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Affrontare l'inverno n Montagna 
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Ciao a tutti,
questo sarà il primo inverno in cui avrò le api con me in Montagna (oltre i 900mslm).
Ho realizzato un apiario protetto a NO-N-NE, ed ho rivolto le arnie a sud, posizionandole su due travicelli paralleli da 10x10, appoggiati su classiche bozze di calcestruzzo.
Le arnie, con o senza portichetto, sono tutti inclinate in modo da non far stazionare la neve sul loro ingresso.
Le ho messe piuttosto vicine l'una all'altra, ed ho approfittato di una bella giornata di inizio dicembre (con la massima che eccezionalmente era a 11°c ed il sole batteva diretto) per fare l'ultima ispezione, mentre le api erano fuori a bottinare.
Nessun glomere era presente: questo mi fa pensare di non aver loro creato alcun danno con quella mia visita.
Buona parte delle famiglie le ho ristrette, togliendo i telai di scorta vuoti, e dove necessario ho provveduto a mettere il candito sul coprifavo.
Ho anche pulito tutti i vassoi per fare l'ultimo controllo della cascola della varroa.
E fin qui...questo è quello che ho fatto, ma credo che siano necessari alcuni interventi.
La neve è già arrivata, e la bufera di vento di due giorni fa ha già fatto danni: un'arnia è stata scoperchiata (nonostante la pietra messa sopra al copercho), ed è piovuto tanto sopra al coprifavo (dove era presente il candito). Non ho ispezionato all'interno perchè nei giorni successivi ha piovuto, ma temo che le cose non siano andate bene all'interno.
Altro problema, in un'arnia ha ceduto il predellino, letteralmente spaccandosi in 4 parti: sotto la pioggia incessante ho tentato di fare del mio meglio per "appiccicare alla buona" quei pezzetti, ma dovrò intervenire quanto prima, magari facendo un travaso della famiglia...ma fare un travaso è cosa possibile di questi tempi..in montagna, con temperature massime che arrivano a 8° e minime che oscillano intorno allo zero???
Ed ancora, per questioni legate al maltempo (vera piaga nell'autunno montano) non ho fatto il trattamento con l'ossalico in novembre: dite che lo posso recuperare in dicembre SEMMAI ci fosse una giornata con massime sopra i 10°c, o forse è meglio riparlarne a marzo?
In fine agosto ho fatto doppio trattamento con il Timolo, facendo blocco di covata solo sulle famiglie che presentavano sintomi evidenti di varroa (il 10% sull'intero apiario).
Ed infine, come posso ovviare i problemi che ci saranno quando la neve cadrà e rimarrà per giorni?
Credo che rimuovere manualmente la neve sia cosa fattibile, ma poi..?
Mi consigliate di imbottire, in qualche modo, lo spazio tra il coprifavo ed il coperchio? Con cosa?
Avete consigli o critiche da passarmi?
Vi ringrazio.
Tosco


08/12/2020, 21:54
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Ciao Tosco, avresti dovuto approfittare della bella giornata per fare anche il trattamento, oltre al controllo, perché non so quando ti si ripresenterà l'occasione. In nessun caso posticiperei il trattamento a marzo, perché a quell'epoca le famiglie avranno già parecchia covata.
Per quanto riguarda le arnie disastrate, direi di rattopparle il più possibile e di rimandare un eventuale travaso a primavera. L'importante è che l'interno sia protetto da umidità e spifferi. Puoi anche isolarle mettendo nel coprifavo stracci o paglia, controllando che chiuda bene ed eventualmente riparare tutto l'apiario da forti correnti di aria.
La neve non crea grossi problemi, anzi fa da isolante, a patto le porticine rimangano libere per permettere il ricambio dell'aria.

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09/12/2020, 0:57
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E' opinione comune che i trattamenti vadano fatti SEMPRE e a tutte le arnie, a prescindere dalle "nostre" valutazioni sulla quantità di varroa presente, che lasciano il tempo che trovano e molto spesso sono anche suscettibili di autosuggestione, ma non certo hanno valore "scientifico".

Detto questo, ti conviene darti un pizzico sulla panza e comprare un sublimatore per procedere con i trattamenti.
Quelli a fornelletto, oltre ad essere convenienti per chi non ha molte arnie, ha anche il vantaggio di far aprire il glomere (nel caso si sia formato) e agire meglio.
Fare un gocciolato adesso, senza la sicurezza che siano in blocco di covata e con le temperature che hai, potrebbe essere inutile se non controproducente.

Se le temperature sono spesso vicine allo 0, conviene togliere il vassoio metallico (ottimo conduttore di FREDDO) e sostituirlo con un pannello di compensato, e riempire il coprifavo con qualcosa di isolante, in genere uso un pannello di polistirolo tagliato a misura.
Ma da me sono eventi molto rari, e il vassoio lo uso solo quando sono previsti venti forti (e gelidi) altrimenti lascio il fondo aperto anche d'inverno.


09/12/2020, 10:23
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Grazie per le risposte.
Le arnie sono una ventina, e questo è un inverno di prova: sono consapevole dei tanti rischi che potrei correre (e far correre alle api), ma per mille motivi che non sto qui ad elencare, proverò a tenere le api con me sino alla prossima primavera.
Nella visita dell'altro giorno non ho fatto il trattamento per questioni di tempo a disposizione (la sera stessa era prevista una perturbazione e dal giorno seguente ha piovuto e nevicato quasi sempre).
Ho il sublimatore, e potrei fare il trattamento con ossalico non appena la stagione mi consegnerà un paio di giorni di tregua (con sole caldo, senza vento).
Per l'isolamento, ho raccolto qualche informazione e qui o non lo fanno (magari gli altri apicoltori hanno una genetica più forte e consolidata per queste altitudini), o prendono della iuta e dentro di mettono paglia pressata o lana di pecora.
Per l'arnia con il predellino spaccato, cercherò di prendere le misure e di rattoppare per arrivare alla primavera, periodo in cui travaserò la famiglia in un'arnia diversa.
Sebaseba ha scritto:
E' opinione comune che i trattamenti vadano fatti SEMPRE e a tutte le arnie, a prescindere dalle "nostre" valutazioni sulla quantità di varroa presente, che lasciano il tempo che trovano e molto spesso sono anche suscettibili di autosuggestione, ma non certo hanno valore "scientifico".

Il trattamento l'ho fatto a tutte le famiglie, ma è il blocco di covata che non ho fatto in alcuni casi.
Grazie, e se avete altri consigli o critiche sono ben accetti.
Tosco


09/12/2020, 20:10
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Ciao anche io ho le api in "montagna", ma non ho scelta, io vivo in una valle alpina, proprio a fondovalle, freddo e umido in inverno e caldo in estate. Solitamente stringo le famiglie tra due diaframmi per non tenerle contro la parete fredda, metto un pannello di polistirolo tra tetto e coprifavo ed inserisco i fondi in lamiera ad ottobre. Per quanto riguarda i trattamenti, non fare l'errore di aspettare marzo, altrimenti hai una buona probabilità di farli solo su 10 arnie anziche 20. La varroa è una brutta bestia, come ti hanno gia consigliato anche io andrei di sublimati. Comunque per il freddo non ti preoccupare, qui da me dicembre, gennaio e febbraio ho minime che scendono anche a -10/-15° e massime che superano a fatica lo zero solo verso mezzogiorno, ma di freddo non ne sono ancora morte (e mi tocco).
Quanto detto da Sebaseba invece riguardo al vassoio non lo sapevo, seguendo il suo consiglio provo sulla metà delle arnie a sostituire il fondo metallico con un pezzo di falda plastificata, anche se mi hanno detto che essendo freddo il metallo fa condensare la gran parte dell'umidità proprio a contatto con esso, che altrimenti resterebbe nell'arnia.

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09/12/2020, 21:05
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Tosco ha scritto:
Ho il sublimatore, e potrei fare il trattamento con ossalico non appena la stagione mi consegnerà un paio di giorni di tregua (con sole caldo, senza vento).

Qualche giorno fa ho fatto il sublimato con l'ombrellone da spiaggia... ma non per il troppo sole. L'importante è che non faccia troppo freddo, di modo che le api non siano in glomere.

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10/12/2020, 0:02
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Obombo ha scritto:
Qualche giorno fa ho fatto il sublimato con l'ombrellone da spiaggia...

Ci stavo pensando anche io! :D
Per adesso lavoro "a due ombrelli", uno a me quando ho le mani libere (altrimenti piglio l'acqua e me ne sto muto e rassegnato...) e uno a coprire batteria e centraline varie della macchina! :mrgreen:
mafo85 ha scritto:
Quanto detto da Sebaseba invece riguardo al vassoio non lo sapevo, seguendo il suo consiglio provo sulla metà delle arnie a sostituire il fondo metallico con un pezzo di falda plastificata

Il metallo è un ottimo conduttore, così come viene attraversato facilmente da energia elettrica, allo stesso modo viene attraversato da quella termica, in soldoni: se l'intento è quello di tenere l'arnia al caldo (relativo) bisogna sostituirlo con qualcosa di meno conduttivo, come può essere il legno, che limita il passaggio e la conseguente "dispersione" di calore dall'arnia all'esterno, e viceversa, il freddo esterno nell'arnia.
Quindi se ci sono 0 gradi, il vassoio sarà a 0 o poco più, visto che nel frattempo rilascia all'esterno il calore dell'arnia.
E' lo stesso principio con cui costruiscono gli infissi di alluminio con "taglio termico", ovvero un materiale inerte al centro del laminato che divide la faccia posta all'esterno da quella interna per limitare la dispersione/passaggio di energia termica.
In pratica, col freddo il vassoio è inutile. Infatti lo uso solo se sono previsti venti forti (e gelidi), ma per ripararle dal vento, non dal freddo.
Non ho capito cosa è questa falda plastificata, basta che non produca condensa, ma non credo abbia le stesse proprietà isolanti/conduttive del legno.
Poi è tutto da capire se tenere una temperatura più alta (del solito) nell'arnia, quando fuori è rigida, sia un bene o addirittura controproducente per le api.


10/12/2020, 8:40
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Sebaseba ha scritto:

Non ho capito cosa è questa falda plastificata, basta che non produca condensa, ma non credo abbia le stesse proprietà isolanti/conduttive del legno.
Poi è tutto da capire se tenere una temperatura più alta (del solito) nell'arnia, quando fuori è rigida, sia un bene o addirittura controproducente per le api.

Di dove sei tu seba? Comunque la falda che intendo è un separatore per bottiglie di plastica, quelli per bancali. Immagine

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11/12/2020, 18:45
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Rispondi citando
Possono andare bene secondo te? Non dovrebbe crearsi piu umidità rispetto alle lamiere credo.


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11/12/2020, 18:56
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mafo85 ha scritto:
Possono andare bene secondo te? Non dovrebbe crearsi piu umidità rispetto alle lamiere credo.


Sono campano, a pochi km dal mare, un apiario in pianura e un altro "in quota" a 70/80 slm. Il mio problema relativo al clima è l'umidità e il sole che picchia in estate, molto raramente le temperature scendono tanto da farmi chiudere sotto e mettere un foglio di polistirolo sopra.
Quella falda dovrebbe funzionare sicuramente meglio di un vassoio metallico, il mio dubbio resta la condensa, facci sapere se li usi e cosa ne pensi.
Quel foglio volevo usarlo per creare diaframmi, ma essendo forato lateralmente potrebbe costringere le api a propolizzare, e sto ancora "riciclando" vecchi pannelli di compensati che di tanto in tanto trovo! :D


12/12/2020, 8:14
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