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Problemi da forme di resistenza 
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Buongiorno a tutti, dall'anno scorso seguo una piccolissima vignetta, non mia e l'uva la usa il proprietario per farsi il vino per lui, di circa 120 ceppi di varie uve nere su meno di 150 metri quadri. Piante di 20 anni circa, potate a caso, con anche 40/50 gemme a pianta, allevate a spalliera alta 2,40 m. Negli ultimi 4/5 anni questa vignetta è stata tenuta parecchio male, facendo trattamenti solo ed esclusivamente con cimoxanil, rame e zolfo bagnabile (2 prodotti commerciali). L'anno scorso sono entrato in vigna a metà maggio (fino a quel momento era stata solo potata), e mi sono trovato di fronte ad una situazione abbastanza critica sia dal punto di vista della pressione delle malattie sia per l' elevatissima vigoria e quindi alla difficoltà della gestione del verde. Con tantissima fatica sono riuscito a portare a maturazione poco più di 350 kg di uva sana. Premetto che so come usare i fitofarmaci e ho alternato diversi principi attivi attenendomi a tutte le regole del caso. Ora non ricordo di preciso ma l'ultimo trattamento l'ho fatto durante l'invaiatura nella seconda metà di luglio, poi tutto è andato liscio fino alla raccolta a fine agosto (anticipata di almeno 15-20 giorni rispetto a quel che sarebbe stato meglio fare per motivi "tecnici").

Questo era il sunto dell'anno scorso ora veniamo a quest'anno: ho fatto un primo trattamento con olio bianco minerale sul legno allo stadio di gemma rigonfia, poi fino ad ora ho fatto 5 trattamenti liquidi con vari principi attivi (anche sistemici e "strong") e 3 con zolfo ramato asciutto, oggi farò un altro trattamento con 2 principi attivi ad azione curativa (per peronospora e oidio). Ciò nonostante la presenza e l'avanzamento delle malattie sembra inarrestabile. Lavoro in vigneti da più di 10 anni, ne ho viste parecchie, ma situazioni del genere mai. Stiamo parlando di una zona a meno di 3 km dal mare esposta a sud nel levante genovese.

Temo che il maltrattamento degli anni precedenti, in aggiunta ai trattamenti sistemici dell'anno scorso, abbiano creato delle forme di resistenza molto critiche e non so bene come poterne venir fuori. Consigli?


25/06/2019, 12:49
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io l' olio bianco non lo darei, piuttosto terrei il registro degli interventi per avere uno storico dal quale cercare di capire il perché ed il percome.
per il resto c'è poco da fare se non di seguire le corrette pratiche agronomiche, corretta potatura smaltimento tralci giusto arieggiamento niente concimi.
i prodotti immagino che sai come darli quanto darli. io dopo la vendemmia farei ancora un paio di giri prima con un curativo sistemico
a dose massima poi un giro di solfato di rame bello carico e per ultimo distanziato l' ampelomices quisqualis per l' oidio. prossimo anno
magari cominci prima e dai il giro ai prodotti usando principi attivi diversi oppure ti fai un anno di rame e zolfo per far spurgare bene le piante.
ps: non so da te quanto è piovuto ma da me domani tratto e sono al dodicesimo trattamento.


25/06/2019, 15:02
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Entrambe le malattie che hai nominato risultano difficili da contrastare?

Per cercare di ragionare sulla possibile resistenza occorrerebbe sapere esattamente quali fungicidi hai impiegato in modo da risalire alla classificazione MoA (gruppo CAA, QoI etc.) e tentare di capire se potrebbero essere ipotizzate resistenze incrociate.

Dal punto di vista biologico mi pare però improbabile che una sola pregressa annualità di trattamenti abbia selezionato forme resistenti, dunque io cercherei anche informazioni in zona.

Tra i motivi di un insufficiente controllo non c'è solo la resistenza ma altre cause come: pressione della malattia particolarmente elevata (forse anche in questo caso si possono attingere notizie in zona da bollettini o confronti); posizionamenti tardivi o scelta di prodotto non appropriato rispetto alla fase fenologica; inadeguata taratura irroratrice.


25/06/2019, 19:18
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In effetti rivedendo bene la vigna oggi la peronospora è stata effettivamente fermata, le macchie vecchie sono seccate e non ne sono comparse di nuove. L'odio continua ad essere ben presente sia sui grappoli che sulle foglie su cui era già presente, ma non mi pare si sia sviluppato su altre parti sane. Lunedì scorso ho fatto il primo trattamento con principi attivi curativi, sabato ho dato zolfo ramato e oggi di nuovo il curativo (con cui concludo il ciclo di questi principi attivi). Vedrò se dopo questo la situazione migliora.

Comunque l'anno scorso non l'ho fatto, ma quest'anno tengo un registro di tutto quello che faccio:

1° trattamento 12/3 gemma rigonfia o ancora ferma
olio bianco

2° trattamento 27/4 Prima di trattare ho scacchiato. Ci sono tante varietà quindi molto disomogenee, alcune piante con tralci di 15/20 cm altre con tralci piccolissimi.

Principio attivo
Cimoxanil
Ossicloruro di rame
Zolfo

3° trattamento 15/5 Prima di questo si evidenziavano varie macchie sporadiche di malattie e non sono potuto intervenire prima per via delle pioggerelle intermittenti.

Fluopicolide
Fosetil Al
Trifloxystrobin


4° trattamento 23/5 Prima di trattare ho sfogliato all'interno e spollonato. Si evidenziavano macchie e ingiallimenti da carenza.

Fluopicolide
Fosetil Al
Tebuconazolo
Concime fogliare con rame

Al 27/5 praticamente nessuna malattia era presente, e aveva iniziato a fiorire. Al 4/6 erano comparse varie macchie di peronospora (questo potrebbe essere stato causato dal fatto che il rame non andrebbe messo con fluopicolide e fosetil Al, quindi avrei reso "inutile" il trattamento antiperonosporico del 23/5?) e le prime infezioni di oidio.

5° trattamento 6/6 Prima di trattare ho sfogliato a rendere ben liberi i grappoli a lato nord lasciando foglie ombreggianti al lato sud. Fioritura quasi completamente finita.

Cimoxanil
Ossicloruro di rame
Zolfo
Trifloxystrobin

6° trattamento 11/6
Prodotto
Zolfo ramato polvere

7° trattamento 17/6 Prima di trattare cimatura laterale ed apicale.
Folpet
"antioidico curativo" che non ricordo e non ho scritto (aggiorno)

8° trattamento 22/6
Prodotto
Zolfo ramato polvere

9° trattamento 25/6
Prodotto
Folpet
"antioidico curativo" che non ricordo e non ho scritto (aggiorno)

L'unico errore che secondo me ho fatto è stato mettere quel concime fogliare con ossicloruro di rame con il prodotto commerciale che ha Fluopicolide e Fosetil Al.


26/06/2019, 12:13
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ripeto, pur non conoscendo la zona, i primi trattamenti sono però troppo distanziati tra loro. poi il foseti al + flupicolide non fa granchè. già provato e scartato.
il cimoxanil ed il folpet sono invece ottimi.


26/06/2019, 13:12
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Mi pare che non hai nulla da imparare sull'impiego dei prodotti fitosanitari.
Hai ruotato le varie sostanze attive: a una prima analisi mi pare appartengano a gruppi MoA diversi e hai impiegato prevalentemente fungicidi multisito ovvero a rischio resistenza tendenzialmente basso.

Se vuoi provare altre strategie anti-peronosporiche, dal momento che sembrerebbe che tu debba operare in una area a elevato rischio fitosanitario, nella fase tra germogli 3-5 cm e fin verso la pre-fioritura si possono impiegare miscele tra prodotti di copertura e transaliminari (es.: il tradizionale dimetomorf oppure il recente mandipropamide che ha una azione preventivo-curativa); tra pre-fioritura e allegagione sono indicate combinazioni varie con fungicidi a più vie, mentre nella successiva fase fino a chiusura grappoli sono preferibili sostanza con affinità per le cere (come fluopicolide che già impieghi oppure zoxamide, + copertura). Infine a protezione delle femminelle dopo l'invaiatura si può fornire una ulteriore protezione con fosetil-Al.
Per il prossimo anno concordo con Giorgibe sulla necessità di intervenire più spesso in avvio difesa ovvero seguire rigidamente i bollettini.

Per quanto concerne la difesa anti-oidica nei trattamenti di apertura (quando sono evidenti i tralci-bandiera) potresti provare la spiroxamina, accreditata di attività preventiva-curativa-eradicante; può risultare utile, come suggerito da Giorgibe, anche intervenire con un paio di trattamenti ravvicinati appena dopo la vendemmia con Ampelomyces quisqualis contro la formazione dei cleistoteci del mal bianco.

Riguardo all'olio bianco anche qui sarei dell'opinione di Giorgibe: se non ci sono problemi di acariosi lo ometterei.
Non vedo infine l'ipotetico errore di cui fai cenno: semplicemente il c.d. fertilizzante rameico sarà probabilmente un rameico surretiziamente etichettato come concime per aggirare le costose norme sull'etichettaura, dunque verosimilmente a basso contenuto di rame.


26/06/2019, 14:07
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Aggiungo la mia.
Per ovviare a resistenze:
Scegli forme di allevamento che riducano l'impatto vegetativo.
Elimina per un anno le concimazioni azotate.
Benissimo l'alternanza dei prodotti.
Stai attento alle tempistiche di intervento ripristinando le coperture ante pioggia.
Attua una defogliazione anche estrema della zona grappolo. Attenzione però alle scottature. Andava fatta in fioritura se manuale o subito post fioritura. Il prossimo anno magari. Adesso falla un po' più blanda, a est soltanto magari.

Quindi per la peronospora (ma secondo me sei già a posto) valuta l'uso di rame metallo puro a dosi fino a 200 gr per ettolitro (che si sciolga bene) negli ultimi due interventi. Poi ne puoi fare uno o due con poltiglia bordolese più vicino alla vendemmia dato il minor tempo di carenza così da non restare scoperto a lungo.
Per il prossimo anno in caso di malattia presente il dimetomorph è ancora il migliore ma attento a non abusare. L'oxathiapripolin in caso cura anche le bolle sporulanti ma attenzione al tempo di impiego, se ne può fare 1 solo trattamento all'anno perchè quello si genera facilmente ceppi resistenti e va usato con folpet in abbinamento.
Entra in vece nell'ottica di fare almeno 2 se non tre trattamenti in post vendemmia. 1 subito dopo raccolta e poi a 10 giorni.
Per il prossimo anno da germoglio a 10 cm fino a fioritura il fosfito di potassio aiuta le difese della pianta. Non va usato con rame o fossetil alluminio. Ricorda che i sistemici sono subdoli. Se li usi che hai già inoculo credi di essere a posto e invece dopo 25/30 giorni ti ritrovi le sorprese.

Il problema maggiore si ha con l'oidio che sverna nella pianta. Qui devi eliminare i tralci post potatura da vigneto. Ci sono prodotti sistemici che aiutano da fare in primavera il prossimo anno. Principi attivi da alternare. Purtroppo costano. Ora tratta con zolfo bagnabile da 4 kg a ettaro in su. Arriva anche fino a 6. La carenza è di tre giorni sicchè arriva fino a 15 dalla vendemmia se fa molto caldo (sopra i 35° il fungo è inibito però). Invece dal post vendemmia e per il prossimo anno dovrai munirti di soffiatore manuale (non serve quello a motore a spalla, basta il classico soffiatore a mantice) e fare degli interventi con zolfo in polvere. Costa poco ed è molto efficace. Va dato alla mattina presto con grappolo o vegetazione baganta di rugiada. 1 intervento con germogli a 10 cm, poi in pre fioritura e in allegagione (uno lo puoi fare ancora) e 1 dopo vendemmiato. Costa poco, non ha grosso impatto ambientale, ma ti serve la tuta e la mascherina!!! In un paio di anni dovresti risolvere. L'olio bianco (polithiol nel caso) secondo me aiuta chi ha avuto attacchi di oidio invece.

Chiedi sempre una cosa, che impatto hanno sulla vinificazione rame e zolfo e quanto prima della raccolta devi sospendere perchè so che residui importanti possono creare problemi anche seri.


28/06/2019, 14:32
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Polithiol, come dice il nome stesso, contiene zolfo; in pratica ha una finalità analoga a quella dei vecchi polisolfuri. In realtà come etichetta è autorizzato solo contro l'acariosi (trattamenti al bruno nella fase di gemma cotonosa).
Ne hanno parlato alle Giornate Fitopatologiche del 2010 circa la sua attività antioidica. In laboratorio su piastre Petri ha fornito buoni risultati soprattutto contro i cleistoteci nella fase c.d. di colorazione gialla (cioè in fase di maturazione che avviene a fine ciclo; i cleistoteci sono gli organi svernanti del mal bianco; metto una mia foto con cleistoteci in varie fasi di maturazione).
Riporto uno stralcio dalla Discussione finale rispetto a una applicazione in campo
"A questo stadio di maturazione dei cleistoteci corrisponde generalmente la presenza in pieno campo della vegetazione e, a seconda delle annate, anche dei grappoli. In pratica, vista la fitotossicità di Polithiol sulle viti in vegetazione (Scannavini, 2006), solo in annate con una pressione molto elevata della malattia, potrebbe essere consigliabile un trattamento a bassa dose (800g/hl) dopo la raccolta per ridurre la quantità di inoculo ibernante di E. necator. Ulteriori verifiche sono necessarie per la determinazione della modalità d'azione del prodotto e sull'effettiva utilità in pieno campo del trattamento aggiuntivo a bassa dose dopo la vendemmia"

Convengo che certamente lo zolfo in forma polverulenta è più efficace; nella zona di vigneti che frequento lo distribuiscono a macchina e dovrà valutare l'Autore del post se e come poter fare.


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28/06/2019, 17:30
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Da noi il polithiol è obbligatorio per tutti gli impianti di base per la raccolta dei materiali da moltiplicazione. Oltre a soffocare le cocciniglie in fase di risveglio ha azione collaterale buona contro l'oidio svernante. L'importante è darlo a gemma cotonosa quando c'è l'uscita delle cocciniglie dai nascondigli sotto la corteccia. Se fatto troppo tardi rischia di bruciare i germogli. In realtà si è visto che anche con 3 foglie distese non ha poi fatto quel danno su varietà precoci nostrane. Se lo si da troppo presto per il contenimento del animale è inutile ma la funzione collaterale antioidica permane.


28/06/2019, 20:08
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In che senso obbligatorio? Da parte di chi? Tra l'altro essendo un preciso prodotto commerciale si sembra ben strano che ne venga prescritta l'obbligatorietà.
Ch'io sappia su vite sono obbligatori i trattamenti contro la cicalina della flavescenza dorata. Non sono a conoscenza di altri decreti di lotta obbligatoria. Diverso se fossero scelte di consorzi fitosanitari o associazioni produttori, ma questo non ha nulla a che vedere con l'obbligo di legge.


28/06/2019, 20:28
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