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Problemi da forme di resistenza 
Autore Messaggio

Iscritto il: 11/02/2015, 22:39
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Convengo che certamente lo zolfo in forma polverulenta è più efficace; nella zona di vigneti che frequento lo distribuiscono a macchina e dovrà valutare l'Autore del post se e come poter fare.[/quote]

Attenzione ,qui da noi in Sicilia ,anche ad un altitudine di 5/600 metri il polverulento fa danni.
VIsto le sempre piu alte temperature estive ,
è fitototssico.
Quindi l uso e da valutare da zona in zona,anche in altre parti delo stivale.

Ne approfitto per ringraziare il mio "Mentore"Nene82 utente del forum,
mio conterraneo a poche decine di km di latitudine,
il quale mi da sempre buone consigli,
almeno cerca di non farmi fare danni più di quelli che combino :-)


28/06/2019, 22:52
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Iscritto il: 11/02/2015, 22:39
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Località: Sicilia,Prov.Pa
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I consigli di Motortoccaci sono dati dall esperienza.
Se ti viene difficile comprare il polithiol,vito che questo è in taniche da 25 litri,
lo zolfo bagnabile fino a gemma cotonosa da ottimi risultati,riferito all oidio,
poi interventi iniziali con spiroximina e finali con Trifloxystrobin ,nel mezzo gli altri principi attivi senza mai tralasciare lo zolfo.
Io ho avuto problemi di oidio 2 anni fa ,ed ho risolto in questa maniera seguendo gli ottimi consigli da utenti esperti come Mot e Venuote
qui sul forum.
Non tralasciare l importante consiglio di allontanare i tralci di potatura e bruciarli immediatamente.
Per la peronospora a parte qual che fai ,se usi i polverulenti ,e le condizioni meteo te lo permettono,
intendo non temperature elevate da creare fitotossicità,
puoi mischiare al rame /zolfo in polvere ,in percentuale 1/5 l'ossicloruro per aumentarne l efficacia.
Cioè ogni 5 kg di rame zolfo in polvere 1 kg di ossicloruro.
Una raccomandazione molto importante,
non fare cassate con le dosi,
cioè leggi bene le etichette e usa come riferimento le dosi a ettaro,
quelle devi usare.


28/06/2019, 23:28
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Obbligatorio nel nostro protocollo interno per mantenere la pianta esente da virus e quindi atta a raccolta di materiali di moltiplicazione. Lo si usa per soffocare insetti vettori più che per l'azione collaterale anti oidica. Però se il problema è notevole può essere utile anche in questo senso.
Ho avuto un impianto infestato da oidio (che da noi è abbastanza difficile averlo) e con polithiol, 3 solforazioni nel arco dell'annata e 3 prodotti sistemici con p.a. diversi ad inizio difesa, (di cui per altro sono scettico sul effettivo funzionamento eradicante millantato dall'etichetta) ho risolto.
Una prova per vedere la gravità del infezione è vedere se nei tralci maturi a dicembre/gennaio ci sono delle macchie di colore viola. Quello è oidio in forma estesa. Ciò non toglie che, anche avendocele, non è detto che con una semplice strategia di difesa a base di zolfo bagnabile nell'annata successiva non si possa ovviare ad attacchi problematici sul grappolo.


01/07/2019, 6:32
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mortotoccaci ha scritto:
Obbligatorio nel nostro protocollo interno per mantenere la pianta esente da virus...


Gentilmente potresti fornirmi qualche cenno su vs. protocollo, e in particolare verso quali virus (dalla documentazione reperibile ne ho contati una mezza dozzina trasmissibili col materiale di propagazione) e se effettuate a proposito test di laboratorio a titolo di campionamento o solo esame visivo.
In materia io so solo che da alcuni anni è in vigore un sistema di certificazione su direttiva UE recepita da decreti ministeriali italiani.

Per il resto da quel che ho creduto di capire seguendo in generale le problematiche fitosanitarie, l'aspetto decisivo è sempre l'esperienza diretta zona per zona, maturata nel corso del tempo e unita a conoscenze professionali.
Personalmente, anche perché posso forse definirmi fitopatologo ma non certo viticoltore, non vado oltre a ragionamenti generali suffragati da prove sperimentali.


01/07/2019, 13:11
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Iscritto il: 01/08/2013, 11:03
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Noi seguiamo le dispositive comunitarie e regionali ovviamente. COme per la lotta allo scafoideus titanus.
Poi siccome dobbiamo vendere in tutto il mondo e i vari stati applicano restirzioni fitosanitarie totalmente inventate al solo scopo di porre barriere protezionistiche ci dobbiamo tutelare un po' contro vari vettori di virus.
Le virosi più importanti sono per noi flavesenza doreata, legno nero, legno riccio e gpgv. Ve ne sono 7 mi pare in cui il materiale certificato deve essere esente.
La prevenzione visiva con estirpo è sicuramente una prassi su cui investiamo molto e gli estirpi sono all'ordine del giorno.
Poi facciamo PRC ed Elisa test a campione. I matriali per base e baseXbase invece vanno campionati tutti ogni ogni anno.
Non è facile ed è una battaglia persa. L'uso di prodotti come polithiol o Movento da una mano però la regione ci ha vietato il movento quest anno per una problematica di api e perchè troppo ravvicinato al insetticida obbligatorio vs Scafoideus.
Gli stati anche UE comunque sparano cazzate per rimbalzarti il prodotto con una disinvoltura sconcertante.
La Francia per esmpio vuole imporre l'eliminazione della flavescenza su tutto il territorio nazionale e anche la Slovenia sembra andare in quella direzione. Ovviamente non è possibile perchè bisognerebbe disboscare tutti i fossi e sterminare tutti gli insetti. Però una certificazione non si nega a nessun compatriota. In Italia ogni regione va per se solo che poi quando vendi all'estero non sei più Friuli ma Italia e la Tunisia sono anni che non importa le nostre barbatelle perchè in Puglia c'è la Xilella. Credo la Puglia sia più vicina a Tunisi che a Pordenone. Però così funziona il mondo.
Ovviamente non esistono e non possono esistere piante esenti e molti virus non creano problemi così impattanti a meno che non si ricorra alla modificazione genetica in laboratorio


02/07/2019, 7:42
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mortotoccaci ha scritto:
... non sei più Friuli ma Italia e la Tunisia sono anni che non importa le nostre barbatelle perchè in Puglia c'è la Xilella...


Intanto grazie.

Ho letto qualcosa a proposito di un progetto che intende sostenere gli sforzi da parte dei governi dei Paesi del Medio-Oriente e Africa settentrionale per ridurre il rischio di introduzione e la diffusione del batterio Xylella fastidiosa e so che esso su vite provoca la malattia di Pierce.
Tuttavia questo batterio è in grado di infettare un sacco di specie vegetali e secondo un report dell' EFSA ne sono state isolate sottovarietà, in Corsica e nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, su alberi ornamentali e nella macchia mediterranea, dunque sperare di contenere il diffondersi di patogeni e parassiti in un mondo globalizzato è davvero impresa assai ardua.


02/07/2019, 12:25
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