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Coltivazione della soya oerazioni colturali diserbo 
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e quale sarebbe l'alternativa?

chiudere i caseifici che fanno il parmigiano?, che fanno il 99.9% dei formaggi con latte italiano?
e con i caseifici che fannoi formaggi italiani con latte estero, cosa credi che siano alimentate le vacche, x il fabbisogno proteico?

idem x le uova, polli, carni bovine e salumi.


cerchiamo di nn darci la zappa sui piedi.

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11/07/2010, 18:40
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MANTENIAMO LA DISCUSSIONE SU TONI "NORMALI" E NON POLEMICI.
VA BENE LA DISCUSSIONE MA DEVE ESSERE COSTRUTTIVA.
io penso che ogni acquisto dovrebbe essere consapevole e si dovrebbe essere liberi di scegliere (se veniamo messi in condizione di farlo).


12/07/2010, 22:14
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grintosauro ha scritto:
e quale sarebbe l'alternativa?

chiudere i caseifici che fanno il parmigiano?, che fanno il 99.9% dei formaggi con latte italiano?
e con i caseifici che fannoi formaggi italiani con latte estero, cosa credi che siano alimentate le vacche, x il fabbisogno proteico?

idem x le uova, polli, carni bovine e salumi.


cerchiamo di nn darci la zappa sui piedi.


Caro Grinto, c’è una premessa doverosa che debbo fare prima di rispondere: Per me allevare conigli e galline è solo una passione e non certo una fonte di reddito.
Non posso e non voglio competere con chi magari vive di allevamento e necessariamente vede la cosa da un diverso punto di vista, la mia era una riflessione, per così dire ad alta voce, più da consumatore che da produttore.
Comunque qualche spunto di riflessione voglio proporlo, siamo tutti convinti che la soia, per il suo valore proteico incide positivamente sui livelli di accrescimento e quindi sui costi di allevamento, ma siamo sicuri che una politica “forzata” di contenimento dei costi sia la cosa migliore per i produttori italiani? Ci siamo già passati con i mangimi arricchiti con proteine animali, quella che sembrava una grande opportunità e diventata un boomerang terribile e come al solito gli operatori del settore si sono trovati da soli ad affrontare la crisi.
Al di là dell’aspetto morale, mi sembra che i paesi che producono soia producano anche altre cose tra cui carne e latte, certo oggi non hanno le capacità organizzative che i nostri allevatori hanno acquisito con l’esperienza di generazioni, ma quanto passerà prima che l’acquisiscano?
Come si potranno contrapporre i nostri allevatori che a detta dei più qualificati sono già alla sussistenza?
E soprattutto, che senso ha continuare a gridare ai quattro venti che la qualità del made in italy ha una marcia in più, se poi siamo costretti a produrre con metodi ultrastandard?
Io non ho la risposta pronta a queste domande ma penso che qualcuno debba cominciare a pensarci proprio nell’interesse dei produttori.
Grazie a Marco e Marco77 per il contributo.
Ciao a tutti Olmo55


14/07/2010, 13:22
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il problema e' duplice, se non triplice.

da una aprte se producessimo tutta la soia di cui abbiamo bisogno, dobbiamo rinunciare ad altre coltivazioni, per fare posto a questa.

per cui preferiamo acquistarla all'estero , visto che il mais nel nostro paese cresce discretamente bene, anche se abbiimo problemi di diabrotica (un gentile regalo degli americani) e di una sempre maggiore disponibilita di acqua (altro regali delgi americani, visto che 20 anni fa gli ibridi anche con poche piogge producevano mais, oggi o irrighi o ti conviene comprarlo).

secondo me si potrebbe convertire un po' la ns agricoltura, facendo soia dopo loietto x esempio, oppure dove c'e' acqua in abbondanza seminandola su sodo dopo orzo (magari con un giro di essicatoio) e spostando un po' la proteina su girasole e colza 000erucico , ma sostituirla la vedo difficile.
non sono poi cosi' in disaccordo OLMO55, sul fatto che potremo produrre all'estero i prodotti italiani come ti auspichi, il problema e che se io voglio spostarmi in un paese, x esempio romania o ungheria, e dare lavoro la, vorrei alcune garanzie sociali, che abbiamo in italia, e non la , (scuole , ospedali) anche in ambito lavorativo, e cioe' come e' capitato a molti, che stanno tornando scornati, da quei paesi, diciamo che al momento buoni le manovalanze spariscono, e raccolti o latte te li raccogli e mungi tu..

caso diverso se li paghi in natura con una % del raccolto ,..

pero' viene una considerazione da fare, gia' abbaimo una burocrazia che paradossalemtne serve per dare impego a gente che altrimenti sarebbe disoccupata, gia' abbiamo il 30% delle persone che tra i 35 e i 25 anni di eta e' disoccupata, gia' abbaimo una bella fetta di persone in cassa integrazione, se spostiamo all'estero anche le produzioni animali (latte carne uova salumi ect. ect., e industria di trasformazione) scusate ma che ci stiamo a fare??

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15/07/2010, 7:53
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[quote="grintosauro"]il problema e' duplice, se non triplice...........................

Tutte riflessioni giuste, e soprattutto onestamente complessive non di parte, l’idea secondo me è quella di dare voce (e non lo dico per piageria) a gente come te, per realizzare veramente un progetto complessivo di pianificazione e strategie commerciali sia di acquisto che di vendita. Mi spiego meglio, oggi l’industria automobilistica sarebbe perfettamente in grado di realizzare senza costi aggiuntivi, ovviamente all’interno delle produzione standard, vetture su ordinazione per quanto riguarda gli optional, non si fa perché questo farebbe saltare tutta la politica degli obbiettivi commerciali basati poi sugli incentivi dei concessionari. Chi di noi è mai riuscito ad ordinare la macchina che realmente voleva?. Arrivo a noi, i nostri produttori sono anche per definizione consumatori di materie prime, perchè quindi non raccogliere le reali esigenze sui fabbisogni e fare con i paesi produttori accordi commerciali che potrebbero essere convenienti per tutti, anche cedendo in maniera controllata un po’ di esperienza quella che gli esperti chiamano Know-how.
Momenti come questo: “Convegno BioFiliera nei Paesi emergenti - 23.7 Rovagnate LC”(il nostro moderatore è sicuramente informato) non potrebbero diventare laboratori per un progetto simile?
Qualcuno in Italia un po’ di anni fa ci provò sul serio, si chiamava Enrico Mattei, ma tutti sappiamo la fine che ha fatto. All’epoca gli interessi da difendere erano quelli delle compagnie petrolifere, oggi chi sono gli intoccabili? Chi dobbiamo proteggere a danno dei nostri produttori e di conseguenza di tutti consumatori? Oggi a differenza di allora le regioni contano molto di più e possono volendo realizzare progetti di politica estera, mi sembra che soprattutto al nord ci sia governatori che dicono di essere vicini al mondo della produzione agricola, e allora?. Io ci credo veramente e francamente non mi importa di chi lo realizza.


15/07/2010, 16:10
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olmo55 perdona un piccolissima puntualizzzione .

la filiera ogm free, nell'agroalimentare che verde su alimenti di origine animale, esiste, ma
e ti parlo da produttore allevatore di bovini da carne, queste fiere sono in mano all GDO,
quando ti riconoscono 10 centesimi il kg/peso vivo sul capo da macello, con controlli settimanali sulla certificazione e controlli mensili sui amngimi (che acquisti da mangimifici, ad un prezzo del 10% superiore, che a loro volta hanno un'altra miriade di controlli, che a loro volta comprano da gente che ha una miriade di controlli, ect. ect.) , lo fai piu' per ideologia che per un mero conto economico.


riconvertire il 100% degli allevamenti italiani al ogm free, secondo me e' una chimera utopica, perche' va a vantaggio solamente a chi vende l'ogm free, ma non da un vero miglioramento della qualita' in senso alto (altra discussione senza fine, chi puo' dire cosa e' la qualita? per me e' l'assenza di difetti tangibili)

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15/07/2010, 19:35
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[quote="grintosauro"]olmo55 perdona un piccolissima puntualizzzione ..............
Scusandomi per il ritardo dovuto a questioni tecniche (il computer fa le bizze) non solo accetto la puntualizzazione ma penso che hai messo il fatidico dito nella piaga, lo dico in base alla mia “piccola” esperienza da amministratore in una “piccola” comunità montana del Lazio (con buona pace di tutti adesso le dovrebbero togliere), tentare di riservare degli spazi anche marginali all’interno dei mercati generali ai produttori locali è stata l’esperienza più frustrante della mia vita, e si che ne ho viste e passate, la cosa più brutta è che tecnicamente, operativamente, economicamente si poteva fare ma al solito qualcuno ha storto la bocca e non c’è stato verso.
Penso che la grande distribuzione sia un segmento insostituibile del nostro mercato, portare beni di consumo nelle case di milioni di persone non è cosa da improvvisare, ma che la concorrenza, che somiglia sempre di più ad una politica di cartello, debba essere fatta a danno di chi produce proprio non la ingoio specialmente se diventa veto per iniziative parallele che sicuramente non alterano gli equilibri attuali, ma possono e sottolineo possono dare fiato a chi produce resistendo a mille difficoltà.
Non sono un estremista degli OGM FREE anche se ti confesso un po’ mi spaventano.
Il mercato per funzionare deve essere libero ma le regole ed i confini comportamentali sono a carico di altri………. Ma qui la discussione si complicherebbe e fare il general generico non mi piace.
Ciao Olmo55.


17/07/2010, 3:22
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quello che mi ha fatto storcere il naso sugli ogm , sono piu di una cosa.

il primo e' la poca informazione , la seconda sono i brevetti delle multinazionali , cosa che fa puzzare ancora di piu questo argomento.

io li dividerei principlamente in 2 grandi gruppi .

il primo quello in cui i geni sono di origine vegetale , e fino ad un certo punto potrebbero (uso il condizionale) starci.

ils econdo e' quello dove i geni sono batteri , e si avrebbe un salto di genere e cioe da animali a vegetali ,e la cosa e'sarebeb da testatre piu a fondo..
perche parliamoci chiaro , negli anni fine80 dovevao far la loro comparsa i maisHL high lysin , in cui avevano un gene della soya. mi sembra un qualcosa morto sul nulla, visto che non sono mai stati messi in produzione..e vito che nessuno , dico nessuno all'epoca se le sentita di bloccare o protestare..

come su altri problemi , non e' che emttendo la testa sotto la sabbia , il problema piralide o diabrotica sparisce , se non si tratta abbiamo dei mais fuori dalle regole x micotossine , e campi che diversamente non potremo piu cltivare a mais..
niente mais , niente latte e carni( suino bovino pollo ) niente uova.
cioe di questo siete per lo meno consci , oppure no?
oppure credete che il giorno che saremo totalmente, o quasi x il 90% dall'esterotra mias (transgenico) e soya (trasgenica) qui non si va da nessuna parte?

credete veramente che vietando i transgenici si risolvano tutti i problemi ? a me sembra che la storia si ripete .

dopo tutto 50 anni fa la legge merlin aboli la prostituzione, infatti 50 anni dopo in italia la prostituzione e' sparita, vero??
ad un certo punto e' bastato abbassare i limiti di velocita sulle strade , per evitare gli incidenti ,e oggi nessuno muore piu per incidente stradali , anche se poi si costruiscono auto che potrebbero fare oltre i 200km orari( poco importa se sono delle normali utilitarie..)

continuo?

oggi farsi l'energia letrica col fotovoltaico e' possibile, peccato che poi i comuni non diano sui terreni marginali la possibilita di fare degli impianti fotovoltaici o eolici per impatto visivo ambientale.

continuamo a bruciare petrolio inquina meno..

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17/07/2010, 16:26
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[quote="grintosauro"]quello che mi ha fatto storcere il naso sugli ogm , sono piu di una cosa.

................................., negli anni fine80 dovevao far la loro comparsa i maisHL high lysin , in cui avevano un gene della soya............., non e' che emttendo la testa sotto la sabbia , il problema piralide o diabrotica sparisce , se non si tratta abbiamo dei mais fuori dalle regole x micotossine , e campi che diversamente non potremo piu cltivare a mais..
niente mais , niente latte e carni( suino bovino pollo ) niente uova.
cioe di questo siete per lo meno consci , oppure no?

Onestamente no!!!! Mi spieghi meglio? Grazie.
Ciao Olmo55.


17/07/2010, 17:57
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dunque
i mais e soya ogm , in parte sono al risposta a problemi REALI , e cioe quello di avere meno probelmi di diserbo la soya roundaup ready (soya ogm rr) e la rresistenza all piralide ( mais bt) .

il glifosate , padel roundup , e' un diserbo totale a largissimo spettro , mi smebra delgi anni fine 60 inizio70 , a bassa tossicita ambientale in rpatica se nn sbaglio va a interferire sui emristemi , che sono i tessuti giovani delle piante.

anche se ultimamente ci sono stati dei problemi di resistenza da parte di certe infestanti.

comunque questo diserbo ha un impatto rispetto ai diserbi che tradizionalemtne si utilizzano sulla soya molto inferiore , per cui a livello pratico non si capisce idel tutto il divieto,

amemsso che ci sia dei probelmi di resistenze (vedi amrantus) facendo uan rotazione col grano o col mais , con un medicaio dove possibile , questo sparisce automaticmante.

caso piu complicato il mais bt in cui un gene di un batterio(bacillus turingensis) utilizzato nell'agricoltura biologica, e' innestato nel genoma del mais e produce una tossina letale x i coleotteri ( vedi la pialide ) che eviterebbe di usare degli insetticidi che cmq hanno un impatto molto pesante e non solo sul livelli di costo)


il rpblema inoltre che questo e' tutto soto brevetto ,a quanto mi e' dato capire se una dose di mais da seme x seminare 4000mq costa mediamete 50 euro , questi costerebbero sui 75 euro a dose..

e il che la dice lunga su molti fattori economici di scala..



ora nn e' che vietando gli ogm , spariscono i problemi sopra descritti...


chiaro?

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17/07/2010, 19:01
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