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reintroduzione starna 
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Buona sera, in realtà abito a Crotta da febbraio scorso ma sono pugliese (Gargano) ed ho vissuto 6 anni a Viterbo. Non conosco l'allevamento in questione; vedendo il video di presentazione dell'azienda mi sembrano animali abbastanza nevrili e volatori. Per la reintroduzione, però, mi chiedo: hanno selezionato anche l'attitudine alla cova? Inoltre, un animale selvatico ha un bagaglio di esperienze, suo e dei suoi antenati, che trasmetterà ai nuovi nati; purtroppo, un animale nato in gabbia, anche se ambientato, porterà con lui esperienze poco utili alla vita all'aria aperta.


01/12/2013, 19:57
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Località: Crotta d'Adda (CR)
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Tornando alla gestione della starna credo che l'unico paese che può dirsi di essere riuscito a riportare la starna è l'Inghilterra; le altre nazioni citate, o ce le avevano già abbondantemente (leggasi paesi dell'est) oppure continuano ad immettere animali che durano una stagione (Francia). Praticamente gli inglesi hanno deciso che la starna doveva ritornare sui loro terreni, allora per prima cosa si sono chiesti: ma ad oggi quante ce ne sono? In questa nazione vi è dai primi del '900 un'associazione che promuove il censimento delle starne: il Game and Wildlife Conservation Trust (una specie di ISPRA) non ha fatto altro che promuovere ciò ed organizzarlo per avere dati misurabili. Poi han deciso di istituire delle zone di sperimentazione scegliendo delle grandi aziende venatorie dove i concessionari erano appassionati di starne. Qui dai primi anni '90 hanno messo in atto innumerevoli prove, misurandone gli effetti. Ad oggi si può dire che siano arrivati ad un livello di conoscenze abbastanza elevato da poter far crescere la popolazione di starne. Hanno fatto inserire delle misure specifiche nei programmi di sviluppo rurale, quindi gli agricoltori sono incentivati, ed hanno messo in piedi dei servizi di formazione e consulenza per consigliare le misure più adatte per quel territorio specifico.


01/12/2013, 20:23
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Buona sera Costa, ecco il video dell'allevamento Agrisol www.youtube.com/watch?v=IeRSZUljaE0
in passato ho visitato di persona parecchi allevamenti ma in pochi come questo ho osservato animali cosi belli, e poi sono di una vitalità e selvaticità incredibili! lo consiglio vivamente a chi ha in progetto la reintroduzione della starna ed anche della pernice rossa. Ovviamente come già detto precedentemente per ricostituire una popolazione di starne bisogna partire da soggetti di diverse provenienze per avere una buona variabilità genetica ed evitare la consanguineità.
Per quanto riguarda l'attitudine alla cova la selvaticità di questi animali è già una garanzia, a quanto pare utilizzano riproduttori di cattura....
Comunque a riprova che le starne di allevamento covano ti dico che nella provincia di Piacenza in diverse zone protette sono riusciti a reintrodurre le starne e hanno avuto tantissime covate. a casa ho un video di questo progetto reintroduzione starna che conservo gelosamente videoenciclopedia della caccia n5 www.hobbyework.it -www.cacciaepesca.tv
saluti


01/12/2013, 23:10
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Purtroppo, comunque, la scelta della selvaggina da immettere è solo uno dei problemi, e forse anche il meno principale. Nelle nostre campagne il fattore limitante è l'ambiente, anche se oggi vi è una situazione molto diversa rispetto a quella degli anni '70. Ritornando agli studi inglesi, essi hanno individuato 3 fasi critiche nel ciclo biologico degli uccelli: l'inverno, il periodo di cova ed il periodo di allevamento dei piccoli. Quindi, un territorio per ospitare starne deve avere: colture che resistano al freddo offrendo riparo dalle intemperie (tutti i cavoli); aree di nidificazione costituite da prato abbandonato ricco in materiale secco e magari in pendenza per favorire lo sgrondo delle acque (mix graminacee/leguminose a prevalenza di erba mazzolina); aree ricche di insetti e non troppo folti per permettere ai piccoli starnotti di nutrirsi in abbondanza e camminare facilmente tra erba asciutta (mix di semi di tutti gli ortaggi + leguminose + cereali vernini). Inoltre, bisogna fornire TUTTO L'ANNO orzo/grano con alimentatori (mettono anche i pdf su come costruirli con materiali di riciclo!) e se necessario acqua. Ovviamente la riduzione dei predatori aiuta, ma non è conditio sine qua non.
Aprono poi una grande parentesi sui sistemi di immissione, ma magari ne parlo un'altra volta se no qui scrivo un papiro :D .

Ciao e buona serata!


02/12/2013, 0:32
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Ciao Costa scrivi pure un papiro lo leggerò tutto di un fiato ;)
voglio farti conoscere un altro incredibile allevamento di starne selvatiche che si trova a Castel Mella provincia di Brescia vai a visitare questo sito Bresciahttp://www.cinofiliabresciana.it ... i_treccani
Saluti


02/12/2013, 16:13
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Io eviterei la parola reintroduzione.

Secondo me occorrerebbe capire dove ci sono ancora delle popolazioni di starna e attuare dei piani di ripopolamento e spostare le eccedenze in altri territori estremamente controllati e non venabili.


Rischiamo di fare la fine dei lanci di fagiani oppure, peggio ancora, della chuckar con la pernice

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04/01/2014, 13:32
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fantastico allevamento l'agrisol :!: comunque riguardo le starne secondo me bisognerebbe abolirne la caccia o almeno ridurre al massimo le zone dove possono essere cacciate e aumentare la reintroduzione di soggetti selezionati perciò di ottima qualità evitando di sprecare soldi con soggetti che magari sono stati allevati in modo errato e che perciò dopo poco la liberazione muoiono ...


18/01/2014, 18:36
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Scusate il ritardo nelle risposte ma purtroppo non ho molto tempo per collegarmi al sito. Vorrei prima chiedere ad Enrico cosa intende per ripopolamento.
Rispondo invece a Nicolas: le starne appena immesse muoiono perché non preambientate. Quando vogliamo liberare delle starne dobbiamo prima tenerle per 3 settimane in ampie voliere "sporche" (con erbacce) alimentandole con poco mangime da mangiatoie e orzo polistico (a seme piccolo) direttamente a terra. Con questo metodo anche le galline ovaiole allevate in gabbia diventano rustiche. Tuttavia, una volta liberate in terreno aperto, se ne salveranno comunque ben poche, per due motivi:
- Nei campi non c'è orzo sparso a terra ma pochi semi tutti diversi uno dall'altro da andare a ricercare
- Gli animali non conoscono i predatori e sono abbastanza confidenti con loro
L'unica soluzione per garantire almeno un 30% di animali sopravvissuti è alimentari continuamente e tenere sotto controllo i predatori, almeno per due anni. A questo punto dobbiamo sperare che questi animali sappiano covare. Purtroppo questo nessuno può garantirlo.
Un metodo più efficace è liberare delle coppie di cattura in recinti di preambientamento a gennaio-febbraio, facendole covare all'interno per poi liberarle. Intorno al recinto si devono seminare mix di leguminose che attirano gli insetti. Se ci sono delle coppie senza prole a luglio, possono essere unite a nidiate di starnotti di un mesetto. Vi è solo un problemino... trovare animali di cattura.

Vi faccio vedere due video, sono in inglese

http://www.youtube.com/watch?v=ej4qOlDOdT0" target="_blank

http://www.youtube.com/watch?v=oOhSZkVL-oI" target="_blank


26/01/2014, 0:21
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