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Poltiglia bordolese o Ossicloruro?
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ZioZapco
Iscritto il: 31/05/2018, 14:59 Messaggi: 173 Località: Veneto orientale
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Buonasera, mi rendo conto che probabilmente è un argomento gia trattato piu volte, però non mi è ancora chiaro del tutto quali siano le differenze sostanziali tra i due prodotti e quando sia preferibile usare l'uno piuttosto che l'altro... Se non erro la poltiglia bordolese risulta piu resistente al dilavamento e con tenore di rame piu basso (quindi meno residui nel terreno) ma in merito all'efficacia antifungina vera e propria non saprei quale dei due sia migliore... e inoltre se si tratta di prodotti fungicidi solo preventivi o anche curativi... Potreste quindi gentilmente aiutarmi a fare un po di chiarezza? 
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25/07/2025, 18:28 |
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Alessandro1944
Iscritto il: 03/09/2017, 10:18 Messaggi: 2689 Località: bassa Valsusa
Formazione: Buoni studi
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C'è ovviamente una differenza nella composizione chimica, la poltiglia come da nome è una miscela di solfato di rame e calce spenta (18-25% di Cu) mentre l'ossicloruro è un composto (30-50% di Cu), tuttavia rispetto alla modalità di azione non c'è praticamente differenza, dato che l'attività antifungina è dovuta allo ione rame che agisce su vari siti della cellula e metabolismo fungino e dunque per tale motivo non manifesta resistenza. La velocità con la quale avviene il rilascio di cationi permette di distinguere le diverse forme chimiche del rame. Come hai già menzionato la poltiglia è più persistente al dilavamento per via della calce, mentre l'ossicloruro ha un rilascio più prolungato - in condizioni climatiche stabili - in quanto meno solubile in acqua inoltre richiede dosaggi superiori per ottenere analoga efficacia. Entrambi sono anticrittogamici non sistemici che agiscono preventivamente in copertura.
Circa la prontezza il formulato certamente più rapido ad agire è l'idrossido di rame, per contro è scarsamente persistente e su certe cv della vite può manifestare fitotossicità; esiste poi il solfato tribasico che ha un ottimo equilibrio tra prontezza e persistenza.
Ti allego tre illustrazioni.
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25/07/2025, 19:41 |
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ZioZapco
Iscritto il: 31/05/2018, 14:59 Messaggi: 173 Località: Veneto orientale
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Mille grazie Alessandro per l'esauriente risposta e le preziose informazioni... c'è sempre da imparare dai tuoi interventi! Allora se dal punto di vista dell'efficacia poltiglia e ossicloruro si equivalgono, personalmente mi vien da preferire la poltiglia che almeno ha una persistenza migliore, visto e considerato che ormai le condizioni climatiche sono sempre piu variabili ed instabili.... altrimenti, visto il meteo attuale, con l'ossicloruro dovrei fare trattamenti ogni 3/4gg !! Anzi secondo me, una buona pratica potrebbe essere quella di trattare preventivamente e regolarmente con poltiglia e appena si manifesta la patologia, allora intervenire con idrossido che avendo un azione piu rapida potrebbe riuscir a bloccare l'evolversi della patologia.... giusto? Riguardo il Solfato tribasico, sinceramente non l'ho mai considerato, però se abbina prontezza di azione e resistenza al dilavamento, potrebbe diventare la scelta ottimale... domanda: è indicato principalmente in viticoltura e frutticoltura oppure si può utilizzare anche nell'orto??
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29/07/2025, 17:05 |
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Alessandro1944
Iscritto il: 03/09/2017, 10:18 Messaggi: 2689 Località: bassa Valsusa
Formazione: Buoni studi
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Il solfato tribasico è utilizzabile in pratica su tutte le colture (non solo come anticrittogamico ma persino contro la cimice asiatica *). Per l'acquisto ci va il patentino.
* Serve per inibire ‘Candidatus Pantoea carbekii’, un batterio che viene trasmesso per via materna dalla cimice asiatica attraverso le secrezioni che ricoprono le uova, ed è un simbionte primario ereditario che vive nell'intestino dell'insetto senza il quale esso non è in grado di sopravvivere. All'Università di Torino hanno sperimentato su noccioleto con discreto successo questa forma di lotta, che viene chiamata 'Controllo simbiotico' (vd. illustrazione), utilizzando un fertilizzante a base di solfato tribasico di rame + zinco complessato.
Allegati:
Cintrollo simbiotico.png [ 289.68 KiB | Osservato 626 volte ]
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29/07/2025, 22:42 |
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ZioZapco
Iscritto il: 31/05/2018, 14:59 Messaggi: 173 Località: Veneto orientale
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Alessandro1944 ha scritto: Il solfato tribasico è utilizzabile in pratica su tutte le colture (non solo come anticrittogamico ma persino contro la cimice asiatica *). Per l'acquisto ci va il patentino.
* Serve per inibire ‘Candidatus Pantoea carbekii’, un batterio che viene trasmesso per via materna dalla cimice asiatica attraverso le secrezioni che ricoprono le uova, ed è un simbionte primario ereditario che vive nell'intestino dell'insetto senza il quale esso non è in grado di sopravvivere. All'Università di Torino hanno sperimentato su noccioleto con discreto successo questa forma di lotta, che viene chiamata 'Controllo simbiotico' (vd. illustrazione), utilizzando un fertilizzante a base di solfato tribasico di rame + zinco complessato. Però... davvero notevole!....ma a livello di persistenza o meglio, resistenza al dilavamento, il sofato tribasico è paragonabile alla poltiglia b. o è piu bassa? A proposito, per quanto concerne la tossicità che poi determina i tempi di carenza da osservare, ci sono differenze tra i vari composti rameici sopratutto tra quelli piu recenti? Un ultima curiosità: sento spesso menzionare la cosidetta "pasta o poltiglia CAFFARO"....si tratta semplicemente di uno fra i tanti marchi di prodotti fitosanitari oppure è un prodotto diverso e a sè stante? Perdona Alessandro le numerose domande ma quando ci si addentra in certi argomenti... una domanda tira l'altra!
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30/07/2025, 17:18 |
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Alessandro1944
Iscritto il: 03/09/2017, 10:18 Messaggi: 2689 Località: bassa Valsusa
Formazione: Buoni studi
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ZioZapco ha scritto: 1)... resistenza al dilavamento, il sofato tribasico è paragonabile alla poltiglia b. o è piu bassa?
2) A proposito, per quanto concerne la tossicità che poi determina i tempi di carenza da osservare, ci sono differenze tra i vari composti
3) Un ultima curiosità: sento spesso menzionare la cosidetta "pasta o poltiglia CAFFARO"....l
1) Ha una buona persistenza, poi non poco dipende dalla formulazione, che è una caratteristica tecnica di produzione indipendente dalla struttura chimica (> fig. allegata); 2) Circa l'intervallo di sicurezza, ad esempio quello citato nella figura di cui al punto precedente, su ortive ha un intervallo da 3 a 7 giorni a seconda della coltura; 3) la pasta Caffaro (in origine prodotta dall'omonima azienda di Brescia) storicamente fu il secondo anticrittogamico rameico disponibile dopo la poltiglia: fu immessa sul mercato nel 1912 e rappresentò una importante innovazione poiché non era necessario preparare la miscela nei vasconi (all'epoca non esisteva la bordolese in formulazione già pronta all'uso); attualmente il termine 'pasta' indica una formulazione SC (= soluzione concentrata), mentre nella 'polvere' la formulazione è WP (= wettable powder ossia polvere bagnabile).
Allegati:
Solfato Cu tribasico.png [ 75.15 KiB | Osservato 599 volte ]
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30/07/2025, 19:27 |
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rrriga
Iscritto il: 28/12/2017, 9:28 Messaggi: 144 Località: Prato
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Ciao Alessandro, la pasta Caffaro, se non sbaglio, è a base di ossicloruro di rame. Ti volevo chiedere cosa ne pensi dell'idrossido, e se lo consideri migliore o peggiore del solfato tribasico.
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31/07/2025, 9:17 |
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Alessandro1944
Iscritto il: 03/09/2017, 10:18 Messaggi: 2689 Località: bassa Valsusa
Formazione: Buoni studi
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Personalmente non lo ho mai usato, e neppure il tribasico (non sono un agricoltore e le mie necessità si limitano al verde domestico). L'idrossido è indicato se c'è bisogno di interventi tempestivi poiché rilascia con maggior prontezza gli ioni Cu++.
Di ossicloruri ce ne sono di due tipi, il tetrarameico (CuCl2⋅3Cu(OH)2), l'ossicloruro di rame e calcio (3 CuO · CaCl2 · 3 H2O): il secondo ha una azione un po' più pronta del primo per contro un po' meno persistenza.
Per completare il quadro dei rameici esiste anche l'ossido rameoso e quello organicato (gluconato).
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31/07/2025, 12:35 |
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ZioZapco
Iscritto il: 31/05/2018, 14:59 Messaggi: 173 Località: Veneto orientale
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Salve, ritorno ancora sull'argomento per qualche altro chiarimento... ad esempio, visionando le etichette dei prodotti, notavo che comunque il ,solfato tribasico ha uno spettro d'azione piu ristretto rispetto alla poltiglia b. sopratutto a livello di colture registrate.... infatti agrumi, colture a foglia e colture a radice (carote, rape,bietole) non figurano tra quelle registrate, e questa mi pare una limitazione non proprio trascurabile! Comunque se si volesse trattare ugualmente anche le colture non registrate, che inconvenienti ci sarebbero?...inefficacia del prodotto o altro? Perciò in conclusione, il solfato tribasico può sostituire in toto la poltiglia b. oppure sarebbe meglio usare sia l'uno che l'altro a seconda di cosa trattare e quando trattare?? Grazie.
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23/09/2025, 19:48 |
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Alessandro1944
Iscritto il: 03/09/2017, 10:18 Messaggi: 2689 Località: bassa Valsusa
Formazione: Buoni studi
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ZioZapco ha scritto: il ,solfato tribasico ha uno spettro d'azione piu ristretto rispetto alla poltiglia b. sopratutto a livello di colture registrate.... infatti agrumi, colture a foglia e colture a radice (carote, rape,bietole) non figurano tra quelle registrate, e questa mi pare una limitazione non proprio trascurabile! Ho provato a scaricare una etichetta di un prodotto a base di solfato tribasico ma non trovo le limitazione di cui parli (vd. allegato): direi che ci sono la generalità delle colture orticole e frutticole che si coltivano comunemente a livello amatoriale. A prescindere, l'etichettatura richiede un dossier molto complesso e costoso con test sperimentali specifici sulle colture per le quali si programma di chiedere l'autorizzazione al commercio del prodotto fitosanitario, per cui le ditte tendenzialmente si orientano a fare prove di campo e analisi di laboratorio scegliendo i target in base alle possibilità di mercato.
Allegati:
Solfato tribasico di rame.png [ 328.75 KiB | Osservato 210 volte ]
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23/09/2025, 22:38 |
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