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Zootecnia da carne veneta, quale futuro la aspetta? 
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Io non sono addentro almondo aziendale come voi ma da consumatore posso dire che la maggior parte della gente se ne frega di cosa mangia, basta che costi poco,quello che manca è l'educazione alla scelta consapevole,la capacità di acquistare un prodotto,non solo per il prezzo.
Un qualsiasi prodotto deriva da un determinato lavoro che produce reddito...ora bisogna solo capire a chi è destinato il reddito.L'informazione capillare non la pubblicità è la chiave di volta.L'educazione al lavoro a sporcarsi le mani è diventata prerogativa di stranieri,l'Italia era definito il "granaio d'europa"oramai 50 anni fa, oggi non siamo sufficienti a coprire sei mesi di fabbisogno,perchè l'italia vive non più sul primario ma sul terziario, la campagna se non è fatica è puzza.Ci hanno insegnato a non sudare,ho conosciuto bambini 5-7 anni convinti che polli avessero 4 zampe,perchè al supermercato le vaschette sono da quattro (famiglia tipo)io ho tre figli sono già fuori standard

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21/04/2009, 1:00
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micalizio ha scritto:
...l'Italia era definito il "granaio d'europa"oramai 50 anni fa...

Non è per metter i puntini sulle "i", ma l'ultima volta che l'italia ha pensato di essere il granaio d'europa è arrivata alla fame :? , ridotta in condizioni peggiori di quelle dell'albania di oggi, senza nulla voler togliere a quel popolo. Se ci aspettiamo di poter sfamare la nostra gente con quello che sono in grado di produrre quei quattro illusi, tra cui mi ci metto anch'io, che si ostinano a credere che la ricchezza possa essere frutto del lavoro onesto, finiamo peggio che negli anni '50 senza nemmeno il cuoio per farci le cinture per tener su i pantaloni.
Micalizio, io sono socio nonchè consigliere di una cooperativa che conferisce il suo latte a una cooperativa di secondo grado con un discreto volume d'affari e che controlla il 70% del latte prodotto in Friuli, lasciando da parte tutte le critiche più o meno fondate che si possono e si devono fare agli amministratori delle coopertive, ti assicuro che non sono stati momenti facili e, se ora si intravvede, per noi soci, uno spiraglio di luce è solo perchè siamo riusciti a penetrare in un mercato dove c'è un solo modo di entrare: abbassando i prezzi!
Fermo restando l'alta qualità del prodotto venduto, naturalmente. Il consumatore italiano, per quello che mediamente guadagna, è anche più attento degli altri alla qualità dei prodotti che porta a casa solo che, come dire, sangue dalle rape non se ne può cavare. Il tenore di vita medio in questi anni si è abbassato notevolmente e anche se la percentuale di reddito destinata all'alimentazione si è dovuta per forza di cose alzare rispetto agli anni novanta, nelle casse del venditore entrano valori assoluti di denaro più bassi che in quegli anni e i costi, grazie a uno degli apparati più inefficienti del pianeta, sono aumentati per tutta la filiera!
Se poi si vuole gridare allo scandalo del latte a 1,40 € sul bancone e 30 cent alla stalla per fare un pò di polverone, come sempre, si può fare; ma la causa del disequilibrio del sistema io la vedo solo nell'inefficienza e ridondanza dell'apparato :roll:
Ma questa è solo una mia opinione.
Ciao


21/04/2009, 7:33
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Lo vedi Tremor che alla fine segui il mio ragionamento, il problema stà nel "sistema di vendita", ormai tutti lo sappiamo che le merci passano troppo di mano, ma il bello è che nessuno fà nulla per eliminare tutto questo!.
Capisco il problema di guerreggiare con l'estero, specialmente con i prezzi, ma ti ricordo che sui banconi la merce ha lo stesso prezzo! Sia carne, latte, olio, ecc... Il problema è tutto li, perchè poi la tua cooperativa deve conferire ad un altra che dovrà sottostare ad ulteriori grossisti che poi smerciano verso i dettaglianti. Bisogna assolutamente che vengano eliminate le posizioni di potere da parte di chi semplicemente si accaparra la materia prima! Perchè in quel modo ci si pone nel mercato con maggiore potere. E i prezzi si possono ridurre (quelli alla vendita!), Invece fin tanto che qualsiasi prodotto italiano od estero finisce nel circuito vizioso dei grossisti per chi produce ci sono solo briciole per chi compra solo lacrime!
E ribadisco, questo potere gli è stato concesso per la assoluta mancanza di coesione nel mondo agricolo dai coltivatori/allevatori alle organizzazioni sindacali alle cooperative, consorzi, ecc ecc.
Se ci fosse un settore forte, potrebbe benissimo porsi come offerente unico sia per la merce nazionale che extranazionale, pensa ad una associazione allevatori unica, molto radicata sul territorio che commercializza sia i propri vitelloni che quelli esteri. Metterebbe in ginochhio i grossisti, che devono per forza venire a comprare la carne da questa associazione. Purtroppo i mille rivoli alla fine restano separati a basta un grosso secchio per raccogliere le fatiche altrui!
Lo dimostra il fatto che questi discorsi vengono regolarmente fatti, ma poi chi dovrebbe si guarda bene dal modificare la situazione.
Tempo fà lessi su una rivista molto nota un articolo che raccontava di un'agricoltura italiana molto forte, che ha prodotto eccellenze, istituti di ricerca, settori d'avanguardia, grazie al suo potere politico, venivano citate le lobbies agricole, come esempio, ecco quello che manca a noi adesso, un sano potere politico e organizzativo, non di certo gli allevatori e la voglia di lavorare!.
ciao


21/04/2009, 9:07
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Non ci sono dubbi, un controllo serio sui passaggi intermedi manca, la ridistribuzione della redditività del prodotto finito tra gli anelli della filiera distributiva e produttiva è un percorso obbligato (in caso di democrazia), ma il salto di passaggi non è elementare, la moltiplicazione dei fattori amplifica aspetti che sembrano, in piccola scala, trascurabili, consegnare il pacco della carne a un amico di famiglia è un favore che non costa niente, distribuire a domicilio 2-300 kg di carne che derivano dalla macellazione di un vitellone comincia a essere una spesa; il seguito lo conosci.
Ora ti saluto ma ci risentiremo.


21/04/2009, 14:59
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Voglio ribadire un concetto, non intendo che gli allevatori debbano impossessarsi della distribuzione o vendita al dettaglio! Già ci sono strutture ben organizzate, intendo solo fare un "passo" avanti nella filiera, cioè inizziare a comportarsi da grossisti nei confronti del mercato.

Una cosa volevo aggiungere, che il concetto di aumentare i capi per mantenere il reddito alla lunga ha contribuito di molto ad acuire i problemi. Nei polli, come nei tacchini, questa politica del: "aumenta il numero per mq visto che non ti pago di più!" ha portato inevitabilmente ad una situazione che si autodanneggia. Perchè in un mercato saturo immettere (offrire) più merce dà solo come risultato una diminuzione del prezzo. seguire i "preziosi consigli" delle ditte di soccida o dei commercianti, sull'aumento dei capi, di fatto ha portato a fare il "loro" gioco". Io sono anni che discuto con i colleghi allevatori di polli su questa cosa ma il risultato era sempre negativo, perchè tutti hanno paura di rimetterci riducendo i capi. Poi è arrivata la direttiva nitrati, è molti si sono dovuti ridimensionare, con il risultato che da 7/8 mesi il prezzo è alto (per le ditte!) e il mercato và bene, quindi và bene anche per noi allevatori in soccida! Pensa te, ci è voluta una legge per sistemare quello che noi allevatori potevamo fare con meno danni di quelli che provoca la normativa. Questo per dirvi che le colpe molte volte sono da ambo le parti, molti, anzi troppi allevatori, non ragionano su concetti economici di base (se il prezzo và giù riduco la produzione) come in altri settori, ma sempre col vecchio motto " più produci più guadagni" anche se poi non è così! So già che qualcuno pensa: si ma se non produco io lo comprano da un altra parte, magari all'estero, però è un sistema che non può reggere per il commercio, perchè inaffidabile (non sanno cosa comprano!) e alla lunga chi vende (produttori esteri) ci specula. oltre ai costi e alle nuove normative sul trasporto! Credetemi, non è sempre così facile importare carne dall'estero, e poi l'etichettatura da una mano!
Per questo io insisto con la necessità di programmazione o coordinamento fra gli allevatori, per produrre quello che serve, quando serve, che alla fine da risultati migliori.
Questa semplice regola vale ovunque, ma chissà perchè non nel settore agricolo?...... che serva a molti questa ingnoranza?...bah...


21/04/2009, 18:06
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Da noi la chiamano "ea guera dei poareti", la guerra dei poveri, gli agricoltori per tradizione sono sempre stati in conflitto tra loro a livello locale per il filo d'erba o per il mezzo metro vicino al fosso, piuttosto che per la vacca migliore o le galline rubate non si sa da chi.
mentre negli altri settori si fa cartello o ci si presenta sul mercato uniti o quasi, in agricoltura forse per un problema di istruzione, forse per tradizione o per una serie di altri motivi, non si riesce ad entrare in mentalità, e si cerca di vivere alla giornata spuntando il prezzo nel momento buono magari fuori filiera, per poi tornare sotto l'ala della chioccia nei momenti difficili.
chi lavora in sistemi cooperativi capisce cosa sto dicendo, il risultato conseguente è che chi si organizza (commercianti) la vince sempre. é da dire che anche i commercianti negli ultimi periodi non hanno fatto grossi affari almeno chi occupa fasi intermedie come i macelli.
Per mantenere i prezzi bloccati (offerte di carne a prezzo bloccato per un anno anti crisi ecc) hanno dovuto giocare con margini ridotti.
Il problema per i nostri settori resta comunque il mercato inteso come tipo di prodotto richiesto. fin che alla televisione si fa un gran parlare di crisi, prezzi, fine mese, e qualità e mangiar prodotti italiani passa in secondo piano, sarà difficile il rilancio del settore, al contrario le prospettive sono discrete perchè non è molta la differenza tra starci dentro e rischiare la chiusura, pochi centesimi al kg per carne, latte, frutta e verdura.
ciao

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21/04/2009, 18:42
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Secondo me il problema principale dell'agricoltura , e' che gran parte dei prodotti finali sono deperibili , vedi latte carne e verdure , dove l'italia ha una sorta di eccellenza

fare il pargole tra carne e latte in un certo senso e' sbagliato , perhce il latte appena munto e' deperibile , una volta pastorizzato ha una scadenza piu lunga, per cui certe leggi economiche di scala sono pressoche valide.

in oltre tutto il latte ha una commercializzazione in base a certi parametri , e in via teorica , uno avesse la quota potrebbe vedere latte di bovine di razza piemontwese , come succede in una cooperativa del altte della prov di cuneo.

poi scusate il latte e' latte , che sia di frisona , di pezzata rossa , di simmental , di oropa , di grigia , della bruna , o della silvia(emh... vabbe tralasciamo l'ultima perche nn centra)

la carne bovina , se mi permettete NO
tra la carne di frisone , o di polacco , e un garronese , piemontese e chianino , ce un abisso,
Ma questo al gente non lo capisce...

un altra considerazione ,i bovini da carne , hanno un periodo ben preciso di mascellazione , che varia tra i 570 e i 640 kg , nella mia zona , farli venire piu pesanti e' semmpre un rischio

hanno una stagionalita, cioe che a luglio a torino , il bollito lo mangiano solo i rumeni , se glielo dai a 5 euro il lg

mentre nello stesso periodo va molto nelle localita di villeggiatura, ma solo il carpacio , la fesa e le bistecche con l'ìosso , e iltriytato da sugo ma fatto a svizzerine.

un altra considerazione e' che a conrti fatti l'limentazione incide molto di piu sul kg di carne , che paralleamente sul litro del latte , per cui scendere ancora di prezzo come dice tremor , e' solo per favorire l'allevamento e l'ingrasso di vitelli di bassa qualita.


ancora una cosa

chi fa linea vacca vitello a ciclo chiuso o semiaperto, vende o i vitelli svezzati , o i vitelloni da macello ,e le vacche a fine cariera.

chi munge ,in definitiva Munge ....anche non realizzasse nulla dei vitelli di 30gg ( 40 euro?) o delel vacche a fine carriera (200euro?) ha gia una buona entrata da parte dalla produzione di latte cmq.

da noi se ti muore un vitello alal nascita, perdi un anno di produzione...

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21/04/2009, 19:15
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X grinto, aspetterei le risposte degli specialisti del latte, ma anche una mastite quando fa 60litri al gg è un problema, o una vacca con 600gg di interparto pure, non credo che a 28€/cent se la cavino tanto bene, si parano il c... adesso che le materie prime costano poco (noi ancora di più) ma altrimenti ciao bella.
sarei curioso di sapere dagli esperti se è vero che non si riscontrano differenze tra il latte delle diverse razze a parità di valori di proteina e grasso, (la jersei con il 6% di grasso avrà un latte riconoscibile) sono curioso di saperlo. per la carne concordo, le carni sono diverse, non necessariamente migliori o peggiori, ma diverse.
se posso fare una parentesi da consumatore, oggi ho mangiato degli asparagi particolarmente buoni, e pensavo al fatto che a volte pochi centesimi o un euro al kg in più si spendono volentieri, non per prodotti fuori stagione, ma per prodotti sicuri e meritevoli di pregio, e sarei felice se i produttori se la passassero meglio e continuassero a produrre con serietà e professionalità, magari meno pressati dal mercato. dovremmo arrivare a questo col tempo... lo possiamo fare!

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21/04/2009, 20:34
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Allora è guera de poareti davvero perchè anche il latte a 30 euro q.le è una rovina e se vuoi trasformato in formaggi a lunghissima stagionatura và incontro alla stessa dinamica di mercato. Io ritengo che oramai chi produce materia prima sia l'anello debole in balia dei paesi meno sviluppati che producono a costi bassissimi ( Zaia ha dichiarato ed è vero che entra latte dall'est a 16 euro q.le) perchè non produrranno alta qualità ma a zappare la terra son buoni anche loro. Il segreto stà nel valore aggiunto da dare al nostro prodotto e all'educazione del consumatore che lo riconosca e ce lo premi. Amara è la riflessione di un mio vecchio amico sulla gente che compra abiti firmati e belle auto per farsi vedere e poi a casa mangia porcherie a basso prezzo perchè li' non li vede nessuno.


21/04/2009, 20:44
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per tremor scusa lo sproloquio :o della"notte" ma ero reduce dai festeggiamenti :mrgreen: per la nascita del mio terzo figlio da una discussione sul fatto che un laureato non deve fare campagna, in effetti rileggendo ho esagerato un pò :lol:

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21/04/2009, 20:53
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