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Il raddoppio 
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Iscritto il: 11/11/2008, 0:26
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1) accertarsi della consistenza dell'alveare, che si desidera raddoppiare, che dovrà essere forte; togliere quindi il favo con la regina , le api adulte e la covata, collocarlo al centro di un nido vuoto e mettere al suo posto un telaino con favo costruito o con foglio cereo. 2) sovraporre al ceppo orfanizzato un melario, completo di favi o con fogli cerei; posarvi sopra un escluduregina avente una cornicietta di legno di circa un cm. di spessore; è meglio impiegare un escludiregina non intiero , ma ridotto a metà o a un terzo , e chiuderne la restante parte, con sottili tavolette di legno. 3) porre sull'escludiregina il nido con la regina, completando con favi o fogli cerei, ai due lati del favo con la regina. 4) coprire e nutrire abbondantemente l'alveare supero. L'operazione di raddoppio non è affatto complicata. Che cosa accade in un alveare così trattato? Nel nido inferiore le api allevano una nuova regina, che, dopo 22 giorni sarà fertile; nel nido superiore, che ha foro di volo indipendente, la vecchia regina, con tutta la popolazione che la seguirà attraverso l'escludiregina, formerà un magnifico sciame naturale o quasi, che per effetto dell'abbondante nutrimento, compirà , se la regina è buona il prodigio di riempire i favi vuoti in dieci dodici giorni. AVVERTENZE: Il nido superiore deve avere una apertura di volo sua propia , in modo che le bottinatrici non siano obbligate ad attraversare tutto il nido inferiore , per uscire , evitando inoltre il pericolo , che esse incontrando celle reali o la regina neonata, possano distruggerle. Il raddoppio può essere attuato in qualsiasi periodo, sia in primavera, ma anche dopo un raccolto (esempio acacia), agendo però solo su famiglie fortissime. VANTAGGI DEL RADDOPPIO: 1) si può fare il trattamento antivarroa in assenza di covata. 2) Il raddoppio assicura un discreto prodotto di miele, anche negli anni che le api non salgono a melario. 3) offre possibilità di grande raccolto negli anni buoni. 4) consente il cambio automatico della regina, con aumento della popolazione. 5) permette di affrontare l'inverno con alveari di forza doppia , che se ne ridono del freddo, consumano relativamente poco e sono in grado di salire a melario, con le primissime fioriture. 6) realizza una migliore utilizzazione del materiale e dello spazio poichè sotto un solo tetto e su di un solo supporto, vi si alloggiano due famiglie. 7) rende possibile la vendita di nuclei, senza diminuire la forza dell'apiario. 8) ed infine porta alla costruzione di ottimi favi da nido, che ben conservati, costituiscono senza dubbio, una maggiore forza latente per l'apiario (se i favi dovessero contenere polline è opportuno cospargerli di zucchero velato). SVANTAGGI DEL RADDOPPIO: il dividere le forze di un alveare fortissimo, sarebbe contrario alla prassi apistica; ma lo svantaggio che deriva da questa pratica è solo apparente, perchè presto si ci accorge che due famiglie forti, valgono bene una famiglia fortissima, ed anzi la superano. Il vero svantaggio potrebbe essere la nutrizione, mentre il lavoro, che può servire di svago e diversivo viene ampiamente compensato dal miracolo che dopo quindici giorni si verifica nell'alveare. Questa pratica per gli apicoltori che hanno pochi alveari e tempo a disposizione potrebbe riuscire utile. Marcello


30/12/2009, 18:48
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Complimenti per l'accurata descrizione.
Ciao,
Marco

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31/12/2009, 15:14
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Mah, io non credo nei miracoli e se ho capito bene la descrizione, lo spostamento di regina, bottinatrici e covata sopra al nido originale non produce una nuova famiglia.
Semplicemente le api rimaste, che sono necessariamente api giovani, si spostano in alto attirate dal feromone della propria regina, passando attraverso l'escludiregina.
La presenza del feromone annulla ogni motivo di allevarsi una nuova regina, perche' di fatto non sono orfane.

Il metodo assomiglia a quello che pratichiamo come lotta alla varroa: la divisione delle famiglie, spostando tutta la covata opercolata, con presenza di uova, dentro una nuova arnia, spostata di qualche metro. Solo le api giovani restano, perche' non conoscono la strada di casa dopo essere state spostate. Le bottinatrici invece tornano a casa.
Nella famiglia originale restano percio' regina, bottinatrici e celle non opercolate, per cui un singolo trattamento con ossalico pulisce tutto.
La nuova famiglia va trattata dopo lo sfarfallamento completo della covata opercolata, e nel frattempo si alleva una nuova regina.
A seconda del contesto, le due famiglie vanno riunite eliminando una regina o si tengono separate.


01/01/2010, 18:07
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Non si tratta di un miracolo ma il risultato di una normale conduzione di un apiario da uno che una volta con le api si dilettava. Il mio apiario era arrivato fino a 80 alveari per la maggior parte formati con questo metodo. Sul nido supero viene messo solo un telaino con la regina (telaino che può comprendere anche covata). Il melario che distanzia i due nidi , e l'escludiregina chiuso per due terzi fanno sentire le api del nido sotto orfane, queste allevano celle reali. Provare per credere. Marcello


01/01/2010, 19:04
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Il metodo descritto da Marcello è ottimo ed una delle molteplici varianti della conduzione con doppia regina ....la produzione diventa normalmente superiore a due famiglie separate ed con piccoli accorgimenti si hanno vantaggi sia nel cambio regine che nella produzione di polline.
Ovviamente questo metodo è applicabile solo da chi ha pochi alveari ....i miei complimenti a Marcello.


02/01/2010, 10:44
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Perchè si inserisce il melario tra i due nidi?


02/05/2012, 19:36
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Ma, se tutto l' ambaradan resta in comunicazione, che cosa impedisce alle api del vecchio nido di abbandonare la covata per seguire la regina? La configurazione dal basso in alto e':
a) vecchio nido senza regina
b) melario (gia', a che cosa serve?)
c) escludiregina semicoperto
d) nuovo nido con regina un favo di covata e favi vuoti.
Mi sono perso qualcosa?
Maddmax

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02/05/2012, 19:57
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Credo di aver capito che il melario possa servire a non far più sentire il ferormone della regina alle api sottostanti.
Per il resto non so, spero che Marcello risponda perché mi pare un metodo facile anche per umi poco esperto.

Giorgio

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.... la torta di riso è finita !!!


06/05/2012, 15:51
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Iscritto il: 07/11/2011, 11:43
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Allego qui di seguito una spiegazione che ho trovato su questo forum, ma non ho ben compreso....se qualcuno ha già fatto l'esperienza, potrebbe cercare di farmela capire?
Altra domanda: vi sembra un buon metodo, o secondo voi (per uno non molto esperto come sono io) è meglio il sistema tradizionale di dividere un'arnia in 2 ?

marcello ha scritto:
1) accertarsi della consistenza dell'alveare, che si desidera raddoppiare, che dovrà essere forte...
......
Questa pratica per gli apicoltori che hanno pochi alveari e tempo a disposizione potrebbe riuscire utile. Marcello


Ecco, grazie a chi mi risponderà

Giorgio

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27/02/2013, 12:51
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Da quello che leggo, mi sembra che i due nidi pur essendo divisi da un melario, siano comunicanti fra loro, l'escludi regina , impedisce alla regina di andare nel nido inferiore , ma le api possono salire e scendere , è così :?:
ciao nicol


27/02/2013, 15:39
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