07/07/2025, 13:21
Giovanni Busi confermato presidente del Consorzio Vino Chianti: “Servono nuovi mercati, più promozione e un blocco pluriennale all'autorizzazione di nuovi impianti”
Nuovo mandato fino al 2028 per Busi, che rilancia: missioni in Africa e Sud America, stop a nuovi impianti per 5 anni e più risorse per la promozione. Ecco i nomi del nuovo consiglio
Firenze, 7 luglio 2025 – Il cda del Consorzio Vino Chianti ha confermato Giovanni Busi alla presidenza per un nuovo mandato che si concluderà nel 2028. Una scelta di continuità che arriva in un momento cruciale per l’intero comparto vitivinicolo, alle prese con il delicato equilibrio tra produzione, mercati e sostenibilità economica.
Nel corso della seduta, Busi ha tracciato le linee guida del nuovo triennio, ribadendo con forza che la riduzione delle rese – adottata per il 2025 con una contrazione del 20% – è una misura utile ma non sufficiente. “Tagliare la produzione può tamponare l’emergenza, ma non risolve il problema alla radice. Il nodo vero è la capacità di vendere, e per questo serve un cambio di passo nelle politiche di promozione: dobbiamo andare a cercare nuovi mercati, con investimenti strutturati e continui”.
Proprio in quest’ottica, il Consorzio è pronto a rafforzare la propria presenza internazionale con nuove azioni mirate. Tra le iniziative annunciate, spicca la prima missione promozionale in Nigeria, prevista per gennaio 2026, organizzata in collaborazione con Gambero Rosso. Si tratta di un debutto assoluto per la denominazione in questo continente, considerato sempre più strategico per la crescita dei consumi. A precedere la tappa africana sarà un’importante azione promozionale a San Paolo del Brasile, in programma per novembre 2025. Entrambe le iniziative si inseriscono in un piano di sviluppo commerciale che guarda con attenzione anche ad Asia e Sud America, territori in cui il Consorzio ha già avviato attività in passato e intende proseguire con maggiore intensità nei prossimi mesi.
Sul piano produttivo, Busi ha lanciato un messaggio chiaro alla Regione Toscana e al sistema vitivinicolo: serve un blocco pluriennale delle nuove autorizzazioni all’impianto di vigneti. “Il meccanismo attuale consente ogni anno un ampliamento dell’1% della superficie vitata regionale: parliamo di circa 600 ettari l’anno solo in Toscana. Un trend insostenibile in una fase in cui la domanda globale rallenta e il rischio di squilibri strutturali è elevato. Per questo chiediamo un piano di congelamento quinquennale delle nuove autorizzazioni, che permetta di riequilibrare l’offerta senza compromettere il futuro della denominazione”.
Altro punto critico è quello dei finanziamenti per la promozione. Busi ha sottolineato come l’attuale modello di accesso ai contributi pubblici penalizzi chi presenta progetti ambiziosi. “Oggi nei bandi regionali viene premiato chi chiede meno fondi, quando invece bisognerebbe incentivare le imprese e i consorzi a investire di più. Chiediamo alla Regione Toscana di aumentare il proprio cofinanziamento del 20% aggiuntivo rispetto ai fondi comunitari. È una condizione indispensabile per dare fiato alle aziende e costruire una strategia di medio-lungo periodo”.
Il nuovo presidente è stato eletto dal nuovo consiglio del Consorzio Vino Chianti, che a sua volta è stato eletto dall’assemblea ed è composto da Davide Ancillotti (Chiantigiane), Ritano Baragli (Cantina Sociale Colli Fiorentini), Rolando Bettarini (Fattoria di Piazzano), Luca Brunelli (Az. Agr. Martoccia), Cino Cinughi de’ Pazzi (Az. Cinughi De’ Pazzi Cino), Andrea Corti (Poggio al Chiuso), Moreno Auli Casucci (Cantina Montalbano Larciano), Angiolo Del Dottore (Cantina Senesi Aretini), Stefano Fantechi (Cantina Vicas), Leonardo Francalanci (Fattoria San Michele a Torri),Valentino Galgani (Cantina Vivito), Filippo Gaslini Alberti (Soc. Agr. Fondiaria S.A.F.T.), Bernardo Giannozzi (Fattorie Giannozzi), Gerardo Gondi (Marchesi Gondi), Bernardo Guicciardini Calamai (Castello di Poppiano), Giovanni Lucchesi (Ruffino),Anastasia Mancini (Azienda Buccianera),Luca Martelli (Cantina Vini Tipici dell’Aretino), Maurizio Masi (Cantine Bellini), Mario Mori (Cantina dell’Etruria), Mario Piccini (Piccini), Riccardo Pucci (Cantine Leonardo da Vinci), Filippo Rocchi (Fattoria Castelvecchio), Andrea Rossi (Vecchia Cantina di Montepulciano),Massimo Sensi (Sensi Vigne e Vini), Daniele Settesoldi (Marchesi Frescobaldi), Giovanni Trambusti (Chianti Trambusti),Alessandro Zanette (Gruppo Italiano Vini).
oggi, 13:24
Dazi Usa, Consorzio Vino Chianti: “Inutile piangersi addosso, bene l’apertura di una trattativa da parte dell’Ue”
Il presidente Busi: “Apprezzabile la volontà dell’Europa di evitare il muro contro muro. Bisogna investire nelle nuove rotte per l’export: Sud America, Asia e Africa”
Firenze, 14 luglio 2025 - “Davanti alla possibilità di dazi fino al 30% sui prodotti agroalimentari italiani, incluso il vino, serve una reazione concreta e orientata al futuro. È inutile piangersi addosso: va vista come l’occasione per accelerare una nuova strategia di export, che punti su mercati alternativi e più stabili”.
A dirlo è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti docg, in relazione alla lettera del presidente Usa Donald Trump sui dazi che dovrebbero entrare in vigore dal 1 agosto e alla volontà dell’Unione Europea di avviare una trattativa.
“Apprezziamo l’orientamento dell’Unione Europea ad aprire una trattativa con gli Stati Uniti, mercato fondamentale per il vino italiano, senza innescare una guerra di dazi e controdazi – spiega Busi – ma non possiamo continuare a rincorrere gli annunci che arrivano da Oltreoceano e che cambiano ogni giorno. Serve una visione più ampia e strutturata”.
“Sud America, Asia e Africa rappresentano oggi rotte fondamentali per il futuro del vino italiano – prosegue Busi – e l’accordo tra Unione Europea e Mercosur può diventare una leva reale per lo sviluppo del nostro comparto”.
“Mercati come Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay – continua il presidente del Consorzio Vino Chianti – offrono grandi margini di crescita per un vino come il Chianti, simbolo della tradizione, della qualità e dei territori italiani”.
“Anche in Asia registriamo segnali positivi – sottolinea Busi – con una domanda crescente in paesi come Cina, Giappone, Vietnam e Thailandia: dobbiamo essere presenti in modo strutturato, con promozione e distribuzione mirate”.
“Non vanno trascurate Africa e India – aggiunge il presidente del Consorzio Vino Chianti – aree in cui il consumo di vino sta cominciando a diffondersi e dove possiamo posizionarci con prodotti di alta qualità e forte identità culturale”.
“Se da una parte è importante evitare il muro contro muro con gli Usa – conclude Busi – dall’altra è nostro compito costruire nuove opportunità. L’export del vino italiano ha bisogno di mercati diversificati e di una strategia europea solida, capace di accompagnare le imprese in un mondo che cambia”.