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Ufficio Stampa Kyoto Club 
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Il 22 settembre a Roma si terrà il lancio globale del World Nuclear Industry Status Report 2025, un appuntamento di rilievo internazionale che riunirà esperti e osservatori da tutto il mondo. Tra i relatori spiccano Mycle Schneider, coordinatore del rapporto da Parigi, Tatsujiro Suzuki dell’Università di Nagasaki, Dmitry Gorchakov della Bellona Foundation di Vilnius e Hartmut Winkler dell’Università di Johannesburg, insieme ad altri contributi da Stati Uniti, Europa e Giappone.

Il programma toccherà temi di grande attualità come la sicurezza nucleare in Russia e Ucraina, l’emergere dell’Africa come nuovo attore, l’eredità di Fukushima, le sfide del decommissioning, il confronto tra nucleare e rinnovabili e persino il ruolo dell’intelligenza artificiale. Un focus specifico sarà dedicato all’Italia, con la partecipazione di accademici, associazioni ambientaliste e rappresentanti del Parlamento europeo – tra cui La Sapienza, WWF, Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club – per discutere l’impatto del rapporto sulle scelte energetiche nazionali.

L’incontro si svolgerà presso Spazio Europa, sede dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e della Rappresentanza della Commissione europea, cornice istituzionale di grande prestigio. Per i giornalisti rappresenta un’occasione unica per accedere in anteprima a dati indipendenti sullo stato dell’industria nucleare, confrontarsi con esperti internazionali e approfondire le implicazioni per l’Italia e per il dibattito energetico europeo.


10/09/2025, 15:35
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Case Green, un’occasione da non perdere: Kyoto Club, Knauf Insulation ed ECCO chiedono un recepimento ambizioso della Direttiva europea

Oggi a Roma un confronto su politiche e strumenti di finanziamento per un patrimonio edilizio più efficiente, equo e accessibile.


Roma, 21 ottobre 2025 – La Direttiva “Case Green” è un’opportunità di rilancio per il Paese. È questo uno dei messaggi principali emersi oggi dal convegno “Idee per lo sviluppo ed il finanziamento di un’edilizia sostenibile, efficiente e accessibile a tutti”, promosso da Kyoto Club, Knauf Insulation Italia e ECCO, il think tank italiano per il clima, presso l’Hotel Nazionale di Roma.

In vista dell’avvio delle discussioni sulla Legge di Bilancio, l’incontro ha riunito rappresentanti della politica, delle istituzioni, del mondo produttivo e della società civile per un approfondimento delle soluzioni e degli strumenti per la modernizzazione e la decarbonizzazione del patrimonio edilizio italiano.

Se, in Italia, la povertà energetica è un fenomeno crescente che colpisce oltre 2 milioni di famiglie, pari al 9% del totale nazionale (Fonte: Oipe), misure come il Piano europeo per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili possono essere lo strumento per rendere le abitazioni più sostenibili e garantire un accesso equo alla casa per le fasce più vulnerabili della popolazione.

Il tema del finanziamento delle misure per l’efficienza energetica rimane al centro delle preoccupazioni della politica. Tuttavia, dal confronto emerge la necessità di fare ordine nella definizione dell’incentivazione, come volano per stimolare gli investimenti privati, ridurre i consumi energetici di cittadini e pubbliche amministrazioni e garantire un accesso ampio alle tecnologie innovative offerte dalla transizione.

“Chiediamo al Governo di cogliere l’occasione che l’Europa offre per la modernizzazione del nostro vetusto patrimonio edilizio e al Parlamento italiano un recepimento davvero ambizioso della Direttiva Case Green, che non si limiti al minimo sindacale ma punti a un vero salto di qualità: più efficienza energetica, meno sprechi, bollette più leggere, maggiore comfort e più lavoro verde. Dispiace constatare che nella legge di delegazione europea attualmente in discussione presso la Camera dei deputati non sia stata inserita l’EPBD: un’occasione mancata che va subito corretta. Le associazioni del settore denunciano con forza che la direttiva “Case Green” è stata “dimenticata” nel testo della delega, nonostante debba essere recepita entro maggio 2026 e nonostante le implicazioni strategiche per gli obiettivi di efficienza energetica nazionali. Da anni Kyoto Club è impegnato, insieme a Legambiente, nel progetto ‘Per un salto di classe’, che promuove la decarbonizzazione del patrimonio edilizio e sostiene la piena applicazione della Direttiva EPBD nel nostro Paese. Solo investendo con visione nella riqualificazione degli edifici potremo unire crescita economica, giustizia sociale e tutela ambientale: una vera innovazione per l’Italia.” Lo dichiara il Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante.

Francesca Andreolli, Ricercatrice senior presso il think tank ECCO sottolinea: “l’urgenza di introdurre politiche strutturali a sostegno all’efficienza energetica, come strumento per la decarbonizzazione di un settore con emissioni pressoché stagnanti. Politiche che - secondo Andreolli - possono fungere da leva per garantire maggior sicurezza energetica ed economica e valorizzare il patrimonio immobiliare italiano. Se da un lato, nel Piano Nazionale Energia e Clima, il governo indicava la necessità di rivedere le detrazioni fiscali, questa revisione deve tenere conto delle diverse caratteristiche tecniche degli edifici e delle condizioni socioeconomiche delle famiglie. Serve una strategia più coerente e sostenibile, che superi i meccanismi di incentivazione tradizionali e avvii una pluralità di interventi differenziati, capaci di raggiungere tutti e cogliere le opportunità offerte dalla transizione energetica”.

“La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano rappresenta una delle sfide più urgenti e allo stesso tempo una delle più grandi opportunità economiche e occupazionali per il nostro paese. Con tecnologie esistenti possiamo ridurre i consumi e i costi per famiglie, imprese e amministrazioni pubbliche, rafforzando la competitività industriale, sostenendo la filiera delle costruzioni e migliorando la qualità della vita delle persone e contrastando la povertà energetica. Serve una strategia nazionale condivisa e lungimirante che sostenga l’attuazione rapida e ambiziosa del quadro regolatorio esistente ed identifichi meccanismi di finanziamento, soprattutto per il settore residenziale, che siano stabili e proporzionati alla qualità e all’impatto – economico e sociale - degli interventi di efficientamento.” Lo afferma Simone Campoli, Managing Director, Knauf Insulation Italia.


21/10/2025, 21:22
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Alla Camera la petizione “Stop alla disinformazione climatica”: 18.600 firme per chiedere regole chiare e un Osservatorio indipendente

Roma, 28 ottobre 2025 – Oltre 18.600 persone hanno firmato la petizione “Stop alla disinformazione climatica. Per un’informazione responsabile”, presentata oggi nella Sala Stampa della Camera dei Deputati.

L’iniziativa, lanciata lo scorso luglio da Giacomo Pellini e Maria Santarossa, è sostenuta dalla vicepresidente del gruppo M5S Ilaria Fontana e da Greenpeace Italia. Tra le richieste principali: regole chiare sull’informazione climatica, la creazione di un Osservatorio nazionale indipendente sulla disinformazione e l’introduzione di uno spazio settimanale nei TG RAI dedicato alla crisi ambientale e alle soluzioni in atto.

“La crisi climatica è la più grande sfida del nostro tempo e non possiamo più permetterci di trattarla come un tema marginale. Servono responsabilità, rigore e coraggio politico.
Per questo sostengo la petizione che chiede regole chiare sull’informazione, un Osservatorio indipendente contro la disinformazione e uno spazio settimanale nei TG Rai dedicato alla crisi climatica. Non è solo una questione ambientale: è una battaglia per la verità, per la democrazia e per il futuro delle prossime generazioni. Tacere o minimizzare significa tradire i cittadini.” — On. Ilaria Fontana, vicepresidente del gruppo M5S alla Camera.

“Abbiamo lanciato questa petizione lo scorso luglio, nel pieno di un’ondata di calore estrema, perché era diventato insopportabile vedere la realtà della crisi climatica negata o distorta nei media. Oggi, di clima quasi non si parla più: l’attenzione pubblica e politica si è spostata altrove, eppure gli eventi estremi, le alluvioni e la siccità continuano a colpire le nostre vite.
La disinformazione non è un dettaglio: rallenta le politiche di decarbonizzazione, confonde l’opinione pubblica e ci fa perdere tempo prezioso. Con questa iniziativa vogliamo ricordare che il cambiamento climatico resta la sfida centrale del nostro tempo, e che non possiamo affrontarla se i media smettono di raccontarla. I giovani hanno dimostrato in questi mesi una forza straordinaria nel mobilitarsi per la giustizia e i diritti umani: quella stessa energia è essenziale per riportare il clima al centro del dibattito pubblico. Solo con il loro impegno possiamo sperare di cambiare davvero le cose.” — Giacomo Pellini e Maria Santarossa, attivisti climatici e promotori della petizione.

“La petizione ‘Stop alla disinformazione climatica’ accende una nuova luce su un problema che Greenpeace, insieme all’Osservatorio di Pavia, denuncia da anni: in Italia si parla troppo poco di crisi climatica e soprattutto se ne parla in modo molto parziale, spesso sotto il condizionamento dei finanziamenti del settore dei combustibili fossili. Per promuovere una reale consapevolezza pubblica sulla grande emergenza della nostra epoca, dobbiamo liberare il sistema dell’informazione, fortemente dipendente dai finanziamenti delle aziende del petrolio e del gas. Denunciare queste criticità è il primo passo per favorire un’informazione libera e intraprendere un percorso verso le reali soluzioni alla crisi climatica che stiamo subendo”. — Federico Spadini, campaigner Clima di Greenpeace Italia.

Durante la conferenza stampa sono stati illustrati i punti principali della proposta e l’impatto della raccolta firme, che ha mobilitato cittadini in tutta Italia. L’obiettivo è ora aprire un confronto istituzionale con Parlamento, Ordine dei Giornalisti e RAI per garantire un’informazione trasparente, basata su dati scientifici e al servizio della collettività.


28/10/2025, 20:41
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Dalla transizione ecologica alla competitività: l’economia circolare come leva macroeconomica
A Roma, Kyoto Club con il sostegno di Roma Capitale e la collaborazione di Erion, rilancia la sfida della circolarità come motore di crescita e innovazione per il sistema produttivo italiano.

Si è svolto oggi a Roma, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, il convegno “Le priorità per l’economia circolare al 2030. Esperienze e prospettive”, promosso da Kyoto Club nell’ambito del progetto BauNOW, in collaborazione con Erion e con il sostegno di Roma Capitale.
L’iniziativa ha riunito rappresentanti delle istituzioni, del mondo industriale, della ricerca e dell’associazionismo ambientale per discutere le strategie e le azioni necessarie a consolidare la leadership italiana nell’economia circolare e a trasformarla in un vantaggio competitivo duraturo per il sistema produttivo nazionale.

Nel corso della giornata si sono alternati interventi di esperti, amministratori e imprese che hanno condiviso esperienze concrete e proposte operative per promuovere un modello di sviluppo fondato sul riuso delle risorse, l’innovazione tecnologica e la responsabilità ambientale.

“L’economia circolare non è più un capitolo accessorio della transizione ecologica: è una leva macroeconomica decisiva per la competitività e la resilienza del sistema produttivo europeo. Oggi, nell’Unione Europea, genera un valore aggiunto di oltre 316 miliardi di euro, pari all’1,8% del PIL, e in Italia contribuisce per 34,5 miliardi, coinvolgendo più di mezzo milione di occupati. Ma i dati ci dicono anche che il potenziale è ancora largamente inespresso: a fronte di 18 miliardi di euro di risparmi economici generati, ne restano circa 100 da attivare entro il 2030. Per colmare questo divario, serve una visione di sistema che superi l’attuale frammentazione delle politiche e orienti la finanza pubblica e privata verso modelli produttivi rigenerativi. La sfida non è solo ambientale, ma industriale e sociale: riguarda la capacità di trasformare le filiere, valorizzare l’innovazione tecnologica e creare occupazione di qualità. L’economia circolare è, in questo senso, una politica industriale della nuova generazione, capace di tenere insieme sostenibilità, competitività e inclusione”, ha dichiarato Letizia Magaldi, Presidente di Kyoto Club.

"Roma sta compiendo un grande sforzo per guardare al futuro e porre le basi per mettersi al passo con le realtà più virtuose del paese nel campo dell’economia circolare. Sul tema dei rifiuti, in questi quattro anni di amministrazione, abbiamo impostato la gestione industriale del ciclo, con l’apertura dei cantieri degli impianti di valorizzazione della frazione organica dei rifiuti e delle frazioni secche. Oltre a questo, un passaggio altrettanto importante è l’investimento sulla crescita della nostra municipalizzata AMA, per portarla sul livello degli altri grandi players che si occupano di gestione integrata dei rifiuti nell’ambito del panorama nazionale. La possibilità di mettere a fattor comune esperienze e buone pratiche, sviluppare sinergie e sfruttare al meglio le tecnologie consente di migliorare la percentuale di raccolta differenziata e gestire in maniera più efficace i servizi di igiene urbana. Inoltre offre strumenti più idonei per affrontare i temi della valorizzazione di alcune tipologie di rifiuti, come i tessili e i RAEE, che in questo momento rappresentano le nuove frontiere dell’economia circolare, rispetto alle quali tutti, dalle pubbliche amministrazioni alle aziende, devono focalizzare gli sforzi per realizzare filiere ambientalmente sostenibili." afferma Sabrina Alfonsi, Assessore all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti.

"L'appuntamento annuale con l'economia circolare di Kyoto Club si colloca in un periodo in cui la Commissione europea sta definendo il Circular Economy Act, che ha l'ambizione di rilanciare l'industria europea attraverso un uso più circolare delle risorse. Erion è lieta di collaborare con Kyoto Club nel creare consapevolezza e conoscenza delle buone pratiche e delle relative opportunità in questo fondamentale processo di cambiamento" precisa Danilo Bonato, Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali, Erion.

Tra i temi affrontati: la governance delle filiere circolari, le opportunità di finanziamento europeo, la progettazione sostenibile dei prodotti e il ruolo delle città nella transizione ecologica.

Il convegno si inserisce nel percorso del progetto BauNOW, dedicato alla promozione di pratiche e strumenti per un’economia circolare realmente integrata nelle politiche industriali e territoriali, con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei al 2030.


11/11/2025, 14:38
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COP30: un’occasione mancata, ora l’Italia dimostri di voler fare la sua parte

Kyoto Club: “Serve un impegno reale su rinnovabili, mobilità elettrica e politiche climatiche coraggiose”.

Kyoto Club valuta con attenzione l’esito della COP30 di Belém, una conferenza che, pur registrando alcuni elementi di continuità nel processo multilaterale, non ha compiuto i passi avanti necessari nella lotta alla crisi climatica.

«La conferenza sul clima COP30, malgrado gli auspici del padrone di casa Lula, è risultata poco incisiva. Non si sono infatti menzionati nel documento finale i combustibili fossili, principali responsabili del riscaldamento del pianeta, grazie al muro dei paesi produttori di gas, petrolio e carbone», dichiara Gianni Silvestrini, Direttore Scientifico di Kyoto Club.

«Ha destato inoltre perplessità il basso profilo tenuto dalla Cina che, in assenza degli Usa, avrebbe potuto svolgere un ruolo trainante, vista la sua leadership sul fronte delle rinnovabili e della mobilità elettrica. I tempi non erano evidentemente ancora maturi, ma non c’è dubbio che fra alcuni anni vedremo Pechino guidare l’ecodiplomazia internazionale».

Pur riconoscendo i limiti dell’accordo, Kyoto Club sottolinea il valore del confronto internazionale: «Crescono i dubbi sull’efficacia di queste conferenze. Dubbi legittimi, ma non bisogna sottovalutare l’importanza delle discussioni sul futuro delle politiche climatiche da parte di 50.000 persone, tra delegati di 195 Paesi, ONG, imprese, organizzazioni internazionali, popoli indigeni e giornalisti».

Silvestrini ricorda che i progressi globali restano significativi: «Rispetto a Parigi 2015, i passi avanti sono enormi. Pensiamo all’esplosiva crescita del solare, che dieci anni fa forniva solo l’1% dell’elettricità mondiale e nella prima metà del 2025 ha garantito l’8,8% della domanda elettrica del pianeta. O all’evoluzione della mobilità elettrica, che il prossimo anno coprirà il 26% delle vendite mondiali. Soprattutto, si sta rapidamente avvicinando il momento in cui le emissioni globali di CO₂ raggiungeranno il picco per poi calare».

Per Kyoto Club, ora la domanda centrale riguarda il ruolo del nostro Paese: «Dobbiamo chiederci se l’Italia stia facendo la sua parte, considerando le ambiguità e gli ostacoli nella diffusione delle rinnovabili e la crescita modesta della mobilità elettrica».


24/11/2025, 16:22
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