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Ufficio Stampa Kyoto Club 
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I nuovi paradigmi della transizione climatica
Giovedì 13 febbraio 2020, Kyoto Club in collaborazione con il progetto EUCalc organizza a Roma un convegno per riflettere sulle nuove frontiere della decarbonizzazione e sulle opportunità di una transizione da un sistema basato sulle fonti fossili a un'economia verde, rinnovabile e circolare.

Secondo le ultime rilevazioni del NOAA e della NASA, il 2019 è stato il secondo anno più caldo in assoluto, mentre il periodo 2015-2019 è stato il quinquennio più torrido di sempre. I cambiamenti climatici dovuti all'azione umana sono una realtà, e le vicende più recenti – in primis gli incendi che hanno sconvolto l'Australia nel mese di gennaio – sono la prova che se non abbandoniamo l'uso delle fonti fossili e non acceleriamo la decarbonizzazione, sarà molto difficile contenere l'aumento delle temperature "al di sotto dei 1,5-2 gradi centigradi" previsto dall'Accordo di Parigi.

Il dibattito sull'emergenza climatica, grazie anche all'attivismo dei movimenti per la giustizia climatica come Fridays for Future, è divenuto mainstream. A metà gennaio la Commissione europea ha presentato il nuovo Green deal che prevede un ambizioso piano di investimenti verdi per riconvertire l'economia: l'Unione ha dichiarato di puntare alla neutralità climatica entro il 2050. Il successivo voto di approvazione del Parlamento europeo, si è poi espresso per aumentare il target di taglio delle emissioni climalteranti al 2030 dal 40% previsto al 55%: un obiettivo molto più ambizioso rispetto a quello attuale.

Nonostante l'attivismo di governi e Istituzioni, diversi studi hanno stimato che nello scorso anno le emissioni a livello globale sono aumentate: secondo l'Organizzazione metereologica mondiale (OMM) le concentrazioni medie globali di anidride carbonica hanno raggiunto 407,8 parti per milione nel 2018, rispetto a 405,5 parti per milione (ppm) nel 2017. Intanto il Governo italiano ha pubblicato la versione finale del Piano Nazionale Energia e Clima, che fissa gli obiettivi nazionali al 2030 sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2. Ma il Piano è in linea con i target previsti?

Giovedì 13 febbraio 2020 Kyoto Club, in collaborazione con il progetto Horizon 2020 EUCalc, organizza a Roma un convegno per celebrare l'Anniversario dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto. L'iniziativa sarà anche un'occasione per capire a che punto è il nostro Paese con le politiche sul clima e per riflettere su quali debbano essere le priorità ambientali per l'Italia e l'Europa, su come accelerare il processo di decarbonizzazione e sulle opportunità di una transizione sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

L'evento si terrà a partire dalle ore 9,30 presso Spazio Europa (via IV novembre, 149).

Per partecipare si prega gentilmente di mandare una mail entro e non oltre, lunedì 10 febbraio 2020 a Enrico Marcon: e.marcon@kyotoclub.org.

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24/01/2020, 19:14
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Clima, Kyoto Club: usiamo la carbon tax per aiutare le fasce meno abbienti
Piano Nazionale Energia e Clima è “inadeguato” nei target per riduzione delle emissioni, rinnovabili ed efficienza e nei mezzi in campo per raggiungerli.

La sfida dei cambiamenti climatici sarà cruciale nei prossimi decenni: il vertiginoso aumento delle temperature a livello globale reso noto e dimostrato da prestigiosi centri di ricerca internazionali ed europei (NASA, NOAA, Copernicus) è la prova che dobbiamo abbandonare subito l’uso delle energie fossili per procedere con la transizione verso un’economia rinnovabile e circolare.

Per approfondire il tema, Kyoto Club ha organizzato oggi a Roma un convegno per riflettere su come accelerare il processo di decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa. L’evento è stato anche l’occasione per celebrare l’anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto.

Le istituzioni comunitarie e nazionali stanno introducendo diversi strumenti per affrontare la crisi climatica e ambientale. A metà gennaio la Commissione europea ha presentato il Green deal, un piano di investimenti verdi che punta alla riconversione economica: l’obiettivo dichiarato del provvedimento è quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

“In 30 anni l’Europa, sulla spinta del Protocollo di Kyoto, ha ridotto di circa un quarto le proprie emissioni rispetto al 1990. Nei prossimi 10 anni il taglio dovrà raggiungere il 50-55% (o il 65% come chiedono gli ambientalisti) in coerenza con gli obbiettivi di Parigi. E’ evidente la necessità di una forte accelerazione, e la proposta del Green Deal indica la volontà di trovare nuovi strumenti, nuove risorse – dichiara il Direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini - In questo senso, potrebbe essere discussa una proposta di tassazione del carbonio nei settori non ETS secondo la formula dei “carbon dividends” che prevede una redistribuzione delle entrate uguale per tutti i cittadini, consentendo così un guadagno netto per le fasce meno abbienti.
Si potrebbe, volendo, ridurre la restituzione alla fascia più ricca della popolazione ed usare le entrate per accelerare il processo di decarbonizzazione”.

Recentemente, il Governo italiano, ha pubblicato la versione finale del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), che fissa gli obiettivi nazionali al 2030 sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2. Ma l’Unione e l’Italia stanno mettendo in campo politiche all’altezza delle sfide che dovremo affrontare nel futuro prossimo?

Secondo il Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante “C’è ancora troppo scarto fra le dichia-razioni d’intenti e le concrete azioni politiche per affrontare la crisi climatica. Un giudizio che vale per il Green Deal europeo di cui vanno senz’altro apprezzate le novità e l’impostazione generale ma che resta davvero troppo nel vago quando affronta il nodo cruciale delle risorse. E che vale a maggior ragione per le scelte del Governo italiano il cui PNIEC è inadeguato sia in termini di tar-gets (su riduzione emissioni, incremento dell’efficienza, e percentuali da rinnovabili) che di stru-menti individuati per raggiungerli”.

Il ruolo delle istituzioni e del settore pubblico è fondamentale anche per fare in modo che le aziende ed il settore privato intraprendano misure e azioni per una loro trasformazione sostenibile a livello ambientale.

“I cambiamenti climatici stanno dando segnali sempre più allarmanti e disastrosi. L’anniversario degli accordi di Kyoto deve spingerci, come cittadini, al passaggio verso modelli più virtuosi con differenti stili di vita – dice Gianluigi Angelantoni, Vicepresidente di Kyoto Club - Deve anche spin-gere le imprese ad un progressivo passaggio verso pratiche sostenibili e circolari. Ma cittadini ed imprese devono poter contare sugli interventi delle Istituzioni”.

Durante il convegno è stato presentato il progetto di ricerca Horizon 2020 EUCalc, che fornisce ai decisori politici e ad altri attori l’”EUCalc Model”, uno strumento che permette di calcolare e visualizzare il livello di emissione dei gas serra a livello Europeo e dei singoli Stati Membri, sulla base dei percorsi di implementazione definiti negli Accordi di Parigi,Target Net-zero 2050, European Green Deal.

“’EUCalc Model’ è uno strumento sviluppato seguendo uno schema pragmatico ma solido, basato su leve e livelli di ambizione che lo rendono di facile comprensione ed utilizzo, nonché strumento di apprendimento per una vasta gamma di utenti: politici, pubblica amministrazione, imprese, ricercatori, insegnanti e giovani, che vogliono comprendere ed esplorare come raggiungere la carbon neutrality nel proprio Paese”. Lo afferma il CEO di T6, azienda partner di EUCalc, Andrea Nicolai.

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13/02/2020, 15:53
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Kyoto Club Legambiente Renovate ItalyComunicato stampa
Roma, 18 febbraio 2020
Direttiva UE sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD): le Associazioni Kyoto Club, Legambiente e Renovate Italy chiedono al Governo un corretto recepimento nei modi, nei tempi e nei contenuti

È stata resa pubblica la bozza del recepimento in Italia della Direttiva 2018/844 che modifica ed integra la Direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD). Sul recepimento si esprimono le Associazioni Kyoto Club, Legambiente e Renovate Italy in una lettera al Governo in cui sottolineano come il nostro Paese debba fare scelte coraggiose senza bisogno di decisioni dilatorie. Chiedono perciò che il recepimento avvenga correttamente nei contenuti (adeguatamente al testo della Direttiva), nei modi (tramite convocazione degli stakeholder, alla quale saremo felici di portare i nostri contributi) e nei tempi (almeno entro la fine del presente anno).

Leggi la lettera (pdf)

Questo recepimento è un passaggio fondamentale, soprattutto per quella che è la novità principale di tale direttiva, l’approvazione di una strategia di ristrutturazione a lungo termine (per la quale viene creato apposito articolo 2 bis nell’EPBD). Tale strategia sarà lo strumento che orienterà le azioni e le politiche in tema di ristrutturazione edilizia fino al 2050. La direttiva prevede, infatti, che l'intero stock edilizio debba essere riqualificato, de-carbonizzato e trasformato in NZEB (ovvero edifici a consumo energetico quasi nullo).

Kyoto Club, Legambiente e Renovate Italy oggi, 18 febbraio 2020, hanno inviato una lettera indirizzata a: Stefano Patuanelli, Ministro dello sviluppo economico, Alessandro Manuel Benvenuto, Presidente dell’8° Commissione della Camera (Ambiente, territorio e lavori pubblici), Barbara Saltamartini, Presidente della 10° Commissione della Camera (Attività produttive, commercio e turismo), gianni pietro Girotto, Presidente della 10° Commissione del Senato (Industria, commercio, turismo), Vilma Moronese, Presidente della 13° Commissione del Senato (Territorio, ambiente, beni ambientali).

Nella lettera le Associazioni scrivono “abbiamo letto la bozza di recepimento con grandi aspettative, che però, alla lettura dell'articolo 5, si sono trasformate in delusione”.

“Tale articolo è quasi completamente aderente al testo della direttiva, tranne che per alcuni passaggi fondamentali. – si legge ancora nella lettera – In particolare la bozza prevede che la prima versione della strategia conterrà (cfr. art. 5.1.d)) “proposte di politiche e azioni volte a stimolare le ristrutturazioni importanti” e (cfr. art. 5.1.e)) “la proposta di politiche e azioni rivolte ad accelerare la qualificazione energetica degli edifici pubblici” mentre (cfr. art. 5, comma 4) solo nelle versioni successive saranno riportati ‘i dettagli relativi all'attuazione della strategia stessa, ivi comprese le politiche e le azioni in essa previste’. Riteniamo che ciò sia un errore: senza le politiche e le azioni che verranno messe in campo, la strategia si limita ad essere un documento di indirizzo che contiene mere ipotesi”.

Infine, si legge “abbiamo riscontrato un approccio simile anche in merito ad altre decisioni che il nostro Paese deve prendere per rispondere alla sfida della nuova EPBD. Questa infatti recita (cfr. art. 7.5) ‘gli Stati membri ... prendono in considerazione le questioni del benessere termo-igrometrico degli ambienti interni, della sicurezza in caso di incendi e dei rischi connessi all’intensa attività sismica’. La bozza di recepimento invece recita che (cfr. art. 5.1.f)) la strategia di ristrutturazione a lungo termine conterrà ‘un'analisi della possibile integrazione degli interventi di efficientamento energetico degli edifici con gli interventi per la riduzione del rischio sismico e di incendio, volta ad ottimizzare la sicurezza, i costi di investimento e la durata degli edifici’.

Per il recepimento tanto dell’art. 2 bis, quanto dell’art. 7.5 dell’EPBD, riteniamo che il nostro paese non abbia bisogno di decisioni dilatorie ma di scelte coraggiose e pertanto chiediamo che il recepimento avvenga correttamente, nei contenuti (aderentemente al testo della Direttiva), nei modi (tramite convocazione degli stakeholder, alla quale saremo felici di portare i nostri contributi) e nei tempi (almeno entro la fine del presente anno).”.

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18/02/2020, 16:06
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In consultazione pubblica il Rapporto di Prodotto "Prevenzione e gestione dei rifiuti presso strutture che forniscono servizi di ristorazione" della "Multietichetta eLabel!" di Kyoto Club

È online un nuovo Rapporto di Prodotto della "Multietichetta eLabel!" di Kyoto Club, che sarà in consultazione pubblica fino al 19 marzo 2020.

Il RdP (Rapporto di Prodotto) specifica i requisiti per il rilascio di un’etichetta eLabel! a servizi rientranti nella definizione di “Prevenzione e gestione dei rifiuti presso strutture che forniscono servizi di ristorazione”.

Il termine “Servizi di ristorazione” si riferisce ad attività di preparazione, conservazione e somministrazione di cibo presso la struttura per il consumo in loco o l’asporto da parte del consumatore finale. Esempi di servizi di ristorazione sono: ristorante indipendente o presso struttura ricettiva e fast food. Con “Prevenzione e gestione dei rifiuti” si fa riferimento alle attività che incidono sulla produzione e tipologia di recupero/smaltimento degli scarti alimentari, degli imballaggi delle merci utilizzate nella struttura e di qualsiasi bene accessorio al servizio, quali ad esempio le stoviglie monouso.

Per dettagli sul Rapporto di Prodotto, sui criteri e indicatori visita la sezione del sito dedicata ai Rapporti di prodotto.

La multietichetta eLabel! è un’etichetta ambientale che qualifica l’eccellenza del prodotto/servizio a cui si riferisce. eLabel! fornisce informazioni dettagliate ed approfondite sulla performance ambientale del prodotto, e consente di comunicare chiaramente al consumatore i valori aggiunti delle scelte produttive.

Se hai un prodotto o un servizio con una buona performance ambientale e vuoi aderire al programma di etichettatura eLabel! scopri le procedure di rilascio del marchio nella sezione come funziona. Se invece sei una società di consulenza e desideri accreditarti come partner tecnico per la redazione dei Rapporti di Prodotto (RDP) puoi sottoporci la tua candidatura scrivendo a: info@multietichetta.it

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20/02/2020, 16:21
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Kyoto Club, il Consiglio Direttivo ricevuto dal Capo dello Stato
Oggi, martedì 25 febbraio 2020, in occasione dei vent’anni di attività dell’Associazione, il Consiglio Direttivo di Kyoto Club è stato ricevuto al Quirinale in udienza dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Impossibilitata a partecipare per il blocco nei trasporti causati dal Coronavirus, la Presidente Catia Bastioli, CEO di Novamont e Presidente Terna, della delegazione ricevuta al Colle hanno fatto parte il Direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini, i due Vicepresidenti Gianluigi Angelantoni e Francesco Ferrante, il Direttore esecutivo Sergio Andreis e il Coordinatore del Gruppo di lavoro sulle energie rinnovabili dell’Associazione, Mario Gamberale.

Il Vicepresidente Gianluigi Angelantoni ha espresso gratitudine al Capo dello Stato per la sua costante attenzione alle tematiche relative alla salvaguardia dell’ambiente e della giustizia climatica, ringraziandolo specificamente, per aver firmato, in occasione del Climate Action Summit delle Nazioni Unite tenutosi a New York il 23 settembre 2019, la dichiarazione congiunta con altri 31 Capi di stato e di Governo in cui quella dei cambiamenti climatici viene definita come “la sfida chiave del nostro tempo”.

“Siamo orgogliosi che la nostra intuizione di vent’anni fa - che la questione ambientale non fosse solo un vincolo da rispettare, ma anche una straordinaria occasione economica da cogliere - si stia finalmente affermando nel discorso pubblico. Ma abbiamo bisogno che la politica sia coerente e molto più decisa nel produrre norme che favoriscano davvero l’economia circolare e il green deal, e non si accontentino invece di un po’ di greenwashing”, ha aggiunto il Vicepresidente Francesco Ferrante.

Gianni Silvestrini, Direttore scientifico, ha concluso “Il Green Deal europeo rappresenta una straordinaria opportunità anche per l’Italia. Bisogna però che la politica dia la giusta priorità alle risposte all’emergenza ambientale, cosa che purtroppo raramente avviene, ma che il Presidente invece non ha mancato di sottolineare in più occasioni. Andrebbe, ad esempio, valutata con attenzione la proposta di una “carbon dividend tax”, applicata con successo all’estero, che consente di ridistribuire le entrate tra tutti i cittadini in modo uguale, in modo che le fasce più deboli ne traggano un vantaggio economico. Insomma, un reddito di cittadinanza ambientale.”

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25/02/2020, 16:36
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Kyoto Club aderisce all’appello lanciato da associazioni e imprese delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, che chiedono di coniugare le misure a sostegno delle economie europee, indebolite dalla crisi del coronavirus, con gli obiettivi del Green deal.

Coniugare i pacchetti di stimolo all’economia con le misure a favore di clima e ambiente previste dal Green Deal europeo. È quello che chiedono ai leader dell’Unione e dei Paesi membri diverse organizzazioni e aziende del settore delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica. All’appello aderisce anche Kyoto Club.

"Il mondo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica - ha dichiarato il Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante - è pronto a partecipare alla ripartenza post-coronavirus, e, anzi, a svolgere un ruolo da protagonista nel rilancio. È però importante che l'Europa non rallenti nella marcia verso il Green New Deal e imponga serie condizonalità green negli investimenti futuri anche seguendo le linee guida della Taxonomy che individua quali investimenti siano in linea con le politiche del Green deal e quali invece contrari".

Nello specifico, i firmatari che rappresentano i lavoratori e i dipendenti dei settori europei dell'elettricità, del riscaldamento, del raffreddamento, dell'edilizia e dei trasporti, delle associazioni di sostegno, avanzano alla Commissione europea alcune richieste specifiche.

Innanzitutto, serve integrare le misure economiche con gli obiettivi previsti dal recente Green Deal attraverso investimenti in un'infrastruttura a zero emissioni di carbonio e soluzioni innovative: è questa, secondo associazioni e imprese verdi, la strada migliore e più economica per la ripresa a livello nazionale e sovranazionale, che prepara al contempo le basi per un sistema energetico sicuro e sostenibile. In secondo luogo, i pacchetti di stimolo dovranno essere utilizzati anche per accelerare gli investimenti nei settori dell’efficienza energetica, riscaldamento e raffreddamento rinnovabili, elettricità, mobilità, edifici a zero emissioni di carbonio e processi industriali. Infine, sarà necessario garantire che la fornitura continua di energia pulita e gli investimenti in corso nella transizione energetica possano continuare a essere erogati nell'attuale pandemia come i servizi più essenziali.

“Il COVID-19 ha costretto il mondo a una pausa economica” si legge nella lettera, che continua, “Ora il Green Deal potrebbe servire per riavviare l'Europa e guidare la sua economia, con particolare attenzione all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili in tutti i settori. Le imprese del settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica sono ora competitive in termini di costi e possono sostenere posti di lavoro locali in tutta Europa. Con una solida base manifatturiera europea, l'Europa può mostrare una leadership industriale mondiale. Confidiamo” conclude poi la missiva, “che vengano prese le giuste decisioni. Le nostre industrie e associazioni comuni si impegnano a rendere la ripresa economica verde un successo collettivo”.

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03/04/2020, 15:37
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Roma, 16 luglio 2020
Garantire una ripresa verde in Italia, in Europa e per le future generazioni: l’appello delle Associazioni ambientaliste al Presidente del Consiglio Conte.
In vista della riunione straordinaria del Consiglio Europeo di domani 17 luglio, in cui si discuterà il Piano per la ripresa in risposta alla crisi Covid-19 le Associazioni ambientaliste Legambiente, Kyoto Club, Cittadini per l’Aria, T&E, Greenpeace Italia hanno inviato un appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo un intervento immediato per allineare la proposta della Commissione agli obiettivi climatici europei.

Il piano per la ripresa di €1,85 trilioni proposto dalla Commissione e in particolare il nuovo strumento Next Generation EU introdotto al fine di garantire che nessun paese venga lasciato indietro nel post-Covid, rappresenta un pacchetto di stimolo senza precedenti a favore dell’Unione, che potrebbe innescare una ripresa verde prospera e giusta dell’Italia e dell’Europa, dichiarano le associazioni.

Tuttavia, malgrado le buone intenzioni, la Commissione non definisce in maniera esaustiva le condizionalità green associate al fondo che, ad una attenta lettura, risultano largamente facoltative. In particolare, il pacchetto Resilience and Recovery Facility (RRF), il più corposo del Next Generation EU, e per il quale l’Italia potrebbe risultare la maggiore beneficiaria, non è associato ad alcuna lista di esclusione che garantisca che i fondi non siano utilizzati a scapito del clima e dell’ambiente.

In questo contesto, la coalizione europea dei Green 10 - che riunisce i dieci più importanti network ambientali europei, con oltre 54 milioni di membri - ha già lanciato un appello ai decisori politici chiedendo che i piani di spesa per lo strumento RRF siano vincolati all’impegno dell’Europa a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Le associazioni impegnate in Italia rivolgono oggi il medesimo corale appello al Presidente del Consiglio, sottolineando la duplice importanza che tale tema riveste per il nostro Paese, sia in termini di opportunità, essendo l’Italia la maggiore potenziale beneficiaria del fondo RRF, sia in termini di responsabilità, considerando il ruolo del nostro paese nell’ambito della COP26, il Green New Deal italiano caposaldo del contratto di governo e dunque il dovere di tenere alta l'ambizione ambientale e climatica dell'Italia e dell’Europa in questa trattativa.

In particolare, le associazioni avanzano nella nota tre richieste a Conte: Supportare una chiara distinzione delle transizioni “verde” e “digitale”; supportare l’introduzione di una lista di esclusione su cosa non è finanziabile per assicurare che i piani di spesa non contengano alcuna voce che possa arrecare danno al clima o all’ambiente; assicurare che almeno il 50% del Resilience and Recovery Facility sia destinato a progetti legati al clima e si basi sullo strumento della Tassonomia.

“Il ruolo che il Governo Italiano può e deve giocare in sede europea è estremamente importante, essendo uno dei maggiori beneficiari del Recovery Fund – dichiarano le associazioni. Si tratta di un'occasione storica per il nostro Paese, per reagire alla crisi economica derivante dalla pandemia al contempo realizzando quella rivoluzione verde tanto necessaria quanto urgente, con una giusta transizione che sappia coniugare lavoro, ripresa economica e tutela dell’ambiente. Il cambiamento climatico- se ignorato- avrà conseguenze ben più devastanti di quelle che oggi osserviamo in relazione alla recessione da COVID-19 e utilizzare questi fondi in un’economia business as usual sarebbe un errore imperdonabile”.

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16/07/2020, 14:08
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Roma, 31 luglio 2020

Per una PAC a emissioni zero, Kyoto Club presenta il progetto CNC
Kyoto Club, con il contributo della Direzione Generale “Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea, lancia CNC – Per una PAC a emissioni zero. Il progetto annuale ha l’obiettivo di contribuire ad accrescere il livello di informazione sui vantaggi offerti dalla Politica Agricola Comune (PAC) per una resilienza climatica e per la protezione del suolo. Con CNC si sensibilizzeranno i giovani agricoltori e gli studenti degli Istituti Agrari di tutta Italia, gli agricoltori del futuro!

CNC – Per una PAC a emissioni zero è un’attività replicabile in altre regioni dell’UE con cui si intendono promuovere gli orientamenti e gli obiettivi della PAC, grazie al coinvolgimento e al ruolo attivo dei giovani agricoltori, al fine di avviare un dialogo sulle criticità dell'integrazione delle aree rurali e raccogliere proposte per trovare soluzioni intelligenti da proporre ai Governi regionali.

Di durata annuale (1° agosto 2020 – 31 luglio 2021), l’iniziativa vuole mettere al centro direttamente gli studenti, e che offro loro la possibilità di avanzare nuove proposte per contribuire a migliorare la situazione esistente e apportare un piccolo contributo allo sviluppo della materia.

Tra le attività previste dal progetto CNC: venti webinar tematici e seminari frontali negli Istituti di Agraria che favoriranno il networking tra operatori e imprenditori agricoli per presentare le opportunità offerte dalla PAC, favorendone il livello di conoscenza, le opportunità che questa offre per il miglioramento della sostenibilità ambientale, la resilienza climatica e la diffusione di più sane abitudini alimentari.

Il progetto verrà presentato ufficialmente a settembre a Roma presso la Sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, in base alla situazione emergenza Covid-19. Sarà trasmessa anche la diretta streaming dell’evento di apertura.

È stato richiesto il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricoli e Forestali - Mipaaf al progetto CNC

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31/07/2020, 18:08
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Roma, 11 settembre 2020

Kyoto Club: destinare il 30% del Recovery Fund a progetti legati al clima!
Venerdì 11 settembre, Kyoto Club è stata in audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei deputati. Per l’Associazione c’è troppa distanza tra obiettivi dichiarati e scelte concrete, da parte del governo e del parlamento, nell’ affrontare l’emergenza climatica.

Servono subito investimenti nella chimica verde e nella tutela dei suoli. E ora più che mai sono necessari interventi per decarbonizzare il settore della mobilità e per rendere il nostro Paese 100% rinnovabile.

Sono queste alcune delle proposte che Kyoto Club ha presentato nel corso dell’audizione presso l'VIII Commissione “Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici” della Camera dei deputati.

L’Associazione, rappresentata dal Vicepresidente Francesco Ferrante, ha illustrato le azioni che secondo Kyoto Club dovrebbero essere intraprese per tenere fede agli impegni presi con l’Accordo di Parigi e per portare a compimento quel processo di transizione da un sistema basato sulle energie fossili a uno incentrato su un’economia verde, rinnovabili e circolare. Obiettivo: tagliare drasticamente le emissioni entro il 2030 per diventare poi “neutrali” a livello climatico entro il 2050. Come ci chiede l’Europa.

Energia. Tra le proposte principali Kyoto Club chiede una revisione della Piano Nazionale Italiano per l’Energia e il Clima (PNIEC) per un’Italia 100% rinnovabile, insieme alla realizzazione di un Piano straordinario per l’efficienza energetica e la digitalizzazione.

Mobilità. È necessario, secondo l’Associazione ecologista, puntare sul trasporto pubblico locale, elettrificare il parco degli autobus entro il 2030, ed in generale, rafforzare il comparto della mobilità elettrica.

Chimica verde e bioeconomia circolare. Serve implementare l’infrastruttura del rifiuto organico, su cui l’Italia ha un primato e serve un’iniziativa a tutela dei nostri suoli verso il consumo zero e per la difesa della fertilità. Anche in Italia, come anche in altre parti d’Europa nelle regioni industrializzate, la perdita in fertilità è ormai allarmante.

Infine, Kyoto Club ha esposto una serie di azioni virtuose che, a detta dell’Associazione, dovranno essere intraprese per la decarbonizzazione dell’economia, seguite da una lista nera di provvedimenti “negativi” che il governo e il parlamento devono evitare di adottare.

Tra i primi: destinare il 30% delle risorse di Next Generation EU a progetti legati al clima, e circa un terzo di questi al Sud Italia; prolungare l’Ecobonus; puntare sulla produzione dell’idrogeno verde e non blu; la trasformazione dei petrolchimici in bioraffinerie; il contrasto al dissesto idrogeologico.

Tra gli esempi “negativi”: il decreto semplificazioni che non semplifica; la mancata attenzione al recepimento della Direttiva sulla plastica monouso; l’assenza di una Strategia di ristrutturazione dell’edilizia pubblica; benefici fiscali per ristrutturazioni materiali da fonti fossili o incentivi per auto fossili; investimenti per il potenziamento autostradale; la costruzione del Ponte o Tunnel sullo Stretto di Messina.

"Effetto collaterale positivo della tragica pandemia che ha colpito tutto il mondo è che ormai, finalmente, la questione della sostenibilità delle scelte economiche che servono per il rilancio è entrata a pieno titolo nel dibattito pubblico” – afferma il Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante. “Questo è successo grazie alla centralità che l'Unione Europea ha voluto dare al Green Deal, ribadita anche nelle ‘condizioni’ per concedere i prestiti legati al Recovery Fund, ed è stato accolto dal Governo italiano anche nelle Linee Guida per il PNRR di recente emanazione. Non possiamo che esserne soddisfatti, ma restiamo molto preoccupati in quanto non osserviamo ancora un grado sufficiente di coerenza nelle politiche concrete messe in campo: insufficienti nelle semplificazioni, debolissimi sulle rinnovabili, indecisi sulla bioeconomia e il seppur ottimo superbonus non basta per l'efficienza energetica. Non abbiamo tempo da perdere: secondo Kyoto Club serve più concretezza per affrontare insieme la crisi climatica e quella economico-sociale."

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11/09/2020, 12:34
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Kyoto Club: “Un grande segnale di speranza da Presidente Ursula von der Leyen, ora i fatti. Subito”
In occasione del discorso sullo Stato dell’Unione della Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, il Direttore di Kyoto Club, Sergio Andreis, ha dichiarato: “La proposta della Presidente von der Leyen di aumentare ad almeno il 55% gli obiettivi al 2030 per la riduzione delle emissioni di gas serra e di allocare almeno il 37% dei fondi di Next Generation EU agli obiettivi del Green Deal è una notizia molto positiva e un grande segnale di speranza. Non c’è però altro tempo da perdere: come hanno sottolineato più di 150 CEO di grandi aziende nella lettera inviata ieri, martedì 15 settembre, ai Rappresentanti delle istituzioni europee, il taglio del 55% delle emissioni è la conditio sine qua non per raggiungere gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi – ossia contenere, entro il 2050, il riscaldamento globale entro 1,5/2 gradi centigradi – e per il successo del Green Deal. Ora i fatti, perchè gli effetti della crisi climatica non aspettano. Il banco di prova saranno gli interventi degli Stati membri finanziati con il Recovery e resilience plan e con il Piano finanziario pluriennale 2021-2027”.

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