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Ufficio Stampa Kyoto Club 
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I piani dei governi sono insufficienti per rispettare gli obiettivi UE per la riduzione dei gas serra nei trasporti al 2030. Italia al 17° posto su 28 paesi.
Il ranking dei Piani Nazionali Energia Clima mostra che quasi tutti i paesi stanno trascurando i trasporti.


Una nuova analisi sull'ambizione climatica dei governi dell'UE, incentrata sugli obiettivi di riduzione delle emissioni dei trasporti (il settore con le maggiori emissioni di CO2 nell'UE) mostra che la maggior parte degli stati membri non riuscirà a raggiungere i propri obiettivi di riduzione al 2030. Solo i primi 3, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna, hanno ottenuto un punteggio superiore al 50% nella classifica dei piani nazionali energia e clima elaborata da Transport & Environment che ha analizzato tutte le proposte di ogni Paese per i Piani Nazionali di Energia e Clima.

La Germania, prima economia europea, è quindicesima e si prepara a pagare miliardi di euro agli altri paesi per i mancati target di emissioni al 2030. Tutti i paesi hanno bisogno di implementare politiche ben più efficaci per le riduzioni di emissioni nei trasporti proposte fino a oggi.

I Paesi Bassi si sono impegnati a vietare le vendite di veicoli tradizionali dal 2030 e a ridurre le emissioni totali del settore dei trasporti del 29% rispetto ai livelli del 2005. Tuttavia, il primo posto in classifica è dovuto ad una bozza di accordo nazionale sul clima che il governo ha già annunciato di voler indebolire. Il Regno Unito e la Spagna hanno piani simili per vietare le auto a combustibili fossili dal 2040, comunque troppo tardi per decarbonizzare il parco veicoli entro il 2050. Il Regno Unito lascia inoltre la porta aperta agli ibridi, e gli impegni spagnoli e britannici non sono vincolanti.

Carlos Calvo Ambel, direttore di analisi e trend di T&E, ha dichiarato: “In questo momento, la maggior parte dei piani nazionali sui trasporti comporterebbe il mancato adempimento dei target Europei vincolanti al 2030. Ciò significa che questi paesi potrebbero essere citati in giudizio e multati, o essere costretti a pagare per le riduzioni di emissioni in altri paesi UE”.

Dei paesi UE più in basso nel ranking, la Germania (quindicesima) ha posticipato le decisioni fino alla pubblicazione della versione finale del suo piano (prevista per la fine dell’anno).
L'Italia al 17° posto è penalizzata dal ruolo importante conferito al gas naturale nei trasporti, nonostante auto e camion alimentati a gas producano emissioni serra analoghe a quelle dei veicoli a benzina e diesel. Positiva nel piano italiano l’attenzione conferita al potenziamento del trasporto su ferro sia passeggeri che merci e la ricorrente menzione all’intermodalità.

Veronica Aneris, manager per l’Italia di T&E ha dichiarato: “Quello che preoccupa maggiormente nella bozza di Piano inviata dal governo italiano a Bruxelles è la promozione del gas naturale nei trasporti. Il gas è un combustibile fossile e in quanto tale va nella direzione opposta alla decarbonizzazione. Se vogliamo centrare l’obiettivo di Parigi è necessario adottare sin da ora misure in grado di mettere il settore sulla giusta rotta per un trasporto a emissioni zero, come la mobilità elettrica, su cui attualmente il Piano punta in maniera troppo timida.”

“Abbiamo avanzato critiche al Piano Energia e Clima presentato dal Governo italiano nell’ambito della consultazione pubblica, perché troppo timido negli obiettivi, troppo vago negli strumenti attuativi, che non consentirà di rispettare gli impegni di riduzione dei gas serra al 2030 per la parte trasporti – ha dichiarato Anna Donati, responsabile GdL “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club - e ci aspettiamo che dal confronto e dalle proposte avanzate vi sia un concreto miglioramento del PNIEC italiano.”

Riguardo gli ultimi due in classifica, il piano della Bulgaria non prevede niente per ridurre le emissioni dei veicoli pesanti, veicoli commerciali, aviazione e trasporto marittimo, mentre l’Ungheria (ventottesima) dichiara che le sue emissioni nei trasporti aumenteranno del 30% rispetto ai livelli del 2005.

La Commissione Europea rilascerà i suoi commenti su ogni piano nazionale per l’energia e per il clima prima della fine di giugno. Gli stati membri devono consegnare i loro piani finali prima della fine del 2019. Con molti stati membri che si stanno mettendo nelle condizioni di disattendere i loro target 2030 sul clima, secondo le regole dell’UE essi finiranno per comprare miliardi di euro nella forma di crediti dagli stati membri con le migliori performance di riduzione. T&E ha dichiarato che è possibile, ma anche necessario, decarbonizzare i trasporti, al più tardi nel 2050.

Carlos Calvo Ambel ha sottolineato: “L’onda verde delle elezioni europee mostra che gli Europei vogliono che l’UE si impegni per il clima. La nuova Commissione dovrà spingere i governi a ricominciare daccapo, e dirgli di proporre un piano che non ignori le nuove generazioni che marciano nelle nostre strade”.

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13/06/2019, 21:59
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Premio di Eccellenza Nazionale "Verso un'economia circolare": protagonisti gli Enti locali e le Aziende
Al via le candidature per il concorso nazionale giunto alla sua terza edizione promosso da Fondazione Cogeme Onlus in collaborazione con Kyoto Club. Prosegue così il progetto di diffusione dell’economia circolare iniziato quattro anni fa nel territorio bresciano, tra la Franciacorta e la Pianura.

Si rivolge a Enti locali e aziende di tutta Italia che nel biennio 2018-2019 abbiano realizzato, avviato, o anche solo approvato ed autorizzato, interventi di diminuzione dei rifiuti e di uso efficiente dei materiali di scarto. Iscrizioni aperte fino al 31 ottobre 2019.

Leggi il comunicato stampa online

Rovato, 13 settembre 2019, Il premio di eccellenza “Verso una economia circolare” compie ormai tre anni e di fatto si conferma come uno dei concorsi più attesi nel panorama nazionale sia per gli Enti locali sia per le imprese. Forte di numeri sempre in crescita, il premio in questi anni ha accompagnato un’evoluzione culturale e di tendenza sempre più significativa anche grazie ad una rinnovata opera di sensibilizzazione rispetto alle questioni ambientali, sempre più orientata alle politiche di riutilizzo. E su queste tematiche appunto il bando appena pubblicato vuole puntare ancora l’attenzione, dando spazio a quelle realtà, Enti locali, Aziende, Università e centri di ricerca che, nel biennio 2018-19, abbiano realizzato, avviato, o anche solo approvato ed autorizzato, interventi di diminuzione dei rifiuti e di uso efficiente dei materiali di scarto, favorendo percorsi verso sistemi eco-industriali che limitino al massimo i sottoprodotti non utilizzati, il loro smaltimento e la conseguente dispersione nell’ambiente.

Nelle scorse edizioni il numero dei partecipanti è cresciuto mano a mano che l’iniziativa prendeva piede, grazie anche alle numerose collaborazioni e patrocini intrapresi sin dagli esordi e che oggi contemplano ancora le due Università di Brescia (Università degli studi e Cattolica del Sacro Cuore), Kyoto Club, Anci, Associazione Borghi autentici, Agenda 21, oltre al sostegno inedito della Fondazione Vittorio e Mariella Moretti e di Apindustria. Mai scontato il patrocinio del Ministero dell’Ambiente insieme al più “contiguo” supporto di Cogeme Spa e Acque Bresciane.

Il Premio vede, come per le passate edizioni, la media partnership de La Stampa Tuttogreen.

“Non è semplice proseguire un percorso a seguito un finanziamento concluso, nel caso specifico quello di Fondazione Cariplo. Aver confermato questa iniziativa, coinvolgendo anche altri attori sul territorio, rappresenta per la nostra Fondazione un ulteriore stimolo a diffondere al meglio i principi dell’economia circolare” così il Presidente di Fondazione Cogeme Onlus, Gabriele Archetti, membro del comitato scientifico all’insegna della continuità e competenza, composto inoltre da Gianni Silvestrini Direttore scientifico Kyoto Club e QualEnergia, Sergio Andreis Direttore esecutivo di Kyoto Club, Maurizio Tira Rettore dell’Università degli Studi di Brescia, Douglas Sivieri Presidente Apindustria Brescia, Gianluca Delbarba Presidente di Acque Bresciane e Dario Lazzaroni Presidente di Cogeme Spa.

Di seguito si riportano in breve alcune caratteristiche del Premio che prevede la suddivisione in due categorie:

Comuni

comuni fino a 30.000 abitanti

comuni oltre 30.000 abitanti

Aziende:

fatturato fino a 30 milioni

fatturato oltre i 30 milioni.

Il termine per la presentazione delle candidature è fissato per giovedì 31 ottobre 2019.

Per ulteriori informazioni visitare il sito www.versounaeconomiacircolare.it oppure scrivere a info@versounaeconomiacircolare.it.

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13/09/2019, 16:44
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Meno spazio alle auto e più spazio per le persone. La quarta rivoluzione della mobilità

Come passare dalle nuove forme di mobilità a una mobilità sostenibile? Lo spiega il nuovo Rapporto “Less (cars) is more: how to go from new to sustainable mobility” di Transport & Environment (T&E) da cui emerge che senza politiche mirate le nuove forme di mobilità, come le emergenti auto senza conducente, difficilmente potranno favorire la vivibilità delle nostre città, che solo così potranno essere davvero sostenibili.
L'avvento non regolamentato delle auto senza conducente potrebbe aumentare il traffico nelle città europee dal 50% al 150% entro il 2050, il che sarebbe come un'ora di punta che dura tutto il giorno. A rivelarlo è un nuovo studio dell’Associazione europea Transport & Environment (T&E) dal titolo “Less (cars) is more: how to go from new to sustainable mobility” .

Una crescita selvaggia delle auto senza conducente – come anticipato da alcuni esperti nel settore – potrebbe portare a un aumento pari al 40% delle emissioni di CO2 delle auto da qui al 2050, rendendo così gli obiettivi climatici europei quasi impossibili da raggiungere.

Lo studio evidenzia che le auto senza conducente a emissioni zero non risolveranno i problemi di congestione del traffico nelle città europee. I veicoli automatizzati senza conducente, infatti, potrebbero diventare talmente economici da guidare che incoraggerebbero le persone a viaggiare di più e più a lungo. L'automazione non è ancora una realtà, ma i rischi sono già evidenti: incoraggiamento di nuovi viaggi e aumento dei chilometri guidati con incremento delle emissioni e peggioramento della congestione. Se le auto a guida autonoma non saranno condivise e a emissioni zero questi nuovi servizi di mobilità peggioreranno l'inquinamento atmosferico e aggraveranno sugli effetti dei cambiamenti climatici già in atto sulle nostre città.

Per garantire che i veicoli senza conducente non comportino un aumento dell'inquinamento, i governi dovrebbero attuare delle politiche di regolazione e mirate che possano orientare la mobilità del futuro. Solo in questo modo si potrebbe vedere una riduzione delle emissioni da qui al 2050.

Sulle politiche e sul ruolo strategico dei nostri governi ha insistito anche Anna Donati, Coordinatrice del Gruppo di Lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club, che ha sottolineato come “il futuro della mobilità e delle nostre città cambierà radicalmente con l'arrivo dell'auto elettriche, da condividere ed a guida autonoma. Ma senza una riduzione significativa del numero di auto in circolazione, questa rivoluzione non porterà al miglioramento della congestione, delle emissioni, dell'incidentalità e della riqualificazione dello spazio urbano. Per questo servono politiche pubbliche di regolazione che sappiano orientare la mobilità del futuro su veicolo privato, i servizi ai cittadini e la restituzione dello spazio urbano alla mobilità attiva ed al trasporto collettivo."

Dal rapporto emerge, infatti, che le città che riducono gradualmente lo spazio per le auto e contemporaneamente introducono auto condivise, elettriche e automatizzate potrebbero ridurre l’attività dei veicoli del 60%.

Questo cambiamento nella pianificazione urbana ridurrà le emissioni delle automobili del 32% da qui al 2050. E combinato con il passaggio a veicoli a zero emissioni, porterebbe le emissioni europee delle auto sulla buona strada per decarbonizzare completamente il trasporto entro il 2050.

Veronica Aneris, manager per l’Italia presso T&E, ha dichiarato: "Le tre rivoluzioni dell'automazione, elettrificazione e condivisione possono trasformare il modo in cui ci muoviamo. Se questa sarà una cosa buona per l'ambiente e la vivibilità delle nostre città dipenderà dalle scelte che faranno i governi. È necessario che le auto a guida autonoma siano anche elettriche e condivise, perché nel caso contrario si potrebbe assistere ad un considerevole aumento delle emissioni e della congestione. Ma non è ancora sufficiente: se vogliamo che i nuovi attori della mobilità rendano il nostro sistema di trasporti realmente sostenibile bisogna attuare anche la “quarta” rivoluzione della mobilità: ridurre lo spazio urbano a disposizione delle auto private, ovvero strade e parcheggi dedicati. È vitale che le amministrazioni locali attuino misure lungimiranti e decise per ridare le strade ai cittadini. Solo così potremmo porre fine alla predominanza dell’auto privata e muovere verso città sostenibili.”

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24/09/2019, 18:24
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Roma, 15 novembre 2019

Italia-Turchia, la cooperazione si gioca sul clima e la società civile

Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development (SCSD-SD) è un progetto co-finanziato dall'Unione Europea, nell'ambito del programma Civil Society Dialogue. Obiettivo è migliorare e sostenere un dialogo efficace con la società civile e sviluppare la cooperazione tra Turchia e Italia nel settore ambientale.

Coinvolgere le principali organizzazioni della società civile e gli Enti locali per aumentare gli scambi bilaterali e la cooperazione nel settore ambientale a lungo termine tra Turchia e Italia. È questo il principale obiettivo del progetto SCSD-SD, co-finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del programma Civil Society Dialogue – V e i cui partner sono Kyoto Club, Roma e Çevreci Enerji Derneği (Environmental Energy Association), Smirne.

Durante la visita della delegazione turca in Italia, tenutasi a Roma tra il 24 e il 27 settembre 2019, sono state coinvolte diverse organizzazioni ambientaliste locali e nazionali, centri di ricerca, associazioni di categoria al fine di scambiare buone pratiche e rafforzare i contatti bilaterali tra i due Paesi. Tra le organizzazioni visitate: Coordinamento FREE, Associazione Nazionale Energia del Vento (ANEV), ISES Italia, Campagna Amica, Lunaria, Federbio, Legambiente, Greenpeace, Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'Economia Agraria (CREA), Yunus Emre Institute, Azzero CO2, Qualenergia.it, E3G. Durante gli incontri, sono state presentate proposte per la nascita di un network attivo sui temi dell’agricoltura e sono emersi interessi comuni circa le opportunità sull’eolico nell’area di Smirne.

Kyoto Club e Çevreci Enerji Derneği hanno poi redatto il monitoring report, uno studio che approfondisce l’acquis comunitario in materia di ambiente, clima ed energia e che illustra i progressi compiuti dalla Turchia nell’armonizzare il proprio quadro normativo ambientale con quello dell’Unione. Scopo dello studio è offrire una comparazione tra i due sistemi e dare un’idea di cosa manca alla Turchia per allinearsi con la normativa UE ai fini dell’ingresso.

Dal report si apprende come, negli ultimi anni, la Turchia, nonostante alcuni persistenti ritardi, abbia realizzato importanti progressi nella gestione dei rifiuti, nel controllo dell'inquinamento, nella riduzione dei rischi idrogeologici e nella qualità delle sue acque e dell'aria.

A questo proposito, la “Strategia Europea di Approssimazione Integrata 2007-2023” stabilisce gli obiettivi, i target e le attività da intraprendere in Turchia per i diversi settori: secondo la Strategia, il costo di investimenti necessari per garantire l'allineamento con l'acquis ambientale dell'UE è stimato a circa 59 miliardi di euro.

Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development è un progetto sostenuto nell'ambito del programma Civil Society Dialogue finanziato dall'Unione europea. Civil Society Dialogue è un programma che riunisce le organizzazioni della società civile provenienti dalla Turchia e dall'UE attorno ad argomenti comuni, per scambiare conoscenze ed esperienze e costruire un dialogo sostenuto tra di loro. Il Dipartimento per le Politiche Europee è l'istituzione responsabile dell'attuazione tecnica del programma, mentre l'unità centrale per le finanze e i contratti è l'autorità di controllo del programma.

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15/11/2019, 18:43
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Pantelleria: messe a dimora complessivamente 1500 piantine autoctone

Grande successo per la campagna crowfunding lanciata, dopo il grande incendio del 2016, dal Comitato Parchi per Kyoto, onlus costituita da Federparchi-Europarc Italia, Kyoto Club e Legambiente, realizzata in partnership con PlanBee.

Si conclude oggi il progetto “10.000 Alberi per Pantelleria: per non dimenticare l’incendio 2016” con la messa a dimora delle ultime 1.250 piante a Montagna Grande. A queste si aggiungono 250 piante già messe a dimora a Kuddie Rosse nel marzo del 2018. Quella di Pantelleria è stata la campagna di crowdfunding in ambito ambientale che ha registrato il maggior successo in Italia, con oltre 200 donatori tra cui importanti aziende nazionali. Grazie alla collaborazione del Dipartimento SAF dell’Università degli Studi di Palermo, sono state scelte specie autoctone già presenti a Pantelleria nel rispetto della biodiversità locale e privilegiate specie rare o minacciate. Ogni albero piantato permette l’abbattimento di una quantità stimata in circa 700 kg di CO2 nel corso del suo intero ciclo di vita, per un totale di 1.125 tonnellate. In questi anni il Comitato ha realizzato molti interventi in tutta Italia mettendo a dimora decine di migliaia di nuovi alberi.

Ai 24 ragazzi presenti all’iniziativa, che si sono occupati simbolicamente di mettere a dimora le ultime piantine a Montagna Grande, sono stati donati piccoli arbusti autoctoni, simbolo di rinascita e di speranza, con il compito di scegliere un posto ideale sull’isola in cui piantarli.

Oltre a Francesco Ferrante, Presidente del Comitato Parchi per Kyoto e Giampiero Sammuri, Presidente Federparchi erano presenti: Vincenzo Campo, Sindaco di Pantelleria, Salvatore Gino Gabriele, Presidente Parco Isola di Pantelleria, Giuseppe Maria Amato, Presidenza Legambiente Sicilia, Giuseppe Barbera, Professore Università di Palermo, Carlo Di Leo, Amministratore Milleotto srl, Antonio Ferro, Past President Parchi per Kyoto, Armando Mattei, Amministratore Delegato Plan BEE e Carmen Di Penta, Direttore Marevivo.

Promotore del progetto è stato il Comitato Parchi per Kyoto, onlus costituita da Federparchi-Europarc Italia, Kyoto Club e Legambiente, che ha lanciato la campagna nazionale di crowdfunding realizzata in partnership con PlanBee, la società che gestisce la prima piattaforma web dedicata alla raccolta fondi per opere civiche in Italia.
Sono stati tantissimi i cittadini che hanno aderito alla campagna; oltre a centinaia di sostenitori privati si è registrato, poi, il coinvolgimento di aziende nazionali tra cui EcoTyre, il Consorzio che si occupa della corretta gestione del fine vita degli pneumatici, il Gruppo Terna, Donnafugata, azienda vitivinicola siciliana che con oltre 338 ettari di vigneto (di cui 68 a Pantelleria) esporta i propri vini in tutto il mondo, l’azienda bresciana Naturalmente – Artec, l’azienda agricola Salcheto di Montepulciano, il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, l’azienda Ecologica Naviglio S.p.A. che opera nell'area del Parco del Ticino, il capperificio Bonomo & Giglio Srl.

“Sono molto soddisfatto - dice Francesco Ferrante, Presidente del Comitato Parchi per Kyoto - dei risultati raggiunti grazie alle numerose donazioni per un totale di circa 45.000 euro. Ringrazio il Comune di Pantelleria, l’Università di Palermo, l’ente parco che ci ospita e tutti coloro che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi, cittadini e aziende, tra le più importanti in Italia. Le 1.500 piante messe a dimora vogliono rappresentare la speranza, quella di ridare la vita a una parte significativa del territorio devastato dall’incendio. Sono un piccolo contributo che tuttavia vogliamo far rientrare nel progetto più ampio promosso da diversi personaggi per piantare nei prossimi anni 60 milioni di alberi sul territorio nazionale, uno per ogni italiano”.

“Un evento importante che segnala un'attenzione particolare per questo meraviglioso territorio invidiatoci da tutti ma troppo spesso trattato male da noi che ci abitiamo 365 giorni l'anno. In questa giornata però - sostiene Vincenzo Campo, Sindaco di Pantelleria - mi piace sottolineare la risposta del bosco e della natura agli esecutori ed al mandante di quell'atto odioso che nel 2016 ha distrutto circa 800 ettari di boschi di pino marittimo, pino d'Aleppo, lecci, piante ed arbusti della macchia mediterranea. Un vergognoso disastro ambientale che ha scosso le menti di tutti, panteschi e non. Ebbene il bosco ha risposto con una ricrescita eccezionale che dovrebbe farci pensare più che alla piantumazione ma ad opere accurate di diradamento. L'ambiente è una cosa seria perché da esso dipende la nostra sopravvivenza e per questo tutte le iniziative volte a proteggerlo e tutelarlo sono la giusta risposta a chi invece se ne vuole servire per propri fini”.

“La campagna di raccolta fondi ha ottenuto un importante riscontro - afferma Giampiero Sammuri, Presidente Federparchi Europarc Italia - sia fra i cittadini che nel mondo delle imprese a dimostrazione di quanto il tema della sostenibilità sia ormai parte del senso comune. Federparchi è un partner storico del Comitato Parchi per Kyoto e questo successo ci conferma che le aree naturali protette sono apprezzate ed amate dagli italiani; per il parco nazionale di Pantelleria, inoltre, e per tutta l’isola credo sia stata una grande manifestazione di solidarietà nazionale.”

“Come Marevivo - spiega Carmen Di Penta, Direttore generale Marevivo - abbiamo coinvolto una rappresentanza delle sei classi delle scuole medie che seguono i nostri progetti di educazione ambientale. Abbiamo lavorato tantissimo con i ragazzi per fargli scoprire le bellezze e le risorse di questa magnifica isola, e in particolare la ricca biodiversità del Parco Nazionale "Isola di Pantelleria", uno degli ultimi parchi istituito. Attraverso le escursioni e le attività didattiche hanno potuto conoscere gli habitat del Parco di Pantelleria, la ricchezza delle specie vegetali e animali che lo caratterizzano e l’importanza della tutela del territorio. Oggi piantare un albero per loro significa contribuire a ripristinare gli antichi paesaggi e proteggere le loro radici. Ci auguriamo sia un messaggio di speranza e di rinascita dopo il terribile incendio che ha distrutto questo patrimonio unico”.

“E’ la dimostrazione della validità di un gioco di sinergie per raggiungere un obiettivo comune; è l’esempio che da necessità si fa virtù: passi concreti verso la qualificazione di tutta l’isola. - dichiara Salvatore Gino Gabriele, Presidente Parco Isola di Pantelleria - è questo l’orientamento che il Parco ha da sempre annunciato e che intende seguire. I nostri primi tempi di attività sono stati, infatti, dedicati a convenzioni con soggetti qualificati e monitoraggi utili a definire interventi mirati affinché si possano trarre reali benefici da una gestione responsabile delle risorse forestali di Pantelleria con la riduzione del rischio incendi; l’aumento della resistenza nei confronti dei cambiamenti climatici; la possibilità di ricavare prodotti legnosi sia per ripristinare gli usi tradizionali che un tempo presenti sull’isola, sia come combustibile per la produzione di energia e calore a basso impatto ambientale”.

“Superare gli incendi con azioni positive, di cura verso il Pianeta, questo lo spirito di Legambiente Sicilia – dichiara Giuseppe Maria Amato, Presidenza Legambiente Sicilia - che si palesa nella messa a dimora delle 1.500 piante sui fianchi delle vulcaniche montagne di Pantelleria. L’isola, in fondo, per le sue specificità, rappresenta un pianeta in miniatura verso il quale l’uomo deve cambiare atteggiamento per sperare di tornare ad essere sostenibile. Se da un lato, infatti, la spettacolare e plurimillenaria permanenza dell’uomo ha qui realizzato capolavori della sostenibilità elaborando un paesaggio unico al mondo che vede interdigitarsi l’agricoltura con le aspre e spettacolari note della vulcanicità, dall’altro l’impatto degli ultimi 100 anni si percepisce con tutti i suoi portati e diviene tragedia quando si esprime con la criminale azione degli incendiari. Vogliamo una Pantelleria che si conservi tornando ad essere sostenibile”.

“Sono state messe a dimora 1.500 piante propagate da semi raccolti a Pantelleria dal personale del Dipartimento scienze agrarie, alimentari e forestali dell’Università degli Studi di Palermo, nell’ambito di una attività di ricerca condotta sulle specie della macchia mediterranea. - dice Giuseppe Barbera, Professore Università di Palermo - Nel corso del marzo 2018 sono state messe a dimora presso l’area Comunale Cuddie Rosse 300 piantine di mirto (Myrtus communis). Altre 200 piantine di mirto e lentisco sono state utilizzate come risarcimento delle fallanze. I giorni 21 e 22 novembre del 2019 sono state messe a dimora presso l’area attrezzata di Montagna Grande 900 piante di Mirto (Myrtus communis), Lentisco (Pistacia lentiscus), Corbezzolo (Arbutus unedo) e Fillirea. Ulteriori 50 piantine di Pino d’aleppo sono state messe a dimora presso Contrada saltalavecchia. Le ultime 60 piantine circa sono state messe a dimora oggi durante l’evento conclusivo e donate ai bambini delle scolaresche”.

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Evento Kyoto Club
Roma, 12 dicembre 2019
Agire subito! Le priorità per l’Italia e l’Unione europea al 2030

Giovedì 12 dicembre, in occasione dell'anniversario della firma dell'Accordo di Parigi, Kyoto Club organizza a Roma un convegno per riflettere sul tema della decarbonizzazione dei nostri Paesi e su quali siano le strategie e le azioni da mettere in campo per accelerare la transizione da un'economia basata sui fossili a una carbon neutral.
Se fino a poco tempo fa la crisi climatica sembrava un problema che investiva il nostro futuro, negli ultimi anni il tema è diventato più che mai attuale ed immediato. L'ultimo rapporto dell'IPCC dell'ottobre 2018 afferma come sia necessario contenere l'aumento della temperatura media globale entro +1,5 °C rispetto all'era pre-industriale. Per farlo, sostengono i ricercatori, dobbiamo dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030, e azzerarle entro il 2050. Un compito davvero difficile.

In questo contesto, e viste le dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, decisa ad innalzare il taglio delle emissioni dal 40% al 50-55%, è necessario un deciso innalzamento anche delle ambizioni italiane.
Nella bozza presentata a Bruxelles del Piano Nazionale Energia e Clima, il calo delle emissioni climalteranti era solo del 38%. Nel periodo 2030-50 il nostro Paese dovrebbe ridurre le emissioni ad una velocità quadrupla rispetto al periodo 1990-2030.

Giovedì 12 dicembre Kyoto Club, per celebrare l'anniversario della firma dell'Accordo di Parigi (dicembre 2015), organizza a Roma un convegno per riflettere su quali debbano essere le priorità ambientali per l'Italia e l'Europa al 2030, su come accelerare il processo di decarbonizzazione e completare la transizione a un'economia a basse emissioni di carbonio.

L'evento si terrà a partire dalle ore 9,30 presso Spazio Europa (via IV novembre, 149).

Per partecipare si prega gentilmente di mandare una mail entro e non oltre, lunedì 09 dicembre 2019 a Enrico Marcon: e.marcon@kyotoclub.org.

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Cambiamenti climatici, Kyoto Club: “Mentre l’Italia vuole tagliare le emissioni al 2030 solo del 37%, l’Ue rilancia e punta a oltre il 50%".
Oggi, giovedì 12 dicembre 2019, Kyoto Club ha organizzato un convegno per celebrare l’anniversario dell’Accordo di Parigi e riflettere sulle strategie per il taglio delle emissioni al 2030 e il loro azzeramento al 2050. Per evitare la catastrofe climatica “anche le imprese devono mobilitarsi con nuovi investimenti”.

Mentre i giovani di tutto il Pianeta riempiono le piazze per chiedere ai nostri governanti di fare in fretta e agire per affrontare la crisi climatica, la comunità scientifica internazionale - radunata dal 2 al 13 dicembre alla Conferenza delle parti sul clima di Madrid (COP25) – ha lanciato l’ennesimo avvertimento: se le attuali tendenze dovessero continuare, le temperature globali potrebbero aumentare dai 3,4 ai 3,9°C già in questo secolo, causando effetti distruttivi su larga scala.

A fine novembre 2019, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che dichiara l'emergenza climatica e ambientale in Europa e nel mondo.
In un’altra risoluzione, l’Eurocamera esorta l'UE a presentare alla COP25 una strategia per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050.

"'Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur'. Purtroppo, temo si debba ricorrere a Tito Livio per descrivere la situazione attuale sui negoziati internazionali sulla crisi climatica. Mentre a Madrid si discute su dettagli, la concentrazione di CO2 in atmosfera e la temperatura media del pianeta conseguentemente continua ad innalzarsi – sono le parole del Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante, intervenuto al convegno in collegamento dalla COP25 di Madrid - E' abbastanza stupefacente come, nonostante i ripetuti allarmi provenienti dalla comunità scientifica e le straordinarie opportunità che ci offre l'innovazione tecnologica, le scelte politiche - a livello internazionale ma anche dei singoli Paesi (tranne poche lodevoli eccezioni) - siano così drammaticamente inadeguate e ancora influenzate dagli 'antichi' poteri fossili. Madrid temo sia l’ennesima tappa di 'transizione' e l'appuntamento decisivo sarà quello dell'anno prossimo a Glasgow nel quale dovranno essere approvati gli aggiornamenti dei piani nazionali di riduzione delle emissioni. Ma il tempo sta davvero scadendo".

Per aprire uno spazio di riflessione e approfondimento su queste tematiche, Kyoto Club ha organizzato oggi a Roma, presso “Spazio Europa”, un convegno per riflettere su quali debbano essere le priorità ambientali per l'Italia e l'Europa al 2030 con uno sguardo più lungo al 2050. L’evento è stato anche l’occasione per celebrare l’Anniversario della firma dell’Accordo di Parigi. Il momento è particolarmente delicato, anche perché a breve sarà finalizzata la versione finale del Piano energia e clima (Pniec) da parte del Governo italiano.

“Il Green New Deal presentato ieri da Ursula von der Leyen rappresenta il primo atto politico della nuova Commissione e indica la chiara volontà di dare centralità alla questione climatica – dichiara il Direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini – Il documento contiene diverse suggestioni interessanti, fra cui l’impegno ad alzare il target 2030 al 50-55% (ma l’auspicio è che si passi al 60%) e a tracciare il percorso per un’Europa “carbon neutral” al 2050. Se a queste enunciazioni seguiranno impegni concreti, ad esempio sul versante degli investimenti e della fiscalità ambientale, dei modelli di consumo e di produzione, l’Europa tornerà al ruolo di guida mondiale della lotta climatica che si era un poco offuscato. Alcuni paesi, del resto, stanno rispondendo adeguatamente all’emergenza in atto. La Danimarca la settimana scorsa, ad esempio, ha deciso di ridurre del 70% le emissioni al 2030. Stonano invece, nell’attuale delicata fase, posizioni come quella italiana che prevede un taglio delle emissioni limitato al 37%. Dobbiamo e possiamo essere più coraggiosi. E nei prossimi mesi andranno varati alcuni provvedimenti essenziali per accelerare gli interventi di riduzione delle emissioni”.

Quella della decarbonizzazione è una sfida che riguarda non solo gli Stati o le Istituzioni sovranazionali, ma anche le imprese e il settore privato, dove si stanno affermando nuovi modelli di business e strumenti per contrastare il cambiamento climatico.

“La direzione verso la quale si muovono molti Governi è giusta ma è ingenuo pensare che i loro sforzi possano oggi rallentare in modo sostanziale il riscaldamento climatico – il commento è del Vicepresidente di Kyoto Club, Gianluigi Angelantoni – Non riuscire a ridurre drasticamente le emissioni causerà un disastro ambientale e anche economico. Per questo anche le Imprese devono mobilitarsi con nuovi investimenti nelle Rinnovabili, nell’ Efficientamento Energetico e nell’ Economia Circolare. Ne va del nostro stesso futuro come operatori economici, non solo come cittadini!”.

Se fino a poco tempo fa la crisi climatica sembrava un problema che investiva il nostro futuro, negli ultimi anni il tema è diventato più che mai attuale ed immediato: per contenere l’aumento delle temperature al di sotto dei 2/1,5 gradi centigradi, come deciso a Parigi nel 2015, serve accelerare la transizione da un sistema basato sulle fonti fossili ad una economia circolare e a zero emissioni.

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Trasformazione Digitale & Sostenibilità, Kyoto Club lancia un sondaggio per le aziende
La digitalizzazione è un’opportunità reale di sviluppo sostenibile? Chi ha approfittato dei piani governativi Industria/Impresa 4.0 sta ottenendo benefici anche in termini di efficienza energetica? E perché la “Digital Transformation” rappresenta un’importante occasione differenziante per le aziende anche in termini di “Green Economy”?

Il Gruppo di Lavoro “Efficienza Energetica” di Kyoto Club lancia un sondaggio rivolto alle imprese, con l’obiettivo di raccontare le buone pratiche digitali e sostenibili già avviate e di avvicinare le aziende che non hanno ancora colto le opportunità di questa rivoluzione.

Leggi il comunicato stampa online


Con l’obiettivo di fare sistema e di rendere replicabili gli interventi virtuosi già messi a processo da alcune realtà produttive del nostro Paese, il Gruppo di Lavoro “Efficienza Energetica” di Kyoto Club lancia un sondaggio rivolto alle imprese.

Perché prendere parte all’indagine?
· Per raccontare la propria eccellenza, Digital & green. Le pratiche raccolte saranno valorizzate e promosse in convegni e pubblicazioni.

· Per partecipare ad un osservatorio esteso, di cui saranno protagoniste le PMI italiane, i cui primi esiti verranno resi noti in importanti occasioni pubbliche a partire dalla primavera/estate 2020.

· Per avvicinarsi all’opportunità della trasformazione digitale come leva di sviluppo, per chi non lo avesse ancora fatto, con la possibilità di approfondimenti mirati e customizzati in caso di interesse.

“Siamo convinti che si possa coniugare in modo efficace e virtuoso l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale. Questa indagine sarà un’occasione per indagare sul campo il legame effettivo tra interventi di trasformazione digitale, crescita della competitività delle imprese e possibile impatto sulla sostenibilità di processi e sviluppi aziendali – dichiara Laura Bruni, Coordinatrice GdL ‘Efficienza Energetica’ di Kyoto Club e Direttore Affari Istituzionali di Schneider Electric – Vorremmo dare voce alle eccellenze italiane, per renderle note e replicabili, ma anche comprendere le ragioni di chi non percepisce la trasformazione digitale come opportunità di crescita, facendoci portavoce di bisogni e necessità di chiarimento”.

Scopri di più su www.kyotoclub.org/gruppi-di-lavoro/effi ... lizzazione

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Cop 25, secondo Kyoto Club a Madrid è mancato "il protagonismo europeo"
"L'Unione Europea è rimasta balbettante, e si è allargata la distanza tra i giovani che manifestano e le imprese disponibili e la paralisi dei governi". Così il Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante, ha commentato il bilancio della Conferenza sul clima dell'Onu annuale appena conclusasi a Madrid.

Comunque finisca sarà un fallimento, sia che si scelga di prorogare questa Cop in mancanza di un accordo sia se si trova un compromesso, che sarà inevitabilmente al ribasso e che non scioglierà alcuno dei nodi che c’erano prima di arrivare a Madrid”. Lo ha detto il Vicepresidente di Kyoto club, Francesco Ferrante ai microfoni dell'agenzia Ansa, commentando il ritardo nella decisione finale alla conferenza mondiale dell’Onu sui cambiamenti climatici. “Diventa drammatica – ha proseguito – la distanza fra l’urgenza dettata dagli scienziati, voluta dai ragazzi e su cui persino molte imprese si rivelano disponibili e la paralisi in cui i governi hanno costretto questa tornata di negoziati. Ad opporsi sono sempre ‘i soliti noti’, dagli Usa al Brasile ai paesi produttori di petrolio, alla Cina e all’india che frenano. Ma ciò che è mancato a Madrid – aggiunge Ferrante – è stato il protagonismo europeo che la presentazione del Green Deal aveva fatto sperare potesse essere il catalizzatore del cambiamento. Invece l’Europa è rimasta balbettante”.

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Roma, 20 gennaio 2020

Al via i seminari online sull'azione dell'UE per la tutela ambientale e climatica

Le associazioni partner del progetto Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development (SCSD-SD) organizzano un ciclo di 10 webinar gratuiti dedicati al quadro normativo comunitario in materia di giustizia climatica e alle buone pratiche legate alla sostenibilità ambientale.

Cosa prevede la Direttiva europea sull'efficienza energetica? E quali sono le strategie Ue per le energie rinnovabili? E ancora, quali sono gli obiettivi previsti per la riduzione delle emissioni?

Per rispondere a tutte queste domande, a partire da martedì 21 gennaio 2020, Kyoto Club (Italia) e Environmental Energy Association (Turchia), le due associazioni partner del progetto Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development, organizzano un ciclo di 10 webinar – ciascuno sarà replicato due volte – dedicati al quadro normativo comunitario in materia di sostenibilità ambientale e alle buone pratiche giustizia climatica. Obiettivo principale del ciclo di seminari online è quello di sensibilizzare la platea sull'azione dell'Unione europea per la tutela ambientale e sull'impegno nella diminuzione delle emissioni.

Rinnovabili, efficienza energetica, tutela della biodiversità, azione climatica, economia circolare, rigenerazione urbana: a trattare queste tematiche saranno ricercatori, esponenti del mondo associativo ed esperti del settore.

I seminari sono rivolti al pubblico turco e a quello italiano, e si terranno in lingua inglese.

Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development è un progetto co-finanziato dall'Unione Europea (UE) nell'ambito del programma Civil Society Dialogue – V, che supporta iniziative dedicate allo scambio di conoscenza ed esperienze su temi di interesse comuni alla società civile turca e UE. Scopo dell'azione è quello di aumentare gli scambi bilaterali e la cooperazione a lungo termine tra Turchia e Italia nel settore ambientale, promuovere iniziative di sensibilizzazione sull'importanza e i benefici dello sviluppo sostenibile e diffondere le buone pratiche rispettose del clima e dell'ambiente.

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20/01/2020, 16:42
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