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UNCAI- Unione Naz. Contoterzisti Agromeccanici e Industriali 
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Contoterzisti: in Umbria servono nuovo invasi

Incontro con il presidente dei Contoterzisti Uncai Umbria Sergio Bambagiotti, l’assessore all’agricoltura Roberto Morroni, il presidente della seconda Commissione dell'Assemblea legislativa dell’Umbria, Valerio Mancini, e l’avvocato Simonetta Valentini, in rappresentanza di alcuni agricoltori del territorio


PERUGIA, 12 ottobre ‘21 – Il presidente di Contoterzisti Umbria Sergio Bambagiotti ha incontrato l’assessore Roberto Morroni per un confronto sul sistema idrico delle medie e alte colline umbre, in particolare della Valle della Scarzola. Presenti anche il presidente della seconda Commissione dell'Assemblea legislativa, Valerio Mancini, e l’avvocato Simonetta Valentini in rappresentanza di alcuni agricoltori del territorio.

“È stato un confronto molto positivo, finalizzato allo studio e alla valorizzazione dei sistemi irrigui umbri attraverso la creazione di nuovi invasi e l’aggiornamento di impianti ormai datati, come quello che fa capo alla diga di Montedoglio nella Valle della Scarzola o alla diga di Riccianello tra i comuni di Monte Santa Maria Tiberina e Città di Castello” commenta Bambagiotti.

Un’implementazione necessaria, alla luce delle molteplici funzioni degli invasi, paesaggistica, antincendio e agricola: “Non solo contribuiscono a rendere incantevoli gli scorci paesaggistici – aggiunge il presidente dei Contoterzisti Uncai Umbria –, gli invasi umbri hanno una funzione antincendio strategica coprendo sia il versante adriatico sia quello tirrenico, oltre a rappresentare una fonte di approvvigionamento idrico rispettosa dell’ambiente e importantissima nei momenti più difficili per le aziende agricole che con coraggio presidiano le medie e alte colline, mantenendole produttive, sicure dal punto di vista idrogeologico e ricche di biodiversità”.

L’invito è stato, quindi, quello di lavorare, far ripartire il movimento terra, “affinché gli agricoltori e proprietari di terreni non vengano penalizzati dalla mancanza di acqua, soprattutto in un’ottica di emergenza climatica sempre più preoccupante, che ci impone di avere un’attenzione ancora maggiore al fine di scongiurare l’abbandono di terreni collinari comunque pregiati, che rendono meravigliosi i nostri paesaggi”, ha aggiunto il presidente Mancini.

A breve sarà organizzato un ulteriore incontro con il presidente dell’Eaut, Ente acque umbre toscane, Domenico Caprini, dell’amministratore di Afor, Manuel Maraghelli, e degli studi tecnici per valutare all’interno dell'assessorato all’agricoltura queste idee e questi progetti al fine di una concreta attuazione attesa ormai da troppo tempo.

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12/10/2021, 20:14
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UNCAI a EIMA International
L'Unione Nazionale Contoterzisti sarà presente alla rassegna della meccanica agricola (Bologna 19-23 ottobre)


BOLOGNA – “Nel percorso verso la sostenibilità produttiva, l’Eima ricopre un ruolo fondamentale. Ha il compito di stimolare agricoltori e contoterzisti a ulteriori investimenti per migliorare il loro livello di sostenibilità ambientale con il ricorso all’innovazione, alla ricerca e alla formazione”, con queste parole il presidente di Uncai Aproniano Tassinari conferma la presenza dell’Unione Nazionale Contoterzisti alla rassegna della meccanica agricola (Bologna 19-23 ottobre, Padiglione 69 Digital e Desk).

L’introduzione in agricoltura di tecnologie innovative basate, per esempio, sulla programmazione digitale, su mappe satellitari, trattori intelligenti, droni, sensoristica ed etichette parlanti, ha estremo bisogno di momenti di incontro e confronto tra operatori come l’Eima International che stimolino a fare propri gli obiettivi di sostenibilità ambientale definiti dalla nuova programmazione delle Politica agricola comune. “Ma occorre anche dare agli imprenditori agromeccanici e agricoli il tempo necessario al cambiamento, scongiurando la perdita di posti di lavoro e l’esclusione dal mercato. Serve tempo e formazione soprattutto per quelle piccole realtà di cui l’agricoltura italiana è caratterizzata, a volte sospettose delle tecnologie digitali, viste come il grande fratello”, aggiunge il presidente Uncai che sottolinea come il ruolo degli agromeccanici ha ormai acquisito una centralità ancora più strategica rispetto al passato: “L’agricoltura non può più permettersi di parlare solo di “prodotto”; ma deve riferirsi al concetto ben più ampio di “soluzioni” per la protezione e la gestione delle colture e dell’ambiente, dove i contoterzisti, le soluzioni digitali, l’adozione di lavorazioni agromeccaniche alternative a quelle convenzionali giocano, in modo integrato, un ruolo chiave”.

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14/10/2021, 12:33
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In Lombardia la “ripresa artigiani” passa anche dai contoterzisti

Anche quest’anno alcuni agromeccanici professionali riceveranno finanziamenti pubblici grazie all’Albo di categoria di Regione Lombardia


MILANO – Anche alcuni contoterzisti lombardi tra i beneficiari dei fondi regionali messi a disposizione dal bando “Investimenti per la ripresa artigiani”. Gli imprenditori agromeccanici riceveranno un contributo regionale del 50% dell’investimento, sino ad un massimo di 40.000 euro, per l’acquisto di trattori e macchine operatrici agricole, complete di guida automatica e telemetria. “Questo è stato reso possibile dall’Albo di categoria, requisito necessario per dimostrare la natura artigiana e la professionalità dell’impresa, ossia il suo orientamento prima di tutto al cliente”, spiega Clevio Demicheli, vice presidente di Uncai, nonché presidente della Flima, la Federazione lombarda delle imprese di meccanica agricola, la sola realtà a battersi a lungo affinché in Lombardia fosse prima istituto e poi reso operativo un albo delle imprese agromeccaniche.

“Dopo le misure 'Al Via' e 'Faber', questo è il terzo bando che riconosce tra i destinatari gli agromeccanici iscritti all’Albo regionale. Significa che l’Albo sta andato a regime, ed è riconosciuto dalle istituzioni come uno strumento utile per destinare i fondi pubblici in modo lungimirante”, aggiunge il coordinatore nazionale di Uncai Fabrizio Canesi che aggiunge: “Attraverso le associazioni locali Apima Cremona e Apima Milano, Lodi, Como e Varese abbiamo istruito le pratiche di tutti i contoterzisti lombardi che riceveranno il contributo regionale, sia di quelli che, un anno fa, ricevettero i primi storici finanziamenti pubblici alla categoria attraverso il bando 'Faber'. Occorre quindi dare merito alle impiegate e agli impiegati delle associazioni Apima-Uncai che hanno saputo far fruttare l’opportunità messa a disposizione da Regione Lombardia”.

A questo punto all’Albo il recinto lombardo sta stretto: "L’assessore all’agricoltura di Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi, sta valutando se istituirne uno sul modello di quello lombardo, quindi riservato alle aziende agromeccaniche artigiane, vale a dire professionali. Ma soprattutto a livello nazionale c’è un disegno di legge al vaglio del Parlamento, scritto a quattro mani da Uncai e dal Senatore Gianpaolo Vallardi, Presidente della Commissione agricoltura al Senato, che potrebbe riconoscere la centralità del contoterzismo per una agricoltura ancor più professionale e responsabile verso la collettività, e mettere sullo stesso piano tutti gli imprenditori agromeccanici d’Italia”, conclude il presidente di Uncai Aproniano Tassinari.

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15/10/2021, 19:02
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Uncai e Confagricoltura all’Eima

Al centro dell’incontro con Tassinari, Gherardi, Rossi e Ginestrini l’Albo degli agromeccanici, la formazione, il credito di imposta 4.0, la rottamazione del parco macchine vetusto e il credito di carbonio in agricoltura

BOLOGNA – Contoterzisti e agricoltori, Uncai e Confagricoltura sempre più vicini nel fare sistema. La rassegna internazionale della meccanica agricola ha fatto da cornice a un incontro durante il quale le due associazioni hanno tracciato alcune linee d’azione comune con il presidente Uncai Aproniano Tassinari, il vice Clevio Demicheli, il componente di Giunta nazionale Confagricoltura Nicola Gherardi, il delegato di Giunta per le politiche agromeccaniche Donato Rossi e il direttore Organizzativo Luca Ginestrini.

Di una “nuova politica sindacale” ha parlato Donato Rossi, dopo aver portato i saluti del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Gli imprenditori agricoli chiedono una collaborazione sempre più strutturata con il mondo agromeccanico per affrontare le sfide dell’innovazione e della sostenibilità: è in atto un processo di rinnovamento del modo di fare agricoltura che richiedere un cambio di passo di tutte le imprese. Da qui l’esigenza di un albo professionale per gli agromeccanici”. Il presidente Aproniano Tassinari ha raccolto lo spunto ricordando come la proposta di Uncai di un Albo trasformi gli agromeccanici anche in “facilitatori e certificatori smart per determinate lavorazioni e tecniche agroecologiche, anche a fronte della nuova Pac che ha imboccato la strada della complessità, anziché quella della semplificazione, con più carte e il 30% in meno di titoli per gli agricoltori”.

“Arrivo da una famiglia di agricoltori e terzisti e ritengo che il lavoro di questi ultimi sia molto più difficile”, è poi intervenuto Nicola Gherardi. “Richiede un mix di competenze difficili da acquisire e soprattutto il coraggio di fare investimenti senza la certezza, poi, di lavorare”. Obiettivi comuni di Uncai e Confagricoltura diventano quindi la promozione delle competenze agromeccaniche, la conferma del credito di imposta 4.0, la rottamazione del parco macchine vetusto e il riconoscimento del credito di carbonio in agricoltura: “Servono operatori formati e appassionati alle nuove tecnologie di precisione e digitali, necessarie ormai per raggiungere risultati economici e tentare la missione, impossibile sulla carta, di incrementare sia la produzione di cibo sia la sau destinata al biologico. Il cortocircuito potrebbe essere superato anche attraverso un Albo che selezioni agromeccanici formati, in grado di certificare il bio, il sequestro di carbonio e l’incremento di sostanza organica nel suolo ottenuto con determinate macchine e tecniche 4.0”. “Si tratta di un orizzonte di lavoro e collaborazione tra Uncai e Confagricoltura stimolante”, ha concluso Luca Ginestrini: “Le imprese agricole si stanno trasformando, crescono le società semplici, le giovani Spa, la dimensione fondiaria. Mentre si riduce la forza economica nel rinnovare il parco macchine, si rafforza sul territorio la partnership con gli agromeccanici che, da professionisti iscritti a un Albo, dovranno aiutarli a gestire gli ecoschemi e la burocrazia digitale della nuova Pac”.

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21/10/2021, 17:25
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L’Albo degli agromeccanici emiliano romagnoli è legge
Ora il Regolamento attuativo. Tassinari: “Un grande giorno per i contoterzisti emiliano romagnoli”

BOLOGNA – “Un grande giorno per i contoterzisti emiliano romagnoli. L’articolo 4 della legge regionale n. 14 del 21/10/21 ‘Misure urgenti a sostegno del sistema economico’ ha come oggetto la qualificazione e il sostegno delle imprese agromeccaniche. Viene istituito un albo regionale al quale sono invitate a iscriversi tutte quelle aziende che svolgono le tipiche attività agromeccaniche per conto terzi, in forma autonoma e con caratteristiche di prevalenza economica. In sostanza l’Albo degli agromeccanici emiliano romagnoli è legge. Un ulteriore passo verso l’Albo nazionale, ora in discussione in Commissione agricoltura al Senato”, così il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti – Uncai, Aproniano Tassinari.

Un risultato che ha visto Uncai impegnata con il direttore tecnico Roberto Scozzoli, direttore anche dell’associazione di contoterzisti di Ravenna. “Con il passare del tempo ci siamo resi conto di non essere più gli unici a perorare la causa dell’Albo, abbiamo incontrato e trovato numerose conferme anche tra i contoterzisti emiliani, non solo tra quelli romagnoli. Un doveroso ringraziamento va, quindi, a loro. Naturalmente anche alla Regione e all’assessore all’agricoltura Alessio Mammi che hanno, da subito, assunto un ruolo attivo, proponendoci l’aggiunta delle attività conto terzi in ambito zootecnico e un percorso professionalizzante che, siamo certi, stimolerà le nostre imprese”. I servizi agromeccanici professionali saranno certificati. “Non solo, la Regione ha già previsto dei fondi per favorire la diffusione tra i contoterzisti di macchine e attrezzature innovative, estremamente importanti per l’ambiente”, prosegue Scozzoli.

Pubblicata la legge, il passo successivo è il Regolamento attuativo che dettaglierà alcuni aspetti tecnici e gli attestati e le certificazioni che avranno il compito di accertare la professionalità agromeccanica. Attraverso l’Albo i contoterzisti professionali si staccheranno finalmente in modo netto e definitivo dalle attività connesse, svolte dalle aziende agricole come integrazione al proprio reddito, quindi non in modo prevalente e senza l’orientamento al cliente tipico di un professionista. “Con l’Albo gli agromeccanici potranno valorizzare nel modo migliore il loro essere al servizio delle aziende agricole 24 ore su 24 ore, accrescendo la competitività di queste ultime e portando un valore aggiunto quantificabile economicamente e sotto il profilo agro ambientale”, conclude ancora il presidente Tassinari.



→ L’ARTICOLO CHE ISTITUISCE L’ALBO REGIONALE →



ART. 4

Qualificazione e sostegno delle imprese agromeccaniche

Si definiscono imprese agromeccaniche i soggetti, individui o società, ivi incluse le cooperative ed i consorzi di imprese, che svolgono in forma autonoma e con caratteristiche di prevalenza economica una delle attività di cui all’articolo 5 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettere d), f), g), l), ee), della legge 7 marzo 2003, n. 38).

Al fine di promuovere la qualificazione della professionalità delle imprese di cui al comma 1 è istituito l’Albo delle imprese agromeccaniche. Con deliberazione della Giunta regionale sono stabiliti le modalità di tenuta dell’albo ed i requisiti necessari per l’iscrizione allo stesso.

Per sostenere l’ammodernamento delle imprese iscritte all’Albo di cui al comma 2, la Regione può concedere contributi per l’acquisto di macchine ed attrezzature di precisione.

I criteri di ammissibilità, le modalità di concessione ed erogazione degli aiuti ed il relativo ammontare sono definiti con deliberazione della Giunta regionale, in conformità e secondo i limiti posti dal regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013, relativo all'applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti “de minimis”.

Per far fronte agli oneri derivanti dal comma 3 è disposto per l’esercizio 2022 un contributo una tantum nel limite massimo di euro 1.000.000,00.

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22/10/2021, 18:12
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Transizione energetica, transizione agromeccanica
Tassinari: “Sostenibilità ambientale, economica e sociale facilitata dall’approvazione dell’Albo degli agromeccanici”


ROMA – Si chiede al mondo agricolo di sfamare una popolazione in continuo aumento, ma anche di impegnarsi a preservare le risorse naturali, di incrementare il biologico e di rispettare severi paletti agro ambientali. Ma proprio il biologico, questo è il paradosso, comporta un maggiore consumo gasolio agricolo, più emissioni e rese minori. “Dalle trattrici elettriche a quelle a metano, dalla sensorizzazione dei mezzi meccanici all’intelligenza artificiale, oggi la sfida è quella di introdurre tecnologie in grado di incrementare la produttività delle aziende agricole e la sostenibilità delle pratiche nei campi. Si tratta di una sfida che impegna, accanto ai costruttori, i contoterzisti che sapranno proporsi ai propri clienti agricoltori attraverso mezzi agromeccanici avanzati. Ma si tratta di una ricerca di sostenibilità ancora in una fase preliminare, sia per la carenza di soluzioni mature sia per la mancanza di una piena consapevolezza dei benefici strutturali che tali tecnologie possono immettere in azienda e nel sistema produttivo”, così il Presidente Uncai Aproniano Tassinari in vista dei prossimi incontri su Farm to Fork e Pac in programmazione 2021-2027.

“È necessario attrezzarsi, organizzarsi e pianificare una crescita professionale, e solo una parte delle imprese agromeccaniche è pronta per gestire strategicamente la sostenibilità. Per questo occorre affiancare subito la transizione ecologica ed energetica all’approvazione dell’Albo degli agromeccanici proposto dal presidente della Commissione agricoltura al Senato Gianpaolo Vallardi”. L’Albo, come è stato chiesto da Uncai, dovrà essere aperto ai contoterzisti cosiddetti “puri”, perché artigiani, e a chi svolge i servizi conto terzi come attività secondaria, ma comunque in forma autonoma e non connessa all’agricoltura, proprio come avviene già in Lombardia e presto in Emilia-Romagna: “Ampliando l’orizzonte all’Europa, la prospettiva dovrebbe interessare il relatore per il Parlamento europeo sulla strategia Farm to Fork Herbert Dorfmann e quello per la Commissione commercio internazionale Paolo de Castro”, aggiunge il Presidente Uncai.

L’Albo degli agromeccanici è anche un ponte verso una prospettiva sociale della sostenibilità, dal momento che al centro della proposta Uncai c’è l’imprenditore chiamato a formarsi, a rinnovare il suo set di conoscenze e competenze per edificare, attorno ad esso, la sua inclusione nel processo di transizione ecologica e il diritto di godere di pari opportunità in tale processo. “Con L’Albo potenziamo il ruolo dei contoterzisti professionali, attraverso un processo di rigenerazione e resilienza del contoterzismo. Questo avrà ricadute competitive sugli investimenti in tutto il settore agricolo, perché solo gli agromeccanici che avranno sviluppato un approccio avanzato saranno in grado di raccogliere e trasferire su larga scala, dal produttore al consumatore, frutti significativi in termini di competitività, di efficienza, di salubrità e di miglioramento dell’impatto ambientale dell’agricoltura”, conclude il Presidente Tassinari.

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05/11/2021, 17:57
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DL infrastrutture e mondo agromeccanico
Tra luci e ombre, le quattro semplificazioni nella procedura di immatricolazione delle macchine agricole inserite nel decreto legge infrastrutture e trasporti

ROMA – Dal decreto legge infrastrutture e trasporti n.121/2021 arrivano quattro novità per il mondo agromeccanico con semplificazioni nella procedura di immatricolazione delle macchine agricole. In particolare, la lunghezza massima dei convogli agricoli passa da 16,50 a 18,75 metri. Con il dl si va, così, incontro a una richiesta avanzata da contoterzisti, agricoltori e costruttori. “Grazie al viceministro alle infrastrutture e mobilità sostenibili Alessandro Morelli e al sottosegretario all’agricoltura Gian Marco Centinaio ai quali tempo fa avanzammo la richiesta di rivedere il limite di lunghezza dei convogli agricoli, vista la grande manovrabilità garantita dai carrelli porta attrezzi e dai rimorchi oggi in commercio. Molti meriti vanno anche a FederUnacoma, la federazione dei costruttori presieduta da Alessandro Malavolti, che ha fatto presente in tutte le sedi le ragioni tecniche che rendevano anacronistico il vecchio limite di lunghezza”, il commento del Presidente di contoterzisti Uncai Aproniano Tassinari.

Il decreto infrastrutture consente, inoltre, l’immatricolazione di mezzi agricoli a nome di una rete di imprese. “Un’impresa dovrà, tuttavia, essere incaricata di svolgere le funzioni amministrative attribuite dalla legge al proprietario del veicolo: un servizio che soprattutto un agromeccanico potrà responsabilmente offrire”, commenta il presidente Uncai.

Gli altri due aspetti del settore agromeccanico inseriti nel dl sollevano, invece, qualche perplessità. Tra i suoi contenuti c’è la possibilità da parte di chiunque di immatricolare una macchina agricola con una massa massima a pieno carico tecnicamente ammissibile non superiore alle 6 tonnellate, o un rimorchio agricolo con massa complessiva fino a 6 tonnellate: “Una liberalizzazione agli hobbisti. Ci auguriamo non produca effetti deleteri in termini di sicurezza e di qualità di lavoro. In precedenza, infatti, solo un professionista poteva acquistare un trattore”, commenta il presidente Tassinari.

Infine l’inserimento delle macchine agricole con più di 40 anni nella categoria dei veicoli d’epoca. I vecchi trattori, una volta iscritti nei registri dei veicoli d’epoca, non saranno più oggetto di adeguamento, manutenzione o revisione, non potranno più circolare in strada e solo sulla carta non dovranno più essere usati in campo. Potranno comunque essere commercializzati in Italia e all’estero, senza radiare la targa. “Sembra un modo per sollevare i trattori degli anni ‘70 e primi anni ‘80 da ogni obbligo di sicurezza sul lavoro e di adeguamento, per esempio con una struttura anti ribaltamento. Si parla di almeno 500 mila robusti mezzi agricoli, che ancora scendono in campo e che probabilmente usciranno dai radar dell’Inail. Almeno non beneficeranno più del gasolio agricolo agevolato”, conclude il presidente Tassinari.

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09/11/2021, 18:03
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Anche l’Umbria investe sulle nocciole
Innovazione tecnica e organizzativa per puntare, con i contoterzisti, all’obiettivo di 1500 ettari di noccioleto umbro entro il 2026

ROMA – Cresce e si aggrega la filiera del nocciolo dell’Alta Valle del Tevere, in Umbria. A tirare le fila ci sono Confagricoltura Umbria, ProAgri e Ferrero HCo (la divisione del gruppo Ferrero che si occupa nocciole), con il supporto della Regione, di Ismea, dell’Università di Perugia e dei Contoterzisti Umbria. Il progetto è stato presentato a Città di Castello (Perugia) dal Presidente di ProAgri Domenico Brugnoni, il Presidente di Ismea Angelo Frascarelli, il Presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi, l’assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni, il project Manager Ferrero HCo Fabio Piretta, Danila Farinelli della Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia e Sergio Bambagiotti, Presidente di Contoterzisti Umbria.

Il presidente della Cooperativa di agricoltori ProAgri Domenico Brugnoni ha aperto i lavori facendo il punto della corilicoltura umbra “passata dai primi 12 ettari sperimentali del 2018 agli odierni 550, con altri 150 ettari che verranno messi a dimora nelle prossime settimane. L’obiettivo iniziale concordato con Ferrero HCo di raggiungere in Umbria i 700 ettari a noccioleto in cinque anni è cambiato. Ora l’obiettivo sono 1500 ettari entro il 2026”.

“Le caratteristiche del terreno umbro sono tali da garantire un prodotto di qualità, ma servirà una filiera aggregante. Per il raggiungimento dell’obiettivo, Ferrero HCo garantirà un prezzo equo delle nocciole e accordi ventennali per il ritiro del prodotto”, ha assicurato il manager Fabio Piretta.

Il Presidente di Ismea Angelo Frascarelli ha, quindi, analizzato la coltura del nocciolo da un punto di vista tecnico economico; ha valutato la redditività per gli agricoltori alla luce degli investimenti necessari e dell’andamento dei mercati per concludere che è necessaria una “notevole innovazione tecnica e organizzativa”.

Aspetto ripreso sia dalla professoressa Daniela Farinelli illustrando le sperimentazioni agronomiche eseguite da un polo di eccellenza come l’Università di Perugia, sia dal Presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi: “È necessario superare il limite della distanza tra impresa agricola e proprietà fondiaria”, ha detto, ma ha anche sottolineato l’importanza dei contoterzisti su tutte le filiere, compresa quella del nocciolo. “In corilicoltura gli interventi agromeccanici incidono notevolmente sui costi. Devono essere eseguiti con i mezzi meccanici idonei per il movimento terra, i livellamenti, i drenaggi, le rippature profonde almeno un metro per creare un terreno che favorisca un radicamento veloce delle piante: lavorato professionalmente il noccioleto può andare in produzione già dopo quattro anni e non dopo cinque o sei”.

È quindi intervenuto il Presidente di Contoterzisti Umbria Sergio Bambagiotti affermando come la meccanizzazione sia in grado di tenere uniti la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del reddito degli agricoltori: “Nell’Alta Umbria la coltura del nocciolo può e deve trovare soddisfatte le proprie valenze ecologiche finalizzate alla quantità e qualità del frutto. La sostenibilità economica del progetto passa, però, da una moderna corilicoltura che riduca al massimo le ore di lavoro manuale, quindi da noi agromeccanici. Le nuove tecniche di impianto e di gestione devono fare riferimento alla meccanizzazione e all’adozione di protocolli produttivi sostenibili. Una sfida alla quale i contoterzisti umbri sono pronti. L’espressione ‘si è sempre fatto così, perché cambiare?’ non fa parte del nostro dna come di nessun imprenditore. Dovremo attrezzarci per tempo, man mano che crescono le piante, ma arriveremo con tutti i servizi agromeccanici necessari a 1500 ettari di un moderno noccioleto umbro”.

“L’obiettivo di 1500 ettari porterà l’Umbria tra le prime cinque regioni italiane”, ha proseguito l’assessore Roberto Morroni. Nonostante l’Italia produca il 13% circa delle nocciole a livello mondiale, importa il 43% del suo fabbisogno annuale: “Il sostegno della Regione deve andare alle filiere che daranno reddito all’agricoltore. Solo se c’è reddito si potrà reinvestire in ricerca, sicurezza, qualità e ambiente. È vero, non si può rimanere fermi e non cambiare nulla perché si è sempre fatto così”, ha concluso.

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Prezzi alle stelle, tariffari agromeccanici fermi

Tassinari: "La sommatoria di pandemia, calo delle produzioni, carenza di materie prime e speculazione non può essere gestita dalle singole aziende agricole o agromeccaniche e difficilmente lo può essere politicamente. Occorre affiancare all’accresciuta sensibilità ambientale l’innovazione genetica e agromeccanica e un uso scientifico di tutte le risorse disponibili"

ROMA – In Europa il gas ha raggiunto aumenti nell’ordine del 300%, la curva dei costi energetici è un proiettile che piomba sui costi di produzione, del carburante, delle sementi e dei fertilizzanti necessari per avviare la stagione agraria con le prime lavorazioni agromeccaniche. “Con il gasolio a +50%, il nitrato di ammonio a +30%, l’urea a +40% (quando si trova in commercio), operazioni colturali come estirpatura, rullatura, semina e concimazione sono diventate insostenibili per le aziende agricole”, commenta il presidente dell’Unione Contoterzisti Aproniano Tassinari. “Ci sono record di cui faremmo volentieri a meno, specialmente quelli che stanno alimentando l’impennata dei prezzi del cibo e l’inflazione. Alcuni agricoltori hanno rivisto le concimazioni autunnali, ma fare a meno del tutto dei fertilizzanti è impossibile. Si fa ricorso, per quanto possibile, al letame e ai liquami aziendali per chi fa zootecnia. Sono in difficoltà anche gli agromeccanici che hanno il compito, in una filiera coesa e collaborativa, di rinnovare il parco macchine ed eseguire una periodica manutenzione. Ma sono aumentati anche i costi dei mezzi agricoli e dei ricambi per i quali si stanno verificando anche preoccupanti ritardi nelle consegne”.

I tariffari delle lavorazioni agromeccaniche sono pressoché fermi da diversi anni. Nella situazione attuale i contoterzisti lottano contro i rincari, contenendo i costi, consapevoli che ogni aumento peserebbe sulle aziende agricole e avrebbe delle ricadute sui consumi. “La sommatoria di pandemia, calo delle produzioni, carenza di materie prime e speculazione non può essere gestita dalle singole aziende agricole o agromeccaniche, neppure all’interno di un nuovo accordo di ripartizione del valore nella filiera agroalimentare che coinvolga anche distribuzione e industria”, aggiunge il Presidente di Uncai. “Le tensioni di mercato si risolvono con l’aumento delle produzioni agricole al fine di raggiungere quella autosufficienza alimentare europea auspicata da Bruxelles un anno fa, al culmine dell’emergenza coronavirus”. La ricetta per Uncai passa da un’accresciuta sensibilità ambientale supportata dall’innovazione genetica e agromeccanica e da un uso scientifico delle risorse, dall’acqua alle bioenergie, al sole, senza lasciar fuori nulla. “Le risorse in arrivo dell’Europa devono essere utilizzate coerentemente e completamente per l’autosufficienza alimentare e la sostenibilità economica del sistema agricolo, senza compromessi pseudoscientifici. Occorre ascoltare e seguire di più la scienza, le accademie, le università. C’è troppa politica nell’agricoltura e ancora pochi tecnici nei posti chiave per discutere della fattibilità di progetti e strategie”, conclude il Presidente Tassinari.

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Piano strategico nazionale e contoterzisti

Tassinari: "L’Albo degli agromeccanici, scelta strategica per la sostenibilità economica, sociale ed ambientale del settore agricolo”

ROMA – Migliorare la posizione degli agricoltori nella catena del valore (obiettivo 3), favorire lo sviluppo sostenibile e un’efficiente gestione delle risorse naturali (obiettivo 5), contribuire ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità (obiettivo 6), promuovere l’occupazione, l’inclusione sociale e lo sviluppo locale nella aree rurali (obiettivo 8). La bozza di Piano strategico nazionale della Pac ‘23-’27 offre indirettamente delle opportunità anche alle imprese agromeccaniche. “Gli obiettivi sono chiari, gli strumenti meno”, commenta il presidente di Uncai Aproniano Tassinari. “Si parla genericamente di sistemi di certificazione e di tracciabilità, di trasparenza e condizionalità sociale, e ancora di cooperazione e integrazione e di accorciare le filiere, renderle multifunzionali. Crediamo che per raggiungere tutto questo la strada più semplice e sicura passi da servizi agromeccanici professionali, e quindi da un Albo degli agromeccanici”.

La sostenibilità ambientale viene pragmaticamente tradotta in opportunità di impresa, quindi non viene disgiunta dall sostenibilità economica. Mentre la condizionalità sociale rischia di tradursi solo in sanzioni. “Premi per l’agricoltura biologica, per le produzioni integrate, per le lavorazioni ridotte del suolo e per una gestione efficiente delle risorse naturali rappresentano altrettanti inviti agli agricoltori ad affidarsi ad agromeccanici dotati di tutte le tecnologie e conoscenze necessarie a eseguire tali interventi di precisione, così come la regola che chi riceve denaro pubblico deve garantire il rispetto della legge”.

Manca però un esplicito riferimento al contoterzismo professionale, una mancanza non da poco: “Nel piano strategico della Pac ci sono le start up, perché non gli agromeccanici?”, si domanda il presidente di Uncai. “In Italia, da oltre 70 anni, il contoterzista è la migliore sintesi di innovazione e conoscenza agricola, e oggi promuove e guida il processo di digitalizzazione. La collaborazione assidua con gli agricoltori è il suo riconoscimento più importante. Programma investimenti con loro e per loro, riduce i costi dell’azienda agricola, facilita il controllo di gestione. I risultati della collaborazione tra agricoltori e contoterzisti arrivano anche al consumatore, anche se non lo sa, attraverso alimenti di alta qualità, sicuri, nutrienti e prodotti in modo sostenibile. Un regime e una collaborazione di qualità richiede però un riconoscimento pubblico che contribuisca a renderla stabile e strutturata, ossia un Albo che raccolga tutti i contoterzisti professionali, ossia che, dopo un percorso formativo qualificato e qualificante, svolgono in forma autonoma i servizi agromeccanici”, conclude il presidente Tassinari.

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