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Zootecnia da carne veneta, quale futuro la aspetta? 
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Io concordo con te

Ma cosa fai?

butti all'aria il consorzio 4 R , e il coalvi perche non sanno quello che fanno?
perche sono diretti da gente che per loro tradizione non sono campagnoli? ma "figli di battilastra"con tutto rispetto a coloro che hanno lavorato una vita in fiat?

io avrei una mezza idea,,,

loro ti dico il futuro delle razze italiane da carne sta nella vendita diretta.perche'?

perche la minaccia della GDo e' che a loro basta 2 mesi di pubblicita, dicendo che la carne argentina(estrogenata) allo stato brado e' migliore di quella allevata in stalla in europa,

tirano fuori i Rolle' di carne trita e ritrita a basso costo ,

sventagliano le immagini trita e ritrita delle vacche della camargue,(intendo quelle a 4 zampe , non le altre) al pascolo e , sti deficenti di consumatori che sono al maggioranza , abboccano come polli , e felici e contenti se en vanno con ste vaschette da 3,5 etti a 7 euro , alla cassa , opensando di avere comprato oro , mentre hanno un pezzo in mano di frisone se va bene, e buona notte al secchio.

e i bovini da carne , vanno a 2, 5 euro ,se va bene...

NOn basta massacrarsi con nottte in bianco x i parti, non basta fare da mangimista, non basta fare da agricoltore , ora dobbiamo piastrelalre casa e vedere direttamente la carne?

e quando in un raGGIO DI 3 KM oltre ai ipermercati e alle macellerie , ci sono in media 5 macellerie dirette , e ci si guarda in faccia uno con l'altro che fai.
maledici il giorno di aver speso 80 mila euro ,come ha fatto qualcuno di mia conoscenza, per il negozio e quasi 35mila x il furgone .

quste sono le leggi di mercato , in barba alla libera concorrenza.

Francesco , che fa le leggi , molte volte ha alle spalle i grossi gruppi , che sono proprietari della gdo, loro nn si vanno a dare la zappa sui piedi.

Non ci sara mai la contrattazione a peso morto della mezzena , o la contrattzione a livello nazionale delle spese di macelalzione,
ci sarebeb troppa trasparenza.

anche nei gruppi di acquisto , vengono a comprare e pretendono il prezzo di mercato , ha senso?
non dico che ci devono dare il doppio , ma parliamoci chiaro , chiedere 3,5 euro peso vivo di un vitellone di 15 mesi , non e' chiedre la luna..

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19/04/2009, 13:15
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Probabilmente non hai capito il senso del mio discorso. intendevo dire che gli animali fino a prova contraria sono degli allevatori, non sono dei commercianti o dei dettaglianti.
E non intendevo la vendita diretta, lo so benissimo che è una farsa pensare di vendersi tutta la produzione in azienda, anche se "qualcuno " la spaccia come panacea di tutti i mali.
Intendevo dire che se con un po' di coraggio e di ostinazione gli allevatori di zone omogee, si associano in modo semplice, cioè con un accordo e nulla più, metendo la loro merce assieme virtualmente è incaricando una sola persona di venderla per loro conto, forse qualcosa cambia.
Quando io allevavo vitelloni le frasi ricorrenti dei commercianti erano: ti devo dare 200/300 lire sotto il bollettino, se non ti và bene te li lascio in stalla e poi ci rimetti, tanto mi basta comprare i vitelloni dall'estero che costano meno, ecc ecc.....
Ma la realtà qual'è? che adesso nelle mie zone l'allevamento dei vitelloni e una rarità, e tutti quei commercianti sono spariti (falliti!) perchè alla fine hanno distrutto le aziende e si sono dati la zappa sui piedi!
Il commercio ha bisogno della materia prima per lavorare e la producono gli allevatori, bisogna capire che questa è la vostra/nostra forza ma solo agendo assieme si può esercitare il "potere" dell'offerta, che se ben strutturato ti dà un vantaggio enorme. E non centrano le leggi o le associazioni più o meno politicizzate o apertamente di parte, centra solo rendersi conto che la merce è nelle vostre stalle e non nelle loro macellerie.........
Pensa ad un semplice ufficio con un incaricato, pagato da voi allevatori, che ha un prezziario e su quello si basa. Se vuoi comprare devi passare da lui. lasciando stare tutti quei consorzi, associazioni, enti che sono dei carrozzoni mal gestiti e che di fatto non fanno nulla. Agire direttamente alla fonte del problema. Non servono magazzini, celle, strutture, ecc ma solo saper vendere, è la tremenda ma reale legge di mercato! Senza imbarcarsi in finanziamenti per costruire baracconi, senza l'onere di dover poi vendere la merce al consumatore, di fatto comportarsi come dei grossisti, tagliando le gambe a chi specula! In poche parole delegare la VENDITA, che è la parte più delicata e importante a un singolo con sufficente capacità e il cui stipendio sia legato ai risultati, mi rendo conto che è molto vicino all'utopia, ma non vedo molte altre possibilità.
ciao


19/04/2009, 14:41
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per avere potere economico in questo campo dovresti avere un potere di vendere alemno 200/300bovini la settimana , arrivare a 13 /15mila vitelli l'anno

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19/04/2009, 17:24
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l' AZOVE vende per conto dei soci circa 50 000 vitelloni all'anno, ma non crediate siano tanti, hanno un certo potere, ma non come ci si potrebbe attendere. ricordiamoci che ci sono aziende che sfornano 15000 capi all'anno cadauna, che vanno tutte da sole, e il risultato è che i fili li tirano sempre i soliti. quanto grossi macelli ci sono ormai al nord italia? e quanti allevatori? finchè il numero di offerenti sarà maggiore dei compratori saremo alla fame, al contrario se un giorno l'organizzazione arrivasse a creare un solo offerente (produttore) allora le cose cambieranno. alta cosa molto imporatnte concordo pienamente con francesco, non servono celle, magazzini e altro, solo teste buone e accordi. i soldi ormai si fanno con la testa non con le braccia.
la vendita diretta a casa è solo una scelta disperata di chi come me avendo pochi numeri la considera l'unica via di scampo nel breve periodo, gli investimenti molto onerosi la rendono però molto rischiosa, si arriva a superare il valore del bestiame con le spese dello spaccio, si spera serva a qualcosa. ciao

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19/04/2009, 17:42
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ollallà! ecco un argomento che mi fa scaldare parecchio! quello che io non capisco è come mai ci siano cooperative che tali non sono (un esempio: la cooperativa prealpina latte di varese, un socio è il comune di varese. che cooperativa di produttori è?) altra domanda, sempre inerente il latte, che dalle mie parti è molto più significativa come produzione: ci sono cooperative che vendono il latte dei soci a chi offre di più. in pratica fanno latte spot. secondo me quel centesimo in più che prendono serve a pagare il direttore l'impiegata il riscaldamento degli uffici ecc. e ai soci vanno le briciole. altro discorso simile, anche se in effetti non lo so, potrebbe essere quello di AZOVE. ma perchè non investire invece nel marchio, vedi imprese private tipo che so io barilla, ferrero, knorr.... e creare una rete di negozi propri o in franchising? dondavi, dici che AZOVE commercializza 50000 capi anno. per un progetto così mettere 10€/capo, attingere ai vari psr, avete in mente che cifra salta fuori?


19/04/2009, 19:01
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esiste un marchio depositato si chiama "certa" con tanto di logo, regolamento, iso 9002-2000 ecc ecc ecc, è stata fatta pubblicità (malamente) e sono state aperte una decina di macellerie. Risultato: nessuno conosce il marchi e le macellerie di Azove sono tutte chiuse, (forse una no ma va a mesi).
adesso vado, poi vi spiego quel che so

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19/04/2009, 19:19
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solo una cosa abbaimo chi ci dovrebbe rappresentare , che non hanno gli zebedeio ababstanza duri
da rispondere con la pubblicita alla pubblicita, facendo denunce x frode alimentare
tutto li

perche non e' possibile che importiamo piu della emta di carne , e dove ti giri e giri , vendono tutit carne italiana .

come diceva toto

MA MI FCCIA IL PIACERE , MI FACCIA

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19/04/2009, 19:34
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E IO PAGO!

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19/04/2009, 23:46
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francescoriello ha scritto:
Dimmi una cosa Tremor, secondo te in Italia siamo autosufficenti per la carne bovina? Perchè il discorso sulla necessità di "perdere alcuni Pezzi" non mi trova d'accordo. Perchè alcuni allevatori dovrebbero chiudere per fare spazio ad altri quando una parte della carne arriva da fuori Italia? Io invece credo che si deve far diminuire le importazioni che sono fine a se stesse e di fatto non creano reddito ma arricchiscono solo pochi. Mentre un azienda agricola produce reddito che resta nel paese, oltre a una maggiore sicurezza nella qualità.
Siccome so che sei d'accordo su questa affermazione (ci mancherebbe!) alla fine si torna sempre al "solito discorso": perchè si parla di ridurre le aziende, di ridimensionare il settore, di rivedere i prezzi di vendita (sempre troppo alti per i commercianti) invece di cominciare seriamente a dire le cose come stanno. E non parlo degli allevatori ma degli organo competenti (sindacati, enti pubblici, associazioni varie) che si affannano (come veneto agricoltura) a snocciolare numeri da recessione invece di puntare il dito sulle importazioni.
A me sembra che di fatto non freghi niente a nessuno se chiudono le stalle, basta che la carne nei supermercati ci sia. Poi però se si guardano i numeri ci si accorge che la maggior parte della carne è italiana però basta una piccola porzione di carne estera sul mercato per far crollare i prezzi di quella interna (se non è speculazione questa allora non ho capito nulla!)......


Scusa il ritardo con cui rispondo, non siamo autosufficienti ne per la carne, ne per il latte, ne per tante altre cose ma, di questo passo neppure per automobili, calcolatori, lavatrici e tutto ciò che si può immaginare di produrre col lavoro delle braccia!
Però, se tu o io dobbiamo comperare un auto piuttosto che un computer o uno shampo o cambiare la gomma del trattore si va certamente a scegliere quello che reputiamo più conveniente, magari non quello che costa meno ma sicuramente quello che per noi in quel momento è il più conveniente e rarmente coincide con la merce che è fatta in italia.
Per di più, se in questo moneto siamo a corto di liquidi tutte queste cose, come i nostri formaggi, le nostre fettine, il nostro roast beef, i nostri insaccati se ne stanno li buoni sul banco ad aspettare di essere venduti, tanto su quello dello spaccio aziendale queanto su quello della grande distribuzione fino a quando il prezzo non diventa interessante per chi, come l'italiano medio, con cento euro deve riempire la borsa della spesa per una settimana e chi arriva per primo a rendere interessante il prezzo della propria merce vince un cliente!
Più siamo affamati come produttori, tanto più siamo bene disposti a correre questa corsa al ribasso ovviamente, polacchi,ungheresi, neo zelandesi ma anche perchè no: tedeschi, francesi, spagnoli argentini sono anche più affamati di noi e dal momento che il mercato è libero è con loro che ci diobbiamo confrontare e con i loro prezzi dobbiamo cercare di far stare in piedi le nostre aziende in italia e quì, siamo al doppio salto mortale con avvitamento.
Certo una politica di dazi favorirebbe in qualche modo l'agricoltura ma, quanto pagheremmo il mais che ci serve per ingrassare e far fare latte ai nostri animali? o la soja? O glli integratori? O, per continuare, l'energia, le macchine, le infrastrutture? E poi, che fascia di consumatori potrebbe ancora permettersi prodotti di qualità come quelli italiani? Una più ampia o più ristretta di quella attuale?


20/04/2009, 23:07
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Continuo in un secondo messaggio perchè mi è gia successo di perdere diversi minuti di lavoro fatto.
Io i miei conti li ho fatti e rifatti, a queste condizioni la baracca non sta in piedi neanche se la puntelli; ovviamente sto tentando di prendere contromisure adeguate ma non riesco a immaginare altro che aumentare la produzione per contenere alcuni costi fissi ma per fare questo, supponiamo passare da 100 euro di fatturato a cinquecento, devo "ammazzare" quattro aziende che producono 100 perchè, altro latte, non ne serve.
Devo dire però di essere sereno in questa mia scelta perchè, in fondo, non sono soldi miei, son tutti imprestati dalle banche e, se li rivogliono indietro, è meglio che studino uno stratagemma per far fruttare le aziende zootecniche altrimenti resteranno anche loro con un pugno di mosche in mano, proprio come gli è successo con i mercati finanziari e tante belle stalle da dover vendere al miglior offerente. Immagino già la ressa di fannulloni italiani che si presenteranno incuriositi a chiedere quanto costa comperare una stalla :lol: :lol: :lol: :lol: ?
Già, e poi chi la manda avanti? Il cassiere del Monte dei Paschi?
E' meglio che contino bene quanti asini hanno in stalla che possono sostituire chi in questo momento, in italia, accetta di sopportare un sopruso al giorno pur di rimanere attaccato alla propria attività perchè dalle mie parti si dice che chi mangia la carne........si deve mangiare anche le ossa!
Per me non ci son problemi ma ai miei figli insegnerò certamente ad essere mooolto più carogne di me.
Alla prossima


20/04/2009, 23:21
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