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Mosca dell'olivo - alternativa al dimetoato dal 1° luglio 
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hyspanico ha scritto:
Si Bepi, ma da usarsi assolutamente su grosse estensioni e per di più omogenee, pena il richiamare la popolazione intera di mosca del circondario. E capisci perfettamente ,che se qualcuno vicino non attua lo stesso sistema di difesa, quali possono essere gli effetti sulle coltivazioni adiacenti. Ergo il sistema adulticida per me rimane quello più percorribile per prezzi e risultati. Qualche rimanenza di dimetoato, dovesse servire, per quest'anno la tengo ancora.
Ciao hyspa.


Grazie hyspa

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Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c'é un campo. Ti aspetterò laggiù. (Jalaluddin Rumi XIII s.)

Cosa importa se g'ò le scarpe rote - mi te vardo e me sento il cor contento. (La Ceseta de Transaqua)


20/06/2020, 9:13
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Buonasera a tutti. Chiedo, perchè non ho capito bene, ma caolino o benctonite, hanno un'azione repellente/distrattiva nei confronti dell'ovideposizione della mosca, per il colore che assume la pianta dopo l'irrorazione. Scusate, ma chiedo nuovamente, nessuno ha pensato all'uso della calce spenta/grassello di calce, per rendere 'sempre di colore bianco' gli olivi per distrarre la mosca?
-anche perchè costa veramente niente- rispetto agli altri due

Grazie dell'attenzione


27/06/2020, 0:43
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sulla mosca e l'olio propongo queste poche righe tratte da un magnifico articolo di Alceste del 2016 sulla campagna laziale .

Mentre aspetto la spremitura al frantoio parlo del più e del meno con gli altri coltivatori. L’età media è alta, sui settanta. Ci si lamenta, certo, ma giusto per passare il tempo. Come sopra. Al solito ci si divide fra mistici e scientifici.
I Mistici danno al colpa alla globalizzazione, gli Scientifici incalzano e rilanciano.
I Mistici, in netta minoranza, vogliono la chiusura delle frontiere, il ritorno alla zappa, alle potature d’antan e alla merda di cavallo.
Gli Scientifici agognano sempre più tecnica: concimi chimici, concimi da terra e foliari, diserbanti, anticrittogamici e insetticidi: due, quattro, sei volte all’anno, da maggio a settembre. La vicenda sembra dargli ragione: sono quelli che hanno subito meno danni. A che prezzo? Il coltivatore con più successo (è arrivato a centoventi quintali) è ritenuto una specie di untore: verderame più sette passate di anticrittogamico. Le sue olive però sono eguali alle altre.
Le divisioni fra Mistici e Scientifici si costituiscono naturalmente, spesso solo per sfottere. Il mulino è una prova di virilità, soprattutto. Una sorta di gara a chi ce l’ha più lungo. Sei stato un anno a zappettare e tagliare e ora come ti presenti? Con quella miseria? Ce l’hai corto allora. E giù sarcasmi. Perché, alla fine, dopo un anno, tutto si riduce a questo: a fissare la cannella che spunta dalla mola, dai torchi, dai miscelatori e dai separatori: se da quella zampilla l’olio denso e verde hai le palle, altrimenti sei un cornuto impotente.
Giusto così.
Un Mistico improvvisamente mi prende a parte. Ha ottantacinque anni e l’aria del cospiratore. “Sono dei coglioni” esordisce asciutto. “La mosca dell’olivo c’è e combina quello che combina, ma questi si sono mai chiesti il perché?“. Prosegue: “La mosca dell’olivo c’è sempre stata, ma non ha mai provocato questi danni“. Si ferma per aspettare teatralmente la mia inevitabile domanda. “E come mai li provoca adesso?” chiedo infatti. “Semplice, sono i concimi stessi a richiamarla“. Incredibile, un vegliardo complottista. “Prima non si usavano concimi, solo merde di pecore o di vacche o di cavalli. Non si avevano i soldi per le scarpe, figuriamoci per i concimi … sono i concimi chimici che richiamano i parassiti così sei costretto a comprare anche gli antiparassitari“. È un’idea, rispondo un po’ convinto e un po’ no. “E quali parassiti richiamano?” domando. “Tutti .. tutti … anche quelli che non si erano mai visti“. È un’interpretazione. Grande la confusione sopra e sotto il cielo. “Due anni fa … quando non c’erano olive come oggi … quella non era la mosca …“. “E cos’era?” mi rassegno a chiedere. “Il clima” risponde. “Nebbie la mattina, e quaranta gradi a mezzogiorno. Le olive erano cotte, vizze. Quando si è mai visto un clima così? Nebbia d’estate fino a mezzogiorno e poi canicola? Cotte, erano cotte“.
Parassiti, clima impazzito, tecnologie del neocapitalismo impazzito.
Un comune denominatore c’è: la scomparsa del piccolo coltivatore, dell’azienda familiare, della microimpresa. Un tessuto produttivo schiantato in un paio di decenni.
Ma sì, che crepino tutti! Manca l’olio? Lo si prenda congelato dal Nord Africa, dove coi diserbanti (altro che Roundup) ci fanno il bagno. La melma viaggia al riparo da ogni ASL, Guardia di Finanza, e Padoan di sorta. Qui da noi si scongela, come il sangue di S. Gennaro, fa il giro in qualche alambicco, e finisce imbellettato nelle bottiglie artistiche delle “botteghe del gusto”, spesso esornato dal nome pubblicitario che fa tanta cassa; oppure, più prosaicamente, dopo ulteriori tagli, rifluisce nelle lattine da cinque litri/quindici euro dei discount. Tutti con la fascia tricolore, bottiglie trendy e lattine da discount … sempre con la fascetta tricolore, Dio non voglia che i gonzi si accorgano che quel liquido giallino altro non è altro che la distillazione di feccia nordafricana (non a caso i marocchini stanno facendo incetta dei macchinari dei frantoi italiani dismessi: cinque l’anno scorso, solo nella mia zona).
Solo così si ha ragione di un paradosso di costume tutto italiano: più decresce la produzione, quest’anno a livello di carestia, più aumentano i programmi gastronomici e i libri di cucina per coglioni à la page ispirati al gusto italiano, alle radici italiane, alle eccellenze italiane, alle bontà italiane. La provincia sprofonda, ridotta a zero, in macerie, e sovrastata da un imperio burocratico e amministrativo vicino all’oppressione e al mobbing, e intanto i nostri ministri se ne vanno in giro a decantare la mirabile cucina, i sapori nostrani, il verdicchio, il grana, la lenticchia, la sfogliatella tal dei tali.


27/06/2020, 10:50
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Personalmente non condivido l'articolo, lo trovo allineato alla tendenza ormai diffusa di banalizzare problemi complessi la cui argomentazione non va oltre a ripetitivi luoghi comuni.


27/06/2020, 13:30
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Una domanda a chi utilizza il caolino : quanto lo pagate al kg? Ovviamente il prezzo è in proporzione alla quantità acquistata ma lo chiedo perché, da hobbista, se si possiede un certo numero di olivi la spesa per il caolino comincia ad essere consistente. Sono combattuto perché, da una parte, ho piacere nel portare avanti gli olivi di mio padre ed è bello avere il proprio olio, dall'altra però la sostenibilità economica vacilla. Considerando le altre spese, il tempo impiegato, il fatto che non garantisce i risultati dei prodotti sistemici, il rischio piogge (che dilavano tutto il lavoro fatto) e quanto poi, alla fine della fiera, viene pagato l'olio dai frantoi...

Questo è il primo anno che lo uso in combinazione con delle esche proteiche autoprodotte, vedremo che risultati otterò. Il proprietario stesso del frantoio in passato è arrivato a dirmi che sarebbe stato meglio aver messo la vigna...

Ps : per distribuirlo utilizzo una pompa a carriola da 50 Lt della Oleo-Mac e ho l'impressione che non lo nebulizzi a sufficienza, forse con una lancia diversa potrei risolvere?


30/07/2020, 16:27
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Wildfrog

Io ho 2 ettari di oliveto. Ho un atomizzatore con una robusta pompa. Il 10 luglio ho trattato un ettaro con grassello di calce che costa 15 euro un sacchetto da 20 kg; e l'altro ettaro ho utilizzato il mannisol, che costa 45 euro /15 kg. Per il colore bianco della vegetazione non si notava la differenza, forse, però, dopo una bella pioggia posso dire che il mannisol resiste meglio al dilavamento.
cmq, stavo ridando il grassello ma mi sono accorto di una grossa infestazione della mesca. Ho fatto controllare al microscopio se esisteva l'uovo, 22 su 100 drupe erano colpite. E sono intervenuto.


07/08/2020, 13:27
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Hai trovato la mosca su tutte e due gli appezzamenti o solo su quello trattato con il grassello?
Poi cosa hai dato, il dimetoato?


07/08/2020, 17:08
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Non ha specificato se prima o dopo l'ondata di calore che c'è stata. Mi fa strano che con punte di temperatura max vicina ai 40° abbia trovato punture fertili e larve in attività.
Io ancora non ho fatto nulla per la mosca tranne mettere qualche bottiglia trappola per l'individuazione di picchi di infestazione. Ha volato qualcosa prima del caldo forte, per ora tutto sembra tranquillo.
Dimetoato? L'avrà trovato. Chiedendolo nelle varie agrarie sembra di commettere chissà quale crimine. Non è che le alternative autorizzate siano meno invasive o pericolose;
sicuramente costano di più.
Ciao hyspa.

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virtute siderum tenus


07/08/2020, 18:19
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Io passo a piedi tra gli olivi tutti i giorni, cerco di valutare il raccolto futuro e controllo le olive a vista, fino ad oggi nemmeno una punturina di prova, e ci sta, prima erano troppo piccole, adesso è troppo caldo, anche il bollettino provinciale dà volo pressoché nullo e pochissime olive colpite


07/08/2020, 20:48
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Località: bassa Valsusa
Formazione: Buoni studi
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Ho provato a controllare sui Bollettini reperibili in rete: nella zona di San Casciano (Area Chianti Fiorentino), da dove scrive Pucci, quello dell' 8 agosto dava una infestazione attiva del 2% (la settimana precedente era del 4%: veniva consigliato di mantenere la copertura con polveri di roccia).
Ho veduto che sul sito sono anche disponibili informazioni sulle stime di mortalità della mosca da caldo.


07/08/2020, 21:52
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