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solanum chrysotrichum l'albero delle melanzane e non solo 
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marcello79 ha scritto:
c'è anche questo albero di pomodori, non so se sia un ibrido, una varietà rampicante, o un pomodoro innestato.

Questo pomodoro è solo un pomodoro molto vigoroso ma, a meno che non sia possibile svernarlo, in un anno non da' il risultato che vedi in figura, inoltre i frutti sono decisamente scadenti, ne ho coltivati alcuni, e ora li sto sradicando senza rimpianti anche se hanno dei frutti in maturazione.
Sono d'accordo con te sul fatto che per i pomodori è meglio l'innesto molto basso, a meno che non si vogliano innestare varietà nane.
Nell'anno prossimo proverò ad innestare pomodori su solanum pimpinellifolium, che è considerato precursore del pomodoro e che ha la radice resistente alle malattie, inoltre proverò ad innestare su ibridi V.F.N perché, dovendoli coltivare sempre nello stesso posto, il terreno è sicuramente infetto.
Per disinfettarlo sto interrando Calciocianamide nel terreno liberato dalle piante e sto coltivando una grande quantità di rucola (Eruca sativa), che ha proprietà biocide e mi servirà per il sovescio.

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11/10/2014, 16:07
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marcello79 ha scritto:
stefano. cqm sia anche se innestate su piante tossiche! che potrebbero trasmettere più solanina una volta cotte l'effetto tossico si dissolve.

Marcello, non sono d'accordo con questa risposta.
La solanina non è eliminata dalla normale cottura, perché viene degradata solo a temperature superiori ai 243 °C; la cottura a 170 °C (come nel caso della frittura) può ridurne la quantità, anche se non è in grado di eliminarla completamente.
Sulla tossicità delle solanacee ho trovato la seguente tabella che penso possa interessare:

Allegato:
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11/10/2014, 22:45
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ciao gianni. avevo risposto in un altra discussione dell'ipotesi di tossicità ;) orticoltura-f42/albero-delle-melanzane-con-10-specie-di-ortaggi-t65935-30.html" target="_blank


11/10/2014, 23:21
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Sì, però, se la temperatura di decomposizione della solanina è di 243°C come riportato su Wikipedia, bisognerebbe cuocere in forno ad una temperatura superiore. Ho chiesto a mia moglie se questo è possibile e lei mi ha risposto di si, ma che la temperatura alla quale cuoce le melanzane alla parmigiana è di 200°C.

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11/10/2014, 23:39
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le melanzane innestate su torvum o chrysotrichum non c'è nessun problema perchè non sono tossiche! il problema potrebbe essere su piante ad alta tossicità come mauritanium o stramonio e altre varietà sempre se trasmette alcaloidi superiori al normale. io non so dare una risposta certa sul contenuto di solanina. perche non mi sognerei mai di testare questi frutti sulla mia pelle :mrgreen:


12/10/2014, 0:06
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Mentre leggendo alcuni articoli sull'argomento (vedi Wikipedia) sembra che la cottura non riduca di molto la concentrazione di solanina, altri come questo:
http://www.my-personaltrainer.it/nutriz ... anina.html
sostengono che la elimina quasi completamente.
Penso che bisognerebbe conoscere la temperatura di fusione e di ebollizione, che potrebbero essere molto più basse di quella di decomposizione. Se fosse così sarebbe giusto pensare che con la cottura si riduce la concentrazione della solanina nel cibo per evaporazione.

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12/10/2014, 0:35
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si ma la concentrazione di solanina su questi ortaggi, non è a livelli di far morire una persona! per intossicarsi un uomo adulto dovrebbe ingerire melanzane crude in quantità esagerate e digerirle! cosa impossibile perche causerebbero il vomito prima di intossicarsi. qui da noi facciamo teglie di melanzane alla parmigiana enormi :lol: prima le friggiamo poi facciamo tutta la procedura e le inforniamo, dovrebbe ridurre moltissimo la quantità di solanina anche perche ne ho mangiate porzioni che variano da 500 Gm e oltre nessun mal di pancia è altre cose simili :mrgreen: tutto dovrebbe stare a come si cucinano.


12/10/2014, 1:07
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Dalla tabella si rileva che la lessatura delle patate riduce la concentrazione di solanina.
I pochi casi di intossicazione grave da solanina sono dovuti ad ingestione di patate verdi e germogliate.
Sul Web, riguardo a questa sostanza si trova di tutto e il contrario di tutto, ma è difficile trovare dei dati precisi.
Anch'io penso che il torvum e il chry non cedono solanina alle melanzane, infatti una buona parte delle melanzane dei supermercati provengono da questi innesti e sono sicuramente controllate.

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12/10/2014, 9:41
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infatti come ho detto prima dipende da come si consumano questi prodotti! molti altri frutti sono addirittura più tossici! tutti quelli che incappano in intossicazioni è perchè consumano dosi eccessive senza sapere cosa fanno. Ciliege: indice di pericolosità 4/10. Una tira l'altra, si dice. Il nocciolo però rilascia acido cianidrico che ha potere tossico. L'acido cianidrico e i suoi derivati sono tra i veleni più potenti che si conoscano sia per la gravità sia per la rapidità delle manifestazioni tossiche. Responsabile della tossicità è il gruppo -CN, che nell'organismo si libera dall'acido cianidrico, dai suoi sali, dai ciano-complessi, dalle cianidrine, dai nitrili alifatici, dai tiocianati e dai glucosidi cianogenetici. Questi ultimi, per esempio l'amigdalina, si trovano in oltre 400 specie di piante, per esempio nelle radici di manioca, nei noccioli delle pesche, delle albicocche, delle prugne, delle ciliegie, nelle foglie e nella corteccia del sambuco, nelle piante di ortensia. Non c'è comunque da preoccuparsi. La tossicità nel nocciolo di ciliegia si manifesta solo se danneggiato nella masticazione ed ingerito in grande quantità.

Rabarbaro: indice di pericolosità 3/10. Famose le caramelle avvolte in carta rossa, ma di questa innocua pianta mai utilizzare le foglie. Infatti contengono acido ossalico, che influisce sulle funzionalità renali.
Noce moscata: indice di pericolosità 7/10. La noce moscata è anche un potente allucinogeno. Se assunta in grandi quantità provoca convulsione, con una dose di circa 5 grammi e con 8 grammi avrete deliri allucinatori.
Mandorle amare: indice di pericolosità 6/10. Le mandorle amare devono affrontare un processo molto lungo di lavorazione: contengono dai 4 ai 9 mg di acido cianidrico, che va rimosso. In letteratura è riportato che il consumo di 60 mandorle amare provoca la morte in un adulto. A basse dosi, l'acido cianidrico è responsabile di sintomi quali mal di testa, nausea, debolezza muscolare.

Mele: indice di pericolosità 2/10. Una mela al giorno toglie il medico di torno? Ma la mela contiene anche una piccola dose di cianuro. Evitate i semi!
( mi preoccuperei piu di questi che delle melanzane :lol: :lol: :lol:)


12/10/2014, 10:51
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L'oleandro è diffuso un po’ ovunque, soprattutto nei giardini antistanti le abitazioni e sovente anche all’interno dello spartitraffico delle autostrade, parliamo dell’oleandro, un arbusto che si sviluppa velocemente, fino quasi a cinque metri di altezza, richiede poca cura e fiorisce quasi tutto l’anno. L’oleandro non è una pianta che colpisce per la sua particolare bellezza, anche se la caratteristica di essere per lo più fiorita tutto l'anno, partecipa a colorare in qualche modo l’ambiente ove l’arbusto risiede. Tuttavia dobbiamo ricordare che trattasi di pianta estremamente velenosa.
A differenza di quel che si immagina, non sono soltanto velenosi i fiori dell’oleandro, è parimenti e pericolosamente velenosa anche la foglia, i fusti e persino i semi. La tossicità dell’oleandro si deve ad una tossina, l’oleandrina, che permane nella pianta anche dopo essiccamento, compresa la bollitura e la combustione. Significa ciò che MAI, per nessuna ragione, si dovrà prevedere di bruciare ad esempio in un camino, o nel tentativo di attizzare il fuoco per un barbecue improvvisato, un arbusto di oleandro o le stesse foglie sia pure secche in quanto il fumo sprigionatosi dalla combustione risulta molto tossico ed in qualche caso mortale! Lo dimostra anche la storia che narra di alcuni soldati di Napoleone che durante le loro scorribande in un momento di pausa arrostirono della carne su un fuoco ricavato dalla combustione del legno di piante di oleandro che finì per ucciderli tutti.

Attenzione alle lumache
La tossina dell’oleandro permane anche dopo i processi digestivi della lumaca che si sia cibata dei fiori e delle foglie della pianta, col risultato che l’uomo dopo aver ingerito l’animale, sia pure dopo cottura, può incorrerre in gravi casi di avvelenamento e non solo. Sia pure in maniera sporadica in letteratura scientifica si fa riferimento alla tossicità del latte munto da animali che si siano cibati delle foglie o dei fiori di oleandro, compreso il miele delle api che abbiano colonizzato il fiore di questa pianta. A dimostrazione di quanto la tossina dell’oleandro persiste nei processi digestivi degli erbivori, il fatto di sapere che animali come gli equini, i bovini e i piccoli carnivori possano andare soggetti all’avvelenamento a causa di questa pianta, il cavallo ad esempio, dopo ingestione delle foglie o dei fiori dell’oleandro accusa gravissime lesioni a livello della mucosa orale, che in qualche caso prevedono anche la morte dell’animale per arresto cardiaco qualora la quantità ingerita sia ingente. Proprio il rischio rappresentato dall’ingestione della pianta da parte di erbivori espone a pericoli anche l’uomo che nella catena alimentare preveda la presenza di quegli animali che inconsapevolmente siano andati incontro ad intossicazione dopo contatto con la pianta.
Gli effetti nefasti dell’oleandro, come visto, riguardano tutti gli animali e non solo l’uomo che tuttavia, laddove per qualsiasi ragione abbia ingerito parte della pianta, in maniera diretta o indiretta, va incontro a grave tachicardia, affanno, disturbi gastrici caratterizzati da vomito, accompagnato da bruciore e formazione di ulcere gastroduodenali, cui si aggiungono talora anche disturbi a carico del sistema nervoso centrale, comprese le convulsioni e nei casi gravi persino il coma. La pianta è irritante per la pelle anche per semplice contatto, con manifestazioni a carico della cute di tipo urticante ed in qualche caso sono stati riferiti episodi contrassegnati da vere e proprie lesioni cutanee con grave eritema e sanguinamenti.


12/10/2014, 10:58
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