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Rischi dell' elicicoltura: non tutti ne parlano 
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Iscritto il: 22/05/2015, 12:50
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Salve a tutti,
Vorrei condividere la mia esperienza sul campo nell’allevamento delle lumache attuata con il metodo “LA MADONITA”. Ho potuto constatare che diverse avversità ed inconvenienti hanno influito negativamente sul prodotto dell’allevamento da me realizzato determinandone il fallimento totale con una perdita netta di € 33.000,00 circa su un investimento di € 40.000,00 circa.
Alcuni fattori devono essere ben conosciuti da chiunque intenda cimentarsi in questo campo perché essi sono in grado di determinare infausti risultati economici, ovvero:
1) CLIMA
Il verificarsi di un abbassamento di temperatura nel periodo in cui gli animali sono svegli e si nutrono (ad esempio nel mese di Giugno) determina un rientro in letargo delle stesse; questo causa un ritardo di circa 30 giorni nella crescita e nella riproduzione delle lumachine con la conseguenza che la raccolta viene posticipata a tal punto che la produzione subisce un notevole decremento quantitativo. Nel mio caso (territorio del Centro Sicilia in Provincia di Caltanissetta) a causa dell’abbassamento di temperatura verificatosi nel mese di Giugno, il primo raccolto è stato effettuato nella prima metà di Novembre ed il terzo ed ultimo il 19 Dicembre a causa del gelo sopraggiunto dal 20 Dicembre 2014 che ha determinato il ritorno in letargo delle lumachine.
Prima di effettuare un investimento comunque cospicuo è bene sapere della necessità, a mio avviso insindacabile, di realizzare l’impianto in zone in cui il micro clima raramente veda le temperature scendere sotto i 10 gradi centigradi.
2) PREDATORI E PARASSITI
I topi e gli uccelli (gazze e tordi soprattutto) se ne cibano abbondantemente e giornalmente anche nel periodo invernale con un danno immane sulla produzione.
Mentre per i roditori è stato somministrato quotidianamente il veleno (con costi esosi) per i volatili alcun intervento è stato preventivato (ad es. la necessità delle cd. voliere) che richiede ulteriori e pesantissimi investimenti economici.
Nel mio caso, né nel contratto di collaborazione né nella relazione illustrativa è stato fatto cenno alcuno all’aggressione devastante di insetti quali Stafilino e Silfa visibili ad occhio nudo.
Soltanto la lettura postuma di una pubblicazione dell’Istituto Internazionale di Elicicultura ha portato alla mia attenzione la consistenza del problema determinato da tali insetti.
3) ASCIUGATURA
Dovete riporre molta attenzione all’influenza dell’asciugatura sulla quantità di prodotto finale in maniera che, chiunque vi somministri dei numeri sulla redditività, siate consapevoli di quanto pesante sia l’incidenza di tale fattore. Nel mio caso non è stata fatta chiarezza sul fatto che se è noto che le lumache devono essere sottoposte ad un periodo di asciugatura all’interno di sacchi retinati per almeno 30 giorni non lo è stata altrettanto la circostanza che a seguito di detta asciugatura il raccolto subisce un calo di peso di oltre il 30% prima della vendita facendo sì che il prodotto subisca un decremento proporzionale.
4) PRODUTTIVITA’ EFFETTIVA
Uno dei fattori determinanti nel decidere un investimento è rappresentato dal prodotto realisticamente preventivabile che un impianto può rendere seguendo tutti i passi del ciclo di produzione per rapportarlo ai costi necessari per sostenerlo.
Diffidate da numeri volanti non riscontrabili in nessun documento!
Nel caso che mi occupa, all’interno dell’impianto di 4.000 metri quadrati di recinti sono stati immessi 530 kg di chiocciole riproduttrici. Tutti i fattori indicati ai punti 1,2,3, che, ad onor del vero, ditte del Nord Italia analizzano specificamente e comunicano a chiunque decida di fare questo investimento, portano il dato della produzione effettiva sui livelli di 20 lumache per mq.; considerate che circa 120 lumache (non asciutte) sommano un chilogrammo. E, dunque, 20x4000 mq/120=666Kg lordi); ed infatti il prodotto da me raccolto (seguendo pedissequamente tutte le direttive di produzione) è stato di poco più di 700 Kg. in un intero ciclo di produzione (circa otto mesi) . Tenuto conto del costo d’impianto (che non potrà mai essere inferiore a 25 mila Euro per mezzo ettaro lordo), di gestione e del prezzo di vendita effettivo (circa 5 euro all’ingrosso), il risultato economico è devastante e non consente di sperare di recuperare con i vari cicli il capitale impiegato e quel che è più grave nemmeno le spese di gestione annua; escludendo qualsiasi forma di utile.
Non esitate a chiamarmi per ulteriori dettagli.
Elio (cell. 3343224131)


29/10/2015, 13:38
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Formazione: geometra sulla carta, agricolo nei fatti
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benvenuto sul forum..

spiace per la tua esperienza amara, ma anche noi abbiamo un riscontro parzialmente positivo solo quest'anno, il terzo, dopo vari rimaneggiamenti..

la produzione all'aperto e' rischiosa, quella al chiuso porta lavoro, ma anche qualche vantaggio.

io vado dicendo da un po' di pesare bene le parole dei contratti, e di non avere paura a prendersi del tempo e qualche soldino per viaggiare e vedere altre realta'. e se possibile di differenziare il portafoglio clienti e le fonti di reddito.
difatti noi stiamo investendo in orticoltura, o di qua, o di la', un reddito base arriva.

Comunque va anche detto che sempre esiste il rischio di impresa..

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Non aver paura dei furbi , ma attento agli ignoranti.

Tutti crescono giocando coi trattori. I piu' fortunati non smettono mai


29/10/2015, 13:58
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Iscritto il: 10/06/2015, 8:46
Messaggi: 60
Località: Sud Italia
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Ciao raya. Ci sei andato pesante ma hai descritto una realtà comune a molti. Anche io ci sono passato, tre anni fa. Ho raccolto più di quanto abbia fatto tu, ma semplicemente perchè non ho avuto tutti quei problemi che hai descritto. Rimane il fatto che i margini sono davvero pochi e di spese di avviamento ne ho avute parecchie, a cominciare dai riproduttori. Da circa un anno mi sto diversificando e ho attivato un piccolo allevamento al chiuso che sto facendo crescere lentamente. L'intenzione è produrre bava e uova da avviare a laboratori per il confezionamento. Il mercato è abbastanza vergine e intorno al caviale c'è molta curiosità, mentre all'estero lo conoscono meglio. Per la bava vale lo stesso ragionamento. E sui margini non c'è paragone rispetto alle lumache. Secondo la mia esperienza c'è anche meno lavoro (più diluito durante l'anno) e soprattutto molti meno problemi.


29/10/2015, 14:16
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Iscritto il: 03/03/2013, 3:44
Messaggi: 108
Località: Orvieto, TERNI
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ciao raya,
mi dispiace per la brutta esperienza che stai facedo e la delusione che stai provando...ma dal mio piccolo ti consiglio di non mollare. anche noi abbiamo avuto seri problemi di predazione, ma si possono risolvere. e anche se il clima non possiamo determinarlo, e quindi una quota d'incertezza ci sarà sempre, anche in questo esistono rimedi almeno per limitare i danni. per quanto riguarda i ricavi poi, secondo me il fattore chiave è a chi vendiamo il nostro prodotto: fra il grossista e il dettaglio la forbice è immensa, anche 1 a 3 dalle mie parti, ed è una forbice che davvero fa l'insuccesso o il successo di una annata. penso che produrre bene le lumache sia solo la prima parte del nostro lavoro, la seconda è venderle altrettanto bene, e l'investimento (economicamente non insostenibile) è più che altro di tempo, ricerca, promozione. i primi due/tre anni sono una palestra per tutti (e neanke io li ho ancora oltrepassati) e la metà delle cose che ho fatto in questo primo anno e mezzo la rifarei diversamente, ma prima di tirare le somme aspetterò almeno il terzo raccolto.
per quanto mi riguarda, molto più che le indicazioni provenienti da grandi produttori/commercianti del settore, ha contato tutto quello che ho imparato confrontandomi con altri allevatori, anche su questo stesso forum.
in bocca al lupo (a tutti!)
TR


29/10/2015, 14:44
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Iscritto il: 05/11/2014, 13:12
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Località: Orte - Lazio
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Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza che a dire il vero è un po l'esperienza di tutti.


L'elicicoltura non è per niente come qualcuno la racconta


40.000 euro per 4.000 mq? :? :? :? :? :?

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Chi semina, raccoglie!


29/10/2015, 15:34
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Iscritto il: 25/11/2013, 13:07
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Formazione: Perito Elettronico, Aspirante Elicicoltore
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Anche a me sembra un pò esagerato un investimento di 40.000€ x 4000mq , forse compreso di acquisto terreno, comunque sempre troppo.(x 1 ettaro quanto ci vuole allora)


29/10/2015, 21:52
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Iscritto il: 29/10/2015, 22:32
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Esagerato non saprei...è comunque ho notato che il signore è contattabile,ha lasciato pure un numero telefonico...anche io essendo di Montedoro(CL) ho sentito di un imprenditore di Mussomeli (CL) che ha perso un bel pò di soldi rischiando in questa attività...penso che il clima nelle nostre parti è parlo del centro Sicilia non sia adatto...comunque conoscere l'esperienza se pur negativa può essere utile a chi vuole investire i suoi soldi nell'elicicoltura...almeno è a conoscenza anche dei rischi concreti...non sono tutte rose è fiori come spesso si decanta in giro...


29/10/2015, 22:49
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Certo è che se ti capitano parecchi inconvenienti come sono capitati a te è tosta da digerire.....
I madonita sono diventati venditori di un'idea, erano semplici allevatori ma ora hanno come scopo vendere più materiale e riproduttori possibili a aspiranti elicicoltori.....non c'è nulla di sbagliato è diventato il loro business, ma quando si parla di numeri bisogna ovviamente valutare bene ogni variabile, proprio per non incappare in tutti gli inconvenienti che la natura, il clima e l'inesperienza ti mettono davanti :( :(


29/10/2015, 23:58
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Iscritto il: 05/02/2014, 22:35
Messaggi: 2804
Località: Żyznów (Polonia) Oleggio Castello (Novara)
Formazione: geometra sulla carta, agricolo nei fatti
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Senza voler demonizzare nessuno, perche' il rischio di impresa c'e' sempre, volevo solo far notare una mia impressione in questi anni di forum.

Chi si approccia a questo mestiere spesso ha la testa a compartimenti stagni e pochissimo spirito di osservazione e iniziativa, che e' quello su cui fanno leva i competitors ovunque..

come si fa a pagare migliaia di euro per un'arca da riproduzione al chiuso che sono 4 assi inchiodate con una rete sotto?
come si fa a non vedere che il mangime che costa 50 o piu' euro al quintale ha come ingrediente principale carbonato di calcio che costa 3 euro al quintale?

sara' che noi abbiamo mangiato "pane e mer.a" per anni nel settore cereali e carni bovine, dove i margini li contavi sulle dita di una sola mano (giacche' oggi quelli bravi vanno apari e gli altri sono sotto) e ne abbiamo vissute di tutti i colori, ma vedo da parte di un 80% degli interessati (in ed extra forum) che manchi il brio degli italiani e lo spirito di iniziativa che se mancasse in uno che viuol fare l'allevatore, in genere porta a delusioni..

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30/10/2015, 8:05
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Iscritto il: 05/11/2014, 13:12
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lucadex ha scritto:
Certo è che se ti capitano parecchi inconvenienti come sono capitati a te è tosta da digerire.....
I madonita sono diventati venditori di un'idea, erano semplici allevatori ma ora hanno come scopo vendere più materiale e riproduttori possibili a aspiranti elicicoltori.....non c'è nulla di sbagliato è diventato il loro business, ma quando si parla di numeri bisogna ovviamente valutare bene ogni variabile, proprio per non incappare in tutti gli inconvenienti che la natura, il clima e l'inesperienza ti mettono davanti :( :(


quoto e ripeto....40.000 € per 4.000mq sono un esagerazione. per la stessa metratura ho pagato 8.000 euro e ho comprato pompa per acqua (350), allaccio enel (550), affitto terreno (600).

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30/10/2015, 9:26
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