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Macfrut 2021 - 7 al 9 settembre RIMINI 
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COMUNICATO STAMPA


MACFRUT: ROMAGNOLI F.LLI SPA PER LA PATATICOLTURA ITALIANA NEL SEGNO DELL’INNOVAZIONE SOSTENIBILE
Obiettivi e progetti per il futuro del settore al centro della tavola rotonda promossa dall’azienda bolognese

Rimini, 7 settembre 2021 – Ricerca, sperimentazione, innovazione sostenibile per la filiera pataticola nazionale. Questi i temi al centro dell’incontro promosso da Romagnoli F.lli Spa oggi a Macfrut, che ha visto la partecipazione di Gabriele Chilosi, Professore Università degli Studi della Tuscia - Laboratorio di Protezione delle piante, Silvia Rita Stazi, Professoressa Università degli Studi di Ferrara - Laboratorio Terra & Acqua Tech, Luisa Pasti, Professoressa Università degli Studi di Ferrara - Laboratorio Terra & Acqua Tech, Guglielmo Donadello, Legambiente, Matteo Todeschini, Imprenditore agricolo, e di Giulio Romagnoli, Amministratore delegato Romagnoli F.lli Spa.

La salvaguardia ambientale è un tema di interesse cruciale per i cittadini, aziende e istituzioni. Lo è perché gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti con delle implicazioni importanti anche sulle scelte di acquisto e sui modelli di consumo. A livello mondiale, una persona su cinque ha smesso di acquistare determinati prodotti e/o servizi a causa del loro impatto negativo sull’ambiente o sulla società. In Italia, i consumatori cosiddetti Eco Active, cioè fortemente ingaggiati sulle tematiche ambientali, che si sentono responsabili in prima persona per l’ambiente e stanno modificando i propri comportamenti di acquisto, sono il 23% del totale. Si prevede che, a livello mondiale, entro il 2025 questo segmento di consumatori costituirà il 40% del totale (fonte: Gfk, ricerca #WhoCaresWhoDoes).

“Il settore primario è chiamato a svolgere un ruolo attivo nel cambiamento che deve portare a sviluppare e diffondere modelli di produzione e filiere sostenibili, e la pataticoltura non fa eccezione - commenta Giulio Romagnoli, amministratore delegato Romagnoli F.lli Spa. Occorre produrre di più e meglio, tutelare le risorse naturali, acqua e suolo in primis, e la biodiversità, assicurando al contempo la sostenibilità economica di tutti i soggetti coinvolti nella filiera. La nostra azienda è impegnata nel raggiungimento di questi obiettivi ambiziosi attraverso l’innovazione varietale, lo sviluppo di tecniche colturali e d’irrigazione più efficienti e la loro diffusione lungo l’intera filiera pataticola a partire dal campo, attraverso un costante affiancamento ai produttori”.

Da questa visione e con questi obiettivi sono nati diversi progetti di pataticoltura sostenibile che, dopo una fase sperimentale, sono stati efficacemente trasferiti in tutti gli areali della Penisola. Innovazioni sostenibili che si pongono come modelli da cui l’intera filiera può trarre vantaggio, compresi naturalmente consumatori e distribuzione, a patto di riconoscere il giusto valore agli attori coinvolti, aziende agricole per prime.

Tra questi, i progetti Patata di Campo-Amica dell’ambiente e Patate Residuo Zero. Il primo, risultato della collaborazione tra Romagnoli F.lli Spa e Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità, ha consentito di ottenere una filiera di patate di alta qualità coltivate con sistemi irrigui a bassa pressione e ad alta efficienza, capaci di ridurre del -30% i consumi idrici, di moderare i consumi di energia necessaria alle irrigazioni e di limitare l’impiego di sostanze chimiche di sintesi.
Il secondo, condotto con la guida scientifica del Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali (Dibaf) dell’Università della Tuscia e insieme a Legambiente, partendo da una nuova generazione di varietà di patate resistente alla Peronospora, principale malattia fungina che colpisce la coltura, ha permesso di ottenere un prodotto finale privo di residui di fitofarmaci e coltivato con pratiche agricole codificate e ripetibili in tutti gli areali italiani. Al progetto Patate Residuo Zero di Romagnoli F.lli è stata conferita la menzione speciale nell'ambito della sesta edizione del Premio Innovatori Responsabili, iniziativa della Regione Emilia-Romagna con cui sono valorizzati i progetti che contribuiscono all’attuazione dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

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07/09/2021, 20:38
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MACFRUT, SELENELLA: RICERCA E INNOVAZIONE PER CONTRASTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Il Consorzio Patata Italia di Qualità promuove un’orticoltura sostenibile che guarda al futuro con impegno e responsabilità
Campagna novelle positiva nonostante un incremento medio delle temperature di 3° negli areali emiliano-romagnoli

Rimini, 8 settembre 2021. Selenella – Consorzio Patata Italiana di Qualità partecipa a Macfrut 2021 (Padiglione D1 - Stand 198) e punta sulla sostenibilità delle sue produzioni. La gamma di prodotti fonte di selenio - patate, carote e cipolle - si distingue infatti per tecniche di coltivazione all’avanguardia, frutto dell’impegno in ricerca e innovazione green che da sempre orienta le attività della filiera.

«Il progetto Selenella è nato proprio con l’obiettivo di dar vita a una pataticoltura attenta alle esigenze del consumatore e dell’ambiente – spiega Massimo Cristiani, presidente Selenella-Consorzio Patata Italiana di Qualità. Una sensibilità che negli anni si è tradotta in un programma di investimenti in ricerca e innovazione che ci ha consentito di sviluppare un modello produttivo sostenibile a 360°, capace di restituire valore a tutta la filiera. Ma anche una scelta divenuta ancora più necessaria a causa delle pesanti conseguenze legate al cambiamento climatico».

A tale riguardo, durante l’ultima campagna delle patate novelle, si è registrato nel mese di giugno un aumento medio delle temperature di 3° rispetto allo stesso mese del 2020 negli areali emiliano-romagnoli. La produzione Selenella, grazie alla distribuzione in più areali lungo la Penisola, ha però reso possibile la conferma di volumi di vendita stabili sullo scorso anno (al netto delle variazioni legate all’impennata dei consumi del periodo emergenziale) e la disponibilità di un prodotto di ottima qualità.

«Il cambiamento climatico è un fatto incontrovertibile - sottolinea Cristiani. Le realtà che come la nostra hanno un ruolo diretto e attivo nei confronti della terra e delle altre risorse naturali non possono non mettere in atto azioni e progetti dedicati a ridurre l’impatto delle produzioni. Dobbiamo, anzi, lavorare per rendere il nostro lavoro un’opportunità per il miglioramento e lo sviluppo di buone pratiche per l’ambiente e per il consumatore, che oggi apprezza e sceglie con crescente motivazione prodotti e aziende concretamente sostenibili».

Il Consorzio Patata Italiana di Qualità rappresenta l’intera filiera pataticola dalla produzione al commercio. Oggi annovera 10 soci, cui fanno capo 320 produttori distribuiti sul territorio italiano e costituisce un vero e proprio modello di riferimento per il settore in termini di sostenibilità sia ambientale sia economica e sociale. Attraverso il progetto “Qualità e tutela del valore”, il Consorzio garantisce l’alta qualità dei suoi prodotti grazie a un disciplinare stringente e al ricorso a sistemi di produzione integrata, validati da certificazioni di prodotto, tracciabilità e impatto ambientale. Inoltre, riconosce ai produttori un minimo garantito al riparo delle oscillazioni di mercato per tutelare la redditività dell’intera filiera.

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08/09/2021, 20:38
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“Spicchi al naturale” e “Mini patate bio” le due innovazioni di prodotto premium per il retail nel segno della naturalità

Rimini, 8 settembre 2021 – Romagnoli F.lli Spa, player di punta del settore pataticolo italiano e McCain, leader mondiale nella produzione di patate surgelate, hanno presentato oggi a Macfrut due novità di prodotto premium per il canale retail - gli Spicchi al naturale e le Mini patate bio - a marchio CêlaVíta azienda olandese specializzata nella produzione di patate fresche pronte all’uso, che dal 2012 fa parte del gruppo McCain.

Le due novità presentate sono in linea con i trend alimentari più diffusi tra gli italiani, che prediligono sempre più cibi “naturali”, attenti alla sostenibilità e alla salute. Basti pensare al successo delle diete “senza”: il 31,4% degli italiani sceglie prodotti free from (senza zucchero, senza grassi aggiunti, senza l’uso di antibiotici, etc.) (fonte: Rapporto Italia 2021, Eurispes).

Realizzate selezionando le varietà di patate più adatte a questo tipo di preparazione, gli Spicchi al naturale e le Mini patate bio CêlaVíta sono pronte all’uso, già lavate, sbucciate e cotte al 100%, in comode confezioni da 425gr., semplici da scaldare e gustare, per rispondere alla crescente esigenza di consumare cibi sani anche quando si ha poco tempo a disposizione. Le due novità sono prodotte senza l’aggiunta di additivi né conservanti, per garantire il gusto e la bontà delle patate di qualità in tutta la loro naturalità. Per questa ragione si caratterizzano per una shelf life di 19/20 giorni dal momento della consegna in punto vendita.

“Da oggi anche il canale retail potrà contare sulla qualità pataticola garantita dal marchio CêlaVíta - sottolinea Giulio Romagnoli, amministratore delegato Romagnoli F.lli Spa - azienda con oltre cinquant’anni di esperienza nella produzione di patate fresche pronte all’uso, di cui siamo partner esclusivi per l’Italia, per il canale food service, dal 2002. La V gamma, come ogni altro comparto, è chiamata sempre più a innovarsi per rispondere alla crescente esigenza di portare in tavola prodotti buoni, sani e naturali. L’offerta di proposte ad elevato contenuto di servizio deve andare di pari passo con la capacità di assicurare il gusto autentico di materie prime di qualità, nel rispetto del benessere alimentare. Ed è questo che garantiamo con le nuove patate ready to eat CêlaVíta”.

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08/09/2021, 20:57
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“Cimice asiatica: problema tutt’altro che superato”

A Macfrut 2021 il terzo congresso internazionale sulle Biosolutions

Cesena (15 settembre 2021) – “Cimice asiatica: emergenza fitosanitaria o problema già superato?” Si è dibattuto a lungo nella terza edizione del Biosolutions International Congress andato in scena nell’ultima giornata di Macfrut 2021 (giovedì 9 settembre). Organizzato da Agri2000 l’evento ha messo a confronto professionisti di diversa formazione e caratura mondiale.

Ha aperto i lavori Luca Casoli, Direttore Consorzio Fitosanitario di Modena e Reggio-Emilia, ponendo l’accento su una problematica, quella della cimice asiatica in agricoltura, diventata “la più critica in assoluto in questi anni per il settore”. Il direttore ha ripercorso la storia della problematica. “Ci troviamo di fronte ad una specie che ha avuto fluttuazioni nel corso delle varie stagioni. È arrivata nel 2012, dal 2014 ci sono state le prime avvisaglie e danni, fino ad arrivare al 2019, l’anno più nero. Il 2019, infatti, è stato caratterizzato da una precoce uscita dallo svernamento con una elevata percentuale di sopravvivenza delle cimici associata a un clima favorevole. Il Comitato Fitosanitario Nazionale ha poi approvato un programma di lotta biologica coordinato dal Crea, autorizzato poi nel 2020, che ha consentito la creazione di un percorso di contenimento della specie a livello territoriale. Nel 2020 abbiamo predisposto 300 siti di allevamenti di cimici con due momenti di rilascio (giugno e luglio), nel 2021 si è ripetuta questa esperienza in maniera mirata in 100 siti: i rilasci sono stati nelle zone delle colture frutticole, punti dove si moltiplicano più facilmente. Stiamo attualmente effettuando lo stesso rilievo a livello territoriale ma abbiamo già riscontrato una parassitizzazione generale superiore al 38% derivante dal complesso dei parassitoidi, e un 8,1 % di ovature di Vespa Samurai. Un segnale importante dal punto di vista della coesistenza tra parassitoidi e la Vespa Samurai”.

La parola poi è passata a Pietro Castaldini della Direzione tecnica cooperativa Patfrut. “Il problema della cimice asiatica non è assolutamente superato, resta una grossa emergenza. Nel 2021 abbiamo visto danni molto precoci, raccolto varierà estive con situazioni veramente drammatiche soprattutto nelle pere. Siamo partiti con le difese chimiche, ma effetti collaterali a parte, non sono comunque sufficienti. Con le reti monofila anti insetto i risultati sono leggermente superiori, da utilizzare però insieme alle sostanze chimiche nei momenti di massima migrazione del parassita. Ci siamo dati da fare con strategie alternative e abbiamo notato che con semplici trappole innestate con il feromone, con sotto un contenitore pieno di acqua saponata, le catture sono molto importanti, più alte rispetto a tutte le altre trappole. Ma non basta: la pericoltura oggi è in grande difficoltà”.

Non sono mancati i contributi relativi alla ricerca. In particolare è stato Gabriele Rondoni, dell’Università di Perugia, a fare il punto sulle sperimentazioni in atto. “Abbiamo riscontrato che le piante rispondono all’ovideposizione di cimice asiatica mediante l’induzione di sinomoni. La fava manifesta una difesa diretta alla cimice asiatica, meccanismi simili li stiamo riscontrando anche sul pomodoro. Il potenziamento delle difese della pianta, può perciò rappresentare un’ulteriore strategia di controllo sostenibile. Infine, secondo le ricerche condotte, il perfezionamento di strumenti per il monitoraggio e cattura massale della cimice asiatica mediante la combinazione di stimoli olfattivi e visivi è cruciale per la messa a punto di sistemi a difesa sostenibili, in particolare quegli agroecosistemi ‘non comuni’ per la cimice asiatica, come l’ulivo”.

Di risultati sul campo e di nuove soluzioni, invece, ne ha parlato Renzo Bucchi responsabile scientifico Agri 2000. “Stiamo lavorando a un progetto promosso all’interno del Psr 2014-2020 il cui scopo è quello di fornire prodotti e soluzioni tecniche. Per quanto riguarda i prodotti biologici, la Beauveria Bassiana ha portato in laboratorio alla mortalità di individui trattati, con valori che vanno dal 90 al 100 per cento. Molto interessante è stato anche l’impiego delle polveri che derivano dalle rocce, anche se è difficile reperire gli impolverizzatori. Oggi stiamo sperimentando l’utilizzo e messa a punto di una struttura, l’Augmentorium, che permette di attrarre ed allevare le cimici al suo interno permettendo ai soli parassitoidi di entrare e uscire attraverso una rete con una maglia adeguata. L’Augmentorium potrebbe diventare uno strumento chiave capace di confinare la cimice asiatica e favorire la moltiplicazione e stabilizzazione dei suoi parassitoidi”.

Infine, a tirare le somme, ci ha pensato Pio Federico Roversi, direttore del Crea. “Per le ragioni già spiegate dai colleghi, le organizzazioni agricole stimano perdite per il sistema agroalimentare italiano dovute ad organismi alieni nocivi nel 2019 in circa 1 miliardo di euro, valore superiore a un quinto del totale delle esportazioni del Made in Italy agricolo. Chiudo però ricordando che la lotta biologica deve rispettare delle regole. Giusto anche valutare l’impatto sull’ambiente dell’uso delle vespe samurai contro la cimice asiatica”.

Nel corso del congresso è intervenuto anche Greg Krawczyk del dipartimento di Entomologia dell’Università della Pennsylvania.

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15/09/2021, 17:29
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