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reintroduzione starna 
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simo71 ha scritto:
Malattie, predatori, alimentazione, clima ecc.. tutti fattori che incidono sicuramente sulla diffusione di questo splendido galliforme, purtroppo però devo dire che finché si continuerà a fare lanci di fagiani per scopi venatori o ripopolamento, la starna avrà vita dura.
Come è stato detto la starna è un uccello autoctono mentre il fagiano non lo è.
Negli ultimi 60-70 sono stati introdotti in natura per gli scopi sopracitati milioni di fagiani, molti di questi fagiani sono sopravvissuti
a cacciatori e predatori, impadronendosi dei territori della starna senza fare tanti complimenti, infatti i fagiani essendo territoriali ed aggressivi non si fanno scrupoli nel distruggere nidi e uova, uccidendo pulcini ed anche adulti di starna.

Non le fanno proprio covare...

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Alla natura si comanda solo ubbidendole.


25/09/2013, 0:26
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In toscana oramai non ci sono più grandi popolazioni di fagiano, e anno dopo anno c'è ne sono sempre meno, poi che io sappia i predatori vengono tenuti sotto controllo soprattutto volpi e corvidi, e l'agricoltura non è intensiva soprattutto in collina e montagna. Ripeto secondo me il clima influisce negativamente soprattutto sulle starne di allevamento. (nelle voliere di allevamento durante le freddi notti sono abituate a rifugiarsi nei capannoni) immaginate una reintroduzione nelle Alpi Apuane o nel Gran Sasso dove gli inverni sono molto rigidi quasi siberiani.Ogni ATC dovrebbe avere all'interno un allevamento dove gli animali in pratica sarebbero già ambientati a quel particolare clima e poi una volta liberate dovrebbero essere seguite e non abbandonate al loro destino per questo i recinti di ambientamento sparsi a macchia di leopardo sarebbero provvidenziali. Per quanto riguarda le coltivazioni a perdere bisogna seminare cereali proteici in ogni periodo dell'anno.
Un piccola considerazione che potrebbe sembrare banale per riavere le starne bisogna provare e sperimentare in allevamento con qualsiasi ceppo genetico e non tentare sempre e solo con quello che si ha a disposizione solo perché è a due passi da casa. alla fine solo i ceppi che hanno dato buoni risultati in termini di sopravvivenza e riproduzione devono essere selezionati per l'allevamento in proprio e per l'immissione.
Io sarò un inguaribile romantico ma non sono così pessimista! le starne per riaverle bisogna volerle a tutti i costi!


25/09/2013, 11:24
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ti quoto in tutto ciò che hai detto, ma se non ci sarà una decisione proveniente dall'alto con interventi su larga scala cosa potremmo mai fare?

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Alessandro


26/09/2013, 14:40
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geo ha scritto:
Il clima influenza indirettamente, la densità di starne per ettaro è direttamente legata all'altitudine e alla disponibilità alimentare, quindi un clima rigida incide negativamente sulla densità, ma potremmo parlare del fattore clima se avremmo i numeri, ma le starne le abbiamo con il contagocce, le densità sono talmente basse che non possiamo proprio pensare che sia il clima a incidere o meno...
L'agricoltura ha influezato e molto, perchè le starne non amano molto gli ambienti sporchi e nelle zone dove le macchie causa il loro abbandono hanno preso il posto dei coltivi e dei pascoli le starne non è che non ci sono ma la densità si abbassa di molto perchè in quei posti non ci vanno se non sporadicamente; poi l'uso di prodotti fitosanitari ha influenzato molto perchè o le hanno ammazzate avvelenandole, non oggi che i fitofarmaci sono meno velenosi e seguono un lungo iter di approvazione, ma qualche decennio fa si, e poi i fitofarmaci sterminano molti insetti di cui gli starnotti si nutrono, nidi falciati, predatori ecc ecc
Quindi per riavere le starne, in primis ripristinare gli ambienti, due immettere animali buoni e cosa su tutte più importante, togliere il prelievo venatorio; è impensabile cacciare le starne a meno che non sia fatto in riserve dove c'è l'occhio del guardia che ti frena e tiene ogni singolo capo gelosamente.
Anche avendo le più alte densità di capi possibili le starne non basterebbero a tutti i cacciatori, quindi andrebbero fatti piani di gestione seri passando per i censimenti, però poi manca la cosa fondamentale, la coscienza dei cacciatori...

Vorrei dirti solo che attualmente l'ISPRA non autorizza i prelievi venatori della starna e pernice rossa, se non in presenza di piani di gestione, che si traducono in tot censiti, tot mollati pronta cattura, tot mollati da riproduzione, tot abbattibili. E quel tot abbattibili in media è qualcosa poco sopra il numero dei pronto cattura. Quindi il prelievo venatorio sta diventando sostenibile, o lo è già diventato.
PS se una regione o provincia sgarra il tar chiude la caccia


26/09/2013, 15:40
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Se pensiamo che esistono calendari venatori che autorizzano l' abbattimento di una starna al giorno mi viene da ridere e lo dico da cacciatore.
Mau

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Non importa se un gatto è bianco o nero, finché cattura i topi.


26/09/2013, 15:55
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Mauleon ha scritto:
Se pensiamo che esistono calendari venatori che autorizzano l' abbattimento di una starna al giorno mi viene da ridere e lo dico da cacciatore.
Mau

perchè?

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26/09/2013, 20:16
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Matutian ha scritto:
geo ha scritto:
Il clima influenza indirettamente, la densità di starne per ettaro è direttamente legata all'altitudine e alla disponibilità alimentare, quindi un clima rigida incide negativamente sulla densità, ma potremmo parlare del fattore clima se avremmo i numeri, ma le starne le abbiamo con il contagocce, le densità sono talmente basse che non possiamo proprio pensare che sia il clima a incidere o meno...
L'agricoltura ha influezato e molto, perchè le starne non amano molto gli ambienti sporchi e nelle zone dove le macchie causa il loro abbandono hanno preso il posto dei coltivi e dei pascoli le starne non è che non ci sono ma la densità si abbassa di molto perchè in quei posti non ci vanno se non sporadicamente; poi l'uso di prodotti fitosanitari ha influenzato molto perchè o le hanno ammazzate avvelenandole, non oggi che i fitofarmaci sono meno velenosi e seguono un lungo iter di approvazione, ma qualche decennio fa si, e poi i fitofarmaci sterminano molti insetti di cui gli starnotti si nutrono, nidi falciati, predatori ecc ecc
Quindi per riavere le starne, in primis ripristinare gli ambienti, due immettere animali buoni e cosa su tutte più importante, togliere il prelievo venatorio; è impensabile cacciare le starne a meno che non sia fatto in riserve dove c'è l'occhio del guardia che ti frena e tiene ogni singolo capo gelosamente.
Anche avendo le più alte densità di capi possibili le starne non basterebbero a tutti i cacciatori, quindi andrebbero fatti piani di gestione seri passando per i censimenti, però poi manca la cosa fondamentale, la coscienza dei cacciatori...

Vorrei dirti solo che attualmente l'ISPRA non autorizza i prelievi venatori della starna e pernice rossa, se non in presenza di piani di gestione, che si traducono in tot censiti, tot mollati pronta cattura, tot mollati da riproduzione, tot abbattibili. E quel tot abbattibili in media è qualcosa poco sopra il numero dei pronto cattura. Quindi il prelievo venatorio sta diventando sostenibile, o lo è già diventato.
PS se una regione o provincia sgarra il tar chiude la caccia



.... piani di gestione?..... qui da me per quanto riguarda caccia, pesca e ambiente in genere servono soltanto a giustificare gli stipendi di tante poltrone...... :(

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Alessandro


26/09/2013, 20:17
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Matutian ha scritto:
geo ha scritto:
Il clima influenza indirettamente, la densità di starne per ettaro è direttamente legata all'altitudine e alla disponibilità alimentare, quindi un clima rigida incide negativamente sulla densità, ma potremmo parlare del fattore clima se avremmo i numeri, ma le starne le abbiamo con il contagocce, le densità sono talmente basse che non possiamo proprio pensare che sia il clima a incidere o meno...
L'agricoltura ha influezato e molto, perchè le starne non amano molto gli ambienti sporchi e nelle zone dove le macchie causa il loro abbandono hanno preso il posto dei coltivi e dei pascoli le starne non è che non ci sono ma la densità si abbassa di molto perchè in quei posti non ci vanno se non sporadicamente; poi l'uso di prodotti fitosanitari ha influenzato molto perchè o le hanno ammazzate avvelenandole, non oggi che i fitofarmaci sono meno velenosi e seguono un lungo iter di approvazione, ma qualche decennio fa si, e poi i fitofarmaci sterminano molti insetti di cui gli starnotti si nutrono, nidi falciati, predatori ecc ecc
Quindi per riavere le starne, in primis ripristinare gli ambienti, due immettere animali buoni e cosa su tutte più importante, togliere il prelievo venatorio; è impensabile cacciare le starne a meno che non sia fatto in riserve dove c'è l'occhio del guardia che ti frena e tiene ogni singolo capo gelosamente.
Anche avendo le più alte densità di capi possibili le starne non basterebbero a tutti i cacciatori, quindi andrebbero fatti piani di gestione seri passando per i censimenti, però poi manca la cosa fondamentale, la coscienza dei cacciatori...

Vorrei dirti solo che attualmente l'ISPRA non autorizza i prelievi venatori della starna e pernice rossa, se non in presenza di piani di gestione, che si traducono in tot censiti, tot mollati pronta cattura, tot mollati da riproduzione, tot abbattibili. E quel tot abbattibili in media è qualcosa poco sopra il numero dei pronto cattura. Quindi il prelievo venatorio sta diventando sostenibile, o lo è già diventato.
PS se una regione o provincia sgarra il tar chiude la caccia

Puoi fare tutti i piani che vuoi, ma poi sappiamo tutti che non tutti i cacciatori si attengono ai limiti di prelievo, e bastano pochi cretini per rovinare tutto. Lungi da me scatenate polemiche, quindi per me il discorso caccia inizia e finisce qui, perchè se continuiamo già so che si finisce ai ferri corti...

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26/09/2013, 20:19
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geo ha scritto:
Mauleon ha scritto:
Se pensiamo che esistono calendari venatori che autorizzano l' abbattimento di una starna al giorno mi viene da ridere e lo dico da cacciatore.
Mau

perchè?



da me ne puoi prelevare 5 all'anno, quando l'hai presa devi fare un fax o una mail per segnalare l'abbattimento!saranno 15 anni che non ne vedo e non sento di qualcuno che ne trova..... poi se consideri starna il pollo liberato dentro un'azienda venatoria agrituristica la mattina allora qualcuna, se paghi, la puoi vedere.............

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Alessandro


26/09/2013, 20:23
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deso ha scritto:


.... piani di gestione?..... qui da me per quanto riguarda caccia, pesca e ambiente in genere servono soltanto a giustificare gli stipendi di tante poltrone...... :(

ecco un altro punto dolente, tutti sappiamo che tolta qualche isola felice il resto è una catastrofe, solo prontacaccia, carnieri spropositati, e selvaggina immessa ridicola...
invece poi ci sono quegli atc dove si lavora bene e i risultati ci sono...ma se non cambia la mentalità dei cacciatori inutile parlare...

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26/09/2013, 20:28
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