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AIFE/Filiera Italiana Foraggi
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Marco
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Convegno sulla sostenibilità della filiera dei foraggi essiccati:
la redditività media dell’erba medica vale 712euro/ettaro
Il pubblico delle grandi occasioni ha partecipato al grande evento organizzato dall’Associazione Italiana Foraggi Essiccati e ospitato dall’azienda agricola fratelli Lodi di Terre del Reno, in provincia di Ferrara. Un’occasione per ribadire il valore di un prodotto a ridotto impatto ambientale e presentare un innovativo progetto triennale che partirà a breve con la Spagna
Ravenna, 30 novembre 2023 – Oltre 350 persone hanno partecipato al convegno sulla Sostenibilità della filiera dei foraggi essiccati che AIFE (Associazione Italiana Foraggi Essiccati) ha organizzato mercoledì 29 novembre 2023 presso l’Azienda Agricola dei Fratelli Lodi a Terre del Reno (FE), ospitato nelle moderne e funzionali strutture dell’azienda che ha messo a disposizione anche l’ampio spazio esterno dove i numerosi espositori intervenuti hanno potuto esporre le più innovative attrezzature dedicate alla produzione, alla trasformazione e al trasporto dell’erba medica essiccata e disidratata.
“Nel corso degli anni l’agricoltura all’interno dei Paesi della UE ha fatto molto per diventare più sostenibile – ha affermato nel suo intervento il presidente di AIFE, Gian Luca Bagnara – anche se a volte si è creata una sorta di contrapposizione tra settore vegetale e zootecnia. In realtà questi comparti sono profondamente interconnessi ed è proprio su questo collegamento fondamentale per realizzare sistemi alimentari sempre più sostenibili che AIFE lavora da sempre. La nostra strategia di mercato, in un quadro internazionale dove la mangimistica aumenterà la sua richiesta di prodotti completi di fibra, è quella legata al cosiddetto Schema Nazionale Made Green in Italy, una certificazione di prodotto a cui AIFE sta lavorando in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna, finalizzata a programmare la produzione in base alle esigenze del mercato, caratterizzando la qualità del prodotto attraverso le competenze degli operatori e le grandi opportunità offerte dall’innovazione tecnologica”.
“La riluttanza di una certa fetta di agricoltori italiani a coltivare erba medica, spesso convinti di ottenere una minore valorizzazione rispetto alla coltivazione di grano o altre colture, è sbagliata – ha scandito Angelo Frascarelli docente di Politica agroalimentare all’Università di Perugia – Il reddito lordo dell’erba medica, in una media quinquennale e senza considerare il sostegno della Pac, arriva a 712euro/ha/anno, mentre quello derivante dalla coltivazione del grano tenero, considerate le elevate quotazioni registrate lo scorso anno, si attesta a 742euro/ha. Una differenza minima che ha un ulteriore aspetto positivo ed è quello di impattare meno sull’ambiente perché la coltivazione di erba medica si adatta a tecniche di produzione a basso consumo idrico, contribuisce alla creazione di argini naturali, allo sviluppo di corsi e riserve d’acqua. Non solo. Rispetto alle sfide racchiuse nella Pac 2023-2027 per la sostenibilità ambientale, la coltivazione dell’erba medica rappresenta un’opportunità da non sottovalutare per i vantaggi che garantisce alla biodiversità, a iniziare dall’inutile necessità di utilizzare fertilizzanti e pesticidi nei terreni ad essa dedicata. Il settore dei foraggi essiccati per il nostro Paese è strategico e senza il contributo della sua filiera l’Italia dovrebbe importare maggiori quantità di proteine vegetali derivanti principalmente da soia, nella stragrande maggioranza dei casi geneticamente modificata: un adeguato approvvigionamento di proteine vegetali, inoltre, è essenziale per il mantenimento e lo sviluppo di una zootecnia basata su qualità e rintracciabilità”.
E di proteine vegetali, ma soprattutto della loro importanza, proprio nella mattinata del 29 novembre si è parlato al Parlamento europeo in un simposio promosso dall’europarlamentare francese Jeremy Decent, evento a cui era stato invitato il presidente di AIFE, Gian Luca Bagnara diversamente impegnato al convegno promosso dall’Associazione, al quale ci si è comunque collegati in streaming per ascoltare l’intervento di Decent che ha sottolineato l’anomalia esistente tra gli sforzi compiuti dai Paesi della UE in materia di sostenibilità di agricoltura e zootecnia e l’importazione di prodotti provenienti da Paesi oltreoceano che devono sottostare a regole meno stringenti e per questo meno garantiti in materia di sicurezza alimentare.
“Nell’ultimo decennio la produzione nazionale di foraggi disidratati ha registrato un incremento superiore al 58% - ha illustrato Fabio Del Bravo, dirigente presso la Direzione sviluppo rurale di ISMEA – passando da 600mila a 950mila tonnellate registrate nel 2022: il 70% del totale è rappresentato dall’erba medica. A livello europeo il nostro Paese si posiziona al primo posto, insieme alla Francia, per capacità di trasformazione/impianto con una produzione media di 2.700ha/impianto superando il valore medio europeo che non va oltre i 2.000ha/impianto. Nelle diverse tipologie di prodotto il pellet di erba medica, che a livello mondiale vale circa 406 milioni di euro, piazza l’Italia al secondo posto a livello mondiale come esportatore con 54,5 milioni di euro nel 2022 pari al 14% del totale in valore. Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano di gran lunga il primo importatore internazionale seguiti da Arabia Saudita e Giappone, due mercati in crescita a differenza degli Emirati dove sono state introdotte nuove politiche a favore della produzione locale che hanno rallentato i flussi di prodotto provenienti dall’estero. Sul fronte invece dei balloni di erba medica essiccata il valore a livello globale sfiora i 3,5 miliardi di euro e vede il nostro Paese quinto esportatore con oltre 120 milioni di euro nel 2022, pari a poco più del 3% del totale in valore. Oggi Giappone e Cina sono i maggiori importatori internazionali ma tutti i principali mercati registrano una forte crescita. Tutto questo – ha concluso Del Bravo – dimostra non solo che la filiera della lavorazione dell’erba medica italiana è ben organizzata e strutturata, ma che dispone di una elevata capacità di rispondere a una richiesta specifica di fibra di qualità e di ritagliarsi un ruolo di attore protagonista in un mercato che mostra contesti di grande crescita”.
A sostegno delle grandi opportunità per il settore, il convegno organizzato da AIFE ha riservato uno spazio alla presentazione del progetto triennale, il cui inizio è previsto a febbraio 2024, che l’Associazione sta portando avanti con la spagnola AEFA (Associazione spagnola di produttori di erba medica disidratata) finalizzato a collaborare per promuovere e aumentare la commercializzazione dell’erba medica disidratata verso Paesi extraeuropei come Taiwan, Vietnam, Giappone e Indonesia, che sempre più richiederanno proteine vegetali: un processo che con le sue ricadute positive premierà in particolar modo gli agricoltori.
“Si tratta di un grande progetto – ha sottolineato Luis Machin di AEFA – e attraverso le sinergie messe in campo da AEFA e AIFE porterà a grandi risultati. Nel rispetto delle diverse realtà produttive sono certo che favorirà una collaborazione importante e soprattutto fruttuosa”.
“Tutto questo non può prescindere dalla possibilità di avere a disposizione nuove varietà di seme certificato – è stata la considerazione conclusiva di Eugenio Tassinari, presidente di Assosementi – capaci di contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Purtroppo la ricerca sul miglioramento genetico dell’erba medica, in Italia, non registra quell’impulso che invece meriterebbe. Per questo non possiamo che auspicare un’inversione di tendenza, a tutto vantaggio dello sviluppo di un settore dalle grandi potenzialità”.
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30/11/2023, 18:46 |
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Marco
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Al via un importante progetto europeo
per la valorizzazione dei foraggi essiccati e disidratati
Con l’inizio del 2024 AIFE/Filiera Italiana Foraggi, insieme alla spagnola AEFA (Associazione nazionale dei produttori di erba medica disidratata), sarà protagonista di un progetto triennale indirizzato a promuovere i foraggi essiccati e disidratati in alcuni Paesi del Sud Est Asiatico dove la richiesta è in costante aumento e la produzione locale è particolarmente limitata
Ravenna 9 gennaio 2024 – Con il 2024 AIFE/Filiera Italiana Foraggi, insieme alla spagnola AEFA (Associazione nazionale dei produttori di erba medica disidratata) sarà protagonista di un grande progetto triennale (2024-2026) finalizzato a promuovere i foraggi essiccati e disidratati europei in alcuni importanti Paesi asiatici quali Giappone, Vietnam, Indonesia e Taiwan.
Il progetto partirà in queste settimane e per l’80% del suo valore totale, pari a 1.180.000 milioni di euro, sarà finanziato dalla UE.
Partecipazione a rassegne fieristiche di settore, incontri con i referenti locali del settore, realizzazione di materiale divulgativo sia attraverso la pubblicazione di articoli tecnici che veicolati dal web rappresentano i capisaldi più importanti del progetto.
“I quattro Paesi asiatici che abbiamo individuato – spiega Luis Machin, direttore di AEFA – costituiscono per il settore dell’erba medica essiccata e disidratata un target molto interessante e a sua volta interessato a conoscere le caratteristiche dei nostri prodotti per poterli poi utilizzare correttamente, unitamente ai vantaggi che derivano da un’alimentazione zootecnica a base di foraggio disidratato rispetto ad altre soluzioni presenti sul mercato. Insieme all’Italia, la Spagna è il principale produttore europeo di erba medica essiccata e disidratata e per questo è importante che i nostri futuri e potenziali clienti sappiano che nel Vecchio Continente esiste una grande industria che può garantire una fornitura stabile nel tempo e di eccellente qualità”.
AEFA raggruppa al suo interno 58 aziende associate e nella campagna 2020/2021 ha raggiunto una produzione di erba medica essiccata e disidratata pari a oltre 1,4 milioni di tonnellate, l’80% delle quali destinate all’export, su una superficie complessiva di 250mila ettari dislocati prevalentemente nella Valle dell’Ebro e nelle regioni di Castiglia e Leòn.
Nel 2023 la siccità ha colpito duramente la Spagna e alle iniziali stime che indicavano una contrazione produttiva di erba medica del 50%, le ultime proiezioni, come sottolinea Luis Machin, “parlano di una flessione del 25% rispetto all’anno precedente. Il tema della gestione dell’acqua in Spagna è particolarmente sentito, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che da ora agli anni futuri richiederanno una gestione sempre più attenta, efficiente e razionale. La situazione è ancora più grave in alcuni Paesi asiatici come quelli che abbiamo individuato per l’attuazione del progetto dove, a causa delle condizioni climatiche, della scarsa fertilità del suolo così come di una ridotta disponibilità idrica, la produzione di foraggio di alta qualità è limitata; parallelamente però, la richiesta da parte dell’industria zootecnica è in costante aumento e l’erba medica essiccata e disidratata rappresenta una fonte di alimentazione vitale per gli animali grazie agli indispensabili componenti nutrizionali in essa presenti. Per questo – conclude Luis Machin – le importazioni di erba medica essiccata e disidratata provenienti da Paesi come l’Italia e la Spagna possono garantire un approvvigionamento costante durante l’intero corso dell’anno”.
“La vera sfida – interviene Gian Luca Bagnara, presidente AIFE/Filiera Italiana Foraggi – è riuscire a far conosce lo standard qualitativo dei foraggi europei ai mercati esteri. Rispetto agli USA, che rappresentano il nostro principale competitor, il prodotto europeo si differenzia per tre caratteristiche fondamentali: grazie al trattamento termico a cui è sottoposto garantisce il più alto livello di sanificazione, è ogm-free ed è particolarmente ricco di fibra. I tre anni che ci aspettano legati al progetto che porteremo avanti insieme alla spagnola AEFA saranno sicuramente impegnativi – conclude Bagnara – ma altrettanto ricchi di soddisfazioni e di opportunità per valorizzare al meglio il settore dei foraggi essiccati e disidratati a vantaggio della salute e del benessere degli animali oltre che della sostenibilità ambientale”.
AIFE/Filiera Italiana Foraggi conta una base associativa di circa 30 impianti di trasformazione situati in diverse regioni italiane. Copre circa il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, il 60% del quale segue la via dell’export. Con l’indotto genera un fatturato di circa 450 milioni di euro/anno e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 addetti.
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09/01/2024, 17:02 |
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Marco
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Tradotta in cinese l'opera di Pellegrino Artusi, “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene”. In Regione la presentazione del volume con gli assessori regionali Mauro Felicori e Alessio Mammi AIFE tra gli sponsor della pubblicazione
Ravenna, 29 febbraio 2024 - Dopo le diverse edizioni e riedizioni in catalano, francese, giapponese, inglese, olandese, polacco, portoghese, russo, spagnolo, tedesco, "La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” viene pubblicata in cinese, confermandosi nella contemporaneità un’opera letteraria di successo, ambasciatrice della cultura italiana nel mondo.
La presentazione dell’opera di Pellegrino Artusi pubblicata in cinese mandarino si terrà durante una conferenza stampa lunedì 4 marzo, alle ore 12, presso la sala stampa della Giunta Regionale, a Bologna, in viale Aldo Moro 52 (piano ammezzato).
Saranno presenti gli assessori regionali Mauro Felicori (Cultura e Paesaggio) e Alessio Mammi, (Agricoltura e Agroalimentare).
Insieme a loro Laila Tentoni, presidente della Fondazione Casa Artusi, Milena Garavini, sindaca di Forlimpopoli, Gian Luca Bagnara, presidente Associazione Italiana Foraggi Essiccati e Federico Roberto Antonelli, direttore Istituto Italiano di Cultura di Pechino (in video).
Grazie all'adesione di tutti i suoi associati, AIFE figura tra gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione del volume tradotto in cinese.
Sarà possibile seguire la conferenza stampa sia in presenza che da remoto.
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29/02/2024, 16:53 |
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“La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”
di Pellegrino Artusi tradotto in cinese
presentato questa mattina in Regione.
AIFE importante sponsor dell’opera
Ravenna, 4 marzo 2024 – Questa mattina a Bologna, presso la sala stampa della Giunta regionale dell’Emilia Romagna, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’edizione in cinese del libro di Pellegrino Artusi “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” alla presenza degli assessori Alessio Mammi (Agricoltura e Agroalimentare) e Mauro Felicori (Cultura e Paesaggio”.
All’incontro, tra gli altri, era presente anche il presidente di AIFE (Associazione Italiana Foraggi Essiccati), Gian Luca Bagnara, che nel suo intervento ha ricordato la rapidità con la quale tutti i consiglieri, contattati quando alcuni anni fa si iniziò a ragionare sul progetto per verificare la disponibilità a sponsorizzare come AIFE la traduzione in cinese del volume, avessero risposto affermativamente contribuendo in maniera sostanziale alla realizzazione di un’opera che i cinesi hanno denominato “La Bibbia della cucina mediterranea”.
“Cultura, arte, fantasia – come ha ricordato l’assessore Mammi – sono racchiusi nel libro dell’Artusi che non è solo un ricettario, ma un’opera a 360 gradi da condividere con il mondo”.
“Giunto alla sua undicesima traduzione – ha spiegato Laila Tentori, presidente della Fondazione Casa Artusi - la Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene costituisce una pietra miliare per poter promuovere il bello e il buono della nostra terra a livello globale. Questa edizione in cinese ha richiesto un impegno e una fatica non comuni che ha coinvolto anche l’Istituto italiano di cultura di Pechino garantendo un apporto fondamentale”.
“Con la traduzione in cinese di questo importante volume – ha riflettuto l’assessore Mauro Felicori – oggi vediamo realizzato un piccolo esempio di grande collaborazione che deve essere di esempio per iniziative future”.
E di valore di reciproca conoscenza ha parlato anche la sindaca di Forlimpopoli (FC), Milena Garavini, esprimendo viva ammirazione per il lavoro svolto, a cui si è unito in collegamento da Pechino Federico Roberto Antonelli, direttore dell’Istituto italiano di cultura.
“Nelle numerose missioni in Cina a cui ho partecipato – ha concluso Gian Luca Bagnara – ogni volta che si parla di Italia i cinesi la associano alla cultura, alla bellezza, all’importanza della filiera. Ecco allora che il libro di Pellegrino Artusi tradotto in cinese deve rappresentare la bibbia capace di fare arrivare in tavola l’italica bellezza: la filiera AIFE rappresenta così un anello di collegamento fra il nostro territorio e la ricchezza dei prodotti che portiamo in tavola”.
Fondazione Casa Artusi insieme ad AIFE è già al lavoro per promuovere ulteriori iniziative di promozione del volume in Cina, che si concretizzeranno nel corso di quest’anno.
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04/03/2024, 20:47 |
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Marco
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AIFE/Filiera Italiana Foraggi
protagonista insieme alla Spagna
di un grande progetto per la promozione
dei foraggi disidratati europei
Ravenna, 22 marzo 2024 - È partito da alcune settimane un progetto europeo, di durata triennale (2024-2026), finalizzato alla promozione di foraggi disidratati prodotti in Europa e destinati a conquistare quote di mercato in Giappone, Vietnam, Indonesia e Taiwan.
Il progetto ha un valore complessivo di 1.180.000 euro e per l’80% è finanziato dalla UE nell’ambito di una serie di attività di promozione, riguardanti prodotti agroalimentari sostenibili e di alta qualità, che verranno realizzate dall’agenzia spagnola Eibens.
AEFA (Associazione Nazionale dei Produttori di Erba Medica Disidratata) è la capofila del progetto al quale partecipa anche AIFE/Filiera Italiana Foraggi.
Abbiamo incontrato Pablo Recio, amministratore delegato di Eibens, con il quale abbiamo approfondito alcuni aspetti dell’attività di promozione che si snoderà e caratterizzerà i tre anni del progetto.
Dottor Recio, da diverso tempo Eibens lavora in Cina per promuovere l’erba medica disidratata spagnola. L’obiettivo di questo progetto triennale appena partito punta a conquistare nuovi mercati quali l’Indonesia, il Vietnam, il Giappone, Taiwan. Quali sono le strategie che metterete in campo?
“Da sette anni Eibens promuove l’export spagnolo di foraggi disidratati verso la Cina e il Vietnam nell’ambito di progetti finanziati dall’Istituto del Commercio Estero Spagnolo (ICEX) e da AEFA. Inizialmente ci siamo concentrati esclusivamente sull’export di erba medica disidratata a cui successivamente abbiamo aggiunto il fieno disidratato perché abbiamo capito l’interesse del mercato cinese per queste produzioni, tant’è vero che nel giro di pochi anni, in Cina, abbiamo raggiunto una quota di export del 14% collocandoci al secondo posto come Paese esportatore. L’esperienza maturata in questi anni ci ha permesso di elaborare strategie che riteniamo efficaci per entrare sulla piazza di nuovi mercati come il Giappone e Taiwan che attualmente importano molto fieno dagli USA e che hanno una buona conoscenza dei prodotti foraggeri, mentre Indonesia e Vietnam rappresentano mercati totalmente emergenti dove ancora nessun fornitore internazionale si è affermato. La sfida che vogliamo cogliere è quella di convincere questi Paesi che l’aumento di foraggio disidratato di alta qualità importato costituisce un vantaggio per stimolare la crescita dell’industria lattiero-casearia locale”.
Quanto è stato impegnativo elaborare un programma di promozione triennale efficace e tagliato per questi Paesi in via di sviluppo?
“Grazie ai finanziamenti dell’Unione europea e alla collaborazione delle principali associazioni di settore come AEFA e AIFE-Filiera Italiana Foraggi, siamo fiduciosi di ottenere un ottimo impatto. La nostra convinzione è supportata dall’importante lavoro che abbiamo svolto per sviluppare un Piano di attività triennale dettagliato basato su ricerche di mercato e conoscenza del settore che abbiamo elaborato come la UE ci ha richiesto per riuscire a ottenere i finanziamenti. Si è trattato di un lavoro che ha coinvolto un team di esperti e richiesto diversi mesi di preparazione nel corso dei quali nessun aspetto è stato trascurato per poter elaborare strategie adatte sia a Paesi che definiamo emergenti come Indonesia e Vietnam, sia a Giappone che a Taiwan che invece devono essere considerati più maturi. L’esperienza acquisita negli anni dalle attività di Eibens è sicuramente un valore aggiunto che ci ha permesso di elaborare un progetto molto articolato, ma siamo altrettanto consapevoli che le strategie messe in campo dovranno adattarsi alle circostanze mutevoli che si potranno presentare”.
Qual è a suo giudizio la sfida da cogliere e sfruttare con questo progetto?
“È importante sottolineare che questo progetto coinvolge quattro mercati: due come ho detto emergenti e due invece più maturi. Questo significa che gli approcci a ognuno di loro dovrà essere diverso sia nella comunicazione che nella promozione. Giappone e Taiwan, ad esempio, sono mercati grandi e stabili e proprio per questo ci aspettiamo un’agguerrita concorrenza da parte degli operatori USA che esportano in quei Paesi erba medica essiccata al sole. In questo contesto dovremo saper proporre e convincere efficacemente Giappone e Taiwan della qualità dei foraggi disidratati, perché i potenziali acquirenti li confronteranno con i prodotti esistenti ponendo domande molto precise che richiederanno risposte altrettanto esaustive. Contestualmente, i mercati emergenti come Indonesia e Vietnam potrebbero aver bisogno di tempo per comprendere le peculiarità dei foraggi disidratati, senza dimenticare che anche le industrie lattiero-casearie locali potrebbero richiedere supporti particolari per migliorare l’utilizzo di foraggio disidratato. Non dimentichiamo però che questi due Paesi stanno pianificando e sostenendo lo sviluppo delle industrie e dei consumi lattiero-caseari locali. Una situazione che apre scenari di grandi e interessanti potenzialità future”.
Quali sono in termini potenzialmente numerici i vantaggi che il foraggio europeo, e quello spagnolo e italiano in particolare, potrà ottenere?
“Con oltre il 20% di foraggio essiccato esportato sia all’interno che oltre i confini europei, per un valore complessivo che nel 2022 ha raggiunto 550 milioni di euro, Spagna e Italia rappresentano il secondo esportatore mondiale dopo gli USA. Secondo la Commissione Intersindacale di Disidratatori Europei (CIDE) la superficie totale destinata alla produzione di foraggi disidratati in Europa supera i 250.000 ettari. Tutti i partecipanti a questo progetto stanno facendo un grande sforzo per raggiungere gli obiettivi fissati. Si tratta in primo luogo di aumentare la consapevolezza e la conoscenza del foraggio disidratato europeo in almeno 1.050 professionisti del settore e media specializzati, ma anche riuscire a generare 7,38 milioni di euro di vendite aggiuntive di foraggio disidratato europeo verso Giappone, Taiwan, Indonesia e Vietnam entro la fine del progetto”.
A margine delle dichiarazioni di Pablo Recio interviene il presidente di AIFE-Filiera Foraggi Italiani, Gian Luca Bagnara per sottolineare che “la sfida di questo importante progetto europeo è esattamente quella di comunicare con grande chiarezza lo standard di qualità che accomuna i foraggi disidratati europei basato su un elevato livello di sanificazione, ottenuto attraverso il trattamento termico. Vogliamo e dobbiamo costruire le migliori condizioni di mercato utili alla valorizzazione e all’esportazione del nostro prodotto. Toccherà poi a ogni azienda produttrice e trasformatrice mettere in campo le migliori strategie per competere e conquistare quote di mercato”.
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22/03/2024, 13:33 |
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Emergenza cavallette in Romagna, il ministero della Salute accoglie la richiesta di AIFE/Filiera Italiana Foraggi per l’utilizzo di Spinosad su erba medica Ravenna, 29 aprile 2024 – Il ministero della Salute, anche su una recente richiesta di AIFE/Filiera Italiana Foraggi ( www.aife.eu) ha autorizzato in questi giorni l’impiego in deroga e in via eccezionale della sostanza attiva Spinosad su erba medica in una vasta area della Romagna flagellata negli ultimi tempi, e in special modo durante l’estate, dall’invasione di cavallette. L’area interessata investe i Comuni di Cesena, Mercato Saraceno, Sarsina, Meldola e Sogliano sul Rubicone. “Negli ultimi due anni abbiamo dovuto fare i conti con la distruzione di numerosi medicai – spiega il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Gian Luca Bagnara – causata dall’invasione di cavallette. Già lo scorso anno il Ministero aveva concesso l’autorizzazione peraltro prevista dall’articolo 54 del Regolamento 1107/2009, i tecnici all’epoca avevano appena iniziato i sopralluoghi per individuare le grillare da trattare quando è avvenuta l’alluvione che ha bloccato tutto. Pur in un contesto tanto drammatico, si sperava che le inondazioni avessero distrutto le grillare e con esse le uova da cui con i primi caldi fuoriescono le cavallette. Purtroppo, invece, la cera che le avvolge e le ripara per tutto il periodo invernale dopo la deposizione, le ha salvate favorendo la schiusa appena le temperature si sono alzate con il risultato di replicare l’infestazione dell’anno precedente”. Nell’operazione di contrasto all’invasione di cavallette nei Comuni citati della Romagna sono coinvolti i Servizi fitosanitari della Regione Emilia Romagna e i tecnici del Collegio Periti Agrari della Romagna che già nel 2022 effettuarono un monitoraggio e una mappatura dei danni causati al territorio dall’infestazione. Nei prossimi giorni, sfruttando le basse temperature di quest’ultimo periodo, i tecnici preposti effettueranno i controlli per verificare la situazione delle grillare e alla prima schiusa si interverrà con lo Spinosad. “In questo modo si effettuerà un intervento mirato – spiega Bagnara - che all’efficacia unirà un minor utilizzo di prodotto su aree circoscritte e che, oltre a un ridotto impatto ambientale, garantirà un risultato pressochè certo. In una situazione come questa la tempestività è fondamentale. Non dimentichiamo che il fenomeno legato all’infestazione di cavallette si sta allargando sempre più, soprattutto in quelle zone più marginali dove i terreni non sono arati. AIFE/Filiera Italiana Foraggi ha voluto attivarsi presso il ministero della Salute anche nella speranza che si arrivi in tempi rapidi a elaborare un piano strategico in grado di contrastare con maggiori strumenti agronomici questo vero e proprio flagello. In una situazione emergenziale si deve ricorrere all’utilizzo di mezzi tecnici immediatamente disponibili nel rispetto di tutte le clausole previste, ma siamo convinti che vada sempre più incentivata la logica legata alla lotta biologica e/o integrata”. AIFE/Filiera Italiana Foraggi conta una base associativa di circa 30 impianti di trasformazione situati in diverse regioni italiane. Copre circa il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, il 60% del quale segue la via dell’export. Con l’indotto genera un fatturato di circa 450 milioni di euro/anno e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 addetti.
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29/04/2024, 11:22 |
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AIFE/Filiera Italiana Foraggi e Casa Artusi
insieme a Cibus per presentare
la versione cinese del libro di Pellegrino Artusi:
“La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”
L’evento si terrà presso lo stand del Consorzio del Parmigiano Reggiano martedì 7 maggio alle ore 11.30. Un’occasione speciale per sottolineare la presenza del Re dei Formaggi nel libro dell’Artusi che oggi, con quella cinese, ha raggiunto la sua undicesima traduzione a livello mondiale
Ravenna, 2 maggio 2024 – In occasione della prossima edizione di Cibus (Fiere di Parma, 7-10 maggio 2024) lo stand del Consorzio del Parmigiano Reggiano (pad. 02 B014) ospiterà la presentazione del libro di Pellegrino Artusi, “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” tradotto in cinese.
L’evento è fissato per martedì 7 maggio alle ore 11.30 e, oltre al direttore generale del Consorzio, Riccardo Deserti, cui spetterà il compito di fare gli onori di casa, parteciperanno il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Gian Luca Bagnara, la presidente e la direttrice di Fondazione Casa Artusi, rispettivamente Laila Tentoni e Chiara Galbiati.
Un’occasione molto speciale che non a caso il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha voluto ospitare nello stand allestito a Cibus dal momento che il Re dei Formaggi, nel libro dell’Artusi, riveste un ruolo fondamentale.
“Tradurre il libro dell’Artusi in una lingua così complicata come il cinese – spiega Gian Luca Bagnara – ha richiesto un impegno non indifferente anche da un punto di vista economico che AIFE/Filiera Italiana Foraggi ha sostenuto con un importante contributo grazie alla disponibilità di tutti i consiglieri i quali, interpellati al riguardo quando alcuni anni fa si iniziò a ragionare sul progetto, diedero con entusiasmo parere favorevole”.
Il volume tradotto in cinese ha già avuto il suo battesimo nel novembre scorso, in occasione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, presso l’Ambasciata italiana di Pechino dove è stato presentato alle Autorità e alla stampa locali. Di recente, è stato presentato alla stampa italiana in Regione Emilia Romagna alla presenza degli assessori al Turismo e all’Agricoltura, rispettivamente Mauro Filicori e Alessio Mammi.
“La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi costituisce una pietra miliare per promuovere il bello e il buono della nostra terra a livello globale – sottolinea Laila Tentoni, presidente di Fondazione Casa Artusi – la sua traduzione in cinese ha rappresentato un progetto ambizioso e impegnativo allo stesso tempo di cui siamo legittimamente orgogliosi al quale, garantendo un apporto fondamentale, hanno contribuito l’Istituto italiano di cultura di Pechino, la Regione Emilia Romagna e il Comune di Forlimpopoli”.
Il progetto di traduzione è iniziato nel 2021, è stato realizzato dall’importante editore cinese Hunan Fine Arts Publishing House con Casa Artusi e, come ha ricordato la presidente di Fondazione Casa Artusi, oltre ad AIFE/Filiera Italiana Foraggi, all’Istituto italiano di cultura di Pechino, alla Regione Emilia Romagna, al Comune di Forlimpopoli, ha coinvolto anche l’Ambasciata italiana a Pechino. La traduzione è stata curata da Wen Zheng, responsabile del Dipartimento di Lingua italiana presso l’Università di lingue straniere a Pechino, oltre che accademico della Crusca.
“Il contributo di AIFE/Filiera Italiana Foraggi alla traduzione in cinese del libro dell’Artusi – conclude Gian Luca Bagnara – ci offre un’ulteriore opportunità per valorizzare sui mercati internazionali la filiera produttiva agroalimentare nazionale che rende così importante nel mondo la cucina italiana dove tradizioni, territorio, agricoltura, zootecnia e biodiversità costituiscono un unicum inimitabile e irripetibile”.
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02/05/2024, 10:17 |
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Marco
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AIFE/Filiera Italiana Foraggi e Assosementi
insieme per il miglioramento genetico
del seme di erba medica
Le due associazioni sono al lavoro per favorire la realizzazione di progetti di ricerca che garantiscano la tracciabilità e la purezza del seme aumentando la qualità e la produttività dei raccolti
Ravenna, 13 maggio 2024 – “Chi aveva già iniziato le operazioni per il primo taglio è stato costretto a fermarsi per le insistenti piogge che hanno caratterizzato quest’ultimo periodo, e non potendo asciugare al sole l’erba medica raccolta ha dovuto ricorrere all’aiuto degli impianti di essiccazione che non hanno mancato di dare il loro supporto ai produttori”.
Riccardo Severi, direttore di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, delinea i contorni di questo inizio di campagna ancora ai nastri di partenza, caratterizzata anche da un mercato che lui stesso definisce “non entusiasmante”, complice una serie di motivi che non riguardano solo il nostro Paese e solo l’erba medica, bensì tutte le piazze internazionali e gran parte delle colture.
“AIFE/Filiera Italiana Foraggi sta lavorando per incentivare la promozione del nostro prodotto essiccato e disidratato – spiega Severi – e in quest’ottica sta portando avanti una collaborazione con Assosementi perché la qualità di una coltura, e dell’erba medica in particolare, non può che partire dal seme. Stiamo infatti lavorando insieme a un protocollo che attraverso la geolocalizzazione ne possa garantire la tracciabilità e la purezza con l’obiettivo di migliorarne la qualità aumentando al contempo la produzione. In questo contesto la ricerca sul miglioramento genetico della pianta è molto importante, ma sarebbe inutile se rimanesse fine a se stessa. È invece fondamentale darle seguito con una serie di iniziative che, come ho detto prima, garantiscano la tracciabilità, la purezza e la qualità del raccolto. L’andamento del mercato al momento non è particolarmente incoraggiante contrariamente a quanto registravamo solo un anno fa – conclude Severi – stiamo vivendo una situazione globale estremamente volubile e le dinamiche geopolitiche internazionali condizionano senza alcun dubbio i mercati delle commodity. AIFE/Filiera Italiana Foraggi è da tempo impegnata nella promozione del foraggio essiccato e disidratato italiano, anche su nuovi mercati, al fine di aumentarne la domanda e il consumo in considerazione delle sue notevoli proprietà nutritive”.
“Fino a 25 anni fa la ricerca sul miglioramento genetico dell’erba medica, in Italia, era ai massimi livelli. Poi abbiamo assistito a un progressivo abbandono e da esportatori di genetica siamo diventati importatori”. Così Eugenio Tassinari, presidente di Assosementi, a corollario delle dichiarazioni di Riccardo Severi. “Il protocollo che stiamo elaborando con AIFE/Filiera Italiana Foraggi ha come obiettivo una necessaria inversione di tendenza in grado di riportare l’erba medica al ruolo di protagonista che merita per le sue intrinseche caratteristiche: è una pianta azotofissatrice e per questo non richiede un importante utilizzo di fertilizzanti che si traduce in un minor impatto ambientale, risponde pienamente a quanto prevedono gli Ecoschemi introdotti dalla Pac in materia di rotazioni colturali e grazie alla sua durata produttiva, 4-5 anni, il terreno dove si produce non deve essere lavorato ogni anno. Tutti aspetti fondamentali se si vuole davvero parlare di sostenibilità”, conclude Eugenio Tassinari.
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13/05/2024, 13:34 |
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Marco
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AIFE/Filiera Italiana Foraggi: finalmente riconosciuto il valore del foraggio disidratato Gli impianti di disidratazione garantiscono un prodotto sanificato di elevato tenore nutrizionale sempre più ricercato. A iniziare dalle aziende zootecniche del sud Italia che a causa della prolungata siccità non hanno foraggio a sufficienza per alimentare il loro bestiame Ravenna, 27 maggio 2024 – Mentre quest’anno il nord del nostro Paese non è costretto a fare i conti con la siccità come è invece accaduto lo scorso anno, il sud è alle prese con una crisi idrica drammatica che oltre a mettere in ginocchio le produzioni vegetali, sta causando grandi problemi agli allevatori per la mancanza di foraggio destinato all’alimentazione del bestiame. “Gli effetti dei cambiamenti climatici sono purtroppo anche questi – afferma il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Gian Luca Bagnara – E mai come ora il valore del foraggio disidratato negli impianti specializzati assume quel ruolo fondamentale che gli spetta di diritto. Fino a qualche anno fa infatti, il settore della disidratazione era visto con un po’ di scetticismo, soprattutto a causa dell’ingente consumo di energia elettrica. Oggi, praticamente tutti gli impianti sono dotati di una tecnologia innovativa e di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica che con un ridottissimo impatto ambientale garantiscono un prodotto di elevata qualità sia da un punto di vista sanitario che nutrizionale. L’aumento a livello nazionale di superfici destinate alla foraggicoltura e alla coltivazione di erba medica in particolare, testimonia una tendenza che AIFE/Filiera Italiana Foraggi registra con soddisfazione e che si traduce anche nell’incremento della richiesta di prodotto disidratato da parte di diversi allevamenti di bovine da latte che producono per i formaggi Dop. Non solo – puntualizza Bagnara – I nostri associati, proprio a causa della grave siccità che sta affliggendo le regioni meridionali, stanno ricevendo numerose richieste da aziende zootecniche del sud Italia che diversamente non saprebbero come alimentare i loro animali. Il foraggio disidratato proveniente dagli impianti associati ad AIFE/Filiera Italiana Foraggi garantisce massima qualità nutrizionale, sanità dell’alimento, rispetto dell’ambiente. In una parola: piena sostenibilità”. “La pioggia caduta fino a oggi nei nostri areali produttivi – spiega Paolo Lodi, produttore e disidratatore di foraggi a Mirabello (Ferrara), associato ad AIFE/Filiera Italiana Foraggi – si aggira intorno ai 400 mm; l’anno scorso, in totale, non avevamo superato i 300 mm. Dati che da soli danno la misura di cosa rappresentano i cambiamenti climatici e di quanto, inevitabilmente, possono condizionare la produzione del foraggio che, per essere di qualità, deve essere disidratato negli impianti sempre più moderni e tecnologicamente innovativi grazie ai quali è assicurata la giusta sanificazione e il valore nutritivo del prodotto. La mia azienda, come quelle di altri miei colleghi, sta ricevendo diverse richieste da allevamenti del sud Italia che contiamo di soddisfare nonostante la distanza sia un po’ penalizzante a causa dei costi del trasporto. Ciononostante, la qualità del foraggio disidratato prodotto e l’aumento di superfici destinate a questa coltivazione che si aggira intorno al 10%, ci induce a pensare che saremo in grado di soddisfare le richieste. Finalmente la disidratazione dei foraggi sta raccogliendo l’apprezzamento che merita – conclude Paolo Lodi – grazie al suo indiscusso e riconosciuto valore”. AIFE/Filiera Italiana Foraggi ( www.aife.eu) conta una base associativa di circa 30 impianti di trasformazione situati in diverse regioni italiane. Copre circa il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, il 60% del quale segue la via dell’export. Con l’indotto genera un fatturato di circa 450 milioni di euro/anno e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 addetti.
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27/05/2024, 15:06 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Riunione a Bruxelles del Gruppo foraggi di Copa Cogeca, c’era anche AIFE/Filiera Italiana Foraggi Incontro per l’analisi consuntiva del 2023 e per delineare le prospettive di quest’anno che prevedono un aumento degli stoccaggi rispetto al passato. La produzione italiana di foraggi essiccati e disidratati, nel 2024, è prevista agli stessi livelli del 2023: 3 milioni di tonnellate. Preoccupano gli scenari di un mercato molto complicato Ravenna, 20 giugno 2024 – Le stime per il 2024 parlano di oltre 700mila tonnellate di foraggio essiccato e disidratato stoccato a livello europeo, con l’Italia che con 360mila tonnellate dovrebbe essere in testa alla classifica, seguita da Spagna (230mila tonnellate) e Francia (115mila tonnellate).
“Una situazione che alla luce dell’attuale andamento geopolitico internazionale e dei mercati preoccupa l’intero settore”, afferma Riccardo Severi, direttore di AIFE/Filiera Italiana Foraggi e presidente del Gruppo foraggi in CopaCogeca, l’Organizzazione che a livello comunitario rappresenta oltre 22 milioni di agricoltori e più di 22mila cooperative agricole, in rappresentanza della Alleanza delle Cooperative Italiane.
Il dato è emerso nei giorni scorsi a Bruxelles in occasione della riunione annuale di CopaCogeca, di fatto preparatoria all’incontro che si terrà in Commissione europea, a cui Riccardo Severi ha partecipato e nel corso della quale è stato analizzato l’andamento produttivo e commerciale del 2023 e delineato lo scenario che si sta tratteggiando per l’anno in corso.
“Per l’Italia il 2023 si è chiuso con una produzione di foraggi essiccati e disidratati pari a circa 3 milioni di tonnellate: 2,4 milioni di erba medica e 663mila tonnellate di altri foraggi. Gli stoccaggi a fine anno ammontavano a 230mila tonnellate – spiega il direttore di AIFE/Filiera Italiana Foraggi – Rispetto al 2022 la produzione complessiva ha registrato una contrazione del 10%, causata in gran parte dalle conseguenze dell’alluvione che ha colpito la Romagna nel maggio 2023. Malgrado ciò, le piogge di giugno sono state provvidenziali e nella seconda parte dell’anno i tagli che si sono succeduti hanno garantito un quantitativo sufficiente di prodotto di buona qualità. Diverso il discorso per la Spagna, primo Paese produttore europeo di erba medica essiccata e disidratata, che nel 2023 ha dovuto fare i conti con una grave siccità che le ha impedito di superare le 900mila tonnellate di prodotto complessivo. Per il 2024 le previsioni non sono particolarmente incoraggianti – prosegue Riccardo Severi – Gli stoccaggi sono destinati ad aumentare per effetto di diversi fattori: la concorrenza degli USA che stanno vendendo al ribasso, l’aumento della produzione spagnola, lo stop all’importazione del nostro prodotto da parte degli Emirati Arabi che hanno introdotto politiche disincentivanti a cui si aggiunge un’analoga chiusura della Cina. Una situazione molto complicata se consideriamo anche lo scenario geopolitico mondiale estremamente delicato, i costi di produzione molto elevati e le marginalità che si riducono”.
Questa la situazione discussa a Bruxelles all’incontro in CopaCogeca dove erano anche presenti tre funzionari della DG Agri, Laurent Mercier, Justyna Wrobel e Maguelone Laval che hanno ascoltato con interesse l’analisi di tutti i partecipanti europei intervenuti.
“Pur in un contesto di evidente preoccupazione – sottolinea Severi - AIFE/Filiera Italiana Foraggi non sta con le mani in mano e con il progetto europeo che stiamo portando avanti insieme alla Spagna per promuovere l’erba medica disidratata sui mercati del Giappone, dell’Indonesia, del Vietnam e di Taiwan contiamo di contribuire concretamente alla valorizzazione internazionale delle nostre produzioni. Penso in ogni caso che anche l’Europa, nel suo complesso, dovrebbe adottare iniziative di stimolo nei confronti degli allevatori affinchè, per l’alimentazione del loro bestiame, si orientino verso un prodotto di elevata qualità, caratterizzato da un alto livello di sanificazione, ricco di fibra e ogm-free, aspetti che favoriscono la salute e il benessere degli animali oltre che la sostenibilità ambientale”.
Il progetto europeo per la valorizzazione dei foraggi disidratati è partito all’inizio del 2024 e avrà una durata triennale per un valore complessivo di 1 milione e 180mila euro finanziato all’80% dalla UE.
AIFE/Filiera Italiana Foraggi conta una base associativa di circa 30 impianti di trasformazione situati in diverse regioni italiane. Copre quasi il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, il 60% del quale segue la via dell’export. Con l’indotto genera un fatturato di circa 450 milioni di euro/anno e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 addetti.
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20/06/2024, 11:31 |
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