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ANTIBIOTICI E SUINETTI 
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Salve a tutti, vorrei sapere se siete a conoscenza di studi per lo sviluppo di: Tecnologie alternative per potenziare il sistema immunitario dei suinetti in svezzamento, per cercare di ridurre il consumo di antibiotici nell'allevamento
ciao e grazie


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Wendell Berry un contadino del Kentucky, poeta e intellettuale, diceva “ Se mangio carne voglio che venga da un animale che ha vissuto una bella vita all’aperto, senza affollamenti, su pascoli abbondanti, con acqua buona e alberi per ombra”…
09/06/2010, 21:47
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Orione,
mai provato con l'omeopatia?
Jacopo

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


10/06/2010, 16:04
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Ciao Jacopo, lo sai, che io non ho allevamenti! permettimi una premessa, ho letto:
Con gli antibiotici si combattono i batteri causa di malattie. In seguito a questi trattamenti si selezionano dei batteri che diventano resistenti ad alcuni principi attivi o contemporaneamente a molti. Negli animali d'allevamento la somministrazione di massa degli antibiotici, il cui uso come stimolatori di crescita è stato proibito nel 2006, ha favorito questa situazione. Batteri come le salmonelle o i Campylobacter, che vivono negli animali, possono diventare patogeni anche per gli uomini che si infettano direttamente dall'animale o attraverso i prodotti alimentari di origine animale. I batteri presenti negli alimenti possono trasferire la loro resistenza ai batteri dell'apparato gastrointestinale dei consumatori. Poiché fenomeni di resistenza si stanno verificando sempre più frequentemente, le infezioni sono sempre più difficili da trattare.
Mentre negli allevamenti avicoli è possibile che la somministrazione diretta di antibiotici abbia solo un significato secondario, negli allevamenti di suini la cosa è ben diversa. In questo caso i ricercatori hanno osservato che l'impiego intensivo di antibiotici ha determinato un forte aumento delle resistenze. Negli anni passati a causare le preoccupazioni fu la scoperta che non solo i suini sono portatori di stafilococchi resistenti alla meticillina (MRSA), ma anche i loro allevatori. Questi batteri (MRSA), resistenti nei confronti di interi gruppi di antibiotici, determinano le temute infezioni ospedaliere in medicina umana, causa nel frattempo di numerosi decessi.

Fonte: “Biohuhn fuer Volksgesundheit". Bioland 07/2009, 16-17. (dicembre 2009)

Col Vostro aiuto, vorrei vedere se è possibile, aprofondire questo argomento, grazie, mariofrancesco

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11/06/2010, 8:39
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Antibiotici = residui nelle carni, antibioticoresistenza per animali e consumatore con aumento della difficoltà da parte dei medici nella cura delle malattie, residui nelle feci che provocano morte della fauna terricola.
Ricordiamo che negli animali gli antibiotici vengono usati per 3 ragioni:
1) nel trattamento di alcune malattie infettive,
2) nella prevenzione di alcune malattie infettive,
3) come addittivi agli alimenti per aumentarne la crescita.
Per questa ultima ragione gli antibiotici sono purtroppo quasi universalmente usati nei maiali, nei polli e nei vitelli: per questa ragione questi farmaci sono chiamati antibiotici promuoventi la crescita, con "effetti positivi" sulla velocità di accrescimento dal 2 al 4%.
Inizialmente erano impiegati antibiotici di largo uso anche nell'uomo, come le tetracicline e la penicillina!!!
Altri antibiotici, non usati in medicina, trovano un impiego specifico negli animali per il loro effetto sulla crescita (avilamicina, avoparcina, flavomicina e altri). In Europa, invece, così come in molti altri Paesi, gli antibiotici registrati per uso terapeutico nell'uomo e negli animali non possono essere usati come APC.
Studi dimostrano che sarebbe possibile ridurre del 50% su scala modiale la quantità di antibiotici, semplicemente USANDO LA TESTA (miglioramento dei sistemi di allevamento degli animali, dell'alimentazione, accurata scelta della genetica, ...)!!!
La medicina omeopatica, innalzando le difese dell'organismo, può contribuire, come "lotta integrata" al problema.
Jacopo

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11/06/2010, 11:29
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....so che avoparcina e flavomicina non si possono usare nei bovini ,da parecchio tempo.
nelle altre specie si usano ancora?
per quanto riguarda l' omeopatia applicata ad allev. intensivi....ho visto fare dei grossi buchi nell'acqua....prodotti molto costosi e che non risolvono il probl.

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L'intelligenza senza la fede serve a nulla....( Alexis Carrel )


11/06/2010, 17:58
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[quote="rob63per quanto riguarda l' omeopatia applicata ad allev. intensivi....ho visto fare dei grossi buchi nell'acqua....prodotti molto costosi e che non risolvono il probl.[/quote]

Prodotti molto costosi quelli omeopatici?!?
Ma a quali ti riferisci?!?
Non direi proprio: l'omeopatia (sempre abbinata al cervello) fa risparmiare e molto! Hai un'idea di quanto costi un mangime medicato o una terapia antibiotica per un bovino?

In merito poi alla medicina omeopatica applicata all'allevamento intensivo...perchè no? Se aiuta ad aumentare il benessere degli animali non vedo alcun problema. A parte la mentalità dell'allevatore "convenzionale" che mal si sposa con la concezione omeopatica.
Per questo non dovrebbe essere impiegata l'omeopatia nè per animali da compagnia (cani e gatti tenuti in casa, castrati e malnutriti che quando escono vengono vestitti con cappottini e impermeabili a dir poco imbarazzanti...), nè per cavalli sportivi, dove doping e box fanno da padroni.
Jacopo

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11/06/2010, 19:13
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Sez. Suini
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I prodotti antibiotici utilizzati come promotori di crescita ( avoparcina, carbadox, avilomicina, ecc. ) sono proibiti da molti anni, e ci sono programmi
di controllo da parte del serv. vet. dell' asl e nas con prelievi di campione di mangime e controlli alla macellazione.
Visto l' elevato prezzo degli antibiotici vengono usati in caso di effettivo bisogno e quando la malattia si è instaurata con esami se effettivamente
l' antibiotico funziona.
Come prevenzione già da diversi anni gli allevatori più accorti utilizzano tecniche alternative, biosicurezza, benessere, utilizzo di erbe officinali( fitoterapia )
olii essenziali ed prodotti immuno-stimolanti i paesi del nord europa sono all' avanguardia su questa tematica.
Con l' omeopatia ho avuto ottimi risultati con le vacche da latte, con i suini con grandi numeri no ma c'era anche un grosso problema di strutture
purtroppo uno dei grandi mali della suinicoltura odierna è che si continua a lavorare su strutture vecchi di 40- 50 anni anche se ristrutturate non sono il massimo, i suini non sono più quelli di 40 anni fa, con le erbe e gli olii essenziali ho fatto dei bei lavori con ottimi con ottimi risultati
abbassando l' uso dell' antibiotico di un 25- 28 % . alla prossima marco


12/06/2010, 13:04
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Bravo Marco,
hai portato un bell'esempio concreto di come potersi approcciare ad un problema non in modo riduzionistico, ma globale. Molte volte il problema che si presenta è solamente un sintomo di una situazione per molti versi insostenibile.
Jacopo

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12/06/2010, 14:22
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Sez. Suini
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Per me il problema non è l' uso dell' antibiotico , ma come viene usato, io lo vedo come quando in un terreno da coltivare dove voglio mettere una coltura, il tecnico" mi dice non preoccuparti x le infestanti tanto c'è il diserbo", cosi non faccio più la rotazione, non faccio le buone pratiche di coltivazione,ecc.. mi metto nella condizione mentale molto pigra tanto c'è il diserbo, quello di pre-semina, se non faccio in tempo c'è il post-emerg.
cosi è anche per l'uso dell' antibiotico,trascuro le densità x mq., i ricoveri non sono adeguati al peso e all'età, la nutrizione è trascurata in senso
di fabbisogni adeguati o materie prime poco buone, l' importante è spendere poco perchè i guadagni sono miseri, e allora sono tagli a tutto e su
tutto, non si affronta mai un problema sul medio e lungo periodo. se i suini si ammalano ? una passata di questo o quel principio attivo e via.
Cosi si sono create le famose sindromi respiratorie o intestinali polifattoriali che tanto piacciono alle multinazionali del farmaco per venderti vaccini
o molecole varie, ma nessuno ti parla di come va fatto oggi il modo di " allevare" e dico allevare non crescere suini o bovini o altro, bisogna uscire
dai modelli degli anni 70-80 che sono quello che identifica gli allevatori intensivi. Il farmaco e un buon strumento di lavoro ma non deve essere il
principale o la risoluzione a grandi lacune che si perpetuano in allevamento. Quando siamo ammalati è giusto curarsi ma prima mettiamo in opera
tutto ciò che si può fare x non ammalarsi, cosi vale anche x gli animali. Rivediamo alcune cose, Strutture, management, ambiente, alimentazione,
genetica, welfare-animale, se gestito al meglio l' antibiotico diventa molto marginale, ma questo non piace alle multinazionali, visto che ci sono
molti più informatori medico-scientifici che allevatori. Per il rilancio della suinicoltura oramai in crisi da decenni ( l'ultimo anno buono è stato il 2002)
IO sono per la rottamazione degli allevamenti. saluti


12/06/2010, 16:01
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marco62 ha scritto:
bisogna uscire
dai modelli degli anni 70-80 che sono quello che identifica gli allevatori intensivi.


Caro Marco,
sono pienamente d'accordo con te.
Hai espresso concetti molto importanti e, ahimè, ad oggi innovativi, che spero stimolino risposte e commenti dai molti utenti del forum "suini".
Ben pochi adottano il tuo approccio.
Jacopo

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14/06/2010, 7:01
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