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Provincia Autonoma di Trento 
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L'ingresso di FEM nella società che promuove l'innovazione nella sfida ai cambiamenti climatici

La Fondazione Edmund Mach è entrata nella “Climate-KIC”

La Fondazione Edmund Mach entra nella Climate-KIC, la società che riunisce più di 180 soggetti tra università, enti di ricerca, imprese e amministrazioni di dieci paesi europei per diffondere la conoscenza, promuovere l’innovazione nella sfida ai cambiamenti climatici e favorire lo sviluppo e la creazione di una società zerocarbon.
Oggi alla FEM si è svolto un incontro con le referenti nazionali di Climate-KIC, il direttore Angelica Monaco e la responsabile per l'innovazione Arianna Cecchi, per illustrare scopi e attività di Climate-KIC e le opportunità per FEM.

L'entrata nella cosiddetta “Knowledge and Innovation Community” creata nel 2010 dall’EIT, l’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia, è stato reso possibile dalle importanti attività di ricerca legate al tema del cambiamento climatico in agricoltura svolte a San Michele, ma anche dalle competenze acquisite nella gestione sostenibile degli ecosistemi, in particolare forestali.
“E' un' ottima opportunità per la Fondazione Mach -spiega la dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, Annapaola Rizzoli- considerato che il tema del cambiamento climatico ha riassunto estrema rilevanza per l'Unione Europea anche a seguito delle decisioni del Presidente Americano di non sottoscrivere gli Accordi di Parigi. Di fatto la ricerca scientifica e il trasferimento tecnologico all'industria in questo settore può fornire nuove opportunità di creazione di nuove imprese anche a livello locale”.
Il direttore generale, Sergio Menapace, precisa che si tratta di “un'occasione importante e strategica che la Fondazione intende perseguire anche con Hub Innovation Trentino – HIT in rappresentanza dell'intero settore della ricerca trentina in campo ambientale”.

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04/07/2017, 20:34
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Il ricercatore FEM Kieran Tuohy è stato intervistato sulle proprietà salutistiche di frutta e verdura
Super Quark, mercoledì 12 luglio su Rai Uno si parla della ricerca salutistica FEM
Le attività di ricerca della Fondazione Edmund Mach relative alle proprietà salutistiche di frutta e verdura saranno affrontate nel servizio di Super Quark in onda martedì 12 luglio, alle 21.25, su Rai Uno.

All'interno del programma televisivo di divulgazione culturale ideato e condotto da Piero Angela, nella rubrica “scienza in cucina della nutrizionista Elisabetta Bernardi, il ricercatore Kieran Tuohy, responsabile del Dipartimento qualità alimentare e nutrizione del Centro Ricerca e Innovazione, spiegherà il meccanismo di azione delle sostanze protettive di frutta e verdura e come è coinvolto il microbioma.
Nella puntata si parlerà del microbiota intestinale che svolge un ruolo importante nel trasformare i cibi che mangiamo in sostanze che hanno poi effetto su moltissimi comparti dell’organismo: sul sistema immunitario, sullo sviluppo della funzione cognitiva, sul metabolismo dei grassi e dei carboidrati e sull’equilibrio energetico dell’organismo.

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07/07/2017, 7:16
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Sottoscritto oggi a San Michele il protocollo di intesa tra FEM e FederBio
Fondazione Edmund Mach e FEDERBIO insieme per un'agricoltura più sostenibile
È stato siglato oggi a San Michele all'Adige, il protocollo di intesa tra Fondazione Edmund Mach e FederBio, la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica, per attivare congiuntamente una serie di attività di ricerca, sperimentazione e formazione nel settore dell'agricoltura biologica e biodinamica, quale uno fra i modelli agricoli per uno sviluppo rurale sostenibile.
A sottoscrivere il documento, di durata triennale, sono stati i presidenti Andrea Segrè e Paolo Carnemolla. Dopo la firma si è svolta la riunione operativa in cui sono state programmate le prime iniziative congiunte, a cui hanno preso parte anche il direttore generale, Sergio Menapace, e il direttore dell'Ufficio per le produzioni biologiche della Provincia autonoma di Trento, Federico Bigaran. Il documento si inserisce all'interno di un contesto di azioni intraprese dalla Fondazione Edmund Mach a favore del settore biologico, che vanno dal potenziamento della consulenza tecnica e della sperimentazione al perfezionamento di percorsi formativi sull'agricoltura sostenibile.

“Da tempo conosco e stimo il lavoro di Federbio e del presidente Paolo Carnemolla, perciò è con grande soddisfazione che sottoscrivo a nome della Fondazione Mach questo protocollo di intesa – sottolinea il presidente FEM, Andrea Segrè-. Questo documento incentiva ulteriormente FEM a perseguire l’obiettivo di un’agricoltura sostenibile ad ampio spettro, dal punto di vista economico, ambientale e sociale. In questo percorso - che mette assieme ricerca, trasferimento tecnologico, mercati e consumatori - il settore del biologico ha ancora notevoli prospettive di miglioramento. E qui sta il nostro impegno. Mi auguro inoltre che, essendo il nostro Ente attivo nella formazione, oggi con il C3A pure a livello universitario, si possa andare in questa direzione anche in questo campo per preparare al meglio le future generazioni di agricoltori".
Il presidente Federbio, Paolo Carnemolla, spiega che “l'agricoltura biologica è l’innovazione tecnica, organizzativa e di mercato che può dare un futuro sostenibile all’economia agricola e rurale del nostro Paese, dunque è necessario operare sul versante della ricerca, della formazione e del trasferimento delle conoscenze in stretta sinergia fra sistema delle imprese e Istituzioni autorevoli e radicate nel territorio come la FEM. L’obiettivo comune è costituire un polo di eccellenza per il supporto e lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica non solo in Provincia di Trento ma anche a dimensione nazionale e a rete con altre organizzazioni simili in Europa”.
In relazione agli eventi programmati dalla Fondazione Mach per l'estate in tema di sostenibilità, e in particolare di biologico, mercoledì 2 agosto, presso l'aula magna, si svolgerà, alle ore 9, la presentazione delle prove sperimentali in viticoltura biologica, evento che si inserisce all'interno del tradizionale incontro in collaborazione con il Centro di sperimentazione Laimburg. Di frutticoltura biologica si parlerà invece il giorno successivo, giovedì 3 agosto, alle 8.30, a Maso Part (Mezzolombardo), nell'ambito delle “Porte aperte”, dove si affronteranno anche i sistemi produttivi, le forme di allevamento, la distribuzione degli agrofarmaci e l'innovazione varietale.

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08/07/2017, 7:53
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La ricorrenza sarà celebrata presso il Centro Vivaistico Forestale Casteller
San Giovanni Gualberto, patrono dei Forestali, mercoledì 12 luglio
Anno di ricorrenze e di novità per i Forestali trentini: ricorre infatti il ventennale dell'istituzione del Corpo provinciale.
Il 12 luglio, come da tradizione, i Forestali trentini celebrano il loro patrono: San Giovanni Gualberto.
Quest'anno la cerimonia, a cui partecipano anche il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi e l'assessore alle foreste Michele Dallapiccola, si terrà, a partire dalle 17.15, a San Rocco di Villazzano, presso il Centro Vivaistico Forestale Casteller.

In programma, oltre ai saluti delle autorità e alla relazione del Capo del Corpo Forestale, c'è un momento di riflessione sul tema "Uomo, territorio e ambiente" con gli interventi di don Marcello Farina e di Michele Lanzinger, direttore del Muse.
A seguire, dopo un intermezzo musicale, ci sarà la consegna dei riconoscimenti al personale che è andato in pensione e a quello che si è distinto nell'attività operativa.

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10/07/2017, 20:16
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Il Patrono San Giovanni Gualberto celebrato presso il Centro Vivaistico Forestale Casteller
Rossi:" Forestali, custodi del territorio e guardiani dell'Autonomia"
“Siete i guardiani dell'Autonomia, perché custodite un territorio in cui abita una comunità che ha la responsabilità di tramandarlo intatto, gestendolo bene. Abbiamo la fortuna di vivere in Trentino, una terra straordinaria e di grande bellezza. Voi, con il vostro servizio, ci assicurate che ci sia un rapporto corretto tra la popolazione e l'ambiente naturale”: con queste parole il governatore Ugo Rossi ha salutato i forestali trentini che al Centro Vivaistico Forestale Casteller di Trento hanno celebrato il loro Patrono, San Giovanni Gualberto. Alla cerimonia ha partecipato anche l’assessore provinciale alle foreste Michele Dallapiccola. Un anno particolare, questo, anche per i Forestali trentini; ricorre infatti il ventennale dell'istituzione del Corpo provinciale e sono dieci gli anni trascorsi dall'entrata in vigore della legge provinciale per il governo del territorio forestale e montano. La loro però è un’esperienza che in Trentino ha radici nella storia. Importanti sono anche le novità sul piano nazionale, con il personale del Corpo Forestale dello Stato che è transitato quest'anno nell’Arma dei Carabinieri. Oltre al bilancio dell’attività, è stato dedicato un momento di riflessione al tema "Uomo, territorio e ambiente", con gli interventi di don Marcello Farina e di Michele Lanzinger, direttore del Muse. Al termine c’è stata la consegna dei riconoscimenti al personale che è andato in pensione e a quello che si è distinto nell'attività operativa.

L'assessore comunale Andrea Robol ha sottolineato quanto sia "prezioso spendersi per l'ambiente, che rappresenta una ricchezza e un elemento identitario della nostra terra". L'Arcivescovo di Trento Monsignor Lauro Tisi ha invitato "a staccarsi dalle connessioni per mettersi in contatto con il Creato, riscoprendo meraviglia e stupore, anche grazie al silenzio che si può sperimentare immergendosi nella natura".

La celebrazione di oggi ha permesso di evidenziare alcuni dei numeri che hanno connotato un anno di attività del Corpo Forestale della Provincia autonoma di Trento che, è stato ricordato, assieme alle Strutture forestali, è a servizio del territorio e della gente.

Oltre 230 uomini e donne, strutture centrali e territoriali, prossime alle comunità locali, con 11 uffici e 39 stazioni forestali lavorano insieme ad altri operatori provinciali e collaborano con gli organi dello Stato. Questi sono gli obiettivi della loro azione: la stabilità del territorio e delle foreste per la sicurezza della gente; la gestione forestale sostenibile per l'economia della montagna; la conservazione della natura e del paesaggio per la qualità della vita.

Assicurano il monitoraggio ed il presidio del territorio. In un anno di attività ci sono: 367 notizie di reato, di cui 284 contro persone identificate, 67 sequestri penali, 1.497 violazioni amministrative, 365 sequestri amministrativi. L’importo delle sanzioni amministrative elevate è stato di 415.500 euro.

"L’obiettivo centrale e fondamentale, dal quale discendono tutti gli altri - ha ricordato il Capo del Corpo Romano Masé - è l'essere al servizio". L'essere al servizio della gente e del territorio dunque, con competenza, con professionalità, con passione, con equilibrio, con umiltà e umanità. Il dirigente ha sottolineato anche l'ottima collaborazione esistente con le Forze di Polizia dello Stato.

I Forestali trentini inoltre dal 2009 coordinano la Cabina di regia per la vigilanza ambientale, per il raccordo tra tutti gli operatori del settore. Dal 2010 è attivo poi il Nucleo operativo specialistico forestale (NOSF) che si occupa di prevenzione, controllo e repressione in materia di ambiente. Il Gruppo speciale di reperibilità forestale e faunistica dal 2009 assicura il suo intervento 24 ore su 24, tutto l’anno.

Il loro impegno non si ferma qui. I Forestali trentini partecipano alle attività di protezione civile, come parte integrante del sistema. Dal 24 agosto 2016, 30 forestali e 60 persone delle Strutture forestali hanno operato infatti nelle zone colpite dal terremoto nell’Italia centrale.

Danno inoltre un contributo importante alle attività di prevenzione ed informazione sulle piste da sci. Quest’anno 25 Forestali hanno lavorato sulle nostre montagne per 410 giornate-operatore. Quest’inverno hanno fatto 61 interventi per incidenti vari, dei quali 14 con il contributo dell’elisoccorso.

E infine i Forestali trentini sono impegnati anche nella gestione dei grandi carnivori (orso, lupo, lince…).

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13/07/2017, 21:29
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Custodia forestale, riorganizzati gli ambiti di competenza del servizio di vigilanza boschiva
Una riorganizzazione del servizio di custodia forestale: in questo consiste un provvedimento adottato oggi dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore alle foreste Michele Dallapiccola. Con questa deliberazione l’esecutivo provinciale ha compiuto un ulteriore atto per la completa attuazione delle previsioni della legge provinciale sulle foreste, in particolare per quanto riguarda l’istituto del servizio di custodia forestale. Sono stati individuati i territori su cui viene assicurato il servizio e si è provveduto alla loro zonizzazione, in pratica la divisione per ambiti di competenza. Il provvedimento è il risultato di un processo che ha visto la partecipazione anche dei soggetti chiamati ad assicurare il servizio di custodia, proprietari boschivi innanzi tutto.

Il servizio di custodia forestale, secondo le norme provinciali, è svolto in forma associata, tramite convenzione, dai Comuni, dalle Amministrazioni separate dei beni di uso civico, dalla Magnifica Comunità di Fiemme e dalle Regole di Spinale e Manez sui beni silvo-pastorali di loro proprietà, ricadenti nei territori individuati dalla Giunta provinciale. Il provvedimento adottato oggi ha modificato la precedente divisione per zone ed ha determinato il nuovo contingente di custodi, adeguandolo agli attuali indirizzi organizzativi ed alle esigenze tecniche. Tutto questo tenendo conto dei confini amministrativi dei Comuni e delle Comunità, degli ambiti territoriali di competenza delle Stazioni forestali e degli Uffici distrettuali forestali, dell’entità della superficie a bosco e di quella a pascolo, del numero di Comuni, delle Amministrazioni separate dei beni di uso civico e degli altri soggetti tenuti ad assicurare il servizio di custodia forestale, del numero delle associazioni e dei terreni conferiti per la gestione associata, del numero dei residenti e degli aventi diritto d’uso civico nonché delle presenze turistiche e dell’entità della ripresa forestale annua dei territori boschivi.
Si è così passati, incluso anche l’ambito della Magnifica Comunità di Fiemme, da 47 circoscrizioni di custodia forestale a 36 zone di vigilanza. Questa scelta è stata operata avendo come obbiettivo condiviso quello di allineare quanto più possibile gli ambiti territoriali delle circoscrizioni di custodia forestale con quelli di competenza delle Stazioni forestali, in modo da favorire l’aggregazione di territori omogenei, agevolare il coordinamento e garantire una più efficiente gestione del servizio di custodia forestale.

Per quanto riguarda il numero dei custodi forestali si è passati da 178,5 unità a 159 unità. La nuova zonizzazione delle zone di vigilanza avrà efficacia dal 1 luglio 2018, per consentire di adeguare le convenzioni di custodia in essere alla nuova zonizzazione in un arco temporale sufficientemente ampio.

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21/07/2017, 20:32
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Modificato anche il disciplinare di produzione degli ortaggi e loro trasformati
Il marchio "Qualità Trentino" si estende ai settori birra, miele e prodotti da frutto
Assicurare la riconoscibilità nei confronti del consumatore dei prodotti agroalimentari territoriali trentini ad elevato standard di qualità nelle attività di distribuzione, commercializzazione e vendita attraverso un rigoroso processo di certificazione: è questo l’obiettivo che ha portato ad istituire il marchio “Qualità Trentino”. Impegno che prosegue e anzi si incrementa oggi, con la decisione della Giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola, di adottare i disciplinari per i settori agroalimentari della birra, del miele e dei prodotti da frutto e di aggiornare quello della produzione degli ortaggi e loro trasformati. “La qualità di vita di un territorio – ha sottolineato l’assessore Dallapiccola – si misura anche dalla qualità delle sue produzioni agroalimentari. E’ anche con questi strumenti che vogliamo vincere la sfida dell’attrattività del nostro territorio”.

Il forte legame con il territorio è assicurato proprio dai disciplinari che definiscono la zona delle produzioni a marchio "Qualità Trentino" e vincolano quindi la provenienza dei prodotti al territorio della provincia di Trento, specificata sul marchio di qualità.
I disciplinari specificano anche per ogni prodotto, oltre alla zona di provenienza, le caratteristiche e le modalità di lavorazione. Nei disciplinari vengono individuati criteri oggettivi e selettivi e norme più rigorose e specifiche di quelli istituiti dalla legislazione comunitaria e nazionale.
“Quello della valorizzazione della qualità dei prodotti del nostro territorio – ha aggiunto l’assessore – è un percorso destinato a proseguire ampliando ulteriormente l’elenco delle eccellenze agroalimentari della nostra terra, che sono frutto di un ambiente sano ma anche di una storia e di una identità”.
Prosegue quindi l’investimento, in termini di promozione, di un settore, l’agroalimentare, che riveste un ruolo fondamentale per la tutela dell’agricoltura e favorisce l’inserimento dei giovani agricoltori. Considerando anche che la produzione, la distribuzione e la promozione dei prodotti agricoli ed agroalimentari di qualità riveste un ruolo rilevante anche a livello comunitario.
Il provvedimento adottato oggi è frutto anche del lavoro del “Comitato tecnico Qualità Trentino” a cui compete la predisposizione dei disciplinari da proporre all’approvazione dell’esecutivo.

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21/07/2017, 20:33
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Mercoledì 2 Agosto, alle 9, a San Michele presentazione prove sperimentali viticoltura biologica
Giornata tecnica biologica FEM - Laimburg, presentazione prove sperimentali
E' in programma mercoledì 2 agosto, alle ore 9, a San Michele all'Adige, il tradizionale incontro di presentazione delle attività sperimentali svolte dalla Fondazione Edmund Mach nel settore della viticoltura biologica. L'evento si svolge in collaborazione con il Centro di sperimentazione Laimburg che prevede nel pomeriggio, a Vadena, il punto sulle prove in frutticoltura biologica.

L'incontro della mattina, a San Michele, è organizzato dal Centro Trasferimento Tecnologico e si prevede l'illustrazione dei risultati delle prove in aula magna e la successiva visita alle parcelle sperimentali. Sarà possibile seguire l'evento in diretta streaming all'indirizzo //live.fmach.it (anche per dispositivi mobile).
Interverranno Enzo Mescalchin sulle attività svolte dall’Unità Agricoltura Biologica in viticoltura nel 2017 e sulle prospettive di questo settore in costante aumento; Roberto Lucin sulla situazione sanitaria nelle aziende biologiche seguite sul territorio grazie ad appositi contratti di consulenza e sul controllo di Scaphoideus titanus con prodotti alternativi. Luisa Mattedi riferirà sulle prove di difesa da peronospora e oidio; Marino Gobber sul contenimento con reti di Drosophila suzukii e sul controllo dei danni da esca. Roberto Zanzotti presenterà i risultati ottenuti in Trentino con l’utilizzo di un prototipo di spazzolatrice per la riduzione della compattezza del grappolo messa a punto e sviluppata dai colleghi della Stazione Sperimentale di Laimburg. In conclusione, verso le 11.20, è prevista la visita alle prove sperimentali in località San Donà, a San Michele. sc

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29/07/2017, 7:39
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Ieri a San Michele si è svolta la presentazione delle prove sperimentali in viticoltura biologica
Viticoltura Bio, comparto in crescita. Oltre 300 agricoltori alla giornata tecnica
Oltre duecento viticoltori presenti e un centinaio in collegamento streaming. Sono i numeri dei partecipanti alla giornata tecnica sulla viticoltura biologica organizzata dalla Fondazione Edmund Mach. L'evento si è svolto in collaborazione con il Centro di sperimentazione Laimburg ed ha previsto un incontro in aula magna e la visita ai vigneti sperimentali a San Michele, in località San Donà.
L'incontro tecnico, che ha visto intervenire il direttore generale Sergio Menapace e il dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti, si inserisce all'interno di un contesto di iniziative e attività intraprese dalla Fondazione Edmund Mach a favore del settore biologico, che vanno dal potenziamento della consulenza tecnica e della sperimentazione al perfezionamento di percorsi formativi sull'agricoltura sostenibile. Di recente è stato anche sottoscritto il protocollo di intesa con Federbio che preveder di attivare congiuntamente una serie di attività di ricerca, sperimentazione e formazione nel settore dell'agricoltura biologica e biodinamica, quale uno fra i modelli agricoli per uno sviluppo rurale sostenibile.

Enzo Mescalchin ha illustrato i dati del trend positivo che da anni distingue il settore biologico nella viticoltura trentina. La superficie a fine 2016 ammontava, infatti, a 825 ettari, +20% rispetto all’anno precedente, +362% rispetto al 2010. E’ stata poi la volta degli altri tecnici dell’Unità Biologica della FEM. Roberto Lucin ha riferito sull’attività di consulenza tecnica a favore del biologico effettuata sul territorio, riferendo che la situazione sanitaria delle viti biologiche risulta paragonabile alla produzione integrata. Luisa Mattedi ha illustrato le prove sperimentali condotte presso i vigneti della Fondazione Mach in tema di difesa da peronospora e oidio, confermando i buoni risultati ottenuti anche quest’anno utilizzando dosi ridotte di rame.

Sono poi seguite relazioni specifiche sul contenimento di Drosophila suzukii con l’applicazione di reti, sulle possibilità di utilizzo di una spazzolatrice meccanica per la riduzione della compattezza del grappolo, il cui prototipo è stato messo a punto dei ricercatori della Stazione Sperimentale di Laimburg, e sul controllo di Scaphoideus titanus, vettore di flavescenza dorata. Marino Gobber, infine, ha riferito sulle esperienze di una tecnica innovativa per contenere i danni da Esca, pericoloso fungo del legno che provoca la prematura morte delle viti.

Come di consueto, al termine delle relazioni i partecipanti hanno potuto visitare i vigneti sperimentali presso i quali sono state realizzate alcune delle prove presentate nella mattinata. Nel pomeriggio spazio alle prove condotte in frutticoltura biologica presso la Stazione Sperimentale di Laimburg. La giornata del biologico, infatti, nasce dalla collaborazione tra i ricercatori della FEM e i colleghi dell’Alto Adige, impegnati nella sperimentazione a favore del biologico.

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03/08/2017, 8:51
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Si è svolta oggi nell'azienda sperimentale di Mezzolombardo la giornata tecnica “porte aperte”
370 frutticoltori a Maso Part per conoscere la gestione sostenibile e innovativa del frutteto
Maso Part, l'azienda sperimentale della Fondazione Edmund Mach situata a Mezzolombardo, ha ospitato oggi il consueto appuntamento delle porte aperte per mostrare al mondo agricolo i principali risultati delle sperimentazioni nella frutticoltura di fondovalle. Massiccia anche quest'anno la partecipazione con 370 frutticoltori presenti.
In apertura sono intervenuti il direttore generale Sergio Menapace e il dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti. Difesa, sistemi produttivi, forme di allevamento, innovazione varietale e distribuzione ottimale degli agrofarmaci sono gli elementi chiave sui quali si gioca la frutticoltura del domani e sui quali gli esperti di San Michele sono impegnati ogni giorno con sperimentazioni e ricerche. Come quelle che puntano alla “frutticoltura di precisione”, basata su una nuova generazione di macchine intelligenti, che gestiranno il controllo della carica e della qualità dei frutti in pianta fino ad arrivare alla robotizzazione delle operazioni colturali e della raccolta.
Sempre ieri, a Maso delle Part, un centinaio di frutticoltori altoatesini sono stati in visita, per conoscere le sperimentazioni in corso, in particolare la forma di allevamento a parete stretta attualmente allo studio dei tecnologi di San Michele.

“Frutteti a Guyot” per una frutticoltura di precisione e distribuzione ottimale degli agrofarmaci. Alberto Dorigoni e Franco Micheli hanno presentato i vantaggi offerti dalle diverse tipologie di frutteto in parete. Il collaudato biasse (Bibaum) a 3.5 metri tra le file, che richiede l’uso dei carri raccolta e produce 80-100 tonnellate di frutta di ottima qualità, è stato affiancato dai più moderni e stretti multi-asse a 2.5 metri tra le file. L’attenzione è però puntata sulla loro evoluzione, sui frutteti a Guyot singolo e doppio, ancora più stretti, che rappresentano la possibilità di abbandonare le forme di allevamento tradizionali in favore di un sistema basato su un cordone orizzontale da cui si protendono verso l’alto numerosi rami verticali, privi di ramificazioni secondarie. Il frutteto così ottenuto, che con la potatura meccanica mantiene una larghezza di appena 40 cm ed è simile ad una moderno vigneto, grazie alla distanza tra le file di appena 2 metri può raggiungere le produzioni dei sistemi tradizionali senza carri raccolta. Si apre così la strada alla “frutticoltura di precisione” del futuro, basata su una nuova generazione di macchine intelligenti, che gestiranno il controllo della carica e della qualità dei frutti in pianta fino ad arrivare alla robotizzazione delle operazioni colturali e della raccolta. Daniel Bondesan ha spiegato che la forma di allevamento in parete stretta si presta particolarmente ad essere trattata con tecnologie innovative come l'impianto fisso, in visione a Maso Part, e con macchine a recupero di prodotto. Ma anche attraverso una corretta regolazione delle macchine più tradizionali, come le torrette, si ottiene una copertura ottimale della vegetazione e una riduzione della deriva, cioè della dispersione dell'agrofarmaco nell'ambiente.
Innovazione varietale: attenzione alle resistenze genetiche. Focus sui risultati raggiunti dalla Fondazione Mach nell’ambito del programma di miglioramento genetico del melo, iniziato nel 1999, con la presentazione da parte del ricercatore Pierluigi Magnago delle migliori varietà/cloni, presenti nelle parcelle sperimentali dell’azienda di Maso delle Part.
Il miglioramento genetico, soprattutto nel breeding classico, è legato ai cicli della natura e richiede tempi relativamente lunghi -ha spiegato Magnago-. Questo comporta la necessità di anticipare lo studio di caratteri che in futuro potranno concretizzarsi in maggiori e nuove opportunità produttive, commerciali ed in definitiva economiche. L’orientamento e la sensibilizzazione sociale verso tematiche quali la sostenibilità ambientale, e la salubrità dei prodotti hanno riportato l’attenzione, anche dei produttori, sul tema delle resistenze genetiche. In quest’ambito sono riposte molte aspettative per una frutticoltura a minor impatto ambientale. Dal 2010 il Consorzio Innovazione Frutta, nato dall’accordo tra il mondo produttivo e la Fondazione, si integra nella filiera della produzione di nuove varietà selezionando quelle che si ritengono più adatta all’ambiente trentino ed in un secondo momento quelle che possono interessare altri ambienti vocati nel mondo. Ad oggi 5 varietà selezionate in FEM sono state registrate e altre sono tutt’ora in prova in numerosi ambienti trentini come anche in Sud Africa, Sud e Nord America. Sono state quindi presentate le potenzialità attuali di alcune nuove accessioni, problematiche e possibili sviluppi futuri.
Sistemi produttivi: pero e ciliegio, valide alternative al melo. Nicola Dallabetta ha spiegato che la scelta del tipo di pianta è determinante per ottenere una rapida entrata in produzione. La densità d’impianto condiziona i costi iniziali e le operazioni di gestione del frutteto. Impianti intensivi richiedono appropriate modalità di potatura mirate a ottenere elevate e costanti produzioni mantenendo anche una buona qualità dei frutti. Il portinnesto è connesso alla scelta della cultivar e può influenzare la forma di allevamento da utilizzare. Pero e ciliegio costituiscono due valide alternative alla coltura del melo col quale si integrano facilmente. Queste specie presentano al giorno d’oggi una ampia scala di scelta di portainnesti e forme di allevamento da adottare in impianti ad alta densità. Sistemi alternativi al tradizionale vaso sono oggetto di studio alla Fondazione Edmund Mach. Dai primi risultati il sistema “Bi-asse” ha dimostrato ottima performance produttiva e buon controllo della vigoria della pianta.
Difesa in frutticoltura biologica: ticchiolatura annata tranquilla. Luisa Mattedi ha fatto il punto sull'andamento della ticchiolatura e sui primi risultati delle esperienze di gestione del patogeno. Sotto questo profilo la stagione è risultata tranquilla. Ha parlato poi di andamento dei principali fitofagi del melo con un aggiornamento della situazione degli scopazzi del melo nelle aziende della Fondazione. L'argomento patogeni fungini è stato completato parlando di fumaggini e Marssonina. In merito ai fitofagi si è parlato di afidi, carpocapsa, patogeni minori.

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03/08/2017, 21:01
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