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ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI: IL REGOLAMENTO 1169/2011, LA DICHIARAZIONE NUTRIZIONALE, CLAIM DA REGOLAMENTO 1924/2006, CLAIM PUBBLICITARI E L’ETICHETTATURA AMBIENTALE DEGLI IMBALLAGGI
3 APPUNTAMENTI FORMATIVI ON-LINE, DI CIRCA 2,5 ORE - PER AFFRONTARE LE NORME COGENTI ED I DUBBI DEGLI OPERATORI
8, 15, 24 NOVEMBRE 2021

ISCRIZIONI APERTE
Dopo l'elevato numero di adesioni alla sessione di fine giugno e luglio, abbiamo deciso di proporre nuove date, con una sessione anche a settembre/ottobre, così da garantire adeguata interazione, limitando il numero di partecipanti.
L'evento è strutturato come formazione a distanza, con un numero limitato di partecipati, per consentire lo stesso livello di interazione con i relatori che ha sempre caratterizzato le nostre iniziative in aula. Gli argomenti, suddivisi in moduli, consentiranno brevi sessioni, in modo da essere meglio recepiti e meno impattanti sulle altre attività lavorative.

L'obiettivo è fornire l'esatto approccio nella redazione delle etichette dei prodotti alimentari, affrontare particolarità ed eccezioni, rivolgendoci agli addetti del settore che si occupano o concorrono alla realizzazione delle etichette dei prodotti alimentari, dall'area qualità al marketing, fino all'area commerciale.
Esaminare il contenuto delle norme vigenti in materia, in particolare il Reg. UE 1169/2011 relativo alle informazioni sugli alimenti destinati ai consumatori. Analizzare i diversi campi obbligatori per le indicazioni da riportare in etichetta, a partire dalla denominazione di vendita sino all'indicazione del responsabile delle informazioni, oltre a cenni sull'etichettatura ambientale degli imballaggi;
Approfondire gli obblighi definiti dal Reg. 2018/775 circa l'obbligo di indicazione di origine per l'ingrediente primario;
Affrontare alcuni esempi pratici di Dichiarazione nutrizionale, secondo il Reg. UE 1169/2011, e i casi di deroga per taluni prodotti;
Commentare, infine, le diciture facoltative maggiormente utilizzate in etichetta, quali ad esempio i claims nutrizionali e salutistici, senza glutine e senza lattosio, oltre ai messaggi prettamente pubblicitari più diffusi.

UnionAlimentari-Confapi

Roma, 6 ottobre 2021

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07/10/2021, 8:18
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Una metodologia ufficiale per certificare la provenienza dei prodotti agricoli alimentari e un tavolo di lavoro in Regione per la tracciabilità e il Made in Italy. Sono queste le richieste che Unionalimentari Confapi fa al governo e alla Regione.

La conferma arriva da Gian Mario Bosoni, presidente di Unionalimentari Confapi Piacenza e amministratore delegato di Emiliana Conserve, la più grande azienda privata del Nord Italia nella produzione di derivati di pomodoro conto terzi con stabilimenti a Busseto e a San Polo di Podenzano: è lui fra l'altro a tracciare un quadro esaustivo del settore del pomodoro.

Bosoni, quanti sono gli ettari coltivati e quintali trasformati in provincia di Piacenza? «A Piacenza nella campagna 2021 sono stati coltivati 10.643 ettari su un totale regionale di 26.976: in pratica rappresentiamo quasi il 40 per cento. L'Emilia Romagna di suo rappresenta il 70 per cento del totale del Nord Italia che è 38.621 ettari. Per quanto riguarda invece le rese produttive, i dati 2021 non sono ancora stati elaborati, ma ritengo si tratti di una campagna eccezionale con una produzione media che si aggira nell'ordine di 800 quintali per ettaro».

Qual è il posizionamento del nostro territorio rispetto al Nord e al Sud Italia? «Rispetto al Nord, Piacenza rappresenta il 27,55 per cento. Per il Sud invece, la nostra provincia è seconda in Italia per ettari coltivati dopo Foggia che pare abbia 16.840 ettari coltivati».

Ci sono secondo lei prodotti non italiani che arrivano sui nostri mercati col rischio di confondere il consumatore? «Nel passato anche recente sicuramente sì: penso principalmente ai prodotti a base di doppio concentrato e passata: le importazioni dalla Cina sono sempre state importanti, soprattutto ad opera di alcune imprese operanti nel Sud Italia. Le indagini della magistratura denominate Scarlatto 1 e Scarlatto 2 per fortuna hanno messo in luce certe situazioni e fatto cambiare un po' le cose: diciamo che oggi le catene di distribuzione e discount italiane ed europee non possono più dichiarare di non sapere».

Perché la tracciabilità è così importante? «Sul pomodoro lo è perché, se riferita al Nord Italia, garantisce l'utilizzo dei protocolli di coltivazione che rientrano nei sistemi Qualità Controllata della Regione Emilia Romagna».

Quali effetti concreti produce il tema sostenibilità sia sulle produzioni agricole che di trasformazione? «La sostenibilità si basa su tre pilastri: ambientale, sociale ed economico. Sul piano ambientale, sostenibilità significa minore inquinamento e maggiore tutela del nostro pianeta. Sul piano socioeconomico è una garanzia della corretta distribuzione del valore aggiunto lungo la filiera e del mantenimento della produzione nel tempo».

Cosa sta facendo a livello nazionale Unionalimentari-Confapi per garantire la tracciabilità e la difesa del Made in Italy? «Abbiamo richiesto all'Ispettorato centrale qualità repressione frodi del Ministero dell'agricoltura che venga istituita una metodologia ufficiale di analisi per determinare l'origine geografica della materia prima agricola contenuta all'interno del prodotto conservato del pomodoro. Ad oggi esiste una legge che obbliga di specificare l'origine geografica, ma non un metodo ufficiale per verificarla: noi abbiamo proposto che venga adottato come ufficiale quello multielementare sviluppato dalla Stazione sperimentale di Parma (SSICA)».

Quali sono i prossimi passi che attraverso la Confederazione proporrete alla Regione e al Governo? «UnionAlimentari continuerà a lavorare e a riportare istanze a livello centrale affinché i prodotti Made in Italy siano portatori non solo di un'immagine legata al gusto, ma anche di reali garanzie sulla loro salubrità. La cosa è possibile solo se vengono normate, controllate e valorizzate le filiere produttive italiane e informati adeguatamente i consumatori sulle differenze che distinguono i prodotti che ne derivano rispetto a tutti gli altri. Per quanto riguarda la Regione, è necessario condividere con la parte agricola e industriale la costruzione dei prossimi bandi per stabilire obiettivi in linea con il PNRR, in particolare investire nei cosiddetti contratti di filiera incrementandone il budget complessivo».

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11/10/2021, 18:17
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04/11/2021, 20:59
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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato cinque istruttorie sull’uso del sistema di bollinatura fronte pacco denominato NutriScore da parte delle società italiane GS S.p.a, Carrefour Italia S.p.a., Pescanova Italia S.r.l. e Valsoia S.p.A., delle società francesi Regime Dukan S.a.s. e Diet Lab S.a.s., della società inglese Weetabix Ltd. e di una società tedesca attiva nella produzione di caramelle.

L’Autorità ha avviato anche un’istruttoria nei confronti del titolare dell’app francese Yuka, scaricabile dagli App Store di Google e Apple, che si propone di dare una valutazione salutistica dei prodotti alimentari basata in larga misura sul sistema NutriScore e che fornisce proposte alternative per i prodotti giudicati mediocri o scarsi.

Nel sistema di bollinatura NutriScore i prodotti alimentari vengono suddivisi in cinque categorie, sulla base di un punteggio calcolato tramite un complesso algoritmo che sottrae dal valore totale degli elementi "sfavorevoli” (energia, acidi grassi saturi, zuccheri semplici, sodio) quello degli elementi "favorevoli” (percentuale di frutta, verdura, leguminose e oleaginose, fibre, proteine). Gli alimenti con punteggi molto bassi e, quindi, con preponderanza di elementi favorevoli, sono assegnati alla categoria A (verde), mentre quelli con i punteggi più alti sono assegnati alla categoria E (rosso).

Il timore, evidenzia l’Autorità, è che l’etichetta NutriScore, così come i punteggi e i giudizi forniti dall’app, in assenza di adeguate avvertenze, vengano erroneamente percepiti come valutazioni assolute sulla salubrità di un determinato prodotto, che prescindono dalle esigenze complessive di un individuo (dieta e stile di vita), dalla quantità e dalla frequenza di assunzione all’interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato.

Ne deriva che il consumatore potrebbe essere indotto ad attribuire proprietà salutistiche ai prodotti con un giudizio positivo secondo l’etichetta NutriScore o la valutazione dell’app Yuka e, quindi, ad esaltare senza motivo i risultati per la salute che derivano dalla loro scelta.

Nel caso dell’app Yuka, infine, secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato non è chiaro il criterio in base al quale sono ordinate e proposte le alternative al consumatore.

Coldiretti plaude all’iniziativa: «L'istruttoria avviata dall'Antitrust sul Nutriscore è importante per fare chiarezza su un sistema di etichettatura che boccia ingiustamente l'85% del made in Italy a tavola - si legge in una nota dell’associazione - l’Italia si sta muovendo con intelligenza per rafforzare ulteriormente una coalizione a supporto di un sistema armonizzato, che sia diverso dal Nutriscore e che vada a rivedere alcuni dei principi e idee alla base del sistema francese». Al momento, dalla parte dell’Italia si sarebbero già schierate Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Grecia e Ungheria.

Per il Codacons l'apertura di una istruttoria da parte dell'Antitrust è un’iniziativa fondamentale: «Sistemi come il Nutriscore rappresentano una semplificazione estrema di indicazioni salutistiche e nutrizionali importantissime e sono in grado di fuorviare ed ingannare i consumatori modificando sensibilmente le loro decisioni di acquisto – afferma il presidente, Carlo Rienzi - queste semplificazioni danneggiano non solo i consumatori, ma anche gli agricoltori e l'intero settore del Made in Italy».

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24/11/2021, 16:46
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In data 28 marzo 2021 è entrato in vigore il D.Lgs. 2 febbraio 2021, n. 32 (G.U. Serie Generale n. 62 del 13/03/2021) "Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2017/625 ai sensi dell’articolo 12, comma 3, lettera g) della Legge 4 ottobre 2019, n. 117”, consultabile cliccando su D.Lgs. 2 febbraio 2021, n. 32.

La norma sostituisce il precedente D. Lgs. 10 novembre 2008, n. 194 e stabilisce le modalità di finanziamento dei controlli ufficiali e delle altre attività ufficiali effettuate per garantire l’applicazione della normativa in materia di alimenti, sicurezza alimentare, materiali e oggetti destinati a venire in contatto con alimenti (MOCA), mangimi, salute animale, sottoprodotti di origine animale e prodotti derivati, benessere animale e immissione in commercio e uso di prodotti fitosanitari.

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03/02/2022, 18:11
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24, 26, 31 MAGGIO 2022

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