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News e comunicati stampa dal mondo agricolo
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Re: Confagricoltura

18/07/2025, 20:11

Riforma Pac, Confagricoltura Toscana: “Attacco al futuro della nostra regione, partiti e istituzioni toscane protestino con noi”
Il presidente Marco Neri e il Piano della Commissione Europea: “Così si penalizzano le aziende più produttive e si condannano Toscana e Italia alla dipendenza agroalimentare”



Firenze, 18 luglio 2025 - “Quello presentato dalla Commissione Europea è un piano sbagliato, che rischia di compromettere non solo la tenuta delle imprese agricole toscane, ma l’intero equilibrio economico e territoriale della nostra regione”.

A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commentando la proposta avanzata dalla presidente Ursula von der Leyen di accorpare la Politica Agricola Comune all’interno di un Fondo Unico europeo, con il conseguente taglio del 20% delle risorse destinate all’agricoltura.

“Penalizzare l’agricoltura – prosegue Neri – significa colpire direttamente le aziende più strutturate, quelle che lavorano meglio, che producono di più e che si confrontano ogni giorno sui mercati esteri. In questo modo l’Europa ci rende più deboli e ci consegna nelle mani delle importazioni estere, lasciando la nostra alimentazione alle scelte di altri Paesi, a cominciare da quelle dell’amministrazione Trump”.

“Le conseguenze di questo piano non riguardano solo gli imprenditori e i lavoratori agricoli, ma tutti i toscani, che pagheranno cara questa furia tecnocratica contro l’agricoltura – continua il presidente – perché dove non c’è agricoltura non c’è cura del paesaggio, non c’è manutenzione del territorio, non c’è prevenzione del dissesto”.

Per questo il presidente di Confagricoltura Toscana lancia un appello alle istituzioni e alle forze politiche della regione: “Noi ci faremo sentire in tutte le sedi – conclude Neri – e invitiamo da subito partiti, sindaci, consiglieri regionali, giunta regionale (è di ieri la presa di posizione della vicepresidente Saccardi, che apprezziamo) e parlamentari a unirsi a noi. Al di là degli schieramenti, è il momento di difendere l’agricoltura toscana e con essa il futuro della nostra regione”.

Re: Confagricoltura

23/07/2025, 20:45

Latte crudo, Confagricoltura Toscana: “Le nuove linee guida del Ministero rischiano di uccidere le realtà di montagna”
Il presidente Neri: “Si colpiscono le aziende familiari che tengono vivi territori marginali”.
Saba (sezione ovicaprini): “Anche la Toscana, come tutto il resto d’Italia, verrà fortemente penalizzata. Serve una distinzione tra industria e piccole produzioni artigianali”


Firenze, 23 luglio 2025 – “La pastorizia di montagna e le piccole produzioni di latte crudo non sono un patrimonio industriale, ma una parte viva e insostituibile dell’agricoltura toscana. Le direttive del Ministero, così come sono oggi, rischiano di cancellare queste realtà”.

A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commentando le nuove linee guida del Ministero della Salute per la filiera lattiero-casearia, che riguardano da vicino anche molte aree della regione.


“In Toscana – prosegue Neri – il latte crudo è ancora oggi prodotto da piccole aziende a conduzione familiare, spesso situate in aree marginali dove non esistono alternative economiche. Invece di sostenere queste realtà, che rappresentano un presidio ambientale, sociale e culturale, si rischia di metterle fuori gioco con norme estremamente gravose e da applicare senza alcuna distinzione dal micro produttore alla grande industria”.

Le nuove disposizioni arrivano in un momento già particolarmente difficile per il settore ovicaprino, colpito recentemente anche dalla Blue Tongue, o febbre catarrale degli ovini, una malattia che ha aggravato la situazione sanitaria e produttiva in diverse aziende zootecniche toscane.

A denunciare con forza la situazione è anche Angela Saba, produttrice e presidente della sezione ovicaprini di Confagricoltura Toscana.

“Le nuove norme, sommate alle difficoltà già causate dalla Blue Tongue mettono a rischio chi lavora ogni giorno per portare avanti una tradizione – spiega Saba -. La coesistenza tra industria e artigianato è possibile, ma servono regole diverse: non si può equiparare una grande centrale del latte ad un pastore che fa formaggio crudo in montagna”.

“In Toscana - continua Saba - i controlli sulla filiera sono già precisi e mirati. Proprio per questo non c’è alcun bisogno di imporre vincoli che stravolgono l’equilibrio esistente. Qui possiamo stare tranquilli grazie ad un sistema già collaudato e attento”.

“Come Confagricoltura Toscana - concludono Neri e Saba - ribadiamo il nostro sostegno ai piccoli produttori, soprattutto nelle aree interne e svantaggiate, e chiediamo che le linee guida ministeriali vengano riviste con un approccio differenziato, che tenga conto della realtà e delle esigenze di chi lavora ogni giorno per custodire la qualità, la biodiversità e l’identità della produzione agroalimentare toscana”.

Re: Confagricoltura

24/07/2025, 14:58

Agricoltura, 8 comuni toscani vincono le Spighe Verdi 2025
I riconoscimenti a Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello e Gambassi Terme. Il presidente di Confagricoltura Toscana Neri : “Certificazione di una gestione virtuosa del territorio”


Firenze, 24 luglio 2025 - Confermate 8 Spighe Verdi per la Toscana: sono Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello e Gambassi Terme.

Sono questi i comuni rurali toscani cha hanno vinto le “Spighe verdi 2025”, il riconoscimento assegnato ogni anno dal programma nazionale della Fee – Foundation for Environmental Education (l’organizzazione che rilascia nel mondo anche il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere), in collaborazione con Confagricoltura.

La Toscana è la quarta regione in Italia dopo il Piemonte e le Marche per il numero di Spighe vinte (a parimerito con Puglia e Umbria).

“Questo riconoscimento è la conferma di una gestione virtuosa del territorio che unisce istituzioni, agricoltori, cittadini: l'agricoltura è un elemento fondamentale per il benessere della popolazione, per il tessuto economico sociale, per la tutela dell'ambiente. Le Spighe sono la certificazione di buone pratiche, di innovazione agricola, educazione ambientale, valorizzazione delle tradizioni locali e cura del paesaggio” afferma Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana.

Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. Questi sono solo alcuni degli indicatori che guidano il programma e che saranno suscettibili di variazioni, in un’ottica di miglioramento continuo e di massimo coinvolgimento dei Comuni italiani.

Spighe Verdi si basa sull’esperienza quarantennale di Fee, presente in 81 Paesi, nella gestione del programma internazionale Bandiera Blu, un eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari.

Spighe Verdi è un programma nazionale della Fee - Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, la fondazione Fee Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità.

Re: Confagricoltura

28/07/2025, 14:56

Campagna Patate, Confagricoltura Bologna: “Clima avverso ed elateridi minacciano le rese. Il comparto ha bisogno di supporto per affrontare uno dei periodi più difficili della sua storia”

(Bologna, 28 luglio 2025) Superfici dimezzate rispetto a tre anni fa. Nonostante una piccola inversione di tendenza, gli ettari dedicati alla coltivazione della patata nel Bolognese sono circa la metà di quelli del 2022 e la campagna in corso si sta rivelando più difficile del previsto, tra clima sfavorevole e problemi fitosanitari. Secondo un’analisi di Confagricoltura Bologna, le superfici inserite nel contratto quadro regionale affiliate ad Agripat ammontano a 600 ettari, in leggero aumento rispetto allo scorso anno (523 ettari). Tuttavia, i numeri restano preoccupanti se confrontati con il 2022, quando gli ettari coltivati erano 1.102, e raccontano meglio di un altro dato le difficoltà di uno degli areali italiani più vocati a questa coltura.

“La situazione continua a essere piuttosto preoccupante – commenta Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna – e se non fosse stato per la tenacia e l’impegno dei produttori sarebbe andata anche peggio. Le criticità della filiera sono evidenti e le nostre aziende sono in difficoltà. Ancora una volta ribadiamo come uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura locale e regionale abbia bisogno del sostegno da parte delle Istituzioni per affrontare questo momento, il più difficile nella storia della pataticoltura bolognese: noi vogliamo che si continui a coltivare patata nel nostro territorio, una coltura che ha portato sviluppo e prestigio, ma con le attuali condizioni il rischio è che venga abbandonata dai produttori e che lo spazio lasciato sia occupato da altri territori".

Il cambiamento climatico è il problema numero uno e anche quest'anno ci ha messo lo zampino. "La stagione è partita in salita perché venivamo da mesi autunnali e invernali molto piovosi, che non hanno mai permesso di affinare il terreno in modo soddisfacente – spiega Luca Mattei, membro di giunta di Confagricoltura Bologna e consigliere di Agripat -. Anche marzo è stato molto piovoso, costringendoci a posticipare le semine. Aprile e maggio sono stati mesi freddi e poi, all’improvviso, è scoppiata l’estate con temperature di 35 gradi, compromettendo prima la crescita ottimale del prodotto a causa delle semine tardive e poi la maturazione del tubero. Un vero peccato che porterà sicuramente a un ulteriore calo della produzione”.

Il forte caldo delle ultime settimane ha inoltre favorito lo sviluppo di marciumi, germogliamenti e danni da elateridi, larve di coleotteri del genere Agriotes che vivono nel terreno e rodono i tuberi di patata, causando perdite significative di raccolto.

“Si tratta di una delle minacce più importanti per la campagna in corso – prosegue Mattei -. Stiamo cercando di contrastarla in tutti i modi possibili, anche se servirebbero risorse significative da destinare alla ricerca e alla difesa. Come Agripat abbiamo avviato il progetto di ricerca P.A.T.A.T.A. (Produrre Aggregando Tecnici e Agricoltori, Tutelando l’Acqua) con attività di semina e monitoraggio in diversi campi sperimentali. Oltre all’installazione di capannine meteo, fondamentali per ottimizzare l’irrigazione e i trattamenti fitosanitari, questo progetto ci consente di studiare se esiste una correlazione scientifica tra l’incidenza del danno da elateridi e il sistema irriguo utilizzato dall’azienda agricola. Sono tutte iniziative che auspichiamo possano aiutarci a tutelare la patata bolognese e a garantire un futuro a questa coltura”.

Re: Confagricoltura

28/07/2025, 14:57

Dazi, Unione Agricoltori Firenze: “Con riforma della Pac è doppia mazzata per l’agricoltura fiorentina”
L’allarme del presidente Colpizzi all’assemblea dell’associazione: “Con o tagli alla Politica agricola comune il territorio fiorentino perderà 80 milioni di euro in sette anni. Bene riduzione della tariffa al 15%, ma preoccupa il possibile impatto dell’accordo tra Ue e Usa”

Firenze, 28 luglio 2025 – “Le ricadute della riforma della Pac sull’agricoltura fiorentina rischiano di essere pesantissime, con una riduzione delle risorse disponibili stimata di poco meno di 80 milioni in sette anni. Se a questo aggiungiamo i possibili effetti del nuovo accordo sui dazi con gli Stati Uniti, nel caso in cui la barriera del 15% sia confermata anche per i vini, per i nostri prodotti di punta si profila una doppia mazzata”.

È l’allarme lanciato dal presidente dell’Unione provinciale degli Agricoltori di Firenze Francesco Colpizzi durante l’assemblea dell’associazione “Agricoltura fiorentina tra vitalità, resistenza e coraggio”, che si è svolta stamani all’Auditorium della Camera di Commercio di Firenze.

All’evento hanno partecipato Patrizio Giacomo La Pietra (sottosegretario di Stato al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste), Giuseppe Salvini (segretario generale della Camera di Commercio di Firenze), Paola Galgani (vicesindaca del Comune di Firenze), Stefania Saccardi (vicepresidente della Regione Toscana e assessora alle Politiche Agroalimentari), Dario Nardella (coordinatore Pse Commissione Agricoltura Parlamento Europeo) e Luca Brondelli di Brondello (vicepresidente Confagricoltura).

Pac: “Smantellarla potrebbe portare a crisi per aree agricole della provincia di Firenze”

Colpizzi ha puntato il dito contro la proposta di riforma della Politica agricola comune del quadro finanziario 2028-2034 presentata dalla Commissione europea, che riduce il budget agricolo da 378 a 294 miliardi di euro, mentre il bilancio complessivo dell’Unione aumenta: “La riduzione di oltre il 20% degli stanziamenti dimostra come la Commissione non ritenga il nostro settore strategico, proprio mentre si riscrivono le regole del gioco globale. Smantellare la Pac significherebbe disinvestire in un settore cruciale - spiega il presidente dell’Unione Agricoltori di Firenze - mettendo in crisi gran parte delle aree agricole del nostro continente, a partire dalle aree interne come quelle della nostra provincia”.
Secondo Colpizzi, i tagli avrebbero effetti immediati sulle aziende fiorentine: “Meno fondi da destinare alle produzioni biologiche, al turismo rurale, agli investimenti nelle industrie agrarie, ai vigneti, alla forestazione, ai giovani. Altro che rilancio: qui si rischia il collasso di un intero settore”.

Dazi: “Bene la riduzione al 15%, ma impatto ancora pesante”

Colpizzi si è soffermato anche sull’accordo raggiunto tra Usa e Ue sui dazi sulle esportazioni europee. “Il fatto che le tariffe sono scese al 15% è sicuramente un passo avanti, ma resta comunque una misura pesante per il nostro export, che già soffre per costi di produzione molto più alti rispetto ai concorrenti extraeuropei come Argentina e Cile. Per il vino e per l’olio toscano - ha ricordato il presidente dell’Unione provinciale degli Agricoltori di Firenze - il mercato americano rappresenta oltre un terzo delle vendite: se nei prossimi giorni il dazio del 15% sarà confermato anche per i vini, il rischio per il comparto toscano è una perdita di competitività e in una contrazione delle esportazioni”.

Colpizzi ha auspicato nuove politiche strutturali sia nazionali che europee: “Servono misure di sostegno per le imprese esportatrici e una strategia europea che difenda i nostri prodotti di qualità sui mercati internazionali, puntando su accordi bilaterali intelligenti e strumenti di finanza agevolata per l’internazionalizzazione”.

Altre criticità: vendite vino ed effetti della fauna selvatica

Nella sua relazione, il presidente ha toccato anche le altre emergenze che attraversano il comparto agricolo fiorentino. Sul vino ha segnalato “una flessione delle vendite del 3,2% nel primo semestre dell’anno” e ha chiesto strumenti per sostenere la domanda e misure finanziarie che aiutino le aziende a trattenere il vino in cantina senza cadere in spirali speculative.
Sui danni causati da ungulati e altra fauna selvatica, Colpizzi ha richiamato la necessità di una svolta: “Gli agricoltori non vogliono che l’Ente Pubblico rimborsi i danni, perché non vogliono che i danni ci siano. Ma se i danni ci sono – ha concluso – devono essere risarciti interamente”.

Re: Confagricoltura

31/07/2025, 15:24

Blue Tongue, Confagricoltura Toscana: “Bene il piano vaccinale regionale, ma serve un ulteriore sforzo”
Il presidente Neri: “Prevenzione strategica per tutelare allevatori, prodotto e mercati”. Il direttore Cavicchioli: “Incrementare risorse e coinvolgere il territorio per un'azione capillare”



Firenze, 31 luglio 2025 – “Il piano vaccinale volontario contro la Blue Tongue approvato dalla Regione Toscana è un segnale positivo. Ma da solo non basta. Serve uno sforzo in più per sostenere davvero chi lavora ogni giorno negli allevamenti toscani”.

Lo dichiara Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, dopo la delibera della Giunta regionale che ha dato il via libera al piano di prevenzione.

“La diffusione di malattie come la Blue Tongue è sempre più frequente – spiega Neri – e colpisce duramente gli allevatori: animali malati, mercati persi, danni economici pesanti. La prevenzione è l’unico modo per difendere il lavoro e la qualità della nostra zootecnia. Per questo, bene il piano, ma chiediamo misure più forti e durature”.

Anche il direttore di Confagricoltura Toscana, Gianluca Cavicchioli, sottolinea le criticità ancora aperte: “Il contributo previsto dalla Regione è utile, ma in molti casi non basta: le vaccinazioni richiedono richiami, e ci sono spese aggiuntive per la somministrazione. Chiediamo fin da ora di aumentare i fondi previsti, per non lasciare gli allevatori da soli”.

Ma non si tratta solo di vaccini. Secondo Confagricoltura Toscana è fondamentale un lavoro di squadra con tutto il territorio. “Per ridurre la presenza degli insetti che trasmettono la malattia – continua Cavicchioli – serve il coinvolgimento dei Comuni e dei Consorzi di Bonifica, che conoscono bene il territorio e possono agire in modo efficace e rapido”.

“La zootecnia toscana – conclude Neri – è fatta di qualità, rispetto per gli animali e grande tradizione. Difenderla vuol dire proteggere un settore che dà lavoro, tiene vivi i territori e rappresenta un valore per tutta la regione. La prevenzione è la strada giusta, ma deve essere sostenuta con più forza”.

Re: Confagricoltura

13/08/2025, 13:58

L’Italia ha fame di cereali
La Romagna può tornare a essere il suo granaio
Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini: “Subito mappatura dei terreni abbandonati. Incentivi per i giovani e filiera della pasta da rafforzare”
Rilanciare la vocazione cerealicola della Romagna e farne il nuovo “granaio del Nord”. In un’Italia che ha fame di cereali, sempre più esposta alle tensioni del mercato globale e alla volatilità dei prezzi agricoli, Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini avanza questa proposta.
Anche alla luce del disegno di legge “Coltivaitalia”, recentemente presentato dal ministro Francesco Lollobrigida, il recupero delle superfici agricole incolte potrebbe proprio essere indirizzato alla cerealicoltura. Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini invita quindi i Comuni del territorio a procedere senza indugio alla mappatura delle terre silenti o abbandonate, mettendole a disposizione di chi intende coltivare cereali: una coltura che può essere avviata in tempi rapidi, che presidia il territorio e contribuisce alla sicurezza alimentare nazionale.
“Siamo in un momento decisivo – dichiara Daniele Montemaggi, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini –. I cambiamenti climatici stanno rendendo sempre più difficile e costosa la cerealicoltura nelle regioni del Sud. La Romagna, con la sua storia agricola, può tornare a produrre cereali con rese e qualità elevate. Serve una strategia chiara, che coinvolga enti locali e Governo: recuperiamo le aree marginali, offriamo incentivi ai giovani cerealicoltori e valorizziamo il ruolo di questa coltura nella filiera della pasta, simbolo del Made in Italy”.
Dai dati della Camera di Commercio della Romagna emerge come il comparto, pur tra difficoltà legate ai mercati e agli eventi climatici, mantenga una forte vitalità. Nel 2024 la PLV cerealicola ha superato i 20 milioni di euro nella provincia di Forlì-Cesena, incidendo per il 4,1% sulla produzione agricola complessiva, in netta crescita rispetto al 2,6% del 2014. Nella provincia di Rimini, i cereali rappresentano oggi il 7,5% della PLV agricola, con un valore che sfiora i 9,3 milioni di euro.
Tuttavia, a fronte del recupero produttivo (+18,5% a Forlì-Cesena nel 2024), le superfici investite in cereali (SAU) si stanno riducendo: -21% tra Forlivese e Cesenate, -16,6% nel Riminese, con un calo particolarmente evidente nelle aree collinari, dove pesa ancora l’impatto dell’alluvione del 2023.
“Non possiamo accettare che questi terreni restino incolti o vengano abbandonati – commenta il direttore Luca Gasparini –. Con il progressivo estirpo dei frutteti, è essenziale trovare una destinazione produttiva che sia sostenibile, immediata e utile al Paese. I cereali rispondono a queste tre condizioni: possono essere coltivati con tecniche conservative, riducono l’erosione del suolo, mantengono la fertilità e rafforzano le filiere nazionali”.
Il frumento tenero resta il pilastro della produzione cerealicola romagnola, con una PLV in crescita nel 2024 (+6%), mentre orzo e frumento duro hanno sofferto i cali di prezzo. La PLV per ettaro supera i mille euro: servono misure per rendere il comparto nuovamente competitivo, sostenendolo con politiche mirate e filiere integrate.
“L’Italia ha fame di cereali, non possiamo dipendere dai mercati esteri – conclude Gasparini –. Vogliamo tornare a seminare grano in collina, ridare valore ai campi abbandonati e offrire nuove opportunità a una generazione di agricoltori che cerca futuro”.

Re: Confagricoltura

22/08/2025, 19:36

Maltempo, nuovi danni tra costa e primo entroterra. Confagricoltura: “Colpite aziende già piegate venti giorni fa dalla grandine. Il rischio climatico non può più ricadere solo sugli agricoltori”. Appello al Governo.

Una nuova ondata di maltempo si è abbattuta sulla costa cesenate e riminese e sul primo entroterra nel tardo pomeriggio di mercoledì 21 agosto, colpendo duramente le campagne tra Cesenatico, San Mauro Mare, Bellaria e Rimini. La perturbazione, caratterizzata da forti raffiche di vento, pioggia intensa e una violenta grandine, ha interessato in molti casi le stesse aree già danneggiate nella precedente grandinata di inizio agosto, aggravando ulteriormente la situazione di molte aziende agricole.

Particolarmente violento il fronte temporalesco nel Riminese, dove il vento ha superato i 100 km/h: molti vigneti in prossimità della raccolta sono stati danneggiati, con grappoli caduti o compromessi. Alcuni soci di Confagricoltura segnalano anche danni strutturali, con coperture di capannoni e attrezzaie divelte o lesionate.

Campi di pomodoro da industria – anch’essi prossimi alla raccolta – sono stati colpiti dalla grandine: nei prossimi giorni si capirà meglio l’entità del problema. Ma a pagare il conto più salato sono state ancora una volta le orticole, in particolare insalate e bietole: “Le foglie sono state bucherellate dalla grandine – riferiscono gli agricoltori – e risultano ormai invendibili”. Ci sono aziende che segnalano la perdita dell’intera produzione.

“È un disastro per molte imprese – dichiara Daniele Montemaggi, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – che si sono viste colpite due volte in meno di un mese, perdendo ortaggi, frutta, uva e pomodori in fase di raccolta: dopo aver investito tempo e risorse per un intero ciclo culturale, si sono visti sfumare il loro lavoro in pochi minuti. È desolante ed è sempre più evidente che gli eventi estremi non sono più l’eccezione ma la regola. La gestione del rischio deve diventare una priorità nazionale: serve un sistema che tuteli davvero il reddito delle imprese agricole, oggi lasciate troppo spesso sole ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico”.

“Se affrontare il mercato è responsabilità dell’imprenditore – aggiunge il direttore Luca Gasparini – fronteggiare eventi come grandinate di questo tipo, trombe d’aria, alluvioni e siccità estreme non può essere compito esclusivo dell’agricoltura. Abbiamo aziende che non riescono nemmeno a far fronte ai costi dei ripristini. È necessaria una svolta, servono strumenti assicurativi più accessibili, sgravi, misure straordinarie e un ripensamento complessivo della politica agricola in chiave climatica”.

Nella mattinata odierna, in occasione dell’inaugurazione del Meeting di Rimini, il presidente Montemaggi e il direttore Gasparini hanno incontrato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al quale hanno rappresentato direttamente la gravità della situazione, chiedendo l’attenzione del Governo verso un territorio messo in ginocchio e la definizione di nuove strategie nazionali per la tutela del lavoro agricolo.
Nel frattempo i tecnici di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini sono impegnati anche in queste ore nella raccolta delle segnalazioni aziendali e nella valutazione puntuale dei danni, con l’obiettivo di attivare tutte le procedure previste in casi come questi.

Re: Confagricoltura

08/09/2025, 18:54

Agricoltura, cambio alla presidenza di Confagricoltura Toscana: Luca Giannozzi nuovo presidente pro tempore
A seguito della candidatura di Marco Neri alle elezioni regionali, la guida dell’associazione passa al vicepresidente vicario



Firenze, 8 settembre 2025 – A seguito della candidatura del presidente Marco Neri alle prossime elezioni regionali, la guida di Confagricoltura Toscana viene assunta ad interim da Luca Giannozzi, già vicepresidente vicario.

Il Consiglio dell’associazione ringrazia Neri per l’impegno e la disponibilità dimostrati nel corso del suo mandato e formula i migliori auguri per i nuovi impegni politici e istituzionali.

Con il passaggio delle consegne, Confagricoltura Toscana assicura piena continuità al lavoro svolto negli ultimi anni, rafforzando la propria azione a sostegno del settore agricolo regionale e della rappresentanza degli imprenditori associati.

Re: Confagricoltura

10/09/2025, 11:20

Mercosur, Confagricoltura Toscana: “Tutela indispensabile per le produzioni agricole della regione”


Firenze, 10 settembre 2025 - "L’accordo tra Unione Europea e Paesi Mercosur presenta ancora troppe incognite per l’agricoltura italiana ed europea. I comparti più esposti – carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero – rischiano di pagare il prezzo più alto di una concorrenza non regolata".

A dirlo è Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana, commentando la presentazione dell’intesa commerciale che coinvolge oltre 700 milioni di consumatori.

Anche la zootecnia toscana, con allevamenti che garantiscono produzioni di qualità legate a denominazioni Dop e Igp, secondo Confagricoltura Toscana rischierebbe di subire l’impatto di importazioni agevolate prive delle stesse garanzie sanitarie e ambientali. "La sostenibilità conquistata negli anni dagli agricoltori toscani attraverso investimenti e innovazione non può essere compromessa da accordi commerciali squilibrati", sottolinea ancora Cavicchioli.

Il settore agricolo toscano conta oltre 70 mila aziende attive e una produzione lorda vendibile superiore ai 3 miliardi di euro. "Apprezziamo l’impegno del governo italiano in questa partita – conclude Cavicchioli – e lavoreremo insieme ai nostri rappresentanti a Bruxelles e con il Copa affinché l’agricoltura toscana non diventi la vittima sacrificata di un’intesa che, così com’è, non tutela le nostre eccellenze".
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