli occupati nel settore. Si riduce in maniera sostanziale il fatturato, soprattutto a seguito del forte rallentamento della dinamica inflazionistica, che ha permesso di ridurre le pressioni dei prezzi sulle materie prime agricole. È stato firmato un rinnovo contrattuale per i lavoratori e sono aumentati gli investimenti per l’ammodernamento del settore. I principali elementi del 2023 vedono la mangimistica italiana che, nonostante le contingenze, mostra uno stato di salute positivo. I dati sono stati presentati da Assalzoo - Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici - in occasione dell’Assemblea annuale tenutasi presso la Cantina Villa Franciacorta di Brescia. “Si tratta – esordisce Silvio Ferrari, Presidente Assalzoo – di un anno tutto sommato positivo per il nostro settore. La produzione ha ripreso la spinta verso la crescita. Siamo riusciti a contrarre i costi di produzione, grazie anche alla conclusione della bolla energetica. Questo ci ha permesso di tenere i prezzi sotto controllo e di aiutare la ripresa dell’intera filiera zootecnica che dipende dai mangimi. Sono soddisfatto del fatto che, come settore, continuiamo a investire tanto sui lavoratori - nostra forza principale - con la firma del nuovo contratto di categoria, quanto sul nostro business, continuando a innovare per migliore efficienza e sostenibilità”. I numeri - Andando al confronto diretto con i numeri (riassunti nella tabella allegata), nel 2023 è ripresa la spinta produttiva, rilevata negli anni precedenti e che aveva subito una brusca interruzione nel 2022. A testimoniarlo è il riposizionamento al di sopra della soglia delle 15 milioni di tonnellate di mangimi prodotti. Dagli stabilimenti italiani sono uscite 15 milioni 357 mila tonnellate di alimenti per animali, con un’espansione del 2,6% rispetto al 2022. Fatturato - All’aumento di produzione fa riscontro un calo sostanziale del fatturato, che resta tuttavia ben posizionato sopra i 10 miliardi di euro, pur evidenziando una contrazione di circa il 14% sull’anno precedente. Analizzando le singole voci, i mangimi hanno prodotto ricavi per 6 miliardi e 705 milioni di euro, le premiscele per 1,315 miliardi e il pet-food per 2,240 miliardi. Questa discesa del fatturato rappresenta in qualche modo un elemento di stabilizzazione conseguente alla discesa dell’inflazione nel corso dell’anno. Minori costi energetici e minori costi di approvvigionamento di materie prime hanno permesso una riduzione dei costi di produzione e quindi una migliore trasmissione nella catena del valore rispetto a tutto il settore zootecnico. Costi produzione - C’è in prima istanza da evidenziare una sostanziale diminuzione del costo delle materie prime. Nel 2023 si è assistito alla fine della bolla inflazionistica e a una riduzione di quasi il 25%. Questo trend è stato amplificato dalla riduzione anche dei prezzi energetici. Il riposizionamento verso il basso delle due voci di costo principali per l’industria dei mangimi ha permesso alle aziende del settore di lavorare con una maggiore tranquillità gestionale che si è poi riversata sull’importante riduzione dei prezzi dei mangimi su tutta la filiera successiva. In un contesto di relativa tranquillità generale non va tuttavia dimenticato il persistere di un elemento di debolezza strutturale dell’agroalimentare italiano: la critica dipendenza dall’approvvigionamento di materie prime dell’estero. Questa situazione espone in ogni caso l’alimentare italiano ai rischi della speculazione e delle oscillazioni di mercato. Export – Va sottolineato che la produzione italiana soddisfa le esigenze del mercato interno. Le importazioni incidono infatti in modo modesto rispetto alla produzione interna e sono compensate dalle esportazioni. I dati del commercio estero evidenziano, infatti, una sostanziale equivalenza dei volumi di mangimi in entrata e in uscita. Tuttavia, a pesare è il maggior valore dei prodotti importati che determina un disavanzo commerciale purtroppo in crescita ulteriore anche nel 2023. Lavoro e investimenti – Da evidenziare, in primo luogo, la crescita degli occupati nel settore. Nonostante le oscillazioni dei mercati, la mangimistica ha infatti evidenziato nell’ultimo anno un aumento delle unità impiegate dall’industria mangimistica. Un segnale incoraggiante che si lega – nella continua valorizzazione della forza lavoro del settore – al rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. È stato infatti firmato un primo accordo di rinnovo contrattuale, poi seguito all’inizio del 2024 dal rinnovo del contratto nazionale di categoria. Ciò ha determinato un aumento dell’impatto derivante dalle dinamiche salariali, che ha permesso ai lavoratori di recuperare i costi dell’inflazione. A questo si aggiunge la ripresa della spinta agli investimenti per un settore che ha davanti a sé un futuro sfidante in ottica di efficienza, sostenibilità ambientale e circolarità economica. “Da Presidente Assalzoo – evidenzia Ferrari – non posso non guardare con favore il giusto riconoscimento salariale ai lavoratori che sono la forza del settore e permettono di sviluppare una filiera economica tra le più importanti in Italia. Nel 2023 c’è stato un primo riconoscimento per gli addetti del settore, che è poi proseguito nel 2024 con il rinnovo del contratto nazionale. Si è trattato di un processo lungo, con alti e bassi, ma il risultato che ne è scaturito è di certo un elemento di positività e permette a tutti noi, lavoratori e imprenditori, di guardare con più fiducia al futuro. Mi fa poi piacere, osservando la dinamica degli investimenti, che i miei colleghi del settore continuino a investire nella mangimistica, migliorando costantemente il processo produttivo e la qualità del prodotto. Questa ricerca dell’eccellenza è sicuramente un tratto dell’alimentazione zootecnica tricolore che permette la produzione di quei prodotti alimentari unici al mondo e vero motore del nostro export alimentare”.
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29/05/2024, 16:49 |
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Assalzoo, Regolamento EUDR: importante azione del Governo con richiesta di rinvio di applicazione ROMA, 18 settembre – “La richiesta del Ministro Lollobrigida a nome del Governo di chiedere un rinvio per l’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR) va accolta con estremo favore e conferma la sensibilità dell’esecutivo italiano sulle questioni del mondo agroalimentare”. È questo il primo commento di Silvio Ferrari, presidente Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici.) Il nuovo Regolamento, la cui entrata in vigore è prevista con la fine di quest’anno, cioè a partire dal 31 dicembre 2024, prevede una serie di adempimenti particolarmente stringenti rispetto all’importazione di materie prime agricole che non possono essere prodotte su terreni deforestati dopo il 2020, tra le quali è ricompresa anche la soia, una materia prima di rilevanza strategica per l’intera industria agroalimentare e mangimistica europea e italiana. “Emerge con chiarezza la necessità di avere a disposizione un periodo più lungo per consentire a tutti gli operatori della filiera di poter applicare concretamente una normativa fortemente complessa dal punto di vista sia tecnico che amministrativo ed economico per le aziende. Un passaggio così ravvicinato – prosegue Ferrari – potrebbe determinare l’interruzione della catena di approvvigionamento alimentare e mangimistico con danni che andrebbero a ricadere sull’intero sistema dei consumi con aumenti di prezzi e danni alla già debole domanda interna. Non va dimenticato infatti che l’85% del fabbisogno interno di soia sia d’importazione ed ogni oscillazione nella disponibilità del prodotto potrebbe innescare improvvisi aumenti nell’acquisto di questa materia prima con ripercussioni immediate sui prezzi per tutta la filiera fino al consumatore finale”. “A ciò si aggiunge – continua il presidente Assalzoo – il rischio competitivo per le aziende del settore mangimistico che si troverebbero esposte rispetto a una materia prima di fondamentale importanza, come la farina di soia. Va ricordato inoltre come l’industria mangimistica è già da tempo impegnata sul fronte della sostenibilità degli approvvigionamenti (risale al 2015 l’adozione delle Linee guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile da parte di FEFAC, la Federazione europea dei mangimisti a cui aderisce anche Assalzoo)”. “Si muove quindi – conclude Ferrari – nella giusta direzione la richiesta del Governo di prorogare l’entrata in vigore del nuovo EUDR e di elaborare, nel periodo transitorio che si apre con il 2025, una strategia in accordo con la Commissione europea di progressiva applicazione delle normative per definire al meglio gli obblighi che spettano agli operatori del settore a livello informativo, procedurale e, in prospettiva, di certificazione specifica. L’auspicio è che tale richiesta venga accolta in sede comunitaria”.
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18/09/2024, 19:59 |
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ASSALZOO, Regolamento EUDR: bene rinvio applicazione al 2026 ROMA, 4 ottobre – La proposta della Commissione di rinviare l’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR) si muove nella giusta direzione e va accolta con favore. È questa la posizione di Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici) a seguito del rinvio d’applicazione del regolamento al 2026. Il nuovo Regolamento, la cui entrata in vigore sarebbe prevista con la fine di quest’anno, cioè a partire dal 30 dicembre 2024, prevede una serie di adempimenti particolarmente stringenti riguardo all’immissione sul mercato dell’Unione Europea di materie prime agricole che non possono provenire da terreni deforestati dopo il 2020, tra le quali è ricompresa anche la soia, una materia prima di valenza strategica per l’industria mangimistica e per tutto l’agroalimentare italiano ed europeo. In proposito è importante sottolineare che, da tempo, l’industria mangimistica si è attivata per garantire la sostenibilità degli approvvigionamenti in via volontaria. È infatti dal 2015 che sono in vigore le Linee guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile adottate da parte della FEFAC (la Federazione europea dei mangimisti a cui aderisce anche Assalzoo). In queste linee guida sono già indicati con chiarezza molti comportamenti cui devono attenersi gli operatori che importano soia. Le linee guida, oltre a fornire utili indicazioni per l’adempimento degli obblighi normativi, pongono l’attenzione su questioni importanti come la tutela dei lavoratori, la responsabilità ambientale e le buone pratiche agronomiche - nell’ultima modifica del 2023 il parametro facoltativo relativo alla deforestazione è divenuto un parametro essenziale portando le richieste delle linee guida, e conseguentemente di tutti gli schemi che vi si rapportano, al rispetto della normativa sulla deforestazione. Il rinvio nell’applicazione del Regolamento proposto dalla Commissione è quanto mai necessario perché la normativa oltre a essere estremamente onerosa e complessa nella sua declinazione pratica contiene anche una serie di appesantimenti burocratico-amministrativi che complicano in modo ingiustificato l’operatività delle aziende, senza peraltro offrire maggiori garanzie sul contrasto alla deforestazione. Storture che sarebbe assolutamente opportuno cercare di correggere in questi dodici mesi di rinvio per rendere l’applicazione della norma più efficace ed efficiente. A tal proposito sarebbe necessario snellire un sistema che oggi prevede, a carico di tutti gli operatori della filiera, una ripetizione di comunicazioni e garanzie che dovrebbero essere limitate solo nei confronti del primo soggetto che immette sul mercato comunitario uno dei prodotti indicati dal regolamento, sollevando in tal modo il resto della filiera dal dover riprodurre inutilmente e onerosamente la stessa certificazione. Un circolo vizioso che rischia non solo di bloccare la circolazione delle merci, ma anche di generare un forte aumento dei costi a danno della filiera e del consumatore finale, senza peraltro offrire maggiori garanzie di sostenibilità. Allo stesso modo dovrebbero essere previste procedure nettamente più semplificate nel caso di prodotti coltivati all’interno dell’Unione Europea, dove il rischio deforestazione è quasi inesistente, evitando di penalizzare inutilmente i produttori comunitari da sempre sensibili al tema della sostenibilità. I prossimi dodici mesi devono rappresentare, pertanto, non un semplice rinvio dell’applicazione di una norma, ma l’opportunità per gli operatori di prepararsi al meglio ai nuovi adempimenti e per il legislatore di correggere quelle storture del Regolamento che sono finora emerse, per renderlo davvero utile all’ambiente e al sistema alimentare europeo: questo è l’auspicio di Assalzoo.
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04/10/2024, 18:21 |
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Assalzoo, Manovra 2025: stanziamento per ricerca Tea segnale importante ROMA, 25 ottobre – Lo stanziamento di nove milioni di euro per proseguire nella ricerca finalizzata alle sperimentazioni delle tecniche di editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenesi a fini sperimentali e scientifici, inserita nella Manovra di bilancio per il 2025, rappresenta un segnale di grande importanza che conferma la volontà da parte del Governo Meloni di sostenere il progresso scientifico e l’innovazione in ambito agricolo. Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici), che da anni si impegna per una maggiore apertura alla ricerca e al riconoscimento dei progressi scientifici in ambito agroalimentare, accoglie con grande favore questo investimento pubblico fondamentale per contribuire a garantire la sovranità alimentare del Paese. Nel dettaglio, come si può leggere nel testo della Manovra, il finanziamento è concesso al Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) mediante un contributo annuo di 3 milioni di euro per il triennio 2025-27. Nello stesso articolo va accolto con favore un altro elemento di rilevanza per la filiera zootecnica, vale a dire lo stanziamento di tre milioni di euro per il triennio 2025-27 per favorire la prosecuzione del Progetto LEO Livestock Environment Opendata, che ha l’obiettivo di realizzare una mappatura digitalizzata dell’intero patrimonio zootecnico italiano che si inserisce nella completa operatività della Banca Dati Unica Zootecnica (BDUZ). Per Assalzoo è fortemente auspicabile che, nel percorso di approvazione della manovra, questi stanziamenti di bilancio vengano confermati per non lasciare indietro la nostra agricoltura, chiamata a confrontarsi con sfide sempre più severe dettate dal cambiamento climatico, dall’esigenza di una maggiore sostenibilità e dalla necessità di sicurezza degli approvvigionamenti, consentendo di favorire una maggiore disponibilità di materie prime di origine italiana indispensabili per le nostre produzioni alimentari che, altrimenti, non si possono che importare dall’estero.
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25/10/2024, 20:06 |
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FeedEconomy: 150 miliardi di euro il valore economico complessivo e 840mila imprese coinvolte. Assalzoo presenta il secondo report di filiera Roma, 12 dicembre – Emergono numeri di grande rilevanza economica dal secondo report economico sulla FeedEconomy promosso da Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici), in collaborazione con l’ente di ricerca indipendente Nomisma, presentato oggi presso la Sala Cavour del MASAF (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste): 150 miliardi di euro il valore economico complessivo e oltre 840mila aziende coinvolte. Questo numero è la risultante della parte più propriamente produttiva (agricoltura, trasformazione industriale ed export) e della spesa delle famiglie per l’insieme dei prodotti di origine animale. “Con il secondo report – evidenzia Silvio Ferrari, presidente Assalzoo – confermiamo l’importanza della scelta strategica, condivisa dall’Associazione nella sua totalità, di introdurre una categoria economica che restituisca complessivamente il ruolo che la mangimistica svolge nella filiera alimentare italiana. La FeedEconomy definisce appunto questo filo rosso che lega l’alimentazione zootecnica al consumatore finale. Aver trovato il modo di rendere questo filo comprensibile a tutti è per noi un elemento di estrema positività e rappresenta un impegno di lungo periodo”. Il secondo report - Come già indicato lo scorso anno, la FeedEconomy è l’economia derivante dal feed, il mangime. In questa prospettiva, la mangimistica è lo snodo principale di una catena produttiva molto articolata che lega la produzione primaria agricola, l’allevamento, la trasformazione industriale e i servizi commerciali, fino ai consumi delle famiglie. In questo secondo rapporto è stata aggiunta, a completamento della visione annunciata l’anno precedente, la parte appunto relativa alla grande distribuzione che rappresenta l’anello conclusivo della filiera prima del consumatore finale. La parte produttiva - Entrando nei dettagli dei numeri, la FeedEconomy italiana ha un giro d’affari complessivo di 150 miliardi di euro e coinvolge oltre 840mila aziende. Il dato è la risultanza della somma del giro d’affari delle varie componenti di filiera: la componente agricola dedicata all’alimentazione animale, che con 24,354 miliardi rappresenta il 37% del totale agricolo; la produzione alimentare legata alla zootecnica, che con circa 54,937 miliardi di valore rappresenta il 39% della produzione complessiva; la componente di export, che pure contribuisce alla bilancia commerciale con l’estero, per 10,9 miliardi di euro (comprendente materie prime agricole, mangimi, capi vivi, carni fresche e salumi, prodotti lattiero-caseari) pari a circa circa il 18% del totale. La spesa delle famiglie - Alle voci di natura produttiva (agricola, industriale e commerciale) si affianca poi la spesa alimentare degli italiani, altri 59,875 miliardi circa, vale a dire il 38% del totale. Nel complesso la FeedEconomy arriva così a 150 miliardi di euro. I numeri della Feed economy, che sono raccolti nello studio Nomisma, dimostrano il ruolo decisivo che i prodotti legati alla zootecnia hanno all’interno dell’economia nazionale. Assalzoo ritiene necessario proseguire questo percorso di analisi e di diffusione dei dati, permettendo di evidenziare l’importanza che riveste la filiera delle produzioni di origine animale e la sua reale dimensione all’interno del settore agroalimentare italiano. Prodotti di origine animale che rappresentano una componente fondamentale in una dieta equilibrata come lo è quella mediterranea di cui sono parte integrante. Il feed al centro - “Lo scorso anno è stato l’avvio di un percorso. Ma l’intuizione è stata giusta e quindi siamo contenti di poter proseguire e portare avanti questa iniziativa” sottolinea Lea Pallaroni, Direttore Generale Assalzoo. “Con la FeedEconomy – prosegue Pallaroni – il valore della mangimistica, inteso non solo dal punto di vista economico ma strategico all’interno della filiera zootecnica, è finalmente messo in primo piano all’interno del ramificato settore agroalimentare. Quest’anno il report è ancora più ricco, contiene ulteriori dati e fornisce un quadro più ampio. È un percorso che abbiamo intrapreso con riscontri importanti e vogliamo proseguire su questa direttrice”. Assalzoo - “La FeedEconomy è la spina dorsale del Made in Italy alimentare” ricorda Ferrari. “Il report non lascia spazio a dubbi. Fatturato, occupazione, produzione, sicurezza alimentare, tradizione e cultura: l'agro-zootecnico-alimentare italiano è davvero uno dei fiori all’occhiello del nostro sistema paese. Da mangimista, con i miei colleghi imprenditori di Assalzoo sono – e siamo – davvero molto orgogliosi di accendere i riflettori su un settore troppo spesso sottovalutato se non addirittura a volte visto con sospetto, al quale vogliamo venga restituita la dignità che merita. E si tratta di riflettori che mettono in primo piano il valore, la capacità di rispondere alle esigenze del mercato e la qualità di un lavoro che rende l’agroalimentare italiano un modello in tutto il mondo”. “Ed è anche per questa ragione che abbiamo voluto mettere a disposizione di tutti il nostro contributo. È uno strumento di conoscenza a disposizione di politici, Istituzioni, stakeholder, media e opinione pubblica che ci auguriamo possa aiutare a comprendere al meglio la rilevanza di questa filiera lunga. L’auspicio è che, anche grazie a questi numeri così importanti, si riesca a far comprendere al meglio le esigenze del mondo zootecnico e il ruolo che esso riveste nella definizione del ‘Sistema agro-zootecnico-alimentare Italia’, un sistema strategico per contribuire ad assicurare la sovranità alimentare del Paese, e che porta alta la bandiera dell’agroalimentare italiano nel mondo”, conclude il presidente Assalzoo.
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12/12/2024, 15:45 |
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Assalzoo: Addio al Presidente Giordano Veronesi Roma, 24 gennaio – È venuto a mancare Giordano Veronesi, Presidente emerito di Assalzoo e Grand Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. L’Associazione tutta esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa del grande imprenditore e dell’uomo che ha dato un contributo fondamentale a rendere la mangimistica e il settore zootecnico e alimentare nel suo complesso, un’eccellenza del panorama economico italiano. “Il trasporto personale, in questo momento, è davvero grande” ricorda Lea Pallaroni, Direttore Generale Assalzoo “Giordano Veronesi ha lasciato un segno profondo e ha rappresentato un esempio e un modello per tutta l’industria mangimistica e per l’Associazione. Ricorderemo tutti il Dott. Giordano per essere stato un imprenditore dalle grandi doti professionali e umane che ha profuso con passione, caparbietà e tenacia la sua instancabile attività in favore del settore mangimistico italiano. Qui in Associazione viene e mancare un riferimento per tutti, quasi un padre, e ci stringiamo con affetto al dolore del past president Marcello Veronesi e di tutta la famiglia Veronesi”. Giordano Veronesi nasce a Lugo di Grezzana (VR) nel 1940; i genitori sono Apollinare Veronesi (l’indimenticato fondatore del Gruppo Veronesi) e Cesira Girlanda. Si laurea nel 1966 in Medicina Veterinaria all’Università degli Studi Milano con il massimo dei voti e si specializza in Patologia Aviarie all’Università degli Studi di Bologna nel 1972. Ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi: è Presidente dell’Associazione Granaria di Verona dal 1979 al 1998 e tra il 1991 e il 1997; Presidente dell’Associazione degli industriali della provincia di Verona-Confindustria; è Vicepresidente della Veronesi Finanziaria S.p.A dal 1989 al 2004 e dal gennaio 2005 ne diventa Presidente. Lega la sua carriera imprenditoriale alla rappresentanza associativa dell’industria mangimistica italiana sin dal 1981, quando diventa prima Vicepresidente Assalzoo e poi Presidente dal 1989 – carica che mantiene per 12 anni – fino al 2001. Subito dopo e fino ad oggi è stato Presidente Onorario dell’Associazione. Ha svolto importanti incarichi a livello europeo, come la Vicepresidenza di Fefac del 2004 e dal 2009 gli è stato conferito il titolo di Membro Onorario della stessa Federazione. Giordano Veronesi ha lavorato nell’azienda di famiglia a fianco del padre, Apollinare Veronesi, insieme ai fratelli Carlo e Bruno, contribuendo alla crescita e allo sviluppo dell’impresa. Il Gruppo Veronesi rappresenta oggi una delle principali realtà dell’agroalimentari italiane con un fatturato di oltre 4 miliardi di euro e quasi novemila addetti.
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24/01/2025, 15:18 |
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Assalzoo: mangimistica, ottant’anni di storia al servizio della crescita dell’agroalimentare Roma, 28 maggio – Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) compie ottant’anni; l’associazione è stata fondata nel 1945 e festeggia la ricorrenza a Villa Aurelia con una giornata di incontri e celebrazioni incentrata sul ruolo della mangimistica nello sviluppo dell’agrozootecnia e dell’agroalimentare italiano dal Dopoguerra a oggi; e con uno sguardo al domani. La storia – La fondazione del 1945 si deve all’intuizione di Giorgio Mortari e di un piccolo gruppo di imprese pioniere. Nell’immediato dopoguerra il contesto economico era segnato da povertà, scarsità, instabilità e dalla necessità urgente di ricostruzione. La stessa produzione mangimistica era marginale, priva di una struttura industriale autonoma e basata principalmente sui sottoprodotti della molitura dei cereali, spesso in forma rudimentale. Proprio l’esigenza di fornire un supporto nutrizionale adeguato all’allevamento italiano rappresenta l’innovazione prodotta da Assalzoo e, di fatto, la trasformazione dell’intera zootecnia italiana. Dagli anni Cinquanta e Sessanta, l’industria mangimistica compie un primo grande salto di qualità. La quantità di mangimi prodotti cresce rapidamente, passando da circa 300mila tonnellate a circa 6 milioni di tonnellate all’anno. E poi dagli anni Ottanta anni a oggi la crescita ha continuato a svilupparsi, arrivando oggi a produrre 15,5 milioni di tonnellate all’anno, con un fatturato di circa 10 miliardi di euro e quasi 9.000 addetti escluso l’indotto. E, con essa, impianti moderni, sviluppo tecnologico e miglioramento dei profili di redditività economica. “Non posso non guardare con un certo orgoglio – sottolinea Silvio Ferrari, Presidente Assalzoo – al cammino svolto dall’associazione in questi ottant’anni. Vorrei evidenziare innanzitutto il primo risultato: che Assalzoo esista ancora e sia in grande salute, con grandi prospettive davanti. Le dinamiche economiche dei decenni passati sono state varie e di elevata complessità. Lo spirito associativo e l’impegno degli imprenditori che ne fanno parte ha permesso a un settore, come quello della mangimistica, di nascere a livello di industriale, di crescere e di essere oggi un assoluto protagonista della filiera agroalimentare, che rappresenta di fatto una delle eccellenze economiche italiane”. Il presente – Lo sviluppo e la crescita del settore mangimistico ha prodotto delle modifiche all’interno dell’associazione, ampliando il raggio di competenze e articolando la struttura operativa in maniera conseguente attraverso la costituzione di quattro gruppi settoriali: mangimi da allattamento e per acquacoltura, materie prime di origine animale, premiscele e additivi, alimenti per animali familiari (pet food). Si tratta di quattro gruppi che rispecchiano settori di crescita, di innovazione scientifica e di importante presenza nella vita delle famiglie italiane (come il pet food). E testimoniano l’attenzione dell’associazione ai cambiamenti economici, scientifici e sociali. A ciò si aggiunge la presenza di un Comitato scientifico di scienziati che supportano la ricerca nel settore dell’alimentazione animale e l’esistenza di un Gruppo Giovani sui quali l’investimento in formazione è rilevante per garantire lo sviluppo della mangimistica futura. E la consapevolezza di far parte di una filiera complessa ha portato l’associazione in collaborazione con Nomisma a elaborare il concetto di d FeedEconomy attraverso il quale misurare il peso del valore economico che scaturisce dal mondo del feed (nel 2023 circa 150 miliardi di euro). “L’Assalzoo di oggi – evidenzia Lea Pallaroni, direttore generale dell’associazione – è una realtà complessa e moderna che si nutre di tante componenti. C’è una forte attenzione alla questione regolatoria che permette ai nostri associati di produrre in sicurezza mangimi di qualità. C’è una visione di sistema che si sostanzia negli studi della FeedEconomy e nella costruzione di un sistema informativo per il settore. C’è un’attenzione al futuro con le iniziative che abbiamo messo in campo in questi anni per permettere al settore di vincere la sfida della sostenibilità. C’è un investimento continuo nella crescita del gruppo di lavoro associativo e un attivo confronto con tutte le parti del nostro settore produttivo che permette davvero alla mangimistica di essere un settore all’avanguardia. E Assalzoo lo è con essa”. L’Europa – Assalzoo è stata protagonista fin dalla nascita della Comunità. Nel 1959 – due anni dopo la firma del Trattato di Roma – è tra i soci fondatori di Fefac, la Federazione Europea dell’industria mangimistica, preposta al dialogo con la Commissione Europea in materia di regolamentazione e strategie sull’alimentazione animale. E da quel momento ha investito impegno ed energia nella costruzione di un’idea comune di continente che avesse una normativa unitaria, un sistema economico aperto e una capacità di promuovere la salute alimentare dei cittadini europei. Tale impegno è stato più volte concretizzato dalla presenza di imprenditori italiani alla guida della federazione e nelle massime posizioni di responsabilità. “Non posso nascondere il grande piacere – rimarca Pedro Cordero, Presidente Fefac – di poter celebrare un anniversario così importante per un’associazione che ha svolto un ruolo essenziale in Italia e in Europa. L’apporto di Assalzoo alla crescita del settore dell’alimentazione animale è stato costante nel corso di questi decenni, garantendo – anche quando questo sembrava un traguardo lontano – la nascita e la crescita di quel mercato comune che è oggi la Comunità europea. L’augurio che posso fare all’associazione non può essere altro che continuare questo cammino con la qualità che è stata dimostrata in questi decenni. E di continuare a farlo insieme con Fefac”. La giornata di celebrazione – Le attività si aprono con la relazione del Presidente Ferrari sul percorso svolto dall’associazione in questi ottant’anni di vita. Si prosegue con l’attribuzione dei premi Assalzoo. La prima parte si conclude con il ricordo di Giordano Veronesi, Presidente emerito dell’associazione recentemente scomparso. Lo studio – La seconda parte vede la presentazione di uno studio Nomisma sullo sviluppo della mangimistica all’interno dell’economia italiana e sul ruolo nell’accrescimento di valore e di produzione riflesso all’interno della filiera zootecnica. Lo studio è presentato da Ersilia Di Tullio (Nomisma) e da Paolo De Castro (Presidente Nomisma). La tavola rotonda – Gli elementi emersi dallo studio sono poi oggetto di una tavola rotonda moderata da Tonia Cartolano (SkyTg24) che vede partecipare, oltre Silvio Ferrari e Paolo De Castro (Presidente Nomisma), anche i presidenti di CIA-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e di Coldiretti, Ettore Prandini. Saluti istituzionali – A conclusione della tavola rotonda è prevista una sezione dedicata ai saluti delle personalità del mondo politico e istituzionale presenti alla celebrazione.
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29/05/2025, 12:24 |
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Marco
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Assalzoo: protagonista dell’agrozootecnia, in dialogo aperto con Istituzioni e rappresentati filiera Roma, 29 maggio – Nel corso della giornata di celebrazioni per l’ottantesimo anniversario dalla fondazione di Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici), svoltasi a Villa Aurelia ieri, si è svolta una tavola rotonda sul ruolo dell’alimentazione animale, alla quale hanno partecipato Silvio Ferrari, Presidente Assalzoo, Paolo De Castro, Presidente Nomisma, Cristiano Fini, Presidente Cia-Agricoltori italiani, Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura e Presidente Copa (Comitato delle organizzazioni professionali agricole), ed Ettore Prandini, Presidente Coldiretti. Lo studio Nomisma – Il lavoro presentato nel pomeriggio di ieri era focalizzato su tre aspetti principali: la trasformazione industriale della mangimistica, gli effetti migliorativi sull’alimentazione animale e la conseguente rivoluzione quantitativa e qualitativa delle filiere zootecniche. Le posizioni – Anche in virtù del suo ruolo di Presidente Nomisma a dare le coordinate del ragionamento è stato Paolo De Castro: “I dati che emergono dallo studio sono di grande interesse. C’è uno spaccato della rinascita industriale italiana dal 1945 a oggi che testimonia come l’ingegno degli imprenditori e la qualità del prodotto siano davvero le chiavi vincenti per la competizione economica. Soprattutto in un settore come quello alimentare. L’apporto della mangimistica alla crescita zootecnica rappresenta un tassello fondamentale per il successo del cibo italiano a livello mondiale, vero tratto distintivo del Made in Italy”. “Ritrovo molte decisioni che da mangimisti abbiamo preso negli anni – sottolinea Silvio Ferrari – e che si sono rivelate appropriate. La continua spinta all’innovazione e all’adattamento delle formulazioni ha permesso di migliorare quell’indice di conversione che è proprio l’elemento chiave al quale fare riferimento. Il grande merito della mangimistica italiana è stato appunto quel continuo sforzo a fare di più con meno, quella inclinazione naturale alla sostenibilità quando ancora nessuno ne parlava” “Complimenti ad Assalzoo e al suo cammino – evidenzia Cristiano Fini –. I dati presentati oggi dimostrano come, di questo cammino, siamo un po’ tutti partecipi. La mangimistica non è un comparto separato, ma un ingranaggio indispensabile per la tenuta dell’intero sistema agroalimentare. Siamo protagonisti di uno stesso percorso, con l’obiettivo comune di continuare a migliorare la zootecnia italiana, nel segno di una nuova alleanza di filiera, fondata su sostenibilità, qualità, competitività, innovazione. Asset che i nostri agricoltori e allevatori sperimentano ogni giorno per cercare di anticipare il futuro. E vogliamo continuare a farlo insieme” “C’è un sistema Italia che funziona – ricorda Massimiliano Giansanti – dal 1945 e funziona oggi ancor meglio: è la filiera agricola, zootecnica e alimentare. Si tratta di un’eccellenza che ha alle spalle le competenze di un mondo produttivo che sa legare tradizione e innovazione. Assalzoo dimostra di essere protagonista di questo sistema perché la mangimistica italiana è stata in grado di innovare l’alimentazione degli animali da reddito contribuendo ampiamente a migliorare gli indici di conversione degli alimenti e quindi le performance produttive con una attenzione alla salute e benessere degli animali fornendo strumenti essenziali per la competitività delle nostre imprese zootecniche. Si coglie oggi sempre più l’attenzione posta dai mangimifici a fornire un prodotto che punta all’ottimizzazione dell’utilizzo delle materie prime per una maggiore sostenibilità economica e ambientale, fondamentali per favorire la reddittività delle imprese e ridurre il gap negativo dell’autoapprovvigionamento nazionale delle materie prime per il feed. Un’evoluzione legata all’alimentazione di precisione adattabile a una moderna zootecnia sempre più proiettata all’evoluzione digitale ed alla robotizzazione anche per il calcolo delle razioni alimentari e per la loro distribuzione agli animali. Siamo lieti di celebrare la storia di questa associazione: in questi anni abbiamo lavorato spesso insieme e sono sicuro che continueremo al farlo per il bene e la crescita dell’agroalimentare nazionale”. “Partecipare al confronto promosso da Assalzoo – dichiara Ettore Prandini – rappresenta un’occasione preziosa per rafforzare il dialogo tra tutti gli attori della filiera zootecnica italiana. In un momento in cui le nostre imprese affrontano sfide sempre più complesse – dall’aumento dei costi di produzione all’instabilità dei mercati internazionali – è fondamentale costruire una strategia condivisa che sappia valorizzare il ruolo della mangimistica come anello centrale nella sicurezza alimentare del Paese. Oggi più che mai serve una visione di sistema, capace di sostenere l’innovazione, di garantire la qualità lungo tutta la catena produttiva e di difendere la sovranità alimentare nazionale. L’Italia può e deve puntare su un modello zootecnico sostenibile, competitivo e trasparente, in cui ogni componente della filiera contribuisca a generare valore per i produttori, per i consumatori e per l’ambiente. È questa la sfida che abbiamo davanti: rafforzare le alleanze, semplificare la burocrazia e riportare al centro l’impresa agricola, difendendo il reddito degli allevatori e promuovendo un’agricoltura multifunzionale, moderna e integrata con i territori“.
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29/05/2025, 12:27 |
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Marco
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Assalzoo 80esimo, studio Nomisma: produttività, efficienza e qualità, i tre plus che hanno segnato la crescita della mangimistica Roma, 28 maggio – Produttività, efficienza e qualità: sono questi i tre plus che definiscono il successo della mangimistica. È il quadro che emerge dalla presentazione dello studio promosso da Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) in collaborazione con Nomisma in occasione della celebrazione dell’ottantesimo anniversario della fondazione associativa. Lo studio, che viene presentato durante gli eventi celebrativi, restituisce la fotografia di un settore in grado di raccogliere la sfida della sostenibilità quando questa era ancora lontana dei riflettori del dibattito quotidiano. Il tratto essenziale che ha caratterizzato la crescita della mangimistica italiana è stato, fin dai suoi inizi, fare di più con meno. Anzi, fare di più e meglio con meno. Lo studio – Il lavoro realizzato da Nomisma con la supervisione della dottoressa Ersilia Di Tullio si articola secondo linee tematiche affrontate nella loro evoluzione temporale. A questa elaborazione di natura orizzontale si aggiungono poi importanti approfondimenti verticali che vanno a toccare le grandi aeree dell’alimentazione zootecnica: bovini, suini e avicoli. La costruzione dei dati e la dinamica di analisi di essi fornisce una descrizione importante dei punti di forza del settore mangimistico e dell’intera filiera zootecnica. La produttività – Un primo aspetto che merita di essere evidenziato e che segna la validità del modello imprenditoriale che caratterizza il settore mangimistico è la dinamica della produzione. Nello studio si identificano tre fasi temporali diverse: la fase della crescita esponenziale che dura fino agli anni ottanta, la fase della professionalizzazione che abbraccia i decenni a cavallo del secolo e la fase dell’innovazione permanente che caratterizza l’era della sostenibilità. A livello numerico, nella prima fase la produzione passa dalle 0,6 milioni di tonnellate degli anni cinquanta alle 11,1 della fine degli anni ottanta, stabilizzandosi intorno ai 13 milioni di tonnellate nel passaggio anni 2000, per poi arrivare a superare le 15 milioni di tonnellate negli anni recenti. Oltre al dato produttivo, c’è anche il cambiamento della geografia produttiva che merita particolare attenzione: nel 1970 si producevano poco più 3,5 milioni di tonnellate in oltre 1350 stabilimenti; nel 2023 le oltre 15 milioni di tonnellate vengono prodotte in 417 stabilimenti. La produzione media per singolo stabilimento è passata dalle 2,7 tonnellate del 1970 alle 36,8 del 2023. È chiaro come questa trasformazione sia il frutto di scelte imprenditoriali lungimiranti che hanno trasformato la potenzialità della zootecnia italiana. La garanzia di una disponibilità di mangimi, sicuri e con alta capacità nutrizionale, ha rappresentato il volano di spinta per il resto della filiera, innescando un processo virtuoso in termini di consumi, spesa e miglioramento delle caratteristiche dei prodotti alimentari di origine animale. L’efficienza – La dinamica impressa dalla trasformazione del settore mangimistico trova un diretto riscontro attraverso il cambiamento del cosiddetto “indice di conversione” (vale a dire la quantità di mangime utilizzata per ottenere un’unità di prodotto). Più il rapporto è basso, più efficiente risulta l’alimentazione; e ciò vale tanto in termini di costo (la spesa per nutrire un animale) quanto in termine di resa (miglioramento degli effetti nutrizionali). Dai dati raccolti nello studio risulta come, negli anni ’60, questo indice fosse per gli avicoli maggiore di 6 (sei chili di mangimi per ottenere un chilogrammo di aumento di peso vivo del capo), per i suini maggiore di 4,7 e per i bovini maggiore di 8. Attualmente, anche grazie ai miglioramenti genetici delle specie allevate, questo indice si è notevolmente abbassato: 1,6 per gli avicoli con una riduzione di quasi il 50%, 2,7 per i suini con una riduzione di quasi il 40% e di 6 per i bovini con una riduzione di oltre il 30% rispetto agli anni '60. In questa riduzione si misura la capacità di innovazione e di efficientamento che definisce il percorso della mangimistica: produrre di più e meglio con meno materie prime agricole. Questa capacità trasformativa è tanto il frutto di una ricerca industriale e scientifica quanto il risultato di un approccio costitutivamente sostenibile, attraverso il quale si cerca di limitare gli impatti ambientali, pur garantendo cibo di qualità per tutte le classi sociali. La qualità – Il riflesso dei miglioramenti legati alla produzione e all’efficientamento dei processi nutrizionali non rimane tuttavia un risultato di natura esclusivamente industriale; esso si riflette innanzitutto nel miglioramento del benessere degli animali allevati. Nutrirsi meglio, nutrirsi in maniera appropriata è un presupposto per un decorso di vita più salutare. Gli effetti delle trasformazioni derivanti dall’alimentazione mangimistica non si riflettono solo sul piano zootecnico, ma anche sull’intera filiera dei prodotti alimentari di origine animale. Nello studio c’è un esempio estremamente significativo che testimonia proprio questa connessione migliorativa: è il caso del latte. Agli inizi degli anni ’60 un bovino da latte produceva circa 4127 chili di latte e questo aveva una percentuale di grasso del 3,19%. Nel 2000 il livello di produzione era salito a 7772 chili e il latte aveva una percentuale di grasso del 3,59 e una percentuale di proteine del 3,23. Nel 2023 i dati si assestano a 9932 chili, 3,90% di grasso e 3,40% di proteine. La progressione indica con chiarezza come la qualità del prodotto zootecnico, in questo caso il latte, vada di pari passo con il miglioramento dell’alimentazione animale. Un latte più grasso e più proteico è un latte con migliori indici nutrizionali e garantisce un ottimale apporto alimentare ai consumatori finali. Il futuro – Guardando al domani, la mangimistica riparte dalle sue peculiarità: produzione, efficienza e qualità. I tre plus del settore, proiettati nel futuro, si materializzano in una serie di innovazioni in molti casi già in atto: l’automatizzazione dei processi di distribuzione del mangime agli animali, il precision feeding e i mangimi funzionali. Si tratta della prosecuzione della via di successo del settore: fare di più con meno, anzi fare di più con meno e fare meglio.
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29/05/2025, 12:27 |
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