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Confcooperative Toscana 
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Firma protocollo cooperative di Comunità, Confcooperative: “Si rafforza la nuova frontiera di impegno condiviso tra amministrazione regionale e movimento cooperativo”
Siglato oggi il Protocollo Protocollo di rete sulla cooperazione di comunità in Toscana tra Regione Toscana, Anci Toscana, Centrali Cooperative, Cooperative di comunità e comuni

Firenze, 5 febbraio 2020 - “Accogliamo con soddisfazione la firma questo protocollo che è l'ultima prova concreta di una intensificata e proficua collaborazione tra la pubblica amministrazione e le centrali cooperative per vincere la sfida contro l’abbandono del territorio e per lo sviluppo delle comunità più fragili. Il sostegno alle cooperative di comunità diventa oggi la nuova frontiera di impegno condiviso tra l'amministrazione regionale e il movimento cooperativo della Toscana”, ha detto la presidente di Confcooperative Toscana, Claudia Fiaschi a margine della firma del "Protocollo di rete sulla cooperazione di comunità in Toscana" tra Regione Toscana, Anci Toscana, Centrali Cooperative, Cooperative di comunità e comuni nei cui territori sono ubicate le cooperative”, oggi a Palazzo Strozzi Sacrati.

“La storia delle cooperative di comunità in Toscana - ha spiegato Fiaschi - parte nel lontano 2014 quando per la prima volta venne introdotto nella legge regionale quadro delle cooperazione, la n.73 del 2005, il tema della conservazione della presenza delle comunità nelle aree interne a rischio di spopolamento attraverso questa forma di impresa innovativa”.

“Un lungo percorso di collaborazione attiva - Continua Fiaschi – che conduce al primo bando per la costituzione delle cooperative di comunità, pubblicato dalla Regione a fine 2018, e che ha potuto contare sul supporto delle centrali cooperative con i loro esperti e i loro tecnici per la formazione dei soci delle neonate imprese di territorio. Questo primo bando ha visto la costituzione di 24 cooperative di comunità in Toscana e la nascita di una community che si scambia buone prassi e metodologie per sviluppare le attività ed affrontare le sfide del mercato”.

“L’esperienza delle neonate cooperative di comunità, il nuovo bando di inizio 2020 della Regione Toscana, accompagnato dalle ultime modifiche alla legge quadro 73/2005 che ne allargano il raggio d’azione, testimoniano dell’intraprendenza delle comunità toscane che riescono ad accettare la sfida del rilancio economico e sociale del territorio grazie agli strumenti dell’economia collaborativa - conclude Fiaschi - Siamo certi che la cooperazione rappresenti la via maestra per mobilitare energie individuali e trasformarle in un progetto collettivo di lunga durata. Per fare questo servono competenze e strumenti che Confcooperative è in grado di fornire e che mette a disposizione per questo ambizioso obiettivo condiviso”.

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05/02/2020, 16:31
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Appello del vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana al ministro Costa
Ungulati, Baragli (Fedagripesca): “Il Reddito di cittadinanza serve ai nostri agricoltori”
“A causa degli ungulati decine di piccole nostre aziende a rischio”

Empoli, 12 febbraio 2019 - “Salvaguardare l'ambiente significa innanzitutto salvaguardarne l'equilibrio. In questo momento invece siamo in una situazione che mette costantemente a rischio l'ecosistema naturale per l'eccessiva presenza di ungulati che, oramai totalmente fuori controllo, stanno distruggendo non solo le nostre produzioni ma anche la possibilità di gestire in maniera sostenibile l'agricoltura e quindi l'ambiente”. È questo il grido di allarme che Ritano Baragli vice presidente Fedagripesca Confcooperative Toscana e presidente della Cantina Sociale Colli Fiorentini ha lanciato ieri a margine dell'incontro promosso da Confcooperative a Firenze con il ministro dell’ambiente Sergio Costa.

“Siamo in una situazione vicina alla disperazione- spiega Baragli - , perché oramai i nostri investimenti sono messi quotidianamente a repentaglio a causa di una presunta difesa della natura che di naturale non ha nulla. Non consentire la regolamentazione attraverso la caccia selezionata degli ungulati infatti non ha nulla a che fare con il vero rispetto della natura. Perché quando il ciclo naturale viene ad essere artificialmente compromesso dalla presenza eccessiva di ungulati invece che un punto di equilibrio cadiamo, come sta accadendo ora in un circolo vizioso che trascinerà nel burrone non solo noi coltivatori e allevatori, ma tutto quanto il nostro eco- sistema”.

“Se non interrompiamo questa spirale - aggiunge Baragli - fra pochi anni ci ritroveremo con ancor più terreni incolti e abbandonati perché oramai tantissimi nostri contadini, soprattutto nelle aree più marginali, sono costretti a chiudere le proprie aziende. E quando un contadino abbandona il territorio significa che quel presidio di tutela dell'ambiente viene meno con i gravi danni che ne conseguono in termini di cura e prevenzione dell’equilibrio naturale di quel luogo”.

“Chiediamo quindi al Governo un'azione immediata - conclude Baragli - volta a contenere e poi far diminuire drasticamente il numero degli ungulati che assaltano le nostre coltivazioni e poi un programma specifico di incentivi e sostegni ai nostri contadini nelle aree marginali. Se è stato predisposto un reddito di cittadinanza per combattere la povertà e aiutare l'ingresso nel mondo del lavoro per tanti cittadini, sarebbe ora che un’analoga misura sia presa anche per non far morire centinaia di piccole imprese di agricoltori, per non fargli perdere investimenti e lavoro e per evitare che finiscano in povertà”.

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12/02/2020, 16:11
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Dazi, Baragli (Fedagripesca) “Ottima notizia per il vino toscano, ci auguriamo immediata ripresa delle attività”

Firenze, 15 febbraio 2020 - “Possiamo dire di averla scampata, si tratta di una notizia molto positiva e ci auguriamo che possa diffondersi velocemente anche fra gli imbottigliatori che di fatto avevano già scaricato sui produttori lo spettro di questi dazi.”

E' quanto dichiarato da Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana e presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini che commenta così la notizia dell'esclusione dell'Italia dai dazi americani.

“Adesso ci auguriamo che anche sul fronte cinese possa rientrare presto l'allarme del Coronavirus, rilanciando così tutti gli investimenti verso un mercato fondamentale per il vino toscano verso il quale stiamo guardano con grande attenzione e prospettive.”


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15/02/2020, 16:25
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Coronavirus: vino fermo in cantina, allarme di Fedagripesca
Baragli: "Export quasi cancellato, serve liquidità ora o non ripartiremo"
Il vicepresidente FedagriPesca Confcooperative Toscana: "Governo, Regione e Ue devono muoversi ora o sarà troppo tardi"

Firenze, 1 aprile 2020 - “Il bicchiere è davvero mezzo vuoto e il problema è che sta rapidamente finendo” usa la metafora che più gli si addice, Ritano Baragli, vicepresidente Fedagripesca Confcooperative Toscana per spiegare la situazione della viticoltura messa in ginocchio dalla crisi economica derivante da Covid 19.

“Siamo in attesa del peggio - ammette Baragli - e il peggio arriverà quando finiranno anche le poche esportazioni finora rimaste in piedi. E fra poco arriverà il periodo della vendemmia che rischia di trovarci totalmente senza difese economiche per poterla affrontare. Ora, non fra qualche settimana o mese, abbiamo cioè bisogno di ossigeno, liquidità per onorare i nostri impegni e per preparare quelli che ci attendono. Ora o mai più. E’ per questo che gli interventi della Ue, del Governo e della Regione Toscana non possono avere tempi tradizionali. Gli aiuti devono arrivare subito sia con proroghe, sospensioni e dilazioni dei pagamenti sia con credito garantito a lungo e lunghissimo termine con tassi azzerati o quasi”.

“Occorre una iniezione di liquidità nelle aziende e nelle cooperative di produttori - puntualizza Baragli - perché abbiamo come primo obiettivo di portare a casa produzione e poi sperare che non tutto il nostro mercato sia nel frattempo crollato. Perché già ora abbiamo da vendere tanto vino, ma la domanda è in calo e così i prezzi continuano ad abbassarsi e si restringono i margini. E’ come se nel nostro motore arrivasse sempre meno benzina e a costi sempre più alti. Abbiamo e avremo sempre più vino fermo nelle cantine e l’effetto saranno molte svendite che sviliranno il prodotto toscano”.

“Anche per questo - conclude Baragli - servirebbe da parte delle istituzioni un progetto complessivo che aiuti la trasformazione ecologica del nostro sistema produttivo puntando sulla cosiddetta vendemmia verde in cui la produzione diminuisce in quantità ma aumenta in qualità e redditività senza limitarci ai soli vigneti marginali”.

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01/04/2020, 15:40
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Il presidente Tistarelli “Ogni giorno dalla cooperazione agroalimentare latte, formaggi, legumi e pasta ma anche mascherine e fiori per i cimiteri”
Coronavirus, Fedagripesca Toscana “ -40% di vendite nell'agroalimentare, nostra produzione destinata a fronteggiare emergenza”

Firenze, 10 aprile 2020 - “Le nostre cooperative registrano una flessione media delle vendite del 30-40% in meno rispetto all'analogo periodo del 2019, sia sul mercato interno, comunitario ed extra UE; soffrono di una drastica riduzione se non annullamento delle vendite dirette, causata dalle restrizione della circolazione dei cittadini; difficoltà logistiche di ogni tipo”. Così Fabrizio Tistarelli, presidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, spiega le conseguenze negative dell'emergenza Coronavirus che stanno vivendo le cooperative agroalimentari della Toscana, come tutto il comparto primario.

“Nonostante ciò - continua Tistarelli – in questa emergenza epocale e senza precedenti, la cooperazione agroalimentare sa impegnarsi concretamente nella solidarietà alimentare nei confronti delle fasce di popolazione più debole, con un collegamento stretto con gli Enti assistenziali e di volontariato, con i Comuni e con le strutture sanitarie”.

“I primi numeri del contributo di solidarietà delle cooperative aderenti alla nostra federazione parlano da soli – riferisce sempre il presidente Tistarelli - 20 quintali a settimana di latte fresco confezionato, 1 quintale di formaggi freschi, 3 quintali di legumi secchi, 40 quintali di pasta alimentare, 50.000 buste per confezionare mascherine in distribuzione da parte dei comuni, migliaia di fiori recisi donati ai comuni per addobbare i cimiteri in questo periodo pasquale, 1 ecografo ad un'associazione di volontariato, adesione alle iniziativa “buoni spesa” dei comuni ed infine circa € 6.000 donati ad alcune strutture ospedaliere”.

“L’impegno solidaristico delle cooperative continuerà – conclude Tistarelli - affiancato a quello di rifornire gli scaffali della GDO ed i negozi di prossimità di prodotti toscani genuini, di alta qualità e commercializzati con un equo prezzo nell'interesse dei produttori e dei consumatori.”

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10/04/2020, 14:23
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Coronavirus, l’appello di Fedagripesca: “Se il mondo del vino toscano non si allea, questa volta non usciremo dalla crisi”

Firenze, 27 aprile 2020 - “Mai come in questa situazione di crisi il sistema cooperativo può salvare il settore vitivinicolo”, ne è convinto Ritano Baragli, vicepresidente Fedagri Confcooperative Toscana e presidente Valvirginio, Cantina Sociale Colli Fiorentini.

“E’ necessario che il mondo del vino si allei per trovare insieme la forza di resistere alla crisi che si è aperta in seguito all’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus - spiega Baragli - perché siamo produttori piccoli che non potrebbero resistere al mercato soprattutto dopo che l’emergenza avrà modificato la domanda di vino in Italia e nel mondo”. “Per questo occorre ricorrere alle cooperative o ai consorzi di produttori che riescano a mettere insieme i tanti protagonisti del mondo del vino toscano e a ridurre i costi d’impresa per fare economie di scala soprattutto per quanto riguarda gli investimenti strutturali che saremmo chiamati a fare e soprattutto per quanto riguarda le politiche di investimento sul marketing sul territorio italiano e all’estero che saranno necessarie domani quando, speriamo il prima possibile, l’economia ripartirà”.

La filosofia del “piccolo è bello”, che ha caratterizzato il sistema produttivo agricolo toscano, basato su attività familiari, o poco più che familiari, legate spesso al turismo, rischia di mostrare tutta la sua fragilità in questa situazione secondo Fedagri. “Da soli non avremmo la capacità di resistere a concorrenti che sono molto più agguerriti e molto più forti di noi perché possono contare su ben altre grandezze produttive e distributive - continua Baragli - Abbiamo quindi la necessità, direi vitale, di lavorare insieme e di esprimere la forza di ognuno di noi attraverso un’unità di intenti e di azione”.

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27/04/2020, 12:51
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Al Madonnino l'assemblea dei soci rinnova le proprie cariche sociali.
Latte Maremma, Tistarelli confermato presidente. Le congratulazioni di Confcooperative
La sfida. "Diventare brand regionale di qualità a tutela degli allevatori e dei consumatori"


Braccagni, (Grosseto) 3 luglio 2020 – Fabrizio Tistarelli è stato confermato alla guida del Consorzio produttori Latte Maremma. L'elezione, che ha visto il rinnovo del presidente e di tutti i membri del Consiglio di amministrazione, si è tenuta nei giorni scorsi alla Fiera del Madonnino a Grosseto. Il nuovo mandato avrà una durata di 3 anni.

"Nell'ultima elezione – ha dichiarato Tistarelli - eravamo chiamati ad avviare un processo strategico e cruciale di profondo rinnovamento aziendale, una responsabilità nei confronti della nostra storia, del marchio, dei soci e della Maremma. Oggi l'assemblea, con questa riconferma, ci ha riconosciuto la qualità del lavoro svolto anche in momenti davvero difficili.” Momenti difficili che nascono soprattutto dai cambiamenti nelle dinamiche di produzione, di vendita e di consumo. “Come Latte Maremma – ha spiegato il presidente – ci ritroviamo compressi in un meccanismo dominato dalla polarizzazione verso le grandi multinazionali che attirano a sé dalle più piccole alle più grandi aziende del comparto agro-alimentare come quello del latte. Per questo abbiamo avviato sinergie con altre piccole aziende del territorio toscano per la trasformazione del nostro latte in prodotti caseari di grande qualità. Ci siamo ancor di più radicalizzati sul territorio e abbiamo ancor più stressato il concetto di Artigiani del Latte proprio in contrapposizione a quanto sta avvenendo. Abbiamo cambiato il nostro storico logo per elevarlo a brand regionale. Abbiamo quindi avviato una estesa campagna di comunicazione che il Covid ha solo momentaneamente rallentato".

“Il nostro obiettivo – continua Tistarelli - resta la valorizzazione del prodotto e del lavoro contro la sua deriva industriale e speculativa, oggi tanto in voga. Abbiamo deciso di adottare un modello di sviluppo che rappresenta l'unica via possibile per salvare non solo i piccoli produttori ma anche gli stessi consumatori. "Attualmente chi lavora la terra si vede ogni giorno ridurre il proprio reddito - conclude il presidente di Latte Maremma - perché costretto a stare sul mercato, mentre noi liquidiamo il latte ai nostri soci mediamente un prezzo più alto della media italiana, al netto delle premialità. Ma non solo, mentre il nostro Paese era in lockdown noi abbiamo continuato a rifornire tutte le piccole botteghe anche delle frazioni più sperdute scegliendo quindi di sostenere le comunità locali.”

Le congratulazioni per la riconferma del mandato sono arrivate anche da Fedagripesca Confcooperative Toscana “A Fabrizio Tistarelli e al cda, l'augurio di proseguire sul percorso tracciato negli ultimi anni. Il periodo non è facile ma il sistema cooperativo toscano saprà rispondere all'attuale emergenza economica e sociale con la professionalità, lo spirito di servizio e la tensione etica necessarie in questi momenti.”

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03/07/2020, 13:54
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Vino, Baragli (Fedagripesca): "Dopo la pandemia, in Toscana quasi un'azienda su dieci rischia di chiudere"

Firenze, 15 luglio 2020 - “In Toscana, per effetto della pandemia e del lockdown "nel comparto vitivinicolo, ma nell'agricoltura in generale, quasi l'8% delle aziende rischia di chiudere”. E' l'allarme lanciato da Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana e presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini, secondo cui i vini toscani sono stati particolarmente penalizzati dal crollo dei flussi turistici, e dal conseguente crollo del mercato Horeca, sbocco privilegiato delle produzioni di qualità.

"I vini toscani - spiega Baragli - così come quelli piemontesi, incontrano difficoltà nel momento in cui la ristorazione, l'Horeca sono fermi, non solo in Italia, ma anche negli Usa, in Russia e in altri mercati. Noi speriamo che la Cina sia uno dei primi mercati a riprendere con i consumi, ma si tratta di un mercato non di primissimo livello per i vini toscani. Per il Chianti, ad esempio, è poca cosa: i mercati di riferimento sono Usa, Germania, Svizzera. La sfida per i produttori è cercare nuovi mercati". Difficile, secondo il vicepresidente di Fedagripesca, per via della piccola taglia della maggior parte dei produttori toscani, e dopo che il Coronavirus ha vanificato l'impatto positivo atteso dalle operazioni di promozione messe in campo nei mesi scorsi.


Adesso, afferma Baragli, "lo Stato e l'Unione europea devono sostenere i nostri prodotti", visto che le misure messe in campo fin qui dal Governo mal si adattano al contesto toscano. "Il Ministero - spiega - ha messo in campo 100 milioni di euro per la 'vendemmia verde', che è una riduzione volontaria delle rese, ma qui le rese sono già basse. E non credo che qualcuno in Toscana farà distillazione per produrre alcool da usare come disinfettante: è una misura che va bene per chi produce vino da tavola, a un prezzo di 30 euro a ettolitro. Bisognerebbe adottare i provvedimenti che ha messo in campo la Francia, dove si distillano anche i prodotti a denominazione, ma si arriva a un prezzo di 70-80 euro a ettolitro".

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15/07/2020, 11:08
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Vino, Baragli (Fedagripesca): “Per la vendemmia mancheranno 5mila stagionali in Toscana”


Firenze, 11 agosto 2020 - La aziende toscane si preparano alla vendemmia 2020, ma quest'anno dovranno fare i conti con la mancanza di manodopera nelle vigne: “In Toscana mancheranno circa 5mila lavoratori” è l'allarme lanciato da Fedagripesca Confcooperative Toscana.
La maggior parte dei lavoratori stagionali di solito impiegati nella vendemmia arrivano dall'estero, soprattutto dai Paesi dell'Est Europa, che oggi stanno affrontando un aumento di casi di Coronavirus e sono stati inseriti nella “black list” dell'Italia: il loro arrivo è bloccato dalle restrizioni e dalle misure anti Covid.
Per aiutare le aziende vitivinicole a trovare manodopera e nello stesso tempo aiutare gli italiani che sono difficoltà economiche causa pandemia, Fedagripesca Confcooperative Toscana sollecita al governo la semplificazione dell'uso dei voucher agricoli. “Permetterebbe a studenti, disoccupati, ristoratori che non hanno lavoro di venire nelle vigne a dare una mano e guadagnare denaro che poi potrebbero spendere, facendo ripartire l'economia” afferma Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana e presidente della cantina sociale Colli Fiorentini. “L'allergia che governo e sindacati hanno a utilizzare i voucher penalizza il lavoro agricolo: la vendemmia dura pochi giorni, la burocrazia ostacola le assunzioni per un tempo breve, e i viticoltori non possono contare solo sull'aiuto dei parenti”. Il governo, con il decreto legge 18 marzo, ha permesso le prestazioni agricole ai familiari fino al sesto grado di parentela, ma non basta. “La popolazione che lavora in agricoltura è anziana, sono anziani anche i parenti” spiega Baragli.

Molte aziende hanno meccanizzato la raccolta dell'uva, ma molte la effettuano ancora a mano. Nella cantina Colli Fiorentini, per esempio, la metà delle aziende si serve ancora interamente di manodopera. Le fasi preliminari della vendemmia in Toscana inizieranno dopo Ferragosto, si entrerà nel vivo da metà settembre. “La produzione di uva non è tanta, ma si annuncia un buon vino” afferma Baragli.
Una volta vendemmiato, le aziende dovranno fare i conti con la crisi del mercato. L'export è calato, il canale Horeca, quello della ristorazione e delle enoteche, è praticamente fermo. L'unico canale che prosegue è quello della grande distribuzione. “Il Chianti nel giugno di quest'anno rispetto al giugno 2019 ha registrato un prezzo medio di 4,40 euro, e un incremento di bottiglie vendute del 3,3 %. Ma il resto del mercato soffre, manca una grossa percentuale di consumatori”. Per Baragli il calo delle vendite di vino italiano nel mondo “sarà superiore al 4%”.

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Pesca, il problema del tonno rosso in Toscana “Costretti a ributtare in acqua il pescato”

Ogni estate, le imbarcazioni professionali perdono oltre 100mila euro a causa di un regolamento nazionale sulla “pesca accessoria” e di un sistema che agevola le marinerie del Sud

La denuncia di FedAgripesca (Confcooperative): «Un insostenibile danno ambientale ed economico»


Firenze, 31 agosto 2020 - I pescatori della Toscana vengono puntualmente tagliati fuori dal business internazionale del tonno rosso del Mediterraneo, costretti a rinunciare a un introito di oltre 100mila euro all'anno. A denunciarlo è FedAgripesca di Confcooperative Toscana.

«Nessuna delle 600 imbarcazioni professionali che lavorano nell'arcipelago toscano ha la licenza per pescare questa preziosa specie, strapagata e soprattutto assorbita quasi totalmente dal mercato giapponese, come è stato recentemente raccontato in un reportage del quotidiano La Repubblica» spiega il referente dell'associazione di categoria, Andrea Bartoli. «L'unica possibilità che potrebbero avere sarebbe quella di ricorrere alla cosiddetta “pesca accessoria”, ovvero la quota di tonno che ogni anno viene concessa alle barche non autorizzate. Quest'anno, per esempio, ammontava a 250 tonnellate».

Il condizionale, però, è d'obbligo visto che quando i tonni rossi, migrando, arrivano nel mare toscano, la quota in questione è già stata ampiamente esaurita dalle marinerie del Sud Italia. Eppure, nei mesi di luglio e agosto il Tirreno è ricchissimo di tonno rosso. E non sono pochi gli esemplari che finiscono nei palangari delle barche che pescano il pesce spada o nelle reti di circuizione dei pescherecci che si dedicano ad acciughe e sardine, di cui i tonni si nutrono. A quel punto, però, i nostri pescatori sono costretti a ributtare in mare il tonno catturato, vivo o morto che sia.

«Il danno è duplice: ambientale ed economico» denuncia Bartoli. «Da due mesi le nostre barche ributtano in mare i tonni pescati perché il regolamento vieta loro di sbarcare il pesce, cioè di portarlo a terra e venderlo. Si calcola che ogni estate vengono pescati inutilmente circa 10 esemplari».

I pescherecci toscani che potrebbero beneficiare della pesca del tonno rosso sono una cinquantina, per un totale di 200 membri negli equipaggi. Si tratta di piccole realtà artigianali, concentrate soprattutto nella zona del'Isola d'Elba, che solitamente vendono il pescato direttamente al consumatore.

Un chilo di tonno rosso viene venduto a 25 euro al chilo. Considerando che questi pesci pesano tra i 50 e i 400 chili, il calcolo del giro d'affari perduto è rapido. La soluzione per bloccare lo scempio ambientale e per garantire anche ai pescatori professionali una fonte di reddito ci sarebbe.

«Da anni stiamo chiedendo al Ministero delle Politiche agricole una modifica ai regolamenti e alla Regione Toscana un supporto concreto in questa battaglia» conclude Bartoli. «Sarebbe sufficiente suddividere la quota della pesca accessoria su base regionale, anziché stabilire una quota nazionale come avviene adesso. In questo modo anche la Toscana avrebbe accesso alla pesca del tonno rosso. Ma nessuno, per il momento, ci ha ascoltati».

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31/08/2020, 11:39
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