03/02/2016, 10:48
04/02/2016, 11:03
04/02/2016, 13:17
05/02/2016, 19:56
05/02/2016, 20:17
06/02/2016, 0:41
06/02/2016, 14:55
roberto84 ha scritto:Eh no, ..............
...... Preciso che in provincia (Reggio Emilia) sono state censite 53 ceppaie secolari, e che la più alta in quota è a più di ottocento metri, metre io mi "espongo" dai 450 ai 550.
E' stata fatta una analisi varietale, e molte varietà interessanti ( resistenti al freddo e pare autofertili come la Montericco) sono state riprodotte per talea. Confesso a voi fratelli di averne messe a dimora una decina appena ne ho avuta la possibilità in un periodo che al nord sarebbe da galera, cioè a fine novembre.
Ho tanto pregato. Ora ne sono felice ma non parlo fino ad aprile.........e quello che dice sul Frantoio, sgrano gli occhi, vado a rileggere bene... Basta, domani vado a preparare qualche altra buca per la primavera. . . .
10/02/2016, 22:44
11/02/2016, 10:12
Saluti speranzosi, anche da parte mia.roberto84 ha scritto:AhAh! Vero! Tutto vero!
Mi correggo e dico che fino ad aprile sono in ansia prevalentemente per il freddo;
da aprile sarò in ansia per la sete delle piantine.
Se si pianta in autunno, io bagno ogni volta che è secco. (guardo le previsioni 3B per i successivi almeno 5 o 6 giorni, se non sono previste gelate oltre -3° bagno tutte le volte che serve, forse che se tu hai sete, in inverno non bevi?
)
Le talee che ho posto a dimora nell'autunno sono alte un metro e venti, e dovrebbero essere al terzo anno dalla radicazione. . .
In questo caso il discorso che ti ho fatto in precedenza, circa le talee, non vale, io parlavo di talee appena staccate dalla ceppaia, senza radici, con solo una piccola porzione di ovolo, lunghe non più di 30/40 cm, con solo 0/4/5 foglie e messe subito a dimora.
Il tuo caso direi che è da assimilare a una piantina da vivaio, quindi come tale dovrà comportarsi.
Faccio una domanda ancora: ad oggi si notano differenze, a parità di varietà, tra piante innestate, da talea, e micropropagate?
Da me si, quelle innestate portano legno e quasi niente olive.
Le altre, legno e olive, anche tante.
Poi per quanto riguarda l'altezza confermo di godere spesso dell'inversione termica, e ho evitato e eviterò di porre piante nella zona più bassa del terreno, vicino al torrente, in prati che rimangono spesso congelati mentre i versanti a sud si scaldano e si asciugano....
Neanch'io per ora mi propongo di trattare le mie poche piante a questa latitudine e altezza.
Concordo, saranno le piante se ne avranno bisogno, a fartelo capire, spesso l'uomo interpreta in anticipo.
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Se non piove ancora, da quando bisogna pensare ad annaffiare? Qui la situazione è quasi tragica; le precipitazioni in certe zone dell'Emilia sono da inizio anno meno di un quarto di quelle dell'anno scorso nello stesso periodo. In questi giorni del 2015 cadde mezzo metro di neve fin quasi in pianura, mentre in questo anno la terra è secca, secca da dicembre!
Speriamo che dalla primavera piova e rimpingui le falde ben bene per l'estate.
Dovevi bagnare già prima però di corsa almeno oggi.
...
Per sapere...
Quali temperature si raggiunsero nella gelata del 2009? E in quella del 2012? Mi rendo conto che ci sarebbe da scrivere un romanzo....
Come arrivarono le piante a trascorrere quei periodi...
quali segni manifestarono...
quando li manifestarono;
quando si ripresero...
Ho scritto tutto nel post "Gelata atipica...." in quello c'è vita e miracoli del mio oliveto, lo trovi un po' di post più in basso.
Ultima cosa: il mio miglior Leccino sta cominciando a svegliarsi dal letargo! sono seriamente preoccupato, non siamo neanche a metà febbraio! Non posso (per ora) consigliargli di aspettare un altro mesetto.
Ieri con la solita passeggiata tra gli olivi, è il mio ricostituente
grazie alla pioggerella dei giorni scorsi, ho notato che Pendolino già spingeva le gemme che daranno le mignole, ma anche un generale risveglio di colore e turgidezza delle foglie.
Questa mattina la fontanella è gelata, sono certo che tra un paio di ore col sole ancora sarà risveglio.![]()
Col tempo imparerai come ho fatto io a dare più fiducia alla natura, ci si preoccupa meno, anche perché non possiamo farci niente.
Quando il momento triste verrà, e sono quasi certo sarà quando meno ce lo aspetteremolo accetteremo sapendo che c'è rimedio, noi passiamo, ma l'olivo resta, lui si rinasce.
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Dimenticavo, Leccino in genere è il primo ad andare a riposo e l'ultimo a ripartire.
Saluti a tutti!
12/02/2016, 20:05
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