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Provincia Autonoma di Trento 
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Incontro dell'assessore Dallapiccola con gli amministratori locali
PASSI AVANTI PER IL PARCO AGRICOLO DEL GARDA TRENTINO

Il Distretto agricolo del Garda trentino, meglio conosciuto come "Parco agricolo del Garda trentino", previsto da una legge del 2008, fa passi in avanti. L'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola ne ha discusso con il presidente della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro e i rappresentanti dei comuni della "Busa" (Riva del Garda, Arco, Drena, Dro, Ledro, Tenno, Nago e Torbole), in un incontro teso a verificare i margini di manovra per dare alla norma piena concretezza. Tutti gli intervenuti, seppur con differenti sfumature, hanno ribadito che la legge 15/2008 contiene indirizzi di principio di grande valore. Si è tuttavia considerato che fra la raccolta delle 9000 firme che hanno avviato l'iter legislativo di iniziativa popolare, ed oggi sono trascorsi ormai quasi 10 anni. Qualche revisione dei criteri attuativi è considerata quindi oltremodo opportuna.

L'istituzione della rete delle riserve, il Piano territoriale di comunità e il nuovo Piano di sviluppo rurale - è stato detto - sono atti istituzionali di elevatissima portata e non possono non essere tenuti in considerazione dalla legge che prevede l'istituzione del Parco, anche a costo di effettuare i necessari interventi emendativi.
Nel corso dell'incontro è emerso inoltre che le eventuali modifiche al testo dovranno essere calibrate sull'andamento della congiuntura economica, molto mutata rispetto ad alcuni anni fa.
Al termine della riunione, tutte le parti hanno convenuto sull'opportunità di avviare un percorso condiviso e partecipato tra Assessorato, Comunità e Comuni, che porti ad una riscrittura della norma la quale consenta di dare ad essa piena attuazione, nei principi e nei contenuti, e che abbia in particolare come imprescindibile obiettivo la valorizzazione delle tipicità agronomiche dell'Altro Garda e Ledro. Tutto questo dando finalmente seguito ad una legittima espressione di volontà popolare rispetto alla quale nessuna delle parti vuole sottrarsi.
L'incontro si è chiuso con l'intenzione di ritrovarsi a breve per dare concreta attuazione alle intenzioni fin qui condivise.

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18/09/2015, 21:37
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L’assessore Dallapiccola: «La nostra è terra di prodotti identitari»
TRENTINO PROTAGONISTA A “CHEESE 2015”

Da oggi a lunedì 21 settembre Bra, cittadina nella provincia di Cuneo, sarà la capitale mondiale del formaggio grazie a “Cheese”, la rassegna internazionale organizzata da Slow Food, che mette in vetrina il meglio delle produzioni lattiero-casearie di ogni angolo del pianeta. Alla decima edizione, che in questa prima giornata ha da subito registrato una grande affluenza, il Trentino si presenta insieme a Latte Trento e Concast Trentingrana con la filiera dei prodotti derivati dal latte di montagna, che il pubblico avrà modo di scoprire grazie ad un programma di incontri, approfondimenti e saporite degustazioni guidate delle eccellenze casearie del territorio.

Nella giornata inaugurale di “Cheese”, l’assessore provinciale all’agricoltura Michele Dallapiccola ha fatto visita allo stand del Trentino. Intervistato da Silvio Barbero - Vice presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e tra i fondatori di Slow Food – l’assessore Dallapiccola ha sottolineato in particolare come «Il Trentino si connota come terra di prodotti identitari, e tra questi c’è il latte, al centro di questa edizione di Cheese. Una tutela di queste produzioni deve rientrare nei ragionamenti più ampi di corrette politiche di valorizzazione del nostro territorio. Va dato merito a Slow Food, ha inoltre aggiunto l’assessore Dallapiccola, di aver contribuito a valorizzare tante realtà contadine di montagna, alle quali va riconosciuto un giusto sostegno che tenga conto anche del valore sociale e di presidio, quindi di sicurezza, che tali realtà esprimono.»

Tra i protagonisti di “Cheese” anche Agitu Ideo Gudeta, la giovane di origine etiope che proprio in Trentino ha creato un allevamento di una razza caprina autoctona minacciata di estinzione, la “pezzata mochena”. Oggi, insieme ad altri produttori, ha ricevuto il Premio “Resistenza Casearia” alla presenza di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e del Governatore del Piemonte Sergio Chiamparino. La giovane allevatrice domani sarà tra i protagonisti del Laboratorio del gusto “Giovani casari italiani crescono”.

Nello stand del Trentino il pubblico può apprezzare le qualità del latte fresco trentino alta qualità di montagna e della panna fresca nella “colazione della malga”, accompagnati con miele e noci del Bleggio, pane di farro e segale, burro e confettura di frutti di bosco. Il latte è anche l’ingrediente base del gelato e qui viene proposto - a scelta - in abbinamento con mugolio, zuppetta di frutta e verdura di stagione, piccoli frutti e mele, acini d’uva che ricordano la vendemmia appena finita. I sapori della Spressa delle Giudicarie Dop ottenuta dal latte di vacche di Razza Rendena si scoprono nelle degustazioni guidate che mettono a confronto due distinte stagionature. Affumicare la ricotta è un’arte e le essenze sprigionate dai legni di montagna utilizzati per questa operazione possono fare la differenza. Nello spazio dedicato al nostro territorio si può gustare come ingrediente negli gnocchi di pane raffermo con burro fuso, erba cipollina e listarelle di speck.

É stato uno dei primi Presidi Slow Food del Trentino. Parliamo del “Puzzone” di Moena che alla rassegna di Bra si può assaggiare dopo 90 giorni di stagionatura in malga. Ulteriori degustazioni abbinano i formaggi trentini con altre eccellenze del territorio: sono una “Cialda di Trentingrana” con polenta di Storo e funghi di stagione e l’“Insalata del casaro”, a base di Trentingrana, noci del Bleggio, mele di stagione e olio extravergine d’oliva del Garda trentino. Tutte queste proposte sono accompagnate da un calice di birra artigianale del Trentino dei birrifici Barbaforte (Birra Obice), Maso alto (Selvatica) e Rethia (Maria Mata).
Fra gli espositori provinciali presenti alla rassegna di Bra, oltre al Presidio Slow Food del Puzzone di Moena, anche quello del Casolèt delle valli di Sole, Peio e Rabbi e Primitivizia”, azienda della Val Rendena che raccoglie e trasforma in cibo erbe spontanee, bacche, resine e radici, creando abbinamenti per formaggi, salumi e carni.

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19/09/2015, 12:25
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Domani conferenza stampa ore 11.30
MOBILITÀ SOSTENIBILE NEI PARCHI DEL TRENTINO

A conclusione della settimana europea della mobilità sostenibile, domani, l'assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi presenterà alcuni progetti di mobilità realizzati nei parchi Adamello Brenta e Paneveggio Pale di S. Martino. Saranno presenti i direttori dei due parchi, Roberto Zanetti e Vittorio Ducoli. L'appuntamento è fissato per martedì 22 settembre, alle ore 11.30, presso la Sala Stampa del Palazzo della Provincia in Piazza Dante a Trento.

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Domani conferenza stampa ore 11.30
MOBILITÀ SOSTENIBILE NEI PARCHI DEL TRENTINO

A conclusione della settimana europea della mobilità sostenibile, domani, l'assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi presenterà alcuni progetti di mobilità realizzati nei parchi Adamello Brenta e Paneveggio Pale di S. Martino. Saranno presenti i direttori dei due parchi, Roberto Zanetti e Vittorio Ducoli. L'appuntamento è fissato per martedì 22 settembre, alle ore 11.30, presso la Sala Stampa del Palazzo della Provincia in Piazza Dante a Trento.

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Soddisfazione dell'assessora Ferrari per un accordo che va nella direzione indicata dal Piano provinciale della ricerca
UNIVERSITÀ E FEM INSIEME PER IL CENTRO AGRO-ALIMENTARE E AMBIENTALE

Approvata la convenzione che istituisce a San Michele all'Adige il Centro Agricoltura, Alimentazione, Ambiente tra l’Università di Trento e la Fondazione Edmund Mach. Obiettivi: sviluppare le collaborazioni scientifiche nel settore e radicarle sul territorio a partire dal corso di laurea in Viticoltura ed Enologia. Anche l'assessora provinciale alla ricerca Sara Ferrari esprime viva soddisfazione, perché la costituzione di questo nuovo centro contribuisce con tempestività alla realizzazione di alcune delle priorità condivise nel Piano provinciale della ricerca: il rafforzamento dell'area dell'agrifood e dell'ambiente, la valorizzazione delle competenze scientifiche, il rafforzamento dei poli scientifico tecnologici, in cui i centri di ricerca collaborano con università ed imprese, l'investimento nell'alta formazione. "Questo accordo - spiega - fortemente voluto dalla Provincia, permette di capitalizzare gli investimenti fino ad oggi effettuati e promuove una riconoscibilità accademica alla ricerca operata nella Fondazione Mach. Quello di oggi è solo il primo passo ma la direzione della collaborazione che dà valore aggiunto è quella giusta, efficace e condivisa. Il passo successivo non potrà che essere quello che guarda a nord, alla partnership con Laimburg, Bolzano e il Tirolo".


Prende forma il “polo” agro-alimentare e ambientale, inserito nel Piano pluriennale della ricerca della provincia di Trento e del quale si discute da qualche tempo. Oggi Fondazione Edmund Mach e Università di Trento, nei rispettivi consigli di amministrazione, hanno approvato la convenzione quadro che istituisce il Centro Agricoltura, Alimentazione, Ambiente a San Michele all’Adige.

Il Centro, che si occuperà sia di didattica sia di ricerca, sarà un’area di lavoro comune per docenti e ricercatori che nelle due istituzioni partner si occupano dei settori dell’agricoltura, dell’alimentazione e dell’ambiente. Il Centro permetterà di incrementare la produzione scientifica e la partecipazione congiunta a progetti di ricerca, facendo massa critica e aumentando così anche le chance di acquisizione di risorse europee.

«Con la FEM abbiamo trovato una perfetta intesa per mettere insieme le nostre competenze ed energie in una piattaforma stabile» afferma Paolo Collini, rettore dell’Università di Trento. «Le aree dell’Ateneo coinvolte – spiega – saranno quelle di ingegneria ambientale, di biologia e biotecnologie, ma saranno possibili coinvolgimenti anche di altre aree come matematica e giuridica economica». Collini riprende: «Sul piano formativo, l’intenzione è radicare di più sul territorio il corso di laurea in Viticoltura ed Enologia, che avevamo attivato in collaborazione con l’Università di Udine».

«La convenzione quadro con l’Università di Trento valorizza le competenze maturate in tanti anni dalla Fondazione» dichiara il presidente della Fondazione Edmund Mach, Andrea Segrè. «Il Centro Agricoltura, Alimentazione, Ambiente UNITN-FEM andrà ad arricchire, anche formalmente, il rapporto sinergico ricerca-didattica: non c’è infatti una buona ricerca senza una buona didattica e viceversa. Tutto questo a partire dal corso di laurea in Viticoltura ed Enologia che si prevede possa essere incardinato in futuro a San Michele. Non solo verranno mantenute le collaborazioni esistenti, ma verranno allargate, in prospettiva, anche alla Libera Università di Bolzano e al Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimburg».

Viticoltura ed enologia: un percorso formativo in costante crescita

I corsi per Enologo a San Michele all’Adige sono iniziati vent’anni fa, prima come diploma universitario, poi come laurea. Dal 2011 il corso di laurea è diventato Corso di laurea interateneo di Viticoltura ed Enologia, realizzato in collaborazione tra l’Università degli studi di Trento e l’Università degli studi di Udine.

Attualmente le lezioni del primo anno sono ospitate dalla Fondazione Mach o, a scelta dello studente, a Udine. Il secondo anno è esclusivamente in Friuli, mentre il terzo e ultimo anno entra in gioco anche la Hochschule di Geisenheim, in Germania, dove lo studente può ottenere il titolo di Bachelor in Viticoltura ed Enologia. È attivo poi un accordo di doppia laurea anche con l’Università di Mendoza in Argentina. A San Michele all’Adige si svolgono anche i corsi di perfezionamento estivo della Summer School.

Dal 2011 le iscrizioni al corso di laurea sono state in costante crescita: il primo anno di interateneo sono entrati 40 studenti, mentre l’anno scorso si è toccata quota 100. Al test di accesso di poche settimane fa c’erano 142 persone.

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22/09/2015, 21:06
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L'impegno di Adamello Brenta e Paneveggio-Pale di S. Martino per una mobilità sostenibile
NEI PARCHI NATURALI SENZA AUTO

Liberarsi dall’automobile per vivere e contribuire a conservare le bellezze naturali dei parchi, con un approccio più consapevole. Questo l'obiettivo su cui lavorano da anni i parchi Adamello-Brenta e Paneveggio-Pale di S. Martino, che oggi, a conclusione della settimana europea della mobilità sostenibile, hanno presentato alcuni dati relativi ai propri progetti di mobilità. "Durante la settimana europea della mobilità sostenibile - ha detto l'assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi - abbiamo cercato di mettere in evidenza tutto quello che in Trentino stiamo facendo, dalle città alle valli, per diffondere fra i cittadini una cultura che privilegi, per i propri spostamenti, l'uso di mezzi di trasporti sostenibili per attivare le potenzialità del territorio mettendo al centro l'ambiente. "La questione della mobilità - ha detto l'assessore Gilmozzi - non riguarda solo i centri urbani, ma anche le valli, in cui gli stili di vita possono risultare strategici anche per la promozione turistica. In questo senso, i parchi ci forniscono esperienze importanti e positive, perché sono degli incubatori di buone pratiche, sia nella conservazione della natura che nella mobilità sostenibile". Roberto Zoanetti, direttore del Parco Adamello Brenta e Vittorio Ducoli, direttore del Parco Paneveggio-Pale di S. Martino hanno evidenziato come ormai, il tema della mobilità all'interno delle aree protette, sia centrale e rientri nella qualità dell'offerta turistica.

Nel corso della conferenza stampa, Claudio Ferrari, dirigente del servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia, ha illustrato Il sistema delle aree protette del Trentino, oltre che dai tre parchi "storici": Parco Nazionale dello Stelvio, Parco Naturale Adamello Brenta e Parco Naturale Paneveggio- Pale di S.Martino - è costituito da 123 Zone Speciali di Conservazione (ZSC), 12 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), 19 Zone di Protezione Speciale (ZPS), 75 Riserve naturali provinciali e 223 Riserve locali. Complessivamente questo sistema copre quasi il 30% del territorio provinciale, interessando oltre 180 Comuni. All'interno di questo sistema, la novità più rilevante, è rappresentata dalle Reti di riserve, attualmente 8. "Sono luoghi - ha detto Ferrari - dove si cerca una sintesi fra le esigenze di conservazione e quelle di sviluppo. Le aree protette non sono più vissute come un vincolo dal territorio, ma al contrario come un'opportunità".

PARCO ADAMELLO BRENTA
L’impegno del Parco Naturale Adamello Brenta nel promuovere un turismo sostenibile per i territori, e contestualmente attraente per il mercato, passa anche attraverso un progetto di mobilità sostenibile attivato dal Parco dall’anno 2003. In quel ormai lontano anno furono trasportate 33.000 persone, nel 2006 per la prima volta si superarono le 100.000 persone, nel 2013 per la prima volta si superarono le 200.000 persone ed i dati di quest’anno dovrebbero attestarsi, a fine stagione sulle 240.000 persone trasportate. Il progetto mira a regolare il traffico all’interno delle valli più sensibili dell’area protetta, offrendo ad una ampia fascia di visitatori, la possibilità di accedere senz’auto.
L’iniziativa che va oltre al solo servizio di trasporto, si articola nella limitazione del traffico d’accesso con meccanismi di disincentivazione, nell’attivazione di un sistema “ragionato” di parcheggi, bus navetta e trenini con partenze anche dai paesi, nella valorizzazione di particolari itinerari per il trekking, nell’esortazione ad avvicinarsi all’escursionismo dolce e nella promozione dell’utilizzo della mountain bike. Tutto questo è promosso da una massiccia comunicazione, veicolata da depliant, segnaletica adeguata, comunicati stampa, articoli sulla rivista istituzionale, web e social. Dopo dodici anni dalla prima sperimentazione del progetto (Val Genova - 2003), i servizi sono stati gradualmente implementati e migliorati. Nel 2004 sono partiti in Val di Tovel, nel 2006 in Vallesinella, nel 2008 a Malga Ritort, e poi i parcheggi sono stati attivati anche in Val di Fumo, Val d’Algone e l’ultimo nel 2013 in Val Biole. Il sistema ormai consolidato è diventato anche un’offerta occupazionale stagionale per circa una settantina di giovani residenti (considerato tutto il sistema di presenza nelle valli), in particolare studenti universitari, che ad inizio estate vengono sensibilizzati e formati. Col tempo la mobilità è diventata anche sempre più integrata con il trasporto pubblico trentino, con i pullman di mobilità-vacanze proposti da Comuni, Comunità di valle ed APT collegando i diversi ambiti del territorio del Parco. Ne sono esempio l’integrazione ed il collegamento con gli autobus di linea, con la ferrovia Trento-Malè- Marilleva, con la Pinzolo - Campiglio Express, con la corsa specifica che giornalmente collega Cles alla Val di Tovel. Viene, in definitiva, concretizzata la possibilità, offerta ai turisti e residenti, di “liberarsi” dall’automobile per vivere - e contribuire a conservare - le bellezze naturali dell’area protetta con un nuovo approccio più consapevole.
La politica delle tariffe è un ulteriore elemento chiave perché se da un lato deve essere garantita la sostenibilità, anche economica, delle iniziative, dall’altra non deve porre l’iniziativa stessa fuori mercato. Si è peraltro potuto verificare come, a fronte di servizi organizzati ed efficienti e di un territorio ben curato, il turista sia disposto a pagare e, anzi, ritenga le tariffe proposte congrue. Inoltre, occorre ricordare che uno dei presupposti dello sviluppo sostenibile è dare il giusto valore anche ai beni ambientali che, senza risorse, non possono essere conservati né valorizzati. Si può affermare che, preso nel suo insieme, il progetto di mobilità e di gestione parcheggi sia molto vicino al pareggio economico, questo è indubbiamente un elemento decisivo per pensare di riproporre l’iniziativa nei prossimi anni. Per la stagione 2015 il servizio è sulla via della conclusione, (finirà l’11 ottobre in Val di Tovel) e si possono presentare dati più che positivi che superano di qualche punto percentuale quelli che erano i dati della stagione record del 2013. A metà della scorsa settimana erano state complessivamente trasportate 235.538 passaggi, in aumento del 5% rispetto al 2013.
L’incremento delle presenze e la soddisfazione espressa dai turisti dimostrano che il progetto è valido ed è apprezzato, tanto che ormai la mobilità non è percepita solo come un modo di spostarsi, ma è diventata parte dell’esperienza di vacanza. Si prospettano, inoltre, novità importanti per la stagione futura a Vallesinella: un nuovo parcheggio più defilato rispetto all’attuale, il miglioramento della viabilità e una nuova corsa con il trenino nel servizio mobilità da Madonna di Campiglio.
A fine agosto è stato sperimentato il servizio con il trenino al fine di verificare i presupposti per inserirlo definitivamente nella mobilità del 2016, prima ad integrazione e poi in sostituzione delle navette operanti oggi. Il trenino, infatti, è meno ingombrante e non costringe chi entra in bici o a piedi a fermarsi per lasciar passare il mezzo.

PANEVEGGIO PALE DI S. MARTINO
Vivere il Parco significa anche conoscere e visitare i suoi tesori naturalistici e paesaggistici senza disturbare l'ambiente, gli animali, i fiori e le piante che li compongono. È possibile avvicinarsi a questi tesori e fruire del territorio protetto senza arrecare loro danno, evitando di aggredirli con un assalto disordinato di auto, moto e pullman. Anche la circolazione dei mezzi a motore deve diventare sempre più sostenibile per l'ambiente: meno emissioni nocive, meno rumore, meno ingorghi, comportano per tutti la possibilità di fruire delle meraviglie della natura preservandole per il futuro. Mobilità sostenibile nel Parco vuole dire allora scegliere consapevolmente il luogo che si vuole visitare, il mezzo migliore per arrivarci e il periodo più indicato per goderne appieno la bellezza.
I bus navetta presenti nel Parco trasportano all'incirca 40 mila persone all'anno. Dal 2014 sono, inoltre, presenti 3 ciclostazioni con 12 biciclette a pedalata assistita. Nel primo anno il servizio è stato utilizzato da circa 600 utenti. Nel corso della settimana europea della mobilità le biciclette sono state offerte gratuitamente ai visitatori.

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22/09/2015, 21:12
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Il progetto di lotta biologica con nemici indigeni finanziato dalla Fondazione Caritro
FEM ALLEVA PICCOLE VESPE PER COMBATTERE LA DROSOPHILA

Allevare i nemici naturali della Drosophila suzukii per poi usarli contro il moscerino dei piccoli frutti. La Fondazione Mach, in collaborazione con la cooperativa Sant’Orsola e Bioplanet s.c.a., sta lavorando a un progetto di controllo biologico finanziato dalla Fondazione Caritro con il bando per i giovani ricercatori. L’obiettivo è quello di ridurre l’impatto della Drosophila sulle coltivazioni trentine e, contemporaneamente, diminuire il numero di trattamenti chimici.

La Fondazione Mach da anni è attiva nello sviluppo di strategie innovative per il controllo biologico della Drosophila suzukii, il moscerino dei piccoli frutti che sta letteralmente flagellando le coltivazioni di ciliegie, fragole, lamponi e mirtilli. Grazie al finanziamento della Fondazione Caritro, da dicembre il ricercatore del Centro Trasferimento Tecnologico, Valerio Rossi Stacconi, sarà impegnato nello studio dei parassitoidi indigeni nemici dell’insetto asiatico.

Già nel 2012 la Fondazione Mach, in collaborazione con l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (IAMB) e con l’Oregon State University (OSU), aveva identificato come possibile insetto utile il Pachycrepoideus vindemiae. L’anno successivo erano state selezionate altre due specie dall’efficacia promettente: la Leptopilina heterotoma e la Trichopria drosophilae. Tutte e tre le specie di parassitoidi, delle piccole vespe, sono in grado di attaccare la Drosophila suzukii deponendo le loro uova all’interno degli stadi giovanili del moscerino.
Per il progetto finanziato dalla Fondazione Caritro, FEM collaborerà con la cooperativa agricola Sant’Orsola, realtà italiana di riferimento nella produzione e vendita di piccoli frutti, e con Bioplanet sca, azienda di Cesena leader nell’allevamento di insetti e acari utili alla difesa biologica delle colture.
Il raggiungimento degli obiettivi permetterà una riduzione dell’impatto della Drosophila sulle coltivazioni e, contemporaneamente, una diminuzione del numero di trattamenti chimici e dei conseguenti residui di fitofarmaci.
Qui sotto il link al video che illustra l’attività di parassitizzazione delle piccole vespe.

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Le telecamere di “Puliamo il mondo” in visita all’incubatore green di Trentino Sviluppo
LE PIANTE “ANTI-FRANE” DI BIO SOIL E PROGETTO MANIFATTURA SU RAI 3

Come è possibile contenere frane ed erosioni utilizzando dei “chiodi vegetali”? Davvero esistono particolari piante in grado di realizzare una barriera naturale contro gli sversamenti di fitofarmaci in fiumi e torrenti? Le soluzioni verdi ideate da Bio Soil Expert, startup ospitata in Progetto Manifattura, l’incubatore green di Trentino Sviluppo, sono state protagoniste della puntata di “Puliamo il mondo” andata in onda oggi, giovedì 24 settembre, alle ore 15.35 su Rai 3. Edizione italiana di 'Clean Up the world', la più grande iniziativa di volontariato ambientalista del mondo, la rubrica condotta da Alessia Mari in diretta dallo studio tv6 del Centro di produzione Rai di Torino, racconta l'Italia delle emergenze ambientali, ma anche delle buone pratiche. Tra queste le soluzioni radicali ideate da Bio Soil Expert, e l’esperienza di Progetto Manifattura, il primo incubatore per le cleantech d’Italia.

Un viaggio nell'Italia che protesta e propone, che denuncia e si adopera. Una sorta di inventario di ciò che funziona oppure no, tra storie di stili di vita, rabbie, pareri di esperti e scienziati. Questo è stato “Puliamo il mondo 2015”, sei gli appuntamenti quotidiani, da lunedì 21 settembre a sabato 27 settembre, che si concluderà domenica mattina con una lunga diretta su Rai3.
Nella puntata odierna - un viaggio attraverso l’Italia, da Cagliari a Castel Volturno, passando per Roma - spazio e grande interesse per le soluzioni radicali di Bio Soil Expert, una delle ultime rivelazioni di Progetto Manifattura, lanciata dal concorso D2T di Trentino Sviluppo e sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento con il fondo Seed Money. Particolari piante, coltivate in modo da svilupparne l’apparato radicale, utilizzate contro frane, erosioni e smottamenti, ma anche come barriere idrauliche vegetali per preservare i corsi d’acqua, negli interventi di bonifica dei terreni o per degradare e assorbire i residui fitosanitari e dei metalli pesanti spesso presenti negli agrofarmaci.
Le telecamere Rai sono entrate anche a Progetto Manifattura, l’hub delle cleantech, per raccontare il suo straordinario ecosistema alimentato da una cinquantina di aziende, tra startup e imprese di dimensioni maggiori, e dai servizi ad elevato valore aggiunto offerti da Trentino Sviluppo.

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Il consiglio degli esperti FEM: “Gli alberi si riprenderanno naturalmente”
AFIDE DEL CIPRESSO, NON TAGLIARE LE PIANTE

I cipressi attaccati dall’afide non vanno tagliati. È questo il consiglio degli esperti della Fondazione Mach che, oltre a seguire l’evolversi dell’attacco, stanno lavorando alla stesura di un protocollo fitoterapico per il monitoraggio e il controllo del parassita. Gli ultimi mesi, infatti, hanno fatto registrare una massiccia infestazione di Cinara cupressi che si manifesta con diffusi arrossamenti e disseccamenti delle chiome. L’estate calda appena trascorsa, però, ha indebolito la proliferazione dell’afide; è quindi probabile che le piante colpite si riprendano naturalmente.

Quest’estate i cipressi trentini sono stati messi a dura prova da una massiccia infestazione dell’afide Cinara cupressi. Sia nelle zone dove la pianta vegeta naturalmente, come l’Alto Garda, sia laddove è utilizzata a scopo ornamentale, in primavera si è assistito a improvvisi e diffusi disseccamenti delle chiome. Il proliferare del parassita è stato favorito dal clima dell’ultimo anno: l’estate fresca e umida del 2014 e l’inverno mite hanno contribuito a far sopravvivere un maggior numero di insetti.
Il Gruppo Foreste della Fondazione Mach, in collaborazione con le giardinerie comunali, il Servizio fitosanitario della Regione Veneto e l’Università di Padova, sta seguendo l’evolversi dell’attacco, approfondendo gli aspetti bioecologici e valutando le capacità di recupero delle piante colpite. In particolare, in questo periodo l’ente di San Michele all’Adige sta lavorando alla stesura di un protocollo operativo per il monitoraggio e il controllo delle infestazioni.
Il consiglio è quello di non tagliare le piante colpite lasciandole alla loro ripresa naturale. La calda estate del 2015 è stata utile a inibire la proliferazione dell’afide e quindi è probabile che i cipressi si riprendano naturalmente; in diversi casi si assiste già alla rigenerazione di nuovi rametti verdi sui tessuti colpiti da necrosi. Possono invece risultare utili misure preventive indirette, come la concimazione organica del terreno e l’irrigazione di supporto in caso di siccità. Inoltre si può ricorrere a lavaggi delle chiome ad alta pressione.

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25/09/2015, 22:39
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Soddisfazione dell'assessore Dallapiccola per un incontro che apre la fase finale della definizione dei bandi sul Psr
SVILUPPO DELLE AZIENDE AGRICOLE: NUOVE DECISIONI DOPO LA RIUNIONE DELLO STAFF DELL'ASSESSORATO
CON I SINDACATI AGRICOLI

Nuova riunione, alla presenza dell'assessore competente Michele Dallapiccola, dello staff dell'assessorato con i sindacato agricoli durante la quale sono stati analizzati i criteri di selezione delle Operazioni del Programma di Sviluppo Rurale-Psr 2014/2020, indirizzate fondamentalmente allo sviluppo della redditività delle aziende agricole ed al miglioramento della loro competitività. Sono stati analizzati in dettaglio inoltre i criteri per favorire l’insediamento dei giovani agricoltori, adeguatamente qualificati. In particolare, le Misure ed Operazioni del Programma coinvolte sono state quelle relative agli investimenti nelle aziende agricole, agli aiuti all'avviamento di imprese per i giovani agricoltori, agli investimenti per la diversificazione relativi all'utilizzo di fonti di energia rinnovabile.

I criteri, condivisi inizialmente nei principi, da parte dei componenti del Comitato di Sorveglianza del Programma, lo scorso 15 settembre, in presenza anche dei referenti della Commissione Europea e del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, sono ora stati “pesati” nei relativi punteggi.
I punteggi costituiranno parte integrante dei futuri bandi di attuazione del Piano di sviluppo rurale 2014/2020, che vedranno la luce nel corso dei prossimi mesi.

Per quanto riguarda l’Operazione 4.1.1 - Investimenti nelle aziende agricole, in risposta alle richieste del mondo agricolo ed in coerenza con la politica europea di sviluppo rurale e con l’Accordo di Partenariato Nazionale è stata prevista una priorità nell’accesso ai finanziamenti ai giovani insediati in agricoltura. E’ stata inoltre prestata attenzione agli investimenti innovativi, rispettosi dell’ambiente e in grado di garantire la tutela della risorsa idrica.

Per quanto riguarda l’Operazione 6.1.1 - Aiuti all'avviamento di imprese per i giovani agricoltori, sempre in sintonia con quanto chiesto dal settore, si è cercato di mantenere l’impostazione ampiamente collaudata nelle precedenti programmazioni. In tale Operazione viene data priorità nella fascia di età 18/40, ai soggetti più giovani ed a quelli con professionalità più alta.

Nell’ambito dell’Operazione 6.4.1 - Investimenti per la diversificazione relativi all'utilizzo di fonti di energia rinnovabile i criteri di selezione daranno priorità agli investimenti in grado di diversificare maggiormente le attività dell’impresa agricola ed aumentare i posti di lavoro anche ottimizzando la manodopera aziendale.

Su tutte e tre le Operazioni, il Servizio Agricoltura della Provincia ha posto risalto, con l’attribuzione di punteggi interessanti, al metodo di produzione biologico, in risposta alla crescente domanda di “ambiente” e nella declinazione delle priorità settoriali, e al comparto zootecnico della montagna, in quanto tali imprese che gestiscono gran parte del territorio trentino, con l’uscita dal regime delle quote latte devono assolutamente recuperare competitività nei confronti dei concorrenti di pianura.

L’assessore Dallapiccola si è detto soddisfatto dell’incontro. "Questo momento tecnico - ha detto - apre la fase finale della definizione dei bandi sul Psr e tutto si chiuderà entro fine anno. Nel frattempo attraverso i fondi per il nuovo Psr già operativo stiamo pagando premi annuali relativi alla zootecnia 2014, sfalcio alpeggio e compensativa in saldo e acconto. Questa fase si concluderà entro le prossime settimane”.

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