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Vigneto NON censito: cosa fare? 
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Kaazorro ha scritto:
Lampa, se ci fai il vino, ma per il tuo consumo familiare, se non lo vendi insomma, non c'è nessun problema.


Bhè non funziona proprio così... sicuramente non puoi inserirlo nel fascicolo senza un'opportuna regolamentazione, ma anche così non è assolutamnte in regola, il problema è capire se riescono a "scovarti" e cosa accade.
Calcola che in questo momento potrei tranquillamente dichiarare la produzione di questo fondo come se provenisse da altro vigneto che abbia una produzione media sotto il quintalaggio massimo ammesso. Es: prod. massima nero d'avola doc sicilia 150q/ha, ho un terreno che me ne produce 90/Ha, gli integro gli altri 60 prodotti da quello abusivo.
Lo farò estirpare o regolamentare se possibile, il gioco non vale la candela, sopratutto per chi questi giochetti non li fa!


12/07/2017, 13:38
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Ho finalmente appurato che

- i vigneti non censiti sono regolarizzabili, pagando una cifra irrisoria, se riesci a dimostrare che erano esistenti prima del 1987 (qui in Emilia per provare questo richiedono foto aeree precedenti a quell'anno, prodotte dagli uffici cartografici provinciali): non è esattamente un percorso facile, ma si può fare.

- Se non lo regolarizzi, è solo questione di tempo prima che ti becchino, e la multa è elevatissima.
E' solo questione di tempo, giacché qui fanno periodicamente fotorilevazioni aeree che vengono automaticamente lette da un software che riconosce le colture: i vigneti li trovano così, automaticamente, a meno che non siano ancora maritati con l'olmo, nel qual caso il software, evidentemente troppo moderno e modernista, li interpreta come frutteti ( :lol: ). Anche in quel caso però, cioè anche se il software non ti trova automaticamente, alla prima richiesta per qualsiasi cosa che fai come azienda agricola a regione o provincia (trattamenti, semine, finanziamenti, rimborsi...) un essere umano andrà a vedere le foto dei tuoi campi e s'accorgerà del vigneto non censito.

Questo è lo "stato dell'arte" in Emilia Romagna, non so se in altre regioni sia diverso.


20/07/2017, 16:02
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Consideriamo che sono consentiti 1000 mq di vigneto ad uso autoconsumo, tutto il resto è abusivo.
4000 mq è difficile che non li abbiano mai visti prima.
Noi per poter vendere i diritti di reimpianto di tre filari (circa 2200 mq) abbiamo aspettato la visita dell'Ispettore, e per un bel pezzo.
I filari erano stati distrutti dal fuoco già da anni, la domanda l'avevamo fatta, ma comunque devi aspettare.


20/07/2017, 17:25
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Vero, avevo dimenticato di dire che fino a 1000 mq è considerato per autoconsumo, quindi è libero


20/07/2017, 20:18
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Buonasera, è riuscito a risolvere la situazione alla fine? mi trovo nelle sue stesse condizioni. Vigneto storico accatastato come tale solo al Catasto Terreno e non all'inventario viticolo. Vorrei vapire anche io se è possibile sanare.


29/05/2020, 22:59
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Purtroppo o per fortuna poco dopo il mio penultimo messaggio su questo argomento quelli che avrebbero dovuto essere miei soci in quest'avventura e che avevano i vigneti storici non mai censiti si sono tirati indietro, così io ho proceduto, senza dover regolarizzare alcunché. Le mie informazioni al riguardo restano quindi le ultime che ho scritto qui sopra, nel mio post del 20/7/2017, che credo restino vere, con l'avvertenza che lo sono nella sola Emilia Romagna, facendo ogni regione capo a sé su questa partita (come su molta parte dell'agricoltura).

Il consiglio che mi sento di darle è di identificare chi nella sua associazione di categoria (se non ne ha una provi a chiedere a quella più rappresentata nel suo territorio, non le sbatteranno la porta in faccia e per darle informazioni dubito le chiederanno soldi) si occupi di vigneti e di chiedere a lui/lei, oppure in subordine porre questo stesso quesito ai funzionari della provincia che gestiscono lo schedario vitivinicolo, avendo cura di farla come domanda ipotetica e di non rivelare gli estremi del campo, dell'intestatario o della stessa Partita IVA agricola: fino a che non è sanato è, credo, sanzionato con una multa e l'espianto.

In bocca al lupo!

Martinauva ha scritto:
Buonasera, è riuscito a risolvere la situazione alla fine? mi trovo nelle sue stesse condizioni. Vigneto storico accatastato come tale solo al Catasto Terreno e non all'inventario viticolo. Vorrei vapire anche io se è possibile sanare.


30/05/2020, 1:06
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Iscritto il: 08/11/2020, 17:35
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Volevo condividere quanto da me verificato fino ad oggi su questo tema che potrebbe essere utile anche ad altri in futuro. In particolare è bene notare che i vigneti impiantati prima del 31 Marzo 1987 (quindi prima dell’entrata in vigore delle quote e autorizzazioni delle superfici vitivinicole), sono perfettamente legali e andrebbe “solo” pagata una piccola sanzione per poterli iscrivere nello schedario vitivinicolo regionale. Invece per quelli successivi, ci sono state delle sanatorie negli anni, ma adesso non sono più possibili, quindi l’unica soluzione sarebbe il pagare delle multe salatissime, destinare l’uva totalmente alla produzione d’alcol o distruggerla fino a quando non si espianta.

Ci copio qui una pubblicazione ufficiale della regione Liguria che spiega meglio la cosa, ma vi garantisco che si tratta di legge nazionale /EU e quindi è applicabile a qualsiasi regione:

Impianti illegali e loro regolarizzazione
Per impianti illegali si intendono quei vigneti impiantati senza disporre dei corrispondenti diritti di impianto introdotti con il Regolamento CE n.822/1987. Nel regolamento CE n.491/2009 (OCM unica in vigore) nella sezione IV bis, sottosezione I vengono suddivisi gli impianti illegali a seconda del periodo in cui è stato realizzato l'impianto stesso. Si distinguono in particolare due casi:

1- impianti illegali tra il 1 aprile 1987 e il 31 agosto 1998;
2- impianti illegali posteriori al 31 agosto 1998

Per gli impianti del punto 1) : attualmente i termini per la regolarizzazione di tali impianti sono scaduti e la normativa vigente NON prevede per ora ulteriori finestre di sanatoria.

Per gli impianti del punto 2) i produttori estirpano a loro spese le superfici impiantate a vite nel periodo sopraccitato come previsto da art. 85 bis comma 1 del Regolamento CE n.491/2009.

Per gli impianti anteriori al 1 aprile 1987, come conseguenza dei due casi sopraccitati, la normativa prevede che, anche senza disporre dei corrispondenti diritti di reimpianto, sono legali e quindi soggetti solo alle disposizioni normative relative alla gestione del potenziale viticolo, con pagamento della sola sanzione amministrativa per la mancata e ritardata dichiarazione nello schedario viticolo regionale che ammonta ad euro 62 (da verificare per la regione XXX) per ogni decara o frazione di decara (1000 mq) di superficie a vigneto, come previsto dalla legge regionale XXXX Rideterminazione di sanzioni amministrative nel settore vitivinicolo, pubblicata sul Bollettino Ufficiale regionale XXXXX

La superficie per poter essere sanabile al momento della presentazione della domanda deve possedere i seguenti requisiti:
1. essere coltivata a vigneto ed essere in produzione;
2. essere coltivata con varietà di uva da vino autorizzate in Regione XXX;
3. avere anno di impianto antecedente al 1987 da comprovare con documentazione.

Il versamento deve essere effettuato solo dopo il sopralluogo del tecnico regionale atto a verificare requisiti e superficie da sanare. Di seguito gli estremi: CC postale n.da confermare intestato a Regione XXX, causale: "sanzione amministrativa per iscrizione tardiva allo schedario viticolo"

A questo scritto ufficiale sopra, vorrei aggiungere che la cosa più difficile magari è quella del punto 3. Questa è la cosa complicata, perché come ben si sa l’età dei ceppi di vite non è facilmente deducibile dalla grandezza dei ceppi, visto che la varietà, il portainnesto, ed il tipo di suolo/concimazione, influenzano moltissimo la circonferenza dei ceppi,( io stesso ho verificato come un impianto fatto da mio padre nei primi anni 80 (ho delle foto del 1982 in cui era li) abbia ceppi di circonferenze molto diverse in base alla posizione sul terreno). Allo stesso modo credo sia impossibile avere fatture o altri documenti che provino l’acquisto delle barbatelle e l’impianto in situ. La situazione catastale potrebbe aiutare (le particelle potrebbero risultare di qualità Vigneto dal prima del 1987 in una visura Catastale Storica sull’immobile), ma di per se questo non è probatorio. Quindi, come detto da Kaazorro precedentemente, la regione richiede di comprovare l’esistenza del vigneto in oggetto dell’iscrizione tardiva, precedente al 1987 e nel tempo, tramite le fotografie aeree (coperture aerofotogrammetriche Regionali).

Sempre come indicato dall’OP, questo potrebbe rendersi molto complicato per vigneti a sostegno vivo e/o sostegno misto, specialmente dove sono stati parzialmente abbandonati e le chiome degli alberi di sostegno sono cresciute a dismisura (situazione che ho visto in prima persona, dove parte del vigneto originale è ora un boschetto di pioppi con in mezzo alcuni ceppi di vite che si arrampicano su tutta la chioma e che in qualche modo sono riuscite a non morire delle varie malattie fungine che creano problemi nei vigneti.

Rimane il fatto che questa pratica dovrebbe essere affidata ad un agronomo in quanto andrebbe richiesta l’iscrizione della superficie effettiva vitata, e nel caso di impianti a sostegno vivo o misto (spesso anche alberi di ulivo da cui si tiravano i fili per sorreggere i tralci delle viti) la chioma delle piante secondarie va sottratta dalla superficie vitata.

Spero che quanto sopra serva di referenza a future domande su questo argomento.


01/06/2022, 16:01
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