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esperienze di vita

26/08/2009, 21:31

non so se il titolo è giusto chiedo perdono se sbaglio
se moderatori permettono chiedo se possibile esprimere proprie esprienze e saggezze dei nostri vecchi
i quali vivevano la natura e tramandavano le loro esperienze

il conoscere i prati, i boschi e la luna.
il saper ascoltare la natura.
tutto questo purtroppo oggi va a sparire perchè il sistema frenetico ci porta a essere egoisti e non rispettare quello che ci è stato donato.
premetto che sono uno che crede nella natura e questa è la mia religione e il mio credo
senza offesa per nessuno ma la cosa piu' bella è credere nella natura che ti da sempre..
mandi peter

Re: esperienze di vita

27/08/2009, 0:27

ciao rosic, e così lo hai lanciato molto bene speriamo che vi siano anche dei vecchi che vogliano dire in ""diretta"" qualche particolare del loro sapere vedremo come butta ciao

Re: esperienze di vita

27/08/2009, 11:46

se riesci anche a viverci perche no?

Re: esperienze di vita

27/08/2009, 11:57

Io purtroppo non ho avuto nonni agricoltori :(
Ciao,
Marco

Re: esperienze di vita

27/08/2009, 20:09

Mia nonna ogni volta che nevica mi dice sempre: "sotto la neve c'è il pane" perchè se nevica cresce più frumento e quindi si fa più pane.
Ciao
Marco

Re: esperienze di vita

27/08/2009, 23:18

Sotto la neve pane sotto la pioggia fame
E' la prima cosa che un docente di esercitazione di azienda agraria disse il primo giorno di scuola all'istituto agrario nel lontano 1975

Re: esperienze di vita

04/09/2009, 6:50

ciao rosicpeter... bella idea la tua! dobbiamo mantenere vivi certi insegnamenti, perchè alla fine sono quelli che ci fanno sopravvivere... io dei miei vecchi ricordo i tempi scanditi dalle stagioni, la non fretta e il saper aspettare il momento giusto... mi dicevano: "se cammini con passo cadenzato e lento, arrivi dove vuoi, se corri ti fermi subito..." oggi spremiamo tutto invece, per produrre presto e bene... e invece, sempre i vecchi dicevano che "presto e bene... non stanno insieme!" avevano un grande rispetto per i cicli lunari e stagionali, una grande attenzione, dal seminare al raccogiere a tagliarsi i capelli a fare le conserve in vetro.... tutto era ritmato e questo permetteva anche di sostenere una vita fisicamente dura. la saggezza dell'uomo che riconosceva la supremazia della natura dava sicurezza, forza e...risultati.
un caro saluto bea

Re: esperienze di vita

04/09/2009, 6:57

ciao Bea
sei tornataaaaaaaaaaaaaaaaaaa ! :!: :!: :!: :!: :!: :!:

leggerti è come tornare a respirare aria pura dopo 10 giorni di vita in un sotterraneo !

Re: esperienze di vita

04/09/2009, 10:00

grazie giampiero! ero rimasta incastrata (lo sono ancora) tra le patate da levare, gli abeti da potare, il porcile da finire e il pollaio mezzo smontato... adesso stiamo spostando le gabbie dei conigli, perchè presto sù sarà freddo... onestamente, mi sono anche un pò persa su facebook....
i nostri nonni invece, mica le facevano, queste corse scellerate... vivevano lentamente, nei piccoli gesti di ogni giorno, con le loro sicurezze... pensa che la mia bisnonna, che andava a caccia e non disdegnava di tener fermo un toro, aveva paura del telefono e lo teneva coperto con uno traccio per non vederlo....
un caro saluto
ba

Re: esperienze di vita

04/09/2009, 10:18

Ciao rosicpeter, occhio alla retorica pero'. La natura non e' sempre benigna ed i vecchi non sono sempre saggi.
Ho passato i 55 ed ho ricordi contrastanti della mia infanzia a contatto con la natura, in un paesino del Trentino.

Si camminava scalzi nei campi, non c'erano le zecche a quei tempi, non ho mai capito quando siano arrivate e da dove.

Ma e' dura , a 10 anni, passare i pomeriggi pascolando una capretta o zappando le viti, quando gli altri bambini vanno a giocare.
Ricordo inverni gelidi, strade bloccate dalla neve sventata, ed i pianti per i geloni nel bosco a fare legna o foglie per il letto della mucca.
Ricordo la cattiveria della gente che distruggeva i nidi nelle vigne, perche' poi gli uccelli avrebbero mangiato l'uva.
Ricordo l'insensatezza di affezionarsi agli animali allevati che poi venivano macellati per necessita', e la difficolta' di far capire ai vecchi che gli animali si possono tenere anche per piacere.
Era solo un fatto di sopravvivenza, che non consente il superfluo.

Ricordo anche la sveglia alle 4 di mattina, per andare a zappare le patate con mio padre, che faceva il muratore. Fino alle 8, poi io a scuola e lui al lavoro. Alla sera il bis, fino a notte. Non me lo chiedevano, ma era motivo di orgoglio, non avrei rinunciato per nessuna ragione.
Poi ricordo i piattini con farina e sale per l'asinello di Santa Lucia la notte del 13 dicembre, ed i regali il mattino dopo. Arancie, caramelle e roba utile per la scuola.
Ricordo l'odore del legno quando mio padre ci fabbricava le slitte per la neve, piegando il legno di betulla sul vapore del calderone dove cuoceva la roba del maiale. Niente attrezzi elettrici, solo incastri e colla. Ho ancora nel subconscio il rumore regolare della pialla durante la notte.
Notti fredde in camere senza riscaldamento, con le finestre bloccate dal ghiaccio fino a febbraio.

Ricordo anche la generazione precedente, ho avuto la fortuna di conoscere i miei nonni materni, e ci passavo una settimana in vacanza l'estate, in un paesino all'inizio della Valle dei Mocheni.
In montagna con le mucche, niente acqua corrente, niente elettricita', lampada a carburo per andare a dormire. Latte, patate, polenta e formaggio.
Vita diurna allo stato brado, fra boschi, fieno e mirtilli. La felicita' di un bambino ha anche questa faccia.
Ma ne ha anche di peggiori, come quando ho chiesto al nonno perche' aveva le dita della mano destra bloccate: aveva combattuto nei Landesschuetzen (esercito austriaco), e verso il 1918 non c'era piu' niente da mangiare. Si e' sparato in una mano attraverso l'ultima pagnotta, ed e' stato mandato a casa. Vita salva, al prezzo di una mano inutilizzata per sempre.

I ricordi sono traditori, e la mente umana tende a conservare solo quelli positivi, stemperando gli altri. Chi ha fatto la naja capisce il concetto.
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